Recessione economica e distretti anticrisi. Sociologia dello Sviluppo Economico Locale Anna Crosta
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- Agostino Pandolfi
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1 Recessione economica e distretti anticrisi Sociologia dello Sviluppo Economico Locale Anna Crosta
2 I distretti italiani e la crisi economica Fattori endogeni Erosione dei fattori che avevano garantito il successo dei distretti italiani negli anni 70 (subcultura politica, omogeneità sociale, clima di collaborazione e fiducia) Fattori esogeni Cambiamenti strutturali del mercato globale (nuovi concorrenti commerciali molto competitivi sui prezzi, internazionalizzazione dell economia) Il modello tradizionale dei distretti non è più adeguato ad affrontare la crisi e i fattori che ne avevano determinato il successo non più sufficienti a garantirne la competitività Necessità di adattamento alla nuova situazione con cambiamenti strutturali dell attività distrettuale
3 2012: Indicatori di recessione Diminuzione del fatturato per il 51% delle aziende distrettuali Diminuzione dell occupazione per il 31% delle aziende distrettuali Diminuzione export paesi UE, ma aumento in paesi extra UE Diminuzione indici di redditività delle aziende Maggior sofferenza nella micro impresa per aumento del debito bancario Difficoltà crescente nell accesso al credito, aumento dei tassi e richieste di maggiori garanzie da parte delle banche
4 Strategie di trasformazione per affrontare la crisi Intensificazione dei processi formativi e rafforzamento delle competenze professionali Collaborazione con centri di ricerca universitari Introduzione di nuove figure professionali (es. manager) Allungamento delle filiere, partecipazione a reti intelligenti, internazionalizzazione, riposizionamento nei mercati esteri Miglioramento del rapporto con gli istituti di credito Promozione di politiche di innovazione nei processi, nei prodotti e nell organizzazione aziendale Sviluppo di servizi alle imprese (finanziari, giuridici, legati alla componente immateriale della produzione) Individuazione di nuovi criteri di competitività (qualità del made in Italy, sostenibilità, attività di marketing, politiche di fidelizzazione della clientela)
5 Distretti anticrisi I 5 casi individuati dal rapporto di Unioncamere rappresentano poli di eccellenza nell adattamento alle nuove condizioni imposte dai processi di globalizzazione e dalla crisi economica I distretti individuati appartengono tutti al settore manifatturiero e sono: Distretto Aerospaziale Pugliese Distretto Veneto della Giostra Lombardy Energy cluster Distretto Fiorentino della Pelletteria Polo della Meccatronica Piemontese
6 Punti di forza comuni ai distretti anticrisi Propensione all export: presenza nei mercati internazionali Importante componente artigianale nel processo produttivo, che conferisce alta qualità al prodotto Consistenti investimenti nella R&S grazie a intensa collaborazione con poli di ricerca universitari Promozione di sistemi di reti di impresa per potenziare opportunità di business, condividere conoscenze commerciali e tecnologiche, facilitare l accesso a fondi di finanziamento europei
7 Distretto Veneto della Giostra Il settore della giostra si è sviluppato dagli anni 20 ad oggi attraverso un processo di trasformazione ed evoluzione tecnologica continua Si colloca nel Polesine a Bergantino e Melara in provincia di Rovigo e conta circa 100 aziende tra piccoli laboratori di produzione e grandi aziende assemblatrici con addetti e un fatturato pari a 250 milioni di euro; il 90% della produzione è destinato al commercio estero L Italia produce il 90% delle giostre europee, di cui l 80% viene prodotto in Veneto
8 Fattori successo Internazionalizzazione Crescita dei fatturati grazie al presidio di nuovi mercati oltre a Europa e USA anche Asia, Sud America (specialmente Brasile, India, Cina, Russia) Aumento della domanda con la crisi economica Numerose commesse da parte di importanti gruppi leader nel settore del divertimento (Walt Disney, Paramount ecc.) Investimento nella creazione di reti che consentono anche alle piccole aziende di presentarsi sui nuovi mercati Domanda differente a seconda dei paesi: Usa chiedono i prodotti innovativi, Asia e America Latina prodotti classici Presenza diretta su alcuni mercati esteri con stabilimenti produttivi
9 Fattori di successo Radicamento a livello locale Sistema integrato di grandi aziende produttrici e assemblatrici e piccoli laboratori artigianali iper-specializzati, elevate competenze su tutta la catena del valore (meccanica, ingegneria, idraulica, design) Le giostre polesane sono a kilometro zero: le piccole imprese locali realizzano i componenti mentre le più grandi strutture progettano, assemblano e certificano la sicurezza del prodotto
10 Fattori di successo Innovazione Investimento nell innovazione tecnologica grazie alla collaborazione con università e centri di ricerca (NASA) per produrre nuovi sistemi di divertimento in modo da stare al passo col rapido mutamento della domanda (più interattivi, parchi tematici che coniugano apprendimento e intrattenimento) Trovare soluzioni che integrino massima sicurezza, tutela e alta qualità garantite da personale altamente qualificato in fase di progettazione e realizzazione Puntare anche su manutenzione, risparmio energetico, risparmio in costi di trasporto e consumi con giostre più leggere
11 Lombardy Energy Cluster Sistema di aggregazione di imprese che costruiscono prodotti utilizzati per la generazione di energia (turbine, caldaie, impianti) nell Alto Milanese (Milano e provincia) Tradizione manifatturiera e competenze radicate su tutto territorio regionale 105 associati, fatturato di 9 miliardi, oltre 21mila addetti Modello organizzativo: cluster a tripla elica, cooperazione tra aziende, istituzioni pubbliche e università per lo sviluppo e il rafforzamento della competitività del settore
12 Fattori di successo Vantaggi dell organizzazione in rete Conveniente soprattutto per le PMI (86% di quelle che hanno aderito): integrazione delle tecnologie, condivisione progetti, suddivisione costi, accesso a servizi che non potrebbero permettersi individualmente, partecipazione a bandi nazionali ed europei con progetti comuni aumentando le possibilità di business e rafforzare la propria presenza sui mercati esteri
13 Fattori di successo Internazionalizzazione 70% del fatturato realizzato all estero, opera in 98 paesi, mercati principali: Medio Orente, Usa, Sud America, Asia, Australia Non solo esportazione: costruzione di reti transnazionali di produzione e distribuzione, acquisizione di società e costruzione di aziende all estero (es: Stf acquisizione società in Danimarca e costruzione azienda in India) Il cluster ha ottenuto il Bronze Label, un attestato di qualità riconosciuto a livello europeo. I fondi europei per innovazione e sviluppo sono orientati soprattutto verso i cluster Collaborazione con partner e cluster europei per avviare progetti comuni (progetto legato alla produzione di energia attraverso i rifiuti, sperimentazione comune di nuove tecnologie)
14 Fattori di successo Innovazione Consistente propensione all investimento in tecnologie per non essere battuti sul prezzo 13% degli addetti in attività di R&S, numero consistente di laureati in ingegneria nella filiera Collaborazioni col Politecnico di Milano e altri istituti di ricerca Produzione su misura, puntare sulla qualità e sull attività di service (manutenzione, assistenza post vendita), modello più flessibile delle grandi multinazionali
15 Distretto fiorentino della Pelletteria Anni 20: fondazione dell impresa manifatturiera di Guccio Gucci; oggi Leader mondiale nel settore della pelletteria di lusso 2500 aziende, 17mila addetti, 6miliardi di fatturato l anno, crescita delle esportazioni negli ultimi anni Punti di forza: coniugare tradizione artigianale, competenze, alta qualità del made in Italy, cura dei dettagli, creatività e ricerca stilistica Da anni 90 il distretto ha subito gli effetti negativi della concorrenza internazionale e ha risentito del cambiamento dei modelli di consumo: processo di ristrutturazione e adattamento alle variazioni del mercato
16 Fattori di successo Processo di riorganizzazione Integrazione fra imprese leader di grandi dimensioni e piccole imprese divenute componente fondamentale della rete di subfornitura locale a forte vocazione artigianale e rispondendo alle esigenze delle griffe La presenza delle grandi imprese ha avuto effetti positivi sul sistema locale: crescita dei laboratori artigiani, evoluzione tecnologica, riorganizzazione produttiva Filiera lunga e articolata grazie alla collaborazione col vicino distretto di S.Croce sull Arno e con settore della meccanica applicata Importanza del modello organizzativo delle reti d impresa sostenuto dalla maison Gucci. Ne traggono vantaggio le pmi fornitrici che rendono così più efficiente la filiera produttiva (condivisione know how, formazione, innovazione processi produttivi)
17 Fattori di successo Il made in Italy Scelta di mantenere la produzione rigorosamente in Italia, molte fasi del processo produttivo di molte aziende ancora svolte a livello completamente artigianale. Forte domanda da parte dei grandi nomi della moda internazionale La formazione Domanda mondiale dei beni di lusso in crescita alimenta il bisogno di manodopera. Alta Scuola di Pelletteria Italiana: al centro della formazione per le nuove reclute nel settore. La scuola garantisce molte possibilità di lavoro, migliora le specializzazioni e offre corsi direttamente in azienda
18 Fattori di successo Innovazione Evoluzione dei processi produttivi con nascita del polo della meccanica attorno al distretto. Introduzioni di macchinari che si sostituiscono ad alcune fasi artigianali Tracciabilità del prodotto Introduzione di un sistema di tracciabilità in grado di garantire la trasparenza della filiera
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