PROGETTO DIDATTICO EDUCAZIONE AMBIENTALE ANNO SCOLASTICO RISERVA NATURALE DEI LAGHI LUNGO E RIPASOTTILE UN GIORNO DA ARCHEOLOGO
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1 SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL LAZIO RISERVA NATURALE DEI LAGHI LUNGO E RIPASOTTILE EDUCAZIONE AMBIENTALE ANNO SCOLASTICO PROGETTO DIDATTICO UN GIORNO DA ARCHEOLOGO
2 INTRODUZIONE STORICO-ARCHEOLOGICA L ARCHEOLOGIA PROTOSTORICA VELINA: UNA FITTA RETE DI INSEDIAMENTI PERILACUSTRI. La Conca Velina ha da sempre rappresentato, per tutti gli archeologi che cercano di comprendere le modalità del popolamento umano in un ambiente umido durante i periodi più antichi della storia, un osservatorio privilegiato. Un ecosistema costituito da una pluralità di specchi lacustri, come probabilmente si presentava il paesaggio della Piana di Rieti in età protostorica (secoli XX-VIII a. C.), ha inevitabilmente condizionato e direzionato gli assetti insediativi. Si inizia a parlare di protostoria velina a partire dalla fine degli anni 20 del secolo scorso quando G. Caprioli recuperò sul fondo di alcuni canali idraulici di bonifica, nei pressi della loc. Ponte Crispolti, eccezionali frammenti ceramici di uso domestico - ascrivibili per lo più alla tarda età del bronzo (secoli XIV- X a. C.) - posti in stretta relazione ad abitazioni di tipo palafitticolo. Le capanne, prossime al fiume di Santa Susanna, erano probabilmente sollevate da terra per mezzo di un impalcato ligneo e verosimilmente poste in prossimità di uno specchio d acqua oggi intorbato. L instancabile azione del Caprioli segnò, di fatto, la nascita degli studi protostorici nella conca reatina anticipando le attuali teorie interpretative sulle dinamiche del popolamento umano come, oltre cinquant anni dopo, hanno ben dimostrato le ricerche di superficie effettuate dalla Cattedra di Protostoria Europea dell Università di Perugia, coordinate dal prof. G. L. Carancini il quale, insieme al suo gruppo di lavoro, individuò circa 40 insediamenti protostorici, tra cui i più importanti, oltre Campo di Santa Susanna, risultano: Casa Fonte Giovannone (Poggio Bustone); Paduli di Monte Cornello (Colli sul Velino-Labro); Vicenna Riara e Fosso di Valle Tribolata (Rieti).
3 Oggi sappiamo che la Piana di Rieti ed il bacino di Piediluco ospitavano, in un periodo antecedente la penetrazione romana, un sistema di abitati di tipo perilacustre articolato in piccoli villaggi vicini tra loro, con una millenaria continuità di vita, la cui sussistenza era in parte garantita dall abbondante disponibilità di acqua e la cui economia era basata primariamente sull agricoltura ma anche sull allevamento, sulla pesca e, marginalmente, sulla caccia. Quest importante tessuto insediativo posto in stretta relazione ad un vasto - ma chiuso - ambiente umido entra in crisi a partire dal IX sec. a.c. A tale fase si riferisce anche il momento di Fig.1. Pali-fitti dell età del bronzo nel lago di Neuchàtel, Svizzera. deposizione del ripostiglio di bronzi di Piediluco, in riferimento a probabili atti rituali di particolare valore e solennità, destinati alla memoria storica collettiva: che si tratti di deposizioni da collegare ad un evento certamente importante e decisivo per le sorti della comunità, è suggerito dal fatto che esse sembrano coincidere con lo spopolamento degli insediamenti fondati dagli avi, il cui abbandono definitivo si compie durante l VIII sec. a. C. Probabilmente le cause che portarono al collasso del sistema e alla graduale interruzione di una storia millenaria, furono molteplici: naturali (sconvolgimenti climatici che causarono un
4 innalzamento progressivo della linea di riva dei vari specchi d acqua su cui gravitava la vita); socioeconomici (alterazione degli equilibri sociali tesi a stravolgere i vecchi assetti egalitari dei vari villaggi). L avvio di processi tesi allo stravolgimento degli equilibri sociali su cui poggiavano le varie comunità di villaggio, ha come conseguenza macroscopia la nascita di un nuovo mondo fondato non più sui villaggi ma sulle città. In particolare nella nostra area di interesse il fenomeno urbano, che vede la sua prima maturazione nell area medio-tirrenica, con la nascita dei principali centri etruschi (Veio, Cerveteri, Tarquinia ecc ) e latini (Roma), è principalmente orientato nella vicina conca ternana che inizia un nuovo e grandioso percorso sociale proprio quando nella Conca Velina si assiste al crepuscolo di sistema fondato su comunità di villaggio sparse sul territorio. Fig. 2. Ripostiglio di bronzi da loc. il Porto di Piediluco conservato al Nationalmuseet di Copenaghen
5 IL PROGETTO DIDATTICO E LA SUA ARTICOLAZIONE INTRODUZIONE Nell ambito di un rinnovato interesse per la conoscenza della più antica storia del territorio - attuato fin dall estate 2011 con la prima campagna di scavi, promossa dal Museo Civico e dal Comune di Rieti, della necropoli protostorica dell età del ferro (secoli IX e VIII a. C.) di Campo Reatino - la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile ha elaborato un progetto didattico con l obiettivo di far comprendere in modo interattivo e coinvolgente un periodo della nostra storia fortemente radicato in un territorio che ancora ne conserva i resti. In altre parole: dare voce a queste antiche tracce di vita. Si è pensato, poiché l intero progetto nasce da un esperienza di ricerca, che il modo migliore per far parlare il passato sia quello di coinvolgere soprattutto i ragazzi più giovani e i loro insegnanti, nelle attività di coloro che faticosamente cercano di ricostruire la storia più antica del territorio; di più: far vestire, anche solo per un giorno, i panni dell archeologo. I partecipanti, così facendo, diventeranno i protagonisti della ricerca archeologica e tramite questa esperienza diretta ed assistita, si spera, che essi possano giungere a una migliore comprensione di alcuni aspetti fondamentali della più antica storia della piana reatina, prima dell avvento dei romani. ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÁ Il progetto è destinato agli alunni della scuola primaria a partire dalle classi terze e potranno aderire un numero massimo di 10 classi; verranno prese in considerazione le adesioni in ordine cronologico di arrivo fino ad esaurimento dei posti disponibili. Sono previsti un incontro teorico in classe sulla metodologia e tecnica della ricerca archeologica e un uscita sul campo per attività di scavo archeologico simulato.
6 A complemento sarà organizzato un laboratorio di archeologia sperimentale, organizzato in uscite sul campo - secondo le modalità espresse nella scheda di adesione - dedicato alla ricostruzione dei modi e delle tecniche con cui venivano realizzati i manufatti preistorici funzionali alle attività di caccia, agricoltura, filatura e tessitura, realizzazione del vasellame, edilizia. 1. IL MESTIERE DELL ARCHEOLOGO: LO SCAVO SIMULATO L archeologo ha il privilegio di raccontare la storia dell Uomo attraverso lo studio dei manufatti di uso quotidiano (ceramiche, monete, metalli, ecc.), ritrovati e riportati alla luce grazie allo scavo archeologico, ossia scavando e cercando sotto terra questi insuperabili tesori della memoria storica. Il mestiere dell archeologo è quello di sfogliare il terreno dall alto verso il basso, di leggere un grande libro che racconta un viaggio a ritroso nel tempo del quale non si può saltare neanche una pagina. Armati di secchiello, cazzuola, pennelli e setaccio, i ragazzi sperimenteranno l'affascinante mestiere dell'archeologo: si apprenderanno le diverse fasi di scavo, documentazione e ricostruzione dei contesti. A verifica di quanto appreso sul campo, i ragazzi saranno quindi invitati a riconoscere gli oggetti rinvenuti in base alla loro forma e decorazione, ad indicarne l'utilizzo e l'importanza ai fini della ricostruzione storica.
7 Fig. 3. Attività di scavo simulato. Parco Archeologico della Terramara di Montale (Modena). Fig. 4. Attività di scavo simulato nel Parco Archeologico del Villaggio Preistorico di Sa Ruda (Oristano).
8 Fig. 5. Attività di scavo simulato all aperto con operatori didattici. Parco Archeologico del Villaggio Preistorico di Sa Ruda (Oristano).
9 Fig. 6. Ragazzi delle scuole primarie impegnati nello scavo simulato. Fig. 7. Attività di scavo simulato all aperto con operatori didattici. 2. LA RICOSTRUZIONE DEL PASSATO ATTRAVERSO L ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE L archeologia sperimentale è il tentativo di riprodurre, attraverso prove sperimentali calate nelle condizioni materiali ed organizzative più vicine possibili a quelle antiche, strumenti, oggetti, edifici, e di riprodurre anche le circostanze nelle quali gli stessi beni si sono degradati o distrutti. Non si tratta, come potrebbe sembrare a prima vista, esclusivamente di un esercizio ludicodidattico, tali esperimenti sono essenziali per comprendere lo sforzo dell uomo primitivo per adattarsi all ambiente nel quale viveva e trasformarlo secondo le proprie esigenze: la realizzazione del più modesto degli utensili costa fatica, tempo ingegno. Conoscere gli strumenti e i metodi con i quali gli antichi costruivano la loro sopravvivenza non può non farci riflettere profondamente sulla vita, l impegno e la cultura delle genti primitive.
10 Di grande rilevanza sarà l apporto di operatori specializzati, ma anche se possibile, di artigiani e anziani del luogo, che metteranno in opera le loro abilità e conoscenze nella realizzazione di manufatti tradizionali e nella trasmissione di antiche attività di cui si va perdendo la memoria. Si avrà la possibilità di partecipare a quattro laboratori di archeologia sperimentale incentrati sulla lavorazione: della pietra per la realizzazione di armi e utensili; delle materie prime animali, quali la lana, per la realizzazione di vestiti; degli impasti di argilla per la realizzazione di vasi senza l uso del tornio; delle materie prime vegetali, quali le piante acquatiche, e gli impasti di fango per la realizzazione di capanne. In un'epoca - la nostra - in cui l'alta tecnologia ha privato l'uomo del contatto diretto con le materie prime, bambini e adulti possono riscoprire, attraverso le attività del villaggio, l'ingegno e la creatività dei nostri antenati in risposta ad esigenze primarie che vanno dalla sussistenza alla spiritualità. La formula della sperimentazione all aperto e dell'approccio manuale ai materiali è indubbiamente il percorso didattico più efficace e diretto per l'apprendimento delle tematiche proprie dell'archeologia preistorica. Le attività indirizzate alle scuole ripercorrano gli interi cicli produttivi: dall'approvvigionamento delle materie prime alla realizzazione di manufatti finiti, al loro utilizzo - e quindi alla loro reale ed antica funzione - il tutto confrontato con il rinvenimento dell oggetto nel corso dello scavo archeologico simulato.
11 Fig. 8. Realizzazione di manufatti in pietra. Parco Archeologico delle Palafitte del Lago di Ledro (Trento). Fig. 9. Prova sperimentale della funzionalità di una punta di freccia su arco. Parco Archeologico delle Palafitte del Lago di Ledro (Trento). Fig. 10. Prove sperimentali di filatura. Parco Archeologico della Westfalia-nordrenania (Germania)
12 Fig. 11. Prove sperimentali di tessitura con telaio verticale. Parco Archeologico della Terramara di Montale (Modena). Fig. 12. Attività didattica di archeologia sperimentale per la scuola primaria relativa alla realizzazione di vasi senza l uso del tornio. Parco Archeologico del Bostel di Rotzo (Vicenza).
13 Fig. 13. Prove sperimentali relative alla realizzazione di vasi senza l uso del tornio. Fig. 14. Prove sperimentali relative alla realizzazione di un abitazione palafitticola. Reperimento della canna palustre da utilizzare come telaio dei muri. (lago di Neuchàtel, Svizzera).
14 Fig. 15. Prove sperimentali relative alla realizzazione di un abitazione palafitticola. Edificazione di un muro con telaio a graticcio tramite incannucciata lignea e malta di fango. Parco Archeologico di La Tène (Neuchàtel, Svizzera). OBIETTIVI E FINALITÁ DELLA RICERCA Il progetto articolato nelle attività all aperto di scavo simulato e nei laboratori di archeologia sperimentale, insieme alle lezioni teoriche, da tenersi in classe, relative alla metodologia e tecnica della ricerca archeologica e alla protostoria della Conca Velina, presentano numerose finalità didattiche: conoscere il passato attraverso esperienze dirette, dallo scavo archeologico all importante strumento dell archeologia sperimentale; comprendere come dalle testimonianze materiali (i reperti rinvenuti nello scavo) si passi alla ricostruzione della storia di una popolazione e di un territorio; scoprire le radici storiche pre-romane della piana di Rieti attraverso il contatto diretto con i manufatti preistorici ed il territorio lacustre, facendo capire l importante equilibrio che sussisteva nell antichità tra l uomo e l ambiente;
15 capire l importanza del legame tra uomo e ambiente attraverso la conoscenza delle tradizioni locali; osservare e confrontare oggetti e persone di oggi con quelli del passato e riconoscere gli elementi fisici ed antropici del paesaggio; far conoscere i sistemi antichi, ormai abbandonati, di sfruttamento delle risorse in un ambiente lacustre; far comprendere come e quanto l acqua sia stata un elemento naturale fondamentale, per le dinamiche di antropizzazione del territorio.
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