CAPITOLO XXV. L unione economica e monetaria europea
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- Aldo Masi
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1 CAPITOLO XXV. L unione economica e monetaria europea
2 1. PERCHÉ GLI EUROPEI SONO SEMPRE STATI AVVERSI ALLA VOLATILITÀ DEI CAMBI? 1. Le economie europee sono molto aperte. Il commercio internazionale è una componente molto importante del reddito nazionale. 2. Secondo alcuni padri dell Euro, le ampie fluttuazioni dei tassi di cambio europei negli anni Venti e Trenta contribuirono alla crisi delle economie nazionali nel periodo tra le due guerre. 3. Il mercato agricolo comune ha bisogno di cambi stabili per funzionare adeguatamente. 2
3 1.1. IL GRADO DI APERTURA DELLE ECONOMIE EUROPEE Le economie dei paesi dell Unione Europea sono molto aperte. La quota delle esportazioni sul totale del reddito è vicina al 20% nei paesi più grandi e supera il 50% in paesi piccoli come il Belgio. La maggior parte del commercio internazionale avviene all interno dell Europa. 3
4 1.1. IL GRADO DI APERTURA DELLE ECONOMIE EUROPEE 4
5 1.2. LE SVALUTAZIONI COMPETITIVE DEGLI ANNI VENTI E TRENTA Le preoccupazioni degli europei riguardano principalmente le fluttuazioni dei cambi all interno dell Europa. Le ampie fluttuazioni dei cambi di quel periodo erano in gran parte dovute al tentativo dei vari paesi di usare il tasso di cambio come strumento macroeconomico per uscire dalla profonda recessione degli anni Trenta. Tuttavia la svalutazione di una moneta accresce la competitività di un paese solo nella misura in cui diminuisce quella dei suoi partner commerciali. 5
6 1.3. LE FLUTTUAZIONI DEI CAMBI E IL MERCATO COMUNE Il mercato agricolo comune ha bisogno di cambi stabili per funzionare adeguatamente. 6
7 2. LA STORIA MONETARIA DELL EUROPA DAL DOPOGUERRA AI NOSTRI GIORNI 2.1. Da Bretton Woods al Sistema monetario europeo Dopoguerra Regime di Bretton Woods. La volatilità dei tassi di cambio laterali all interno dell Europa fu limitata dal comune aggancio con il dollaro. Inizio anni 70. Crollo del sistema di Bretton Woods, a causa dell incompatibilità tra gli obiettivi di politica economica tedeschi e americani. 7
8 2. LA STORIA MONETARIA DELL EUROPA DAL DOPOGUERRA AI NOSTRI GIORNI 2.1. Da Bretton Woods al Sistema monetario europeo Lo SME fu la risposta degli europei all elevata volatilità dei cambi che si era verificata negli anni 70. Lo SME consentì all Europa un periodo di cambi relativamente stabili, ma non eliminò le svalutazioni. Tra il 1979 e il 1992 vi furono dieci svalutazioni. In ciascun caso, la parità centrale di una o più monete europee 8 fu svalutata rispetto al marco.
9 2.2. IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO Nello SME, le svalutazioni non erano decisioni unilaterali, ma collegiali. Quando una moneta raggiungeva il margine superiore di fluttuazione, la banca centrale di quel paese aveva due opzioni: 1. alzare i tassi di interesse, in modo da difendere il cambio; 2. chiedere un riallineamento, ossia una svalutazione della parità centrale. 9
10 2.2. IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO La condizione di arbitraggio tra i rendimenti di attività denominate in monete diverse (ad esempio, franco francese e marco tedesco) può essere scritta come: i FF i DM A ( FF / DM) t1 ( FF / DM) t px (1 p)0 ( FF / DM) t Il rapporto tra i tassi di interesse fluttua al variare delle aspettative del mercato relativamente a una svalutazione. 10
11 2.2. IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO I controlli sui movimenti di capitale consentivano ai governi europei di difendere una parità di cambio, anche in presenza di aspettative di svalutazione. Non eliminavano la necessità di svalutare, ma consentivano alle autorità monetarie di procrastinare la svalutazione e decidere a tavolino quando svalutare. Questa autonomia scomparve quando vennero meno i controlli. 11
12 2.2. IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO Eliminati i controlli valutari, perché incompatibili con il mercato unico, all Europa si aprivano due strade: 1. abbandonare ogni tentativo di stabilizzare i tassi di cambio e passare a un regime di cambi flessibili; 2. abbandonare i tassi di cambio, adottando una moneta comune. 12
13 2.3. IL TRATTATO DI MAASTRICHT Il trattato di Maastricht è un documento fondamentale per la storia dell integrazione europea e per la nascita dell euro. Il Trattato ha creato una nuova istituzione sovranazionale, la Banca Centrale Europea, l istituzione preposta a condurre la politica monetaria dell UEM. 13
14 2.3. Il Trattato di Maastricht 14
15 2.3. Il Trattato di Maastricht 15
16 2.3. IL TRATTATO DI MAASTRICHT Il Trattato di Maastricht ha stabilito alcuni criteri di convergenza da far rispettare ai paesi che aspiravano a entrare nell UEM. I criteri di convergenza riguardano in particolare: la stabilità del tasso di cambio; la convergenza dei tassi di interesse a lungo termine; la convergenza del tasso di inflazione; la convergenza del rapporto debito/pil; la convergenza del rapporto deficit/pil. 16
17 3. IL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI: STRUTTURA E OBIETTIVI La politica monetaria dell euro è gestita dalla Banca centrale europea (Bce) che, insieme alle banche centrali nazionali, forma il Sistema europeo di banche centrali (Sebc). 17
18 3.1. GLI OBIETTIVI DI POLITICA MONETARIA L art del Trattato di Maastricht attribuisce assoluta priorità all obiettivo della stabilità dei prezzi. Altri obiettivi, in particolare quello di coadiuvare le politiche economiche dell Unione Europea, sono formulati in termini piuttosto vaghi e possono essere perseguiti solo se compatibili con l obiettivo della stabilità dei prezzi. 18
19 3.2. STRATEGIE DI POLITICA MONETARIA E COMPORTAMENTO DELLA BCE I due possibili approcci: 1. la strategia del «monetary targeting» si basa sull annuncio da parte della banca centrale di un tasso di crescita della quantità di moneta; 2. con «inflation targeting» si identifica invece una strategia basata sull annuncio da parte della banca centrale di un sentiero desiderato per l inflazione futura. 19
20 3.2. Strategie di politica monetaria e comportamento della Bce Fig I due principi della strategia politica monetaria della Bce 20
21 3.2. STRATEGIE DI POLITICA MONETARIA E COMPORTAMENTO DELLA BCE La Bce ha deciso di adottare un approccio, che è stato ufficialmente denominato strategia di politica monetaria orientata alla stabilità, basato su due principi : 1. analisi monetaria; 2. analisi economica. È ormai generalmente condivisa l opinione secondo cui la Bce opera di fatto perseguendo obiettivi di inflazione e definisce il livello dei tassi di interesse in base alle proprie previsioni del livello di inflazione nell area euro. 21
22 4. COME FUNZIONA LA BCE IN PRATICA? Strumenti di politica monetaria: le operazioni di mercato aperto; le operazioni delle banche centrali su iniziativa delle controparti; le riserve minime. 22
23 4.1. I PRIMI DIECI ANNI DELLA BCE: UN TENTATIVO DI VALUTAZIONE Fig Quanto diversa è la Bce dalla Bundesbank? 23
24 4.2 LA BCE E L ALLARGAMENTO DELL UE L allargamento della UE ai 25 paesi avvenne il 1 maggio 2004, quando furono accolti 10 dei 12 candidati. In che modo opererebbe la Bce se il numero di paesi che adottano l euro crescesse fino a includere tutti i paesi dell UE? Piuttosto male: 31 membri, 24 governatori delle banche centrali più 6 membri del Comitato esecutivo sarebbero troppi per assumere decisioni rapide ed efficienti. 24
25 4.2 LA BCE E L ALLARGAMENTO DELL UE FIG Possibili coalizioni all interno del Consiglio direttivo della Bce. 25
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