Istituto Alti Studi per la Difesa 65^ Sessione Ordinaria 13^ Sessione Speciale I.A.S.D.

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2 Istituto Alti Studi per la Difesa 65^ Sessione Ordinaria 13^ Sessione Speciale I.A.S.D. Intervento del Direttore della D.I.A. Dir. Gen. P.S. Arturo DE FELICE L ATTIVITA DELLA D.I.A. A TUTELA DELL ECONOMIA LEGALE. CONTRASTO AI PATRIMONI ILLECITI QUALE MOMENTO QUALIFICANTE PER LA SICUREZZA ECONOMICA DEL PAESE Roma, 26 febbraio 2014

3 SOMMARIO 1. PREMESSA 2. LEGISLAZIONE NAZIONALE DI CONTRASTO ALLA CRIMINALITA MAFIOSA ED ECONOMICA 3. LA D.I.A.: STRUTTURA ORDINATIVA, COMPITI E ATTIVITA SVOLTA A TUTELA DELL ECONOMIA LEGALE

4 1 PREMESSA

5 TREND EVOLUTIVO DELLA CRIMINALITA ORGANIZZATA DA CRIMINALITA TRADIZIONALE A ECONOMICA LOGICHE IMPRENDITORIALI CARATTERE TRANSNAZIONALE in linea con l evoluzione in senso globale dei mercati economici e finanziari. investimenti molteplici e multisettoriali anche in zone lontane dai luoghi d origine

6 MODUS OPERANDI DELLA CRIMINALITA ORGANIZZATA ATTIVITA DELITTUOSE ACCUMULO INGENTISSIME RISORSE FINANZIARIE REINVESTIMENTO NELL ECONOMIA LEGALE MEDIANTE CANALI SICURI ESIGENZA mettere al riparo gli illeciti profitti rendere invisibile il reinvestimento

7 LA CRIMINALITA ORGANIZZATA: DISPONE DI CAPITALI FINANZIARI A COSTO ZERO E TEORICAMENTE ILLIMITATI ACQUISISCE IN MODO DIRETTO/INDIRETTO IL CONTROLLO E/O LA GESTIONE DELLE ATTIVITA ECONOMICHE in tal modo determina ALTERAZIONE DELLE CONDIZIONI DI LEALE CONCORRENZA TRA IMPRESE LESIONE DEL PRINCIPIO DELLA LIBERTA DI MERCATO

8 LA CRIMINALITA ORGANIZZATA HA ASSUNTO UNA PROIEZIONE ECONOMICA TENTA INFILTRAZIONI IN TUTTI I SETTORI DELL ECONOMIA LEGALE, COME GLI APPALTI PER LA REALIZZAZIONE DI GRANDI OPERE TENDE AL CONDIZIONAMENTO DELL APPARATO POLITICO-AMMINISTRATIVO

9 2 LEGISLAZIONE NAZIONALE DI CONTRASTO ALLA CRIMINALITA MAFIOSA ED ECONOMICA

10 Nell ordinamento italiano il sistema finalizzato al contrasto delle organizzazioni criminali e a sottrarre loro la disponibilità dei patrimoni illecitamente accumulati si sviluppa su due livelli: repressivo (penalistico - post delictum) preventivo ( extrapenale - ante delictum)

11 Sistema penale: delitto di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) 3 comma: L associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti + +

12 Sistema penale: la confisca dei beni In ambito penale si agisce in base ad una pronuncia di condanna in relazione a determinate fattispecie di reato: a. Confisca di beni che sono legati da un nesso di pertinenza con il reato; b. Confisca di beni non necessariamente legati al reato da tale nesso ma il cui valore risulta sproporzionato rispetto al reddito dichiarato del soggetto, ovvero all attività economica svolta dal medesimo e non vi sia giustificazione circa la provenienza degli elementi costituenti il patrimonio in questione (c.d. confisca allargata) I beni oggetto della confisca sono quelli di cui il soggetto medesimo sia titolare o abbia a qualsiasi titolo la disponibilità, anche per interposta persona, fisica o giuridica

13 Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia (D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159) Si compone di 120 articoli, divisi in 4 libri È entrato in vigore il 13 ottobre 2011 (tranne che per le nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia (Libro II, Capi I, II, II, IV), la cui entrata in vigore è stata differita al 12 febbraio 2013 Reca la disciplina in materia di misure di prevenzione, documentazione antimafia, D.I.A., Agenzia nazionale per amministrazione e gestione beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata

14 Organismi antimafia (D.L. n. 345/1991 ora D.Lgs. 159/2011 e D.L. n. 367/1991) Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata Politico- Amm.vo Direzione nazionale antimafia Direzioni distrettuali antimafia Direzione Investigativa Antimafia Servizi centrali ed interprovinciali di p.g. Giudiziario Investigativo

15 Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata Ministro dell Interno Capo Polizia - D.G.P.S. Cte Gen. CC Cte Gen. G. di F. Dir. AISE / AISI Dir. D.I.A. Compiti: definisce ed adegua indirizzi e linee di prevenzione anticrimine ed attività investigative razionalizza risorse e mezzi disponibili verifica i risultati conseguiti

16 3 LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA Struttura ordinativa, compiti e attività svolta a tutela dell economia legale

17 Istituzione della D.I.A. Legge n. 410 del 30 dicembre 1991 (ha convertito, con modifiche, il D.L. n. 345/1991 del 29 ottobre 1991, ora parzialmente abrogato dall art. 120 D. Lgs. 159/2011 c.d. Codice Antimafia limitatamente agli artt. 1, 3, 5 riproposti con medesima formulazione con gli artt. 107, 108, 109)

18 Art. 108 D.Lgs. 159/2011(Codice antimafia) (già art. 3 D.L. 345/1991) E istituita, nell ambito del Dip. della P.S., con il compito di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, nonché di effettuare indagini di p.g. relative esclusivamente a delitti di associazione di tipo mafioso o comunque ricollegabili all associazione medesima

19 Composizione Interforze ARMA DEI CARABINIERI POLIZIA DI STATO GUARDIA DI FINANZA

20 Ingresso nella D.I.A. di personale del Corpo di polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato La L. 125 del 2013 ha modificato il D.Lgs 159/2011 c.d. Codice Antimafia, prevedendo l estensione dell impiego, già determinato, del personale del Corpo di polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato anche alle articolazioni periferiche della D.I.A., garantendo così maggiormente: - le esigenze di collegamento con le strutture di appartenenza; - le attività di analisi sullo scambio delle informazioni di interesse all interno delle strutture carcerarie e di quelle connesse al contrasto delle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e agli altri compiti di istituto.

21 ARTICOLAZIONE CENTRALE E PERIFERICA

22 Centri Operativi Struttura DIRETTORE Bari S.O. Lecce Catania Caltanissetta Firenze S.O. Bologna Divisione Gabinetto Ufficio Personale Seg. Direttore Ufficio Ispettivo Un. OrG.ca S.P.P. S.O. Messina Genova Milano Palermo Vice Direttore Tecnico Operativo Vice Direttore Amministrativo Napoli S.O. Trapani S.O. Salerno S.O.Agrigento I Reparto II Reparto III Reparto Ufficio Add.to Ufficio Inf.tica Padova S.O. Trieste R. Calabria S.O.Catanzaro 1ª Div. 2ª Div. 3ª Div. 4ª Div. 1ª Div. 2ª Div. 3ª Div. 4ª Div. 1ª Div. 2ª Div. Ufficio Amm.e Uf. Sup. Tec.Inv. Roma Torino Unit Org Ufficio Ser.Rag

23 Milano Trieste Sede D.I.A. Torino Genova Padova Bologna Centri Operativi Sezioni Operative Firenze ROMA Napoli Salerno Bari Lecce Catanzaro Trapani Palermo Reggio Calabria Messina Agrigento Catania Caltanissetta

24 I REPARTI I REPARTO Investigazioni preventive II REPARTO Investigazioni giudiziarie III REPARTO Relazioni internazionali ai fini investigativi

25 COOPERAZIONE DIRETTA CON ORGANISMI DI PAESI ESTERI

26 COOPERAZIONE DIRETTA CON ORGANISMI DI PAESI ESTERI Unione Europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna. Asia medio - orientale: Cina, Giappone. Oceania: Australia. Paesi Europei Extra U.E.: Albania, Russia, Svizzera, Ucraina. Americhe: Canada, USA, Venezuela, Colombia, Brasile, Cile.

27 COMPITI DELLA D.I.A.

28 Compiti della D.I.A. Competenze specifiche, su Analisi del fenomeno criminale Indagini preventive Indagini di polizia giudiziaria Relazioni internazionali ai fini investigativi per i delitti di associazione di tipo mafioso

29 Poteri attribuiti al Direttore della D.I.A.

30 Poteri attribuiti al Direttore della D.I.A. Propone al Tribunale Circondariale competente l'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali (unica Autorità di livello nazionale); può chiedere inoltre il sequestro anticipato dei beni nonché informazioni e copia di documenti alla P.A., enti creditizi e imprese. Riceve le segnalazioni di "operazioni sospette di riciclaggio dall Unità di Informazione Finanziaria della Banca d Italia (U.I.F.) Richiede notizie ed informazioni ai soggetti obbligati alle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo ricevute dall U.I.F., nonché l interruzione dell operazione sospetta per 5 gg. lavorativi Dispone l accesso all Anagrafe dei rapporti di conto/deposito in relazione ad accertamenti patrimoniali per finalità di prevenzione Richiede, su delega del Ministro dell Interno, al Procuratore della Repubblica l emissione del Decreto per le intercettazioni "preventive" di comunicazioni o di conversazioni tra presenti

31 Poteri attribuiti al Direttore della D.I.A. Dispone attività sotto copertura per i delitti previsti dall art. 9, L. n. 146/2006 e s.m.i. (operazioni simulate di ricettazione di armi, stupefacenti, riciclaggio e reimpiego di valori, riduzione o mantenimento in schiavitù, altri delitti contro la personalità individuale, etc.) Dispone accessi, accertamenti, ispezioni e richieste di dati ed informazioni nei confronti dei soggetti individuati ai fini antiriciclaggio dal D.Lgs. n. 231/2007 (tra cui banche, intermediari finanziari, professionisti, operatori non finanziari come le case da gioco, ecc..), qualora sia sospettata l esistenza di infiltrazioni mafiose Riceve informative da parte di AISI ed AISE Accede alle informazioni del Centro Elaborazione Dati del Dipartimento P.S. Convoca qualsiasi persona avvalendosi dei poteri (Aut. P.S.) di cui all'art. 15 T.U.L.P.S.

32 Obiettivi strategici A Contrasto all accumulazione dei patrimoni illeciti misure di prevenzione patrimoniali B Contrasto alle infiltrazioni mafiose nel sistema dei pubblici appalti C Contrasto all uso del sistema finanziario per fini di riciclaggio segnalazioni di operazioni finanziarie sospette

33 A Contrasto all accumulazione dei patrimoni illeciti. Le misure di prevenzione

34 IL PATRIMONIO MAFIOSO VERA FORZA ORGANIZZAZIONE LINFA VITALE DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI CONNOTAZIONE APPARENTEMENTE LEGALE MISSION MAGISTRATURA/FORZE DI POLIZIA individuazione patrimoni illeciti recupero (sequestro/confisca)

35 Caratteristiche: Sistema extrapenale : procedimento di prevenzione procedimento giurisdizionale (nel quale vengono ad ogni modo garantiti: diritto alla difesa, contraddittorio e diversi gradi di giudizio) opera in linea generale ante delictum e si inquadra nell attività di prevenzione non occorre essere in presenza di un fatto reato, ma sono sufficienti elementi indiziari produce anche effetti di natura amministrativa (sospensioni di licenze, autorizzazioni, permessi etc.)

36 DIFFERENZE TRA PROCEDIMENTO PENALE E PROCEDIMENTO DI PREVENZIONE il procedimento penale è finalizzato ad affermare la sussistenza di un fatto reato cui riconnettere una sanzione penale il procedimento di prevenzione è finalizzato ad affermare la sussistenza della pericolosità sociale e situazioni di contiguità con la sfera mafiosa, unitamente alla dimostrazione dell illiceità delle acquisizioni patrimoniali

37 FINALITA DELLA NORMA Aggredire il potere economico delle organizzazioni criminali, sottraendo alla loro disponibilità gli ingenti cespiti frutto delle attività illecite o costituenti il reimpiego

38 ORGANI MAGISTRATUALI ORGANI DI POLIZIA PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA PROCURATORI DISTRETTUALI PROCURATORI CIRCONDARIALI PER L ASPETTO PROPOSITIVO TRIBUNALI UBICATI NEL CAPOLUOGO DI PROVINCIA PER LA FASE DECISIONALE IN MERITO ALLE PROPOSTE* *alcuni Tribunali prevedono organicamente Sezioni Misure di Prevenzione Laddove queste non siano previste, le funzioni vengono svolte dalle Sezioni Ordinarie DIRETTORE DIA QUESTORE Interessano direttamente il Tribunale della Prevenzione, in quanto Autorità Proponenti ex lege

39 AUTORITA GIUDIZIARIA COMPETENTE ALLE DELIBERAZIONI In materia di misure di prevenzione la competenza è ex lege individuata nei Tribunali in sede di capoluogo di provincia ove sia ubicata la dimora della persona

40 Presupposti per l applicazione delle misure di prevenzione sussistenza di indizi di appartenenza ad un associazione di tipo mafioso (gli stessi possono essere desunti da provvedimenti giudiziari, attività di investigazione, contatti con altri soggetti ritenuti appartenenti alle organizzazioni mafiose); è la c.d. pericolosità sociale qualificata ; valore dei beni disponibili in via diretta o per interposta persona sproporzionato rispetto al reddito o all attività economica svolta ovvero sufficienti indizi, per cui si ha motivo di ritenere che gli stessi beni siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

41 La pericolosità sociale si manifesta: come attitudine a commettere reati attraverso l assunzione di comportamenti che possano far emergere uno stretto contatto con ambienti malavitosi e, più in particolare, ove si tratti di pericolosità sociale di tipo qualificato, con contesti di criminalità organizzata

42 La natura della misura di prevenzione è preventiva piuttosto che repressiva, nel senso che la finalità è quella di : - scoraggiare, o rendere più difficile la commissione di reati attraverso l esercizio di controlli di polizia; - individuare ed aggredire i beni di sospetta provenienza illecita, sottraendoli alla disponibilità dell organizzazione.

43 TIPOLOGIA DELLE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI Sorveglianza speciale della pubblica sicurezza; sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con divieto di soggiorno in uno o più comuni diversi da quelli di residenza o di dimora abituale; sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale. PATRIMONIALI Sequestro (misura a carattere temporaneo) Confisca (misura a carattere definitivo)

44 RICOGNIZIONE PRELIMINARE INQUADRAMENTO SOGGETTO INDIZIATO COLLEGAMENTI TRA PERSONE COLLEGAMENTI INDIZIATO BENI/ATTIVITA ECONOMICHE ACCERTARE come l indiziato dispone di beni se direttamente o a mezzo prestanome Collegamenti con beni e attività es: presenza in attività, condizionamento scelte aziendali

45 RICOSTRUZIONE PATRIMONIO GENESI ACQUISIZIONI PATRIMONIALI CORRELAZIONI PATRIMONIO/INDIZI COMPARAZIONE REDDITO DISPONIBILITA VERIFICARE evoluzione patrimonio e punti di contatto con flussi sospetti Crescita patrimonio e contatti con organizzazione criminale. Incrementi non in linea con reddito

46 Destinatari delle indagini patrimoniali INDIZIATO FAMILIARI E CONVIVENTI ALTRI SOGGETTI TRAMITE I QUALI POSSIEDE BENI OSSIA i soggetti collegati all indiziato che possono costituire schermo rispetto alla disponibilità dei beni soggetti con cui non vi sono legami di parentela o apparentemente legami di tipo criminale

47 Obiettivi delle indagini patrimoniali ACCERTARE TENORE DI VITA REDDITO PRODOTTO ORIGINI ED ENTITA DEL PATRIMONIO POSSEDUTO DIMOSTRARE esistenza di rapporti economici tra soggetti sperequazioni tra reddito, patrimonio e tenore di vita

48 ALCUNE DELLE CONFISCHE DI PREVENZIONE OPERATE DALLA D.I.A. FOTOVOLTAICO: GRANDE DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: COMMERCIO AUTOVETTURE: MILIONI 700 MILIONI 100 MILIONI (VALORI IN EURO)

49 B Contrasto alle infiltrazioni mafiose nel sistema dei pubblici appalti

50 Decreto interministeriale del 14 marzo 2003 di concerto tra i Ministri Interno-Giustizia-Infrastrutture puntualizza le informazioni rilevanti ai fini del monitoraggio con particolare riguardo a quelle relative alle fasi di localizzazione urbanistica, di finanziamento, progettazione ed esecuzione dell opera (art. 1) individua una rete di monitoraggio (art. 2) costituita dai soggetti depositari delle informazioni ritenute rilevanti, in una logica di interconnessione di dati che consenta una visione d insieme istituisce il Comitato di Coordinamento per l Alta Sorveglianza delle Grandi Opere (art. 3) e ne definisce le funzioni (art. 4) Istituisce, presso gli U.T.G., i Gruppi Interforze che si interfacciano con la D.I.A. che, in ambito interprovinciale, ha funzione di coordinamento e attribuisce alla D.I.A. la competenza, a livello centrale per il M.I., del monitoraggio delle grandi opere di carattere strategico, in raccordo con la Criminalpol (art. 5)

51 L Osservatorio Centrale degli Appalti presso la DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA con il compito di OSSERVATORIO CENTRALE degli APPALTI - mantenere un costante collegamento con i Gruppi Interforze - acquisire informazioni suscettibili di generare specifiche attività informative ed investigative - inviare ai Prefetti, per il tramite delle articolazioni periferiche della D.I.A., le risultanze relative ai fini dell adozione dei provvedimenti di competenza

52 L attività di monitoraggio Competenza a livello centrale a livello periferico in raccordo con la CRIMINALPOL GRUPPI INTERFORZE costituiti presso le PREFETTURE

53 GRUPPO INTERFORZE compiti Seleziona gli obiettivi Cura l esecuzione degli accessi ai cantieri Raccoglie e analizza dati e informazioni Inserisce i dati nel sistema informatico dell Osservatorio composizione Funzionario Prefettura Ufficiale CC Funzionario P.S. Ufficiale G. di F. coordina U. / Funz. Ce. / Sz. territorio

54 Il Ministro dell Interno ha emanato una direttiva che attribuisce alla D.I.A. un ruolo centrale per l attuazione di una mirata procedura volta a conseguire, nell ambito della realizzazione dell evento EXPO 2015, una più spedita realizzazione delle necessarie verifiche antimafia e, al contempo, assicurare l efficacia dell attività di prevenzione in materia. ATTRAVERSO: lo sviluppo di tutta l attività istruttoria relativa ai controlli di prevenzione info investigativi sugli operatori economici coinvolti a diverso titolo nella realizzazione degli interventi connessi all EXPO 2015, sia per quanto concerne gli accertamenti antimafia per il rilascio dell informazione antimafia che per quelli relativi alle white list.

55 Tale enorme attività istruttoria graviterà sulle Articolazioni centrali e periferiche della D.I.A. che, in ragione di un apporto qualificato, anche sul piano conoscitivo, innescheranno quell effetto accelerativo che è tra gli obiettivi primari da perseguire. MILANO

56 C Contrasto all uso del sistema finanziario per fini di riciclaggio. Segnalazioni di operazioni finanziarie sospette

57 D.Lgs. n. 231/2007 Attuazione della Direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonché della Direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione c.d. Decreto antiriciclaggio

58 I CAPISALDI DEL DECRETO ANTIRICICLAGGIO collaborazione attiva degli intermediari tracciabilità dei flussi finanziari trasparenza dei mercati

59 Ampliamento dei poteri attribuiti alla D.I.A. per l approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette sospensione operazioni sospette sottoscrizione Protocolli d Intesa nuovi poteri di accertamento nei confronti degli intermediari che hanno eseguito l operazione

60 Soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio istituti di credito e bancari società finanziarie e assicurative società di intermediazione mobiliare fiduciarie avvocati, commercialisti e notai società di consulenza aziendale società di revisione contabile case da gioco

61 iter segnalazione di operazione sospetta INTERMEDIARIO UNITA DI INFORMAZIONE FINANZIARIA (U.I.F.) D.I.A. indagini sul riciclaggio delle organizzazioni criminali di tipo mafioso D.N.A./ PROCURE DELLA REPUBBLICA NUCLEO DI POLIZIA VALUTARIA indagini sul riciclaggio comune

62 PRINCIPALI RISULTATI DELL ATTIVITA OPERATIVA (1 novembre febbraio 2014) SEQUESTRO DI BENI CONFISCA DI BENI PERSONE ARRESTATE 221 PROPOSTE DI MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI E PATRIMONIALI PRESENTATE 89 SOCIETA MONITORATE NEL SETTORE DEGLI APPALTI PUBBLICI SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE TRATTATE

63 fine

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