Corso di Teoria e Storia del Restauro

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA DI ARCHITETTURA Corso di Laurea in Scienze dell Architettura_L17 Corso di Teoria e Storia del Restauro Il restauro nel XIX secolo I primi anni dell Ottocento: Francia, Regno Unito, Italia prof. arch. Caterina Giannattasio

2 Francia

3 La necessità di definire una teoria del restauro Periodo della rivoluzione e napoleonico ( ) movimento iconoclasta 1) Soppressione di stemmi patrizi, decorazioni, scultura 2) Scritte sugli edifici simbolici dell ancien régime 3) Affermazione di uguaglianza universale, demolendo campanili, guglie, immagini di santi, che offuscano il culto della Dea Ragione, ovvero tutti quei simboli che rappresentavano le classi sociali di potere, ovvero l aristocrazia e la Chiesa 4) Devastazioni di chiese, eliminando tutto quanto fosse d intralcio per lo svolgimento di incontri, inserendo spesso altari della patria 5) Spoliazione per la vendita, in modo da incrementare gli introiti dello Stato 6) Distribuzione di arredi sacri ai personaggi distintisi nelle insurrezioni

4 La necessità di definire una teoria del restauro Periodo della rivoluzione e napoleonico ( ) Come affrontare i danni conseguenti al movimento iconoclasta? 1) Manca del tutto una teoria cui fare riferimento 2) Manca una base empirica Di fronte ad una tale situazione non si sa come operare! Anche l esperienza italiana non può rappresentare un punto di riferimento, a causa del differente stile architettonico degli edifici in oggetto Ciò spinge verso la necessità di definire una TEORIA DEL RESTAURO per salvare i beni monumentali della nazione. Ma solo nel quarto decennio dell Ottocento si stileranno i primi enunciati dottrinari e si darà corpo ad un efficiente e strutturata organizzazione amministrativa.

5 La necessità di definire una teoria del restauro Periodo della rivoluzione e napoleonico ( ) 1) Quatremère de Quincy è uno dei primi esponenti del mondo intellettuale, già impegnato durante gli anni novanta del Settecento, a sottolineare l importanza di una politica di salvaguardia del patrimonio storico-artistico. 2) In questi anni anche Alexandre Lenoir (1791) cerca di porre freno all abbandono dei beni, che venivano solitamente lasciati in depositi, creando un percorso espositivo cronologico nella struttura dei Petits Augustins - mediante la raccolta di manufatti del XIII-XVI secolo - poi soppresso nel 1806, in quanto si accusò Lenoir di aver distrutto numerosi edifici e di non aver rispettato il principio dell autenticità storica, invocando addirittura di completare gli edifici danneggiati per consentire una migliore comprensione al pubblico. 3) Numerosi letterati mostrano un crescente interesse per l architettura medievale, proprio conseguentemente ai danni arrecati al movimento iconoclasta, e contestano i primi interventi di restauro, effettuati in maniera casuale, senza una base teorica di supporto (Victor Hugo, Guerre aux démolisseurs) François René de Chateaubriand ( ), Arcisse de Caumont ( ), Charles de Montalembert ( ), etc.

6 Il ritorno al gotico Periodo della rivoluzione e napoleonico ( ) L evento cruciale in questo periodo è rappresentato da un nuovo interesse per il gotico Ragioni 1) Continuità di cantiere 2) Influenza di artisti, letterati, uomini di cultura, archeologi 3) Reazione alle dottrine accademiche 4) Influenza della cultura popolare, che sostiene un generalizzato gusto per il passato, riconoscendo il mondo gotico come quello che meglio risponde a ragioni religiose, politiche e nazionali

7 Il ritorno al gotico De Chateaubriand, Le Génie du Christianisme_1802 (considerato dalla storiografia come 1 manifesto del medievalismo in Francia) condanna la cultura illuministica e le forme del mondo classico, simbolo del paganesimo, della vita mondana, della schiavitù, della corruzione, cui contrappone il bello morale, rappresentato dal mondo gotico, specchio della civiltà cristiana e dei sentimenti popolari, di religiosità e misticismo Hugo, Guerre aux démolisseurs_ esalta la spiritualità romantica delle cattedrali gotiche che il popolo francese vuole difendere dal vandalismo rivoluzionario e dalla speculazione edilizia conseguente alla rivoluzione industriale, nonché dall accademicismo che persegue la maniera classica

8 Regno Unito

9 Il ritorno al gotico Il ritorno al gotico si manifesta fortemente anche in Inghilterra, già dalla fine del 700. Tale stile viene esaltato perché è quello che meglio suggerisce uno stato d animo, una piacevole malinconia, ben suscitabile, in particolare, dai monumenti in stato di rovina, i quali evocano il trionfo del tempo sull opera dell uomo. Si tratta di uno stile che ha, inoltre, un evidente vena naturalistica, capace di suscitare il sentimento del sublime (Burke). La rovina viene vista in 2 modi: 1) come intreccio di arte e natura dominato dal tempo, di cui si ammira la bellezza e che provoca malinconia; 2) come testimonianza di un evento umano, documento materiale di storia.

10 Il ritorno al gotico Il pittoresco e la nostalgia per il Medioevo 1) XVI sec.: con l atto di supremazia di Enrico VIII sulla chiesa cattolica, il gotico era diventato stile nazionale, lo stile della religione protestante 2) XVII-XVIII sec.: Wren, Hawksmoor, Kent, utilizzano il gotico per uniformarsi alle preesistenze 3) fine XVIII - inizio XIX sec.: il gotico è adoperato in base ad una volontà ben precisa, legata alla poetica del pittoresco Impegno di uomini di cultura, quali: Horace Walpole ( ), iniziatore del gusto per il gotico e per la sua architettura, che applica nella casa di Strawberry Hills (1753) Walter Scott ( ), padre del romanzo storico George Gilbert Scott ( ) 4) XIX sec.: spinta del movimento di rinascita cattolica: A.W. Pugin ( ) ritrova nel mondo medievale i fondamenti dell etica cristiana Rispetto alla Francia, dove si vive un momento di vero e proprio revival gotico (prescelto perché considerato lo stile più razionale e antiaccademico) in Inghilterra tale stile è sempre stato protagonista, per cui può essere appropriato parlare di survival

11 Italia

12 Il restauro nei primi anni del XIX secolo Per l affinamento della metodologia operativa nel campo del restauro si rendono fondamentali gli apporti: 1) dell archeologia: -scavo stratigrafico -attività classificatoria -ricerca archivistica e documentaria -studi linguistici 2) della maturazione propria del Settecento dei concetti di: -reversibilità -minimo intervento -distinguibilità

13 Il restauro nei primi anni del XIX secolo Di fondamentale importanza sono anche alcuni editti: 1) Editto del Cardinale G. Doria Pamphili (1802) attenzione volta tanto ai monumenti quanto alle belle opere dell Antichità divieto di effettuare scavi clandestini norme contro l esportazione delle opere di pittura norme a favore della conservazione delle opere d arte norme contro la rimozione delle opere d arte dalle chiese norme contro la rimozione di materiali dagli antichi edifici denuncia all autorità pubblica delle opere conservate in collezioni private, ai fini della loro catalogazione, e dei ritrovamenti fortuiti 2) Editto del Cardinale B. Pacca (1820) norme contro la demolizione, anche parziale, degli antichi edifici e delle antiche celebri Strade contro restauri di scarsa qualità e spesso inutili documentazione di quanto scoperto 3) Editto di Ferdinando I re delle Due Sicilie (1822) riprende i suddetti concetti istituisce la Commissione di Antichità e Belle Arti

14 Il restauro nei primi anni del XIX secolo Nel 1825 papa Leone XII definisce i criteri per la ricostruzione della basilica di S. Paolo fuori le mura: il monumento è inteso come una compiuta e perfetta unità formale, da considerare immutabile e da proteggere, liberandolo, se necessario, da aggiunte improprie o arbitrarie conservare e tramandare memorie, nonché valori spirituali Nasce un nuovo rispetto per le opere antiche derivante dal fatto che presente e passato, finora uniti nella continuità del fare, si pongono come due momenti contrapposti. Il presente ritrova e intende il passato con un processo, di natura logica piuttosto che intuitiva, di valutazione e giudizio da ciò discende l esigenza di rispettare le testimonianze materiali dell antico come dati storici permanenti, non più soggetti a sostituzione o al libera interpretazione Si tratta di una rinnovata coscienza storica, fondata sul concetto di valore dell opera d arte riconoscimento del valore si postula il principio della conservazione

15 Il restauro nei primi anni del XIX secolo Dominio francese Napoleone crea la Consulta Straordinaria per gli Stati Romani, poi sostituita dalla Commissione degli Edifici Civili, per custodire e mantenere a spese del governo francese i monumenti di Roma, portando avanti ambiziosi programmi, volti ad incrementare il prestigio della città, tali da rispecchiare il potere dello Stato. Esponenti italiani: Fea, Camporesi, Stern, Valadier Esponenti francesi: barone de Gerando, barone de Tournon, Gisors L atteggiamento dei francesi in materia di conservazione si fonda su un approccio basato sull approfondita conoscenza delle strutture, ovvero della loro consistenza e del loro stato di conservazione, per poi giungere alla definizione di prescrizioni.

16 Il restauro archeologico Restauro archeologico perché volto alle opere dell antichità perché eseguito con un rigore che anticipa metodi e acquisizioni che saranno, poi, della moderna archeologia Nel restauro architettonico due grandi novità sono rappresentate dagli interventi di Raffaele Stern ( ) su: Colosseo a) rispetto filologico per il monumento b) apprezzamento piranesiano, romantico, per la rovina in sé Arco di Tito a) progetto apparentemente mosso da ragioni di economia, ma che in realtà è frutto di una profonda maturazione b) esemplare per gli interventi futuri, tanto lodato da Quatremère de Quincy, perché fondato sul concetto di distinguibilità tra le parti c) rispetto dell autenticità del monumento, considerato come modello del passato

17 Il restauro archeologico Carattere diacritico, mirante ad assicurare le necessarie reintegrazioni, non danneggiando l unitarietà e la leggibilità dell immagine restaurata, ovvero garantendone l autenticità. Ciò attraverso semplici accorgimenti (probabilmente suggeriti da Gisors, in particolare per il restauro dell arco di Tito), quali: cambio di materiale semplificazione delle forme differente trattamento superficiale allusione alle parti perdute

18 Gli interventi sul Colosseo Roma, Colosseo e Arco di Tito in una veduta di G.B. Piranesi, il quale effettua numerose vedute e incisioni che immortalano i monumenti, al fine di conservarne la memoria.

19 Gli interventi sul Colosseo_Stern (sotto il pontificato di Pio VII) Sperone orientale del Colosseo ad opera di Raffaele Stern Intervento effettuato nel totale rispetto del monumento, con distacco critico, volto tanto alla difesa della sua materiale consistenza quanto ai segni del tempo trascorso Stern congela una progressiva e accelerata caduta, murando semplicemente le arcate dissestate e mantenendo, nella posizione acquisita, i conci smossi Attraverso la collocazione di un semplice sperone, evitando peraltro spese eccessive, avrebbe garantito la stabilità della struttura moderna forma di rispetto dell antico e predisposizione romantica al rovinismo

20 Gli interventi sul Colosseo Roma, Colosseo.

21 Gli interventi sul Colosseo Roma, Colosseo. L intervento di restauro realizzato da Raffaele Stern (1806). Roma, Colosseo. Affresco conservato nella Galleria Clementina del Vaticano. Nella rappresentazione lo sperone e le tamponature, attualmente in mattoni a vista, sono intonacate.

22 Gli interventi sul Colosseo

23 Gli interventi sul Colosseo

24 Gli interventi sul Colosseo_Valadier 1826 Valadier interviene sul lato opposto del Colosseo Intervento consistente nella realizzazione di un contrafforte, secondo alcuni di sapore pedantesco, in mattoni e travertino, restituendo in parte le antiche forme, come se il crollo dell anello esterno dell anfiteatro fosse avvenuto in modo tale da costituire una sorta di naturale barbacane atto a bloccare lo sfaldamento progressivo delle arcate. Il travertino è utilizzato esclusivamente per le basi delle colonne, i capitelli, i cornicioni ed i piloni, per metà della loro altezza, limitando l uso di tale materiale, forse per motivi economici, solo alle parti più sollecitate. Il barbacane è dato da arcate in numero decrescente dal basso verso l alto, garantendo la stabilità delle strutture e, al contempo, rispondendo ad esigenze di ordine estetico. Oggi le parti aggiunte sono distinguibili, ma all epoca, secondo P. Marconi, le superfici erano intonacate e tinteggiate in color travertino, come forse era lo sperone dello Stern.

25 Gli interventi sul Colosseo Roma, Colosseo.

26 Gli interventi sul Colosseo Roma, Colosseo. L intervento di Giuseppe Valadier. Roma, Colosseo. Schizzi di progetto dell intervento di chiusura e di puntellatura (1823).

27 Gli interventi sull Arco di Tito Struttura che fino al XV sec. era rimasta inserita nelle fortificazioni dei Frangipane, e che in età medievale subì notevoli danni, essendo utilizzata, insieme al Colosseo, come cava di marmo Stern esegue opere di puntellatura. Definisce poi il progetto, prevedendo l uso di materiale diverso da quello originario, ovvero travertino anziché marmo a causa della morte di Stern subentra Valadier, il quale produce una relazione a stampa (Narrazione artistica). Qui precisa di aver trovato già in sito i pezzi di travertino ordinati da Stern, per cui la volontà di distinguibilità va riconosciuta e questi. Effettua un accurato lavoro di anastilosi, tema caro alla cultura neoclassica, ma in antitesi con quello elaborato da Stern per il Colosseo.

28 Gli interventi sull Arco di Tito Nel suo scritto Valadier descrive accuratamente lo stato di conservazione dell arco e la sua forma originale, restituita tramite: lo studio diretto i raffronti con monumenti analoghi (archi di Traiano ad Ancona e Benevento) osservazioni di carattere statico Per l esecuzione dell intervento di anastilosi adotta una metodologia che poi verrà applicata in molti restauri, consistente nel contrassegnare e numerare tutti i pezzi che prevede di smontare, per facilitarne il rimontaggio. Ricostruisce la massa intera dell arco, restituendone l insieme volumetrico, trattando gli elementi di dettaglio con forme semplificate e per superfici d inviluppo, o realizzando colonne prive di scanalature. Anastilosi = ricomposizione di una struttura in blocchi o conci di pietra montati a secco, come i rocchi delle colonne, con parziali e ben sicure reintegrazioni.

29 Gli interventi sull Arco di Tito Roma, l Arco di Tito in una veduta di G.B. Piranesi (1760).

30 Gli interventi sull Arco di Tito Roma, Arco di Tito. Le zone ricostruite in travertino si differenziano dalla parte originaria anche perché trattate per linee di inviluppo.

31 Gli interventi sull Arco di Tito A.J.M. Guéneoin, resti dell Arco di Tito dal lato del Colosseo. Rilievo effettuato dall Accademia di Francia a Roma. L Arco di Tito scompaginato e ricomposto secondo il progetto di G. Valadier.

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