MARIA ROCCA Consulente Grafologo Perito e Consulente Tecnico del Tribunale C.P. di Verona

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1 MARIA ROCCA Consulente Grafologo Perito e Consulente Tecnico del Tribunale C.P. di Verona Relazione di Maria Rocca Al Convegno del 16 Marzo 2012 Buon pomeriggio a tutti i presenti e grazie agli organizzatori per questo interessantissimo convegno sulla scrittura cui partecipo. Il tema che affronterò in questa breve relazione è: Scrittura e personalità Allora iniziamo con alcune suggestioni... La scrittura: è forma non verbale di comunicazione. La scrittura: è la mia impronta lasciata su un foglio; guardate le vostre scritture...tutte diverse!!! esprimono l'originalita' di ognuno di noi. La scrittura può soddisfare il nostro desiderio di ETERNITA', lasciando il ricordo di noi, ma anche la possibilità di rivivere momenti importanti della nostra vita: amori, lutti, successi...; La scrittura è la nostra storia che non va perduta. La scrittura ci parla degli altri. pensate a quando vedendo la scrittura di qualcuno, la riconoscete e dite; qui sei tu che scrivi, oppure alla sorpresa che fa un biglietto scritto a mano da una persona cara, pensiamo alle lettere che si scrivevano una volta... La scrittura è Spazio: osservate la vostra scrittura come un filo che si dipana. Il movimento si snoda da destra a sinistra, verso l'alto verso il basso... La scrittura è Tempo: lascio un segno di me in questo preciso momento, ma lo potrò riguardare in un tempo successivo, così come posso riguardare lo scritto di altre persone... La scrittura è Ritmo: per scrivere abbiamo bisogno di un impulso che dà il via ad una successione di fasi. Regolarità-continuità-fluidità ovvero staticità- variabilità anarchica-discontinuità- lentezza appaiono nelle scritture, ognuno ha il suo ritmo! La scrittura è VIVA Ma oggi, cosa sta succedendo? Oggi purtroppo il computer ci fa un po' dimenticare la nostra scrittura, tuttavia... per fortuna, la nostra firma ha ancora un significato ed un valore, e se ci pensiamo, la scriviamo sempre in corsivo, anche se quando scriviamo usiamo magari lo stampatello minuscolo. Nella pratica quotidiana la scrittura manuale è stata un po rimossa, lo scrivere rischia di diventare un atto sempre meno personale, non perché si scriva tutti uguali (come era nel passato la calligrafia), ma per funzionalità: SCRIVERE E FATICOSO, RICHIEDE TEMPO ED OGGI NON C E TEMPO DA PERDERE!!!!

2 Per scrivere qualcosa a qualcuno devo prendermi del tempo, glielo devo dedicare! Accanto a queste suggestioni, però è importante sottolineare ed approfondire che la scrittura manuale testimonia un PROCESSO COGNITIVO, in quanto prodotto di una complessa attività neuromuscolare. Più il gesto grafomotorio si sottrae al controllo dei processi nervosi corticali che presiedono alla motricità volontaria, tanto più il nostro movimento viene dominato dell attività nervosa sottocorticale, connessa all inconscio. Nell atto dello scrivere, l attività sottocorticale introduce, nel tracciato delle lettere e delle parole, una FORZA CHE DEFORMA IL MODELLO, seguendo le caratteristiche peculiari della personalità dello scrivente. Ancora, la nostra scrittura è una scrittura alfabetica. Essa ci obbliga ad un ordine sequenziale dei grafemi, a procedere in modo sequenziale!! Tale processo ha influenzato la nostra intelligenza, facendoci vedere in profondità, operando sulla successione degli stimoli che vengono disposti in linea analizzandoli ed articolandoli. SCRITTURA E LETTURA richiedono un ritmo più lento per la conoscenza rispetto alla VISIONE DELL IMMAGINE. LA FATICA DEL LEGGERE E SCRIVERE NON PUO COMPETERE CON LA VELOCITA DEL GUARDARE! Non esercitando questa competenza a favore della tecnologia si è iniziato un cambiamento culturale anche nel linguaggio: posta elettronica, SMS, hanno modificato il modo di scrivere: le nuove generazioni hanno forme comunicative più SEMPLICI, dal linguaggio lessicale più povero, un po vago, allusivo. Eppure lo scrivere è un processo che ci accompagna fin da bambini Piccolissimi lasciamo la traccia di noi nello scarabocchio, con il piacere del movimento che lasciamo ovunque. In questo modo il bambino libera le sue energie e manifesta le sue potenzialità di slancio e di attività ancora grezzi e non organizzati; lo spazio grafico (il foglio) viene utilizzato in piena libertà; ma il tracciato può già individuare movimenti provocati dalle scariche emotive: punti marcati e lanciati; pressione eccessiva fino allo strappo del foglio, annerimenti. Man mano che il bambino fa esperienza dello spazio grafico, diventa più capace di controllare il movimento: lo fa intenzionalmente e a modo suo rappresenterà la realtà anche disegnandosi più grande della casa o degli alberi. Il gesto grafico si evolve: la mano diventa più sciolta e meno rigida. Il prodotto grafico assume vari aspetti: Aspetto psicologico: il tracciato è un'invenzione, una creazione personale è una scoperta;

3 Aspetto sociale: lo scarabocchio è qualcosa di prezioso, creato dal bambino per essere offerto agli altri, per dare e ricevere riconoscimento e gratificazione è un'occasione per comunicare con l'adulto. Aspetto psicomotorio: pian piano si sviluppa la sensazione e la percezione di sé come corporeità globale e analitica: dalla irriflessione ad un controllo del movimento con successiva motricità sempre più abile. Intorno ai 5-6 anni (le età sono sempre orientative) apprendiamo a scrivere! Il SUONO PAROLA diventa SCRITTURA, e questo avviene quando una successione spazio / temporale di movimenti PRODUCE DEI SEGNI (secondo un codice grafico) che ritornano SUONO PAROLA per mezzo della lettura / decodificazione del significato. Nel primo periodo di apprendimento la scrittura è lenta e marcata segno di attenzione, preoccupazione (deve rispettare delle regole) e questo crea fatica. Solo successivamente, la forza che il bambino impiega in questa azione sarà trasformata in velocità! Ma non ci può essere velocità nella scrittura se non quando la pressione risulta libera. Il ruolo della progressione, intesa come movimento di avanzamento del tracciato, è proprio quello di liberare la tensione e la paura, espresse dalla pressione. Solo verso gli 8 anni, il bambino si sente in grado di rivedere il modello scolastico, e questo avviene se è riuscito a liberare la propria energia e contemporaneamente ad acquisire le regole che lo scrivere comporta. La pressione è sfociata nella velocità e il bambino si sente libero e prova il piacere di elaborare la forma delle lettere, di creare trasformazioni, di giocare con la scrittura. Verso i 12 anni avremo un ulteriore passaggio (le età sono sempre orientative). La motricità ha raggiunto un discreto sviluppo, ma comincia ad essere turbata dalle trasformazioni del corpo e dalle dinamiche interne dello scrivente. Il processo di riconoscimento di sé passa dal tu sei ok che l'altro mi rimanda, ma questa alterità ora è il coetaneo. Se in questo processo relazionale di ricerca del proprio sé lo scrivente si libererà dalla paura, si arriverà alla produzione di una scrittura personale in cui ci si riconosce. Da quanto appena detta ne deriva che: La scrittura è quindi un MOVIMENTO GRAFOMOTORIO che richiede capacità a più livelli, che necessita di adattamento e di regole, che partecipa allo SVILUPPO NEUROMOTORIO PSICHICO AFFETTIVO Nell'atto dello scrivere intervengono l'apparato: senso / motorio le funzioni ideative del linguaggio

4 il corpo l'emotività Mentre scriviamo compiamo dei movimenti di flessione, estensione, coordinazione, regolati e modulati dal Sistema Nervoso Centrale, movimenti prodotti dall'interazione della dinamica sensitiva e motoria di complessi sistemi funzionali interdipendenti. Il nostro scrivere richiede la sincronizzazione di diverse funzioni mentali contemporaneamente: capacità di organizzare, memoria, attenzione, abilità motorie... E dalla scrittura possono emergere le sofferenze, le fatiche, le disarmonie del soggetto scrivente. Proprio nell'approfondimento di questi temi, si stanno sviluppando notevolmente gli studi della scrittura da parte delle neuroscienze: i disturbi del gesto grafico che riguardano sia le patologie degenerative (Parkinson) sia i disturbi dell'età evolutiva che oggi in questo convegno sono stati ben sottolineati. Ecco perchè la scrittura parla di noi, di chi siamo della nostra persona. Della nostra UNITA': siamo un tutto dinamicamente attivo Della nostra UNICITA': siamo uno diverso dall'altro Dalla nostra UNITARIETA': in relazione con noi stessi e con gli altri Dalla nostra UNIVERSALITA': intesa come possibilità di andare oltre E' a partire da questa idea di Persona, da questa antropologia che le scritture vengono analizzate: la scrittura mi consente di risalire a quell'unico individuo che l'ha prodotta. Allora, l ANALISI DELLA SCRITTURA diviene strumento che può - occuparsi di educazione/rieducazione della scrittura, circoscrivendo i disagi che possono innescarsi nel percorso di apprendimento; - offrirsi come strumento di consulenza per I GIOVANI alla ricerca della conoscenza di sé e delle proprie risorse: si sono aperti nelle scuole degli sportelli grafologici e dei punti d incontro; - può essere utile, nel campo dell orientamento, per costruire il proprio bilancio di competenze per capire la distanza o meno tra risorse disponibili e competenze richieste dal mercato. Sempre di più, però diviene necessario esercitare questa competenza, non abbandonarla ma favorirla, proprio perché parla di noi.

5 Bibliografia di riferimento: - I giovani e la grafologia le ragioni di un incontro; Atti del Convegno Firenze 2009; - Scienze Umane e Grafologia; 22/24; Urbino; Ed. Libreria Moretti; Scrittura; ; Istituto Grafologico Moretti; Via Prato Santo, VERONA Tel mariaroc@tiscali.it C.F. RCCMRA 59H46D150Y P.IVA

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