Quaderno n 4 ABRUZZO. Consulenza tecnica di Emilio Lagrotta e di Donato Sabato

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4 Quaderno n 4 ABRUZZO Consulenza tecnica di Emilio Lagrotta e di Donato Sabato

5 APPROCCIO AL PROBLEMA L Abruzzo è una regione ricca di acqua e con risorse di grandissimo interesse in quanto scaturiscono in aree generalmente poco antropizzate e quindi ancora parzialmente integre. Gran parte delle acque sopra descritte viene oggi utilizzata per il suo approvvigionamento idrico e soprattutto per la produzione di energia elettrica, invece le sorgenti di alta quota sono ancora disponibili per l ambiente in quanto l acqua non è stata sfruttata per altri usi. È tra le regioni centro-meridionali quella che presenta maggiore somiglianza con il paesaggio alpino per l esistenza di massicci montuosi di grande altezza ed estensione che determinano abbondanza di acque sorgive. I tre grandi fiumi abruzzesi Vomano, Pescara e Sangro è stato accertato che immettono a mare oltre 2,7 miliardi di mc di acqua ogni anno.* Tale enorme quantità di risorsa potrà essere utilizzata, nel futuro, prioritariamente per migliorare nel territorio abruzzese la distribuzione idrica nel settore civile oltre che per l irrigazione che a volte è carente ed insufficiente. Una parte di questa risorsa, in quantità molto esigua rispetto alla disponibilità, cioè in misura inferiore al 10%, potrebbe essere utilizzata attuando, con rinnovato slancio, un concreto atto di federalismo solidale che risolva i gravosi problemi di una regione come la Puglia che, non avendo corsi di acqua naturali o artificiali, ha notevoli problemi per l approvvigionamento dell acqua e conseguentemente produrre benefici per l Abruzzo che vedrebbe riconosciuto, nella Legge Obiettivo, notevoli finanziamenti compensativi finalizzati al miglioramento ambientale e strutturale del suo territorio. La Regione Abruzzo, già nel 1983, aveva dato un assenso di massima alla ipotesi progettuale della Cassa per il Mezzogiorno, nel P.S. 14, che prevedeva un grande acquedotto scavalcante il Molise da realizzarsi in massima parte in galleria con adduzione in serbatoi artificiali. L idea venne accantonata per gli alti costi previsti e per i lunghissimi tempi di esecuzione dei lavori. Nel 1999 la società Binnie Black & Veatch BBV ha riproposto il problema con soluzioni innovative, prevedendo un acquedotto sottomarino per trasportare acqua verso la Puglia, dopo aver incanalato i fiumi Vomano, Pescara e Sangro. *Studio di fattibilità della regione Abruzzo 3

6 Il prelievo non presenza conseguenze ambientali negative soprattutto per la esiguità, meno del 7% dei totale dei deflussi a mare.* Nel settembre 2001 la Regione Abruzzo ha affidato l incarico alla BBV di redigere studio di fattibilità. Il tempo di esecuzione dei lavori relativi ad una canna sottomarina delle tre previste dal progetto BBV è di circa un anno dall inizio dei lavori con trasporto di 105milioni di mc l anno. Oggi tale progetto è all attenzione del Ministero delle Infrastrutture e delle due regioni interessate. La delibera CIPE n. 121/2002 ha recepito tale problema inserendo nella Legge Obiettivo la realizzazione di tale opera che perciò diventa di interesse nazionale, potendo essere finanziata totalmente o almeno in parte dallo Stato. La stessa delibera CIPE assegna all Abruzzo una serie di opere di risanamento ambientale e strutturale dei fiumi nonché il riefficientamento di reti idriche ed irrigue ubicate lungo il corso del Vomano, Pescara e Sangro. Conseguendo così il reciproco vantaggio, per la Puglia di risolvere i gravi problemi di deficit di acqua in Capitanata e nelle aree centrali, in particolare del Nord-barese e per l Abruzzo di conseguire il risanamento dei suoi corsi di acqua ed il miglioramento di efficienza delle strutture idriche ed irrigue esistenti. L Abruzzo ha dimostrato di sapere affrontare tale importante problema con spirito di autentico solidarismo nella consapevolezza che il soddisfacimento dei bisogni primari tra le regioni del Sud è prioritario rispetto a qualsiasi ipotesi di sviluppo. Le pagine che seguono dimostrano peraltro che tale convinta solidarietà è commisurata a volumi di acqua che non incideranno sul futuro sviluppo socio-economico della Regione Abruzzo e che la salvaguardia ambientale di Parchi e degli eco-sistemi fluviali esistenti dentro e fuori della montagna abruzzese viene assolutamente rispettata. ASPETTO FISICO E SORGENTI L abbondanza e la ricchezza delle sorgenti alimentate dal Massiccio del Gran Sasso determinano deflussi dei fiumi e torrenti di tipo perenne e non stagionale, come accade invece per tutti gli altri corsi d acqua sfocianti nell Adriatico e nello Ionio, che *Studio di fattibilità della regione Abruzzo 4

7 hanno un regime torrentizio con piene prorompenti nelle stagioni piovose, mentre rimangono asciutti in estate. La distribuzione delle sorgenti rispetto ai valori della portata media è appresso riportata: n. sorgenti portata media (1/s) portata media tot < , , , , , ,4 13 > ,4 La dislocazione delle sorgenti rispetto alla quota è la seguente: n. sorgenti quota (m s.1.m.) portata media tot. 738 < , , , , ,6 385 > ,9 La portata complessiva delle sorgenti più significative con oltre 5 1/sec raggiunge la ragguardevole cifra di oltre /sec, pari a oltre metri cubici annui. Inoltre, numerose sorgenti sono situate a quote elevate e ciò rappresenta un pregio notevole ai fini dello sfruttamento per gli usi più disparati. L esistenza di tante numerose e copiose sorgenti si deve alla particolare geomorfologia dell Abruzzo, che si considera diviso in tre fasce, che partendo da ovest, sono così individuate: una fascia montuosa costituita da grandi massicci; una fascia pedomontana collinare estesa tra la catena appenninica e il mare Adriatico; una fascia costiera stretta, interrotta da varie alture. La prima fascia è la più interessante sotto il profilo idrologico per la presenza dei più notevoli massicci dell Appennino, tra cui si annoverano il Gran Sasso con la punta più 5

8 alta di metri s.l.m., la Maiella con la vetta di Monte Amaro oltre metri s.l.m., il Velino che si eleva fino a metri s.l.m., i monti della Lega elevati fino a metri s.l.m. e il Morrone alto metri s.l.m.. La fascia montana è caratterizzata da un tipico paesaggio carsico dovuto alla frattura della roccia calcarea di cui sono costituiti i massicci. Le acque di pioggia tendono a penetrare all interno delle masse rocciose, formando vie di comunicazione sotterranee. Ne deriva una scarsità o assenza di idrografia superficiale. Sono inoltre presenti forme tipiche di questo paesaggio: le doline, le cavità sotterranee, gli altopiani, le valli carsiche e i fiumi sotterranei. I massicci montuosi presentano profonde gole e ampi altopiani. Le gole sono veri e propri tagli nella roccia calcarea occupati dal letto di un corso d acqua; casi esemplari di questo fenomeno sono le gole di Celano, Popoli e Sagittario. Gli altopiani, in genere coltivati a pascolo e sempre di carattere carsico, sono rilievi formati da estese superfici suborizzontali delimitate da ripide scarpate. La conservazione delle superfici suborizzontali si possono spiegare considerando la mancanza di un idrografia superficiale, che eserciti azione di erosione lineare. In Abruzzo, questi altopiani si trovano ad altezze variabili tra i 1000 e i 1500 m s.l.m.. Il più grande di questi è quello di Campo Imperatore. La forte penetrazione delle acque di pioggia nelle rocce carsiche della fascia interna comporta da un lato una circolazione idrica sotterranea molto cospicua con le manifestazioni sorgive sui lati dei massicci montuosi, dall altro l attenuazione del ruscellamento con conseguente riduzione delle piene. Sono stati tentati bilanci idrologici per molte unità idrogeologiche a dimostrazione del prevalere delle infiltrazioni rispetto alla circolazione superficiale. Si riportano i bilanci per il Massiccio Gran Sasso Sirente e i massicci Morrone-Genzana-Greco, che sono rispettivamente: Massiccio Gran Sasso Sirente superficie km 2 piogge 993,2 mm/anno evaporazioni 330,9 mm/anno pioggia efficace 662,3 mm/anno acqua caduta 929c10 8 m 3 /anno 6

9 ruscellamento infiltrazione (entrate) portate sorgenti travasi esterni (interscambi) 102x10 8 m 3 /anno 827x10 3 m 3 /anno 689x10 8 m 3 /anno 155x10 8 m 3 /anno Massiccio Morrone Genzana Greco superfici 549 km 2 piogge 1.227,8 mm/anno evapotranspirazione reale 479,4 mm/anno pioggia efficace 748,4 mm/anno acqua caduta 411x10 8 m 3 /anno ruscellamento 41x10 8 m 3 /anno infiltrazioni (esterne) 370x10 8 m 3 /anno portate sorgenti 297x10 8 m 3 /anno travasi esterni (interscambi) 73x10 8 m 3 /anno Rispetto all acqua effettivamente caduta e non evaporata, quella che ruscella sul terreno e quindi finisce nei fiumi e torrenti per alimentare le piene sono poco oltre il 10%, cioè molto modesta. Da ciò discende che le piene disastrose sono alquanto rare. La fascia pedomontana ha le caratteristiche morfologiche tipiche delle zone collinari. Tale fascia è costituita da un substrato per lo più argilloso che ha favorito la diffusione di fenomeni di dissesto dovuti al dilavamento delle acque superficiali, quali i calanchi. Questi danno luogo a numerose e fittissime vallecole, confluenti in alvei maggiori. Tali particolari forme geomorfologiche si ritrovano più o meno in tutti i territori, in alcune zone allo stato quiescente, ma in maggior parte allo stato attivo. I calanchi più famosi per estensione sono sicuramente quelli di Atri nel Teramano. La fascia costiera si sviluppa lungo il margine esterno di una serie di rilievi collinari interrotti da torrenti che scendono a mare. A nord il litorale risulta stretto. Da torre Macchia a Punta Penna la costa è alta, con la presenza di brevi spiaggette ghiaiose e sabbiose. In corrispondenza della foce del fiume Sangro la costa alta è interrotta da un ampio litorale sabbioso. La fascia costiera è caratterizzata da formazioni argillo-marnose e sabbioso-conglomeratiche. 7

10 LE CENTRALI IDROELETTRICHE Il territorio dell Abruzzo è caratterizzato dalla presenza di un numero notevole di centrali idroelettriche a riprova dell abbondanza di acqua prodotta. Molti impianti sono ad acqua fluente, perché sfruttano le portate ragguardevoli, che naturalmente scorrono nei fiumi e torrenti. Quando, per la continuità della produzione è necessario costituire accumuli di acqua, questi di solito non hanno grande capacità e si riducono a grosse vasche di compenso, ad eccezione dell invaso di Campotosto, situato nell alto corso del Vomano. I principali invasi a scopo idroelettrico realizzati lungo i corsi d acqua sono: Invaso di Campotosto, alimentante la centrale di Provvidenza, nell alto corso del Vomano sbarrato da tre dighe della capacità di circa 315x10 6 metri cubici all anno, con funzione di regolazione pluriennale, alimentato oltre che dalle acque fluenti del bacino sotteso anche da due canali di gronda con prese in altri corsi d acqua; Invaso di Provvidenza pure nella parte alta del Vomano ad oltre 1000 metri di quota, che alimenta la centrale idroelettrica di S. Giacomo; Invaso di Piaganini, alimentante la centrale idroelettrica di Montorio, sito a valle della confluenza del Rio Arno, che raccoglie le acque scaricate dalla centrale S. Giacomo e quelle fluenti del Vomano nel tratto a valle del serbatoio di Provvidenza con capacità di 0,3x10 6 mc annui; Invaso S. Domenico sul torrente Sagittario a valle del Lago naturale di Scanno di modesta capacità, che alimenta la centrale idroelettrica di Sagittario: Invaso di Calta, sempre nel bacino del sagittario, di modeste dimensioni che alimenta la centrale idroelettrica di Anversa; Invaso di S. Pettorano sul Gizio, che alimenta la centrale idroelettrica di Forma del Campo; Invaso di Gizio sul torrente omonimo, che alimenta la centrale idroelettrica di Pietra Regia; Invaso di Bolognano su un affluente del Pescara, che integra le portate fluenti della centrale idroelettrica di Pescara 2 salto; Invaso di Alanno sul Pescara, che alimenta l impianto idroelettrico di Pescara 3 salto; Invaso di Barrea sul Sangro, che alimenta l impianto idroelettrico di Villa S. Maria; Invaso di Casoli sul torrente Aventino, che unitamente all invaso di Bomba, alimen- 8

11 ta l impianto idroelettrico di S. Angelo; Invaso di Bomba sul Sangro della capacità di 64x10 6 mc annui, che alimenta l impianto idroelettrico di S. Angelo. Oltre alle centrali idroelettriche da invasi o vasche di compenso, molti impianti di produzione elettrica ricevono acqua direttamente dai fiumi o torrenti a mezzo di semplici traverse. Le centrali idroelettriche di tal tipo sono: Centrale di Molina; Tirino Medio; Tirino Inferiore; Pescara 1 Salto; Pescara 2 Salto; Pescara 3 Salto; Pescara 4 Salto; Scolelle; Scafa; Taranta Peligna; Lama Peligna; Aventino; Fara S. Martino; Zecca; Luceto; SISTEMA IDRICOPOTABILE E FABBISOGNI La regione Abruzzo ha delimitato. ai sensi dell art. 8 della Legge n. 36, sei ambiti territoriali denominati: Aquilano, Marsicano, Peligno Alto Sangro, Pescarese, Teramano e Chietino. I principali acquedotti di Abruzzo sono riportati nel prospetto 1. Aquilano Chiarino-Acqua Oria-Gran Sasso Sud-Ferriera-Rio Pago 2. Marsicano Verrecchie-Rio Pago-Ferriera-Riosonno Pantanecce 3. Peligno Alto Sangro Gizio Fonte Surriente Ferriera 4. Pescarese Ruzzo Gran Sasso Sud Vomano 5. Teramano Ruzzo Gran Sasso Sud Vomano 6. Chietino Verde Avello Sinello Rocca di Ferro Capovallone 9

12 Di ogni acquedotto comprensoriale si forniscono alcune brevi notizie: ACQUEDOTTO DEL CHIARINO L acquedotto del Chiarino utilizza le omonime sorgenti situate sul fianco occidentale del Gran Sasso, a quota 1330 m s.l.m.. Inizialmente l acquedotto era destinato a servire la città di l Aquila, successivamente è stato indirizzato alle sue frazioni ed altri Comuni dell Alta Valle dell Aterno, quali Tornimparte, Scoppito e Lucoli. Lungo l adduttrice esistono varie opere d arte di particolare interesse, tra cui il ponte sospeso con funi metalliche sul lago Provvidenza con luce di 80 metri. Per servire Capo Felice è stata realizzata una condotto elevatoria, con una prevalenza di 590 metri. ACQUEDOTTO DI ACQUA ORIA L acquedotto utilizza le acque sotterranee della sorgente Acqua Oria ed è interconnesso con quello del Chiarino e del Gran Sasso Sud. La captazione delle acque avviene mediate n. 9 pozzi. L acquedotto è fondamentalmente costituito da una condotta premente dal campo pozzi sino al piezometro di Monte Caliglio e da una condotta adduttrice fino alla città di l Aquila. L ACQUEDOTTO DEL GRAN SASSO SUD La galleria autostradale del Gran Sasso ha intercettato per un lungo tratto gli acquiferi del massiccio carbonatico che sono stati drenati con opportune opere. L acqua drenata dalla galleria ha costituito una nuova cospicua riserva, che si trova a quota elevata e quindi è più preziosa. Siccome il tratto autostradale può comportare pericolo di inquinamento delle acque drenate, è stato studiato e costruito nel versante aquilano, un sistema di dispositivi che fanno sistematicamente intercorrere fra il prelievo dell acqua dalle gallerie e l immissione negli acquedotti con un certo intervallo di tempo, che consente di interrompere il flusso in caso di contaminazione dell acqua. Tale sistema consiste nella costruzione di n. 6 vasche di contenimento vuotate in successione e dopo che le acque stesse sono rimaste isolate per un tempo prefissato. Il sistema è asservito ad un impianto di telecontrollo e telecomando. 10

13 Tutte le opere suelencate sono situate in una galleria laterale a quella autostradale. La condotta adduttrice è interconnessa con gli acquedotti Acqua Oria e Ferriera. ACQUEDOTTO FERRIERA L acquedotto Ferriera alimenta di acqua vaste zone ricadenti nelle valli del Giovenco e dell Arteno, nella piana di Navelli e nel bacino del Fucino con una rete di condotte di 440 km ed è interconnesso con quello del Gran Sasso Sud. L acquedotto utilizza le sorgenti La Ferriera e Pulciara che scaturiscono a quota alta oltre metri s.l.m. Le acque captate vengono sollevate in una vasca di carico mediante una turbina azionata direttamente da adeguate sorgenti. La condotta adduttrice attraversa lo spartiacque tra le valli del Giovenco e dell Alterno a mezzo di una galleria lunga 540 metri. Lungo il percorso sono inseriti diversi impianti di sollevamento tra cui notevole quello a servizio di Santo Stefano di Sessanio con una prevalenza di circa 550 metri. ACQUEDOTTO RIO PAGO L acquedotto Rio Pago alimenta i centri turistici di Ovindoli, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Celano. Le acque della sorgente Rio Pago sono captate mediante un campo pozzi presso Ovindoli. Fondamentalmente l acquedotto è costituito dalla condotta premente dell Altopiano e per Celano. ACQUEDOTTO VERRECCHIE L acquedotto Verrecchie è alimentato oltre che dall omonima sorgente anche da quelle del Liri, le cui acque vengono sollevate, con una prevalenza di 250 metri in una vasca di carico. Gli abitati serviti sono Tagliacozzo, Carsoli, Capadocia, Sante Marie, Pereto, Pricola e Rocca di Botte e altri della Regione Lazio. L acquedotto ha uno sviluppo di circa 250 km. ACQUEDOTTO RIOSONNO L acquedotto Riosonno serve Avezzano nonché altri abitati della Marsica quali Capri- 11

14 stello Scurcola, Marsicana, Magliano dei Marsi e Massa d Albe ed è alimentato dalla sorgente omonima che scaturisce a quota 950 metri s.l.m., sul versante destro dell altra valle del Liri. L acquedotto è costituito da un adduttrice principale che collega le sorgenti al serbatoio Incile di Avezzano e da un adduttrice secondaria a servizio di Scurcola Marsicana, Magliano dei Marsi e Massa d Albe. L adduttrice principale attraversa i monte Aurunzo e Salviano mediante due gallerie, lunghe rispettivamente e 450 metri. Poiché la sorgente Riosonno è soggetta ad intorbidimento, l alimentazione dei centri abitati serviti, nei periodi di emergenza, è assicurata dall acquedotto di Trasacco, che utilizza le acque sotterranee della Piana del Fucino prelevate mediante pozzi. ACQUEDOTTO PANTANECCE L acquedotto Pantanecce ricade interamente nella vallata del Liri ed alimenta il territorio compreso fra Morino e Balsorano. L adduttrice principale è stata realizzata su un tracciato ricadente per la massima parte lungo le linee spartiacque da cui hanno origine le condotte di diramazione verso i centri serviti. ACQUEDOTTO DEL GIZIO L acquedotto del Gizio è alimentato dalle acque delle omonime sorgenti che scaturiscono al piede del versante nord-est del monte Argatone, nei pressi del centro abitato di Pettorano sul Gizio. L acquedotto serve sette comuni della Valle Peligna, tra cui Sulmona. La captazione avviene in galleria. ACQUEDOTTO FONTE SURIENTE L acquedotto Fonte Suriente è alimentato dalle acque scaturenti alla confluenza fra il torrente Rasine e il fiume Sangro. I principale centri serviti sono Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo e Castel del Sangro. L acquedotto è stato integrato da un campo pozzi a ridosso del Sangro, le cui acque sono trattate in un impianto ad ozono. 12

15 ACQUEDOTTO RUZZO GRAN SASSO NORD L acquedotto del Ruzzo serve quasi tutti i Comuni della provincia di Teramo ed è alimentato da sorgenti scaturenti dal massiccio del Gran Sasso. I gruppi sorgivi Ruzzo, Peschie, Piscine, Fossacieca e Mescatore sono collegati da un unica galleria per la presa e l adduzione delle acque. L acquedotto sviluppa circa 900 km di condotte, ed è interconnesso anche con quello di Giardino L ACQUEDOTTO DEL TAVO L acquedotto del Tavo approvvigiona i centri delle vallate del Tavo e Fino compresi fra il Gran Sasso ed il mare ed è alimentato dalla sorgente Mortaio d Angri e dalla sorgente Vitella d Oro. Lo sviluppo delle condotte ha raggiunto i 290 chilometri. Quando le sorgenti sono in morbida, le acque vengono addotte fino al litorale fra Montesilvano e Silvi. ACQUEDOTTO DEL GIARDINO L acquedotto del Giardino rappresenta l opera idrica più importante del sistema acquedottistico abruzzese per portata e caratteristiche tecniche. L acqua alimenta tutti gli abitati della Val Pescara, tra cui Chieti, Pescara e il tratto di costa della provincia di Pescara. L adduttrice principale si sviluppa in destra del Pescara dall abitato di Popoli sino alla città di Pescara per oltre 50 km. Lungo il percorso sono realizzati impianti di sollevamento e rilascio di notevole potenza come quello di Chieti Scalo e Pescara Gesuiti. L acquedotto è interconnesso con quelli del Vomano, del Ruzzo, del Tavo e della Val di Foro. ACQUEDOTTO VAL DI FORO L acquedotto Val di Foro realizzato intorno al 1920, utilizzava alcune scaturigini dell Alta Val di Foro con una portata limitata ed era a servizio di Miglianico, Tollo, Ortona, Francavilla e Pescara. L acquedotto è stato fortemente potenziato circa una trentina di anni fa ed ora convoglia circa 600 1/sec. 13

16 L adduttrice si sviluppa in sponda sinistra del fiume Foro e serve in aggiunta ai centri di cui sopra anche gli abitati di Bucchianico e Ripa Teatina. L acquedotto è interconnesso con quelli di Giardino, del Verde e dell Avello. ACQUEDOTTO VOMANO L acquedotto attinge l acqua da una serie di pozzi scavati nel subalveo del fiume Vomano. L acqua viene sollevata in una vasca di carico e immessa in due adduttrici, quella sud a servizio di Pineto e quella nord a servizio del Roseto, Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro. L acquedotto del Vomano è interconnesso con quelli del Ruzzo, del Tavo e del Giardino. ACQUEDOTTO DEL VERDE L acquedotto del Verde è per imponenza secondo solo a quelli di Giardino ed è alimentato dalle omonime sorgenti, la portata convogliata supera i /sec. Di particolare interesse sono le gallerie di derivazione. L adduttrice principale si sviluppa sulla direttrice Fara San Martino Casoli. Dal partitore di Casoli a pelo libero hanno origine le adduttrici nord e sud, che alimentano gran parte dei Comuni della provincia di Chieti. L adduttrice nord si sviluppa da Casoli fino a Vasto - San Salvo. L acquedotto è interconnesso con quelli della Val di Foro, dell Avello e del Sinello ACQUEDOTTO DELL AVELLO L acquedotto dell Avello, realizzato appena dopo il primo conflitto mondiale, alimentava i centri di Pennapiedimonte, Guardiagrele, Orsogna, Ortona ed altri 15 Comuni del circondario utilizzando le acque sorgive localizzate nell omonimo vallone. Successivamente tale acquedotto è stato destinato a servire i soli centri montani, trasferendo gli altri all acquedotto del Verde. L acquedotto è costituito da un adduttrice primaria dal bottino delle sorgenti fino al serbatoio di Orsogna e da una serie di diramazioni secondarie a servizio di Palombaro, Casacanditella, Guardiagrele e Casoli. ACQUEDOTTO DEL SINELLO L acquedotto del Sinello alimenta i comuni dell Alto Vastese. 14

17 L acquedotto, che è interconnesso con quello del Verde, è costituito da un adduttrice principale, che dalle sorgenti adduce acque verso nord e sud, rispettivamente per Tornareccio e Lentella, mentre un ramo secondario raggiunge i centri di Celenza sul Trigno e San Giovanni Lipioni. ACQUEDOTTI MINORI Oltre agli acquedotti citati, importanti per sviluppo e portata, sono presenti anche acquedotti minori, tra cui: l acquedotto di Nora che utilizza la sorgente Pietra Rossa, a servizio di diversi Comuni dell alto pescarese tra cui Civitaquana, Catignano, Cugnoli, Pietranico, Nocciano, Alanno, ecc.; l acquedotto di Rocca di Ferro a servizio di alcuni centri dell alto chietino (Roccamontepiano, Casalincontrada, Bucchianico ecc.); l acquedotto Capovallone che utilizza l omonima sorgente posta alle pendici dei Monti Pizzi di Palena ed alimenta diversi centri montani fra i quali Palena, Torricella Peligna, Roccascalegna e Gessopalena. La Sogesid, che ha effettuato la ricognizione delle opere idriche in Abruzzo, da cui sono state attinte molte notizie innanzi riportate, ha riassunto la situazione infrastrutturale, suddivisa per i sei ATO e riguardanti la captazione, adduzione, distribuzione con i relativi impianti di sollevamento e serbatoi di acqua, come segue: Pozzi Sorgenti Addutrici Serbatoi Sollevamenti Reti di distribuzione n. n. n. km n. mc. n. kw. n. km. Ato n. 1 Aquilano Ato n. 2 Marsicano Ato n. 3 Peligno-Alto Sangro Ato n. 4 Pescarese Ato n. 5 Teramo Ato n. 6 Chietino TOTALI Dalla stessa ricognizione della Sogesid, emerge il seguente quadro dei volumi d acqua 15

18 prodotto internamente agli ATO: VOLUMI PRODOTTI INTERNAMENTE ALL ATO (mc/a) da pozzi da sorgenti da corsi di d acqua TOTALE PRODOTTO Ato n. 1 Aquilano Ato n. 2 Marsicano Ato n. 3 Peligno - Alto Sangro Ato n. 4 Pescarese Ato n. 5 Teramano Ato n. 6 Chietino TOTALI Dalla ricognizione emerge anche che i volumi di acqua trasferiti in altre regioni superano quelli introitati di mc/anno, per cui l acqua utilizzata a scopo potabile in Abruzzo ammonta a ( ) = mc/anno. Tale volume corrisponde ad una portata media istantanea di /sec, mentre la portata relativa al giorno di massimo consumo prevista all anno 2030 dalla variante al P.R.G.A. dell Abruzzo è di /sec. Pertanto si ha un deficit all anno 2030 di i/sec, concentrata essenzialmente nelle zone costiere per le presenze turistiche nella stagione estiva. Si tratta di potenziare l approvvigionamento di acqua di natura stagionale. L integrazione degli acquedotti esistenti avverrà con prelievo di acqua dai fiumi, pur essendo ancora disponibili copiose risorse sorgive. Il P.R.G.A. prevede di riservare a scopo potabile dai fiumi acqua da potabilizzare con derivazione rispettivamente di 1,6 2,5 mc/sec per il Vomano, 2,8 3,9 mc/sec per il Pescara, 0,5 1,8 mc/sec per il Sangro nelle sezioni e con gli impianti di potabilizzazione appresso riportati: fiume Vomano: derivazione della condotta forzata nei pressi della centrale di Piaganini. Il primo lotto del potabilizzatore per 0,73 mc/sec e le condotte di interconnessione con gli schemi acquedottistici della provincia di Teramo sono stati realizzati e sono in esercizio; fiume Pescara: la derivazione in corrispondenza della centrale 4 salto ed il 1 lotto del potabilizzatore per 1,0 mc/sec, nonché le condotte di adduzione, sono in fase di costruzione; 16

19 fiume Sangro: è prevista la costruzione del potabilizzatore con derivazione da una sezione prossima alla centrale idroelettrica di Sant Angelo. Lo stesso P.R.G.A. indica che l uso delle acque potabilizzate di cui sopra è limitata ai mesi estivi, quando massiccia è la presenza sulla costa adriatica. Tranne per il Vomano, da cui in futuro potrebbero essere derivati consistenti volumi di acqua per l estensione dell irrigazione, il prelievo di acqua dal Pescara e dal Sangro per usi potabili non pone alcun problema, date le notevoli portate defluenti. BACINI IDROGRAFICI E DOMANDA PER USO INDUSTRIALE I fabbisogni idrici ad uso industriale all anno 2016 furono oggetto di uno studio negli anni scorsi da parte della soppressa Agenzia per la Promozione dello Sviluppo del Mezzogiorno. Le brevi notizie, riportate in seguito, sono tratte da tale lavoro, in assenza di aggiornamenti attuali. Furono considerate sia le industrie ricadenti all interno dei nuclei ed Agglomerati Industriali che quelle ubicate al di fuori delle stesse aree. La Regione Abruzzo fu suddivisa nei bacini idrografici scaturenti dai tre fiumi più importanti, e raggruppando in cinque zone omogenee quelli derivanti dai corsi d acqua di minore importanza: VOMANO ATERNO PESCARA SANGRO ZONA 1 Tronto Vibrata Salinello Tordino ZONA 2 Piomba Saline Tavo Cerrano 17

20 ZONA 3 Alento Foro Dentolo Ariello Moro Feltrino Riccio ZONA 4 Osento Sinello Lebba Trigno Trieste ZONA 5 Turano Imele Liri Giovenca Complessivamente la superficie destinata a lotti industriali dai relativi Piani Regolatori risultò di ha, dei quali 2.067, pari al 58% circa, occupati da stabilimenti in esercizio, in costruzione, in programma o inattivi. Il consumo complessivo di acqua per usi industriali risultò di 156x10 6 metri cubici annui. I consumi maggiori si verificano nel bacino Aterno-Pescara con mc/anno, che corrispondono al 60% circa del consumo totale. Seguono la zona idrografica 3, a cui corrispondeva un consumo di mc/anno, di cui circa nel Comune di Chieti per la parte che scarica nel torrente Alento, la zona idrografica 5 con il consumo di circa mc/anno dovuti principalmente alla zona industriale di Avezzano, la zona idrografica n. 4 con mc di consumo da attribuire in massima parte al Comune di San Salvo. 18

21 Per quanto riguarda il numero degli addetti lo stesso censimento accertò il numero di Si cercò anche di calcolare il fabbisogno idrico al 2016 necessario a soddisfare le esigenze delle industrie, ma non si aveva conoscenza del numero delle aziende che si collocheranno dentro e fuori agli agglomerati industriali ed alla tipologia delle aziende stesse. Perciò, non essendo possibile formulare previsioni in tal senso nell elaborazione dello studio, la domanda idrica fu ricavata in relazione ai livelli di occupazione nell industria ed in base al consumo specifico di ogni addetto, proiettando i dati al La prima fase del lavoro consistette nella raccolta dati relativi agli insediamenti industriali presenti, censendo e catalogando per ogni Comune e per ogni agglomerato industriale il numero e il tipo di aziende presenti, il numero di addetti per tipo di aziende e i consumi di acqua totali e specifici per addetto e per tipo di attività. Per la determinazione del consumo specifico di acqua per addetto e per settore di attività industriale, l analisi fu svolta prima a livello di singolo Comune e poi mediando i risultati ottenuti in modo ponderale per tutta la Regione Abruzzo. Per la determinazione delle previsioni del consumo idrico alla proiezione temporale del 2016 fu ipotizzata la saturazione degli agglomerati industriali già in attività e fu previsto un incremento del 10% delle industrie localizzate fuori dagli agglomerati stessi. Si ritenne, infatti, che il grado di organizzazione ormai raggiunta dai nuclei industriali ed i servizi messi a disposizione degli operatori dovevano favorire lo sviluppo dell industria nei loro ambiti. All esterno degli stessi fu considerata qualche iniziativa ulteriore, pari al 10% di quelle in atto. Per ogni agglomerato quindi, utilizzando i dati acquisiti, fu calcolata la densità degli addetti per unità di superficie. Detto valore fu moltiplicato per la superficie ancora non occupata delle industrie, ottenendo il numero degli addetti massimo che potevano trovare occupazione nell industria. Al numero degli addetti così determinato fu applicato il consumo idrico specifico medio, valutato nell indagine svolta su tutta la Regione Abruzzo. 19

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