PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE (ai sensi dell ex D.M. 471/99 e dell Accordo di Programma sottoscritto il ) (L.

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1 PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE (ai sensi dell ex D.M. 471/99 e dell Accordo di Programma sottoscritto il ) AREE PRIVATE ED AREE SIC DEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI BRINDISI (L. 426/98) Relazione Direttore Scientifico: Dott. Massimo Blonda Direttore DAP di Brindisi: Dott. Elio Calabrese Dirigente: Dott. Anna Maria D Agnano Progettista: Dott. Geol. Stefano Margiotta Aspetti botanici e faunistici: Dott. Patrizia Lavarra Brindisi, Gennaio

2 PREMESSA 3 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 5 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO 5 FLORA E FAUNA 9 ATTIVITÀ DI INVESTIGAZIONE 14 Ubicazione dei punti di indagine 14 Modalità di realizzazione dei sondaggi 16 Modalità di realizzazione dei piezometri 17 Campionamento ed analisi dei suoli 18 Campionamento ed analisi delle acque sotterranee 19 CONCLUSIONI 20 ALLEGATI Carte di ubicazione dei punti di indagine 21 Foglio delle coordinate dei punti di indagine 45 Scheda informazioni rivenienti dalle attività di campo 57 2

3 PREMESSA Con il presente documento si presenta il piano di caratterizzazione ambientale da eseguire, in conformità al D.M. 471/99, ed all Accordo di Programma sottoscritto il tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Commissario di Governo per l emergenza ambientale, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi e l Autorità Portuale di Brindisi nelle aree pubbliche e private così come individuate nel sopraccitato Accordo di Programma e rientranti nei territori del Sito Nazionale di Brindisi. Le indagini interesseranno una fascia di terreno costiero ricadente in area agricola (SIC) denominata Stagni e Saline di Punta della Contessa per una estensione di circa m 2 e le aree di pertinenza di aziende che non hanno a tutt oggi provveduto ad effettuare la caratterizzazione quali: - Cantieri Navali Danese (8.623m 2 ) - Interporto Area Ionico Salentina ( m 2 ) - Roma Costruzioni ( m 2 ) - Balestra costruzioni (784m 2 ) - Symplast (60.951m 2 ) - Immobil (16.079m 2 ) - Edil Levante (61.634m 2 ) - Erre Effe (9.661m 2 ) - Convertino ( m 2 ) - Colaianni (28.877m 2 ) - GT Attuatori (11.750m 2 ) - CDB ( m 2 ) Le indagini che si andranno ad eseguire per la caratterizzazione delle aree di cui sopra riguarderanno: Campionamento ed analisi dei suoli La caratterizzazione della matrice suolo/sottosuolo avverrà attraverso la realizzazione di circa n. 111 sondaggi a carotaggio continuo, disposti secondo una maglia circa 100 x 3

4 100m e circa n. 379 disposti secondo una maglia 50 x 50m in ottemperanza all Accordo di Programma di cui sopra. L ubicazione dei punti di indagine sarà comunque subordinata all autorizzazione per l accesso alle aree oggetto di intervento. A seguito di ciò, il posizionamento di alcuni sondaggi potrebbe essere modificato in funzione dell impossibilità ad accedere ad alcune particelle. Tale posizionamento così come riportato nella cartografia allegata potrà essere inoltre in parte modificato laddove, a seguito di sopralluoghi nelle aree interessate, si rilevassero situazioni (presenza di manufatti ed opere antropiche non presenti nella cartografia di riferimento, aree di particolare pregio naturalistico ) che di fatto ne impedirebbero l esecuzione. Per l attività di campionamento si rimanda ai capitoli successi. Campionamento ed analisi delle acque sotterranee La caratterizzazione della matrice acqua di falda avverrà attraverso la realizzazione di circa n.25 piezometri, disposti secondo una maglia circa 200 x 200m e circa n.107 disposti secondo una maglia 100 x 100m in ottemperanza all Accordo di Programma di cui sopra. L ubicazione dei punti di indagine sarà comunque subordinata all autorizzazione per l accesso alle aree oggetto di intervento. A seguito di ciò, il posizionamento di alcuni piezometri potrebbe essere modificato in funzione dell impossibilità ad accedere ad alcune particelle. Per l attività di campionamento si rimanda ai capitoli successi. 4

5 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO L area oggetto di investigazione è posizionata nella zona sud orientale del territorio comunale di Brindisi e rientra nella perimetrazione dei siti potenzialmente inquinati, eseguita dal Ministero dell Ambiente, ai sensi dell art. 1, comma 4 Legge 426/98, con Decreto del Ministero dell Ambiente del 10/01/2000. In particolare, essa riguarda il settore costiero del Sito di interesse Nazionale di Brindisi, nella zona con destinazione d uso agricola del SIC denominato Stagni e Saline di Punta della Contessa e le aree dell entroterra per ciò che concerne le aziende indicate in premessa. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO L area oggetto di studio ricade quasi interamente nel Foglio IGM 204 Lecce estendendosi anche nei Fogli di Ostuni (F.191) e Brindisi (F.203). In particolare essa è delimitata circa a nord dalla zona industriale di Brindisi, a sud dalla centrale di Cerano, ad est dal mare Adriatico ed ad ovest da aree agricole. La zona considerata quindi, rientra nella piana di Brindisi corrispondente ad una vasta depressione strutturale che caratterizza le rocce del basamento carbonatico cretacico, all interno della quale si sono successivamente deposti i sedimenti del Pleistocene inferiore -medio collegabili al ciclo sedimentario di riempimento della fossa bradanica e quindi i Depositi marini terrazzati, effetto dei cambiamenti climatici che si sono verificati nel Pleistocene medio - superiore. L andamento morfologico della porzione di territorio in esame è rappresentata da un estesa superficie subpianeggiante, leggermente digradante verso mare, in più luoghi segnata da incisioni naturali e/o di natura antropica costituenti la rete idrografica. Il piano campagna si trova a quote comprese tra i 30 e i 40 metri nell area più interna, diminuendo sino a pochi metri sul livello marino man mano che ci si sposta verso il Fiume Grande e la zona costiera. Verso mare, lungo la fascia costiera antistante la centrale di Cerano, l area si affaccia sull Adriatico tramite una falesia verticale che raggiunge un altezza massima di 15 m. Spostandosi verso nord dalla zona suddetta, questo valore tende gradualmente a diminuire, laddove peraltro si trovano anche zone depresse acquitrinose di retrospiaggia (Salina Vecchia). La linea di riva attuale taglia trasversalmente quindi, molti dei canali costituenti la rete idrografica, con delle ripide falesie in rapido arretramento. In altri casi, la 5

6 risalita olocenica del livello del mare è stata accompagnata dall invasione dei tratti terminali delle valli più profonde e sviluppate, come quelle (Canale Pigonati, Seno di Levante e Seno di Ponente) che hanno dato luogo al porto naturale di Brindisi. L'esame della tavoletta topografica IGM in scala 1: IV N.O. rivela che lungo la sponda meridionale del porto di Brindisi sino a Capo Cavallo, la linea di riva era originariamente costituita da piccole e strette spiagge sabbiose bordate da modeste falesie intagliate in depositi incoerenti e, per piccoli tratti, da un modesto cordone dunale. Da Capo Cavallo sino a Salina Vecchia la linea di riva è rappresentata da una costa rocciosa di modesta altezza, massimo 2 m; segue un estesa spiaggia sabbiosa, bordata da un continuo cordone dunale e da estesi stagni e paludi costiere, in corrispondenza della foce di corsi d acqua e/o della presenza di emergenza di acque sotterrane. Nell entroterra, pur mascherate da estese coperture di terreno vegetale e/o Depositi continentali recenti, si riconoscono una serie di ripiani collegati tra loro da gradini corrispondenti ad antiche linee di costa. Questi elementi morfologici, riconducibili geologicamente all unità dei Depositi marini terrazzati, sono la testimonianza delle periodiche invasioni dell ambiente marino su quello continentale e rispettive ritirate, legate in particolare, alle variazioni del livello marino per i fenomeni, prevalentemente glacio eustatici, che si sono succeduti nel Pleistocene medio superiore. Il reticolo idrografico è ben sviluppato, si presenta piuttosto evoluto ed è caratterizzato dalla presenza di numerose poco profonde incisioni che in molti casi hanno un loro sbocco indipendente a mare. 6

7 Gli spartiacque sono scarsamente individuabili mentre le numerose canalizzazioni minori presenti drenano modeste aree depresse in corrispondenza delle quali si verificano comunque alluvioni in seguito a precipitazioni anche non significative. I rilevamenti geologici condotti, integrati dai dati del sottosuolo hanno quindi permesso di riconoscere questa successione litostratigrafia, partendo dall alto verso il basso: Figura Diagramma schematico mostrante i rapporti tra le varie unità litostratigrafiche 7

8 Dal punto di vista idrogeologico l area è caratterizzata dalla presenza di due acquiferi sovrapposti ed idraulicamente separati: o il primo superficiale, è rappresentato dai Depositi marini terrazzati pleistocenici laddove sostenuti dalle argille pleistoceniche che ospitano una falda freatica. Esso non è presente quindi con continuità nel sottosuolo dell intero territorio ma ne caratterizza vaste aree ed in particolare quelle poste a sud del capoluogo. o Il secondo, rappresentato dai calcari mesozoici costituiti da rocce carbonatiche cretaciche fessurate e carsificate, nonché dalle calcareniti e sabbie, poste sulle rocce cretaciche stesse è esteso in tutto il territorio; in questi sedimenti circolano le acque che costituiscono la ben nota falda profonda. La falda profonda è sostenuta per galleggiamento alla base, secondo il principio di Ghyben-Herzber, dall acqua marina di invasione continentale e a differenza della falda superficiale, che presenta carattere locale, la falda ospitata nei calcari mesozoici si estende infatti al di sotto di tutta la piattaforma apula. L acquifero che si descrive, trovandosi al di sotto dello strato di Argille subappennine, contiene acqua in pressione e quindi di tipo artesiano. Le acque della falda idrica profonda traggono la loro alimentazione sia dalle precipitazioni incidenti a monte della zona in esame, dove la formazione cretacica è affiorante, che da deflussi sotterranei provenienti dalla contigua Murgia, nonché dalle perdite dell acquifero superficiale. I carichi piezometrici anche a svariati chilometri dalla costa sono molto modesti. 8

9 FLORA E FAUNA Per quanto concerne gli aspetti legati alla flora ed alla fauna si sottolinea nuovamente che parte degli interventi riguarderanno il sito denominato "Stagni e Saline di Punta della Contessa" individuato come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale (codice IT ) ai sensi rispettivamente delle Direttive 92/43/CEE (Habitat) e 79/409/CEE (Uccelli). Il sito è di elevato interesse avifaunistico per la presenza di bacini costieri temporanei salmastri, che ne fanno importante area di transito e sosta di specie migratorie. L ambiente dei bacini è di tipo lagunare, interessato da una vegetazione sommersa a Ruppia cirrhosa. Le aree circostanti i bacini sono caratterizzate da ampie estensioni di salicornieti. I bacini sono separati dal mare da un cordone dunale di modesto sviluppo, ricoperto esclusivamente da vegetazione erbacea. Tale sito, seppure di estremo interesse naturalistico, si colloca in un'area caratterizzata da elevate criticità ambientali per la presenza a Nord della zona industriale della città di Brindisi mentre a sud dalla centrale termoelettrica di Cerano "Federico II", entrambe significative fonti di impatto e di inquinamento per le principali matrici ambientali. L'area del sito Natura 2000, inoltre, ricade nella zona 1 (zona centrale) del più esteso Parco Naturale regionale Salina di Punta della Contessa, istituito con L.R. 23 dicembre 2002, n. 28. Si fa presente che durante i sopralluoghi svolti non è stato sempre possibile effettuare le opportune verifiche in alcuni luoghi, resi inaccessibili a causa della presenza di recinzioni (es. zona militare a sud dell'area in località Punta della Contessa). Di seguito si descrivono singolarmente le tipologie di habitat dell'area oggetto di studio. 15 Paludi salate ed altri ambienti salmastri Formazioni caratterizzate da specie che tollerano concentrazione di sali nel suolo e che vengono sommerse almeno in alcune maree eccezionali. Spesso si tratta di mosaici a grana sottile e non risulta agevole o possibile distinguere tutte le categorie presenti. Questi sistemi di habitat sono legati alle grandi lagune nord-adriatiche e a quelle dell'italia peninsulare e insulare. 9

10 Nell'area di studio si riscontrano più varietà di habitat che si compenetrano fra loro, di cui nessuna spiccatamente dominante. Ciò rende difficile cartografarle singolarmente e, pertanto, sono state accorpate in un unico codice (15) limitando la classificazione e la rappresentazione di essi ad un livello gerarchico superiore. Gli habitat inclusi sono quattro, contemplati anche dalla Direttiva 92/43/CEE: 15.1 Vegetazione ad alofite con dominanza di Chenopodiacee succulente (Thero- Salicornietea, Saginetea maritimae) 15.5 Vegetazione delle paludi salmastre mediterranee (Juncetalia maritimae) Bassi cespuglieti alofili (Artrochnemetea fruticosi) Steppe salate a Limonium (Limonietalia) 16.1 Spiagge - Cakiletea maritimae Sono qui considerate le spiagge sia nella loro porzione afitoica (ovvero priva di vegetazione fanerofitica) sia le prime comunità vegetali annuali (Cakile maritima, Salsola kali, Atrilpex sp.pl. Euphorbia peplus, E. paralias). Questi ambienti, qualora dominati dalle forze naturali (mareggiate e venti) sono molto dinamici. Non è purtroppo possibile distinguere queste due fasce e neppure le spiagge naturali da quelle turistiche. Nell'area di studio la costa è caratterizzata da un'estesa spiaggia sabbiosa a partire da località Salina Vecchia, mentre nella parte più a sud si evidenziano fenomeni di intensa erosione costiera Dune mobili e dune bianche - Ammophiletea Rappresenta la porzione dei sistemi costieri sabbiosi ancora influenzati direttamente dall azione erosiva e di deposito del mare e dei venti marini. Le dune si formano e vengono dapprima colonizzate da Elymus farctus (dune mobili) e poi consolidate da Ammophila arenaria (dune bianche). Sono frequenti anche Echinophora spinosa ed Eryngium maritimus, Medicago marina e Pancratium maritimum. In alcuni casi le popolazioni di Ammophila sono sostituite da vaste distese di Spartina juncea, specie avventizia. 10

11 Nell'area di studio il cordone dunale presente è di modesto sviluppo, non superando l'altezza di 1-1,5 metri e, su limitati tratti, caratterizzato da vegetazione pioniera a prevalenza di Agropyron junceum e da folti cespi di Ammophila spp Cespuglieti a sclerofille delle dune - Quercion ilicis, Pistacio-Rhamnetalia Stadi di ricolonizzazione delle dune fossili da parte di specie della macchia mediterranea come Quercus ilex, Phillyrea angustifolia, Cistus sp.pl.. Nel sito tale habitat è confinato nella parte a sud in località Punta della Contessa, circondato dalla recinzione metallica della zona militare. 21 Lagune Sono considerati in questo habitat i sistemi lagunari complessivi ovvero quelle porzioni di mare che in tempi più o meno recenti sono stati separati dall azione diretta del mare da banchi consolidati di sabbie e di limi. Possono avere dimensioni molto diverse, dalle grandi lagune nord-adriatiche e sarde a sistemi ridotti. Le acque possono essere saline oppure nei sistemi settentrionali salmastre. I bacini palustri dell'area in oggetto sono separati dal mare da una spiaggia sabbiosa con bassi cordoni dunali. Si riconoscono 3 aree umide separate denominate "Salina vecchia", "Salinella", "Invaso dell'enichem", che ricevono i deflussi superficiali dei canali "Le Chianche" e "Foggia di Rau" Prati aridi mediterranei - Brachypodietalia dystachiae (Tuberarietea guttati) Sono qui incluse le praterie mediterranee caratterizzate da un alto numero di specie annuali e di piccole emicriptofite che vanno a costituire formazioni lacunose. Sono diffuse nelle porzioni più calde del territorio nazionale. Fra le specie più comuni si possono elencare: Trachynia distachya (=Brachypodium distachyum), B. retusum, Lagurus ovatus, Stipa capensis, Desmazeria sp.pl., Koeleria lobata (=K. Splendens). Sono incluse due categorie e precisamente le praterie dominate da Brachypodium retusum, che spesso occupano lacune nelle garighe (34.511) e quelle a Trachynia distachya (=Brachypodium distachyum) (34.513) con alcuni associazioni localizzate. Le attuali interpretazioni fitosociologiche non considerano più la classe Thero-Brachyodietea, ma gli aspetti a 11

12 terofite vengono inclusi nei Tuberarietea oppure considerati come autonomi nella classe Stipo-Trachynetea dystachiae Praterelli aridi del Mediterraneo - Brometalia rubenti-tectori (Stellarietea mediae) Si tratta di formazioni dominate da piccole terofite che rappresentano stadi pionieri spesso molto estesi che occupano suoli nudi ricchi in nutrienti. Sono ricche di Bromus fasciculatus, B. madritensis, B. hordaceus, Triticum sp. (=Aegilops sp.pl.) e Vulpia sp.pl. Si tratta di formazioni ruderali più che di prati pascoli Vegetazione dei canneti e di specie simili - Phragmition Sono qui incluse tutte le formazioni dominate da elofite di diversa taglia (esclusi i grandi carici) che colonizzano le aree palustri e i bordi di corsi d acqua e di laghi. Sono usualmente dominate da poche specie (anche cenosi monospecifiche). Le specie si alternano sulla base del livello di disponibilità idrica o di caratteristiche chimico fisiche del suolo. Le cenosi più diffuse, e facilmente cartografabili, sono quelle dei canneti in cui Phragmites australis è in grado di tollerare diversi livelli di trofia, di spingersi fino al piano montano e di tollerare anche una certa salinità delle acque. Nell'area di studio sono presenti estesi canneti Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi - Centaureetalia cyani Si tratta di aree agricole tradizionali con sistemi di seminativo occupati specialmente da cereali autunno-vernini a basso impatto e quindi con una flora compagna spesso a rischio. Si possono riferire qui anche i sistemi molto frammentati con piccoli lembi di siepi, boschetti, prati stabili etc. Nell'area di studio l'habitat è rappresentato da colture ortive (principalmente carciofo) e cereali Vigneti - Stellarietea Sono incluse tutte le situazioni dominate dalla coltura della vite, da quelle più intensivi ai lembi di viticoltura tradizionale. Nell'area di studio sono presenti alcuni vigneti allevati a spalliera o con sistemi tradizionali. 12

13 86.3 Siti industriali attivi Vengono qui inserite tutte quelle aree che presentano importanti segni di degrado e di inquinamento. Sono compresi anche ambienti acquatici come ad esempio le lagune industriali, le discariche (86.42) e i siti contaminati. L eterogeneità e la complessità degli habitat presenti e ben conservati integrati in un unica unità ecologica", la contiguità con il mare e la posizione geografica dell area posta lungo le principali rotte migratorie, costituiscono i punti di forza del SIC/ZPS Stagni e Saline di Punta della Contessa, rappresentando un sito fondamentale per il transito, lo svernamento e, in alcuni casi, la nidificazione per l avifauna migratoria. Benché non esistano a tutt oggi studi mirati sulla distribuzione, la consistenza numerica e la nidificazione delle specie avifaunistiche relegate principalmente alle aree umide in generale (steppe salate, allagati stagionali, lagune costiere, ecc.), i pochi sopralluoghi effettuati nel mese di gennaio hanno permesso di osservare parecchi esemplari di anatidi, di ardeidi e di limicoli distribuiti tra i diversi habitat compresi tra la linea di costa e l immediato entroterra, oltre alla presenza di rapaci diurni come il falco di palude (Circus aeruginosus), ottimo indicatore dello stato di salute dell intero ecosistema e della catena trofica, e del cormorano (Phalacrocorax carbo, Phalacrocoracidae) specie tipica di ambienti lagunari inserita nel Libro Rosso degli Animali d Italia. Data la loro alta naturalità, questi habitat ospiteranno presumibilmente altre specie faunistiche altrove scomparse e relegate alle zone umide, come la tartaruga palustre (Emys orbicularis), la rana verde (Rana esculenta), la natrice dal collare (Natrix natrix), il rospo smeraldino (Bufo viridis), il ramarro (Lacerta bilineata). Le osservazioni dirette tra l altro hanno permesso di verificare la presenza di diversi esemplari di lepre comune (Lepus europaeus), forse frutto di reintroduzioni passate ai fini venatori, naturalmente oggi vietata in tutto l ambito dell area protetta. Studi mirati potrebbero approfondire gli aspetti faunistici e naturalistici del sito. 13

14 ATTIVITÀ DI INVESTIGAZIONE Le attività di investigazione riguarderanno attività di campo ed altre di laboratorio. Le prime consisteranno nell esecuzione di sondaggi e piezometri nonché nelle attività di campionamento, le seconde nell esecuzione di analisi di tipo prevalentemente chimico. Per quanto concerne le prime le informazioni di campo verranno sintetizzate secondo quanto riportato nella scheda allegata. Ubicazione dei punti di indagine L ubicazione dei punti di indagine è stata eseguita, per quanto possibile, adottando una maglia regolare di 100 x 100m per quanto concerne i sondaggi ricadenti in area SIC e 50 x 50m per quelli in aree di aziende private. I piezometri sono stati ubicati allo stesso modo con una maglia rispettivamente di 200 x 200m e 100 x 100m. Gli stessi piezometri sono stati ubicati in modo da fornire informazioni sullo stato di contaminazione delle falde in relazione alla qualità delle stesse immediatamente a monte, all interno ed a valle delle aree di interesse. In area SIC, rispetto alle stime effettuate in fase di sottoscrizione dell Accordo di Programma già più volte richiamato, allo scopo di limitare al massimo l incidenza degli interventi, il numero dei sondaggi da effettuare è stato ridotto da 214 a 111 in quanto sono state escluse tutte quelle aree interessate dalla presenza di specchi d acqua, e gli habitat più significativi. Per i motivi di cui sopra l ubicazione dei punti di campionamento non è stata effettuata seguendo una maglia regolare ma in funzione delle valenze del sito. Nell area in questione, la Ditta esecutrice dovrà inoltre avere cura di evitare l attraversamento di aree di particolare pregio, quali ad esempio quelle sopra enunciate, per il raggiungimento dei punti di sondaggio e verificare che, a causa della dinamicità dell ambiente oggetto della caratterizzazione, punti che allo stato attuale non sono interessati da habitat/specie prioritari non lo siano anche al momento delle indagini. Allorquando, dalle indagini effettuate, dovesse risultare necessario approfondire dette indagini a causa del ritrovamento di eventuali inquinanti, si provvederà all infittimento della maglia dei punti di campionamento ed alla copertura di aree ad oggi escluse tramite l esecuzione di perforazioni con trivella a mano. In quest ultimo caso, qualora lo si ritenga necessario e laddove sia possibile, i perfori saranno attrezzati a piezometro. Si sottolinea che alcuni dei sondaggi e piezometri ricadono in aree prossime alla linea di costa e che 14

15 per questi, ovviamente, si dovrà procedere ad un sopralluogo preventivo l esecuzione delle opere allo scopo di scongiurare eventuali pericoli legati a fenomeni di instabilità dei costoni rocciosi e affinché tutte le operazioni avvengano in totale sicurezza per gli operatori e le macchine. Per quanto riguarda l area di pertinenza di Balestra S.r.l., data la ridotta estensione della superficie da caratterizzare, l ubicazione dei sondaggi e piezometri verrà effettuata direttamente sul campo a seguito di sopralluogo. 15

16 Modalità di realizzazione dei sondaggi L attività di caratterizzazione consisterà nella esecuzione di sondaggi mediante carotaggi continui a rotazione, senza ricorrere all ausilio di fluidi e fanghi di perforazione. Nella fase di esecuzione dei sondaggi la ditta esecutrice dovrà operare mettendo in atto le seguenti precauzioni: - il terreno non deve subire surriscaldamento per cui la velocità di avanzamento deve essere sempre moderata; - prima di ogni prelievo il carotiere e le aste devono essere lavati con acqua o con vapore acqueo per evitare contaminazioni indotte; - nell esecuzione dei campionamenti di terreno e di materiali interrati occorre adottare cautele al fine di non provocare la diffusione di inquinanti anche a seguito di eventi accidentali; - nel caso in cui le operazioni di sondaggio si svolgano in presenza di pioggia si dovrà procedere a rivestire provvisoriamente il foro di sondaggio per impedire che le acque di dilavamento superficiali possano entrare in contatto diretto con il terreno; - controllare l assenza di perdite di oli lubrificanti ed altre sostanze dai macchinari, dagli impianti e da tutte le attrezzature utilizzate; - ciascuna testa pozzo dovrà essere adeguatamente protetta. In ogni caso la ditta esecutrice dovrà operare in conformità a quant altro stabilito nel PROTOCOLLO OPERATIVO per la caratterizzazione del SIN di Brindisi così come sottoscritto nell Accordo di Programma del tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Commissario di Governo per l emergenza ambientale, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi e l Autorità Portuale di Brindisi. 16

17 Modalità di realizzazione dei piezometri L attività di caratterizzazione della falda sotterranea consisterà nella esecuzione di piezometri mediante carotaggi continui a rotazione, senza ricorrere all ausilio di fluidi e fanghi di perforazione. Nella fase di esecuzione dei piezometri la ditta esecutrice dovrà operare mettendo in atto le seguenti precauzioni: - per quanto riguarda i piezometri il fondo degli stessi dovrà raggiungere il substrato impermeabile ed interstarvisi per almeno 30cm; - il tubo filtro sarà costituito in materiale compatibile con i composti da campionare; - l intercapedine perforo tubazione in corrispondenza dei tratti filtrati sarà riempita con un dreno costituito da ghiaietto siliceo uniforme ed il diametro del dreno sarà funzione della granulometria effettiva dell acquifero da filtrare; - la costruzione dell intercapedine sarà terminata immettendo sabbia per uno spessore di 0,2m al di sopra del dreno e continuerà per uno spessore di 0,5m da un tappo impermeabile di bentonite cui farà seguito una miscela di cemento e bentonite sino alla superficie; - ciascuna testa pozzo dovrà essere adeguatamente protetta. In ogni caso la ditta esecutrice dovrà operare in conformità a quant altro stabilito nel PROTOCOLLO OPERATIVO per la caratterizzazione del SIN di Brindisi così come sottoscritto nell Accordo di Programma del tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Commissario di Governo per l emergenza ambientale, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi e l Autorità Portuale di Brindisi. 17

18 CAMPIONAMENTO ED ANALISI DEI SUOLI L attività di campionamento, in ottemperanza al Protocollo Operativo di cui all art.5 dell Accordo di Programma già più volte citato, deve porsi l obiettivo di assicurare che i campioni prelevati consentano un adeguata caratterizzazione dello stato di contaminazione del sito. La profondità a cui ogni sondaggio dovrà spingersi è determinata dalle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sito in esame: comunque sarà investigato tutto lo spessore di suolo insaturo e, più precisamente, il suolo superficiale (0-1m da p.c.) ed il suolo profondo (da -1m sino al livello di falda) anche ai fini dell elaborazione dell analisi di rischio. Nel caso siano presenti livelli stratigrafici di spessore di almeno 0.3m tali da essere considerati significativi dal punto di vista dell inquinamento essi dovranno essere investigati. Dovranno inoltre essere campionati i livelli interessati dalla presenza di ceneri o rifiuti o che si distinguono per evidenze di inquinamento, caratteristiche organolettiche, chimico-fisiche e/o litologiche-stratigrafiche. Le modalità del campionamento e la formazione dei campioni da avviare ad analisi dovranno essere eseguite così come indicato nel Protocollo Operativo dell Accordo di Programma al quale si rimanda. Le concentrazioni limite di riferimento (CSC) in questo caso sono quelle riportate nella Tabella 2, Allegato 5, Titolo V, Parte IV del D. Lgs. N. 152/06. Per le sostanze non contenute nella suddetta Tabella, si dovrà fare riferimento ai limiti proposti dall ISS. Gli analiti PCB e PCDD/PCDF dovranno essere ricercati su almeno il 20% dei campioni di top soil (0-0.2m). Nel caso in cui venisse rilevata la presenza dei parametri PCDD/PCDF e PCB in concentrazioni superiori ai limiti accettabili nei campioni superficiali, la ricerca di tali parametri dovrà essere estesa anche agli strati più profondi. La ricerca di PCDD/PCDF dovrà comunque interessare tutti gli strati di terreno con evidenze della presenza di rifiuti che possano contenere tale sostanza, quali ceneri. La lista completa dei congeneri della famiglia dei PCBs che devono essere ricercati è contenuta nel parere ISS prot. N AMPP/IA.12 del dovranno inoltre essere esaminati la presenza di all Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Stagno, Manganese, Tallio, Vanadio, Zinco, Cianuri (liberi), Fluoruri, idrocarburi leggeri ed idrocarburi pesanti, IPA (parametri da 25 a 37 della Tabella, Allegato 5, Titolo V, Parte IV del d. lgs. N. 152/06), Alifatici clorurati cancerogeni, non cancerogeni ed alifatici alogenati cancerogeni ed amianto. In aggiunta a tali determinazioni dovranno 18

19 essere eseguite specifiche analisi sugli inquinanti connessi con le attività antropiche connesse al sito in esame. Per le metodiche analitiche si utilizzerà il manuale Unichim n.145 e/o il D.M. 13/09/1999 e/o i metodi elaborati dall US EPA e/o la raccolta dei metodi di analisi del suolo 2000 ANPA. CAMPIONAMENTO ED ANALISI DELLE ACQUE SOTTERRANEE Il campionamento delle acque sotterranee dovrà fornire informazioni sullo stato di contaminazione delle falde acquifere in relazione alla qualità delle stesse immediatamente a monte, all interno ed a valle del sito in esame. Le modalità di campionamento sono riportate nel Protocollo Operativo dell Accordo di Programma al quale si rimanda. Per le acque sotterranee saranno esaminati i parametri relativi all Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cobalto, Cromo totale, Cromo VI, Ferro, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Selenio, Stagno, Manganese, Tallio, Vanadio, Zinco, Cianuri (liberi), Fluoruri, Benzene, Toluene, Etil-Benzene, Xileni. Dovranno inoltre essere ricercate sostanze che sono considerate traccianti significativi. Per le metodiche analitiche sull analisi delle acque si possono utilizzare i riferimenti APAT/IRSA, i metodi riportati nel DPR 236/88 relativo alle acque destinate al consumo umano ed i metodi elaborati dall US EPA. I limiti di rilevabilità per i parametri 1,2,3-tricloropropano e 1,2-dibromoetano sono definiti nel parere ISS prot. N.9666 AMPP/IA del 22/02/2007. Le analisi delle acque vanno riferite agli analiti disciolti previa filtrazione in campo del campione destinato alla ricerca di metalli e metalloidi. 19

20 CONCLUSIONI Il piano di caratterizzazione sopra descritto permetterà di definire i caratteri antropici, litologici ed idrogeologici delle aree di interesse e di quelle ad esse limitrofe nonché di valutare lo stato di qualità del sito attraverso la determinazione della eventuale presenza e quindi distribuzione nello spazio delle sostanze inquinanti. I risultati delle attività così come programmate verranno visualizzati sotto forma di tabelle di sintesi e di rappresentazioni cartografiche accompagnate dalle relative relazioni. In particolare, la conoscenza puntuale dei dati relativi alle caratteristiche litologiche dell insaturo e dell acquifero consentirà l estrapolazione e l elaborazione di modelli bidimensionali e tridimensionali del sottosuolo. In questi ultimi saranno rappresentati i parametri e temi più significativi che definiscono il sottosuolo quali ad esempio lo spessore dell insaturo, la soggiacenza, la carta degli spessori delle singole unità stratigrafiche, lo spessore del saturo, la carta delle isopieze, la conducibilità idraulica ed altri. Queste carte costituiscono, di concerto con la definizione dei principali e noti parametri idraulici, base indispensabile ed imprescindibile per la realizzazione del modello di flusso mediante il quale si definisce la mobilità di eventuali inquinanti presenti in falda. Tali risultati saranno inoltre inquadrati nel contesto più generale del SIN di Brindisi e consentiranno di avere un quadro più esaustivo dello stato di qualità delle matrici ambientali del sito su indicato. Direttore scientifico: Dott. Massimo Blonda Direttore DAP di Brindisi: Dott. Elio Calabrese Dirigente: Dott. Annamaria Dagnano Progettista: Dott. Geol. Stefano Margiotta Aspetti botanici e faunistici: Dott.ssa Patrizia Lavarra Brindisi, Gennaio

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