C O M U N E D I C A S T E N A S O Provincia di Bologna VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

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1 C O M U N E D I C A S T E N A S O Provincia di Bologna VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE ATTO n. 81 del 19/05/2009 OGGETTO: LINEE GUIDA PER LA FATTIBILITA DEL RIASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA COOPERAZIONE BIBLIOTECARIA NELLA ZONA BIBLIOTECARIA VALLE DELL IDICE - APPROVAZIONE Il giorno 19 del mese di Maggio dell anno 2009 alle ore 16:00 nella Sede Comunale, previa l osservanza di tutte le formalità prescritte dalla legge e dallo Statuto Comunale, sono stati convocati i componenti della Giunta Comunale. All appello risultano presenti: Pres - PROF.SSA BARUFFALDI MARIAGRAZIA Sindaco S - BIAGI ANDREA Vice Sindaco S - SERMENGHI STEFANO Assessore S - LELLI ROSSANO Assessore S - MARRONI VALERIO Assessore Esterno S - PIRAZZOLI MAURIZIO Assessore Esterno S - FUSETTO IRINA Assessore Esterno S Totale Presenti n. 7 Totale Assenti n. 0 Assiste il Vice Segretario Generale F.F. Dott.ssa LUI ELISA, che provvede alla redazione del presente verbale. Il Sindaco PROF.SSA BARUFFALDI MARIAGRAZIA assume la presidenza e constatata la legalità dell adunanza dichiara aperta la presente seduta invitando la Giunta a deliberare sull oggetto sopra indicato.

2 Deliberazione della Giunta Comunale N. 81 del 19/05/2009 Area: DIREZIONE GENERALE Oggetto: LINEE GUIDA PER LA FATTIBILITA DEL RIASSETTO ORGANIZZATIVO DELLA COOPERAZIONE BIBLIOTECARIA NELLA ZONA BIBLIOTECARIA VALLE DELL IDICE - APPROVAZIONE LA GIUNTA COMUNALE Premesso che: - le criticità esistenti nell attuale organizzazione della Zona bibliotecaria Valle dell Idice, e più in generale nella provincia di Bologna, avevano indotto tecnici e amministratori della Zona Bibliotecaria Valle dell Idice a proporre ed organizzare in collaborazione con la Provincia il convegno Reti bibliotecarie nuovi scenari: il futuro della cooperazione bibliotecaria tenutosi alla fine del 2007 a San Lazzaro-Ozzano; - dal Convegno è emersa l esigenza di approfondire l argomento affidando ad un esperto un corso di autoformazione per i bibliotecari della Zona al fine di elaborare uno studio di fattibilità finalizzato ad individuare nuovi e più efficaci modelli di cooperazione e di gestione associata dei servizi bibliotecari, condivisi e applicabili alla nostra realtà; - durante tale corso, tenutosi in 5 giornate tra dicembre 2008 e aprile 2009 (comprensiva della visita di studio al Centro Servizi di due sistemi di avanguardia - Sistema Bibliotecario Abano Terme e Consorzio Nord Ovest di Rho) il gruppo di lavoro, composto dai tecnici responsabili di biblioteca e dal tutor e consulente Nerio Agostini, ha elaborato il documento Linee guida per la fattibilità del riassetto organizzativo della cooperazione bibliotecaria nella Zona bibliotecaria intercomunale, che si allega; - lo studio ha evidenziato un ipotesi di riorganizzazione che prevede, attraverso diversi stadi si sviluppo ed una gradualità di passaggi, una forma di gestione coordinata e progressivamente centralizzata dei principali servizi bibliotecari (acquisto documenti, catalogazione, revisione patrimonio, potenziamento prestito interbibliotecario, ecc...) puntando all ottimizzazione delle risorse e ad un economia di scala, che contribuirà al rafforzamento e miglioramento dei servizi bibliotecari in un ottica di rete e di cooperazione allargata e condivisa; - la scadenza alla fine del 2009 sia della convenzione polo UBO-SBN, sia della Convenzione Provincia-Comuni, offre l opportunità di ripensare l assetto cooperativo, organizzativo e gestionale della nostra Zona Bibliotecaria; - che il documento, presentato agli Assessori dei Comuni della Zona Valle dell Idice il 30 marzo 2009, è stato approvato all unanimità dalla Commissione d Indirizzo degli Assessori della Valle dell Idice, tenutasi ad Ozzano il 7 maggio 2009; Ritenuto che sussistano gli elementi di fatto e di diritto che motivano l'approvazione del presente atto; Visti i pareri inseriti nella proposta di delibera ed allegati al presente atto ai sensi dell art. 49 del del Dlgs n. 267/2000

3 D E L I B E R A di approvare e sostenere, nelle sue linee fondamentali, il progetto di fattibilità in oggetto dando mandato alla Commissione d Indirizzo degli Assessori e al Comitato Tecnico dei bibliotecari della Zona Bibliotecaria Valle dell Idice di avviare le procedure ritenute necessarie allo scopo.

4 Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto IL SINDACO Prof.ssa Mariagrazia Baruffaldi IL VICE SEGRETARIO GENERALE F.F. Dott.ssa Elisa Lui

5 Relazione Linee guida per la fattibilità del riassetto organizzativo della cooperazione bibliotecaria intercomunale nell area Valle dell Idice a cura di Nerio Agostini, tutor/consulente dell iniziativa di autoformazione Comitato tecnico interbibliotecario della Zona bibliotecaria della Valle dell Idice Indice 1. Quadro di riferimento regionale..p Percorso storico della Zona bibliotecaria Valle dell Idice...p La riflessione dal Convegno del 17/10/ p L autoanalisi...p La praticabilità di una ipotesi di riassetto cooperativo.p Il percorso per la fattibilità del Centro Servizi (CS)....p Le ricadute prevedibili...p I costi prevedibili e la relativa copertura..p La pianificazione-programmazione per il Centro Servizi del futuro p.17 Allegato A - Quadro sintetico dei dati delle biblioteche della Zona bibliotecaria della Valle dell'idice Allegato B - Confronto dati delle biblioteche con gli standard regionali Allegato C - Dati della catalogazione documenti Allegato D - Bilancio Zona bibliotecaria Valle dell Idice anno 2007 Allegato E - Bilancio Zona bibliotecaria Valle dell Idice anno 2008 Allegato F Ipotesi a schema variabile del primo bilancio del CS del Sistema Pagina 1 di 1

6 1. Quadro di riferimento regionale Elementi di riferimento alla legge regionale La Legge Regionale 42/83 individuava nei Sistemi bibliotecari i cardini della cooperazione bibliotecaria, scendendo molto nei dettagli e dedicandovi ben 4 articoli. La creazione dei sistemi non spettava alla Regione che non aveva strumenti di imposizione e non li ha mai nemmeno coordinati direttamente, bensì li ha delegati alle Province le quali avevano il compito e il potere di programmazione, anche in merito alle delimitazioni degli ambiti territoriali. In provincia di Bologna i sistemi bibliotecari non sono, in realtà, mai stati attivati. Per quanto riguarda i servizi, invece, il ruolo della Regione si è concentrato nell automazione, con la creazione del protocollo SBN che è del 1984, perseguendo l obiettivo di dare una fisionomia di cooperazione generalizzata tra realtà diverse. La successiva e attuale Legge Regionale n. 18 del 2000, è una legge sintetica sulla scorta delle leggi Bassanini e quindi basata sui principi di sussidiarietà, semplificazione, che auspica un raccordo più stretto tra biblioteche, archivi e musei, accorpando la LR 42/1983 sulle biblioteche e la LR 20/1990 sui musei. Non si sofferma sulle forme di cooperazione, limitandosi nell art. 12, Servizi e cooperazione a citare i principi Unesco sulle biblioteche e al relativo comma 3 richiama solo la possibilità di sistemi bibliotecari integrati tra più soggetti territoriali gli enti titolari di biblioteche d intesa con i Comuni e le Province territorialmente competenti costituiscono sistemi bibliotecari, archivisti e informativi, per il miglioramento... che nulla hanno a che vedere con l accezione legislativa precedente. Sono scomparse del tutto le precise, peraltro disattese dalla Provincia di Bologna, indicazioni della legge precedente sull organizzazione, sui compiti e sulla costituzione dei sistemi bibliotecari locali. Di contro l art. 9 lascia uno spazio per una scelta autonoma di forme gestionali associative laddove al comma 4 afferma: ai fini dell ottimale esercizio delle attività di gestione degli istituti culturali, gli enti titolari o affidatari dei beni adottano forme gestionali, anche di natura associativa con altri soggetti.e l utilizzo coordinato delle risorse. I due punti richiamati, proprio per la loro indeterminatezza permettono quindi di dire che una scelta di forme organizzative di cooperazione per la gestione dei beni culturali è possibile. Elementi di riferimento alla delibera sugli standard del 2003 La vera novità della legge 18/2000 è data dagli obiettivi di qualità previsti dall art. 10 e quindi gli Standard di servizio che sono stati elaborati con un percorso lungo e complesso ed approvati con delibera E.R. n. 309 del 3 marzo Al punto 5 relativo alla Biblioteche si afferma le biblioteche pubbliche degli enti locali forniscono i loro servizi mediante il ricorso alle opportune forme di cooperazione con altre biblioteche Al punto 5.1 con riferimento agli obiettivi delle biblioteche si afferma Gli obiettivi dovranno essere raggiunti da ciascuna biblioteca anche attraverso la cooperazione, che è quindi obiettivo strumentale a valenza generale. Appare evidente che anche nell ottica del raggiungimento degli standard regionali l aspetto cooperativo sia richiamato all attenzione. Un aspetto non chiaro riguarda tempi ed obbligatorietà del raggiungimento degli standard, per cui ad oggi possono apparire ancora come riferimenti tendenziali e allora in Pagina 2 di 2

7 quest ottica occorre una spinta propulsiva da parte dei singoli enti con scelte di investimento adeguate allo scopo. Per una valutazione di merito e le relative considerazioni rispetto ai valori della Zona bibliotecaria della Valle dell Idice si rinvia alla lettura dei dati di cui all Allegato B. 2. Percorso storico della Zona bibliotecaria Valle dell Idice I. Cronistoria dello sviluppo della Zona bibliotecaria Valle dell Idice dalla nascita ad oggi (con i passaggi delle varie convenzioni) a) Nel 1985 viene deliberato lo scioglimento del Consorzio Provinciale Pubblica Lettura di Bologna. b) Nel 1986 vengono approvate le prime 5 Convenzioni fra comuni, raggruppati per ambiti territoriali, che successivamente diventeranno 7. In questo contesto nasce anche la convenzione per la Zona inizialmente tra 7 Comuni che successivamente diventano 8 poi 10 e ora 9. Tale convenzione sanciva la gestione coordinata di progetti finalizzati allo sviluppo e alla qualificazione del servizio bibliotecario e archivistico in attesa della costituzione dei sistemi bibliotecari (punto 7 della convenzione) previsti esplicitamente dalla L.R. 42/ 83, artt. 11, 12, 13 e 14); Durata ; capozona il Comune di Budrio; denominazione Budriese Finanziamenti dei Comuni ( 300 per abitante) e finanziamenti provinciali (comprensivi dei trasferimenti regionali) pari circa a quelli dei Comuni. c) Nel 1995 viene approvata un nuova Convenzione fra i Comuni suddetti denominati Valle dell Idice e la Provincia di Bologna con la finalità di costituire sistemi informativi automatizzati per la catalogazione e la gestione dei servizi [non si fa più riferimento ai sistemi bibliotecari]: Durata ; Capozona: 95/97 - Castenaso, 98/ Medicina Dal 1987 al 2000 vengono finanziati e realizzati: videoteca e costituzione di un Gruppo di lavoro per l individuazione di criteri omogenei di catalogazione degli audiovisivi; acquisto coordinato di segnaletica per ragazzi; acquisto e potenziamento hardware e software Sebina; incarichi esterni per catalogazione automatizzata che hanno consentito il recupero di quasi il 90% del patrimonio. Gli ultimi due punti in particolare erano finalizzati alla costituzione di un sistema informativo automatizzato con una banca dati centrale e una rete di comunicazione telematica, in vista di un catalogo unico di zona. Questo progetto, ideato dai bibliotecari della Zona della Valle dell Idice, fu fatto proprio dalla Provincia di Bologna che lo realizzò con il Progetto Sintes, in vista del catalogo unico provinciale. Il riversamento dei dati delle singole biblioteche in un unico data base provinciale fece intravedere la possibilità di far confluire nel Polo UBO-SBN i dati bibliografici di tutte le biblioteche pubbliche della provincia presenti nel catalogo collettivo provinciale Sintes. Nel frattempo, nel marzo del 2000, era stata promulgata la nuova Legge Regionale n. 18 Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali che, ponendo l accento sull integrazione fra i diversi istituti culturali e sul raggiungimento degli standard (che l IBACN viene incaricato di elaborare e che saranno approvati con del. Giunta Reg. n. 309 del ), di fatto attenua l accezione di sistema bibliotecario così come era stato inteso nel dettato della legge 42/83. Pagina 3 di 3

8 Nel 2001 viene stipulata la Convenzione fra la Provincia e i Comuni aderenti alla Zona Valle dell Idice in cui si stabilisce che il bilancio sovracomunale sia costituito in parte dalle quote procapite comunali pari a 500 per abitante, in parte da quelle provinciali pari a 250 per abitante; queste ultime andranno però a finanziare esclusivamente il Centro Servizi Provinciale, di nuova istituzione, finalizzato soprattutto alla gestione del catalogo collettivo Sebina-Opac e alla sua integrazione con il Polo UBO-SBN, oltre all organizzazione di corsi di formazione per il personale delle biblioteche e alla gestione dell osservatorio provinciale sui servizi. Così nel 2001 al momento del rinnovo della Convenzione UBO-SBN, venne approvato l ingresso, per la prima volta, della Provincia come ente sottoscrittore, sancendo di conseguenza la partecipazione al Polo UBO dei Comuni con essa convenzionati; questo fece sì che, a partire dal 2003, tutte le biblioteche della provincia (quindi anche quelle della Valle dell Idice), adottassero SBN entrando nel Polo UBO. A fronte di questo ingresso, la Provincia si impegnò a versare una quota annuale di adesione al Polo Ubo, come previsto dalla convenzione stessa, a nome e per conto dei Comuni con lei convenzionati. Nel 2004 la Provincia va al rinnovo della Convenzione non più con le zone bibliotecarie ma con i singoli Comuni e con il Consorzio del circondario di Imola, facendo riferimento ad un Sistema Bibliotecario Provinciale che si assumeva notevoli impegni (versamento quota minima procapite 0.13, sostegno ai Comuni per adeguamento agli standard regionali, presa in carico degli oneri annuali per dell adesione delle biblioteche comunali al Polo UBO-SBN, ecc.). Tutto ciò non si concretizza perché totalmente privo di una adeguata struttura organizzativa. La convenzione del (scadenza dicembre 2009) non cambia. II. Organizzazione strutturale e modalità di collegamenti istituzionali tra le singole biblioteche della Zona e tra la Zona e la Provincia (titolo V, articoli 16, 17, 18 e 19 della Convenzione vigente). Attualmente sono previsti i seguenti organismi di gestione: Comitati Tecnici Interbibliotecari all interno di ciascuna zona bibliotecaria Commissioni d Indirizzo degli Assessori di ciascuna zona bibliotecaria Comitato Tecnico Provinciale III. Servizi/attività che oggi riceve la Zona bibliotecaria dal Polo e dalla Provincia Dal Polo UBO-SBN: o gestione del catalogo del Polo UBO-SBN, che consente la catalogazione partecipata con grande percentuale di cattura delle catalogazioni o gestione dell OPAC con personalizzazione per singole zone, o manutenzione del server che ha sede al Cib, o servizio di consulenza telefonica, o coordinamento della Commissione Tecnica SBN in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Librari-IBACN; Dalla Provincia: o coordinamento di progetti di promozione della lettura (NPL, Fieri di leggere, Sbam, ArteLibro, ecc ) ai quali le zone possono aderire versando a loro volta una quota parte; Pagina 4 di 4

9 o versamento quota di adesione al Polo UBO-SBN per conto delle biblioteche della provincia; 3. La riflessione dal Convegno del 17/10/2007 La consapevolezza delle criticità esistenti (quì evidenziate nel punto 4 che segue) ha spinto tecnici e amministratori della Zona bibliotecaria Valle dell Idice a proporre alla Provincia il convegno Reti bibliotecarie : nuovi scenari il futuro della cooperazione bibliotecaria tenutosi alla fine del Dal convegno è emerso che: 1. non si può confondere il gestore del Polo UBO-SBN con un Centro Servizi 2. il modello di cooperazione cosiddetto a geometrie variabili può funzionare solo per realtà forti e autonome, non è applicabile a tipologie di biblioteche medie e piccole come la maggior parte delle realtà comunali della provincia; 3. la gestione dei servizi pubblici locali territoriali, per le biblioteche come per lo smaltimento dei rifiuti o le mense o le A.S.P., andrebbe gestito in forme associate territoriali che puntino all ottimizzazione delle risorse e ad economie di scala. Dal convegno è stato evidenziato, inoltre, che nella Regione E.R. non esiste attualmente un modello ottimale esportabile tout court tra quelli che risultano altamente efficaci in altri contesti (es. Lombardia e Veneto) e che occorre invece individuare un nostro nuovo modello di cooperazione bibliotecaria. Partendo da questa consapevolezza si decise di organizzare questo corso di autoformazione per i bibliotecari della Zona, sotto la guida di un esperto, allo scopo di elaborare uno studio di fattibilità che fosse condiviso e applicabile alla nostra realtà. 4. L autoanalisi (aggiornata con i dati al ) L analisi dei dati delle biblioteche Sono state elaborate delle schede riassuntive, utilizzando dati omogenei (Allegato A), che possono permettere sia una analisi ed una valutazione della singola biblioteca, sia il raffronto tra biblioteche simili o con quelle strutturalmente diverse. Il confronto dei dati con gli standard regionali Gli standard regionali sono degli elementi valoriali che hanno la loro validità in quanto ritenuti di carattere tendenziali e che pertanto permettono di vedere: come si collocano le singole biblioteche (Allegato B); quali indicazioni programmatiche di sviluppo possibile, compatibile e sostenibile per la possibile progettazione delle azioni comuni in un nuovo assetto cooperativo. Le considerazioni di merito. I punti di partenza 9 biblioteche che si possono classificare, per dimensione strutturale e per analogie di azioni e problemi, in medio-grandi (Budrio, Castenaso, Molinella, Ozzano, Pianoro, San Lazzaro) e piccole (Monterenzio, Loiano, Monghidoro) che si collocano su un territorio dallo sviluppo socio-economico ed insediativo molto differenziato. Presenza di una nuova biblioteca che, per la collocazione territoriale strategica, la qualità delle collezioni, l ampiezza dell area audiovisivi, la buona dotazione di strumenti Pagina 5 di 5

10 informatici, il know-how sulle tecnologie del reference di rete, è riconosciuta come possibile punto di riferimento. Bacino di utenza potenziale di cittadini residenti (in rapida espansione). Patrimonio complessivo di documenti di cui fruibili al prestito. Prestiti complessivi annuali realizzati Iniziative culturali simili, alcune in comune a livello provinciale, ma diversa impostazione programmatoria e sostenuta da oggettive forti differenze di disponibilità finanziarie proporzionate alle dimensioni/capacità finanziarie degli enti di riferimento. Percorsi ed organizzazione gestionali diversi, ma simili nella sostanza. I punti di forza Bibliotecari molto motivati e con buona preparazione professionale. Diverse biblioteche dotate di spazi adeguati. Una utenza consolidata ed in crescita. Alcuni momenti di azioni comuni già positivamente attivati. Una volontà politica di trovare una soluzione istituzionale di sviluppo unitaria e condivisa. Una volontà tecnica di esplorare e mettere in campo le coordinate necessarie per determinare la fattibilità della possibile soluzione unitaria. Software di gestione unico di buona potenzialità (in corso di implementazione) per la condivisione della banca dati del Polo UBO-SBN. Criticità a) Imputabili alle singole biblioteche Risorse finanziarie limitate, che verosimilmente rimarranno tali nel breve-medio termine, in parecchie biblioteche. Collezioni che, soprattutto nelle biblioteche piccole, presentano carenze e parecchi documenti obsoleti. Mancanza diffusa di attrezzature self service. Forti limiti strutturali (spazi e attrezzature) in alcune biblioteche. Una certa presenza di personale non a tempo indeterminato. La presenza sostitutiva di personale con dei volontari individuali. Il livello quali-quantitativo non conforme agli standard regionali. Livello molto basso del prestito interbibliotecario all interno della Zona. b) Imputabili all attuale assetto cooperativo Assenza di un centro servizi territoriale. Numero di biblioteche e territorio di riferimento limitato (soprattutto dopo il distacco di Medicina) ai fini di un progetto di forte cooperazione territoriale. Carenza di regole comuni operative/gestionali, assolutamente obbligatorie che sarebbero invece necessarie per creare l omogeneità comportamentale e gestionale delle biblioteche. Assenza di forti momenti di cooperazione (coordinamento e/o centralizzazione) nella gestione dei servizi e delle collezioni (dagli acquisti alla revisione). Software di gestione con una certa rigidità e con carenze gestionali per l estrazione ed elaborazione dei dati. Limiti del Polo Ubo-SBN riconducibili essenzialmente ad un attenzione rivolta prevalentemente alla gestione del catalogo; anche per la parte gestionale si riscontra una scarsa attenzione alle esigenze delle biblioteche comunali della provincia. Infatti il Pagina 6 di 6

11 Polo UBO-SBN è molto schiacciato sulle problematiche delle biblioteche universitarie e su quelle del Comune di Bologna. Scarsa programmazione di interventi di sostegno alla Zona bibliotecaria da parte della Provincia e scarsa rappresentatività da parte della Zona, per conto dei Comuni, all interno del Comitato Tecnico del Polo UBO-SBN. 5. La praticabilità di una ipotesi di riassetto cooperativo La prospettiva dell integrazione in una rete ampia con uno sguardo al percorso di sviluppo dei sistemi bibliotecari Dai dati dell analisi e dalle considerazioni conseguenti, appare evidente che sarebbe necessario mettere in campo una cooperazione territoriale su scala alquanto ampia, ma a tale scopo occorre uno sforzo strategico e organizzativo straordinario che oggi non appare proponibile integralmente e in tempi brevi. Le varie esperienze italiane sviluppate in ambito bibliotecario e riconosciute come evolute, soprattutto nel nord, hanno evidenziato che l'unica strada percorribile per creare una struttura di offerta di servizi bibliotecari forte per quantità e qualità è quella di creare una organizzazione strutturata su scala territorialmente ampia che permetta di realizzare una rete integrata di servizi ; una rete che sia in grado di valorizzare pienamente le varie risorse biblioteconomiche presenti nelle singole biblioteche e di soddisfare le richieste molteplici di un'utenza caratterizzata dai bisogni ed interessi differenziati e in continua modificazione, evoluzione e crescita. Da un punto di vista funzionale l'integrazione territoriale su larga scala permette di ottimizzare risorse economiche e organizzative e di realizzare in una cooperazione forte sia servizi ad alta specializzazione che servizi di maggiore qualità, altrimenti non realizzabili perché onerosi per i singoli enti. L'universalità dell'accesso (gratuità dei servizi fondamentali e libero accesso a tutti i cittadini senza distinzioni), considerate le risorse strutturalmente scarse, può trovare di fatto la garanzia nella centralizzazione e coordinamento di attività ed interventi che permettono, anche attraverso un più adeguato patrimonio collettivo, di garantire a ciascuna biblioteca associata sia la possibilità di meglio soddisfare le esigenze locali che di essere un punto d'accesso per tutto il sistema territoriale. Il modello funzionale possibile può nascere dal superamento delle zone bibliotecarie esistenti attraverso la realizzazione istituzionale di un sistema bibliotecario grande che sia dotato anche di autonomia giuridica propria che va oltre la forma della Convenzione. Tale ruolo può essere interpretato da un soggetto con personalità giuridica terza, rispetto ai singoli enti, che rappresenti un accrescimento delle situazioni e dei rapporti positivi che nel tempo si sono sviluppati tra gli enti stessi, dentro e fuori ciascuna zona bibliotecaria a cui oggi appartengono. Questo ruolo può essere svolto da un soggetto istituzionale sovrastrutturale e sovracomunale che sulla base delle esperienze fatte, allo stato attuale risulta essere il Consorzio, avente modalità di gestione dell Azienda speciale, ma non sono da escludere a priori altre forme gestionali, tenuto anche conto che è in riesame il Testo Unico sull ordinamento degli enti locali (D. Lgs. 267/2000). A livello bibliotecario è in fase di sperimentazione anche la Fondazione con la teorica messa in comune di capitali pubblici e privati. In realtà, però, per ora questi ultimi non Pagina 7 di 7

12 hanno dimostrato di attivarsi a favore della gestione delle biblioteche che, come è noto, non rappresentano un investimento con ritorno sufficiente di immagine e tantomeno di utili. La situazione attuale, nella provincia di Bologna, vede la frammentazione o differenziazione dell'offerta bibliotecaria in Comuni contigui, simili, ma eterogenei, tenuti sostanzialmente assieme da una Convenzione. Sia la Provincia che il Cib non hanno praticamente legami reali con il territorio provinciale nel suo complesso e comunque un rapporto scarso e limitato anche con le singole Zone bibliotecarie (es. Valle dell Idice) in cui il territorio è suddiviso. Questa articolazione vede di fatto la presenza, in un territorio definito istituzionalmente omogeneo, di situazioni diverse per ragioni storico culturali, a volte per appartenenza amministrativa, per visione strategica sui servizi e anche per tipologia di utenza. La soluzione di una rete bibliotecaria territoriale con un autonomia gestionale forte sarebbe l ideale, ma la sua praticabilità passa attraverso l aggregazione in un sistema unico di alcune delle zone bibliotecarie contigue, così come già avvenuto da anni nelle esperienze consolidate (nel territorio provinciale di Milano e di Padova). Questo modello potrebbe diventare un progetto facilmente realizzabile, anche se non automaticamente trasferibile dalle altre esperienze, nell ambito della revisione della funzione istituzionale della Provincia (e/o alla sua abrogazione, ma attualmente ciò appare ancora alquanto lontano). Ci sono in campo anche esperienze di reti provinciali con centri servizi collocati strutturalmente presso le Province (es. Bergamo, Brescia, Lodi, Varese, Belluno), ma sono soluzioni parziali e in forte sofferenza istituzionale. Le province più organizzate, di dimensioni territoriali relativamente piccole (es. Lodi), stanno infatti attualmente studiando delle forme di gestione autonoma e riconosciute giuridicamente come quelle sopra indicate. La cooperazione e l'integrazione dei servizi per assumere le caratteristiche di una rete presuppongono una conoscenza specifica degli obiettivi perseguibili, delle risorse in gioco, dei vantaggi e degli svantaggi che la stessa inevitabilmente comporta; in altre parole occorre evitare che la cooperazione e l'integrazione nasca da un effimero slancio partecipativo o da una rigida costruzione a tavolino, ma si radichi in una piena consapevolezza non solo di ciò che ci si guadagna, ma anche di ciò a cui bisogna rinunciare. Fra gli enti attori che vanno a comporre una nuova rete bibliotecaria diventa strategica l individuazione istituzionale del soggetto-strumento che assuma un ruolo attivo di interpretazione dell'utilità della collaborazione tra enti con storie, esigenze e potenzialità diverse, che sia in grado di assumere l'onere dell'integrazione e del coordinamento operativo e che attraverso la cooperazione a tutto campo possa garantire la crescita e lo sviluppo di tutte le biblioteche, piccole o grandi, lontane o vicine che siano. Al modello auspicato si può, anzi si deve, arrivare per passaggi graduali, come le esperienze insegnano, magari non necessariamente con tempi lunghi grazie all effetto facilitatore delle nuove tecnologie, ma comunque tali da permettere la progressiva crescita, nelle varie situazioni di piccola aggregazione oggi esistenti, della consapevolezza di questa esigenza oramai indifferibile. Il modello oggi possibile nella Zona della Valle dell Idice. La costituzione di un nuovo soggetto istituzionale, che sia nella sua unitarietà la sintesi più rappresentativa ed efficace della gestione associata, si può concretizzare alla fine di Pagina 8 di 8

13 una articolata serie di scelte intermedie, che veda il superamento, massimo possibile, di una serie di servizi frammentati e non omogenei all interno del territorio provinciale. Esso deve diventare il punto di riferimento per gli enti associati relativamente alla gestione di tutte le loro biblioteche e necessariamente il fulcro per lo sviluppo di politiche culturali comuni, assumendo in sé l'esigenza di sostenere anche un politica socio-educativa comune per l'intero territorio di riferimento. Fermo restando la validità del modello sopra descritto, occorre necessariamente, oggi, ragionare sui passaggi da fare perché essi siano contemporaneamente utili al miglioramento della attuale situazione e rappresentino una via facilitata di esperienza attiva per andare verso il livello più alto possibile. La realtà oggettiva, così come emerge dall autoanalisi sopra riportata, dice che le differenze e le criticità, tra cui spiccano quelle strutturali, sono anche accompagnate da percezioni, nonché visioni gestionali, differenziate o comunque non omogenee. Questi elementi oggettivi non favoriscono, anzi potrebbero persino ostacolare, un cambiamento istituzionale che veda la realizzazione di un nuovo assetto cooperativo in tempi rapidi. In sintesi, un attenta riflessione permette di dire che l obiettivo può essere raggiungibile, ma che ci si deve arrivare per gradi, anche se non in tempi relativamente lunghi (es. un mandato amministrativo). Il primo passaggio auspicabile oggi è quello che può essere concretamente realizzabile in tempi relativamente brevi: la costituzione formale e l avvio strutturato di un CENTRO SERVIZI-CENTRO RETE ovvero il nucleo operativo primario, di base, per la realizzazione coordinata e progressivamente centralizzata di servizi e attività a favore e per conto delle singole biblioteche. La risposta formale a questa esigenza, con l indicazione di strumenti operativi, è contenuta (in recepimento delle varie sperimentazione fatte) nella legge 265/99 e recepito nell art. 30, comma 4, del Testo Unico D. Lgs. 267/2000 che testualmente recita: " le Convenzioni possono prevedere anche la costituzione di uffici comuni, che operano con personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all'accordo, ovvero la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all'accordo a favore di uno di essi che opera in luogo e per conto degli enti deleganti". La soluzione è stata indicata dal legislatore per risolvere, in particolare, le problematiche dei limiti finanziari e strutturali dei piccoli enti, ma nella pratica è risultata una risposta adeguata all insieme degli enti associati. Si tratta di una modalità che, attraverso il principio della delega, favorisce snellezza ed efficacia agli interventi per quegli enti che altrimenti da soli non sarebbero nemmeno in grado di garantire i servizi, al di là delle considerazioni sul livello della qualità degli stessi. Questa è una forma di gestione che ha permesso di sviluppare un servizio bibliotecario sovracomunale con forte sinergia e buona economia di scala. Pagina 9 di 9

14 6. Il percorso per la fattibilità del Centro Servizi Alcuni passaggi essenziali La fattibilità di questo primo strumento operativo importante, indispensabile per la realizzazione di sistema bibliotecario è alquanto concreta. Essa passa attraverso una serie di pochi momenti formali, ma sostanziati da tanti momenti operativi facilitatori alla creazione di un comune sentire culturale dove il preconcetto del nuovo si trasformi nel concetto positivo dello stare assieme per fornire servizi più adeguati. Allo scopo, è quindi necessario programmare e realizzare con convinzione alcuni importanti passaggi condivisi, di seguito descritti, per mettere solide basi all avvio verso una positiva attuazione di un progetto di più ampia visione. Al primo punto va messo il convincimento e la condivisione strategica, all interno di ciascun ente, delle figure direttive (delle biblioteche e dei singoli enti) che dovranno interpretare e svolgere il ruolo di attivatori del processo di integrazione e delle decisioni che gli amministratori saranno chiamati ad assumere. Il Comitato tecnico, con riferimento alla presente relazione, si assume l onere di presentare la proposta tecnico-operativa alla Commissione di indirizzo per l attivazione del centro servizi, individuandone anche la sede fisica di collocazione. Il Comitato tecnico presenta la proposta organizzativa del passaggio, ritenuto necessario e funzionale al cambiamento, dal coordinamento gestionale a rotazione della Zona bibliotecaria, oggi in vigore ed in scadenza a fine 2009, alla forma di coordinamento fisso con l assegnazione delle funzioni relative al Comune in cui avrà sede il Centro Servizi da ora in poi denominato CS. A sostegno della proposta tecnica è opportuno attivare un azione preventiva di benchmarking di bibliotecari, dirigenti e amministratori, attraverso una visita-studio (prima dell estate) ad un paio di CS di avanguardia e funzionanti nel modello di grande sistema, allo scopo di verificare modalità, contenuti, organizzazione, fornitura dei servizi alle biblioteche, con pregi e difetti. Adozione da parte delle singole amministrazione dell atto amministrativo (convenzione) per formalizzare la scelte derivanti dalla proposta tecnica. L individuazione dei locali da adibire a sede del Centro servizi (un ufficio ed uno spazio laboratorio-magazzino). Definizione della dotazione organica, della strumentazione, delle attrezzature ed arredi necessari per l avvio strutturato del CS. Il Comitato tecnico presenterà un progetto triennale di gestione del CS che può coincidere con i tempi della Convenzione della Zona bibliotecaria (dicembre dicembre 2011). La definizione di un protocollo di servizio aggiornabile nel tempo a cura del Comitato tecnico, tra il CS e le biblioteche. Definizione entro il 2009 del bilancio di gestione annuale per il 2010 e triennale ( ) del CS. Definizione di un eventuali contributo una tantum di avvio da parte dei singoli enti Ridefinizione della quota pro-capite (sulla base del bilancio di previsione) che i singoli enti si dovranno accollare per copertura delle spese complessive di gestione e funzionamento del CS (ved. di seguito punto 8). Affidamento dell incarico di coordinamento del CS, con compiti direttivi, a piena responsabilità gestionale basata sul raggiungimento di obiettivi e centrata su parametri di efficienza ed efficacia interna delle attività e servizi che saranno svolti dal CS per Pagina 10 di 10

15 conto e a favore delle biblioteche. L affidamento deve essere fatto ad un bibliotecario di provata esperienza gestionale. Affidamento incarico iniziale (primo anno) dell operatore del CS (es. assunzione a carico di un Comune di un part-time con affidamento di incarico a tempo determinato per il resto delle ore necessarie al CS; in alternativa assunzione di un tempo pieno utilizzabile a tempo parziale nella biblioteca e a tempo parziale a complemento delle 36 ore settimanali- al CS; altre soluzioni possibili: contratto formazione lavoro o contratto di somministrazione, oppure affidamento a Cooperativa) Definizione della dotazione organica fissa o variabile per gli anni successivi al primo di avvio (da inserire a bilancio preventivo triennale). Avvio del CS a partire da gennaio Campagna di marketing e di lancio immagine su tutto il territorio a fine primavera 2010 e ad ogni iniziativa importante che si attiverà. Superamento delle possibili criticità Alcuni limiti gravi per il futuro della rete, che devono trovare sin dall avvio un percorso condiviso di superamento, sono gli appesantimenti e rallentamenti burocratici e amministrativi oltrechè lo spezzettamento della fase decisionale e le interferenze politicoamministrative che, comunque, ogni singola struttura bibliotecaria, pur legata al dialogo di rete, subisce rispondendo spesso agli input dell'ente di appartenenza prima che agli input della rete. Tali limiti nei processi e procedure di tipo amministrativo dovranno trovare risposta in un protocollo di intesa (richiamato nella Convenzione e aggiornabile nel tempo) di semplificazione e unificazione, condiviso per tempi e metodi. La costituzione operativa del CS deve certamente concentrarsi sulla progettazione della funzione di produzione coordinata e centralizzata, ma occorre non dimenticare la coesistenza dei due Comitati: tecnico e di indirizzo. Laddove si riescono a definire bene gli ambiti di intervento, le responsabilità, gli strumenti della committenza amministrativa si evita di incappare nelle più comuni criticità del lavoro gestito in rete, quali per esempio, la lentezza nel fare sintesi degli orientamenti strategici e delle decisioni da assumere. Il governo di una rete operativa di biblioteche deve assolutamente evitare complicazioni di passaggi decisionali e complicazioni o appesantimenti burocratici che ne annullerebbero in parte l efficienza. La tensione ad un risultato gestionale di eccellenza va quindi di pari passo con l'esigenza di presidiare l efficienza decisionale. Per avere ciò occorre un forte esercizio di integrazione tra la funzione tecnico-gestionale e l indirizzo politico e di committenza ossia una definizione chiara degli obiettivi sociali e culturali da perseguire all'interno della rete. La direzione di produzione del CS sarà affidata al Coordinatore, supportato dal Comitato tecnico a cui sono assegnati compiti consultivi progettuali, di analisi e di sintesi. Laddove ritenuto opportuno possono essere attivate unità di progetto dedicate (es. marketing della rete, gestione coordinata delle collezioni, implementazione del sistema informativo di rete, etc.). Al Comitato tecnico rimane il compito di programmazione strategica del sistema, cioè la definizione del piano strategico di attività e sviluppo, delle modalità di erogazione ed accesso ai servizi, degli indicatori di qualità sulla base dei quali misurare le performance Pagina 11 di 11

16 del CS. Attraverso l'esplicitarsi di tale funzione si potranno definire anche gli adeguamenti del finanziamento a carico di ciascun ente partecipante, ovvero la ripartizione delle risorse totali con cui si decide di far fronte a criticità comuni insorgenti attraverso soluzioni erogative coordinate e uniformi. Compiti e funzioni del Centro Servizi Il sistema bibliotecario si deve caratterizzare nella percezione comune dei cittadini-utenti come un unica biblioteca distribuita sul territorio con diverse sedi (le attuali singole biblioteche e le eventuali future) a cui poter liberamente accedere a prescindere dal luogo di residenza. Ciò è facilitato dall esistenza dell Opac e del catalogo unico su Internet. In quest ottica il Centro servizi si configura come un ufficio comune o unico del sistema bibliotecario i cui punti di forza caratterizzanti sono di seguito rportati. L adozione della metodologia della gestione coordinata delle collezioni (in tutto il processo che va dall acquisto alla revisione) con anche momenti di acquisto centralizzato è un passaggio strategico che può favorire l ottimizzazione delle risorse disponibili e la creazione di una vera biblioteca virtuale del territorio. La situazione odierna in cui ogni singola biblioteca, pur in presenza di limitate risorse finanziarie, cerca di soddisfare bisogni molteplici non sempre ben individuati produce spesso forti duplicazioni di documenti, senza riuscire a raggiungere comunque l'obiettivo di soddisfare adeguatamente le possibili richieste oggi anche potenziali. L acquisto coordinato può migliorare l offerta e può anche favorire lo sviluppo tematico- specialistico delle singole biblioteche assunto per tradizione precedente o per scelta biblioteconomica o per esigenze storico-territoriali. All acquisto coordinato/centralizzato va accompagnato un progetto di revisione coordinata delle collezioni con conseguente miglioramento dell offerta qualitativa. La realizzazione del magazzino unico per la collocazione e gestione dei documenti che per effetto degli interventi di revisione delle collezioni vengono allontanati dagli scaffali delle biblioteche perché poco utilizzati. Questi documenti saranno mantenuti in Opac a disposizione e fruibili dall utenza in un unica copia, risolvendo il problema di carenza di spazi delle singole biblioteche e razionalizzazione dei documenti altrimenti presenti in più copie). Lo spazio potrebbe essere trovato nell ambito degli edifici disponibili ed inizialmente, nel primo triennio, potrebbe trovare collocazione fisica e facilità di gestione nello stesso edificio ove viene collocata la sede del CS. La concretizzazione di una catalogazione centralizzata complementare alla banca dati del Polo-UBO (non escludente momenti di limitata catalogazione partecipata regolamentata). Questo è un altro elemento strategico di start-up perché rappresenta una ottimizzazione delle risorse (oggi ogni biblioteca, poco o tanto cataloga dei documenti e la sommatoria dell ordine di grandezza complessiva di 1200 ore di tempo lavoro Allegato C) e permette il parziale recupero di tempi-lavoro dei bibliotecari di base dal back-office (catalogazione) a favore di maggiori attenzioni agli altri aspetti del servizio biblioteca ed in particolare al servizio di assistenza e reference agli utenti e/o riduzione degli incarichi/appalti oggi in essere in alcune biblioteche. Lo sviluppo e gestione del prestito interbibliotecario all interno del sistema. Questo servizio oggi è rappresentato da valori molto bassi e costituisce un dato molto critico (solo l 1% dei prestiti totali) rispetto ai principi della razionalizzazione e della circolazione dei documenti nell ambito della cooperazione. Pagina 12 di 12

17 Questo è un punto qualificante, collegato anche allo sviluppo coordinato delle collezioni che deve portare a razionalizzare le risorse e distribuire i documenti sul territorio, garantendone una forte circolazione (nei grandi sistemi si arriva all interscambio giornaliero dei documenti ed ogni biblioteca può arrivare a prestare documenti provenienti da altre biblioteche del sistema per il 25-40% dei prestiti). Si deve passare dalla biblioteca del possesso del documento alla biblioteca dell accesso. L interprestito, a seconda del suo sviluppo quantitativo, può svolgersi tramite servizio postale (sistema attuale) o con mezzo di trasporto del sistema o con affidamento in appalto dello stesso. Nel secondo e terzo caso, l uso di un automezzo che una o più volte la settimana raggiunge ogni biblioteca può garantire, oltre al prestito interbibliotecario, il trasporto dei documenti funzionali alla catalogazione effettuata centralmente, lo scambio di materiale di promozione delle iniziative, di corrispondenza degli enti, etc. Interessante appare la possibilità concreta di utilizzo con prenotazione calendarizzata da parte del CS dell automezzo che attualmente è messo a disposizione del territorio. Il servizio è denominato CAR-SHARING ed è già attivo e presente in alcuni Comuni della Zona. Inoltre, tale mezzo è già in carico a livello finanziario ai singoli enti e può essere utilizzato da dipendenti e/o incaricati. L attuazione progressiva in tutte le sedi della collocazione dei documenti a vista degli utenti con la metodologia della biblioteca a tre livelli, che è un modello di marketing della biblioteca stessa basato su una riorganizzazione degli spazi e della esposizione dei materiali in funzione delle modalità di fruizione del pubblico. In base a questo approccio, in una rete di biblioteche, la collocazione e presentazione visiva del patrimonio e dei servizi si basa sul linguaggio adatto alle varie fasce d'utenza come alcune biblioteche della Zona hanno già in parte attivato. La realizzazione di un sito web efficace/informativo del sistema che permetta di rendere visibile ogni aspetto della attività di cooperazione dentro e fuori il territorio. La gestione, l implementazione e lo sviluppo degli strumenti web devono essere gestiti in modo centralizzato, anche se non necessariamente, nella sede od ufficio del CS cioè senza escludere la gestione affidata a terzi gestori dell intero sistema informatico. Attraverso il sito Web i cittadini devono avere la possibilità di consultare via Internet il catalogo collettivo, fare ricerca e prenotare documenti in prestito. La valorizzazione della tessera di iscrizione unica per tutti gli utenti del sistema che permette la fruizione dei servizi con le stesse modalità in tutte le biblioteche, a prescindere dal luogo di residenza dell utenza stessa. Il CS deve stabilire regole comuni obbligatorie per l uso delle tessere con il codice a barre unificato e deve attivare una apposita campagna di sensibilizzazione. Questo è un altro elemento che favorisce il prestito interbibliotecario. Nel frattempo deve studiare un progetto di passaggio all uso del microchip generalizzato nell arco di un certo numero di anni. Nel frattempo le biblioteche già dotate di microchip devono mantenere in funzione il doppio binario di funzione per il prestito. La fornitura orientata di consulenza bibliografica e informativa. La scelta di centralizzare la catalogazione permette di liberare risorse professionali a favore del front-office. A supporto di ciò possono essere elaborati a livello centrale (se i tempi di lavoro dell operatore centralizzato lo permettono), e costantemente implementati alcuni strumenti da proporre in rete. Il più rilevante è un virtual reference desk che facilita Pagina 13 di 13

18 l'accesso alle fonti web e offre strumenti per la loro validazione. Diversamente dagli altri servizi di reference, questo è attuato in modo partecipato: le singole biblioteche possono collaborare con il CS per garantirne il mantenimento e l implementazione. Lo studio di linee guida comuni e la realizzazione della Carta dei Servizi delle biblioteche. La realizzazione di piani di formazione continua per l'aggiornamento professionale permanente degli operatori (bibliotecari, assistenti di biblioteca, catalogatori, personale di supporto). Negli ultimi anni i Centri servizi hanno assunto un ruolo importante, nelle more di Province e Comuni. L attività di formazione gestita centralmente, su propria iniziativa e in risposta alle richieste provenienti dai bibliotecari, si esplica attraverso l utilizzo, come sede, a rotazione, di spazi attrezzati disponibili in alcune delle biblioteche della rete. Questa attività e, più in generale, tutte le occasioni di dialogo interbibliotecario, permettono sia la circolazione delle informazioni sia linguaggi tecnici comuni, ma soprattutto aumenta il livello di integrazione professionale della rete. La periodica attivazione di gruppi di lavoro o di progetto, di numero ristretto di componenti, quale modalità operativa che permette di coinvolgere i bibliotecari su singoli argomenti da studiare o sviluppare e/o su singoli servizi a gestione centralizzata; la composizione va di volta in volta condivisa e l attivazione può essere autogestita in sedi variabili su regia del Coordinatore del sistema. I gruppi di lavoro e di progetto (unità dedicate) su singole aree di attività permettono la condivisione delle competenze professionali e l'uniformità di regole e comportamenti che favoriscono integrazione e sviluppo del sistema su vari fronti. Vi sono tanti altri punti di forza potenzialmente attivabili dal Centro Servizi in una programmazione progressiva e comunque successiva alla messa a regime dei punti più strategici sopra indicati. Ovviamente tutto è possibile ed implementabile nella misura in cui le forze lavoro messe in dotazione organica del CS e le relative professionalità lo possono permettere. Certamente molti punti possono essere meglio e più razionalmente realizzati nell auspicabile futuro sistema con riconoscimento giuridico autonomo. A titolo esemplificativo si riportano dei punti di sviluppo importanti anche se non esaustivi. Un servizio semi centralizzato per la misurazione dei servizi e la valutazione del livello di qualità rispetto agli standard locali, regionali o nazionali. Dal centro vengono definiti i parametri e le metodologie per le rilevazioni attuate dalle singole biblioteche, i dati vengono raccolti ed elaborati per l intera rete e poi vengono forniti ai bibliotecari, alla dirigenza e agli amministratori. Le misure e gli indicatori utilizzati possono essere anche quelli proposti dall'aib, standardizzati e conosciuti, tali da permettere possibili confronti con realtà similari. La produzione,con la stessa logica, di modelli di Guida ai Servizi e Carta delle Collezioni comuni a tutte le biblioteche. La programmazione ed attivazione di azioni coordinate di promozione e marketing del sistema, delle biblioteche e dei loro servizi per favorire la penetrazione nel territorio. L attivazione di punti di prestito gestiti e coordinati dal CS. Grazie alle nuove tecnologie. Essa costituisce una possibile risposta alle esigenze informative delle piccole realtà decentrate o di frazioni periferiche, ove non vi è la convenienza reale di Pagina 14 di 14

19 costi/benefici di mantenere una biblioteca con un sua corretta gestione e regolare apertura. La fornitura di risorse umane, attraverso una ricerca e selezione centralizzata, prevista nella convenzione. Essa rappresenta una possibile risposta a copertura dei bisogni insorgenti delle singole biblioteche e/o a garanzia dei punti di prestito. L attivazione di rapporti di collaborazione, integrazione ed eventuale associazione al Sistema, mediante apposita Convenzione, di biblioteche specializzate e/o biblioteche di Scuole medie superiori o di altri realtà pubbliche o private presenti nel territorio. L attivazione di sistemi integrati (biblioteche, musei, siti storici, archeologici, ambientali, ecc.) quale naturale sviluppo ed implementazione di una rete di accesso all informazione diversificata grazie anche al supporto delle nuove tecnologie informatiche e di Internet 7. Le ricadute prevedibili I bibliotecari devono mettere in conto che ai numerosi vantaggi che spingono verso l'integrazione si affiancheranno inevitabili criticità, derivanti dalle modifiche di abitudini e di prassi operative, oltrechè delle condizioni di lavoro che la nuova dimensione associata richiederà per effetto degli strumenti gestionali nuovi che saranno attivati. Lo sviluppo di scelte condivise, anche se faticose, può offrire una riduzione generale del costo unitario dei servizi grazie all'ottenimento di razionalizzazioni gestionali ed economie di scala, evitando sovrapposizioni, ridondanze, nonché lacune nei servizi e sfruttando meglio le nuove tecnologie. Il fare cooperazione permette di attivare delle forme di coordinamento utili a mettere in comune conoscenze e risorse per gestire nel modo migliore il patrimonio e i servizi, evitando inutili duplicazioni e sprechi. L integrazione territoriale attivabile può essere sia verticale che orizzontale. L integrazione verticale si realizza tra biblioteche più grandi e biblioteche più piccole con reciproco vantaggio. Le biblioteche più grandi possono godere, attraverso le biblioteche più piccole, di una capillare pubblicità sul territorio e di strutture che fungono da settore d'ingresso del sistema e che esercitano una funzione di filtro e smistamento della domanda. Le biblioteche più piccole, collegate a livello informatico alle più grandi e a tutte le altre, possono fruire di un patrimonio molto più ampio rispetto alle proprie possibilità, quindi garantire una grande varietà nell' offerta e realizzare politiche mirate sul piano socioculturale nel proprio territorio. Ciò è ancor più vero se in queste biblioteche si garantiscono dei livelli minimi di servizio (es. dimensione e qualità delle collezioni, orari di apertura, ore di presenza di personale professionalizzato, quali regole comuni da rispettare). L' integrazione orizzontale riguarda le biblioteche territoriali di medie e grandi dimensioni che avendo patrimoni di carattere generale di uguale o simile dimensione possono privilegiare rispettivamente anche ambiti disciplinari differenti. L'integrazione orizzontale e quella verticale possono coesistere in un sistema bibliotecario territorialmente ampio, purché si caratterizzi veramente come rete. Un sistema, una rete, che sappia offrire in forma integrata una gamma completa di servizi bibliotecari, consente al cittadino che accede ad una qualunque delle biblioteche del territorio di avere una panoramica chiara dell offerta informativa e quindi Pagina 15 di 15

20 di trovare agevolmente ed esaustivamente quello che meglio può rispondere alle sue esigenze di lettura e di informazione a prescindere da dove i documenti sono fisicamente collocati perché garantito dal prestito interbibliotecario. 8. I costi prevedibili e la relativa copertura La forma di finanziamento La costituzione del Centro Servizi non richiede necessariamente uno sforzo economico insostenibile da parte delle singole Amministrazioni, anche se è auspicabile un incremento significativo della quota procapite, come è avvenuto nella zona delle Biblioteche Associate (passati da 0,26 a 0,40). Insieme all aumento della quota, finora versata secondo un criterio proporzionale al numero degli abitanti, vanno studiate altre modalità che tengano conto del rapporto fra quota versata e ricaduta in termini di benefici. Una modalità, nelle varie esperienze dimostratasi più equa, prevede la sommatoria tra una quota fissa per ciascuna unità biblioteca (magari differenziata per dimensione) ed una quota variabile (es. aggiornabile ogni triennio) data dal prodotto di una quota procapite per il numero degli abitanti residenti. Vi può essere anche una modalità tripartita, anche se amministrativamente meno snella, che prevede la quota fissa più la quota calcolata sugli abitanti a cui si aggiunge un contributo variabile di ogni ente in funzione del numero medio dei documenti destinati alla catalogazione completa, a carico del CS, sulla base dei dati a consuntivo dell anno precedente. Il finanziamento deve avere come contropartita la garanzia della fornitura di una serie di interventi, di attività e servizi attraverso l adozione di un protocollo di servizio sottoscritto dagli enti associati e la cui attuazione e rispetto è affidata al Coordinatore del CS. Ipotesi di costo iniziale L ipotesi più facilmente percorribile è rappresentata da quella in cui il Comune che ospita per conto di tutti il Centro Servizi, metta a disposizione uno o due locali già attrezzati ad uso ufficio (telefono, postazione pc, arredi, ecc.) ed utenze relative in cambio del riconoscimento di una quota fissa per l uso in comodato degli spazi. Su questa ipotesi i costi aggiuntivi rispetto a quelli della formula attualmente in vigore (ved. Allegato D x bilancio 2007 e Allegato E x bilancio 2008) consistono soprattutto nella quantificazione del costo del personale che viene assegnato al CS (un Bibliotecario/Coordinatore con esperienza gestionale e un Assistente di Biblioteca- Catalogatore entrambi a tempo parziale) oltre che della quota da riconoscere all ente ospitante. Per poter fare una scelta iniziale sufficientemente concreta si può fare una prima ipotesi di valutazione approssimativa, che ovviamente varierà in funzione delle scelte di dettaglio che si faranno, come riportato in forma schematica nell Allegato F. Per l avvio è opportuno prevedere una spesa una tantum (materiali economali vari prevedibili ed eventuali imprevisti) da inserire, come variazione, già nel bilancio 2009 della Zona. Pagina 16 di 16

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