Abstract dell intervento del 13 gennaio 2011 nell ambito del Seminario L Università dopo la Riforma e l impatto dei provvedimenti finanziari del 2010
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1 Abstract dell intervento del 13 gennaio 2011 nell ambito del Seminario L Università dopo la Riforma e l impatto dei provvedimenti finanziari del 2010 Organizzato da Università degli Studi Milano-Bicocca Dipartimento dei Sistemi Giuridici ed Economici Milano gennaio 2011 Titolo dell intervento tenuto dall avv.valter Pagani - EUC Group Bruxelles: Fondi Europei per la Ricerca novità e complessità di una competizione entusiasmante 1. Introduzione 2. Gli obiettivi Europei per la ricerca 3. La programmazione e quella successiva 4. Lo Spazio Europeo della Ricerca 5. La partecipazione delle Università italiane 6. Difficoltà di coordinamento a livello di Ateneo 7. La complessità della progettazione 8. La complessità della gestione 9. Analisi critica del rapporto tra Università italiane e opportunità europee 10. Possibili soluzioni Introduzione Ringrazio gli organizzatori per l opportunità di poter comunicare, attraverso un esperienza di oltre quindici anni vissuti a Bruxelles, la mia visione sul rapporto tra le Università Italiane e l Europa. Il mio approccio non sarà privo di critiche e provocazioni pur in una dimensione costruttiva e di stimolo per migliorare il futuro approccio. Perché introdurre questa relazione nell ambito di un seminario teso ad analizzare la situazione italiana? La risposta è agevole e forse scontata per chi vive dall interno l esperienza organizzativa e finanziaria degli Atenei, delle Facoltà e dei Dipartimenti o per chi, come il sottoscritto, ha contatti e incontri formativi con il personale amministrativo e di ricerca delle Università italiane e dei principali Centri di Ricerca del nostro paese: Si guarda all Europa come la possibilità risolutiva in termini finanziari per dar corpo alle aspirazioni, ambizioni e ai progetti di sviluppo e ricerca anche nel tentativo di contenere la fuga di cervelli che è ancora un indicativa realtà per il nostro paese. L Europa, dunque, come l ultima possibilità per ottenere linfa vitale per far vivere i propri dipartimenti e le strutture di ricerca. 1
2 Il campo va sgombrato immediatamente da un ricorrente fraintendimento: la finanza diretta europea non è una politica d aiuto o di sostegno strutturale cui per anni siamo stati abituati soprattutto nelle relazioni con i Ministeri competenti e persino nella presentazione di progetti finanziati con fondi europei nell ambito delle politiche di coesione (Piani operativi regionali e nazionali). Stiamo parlando di qualcosa di diverso che, credetemi, non è ancora completamente percepito. L Europa pretende: Posizionamento settoriale europeo e internazionale (stato dell arte) Processo d identificazione Stress sul concetto d innovazione Abbiamo spesso riscontrato, nella nostra attività di assistenza tecnica per i proponenti e di valutazione dei progetti per conto della Commissione Europea, superficialità e fraintendimento dei concetti sopra esposti in uno sforzo troppo concentrato sulla propria idea-progetto. Sicuramente il primo passo verso il successo è quello della comprensione degli obiettivi europei della programmazione settoriale. Gli obiettivi europei per la Ricerca Il programma di riferimento è il settimo programma quadro di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione. Il 7 Programma Quadro è lo strumento per l attuazione della politica comunitaria di ricerca per il periodo Si propone di proseguire gli obiettivi del 6 Programma Quadro per la realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca e di promuovere lo sviluppo di un economia e di una società della conoscenza in Europa. La programmazione e quella successiva Il 7 Programma Quadro è articolato in quattro programmi specifici che corrispondono ad altrettanti obiettivi fondamentali della politica europea di ricerca. Cooperation People Capacities Ideas Il programma Cooperazione mira a incoraggiare la cooperazione e a rafforzare i legami tra l industria e la ricerca in un quadro transnazionale. L obiettivo è costruire e consolidare la leadership europea nei settori più importanti della ricerca. Il programma è articolato in nove temi, autonomi nella gestione ma complementari per quanto riguarda l attuazione: 2
3 salute; prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; tecnologie dell informazione e della comunicazione; nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione; energia; ambiente (ivi compresi i cambiamenti climatici); trasporti (ivi compresa l aeronautica); scienze socioeconomiche e scienze umane; sicurezza e spazio. Il programma Idee deve servire ad incentivare le ricerche di frontiera in Europa, cioè la scoperta di nuove conoscenze che cambino fondamentalmente la nostra visione del mondo e il nostro stile di vita. Per realizzare tale obiettivo il nuovo Consiglio europeo della ricerca sosterrà i progetti di ricerca più ambiziosi e più innovatori. Per questa nuova struttura alla testa della ricerca europea un consiglio scientifico definirà le priorità e le strategie scientifiche in maniera autonoma. Lo scopo è rafforzare l eccellenza della ricerca europea favorendo la concorrenza e l assunzione di rischi. Il programma Persone mobilita risorse finanziarie importanti per migliorare le prospettive di carriera dei ricercatori in Europa ed attirare un maggior numero di giovani ricercatori di qualità. La Commissione intende sostenere la formazione e la mobilità, per valorizzare a pieno il potenziale umano della ricerca europea. Il programma in questione sfrutta il successo delle azioni "Marie Curie", che da anni offrono opportunità di mobilità e formazione ai ricercatori europei. Il programma Capacità deve fornire ai ricercatori degli strumenti efficaci per rafforzare la qualità e la competitività della ricerca europea. Si tratta di investire di più nelle infrastrutture di ricerca delle regioni meno efficienti, nella creazione di poli regionali di ricerca e nella ricerca a vantaggio delle PMI. Il programma in questione deve inoltre rispecchiare l importanza della cooperazione internazionale nella ricerca e il ruolo della scienza nella società. Infine, il Settimo programma quadro finanzierà le azioni dirette del Centro comune di ricerca (JRC) e le azioni previste dal programma quadro EURATOM nei seguenti settori: la ricerca sull energia di fusione; la fissione nucleare e la radioprotezione. 3
4 Ma quanto vale in termini finanziari? BRUXELLES ROMA Bilancio del 7 PQ ( milioni di EUR ai prezzi correnti) milioni CCR (CE) cooperazione idee persone capacità Nota: PQ Euratom: 2,7 miliardi di euro in 5 anni, non inclusi sopra E quanto vale in termini di progresso della conoscenza? La risposta è complessa e articolata e spesso neppure ricercata da chi partecipa allo Spazio Europeo della Ricerca al solo fine di aggiudicarsene una fetta! E gli obiettivi dell ottavo programma quadro? L obiettivo generale della Strategia per il 2020 è riorientare la politica di R&S e Innovazione in funzione delle sfide che si pongono alla nostra società, come il cambiamento climatico, l uso efficiente delle risorse e delle energie, la salute e il cambiamento demografico. A livello dell Unione Europea, la Commissione si adopererà per: completare quello che viene considerato lo spazio europeo della ricerca definire un programma strategico per la ricerca incentrato sulle principali sfide rafforzare la pianificazione congiunta tra gli Stati membri e gli enti sub-statali migliorare il contesto generale per l'innovazione nelle imprese. Non secondariamente, si dovrà: potenziare e sviluppare ulteriormente il ruolo pro-innovazione degli strumenti dell'ue (fondi strutturali, fondi di sviluppo rurale, programma quadro di R&S, CIP, piano SET, ecc.), mediante una più stretta collaborazione con la BEI, snellendo quelle che sono le procedure amministrative per agevolare l'accesso ai finanziamenti, segnatamente per le PMI introdurre meccanismi di incentivazione innovativi, destinati a coloro che migliorano più rapidamente promuovere i partenariati per la conoscenza e rafforzare i legami tra istruzione e il settore delle imprese, della ricerca e dell innovazione. 4
5 5 BRUXELLES ROMA Inoltre, mediante la nuova comunicazione della Commissione Simplifying the implementation of the research framework programmes *COM (2010) 187+ vengono delineate le nuove proposte nel campo della semplificazione delle misure, delle regole e delle procedure del programma quadro, prevedendo alcune modifiche. Già a partire dal VII PQ sono previsti: miglioramenti nell ambito del quadro giuridico e normativo in particolare per quanto riguarda il controllo contabile, e il miglioramento della struttura e del contenuto dei bandi di ricerca; la modifica delle norme finanziarie, mantenendo al tempo stesso un controllo efficace. Infine, per ciò che concerne la delineazione dell 8 Programma Quadro si prevede la modifica che anticipa un orientamento verso pagamenti in funzione dei risultati, secondo il quale i beneficiari dei finanziamenti, invece di notificare le singole voci di spesa, riceverebbero somme forfettarie per svolgere la propria ricerca e dovrebbero dimostrare di averla svolta in maniera efficace ed efficiente. Lo Spazio Europeo della Ricerca Ricordo, verso la fine del sesto programma quadro, di aver partecipato in Commissione Europea ad un incontro denominato Comunicare la Ricerca. In quell occasione il commissario belga alla ricerca Philippe Bosquin illustrò la genesi di questo fondamentale concetto teso a risolvere un inutile dispendio di energie tra Università europee o di uno stesso paese impegnate in competizione tra loro ad affrontare le stesse problematiche senza scambio di esperienze e dati tra loro. Lo spazio europeo della ricerca tende a rendere diffusa la comunicazione sull impegno e gli obiettivi raggiunti e falliti in un ottica di condivisione e partecipazione. Naturalmente il tutto scaturisce nel concetto di eccellenza e network di eccellenza collegandosi al richiamo obbligatorio di un posizionamento dei dipartimenti su scala europea o internazionale. La domanda cui occorre rispondere è la seguente: il nostro dipartimento come si pone a livello europeo nell ambito dei differenti settori trattati? La partecipazione delle Università Italiane Fonte APRE L analisi dei dati, dal 2007 a fine marzo 2010, svela il carattere contraddittorio del coinvolgimento italiano nella ricerca in Europa e riflette le grandi potenzialità del settore R&S del nostro paese così come le difficoltà nazionali che la ricerca sta attraversando. La volontà italiana di essere presenti nei bandi FP7, è testimoniata dall ottima partecipazione, sicuramente consistente, che ci colloca terzi fra i Paesi Membri ( proposte eleggibili per 176 calls for proposal) rappresentando così il 12,68% dell UE ( applicants), per un contributo totale richiesto alla commissione europea di 8.465,55 milioni. Tuttavia la percentuale finale di progetti italiani effettivamente cofinanziati dall Unione Europea rivela alcune difficoltà, essa, infatti, è non solo inferiore alle percentuali di Paesi come Francia, Germania e Inghilterra, ma anche al di sotto della media UE-27. In particolare l applicants success rate è del 18,3% del totale, al di sotto della media UE-27, che è 21,8%. Il tasso di successo per i contributi finanziari comunitari (EC financial contribution success rate) è del 15,9% (per una cifra di 1.342,60 milioni), anch esso notevolmente sotto la media UE-27, pari al 20,6%. La classifica dei Paesi Membri posizione l Italia al 22
6 posto in termini di applicants success rate e 15 in termini di EC financial contribution success rate. A questi dati vanno aggiunte anche le sicuramente migliorabili perfomance riguardanti la partecipazione delle PMI al 7 PQ: lo SME applicant success rate pari al 15,58% è al di sotto della media UE-27 (19,13%); Lo SME EC financial contribution si ferma a un 13,99%, rispetto ad una media UE-27 pari a 17,89%. Un confronto con Stati Membri (Grafico 1 e 2) quali Francia, Germania e Inghilterra, mostrano che i dati italiani dovrebbero essere migliorati per rimanere al passo con alcuni dei paesi che vantano le migliori performance. L analisi per tematiche (tabella 1) della partecipazione italiana al 7 PQ registra il maggior numero di richieste per i bandi ICT con un tasso di successo del 14,8%; seguono Health, Research for Benefit of SME, Marie Curie Actions che si aggiudica il tasso di successo più alto (pari a 26,7%), Transport e infine Environment con proposte e il tasso di successo più basso. 6
7 Le università italiane guidano la classifica delle organizzazioni che richiedono finanziamenti comunitari, con richieste: i contributi sono di 2.510,66 milioni, con un tasso di successo del 15,5%. A seguire troviamo i privati (escluso il settore accademico/scolastico), con richiedenti: i contributi richiesti sono 2.249,94 milioni, con un tasso di successo del 17,5%. Minore è la partecipazione degli enti di ricerca (con richieste e contributi richiesti di 1.642,79 milioni con un tasso di successo del 20,0%) e le strutture pubbliche (con richieste i contributi richiesti sono 233,89 milioni, con un tasso di successo del 17,2%). Analizzando con attenzione i dati, scopriamo inoltre che l organizzazione maggiormente attiva è il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CN R), che usufruisce di circa 78,74 milioni di contributi, con 242 progetti 7
8 8 BRUXELLES ROMA approvati; segue il Politecnico di Milano, con EUR 28,41 milioni e 72 progetti approvati, l Università degli Studi di Roma La Sapienza, con 25,95 milioni e 72 progetti approvati, l Università di Bologna, con 24,19 milioni e 82 progetti approvati, e l Istituto nazionale di Fisica Nucleare (INFN), con 22,30 milioni e 38 progetti approvati. Se si paragona la situazione italiana ad altre realtà europee risulta non sicuramente soddisfacente. Basti sapere che il CNRS francese ottiene 233,53 milioni di contributi, con 510 progetti approvati, la Fraunhofer tedesca ne ottiene EUR 153,07 milioni, con 331 progetti approvati, e che l Università di Cambridge e Oxford insieme raccolgono quasi 195 milioni, con 395 progetti approvati. Tra le cause che hanno determinato questa situazione, potremmo menzionare alcune delle ragioni che spingono spesso i valutatori della Commissione Europea a non concedere finanziamenti come: Lo scarso impatto europeo delle proposte progettuali; La scarsa qualità del management; La formazione di consorzi non adeguati o difficilmente gestibili; La qualità della proposta a livello di business plan e la successiva implementazione scientifica; La difficoltà del ricercatore di rispondere esattamente alle esigenze del topic proposto dalla Commissione. Difficoltà di coordinamento a livello di Ateneo E chiaro a tutti che i Dipartimenti rappresentano le strutture maggiormente coinvolte nella presentazione delle proposte. Ciò non significa che l Ateneo non debba svolgere un ruolo di supporto e coordinamento vincendo la tendenza, influenzata da un errata politica universitaria, al non coinvolgimento. Quale il compito a livello di Ateneo: Incentivare il posizionamento a livello europeo dei settori di ricerca della propria Università Creare un informazione mirata sulle calls organizzando momenti di animazione e divulgazione Creare una cellula di sostegno alla progettazione Filtrare le proposte da trasmettere alla Commissione Europea creando un team di pre-valutazione Creare una cellula di supporto amministrativo sulle problematiche gestionali La complessità della progettazione Su questa tematica centrale nella nostra attività quotidiana traiamo alcuni dati dal rapporto costante con le unità di progettazione di quasi tutti gli Atenei italiani. La progettazione è eseguita fondandosi sui seguenti pilastri: L Idea- progetto non posizionata a livello europeo e non confrontata con le priorità di programma Il consorzio non appropriato alle esigenze del progetto e con sviluppi territoriali casuali Redazione del progetto come compilazione di campi di un formulario che occorre riempire per ottenere un aiuto finanziario (stile sussidi ministeriali) La progettazione al contrario è un arte di pochi che dovrebbe fondarsi sui seguenti fondamenti:
9 Verifica preventiva dei desiderata e delle priorità del Donor (CE) Reti di consorzio solide e sperimentate Applicazione del metodo del PCM e LFA Misurabilità di obiettivi e risultati con indicatori e fonti di verifica appropriate ad ogni livello Analisi dei rischi e delle opportunità La complessità della gestione Se ottenere l approvazione di una proposta è sempre più complesso, gestirla e giustificarla correttamente può divenire un vero incubo soprattutto se si incorre nella procedura di Audit. La fase d implementazione di un progetto è certamente delicata in quanto tende a trasformare il virtuale in reale con il contatto traumatico con imprevisti e punti di debolezza non evidenziati nella fase progettuale. Il Management deve essere sperimentato e mantenere in ogni momento un buon controllo di gestione anche attraverso l utilizzo di sistemi informatici. In ambito universitario il successo è determinato da un buon contatto tra il direttore del progetto (ricercatore) e le unità amministrative che lamentano di essere coinvolte nel progetto solo nel momento in cui occorre inviare i rendiconti finanziari o rispondere a richieste amministrative o peggio in sede di controlli e audit. La tendenza della CE nell ambito dei progetti di ricerca è quella di effettuare audit post progettuali su quasi il 50% dei progetti. Il progetto gestito in modo improvvisato e con un piano contrattuale non in regola rischia di trasformarsi in una richiesta di restituzione del finanziamento ottenuto in tutto o in parte. E difficile percepire che il successo scientifico del progetto non influisce in nessun modo sulla possibilità di verificare inadempimenti sul piano gestionale e comportare recuperi finanziari da parte della CE. Il nostro consiglio è di coinvolgere il personale amministrativo fin dal primo momento nel progetto, stabilendo fin dall inizio il piano dei contratti in essere o da definire per l implementazione del progetto. Analisi critica del rapporto tra Università italiane e opportunità europee Come già constatato nell analisi delle statistiche sulla partecipazione al settimo programma quadro possiamo dedurre le seguenti criticità: Troppe proposte inviate senza un controllo di qualità Travisamento di obiettivi e priorità Scarsa misurabilità delle proposte Scarsa capacità nella scelta di tempi e modi nel relazionarsi con i funzionari europei Non presenza e rappresentanza tecnica a Bruxelles Scarso raccordo con le altre realtà rappresentative (Regioni e RP) Non partecipazione al processo di creazione degli impianti di programma futuri Scarsa partecipazione e reti già costituite Scarso trasferimento tecnologico o progettuale 9
10 Possibili soluzioni BRUXELLES ROMA Senza voler assumere un ruolo che non ci compete ma nella qualità di osservatori attenti ed esterni dell approccio delle Università italiane con la finanza comunitaria ci pare corretto concludere il nostro intervento con i seguenti consigli: Creare strutture di Ateneo per un migliore raccordo delle partecipazioni Migliorare le tecniche di progettazione definendo ruoli ed incentivi Migliorare le tecniche di gestione definendo ruoli ed incentivi Ricercare fonti di co-finanziamento esterne Stabilire unità di rappresentanza tecnico-operativa a Bruxelles Monitorare funzionari italiani e stagiares presenti a Bruxelles e provenienti dall Ateneo Incrementare la partecipazione di E.N.D. dalle Università pubbliche Far iscrivere i propri ricercatori nei ruoli della valutazione Sviluppare lobby tecniche Raccordarsi ad altre rappresentanze territoriali Ringrazio sentitamente per l attenzione. Avv.Valter Pagani 10
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