IL PROGETTO MIGRANT FRIENDLY HOSPITALS NELLA REGIONE VALLE D AOSTA
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- Nicoletta Bellini
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1 IL PROGETTO MIGRANT FRIENDLY HOSPITALS NELLA REGIONE VALLE D AOSTA 3 Laboratorio formativo progettuale Reggio Emilia, gennaio 2009
2 ANALISI DEL CONTESTO DATI STATISTICI Fonte: Dossier Caritas Migrantes 2008 Popolazione straniera residente in VdA a fine 2007 n ,2% della popolazione residente ( ab) + 19,3% rispetto al 2006 (aumento di giovani e donne) Principale fascia di età: compresa tra 18 e 39 anni. Donne 52% Provenienza: 48% da Paesi dell Est europeo (rumeni, oggi neocomunitari) 38% da Paesi extra UE (Albania, Marocco, Tunisia, Algeria) Più scarsa la presenza di stranieri provenienti da America Latina (Rep. Domin., Brasile) e Asia (Cina e India) Gli alunni stranieri Iscritti nell anno scolastico 2007/ (6,8% sul totale studenti) (+0,7% rispetto all anno precedente) 51% dal Maghreb segue Europa Est Il 79,5 % degli studenti stranieri frequenta scuola materna e dell obbligo Il 20,5 % la scuola superiore
3 DATI STATISTICI Fonte: Dossier Caritas Migrantes 2008 Mercato del lavoro La VdA ha il tasso di disoccupazione tra i più bassi in Italia Gli occupati stranieri a fine 2007 sono 5925 (11,8% del totale occupati) Settori: turistico-alberghiero (33%) e costruzioni (22,4%), industria (18%), agricoltura (5%), commercio al dettaglio (4,5%) Paesi di origine dei lavoratori Romania (21,2%) - Marocco (17,1%) - Albania (8%) Polonia (4%) - Detenuti stranieri nel carcere di Brissogne Solo il 25% dei reclusi è di nazionalità italiana (circa 250 detenuti) 75% sono stranieri, la maggior parte irregolari Agenzia del lavoro, CCIE, Associazioni Volontari del carcere forniscono mediazione culturale e promuovono corsi di formazione e alfabetizzazione, anche se la situazione resta difficile.
4 Tipologie di intervento a seguito dell analisi dei bisogni: 1. Informativi / formativi 2. Strutturali Gennaio 2000 SISI (Sportello Informativo Salute Immigrati) Altri soggetti coinvolti: Assessorato Sanità/ Politiche Sociali CCIE Aosta, Caritas Diocesana, Questura /Uff. Immigraz., Difensore Civico. Sede Presso l URP Sede Centrale USL Aosta Compiti 1- informazioni in materia sanitaria (norme, adempimenti) in rete con altri soggetti 2. Rilascio codici STP (centro unico regionale) 3. Preparazione e distribuzione materiale informativo (pieghevoli tradotti, sito web Dal 2000 al 2006: rilasciati circa 650 codici STP : circa 100
5 Novembre 2002 Ambulatorio di medicina di base per i migranti Compiti Fornisce assistenza sanitaria agli stranieri temporaneamente presenti e privi di permesso di soggiorno: visite di base, rilascio impegnative per visite specialistiche e esami strumentali, prescrizione farmaci Sede Presso ambulatorio di Medicina Generale Ospedale regionale Aperto un pom la settimana Gli accessi 2004: : : : 100/120
6 Anno 2003 Attivazione servizio di mediazione interculturale nelle sedi sanitarie In fase iniziale presso Ostetricia e Ginecologia Esteso anche alla sede di viale Ginevra presenti 5 gg alla settimana Presenti anche presso le strutture socio- sanitarie territoriali ATTIVITA Sportello: orientamento e informazione Mediazione linguistico-culturale nei reparti Contributi alla comunicazione interculturale e Alla formazione (opuscoli in lingua, percorsi form.) I mediatori sono iscritti in un albo regionale previo training formativo
7 L integrazione dei bambini nelle scuole e il servizio di mediazione interculturale TAVOLO UNICO PER LE POLITICHE MIGRATORIE Coordinato Assessorato regionale Sanità e Politiche Sociali Rappresentanti di EE.LL Sovrintendenza Studi Agenzia del lavoro Azienda USL Progetti di accoglienza e integrazione di bambini stranieri nelle scuole e nel nuovo ambiente di vita (la scuola, la biblioteca, il consultorio, i servizi,..) Coinvolgimento di famiglie e altre istituzioni. Supporto del servizio di mediazione Finanziamento regionale ai progetti CONSIGLIO TERRITORIALE PER L IMMIGRAZIONE
8 Attività di formazione : Antropologia medica Corso sulla comprensione del dolore e della sofferenza in prospettiva transculturale rivolto soprattutto a pazienti immigrati Strutture coinvolte (9 medici. 17 infermieri, 3 FKT e 3 psicologi) Pronto Soccorso Riabilitazione Oncologia Terapia antalgica Pediatria Obiettivi del corso Favorire interazione medico-paziente Analizzare gli eventi clinici sotto il profilo della narrazione (percezione del dolore negli stranieri) Raccogliere ed esaminare le diverse percezioni dei medici riguardo al dolore I risultati sono stati pubblicati in un volume, presentato pubblicamente
9 Attività di formazione Lo studio pilota del 2004 ha dimostrato l efficacia dell approccio antropologico per migliorare la percezione del dolore, sulla base delle differenti culture e dei diversi linguaggi Nel 2005 fatta una valutazione, a mezzo questionario, nelle strutture coinvolte, per verificare l efficacia dell intervento 31 marzo 2007 Convegno regionale : L Uomo, il Migrante, i suoi bisogni di Salute momento di analisi e confronto tra tutti i soggetti che in Valle d Aosta operano nel settore
10 GUIDA ALL ASSISTENZA ASSISTENZA SANITARIA AI CITTADINI STRANIERI Realizzata in italiano, francese, inglese, arabo, cinese, russo con il concorso delle altre istituzioni regionali Contenuti Normative sanitarie Adempimenti amministrativi Strutture e servizi (SISI, ambulatorio) Indirizzi utili (istituzioni, associazioni, ecc.)
11 Progetto di mediazione culturale in ospedale Obiettivo: accrescimento negli operatori sanitari della consapevolezza dell importanza degli aspetti etnici e culturali anche nella pratica clinica, rafforzando il ruolo dell ospedale nella promoz. della salute dei cittadini stranieri (sotto utilizzo del mediatore, più come ponte linguistico che culturale) OBIETTIVI PER UTENTI STRANIERI Creare le condizioni perché possano esprimere i propri bisogni, dubbi, richieste a fronte di una corretta comprensione Assicurare un contesto in cui percepiscano che la diversità etnica e culturale non è un limite, una barriera, ma una ricchezza Migliorare la conoscenza e l utilizzo dei servizi OBIETTIVI PER GLI OPERATORI SANITARI Fornire strumenti per capire e farsi capire per gestire l incontro clinico personalizzato Favorire l individuazione di criticità e la ricerca di soluzioni per migliorare i processi Accrescere il valore della cultura della differenza e favorire relazioni che tengano conto delle diversità culturali e non solo linguistiche Valorizzare il ruolo del mediatore interculturale
12 Progetto di mediazione culturale in ospedale Destinatari: (per ragioni numeriche e strategiche) Dipartimento materno-infantile Dipartimento salute mentale (ruolo strategico per successive attività di formazione) Ambulatori generali (medici, caposala, infermieri, ostetriche, psicologi) TRE MODULI: La mediazione interculturale (tenuto dal mediatore) Le differenze culturali e le criticità relazionali nel contesto sanitario L antropologia medica Soggetti coinvolti: Cooperativa che gestisce i mediatori Centro Comunale Immigrati Extracomunitari Associazioni di stranieri presenti in Valle d Aosta Valutazione: Indicatori di processo (n. richieste intervento mediatore, ambito di intervento, verifica del gradimento del corso) Indicatori di risultato (analisi delle schede di intervento del mediatore)
13 PROGETTO TRANSCULTURALITA 2009 Premessa Gli interventi già realizzati sul tema della intercult. rivelano che è ancora insufficiente la competenza del personale a identificare e capire l esperienza della sofferenza secondo diversi modelli etnici e culturali. Permangono atteggiamenti di chiusura, nonostante la sempre maggiore presenza, in azienda, di lavoratori stranieri Le barriere linguistiche e culturali della comunicazione, limitano l accesso e l uso appropriato dei servizi e sono causa di livelli inferiori di qualità delle cure e dell assistenza Risultati di salute peggiori Obiettivo del progetto Avviare un processo fondato sulla necessità di un cambiamento culturale che coinvolga l intera organizzazione. Nuova prassi di lavoro volta a fare assumere, dall intero sistema sanità con cui lo straniero entra in contatto, la responsabilità della mediazione. Ogni operatore è chiamato a mediare a secondo del proprio ruolo
14 PROGETTO TRANSCULTURALITA 2009 Il cuore del progetto Creare la consapevolezza della necessità di dotarsi di chiavi di lettura utili per la gestione delle differenze culturali e il governo della complessità delle relazioni che la mediazione produce Fase 1 Costituzione di un gruppo di progettazione e monitoraggio 5 soggetti + consulente esterno Fase 2 Ascolto degli operatori Raccogliere testimonianze su fatti realmente accaduti all interno dell ospedale Analisi di come state affrontate le differenze culturali da parte degli operatori Esame del vissuto degli operatori sanitari Ciò al fine di favorire la personalizzazione ed evitare generalizzazioni e stereotipi nell approccio
15 PROGETTO TRANSCULTURALITA 2009 Fase 3 Corso di formazione Obiettivo: creare un gruppo di ATTIVATORI / FACILITATORI della transculturalità Trasferibilità dello stesso in altri ambiti (scuole, EE.LL)?? 1 step: breve percorso formativo destinato al gruppo di progetto per definire impianto e traiettorie di sviluppo 2 step: individuazione di n operatori, di diversi settori, specificatamente individuati (motivazione, caratteristiche individuali, sensibilità al tema, capacità comunicative, ecc.): area territoriale, Dip. materno-inf, MMG, mediatori. Attività favorire la sensibilizzazione e il processo di maturazione collettiva diffondere le buone prassi contribuire alla valorizzazione del ruolo e dell azione del mediatore favorire il percorso di inserimento e comprensione della nuova realtà ospitante (ospedale, consultorio, ambulatorio, ecc.) prendere in carico le difficoltà relazionali e di integrazione
16 FINITO! Grazie
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