Indicatori di disuguaglianza in gravidanza

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1 Indicatori di disuguaglianza in gravidanza 7 maggio 2015

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3 Indicatori di disuguaglianza in gravidanza Nei già da diversi anni l Azienda USL, attraverso il Programma per il contrasto degli effetti sulla salute delle disuguaglianze, ha scelto di dedicare particolare attenzione alla promozione della salute e dell equità dai primi anni di vita con l'intento di garantire ad ogni bambino di poter cominciare la propria vita nelle migliori condizioni possibili. Questa scelta non è solo eticamente giusta, ma come ormai ampiamente dimostrato, è un ottimo investimento per tutta la popolazione grazie al ritorno positivo che gli interventi realizzati nella prima infanzia hanno su tutta la vita dell individuo 1. La situazione nei è complessivamente positiva, anche se alcune fasce di popolazione vulnerabili presentano con maggior frequenza comportamenti a rischio ed esiti di salute non desiderati. Le schede informative presentate sono relative a indicatori sentinella di iniquità in salute in età pediatrica e ci auguriamo possano essere uno strumento utile agli operatori per prendere consapevolezza delle iniquità presenti e stimolare azioni di miglioramento. TABELLA SINOTTICA ETÀ TITOLO STUDIO INDICATORE Italiana Straniera Fino a Media media inf. superiore CONDIZIONE OCCUPAZIONALE Laurea Disoccupata Occupata. Casalinga, studentessa o altro Prima visita in gravidanza dopo la 12 a settimana di gestazione Esecuzione di meno di 4 visite ostetriche in gravidanza Fumo in gravidanza Mancata partecipazione ai corsi pre-parto Le gravidanze in ragazze minorenni Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) LEGENDA caratteristica significativamente negativa caratteristica neutra caratteristica significativamente positiva Non disponibile Italiana: italiane e straniere provenienti da paesi a sviluppo avanzato (PSA) Straniera: straniere provenienti da paesi a forte pressione migratoria (PFPM) 1 1

4 La gravidanza Parlare di equità dai primi anni di vita significa innanzitutto parlare di salute riproduttiva e di tutela della gravidanza. La gravidanza è un evento fisiologico con un alto impatto sociale per la donna, il nucleo famigliare e per la comunità locale. Questo comporta che fattori di natura socioeconomica (ad es. stato occupazionale, livello di istruzione, politiche a sostegno della famiglia) possano influenzare l inizio di una gravidanza, la scelta di portarla a termine e il ricorso alle cure necessarie per la tutela della donna e del bambino. Gli indicatori che seguono sono stati scelti per descrivere con la prospettiva dell equità il periodo prenatale, la salute della madre e il ricorso ai servizi sanitari. Dopo una panoramica generale sulla dimensione dell evento gravidanza, si passerà poi a considerare con la lente dell equità alcuni indicatori internazionalmente riconosciuti come indicatori sentinella utili per monitorare aspetti chiave per la tutela della salute della madre e dei nascituri: la prima visita in gravidanza dopo la dodicesima settimana, l esecuzione di meno di 4 visite ostetriche in gravidanza, il fumo in gravidanza, la mancata partecipazione ai corsi pre-parto, le gravidanze in ragazze minorenni e le Interruzioni Volontarie di Gravidanza. Nel triennio nei il tasso di gravidanza complessivo è risultato pari a 50 gravidanze ogni donne in età fertile (15-49 anni), in linea col dato romagnolo (48 ) e con quello regionale (51 ). Il tasso di gravidanza è più basso nel Distretto di Cesena-Valle Savio (48 ) e più alto in quello del Rubicone (53 ). Il tasso di gravidanza è significativamente più alto nelle donne con cittadinanza straniera* (89 rispetto al 43 delle italiane**), in particolare prima dei 35 anni, dopo i quali si allinea a quello delle italiane. Il tasso del distretto di Cesena-Valle Savio risulta inferiore a quello del Rubicone sia per le straniere (85 vs 92 ) sia per le italiane (41 vs 46 ). Nel il tasso di gravidanza è diminuito in maniera rilevante nelle donne straniere (89 rispetto al 125 del triennio precedentemente analizzato) soprattutto nella fascia anni, mentre è rimasto costante nelle italiane (43 rispetto al 46 ); questa tendenza si è registrata anche a livello regionale. ^ Scheda di Dimissione Ospedaliera * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). N e Tassi di gravidanza per donne di anni SDO N Tasso N Tasso N Tasso Italiane Straniere Totale Tasso di gravidanza età-specifico per donne di anni SDO età italiane straniere 2

5 Prima visita in gravidanza dopo la 12 a settimana Secondo gli standard indicati dall Organizzazione Mondiale della Sanità, in una gravidanza fisiologica la prima visita prenatale deve essere eseguita entro la 12 a settimana di gravidanza. L incontro precoce col personale sanitario consente di informare la donna sul percorso assistenziale della gravidanza, sulla possibilità di sottoporsi ad accertamenti diagnostici e screening prenatali e sulle precauzioni comportamentali e ambientali utili a tutelare la gravidanza. In letteratura le donne in gravidanza che eseguono la prima visita prenatale tardivamente sono, con maggior frequenza, in una condizione di vulnerabilità (minorenni, immigrate o donne con basso livello di istruzione). Nel triennio nei le donne in gravidanza fisiologica che hanno eseguito la prima visita prenatale oltre la 12 a settimana sono risultate 225, pari al 4%; questa percentuale è significativamente inferiore a quella rilevata in () e in Regione (7%). A livello dei due distretti del i valori non si differenziano (4% sia nel distretto Cesena-Valle Savio sia in quello del Rubicone). Prima visita prenatale dopo la 12 a settimana di gestazione (%) CEDAP % 7% Nel la percentuale di visite dopo la 12 settimana è in calo rispetto al triennio precedente (4% vs 7%); la diminuzione a livello regionale è meno consistente (8% vs 7%). Nei la prima visita prenatale oltre la 12 a settimana avviene più frequentemente nelle donne: 24 anni (10%) straniere** rispetto alle italiane* (12% vs 2%) con basso titolo di studio (9%) casalinghe, studentesse e altro (10%) e disoccupate o in cerca di prima occupazione (8%). Queste tendenze si confermano anche in e in Regione, in linea con quanto emerso nel triennio Certificato Di Assistenza al Parto * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). Prima visita prenatale dopo la 12 a settimana di gestazione (%), CEDAP TOTALE e oltre Italiane Straniere Laurea Media Superiore Media Inferiore/ nessuno Occupata Disoccupata Altro 2% 2% 4% 4% 3% 4% 3% 4% 9% 10% 8% 10% 12% 0% 10% 20% 30% 3

6 Nell analisi statistica multivariata condotta per correggere l influenza dei diversi fattori tra di loro, la probabilità di eseguire la prima visita dopo la 12 a settimana si conferma significativamente più alta nelle donne: Prima visita prenatale dopo la 12a settimana di gestazione: fattori associati (regressione logistica) CEDAP vs 24 anni 0,8 (0,7-0,9) con cittadinanza straniera (OR 3,2) con basso titolo di studio (OR 1,6) disoccupate e in cerca di prima occupazione (OR 1,7) e nelle casalinghe, studentesse e altro (OR 1,7) L analisi statistica multivariata è stata condotta sui dati dell che consentono di avere una numerosità più consistente vs 24 anni 40 e oltre vs 24 anni Italiana vs Straniera Media Sup. vs Laurea Media Inf. vs Laurea 0,8 (0,7-1,0) 1,0 (0,7-1,3) 3,2 (2,8-3,6) 1,0 (0,9-1,2) 1,6 (1,3-1,8) Disoccupata vs occupata 1,7 (1,4-2,1) Altro vs occupata 1,7 (1,5-1,9) Per approfondimenti, nella tabella sottostante si riportano i valori puntuali relativi ai singoli territori considerati. Prima visita prenatale dopo la 12a settimana di gestazione per ambito territoriale. CEDAP I risultati sono in linea con quelli relativi all : in particolare nel Rapporto CEDAP 2013 la prima visita dopo la 12 settimana di gestazione è più probabile nelle donne con scolarità medio-bassa (OR 3.4), nelle straniere (OR 3.8) e nelle donne multipare (OR 1.5). N % N % N % Totale 225 4, , ,1 Classi d'età ,5 95 3, , , , , ,8 90 1, ,1 40 e oltre 16 0,8 22 1, ,4 Nazionalità Italiane 80 2, , ,7 Straniere , , ,9 Istruzione Laurea 33 2, , ,7 Media Superiore 84 3, , ,8 fino alla Media Inferiore 108 8, , ,1 Condizione professionale Occupata 93 2, , ,0 Disoccupata 35 8, , ,4 Altro 93 10, , ,2 4

7 Esecuzione di meno di 4 visite < 4 ostetriche in gravidanza L OMS raccomanda che l assistenza alle donne in gravidanza con decorso non complicato comprenda almeno 4 visite ostetriche. Questo parametro (insieme all esecuzione della 1 visita non oltre la 12 a settimana) viene monitorato per valutare l adeguatezza dell assistenza ostetrica in gravidanza. Conoscere quali siano le donne a maggior rischio di sottoporsi a cure inadeguate consente di valutare l entità del problema e orientare gli interventi di promozione della salute. Nel triennio nei le donne che hanno eseguito meno di 4 visite ostetriche nel corso di una gravidanza fisiologica sono risultate 54, pari all 1%; questa percentuale è significativamente inferiore a quella rilevata in (2%) e in Regione (3%). La scarsa numerosità della casistica non consente di valutare i dati a livello di Distretto. Nei e in Regione la percentuale di donne che hanno eseguito meno di 4 visite in gravidanza è in linea rispetto al triennio analizzato precedentemente ( ). La percentuale di donne in gravidanza con assistenza inadeguata è più alta nelle donne: 24 anni (3,7%) straniere* (2,5% rispetto allo 0, delle italiane**) con basso titolo di studio (2,0%) casalinghe e studentesse (2,7%). Queste tendenze si confermano anche in e in Regione, in linea con quanto emerso nel triennio Certificato Di Assistenza al Parto * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). Esecuzione di meno di 4 visite ostetriche CEDAP % 2% 3% Esecuzione di meno di 4 visite ostetriche, CEDAP TOTALE e oltre Italiane Straniere Laurea Media Superiore Media Inferiore/ nessuno Occupata Disoccupata Altro 0,8% 0, 0,5% 1,1% 0,7% 0,3% 0,8% 1,0% 2,0% 2,5% 1, 2,7% 3,7% 0% 5% 10% 5

8 Nell analisi statistica multivariata, condotta per correggere l influenza dei diversi fattori tra di loro, la probabilità di eseguire meno di 4 visite ostetriche si conferma significativamente più alta nelle donne: con cittadinanza straniera (OR 2,5) con basso livello d istruzione (OR 1,8) disoccupate o in cerca di prima occupazione (OR 2,9), oppure con altre attività non considerate lavorative quali ad esempio casalinghe e studentesse (OR 2,4). Esecuzione di meno di 4 visite ostetriche: fattori associati (regressione logistica) CEDAP vs 24 anni vs 24 anni 40 e oltre vs 24 anni Italiana vs Straniera 0,9 (0,7-1,1) 1,0 (0,7-1,4) 1,1 (0,7-1,8) 2,5 (2,0-3,2) L analisi statistica multivariata è stata condotta sui dati dell che consentono di avere una numerosità più consistente. Media Sup. vs Laurea Media Inf. vs Laurea 1,4 (1,0-1,8) 1,8 (1,3-2,5) Disoccupata vs occupata 2,9 (2,1-4,1) Altro vs occupata 2,4 (1,8-3,1) Per approfondimenti, nella tabella sottostante si riportano i valori puntuali relativi ai singoli territori considerati. Esecuzione di meno di 4 visite ostetriche per ambiti territoriali. CEDAP I risultati sono in linea con quelli relativi all : in particolare nel Rapporto CEDAP 2013 il numero di visite insufficiente è più probabile nelle donne con scolarità medio-bassa (OR 4.6), nelle straniere (OR 5.5) e nelle donne multipare (OR 1.7). N % N % N % Totale 54 1, , ,1 Classi d'età ,7 95 3, , , , , ,8 90 1, ,1 40 e oltre 3 0,8 22 1, ,4 Nazionalità Italiane 23 0, , ,6 Straniere 31 2, , ,9 Istruzione Laurea 5 0,3 71 1, ,6 Media Superiore 24 1, , ,4 fino alla Media Inferiore 25 2, , ,9 Condizione professionale Occupata 19 0, , ,5 Disoccupata 7 1,6 56 3, ,4 Altro 25 2, , ,8 6

9 Fumo in gravidanza L abitudine al fumo in gravidanza è associata a un maggior rischio di esiti negativi quali aborto spontaneo, gravidanza extrauterina, natimortalità, restrizione della crescita fetale, basso peso alla nascita, nascita pretermine, distacco intempestivo di placenta; sono anche segnalati effetti nel tempo sullo sviluppo neuro-comportamentale e rischio di SIDS (sindrome da morte improvvisa del lattante). L abitudine al fumo nel corso della gravidanza risulta significativamente associata a condizioni di vulnerabilità socio-culturale: la frequenza è infatti più elevata nelle donne giovani, con bassa scolarità e senza partner accanto. Nel triennio nel hanno continuato a fumare in gravidanza 304 donne, pari al ; questa percentuale è sovrapponibile a quella rilevata in (7%) e in Regione (). A livello dei due distretti del i valori non si differenziano ( sia nel distretto Cesena-Valle Savio sia in quello del Rubicone). Nei e in Regione la percentuale di donne che hanno fumato in gravidanza è sostanzialmente stabile rispetto al biennio analizzato precedentemente ( ) 1. Nel l abitudine al fumo in gravidanza è risultata più alta nelle donne: 24 anni (9%) italiane* (7% rispetto al 3% delle straniere** ) con titolo di studio più basso (9%) disoccupate (8%): questo valore è ancor più marcato in e in Regione. Complessivamente queste tendenze si confermano anche a livello romagnolo e regionale. Certificato Di Assistenza al Parto 1 il fumo in gravidanza nel CEDAP viene rilavato a partire dal 2008 * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). * * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). Fumo in gravidanza (%) CEDAP Fumo in gravidanza (%). CEDAP TOTALE e oltre Italiane Straniere Laurea Media Superiore Media Inferiore/ nessuno Occupata Disoccupata Altro 7% 3% 2% 7% 7% 5% 9% 8% 9% 0% 10% 20% 30% 7

10 L analisi logistica, condotta per correggere l influenza dei diversi fattori tra di loro, conferma che la probabilità di fumare in gravidanza è significativamente maggiore nelle donne: nella fascia anni (OR 1,8) e nelle ultra 40enni (OR 2,1) con cittadinanza italiana (OR 3,8) con basso livello di istruzione (OR 2,0) rispetto alle laureate disoccupate o in cerca di prima occupazione (OR 1,4), oppure con altre attività non considerate lavorative quali ad esempio casalinghe e studentesse (OR 2,8). L analisi statistica multivariata è stata condotta sui dati dell che consentono di avere una numerosità più consistente. Fumo in gravidanza: fattori associati (regressione logistica) CEDAP vs 24 anni vs 24 anni 40 e oltre vs 24 anni Italiana vs Straniera Media Sup. vs Laurea Media Inf. vs Laurea Disoccupata vs occupata Altro vs occupata 1,1 (1,0-1,3) 1,8 (1,6-2,1) 2,1 (1,7-2,5) 3,8 (3,4-4,2) 1,0 (0,8-1,1) 2,0 (1,8-2,2) 1,4 (1,3-1,5) 2,8 (2,5-3,1) I risultati sono in linea con quelli relativi all ; nel rapporto CEDAP 2013 regionale si evidenzia inoltre che: tra le donne fumatrici, quelle con cittadinanza straniera hanno un rischio maggiore di continuare a fumare in gravidanza (45% vs 38%) con l abbassarsi del titolo di studio si osserva un aumento del rischio di continuare a fumare in gravidanza (titolo alto 27%, medio-alto 37%, medio-basso 53%) Per approfondimenti, nella tabella sottostante si riportano i valori puntuali relativi ai singoli territori considerati. Fumo in gravidanza per ambiti territoriali. CEDAP N % N % N % Totale 304 6, , ,6 Classi d'età ,8 95 3, , , , , ,8 90 1, ,1 40 e oltre 20 0,8 22 1, ,4 Nazionalità Italiane 266 7, , ,6 Straniere 38 3, , ,1 Istruzione Laurea 32 2, , ,6 Media Superiore 156 6, , ,0 fino alla Media Inferiore 116 9, , ,4 Condizione professionale Occupata 213 5, , ,5 Disoccupata 33 7, , ,9 Altro 51 5, , ,0 8

11 Mancata partecipazione ai corsi pre- parto Nel percorso di accompagnamento della donna e della coppia al parto viene riconosciuta una particolare importanza anche alle attività educative e di sostegno alla transizione verso la genitorialità; in particolare, i corsi in preparazione al parto sono associati positivamente al benessere della madre e del bambino. La partecipazione a questi corsi assume particolare rilevanza nelle donne con maggior disagio sociale. Comprendere le caratteristiche delle donne non partecipanti ai corsi può pertanto consentire di riorientare le modalità della proposta, in modo da favorirne l accesso e migliorare la qualità. Nel biennio , nei oltre la metà delle primipare in gravidanza fisiologica (59%, corrispondenti a donne) non ha partecipato ai corsi pre-parto; questa percentuale è in linea con quella rilevata in (59%), mentre è significativamente inferiore a quella regionale (64%). A livello distrettuale si registrano differenze: 57% nel Distretto Cesena-Valle Savio e 61% in quello del Rubicone. Non è possibile effettuare un confronto rispetto agli anni precedenti in quanto sono cambiate le modalità di rilevazione del dato. Nei la mancata partecipazione ai corsi pre-parto è risultata più alta nelle donne: 24 anni e dai 35 anni in su con cittadinanza straniera* (82% rispetto al 51% delle italiane** ) con basso titolo di studio (79%) con attività non considerate lavorative quali ad esempio casalinghe e studentesse (79%). Queste tendenze si confermano anche in in Regione; in questi ambiti territoriali si registrano percentuali più alte nelle donne più giovani. Certificato Di Assistenza al Parto * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). Primipare non partecipanti ai corsi pre-parto (%) CEDAP % 59% 64% Primipare non partecipanti ai corsi pre-parto (%). CEDAP TOTALE e oltre Italiane Straniere Laurea Media Superiore Media Inferiore/ nessuno Occupata Disoccupata Altro 53% 51% 49% 59% 54% 53% 54% 6 67% 65% 82% 79% 79% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 9

12 L analisi logistica, condotta per correggere l influenza dei diversi fattori tra di loro, conferma che la probabilità di non partecipare ai corsi pre-parto è significativamente più alta nelle primipare: sopra ai 35 anni con cittadinanza straniera (OR 3,8) con basso titolo di studio (OR 2.0 rispetto alle laureate) con attività non considerate lavorative quali ad esempio casalinghe e studentesse (OR 2,8) rispetto alle occupate. L analisi statistica multivariata è stata condotta sui dati dell che consentono di avere una numerosità più consistente. Primipare non partecipanti ai corsi pre-parto: fattori associati (regressione logistica) CEDAP vs 24 anni vs 24 anni 40 e oltre vs 24 anni Italiana vs Straniera Media Sup. vs Laurea Media Inf. vs Laurea 1,1 (1,0-1,3) 1,8 (1,6-2,1) 2,1 (1,7-2,5) 3,8 (3,4-4,2) 1,0 (0,8-1,1) 2,0 (1,8-2,2) Disoccupata vs occupata Altro vs occupata 1,4 (1,3-1,5) 2,8 (2,5-3,1) Per approfondimenti, nella tabella sottostante si riportano i valori puntuali relativi ai singoli territori considerati. Primipare non partecipanti ai corsi pre-parto per ambito territoriale. CEDAP N % N % N % Totale , , ,0 Classi d'età ,3 95 3, , , , , ,8 90 1, ,1 40 e oltre 155 0,8 22 1, ,4 Nazionalità Italiane , , ,6 Straniere , , ,3 Istruzione Laurea , , ,8 Media Superiore , , ,8 fino alla Media Inferiore , , ,7 Condizione professionale Occupata , , ,5 Disoccupata , , ,9 Altro , , ,0 10

13 Le gravidanze in ragazze minorenni La gravidanza nelle adolescenti rappresenta una condizione di vulnerabilità in quanto: - accade più frequente in adolescenti con basso livello di istruzione e in condizione di disagio economico-sociale. - è correlata a un più alto rischio di cure prenatali inadeguate, neonati di basso peso alla nascita e mortalità infantile. - nelle famiglie con genitori adolescenti il rischio di esclusione sociale è più alto: le madri adolescenti sono più a rischio di non terminare gli studi, avere difficoltà a trovare un lavoro, e crescere il proprio bambino in condizioni di povertà. - i figli di adolescenti sono più a rischio di soffrire di condizioni di salute precarie e di diventare a loro volta genitori adolescenti. Conoscere l entità e la distribuzione del fenomeno consente di monitorare l eventuale presenza di aree o categorie a maggior rischio verso cui indirizzare azioni preventive o di supporto mirate. Nel triennio nelle minorenni residenti nei si sono registrate 35 gravidanze, (pari a una media di circa 12 eventi all anno), 32 in ragazze italiane e 3 in ragazze straniere. Il tasso di gravidanza nelle minorenni risulta essere 4,7 nelle italiane e 3,5 nelle straniere; i dati sono relativi a un numero esiguo di casi e pertanto vanno valutati con cautela. Il tasso di gravidanze è significativamente maggiore nelle minorenni straniere rispetto a quelle italiane per l (9.4 vs 4.6 ) e a livello regionale (11.3 vs 4.8 ); nei due territori si mantiene il rapporto 2 a 1 tra straniere e italiane, come nel triennio Numero di gravidanze in minorenni SDO Italiane Straniere Totale Tasso di gravidanze in minorenni per SDO ,4 4,7 4,6 4,8 3,4 11,3 ^ Scheda di Dimissione Ospedaliera * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). 0 Italiane Straniere 11

14 Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) L interruzione volontaria di gravidanza è più frequente nelle donne appartenenti a fasce vulnerabili di popolazione (donne con basso livello di istruzione, minorenni, single, senza occupazione). In Italia dall introduzione della Legge 194/78 il ricorso alle IVG è in costante diminuzione, anche se rimane elevato nelle donne immigrate e nelle minorenni. Monitorare il fenomeno del ricorso alle IVG consente indirettamente di avere informazioni su gravidanze indesiderate e sul mancato ricorso a pratiche contraccettive efficaci, permettendo così di attivare interventi mirati per la promozione di una sessualità consapevole. Nel 2014 nei le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) in donne residenti sono state 277, pari a un tasso di 6 IVG ogni donne in età feconda (15-49 anni); il tasso di IVG si conferma più alto nelle donne straniere (12 per rispetto a 5 per delle italiane). Dal 2005 ad oggi questa differenza si è significativamente ridotta in quanto il tasso di IVG nelle donne straniere è calato notevolmente, mentre quello relativo alle donne italiane è rimasto costante: nel 2005 i tassi nelle donne straniere erano 5.5 volte superiori a quelli delle italiane, nel 2014 lo sono di 2.5 volte. Lo stesso andamento si registra a livello nazionale. Questa tendenza alla riduzione del fenomeno nelle straniere potrebbe essere un segnale di modifica dei comportamenti relativi alla procreazione e di progressiva integrazione. Nei ( ) i tassi di IVG sono diversi a seconda della cittadinanza, anche se i dati sono da valutare con prudenza per i piccoli numeri: le donne nigeriane hanno il tasso più alto (37 per 1.000) seguono le bulgare (21), le moldave e le albanesi (19). Come indicato in letteratura, il ricorso alla IVG pare essere correlato con il Paese di provenienza: in genere i tassi sono più alti per le donne che provengono da Paesi a maggior incidenza di IVG Tasso di Interruzione Volontarie di Gravidanza per donne di anni.. SDO italiane straniere Tasso di Interruzione Volontarie di Gravidanza per cittadinanza.. SDO Tasso per donne di Cittadinanza N anni Italiane Straniere Nigeriane Bulgare Moldave Albanesi Marocchine Cinesi Rumene Altre Scheda di Dimissione Ospedaliera * si considerano STRANIERE le donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM). * * si considerano ITALIANE sia le donne a cittadinanza italiana sia le straniere provenienti da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA). 12

15 Nel triennio nei i ricoveri per IVG sono stati 859, pari al 12% del totale dei ricoveri per gravidanza; questa percentuale è inferiore a quella rilevata in (15%) e in Regione (1); l andamento è stabile rispetto al triennio precedentemente analizzato. Nel la percentuale di IVG sulle gravidanze è più alta nelle donne sopra ai 25 anni e con cittadinanza straniera* (17% rispetto al 10% delle italiane**) in linea col dato romagnolo e regionale. Nel, tra le minorenni la percentuale di IVG sulle gravidanze è più bassa di quella romagnola e regionale (rispettivamente 54%, 67% e 6). Un indagine ISTAT (1) conferma che le donne straniere ricorrono più frequentemente all IVG rispetto alle italiane e individua sottogruppi di donne particolarmente fragili (straniere, non coniugate, giovani) che costituiscono la popolazione target cui rivolgere politiche per la prevenzione dell IVG e più in generale per la tutela della maternità. Nelle donne straniere le variabili che influenzano maggiormente il ricorso all IVG sono riconducibili alla storia riproduttiva. In particolare, l aver avuto una o più IVG precedenti costituisce un fattore di rischio importante: tra le donne straniere che hanno già avuto una IVG il 6 ne effettua un altra; se la donna ha già avuto due o più bambini si sale all 8. Nelle donne italiane la variabile che influenza maggiormente il ricorso all IVG è invece lo stato civile: ricorrono più frequentemente all IVG le donne non coniugate (nubili o separate, divorziate o vedove) soprattutto le più giovani (68% tra le minorenni e 54% nella fascia anni). N Interruzione Volontarie di Gravidanza (IVG) e rapporto IVG/gravidanze. SDO N % IVG/ gravid. N % IVG/ gravid. N % IVG/ gravid. Italiane % % % Straniere % % % Totale % % Età Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) e rapporto IVG/gravidanze per classi d età. SDO % IVG/ N grav % IVG/ N grav % IVG/ N grav < % % % % % % % % % % % % % % Totale % % % 80% 60% 40% 20% 0% Rapporto IVG/gravidanze per classi d età, SDO % 54% 30% 19% 23% 18% 9% 11% 17% 31% < Italiane Straniere (1) Loghi M. ed al. Le interruzioni volontarie di gravidanza: un focus sulle donne straniere, Neodemos 2012 A cura di: Palazzi M., Bertozzi N., Reali C., Sardonini L., Vitali P. UO Epidemiologia e Comunicazione Dipartimento di Sanità Pubblica - Cesena, della Aprile

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