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1 M.E.I.C. (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale - Gruppo di Torino) Gli interventi degli esperti Con il contributo di

2 Nel corso dell anno si sono svolti i laboratori di cittadinanza attiva PROGETTARE IL FUTURO IN FAMIGLIA E A SCUOLA. PERCORSI DI APPROFONDIMENTO E DI CONFRONTO SULLA FAMIGLIA E L EDUCAZIONE DEI FIGLI IN TERRA DI MIGRAZIONE. A conclusione dei lavori abbiamo proposto alle partecipanti cinque incontri con esperte che hanno proposto loro contributi specifici seguenti temi: 1. che senso dare alla parola educare (dott.ssa D. Viroglio) 2. lo sviluppo del bambino, le tappe evolutive (dott.ssa S. Valperga) 3. il periodo dell adolescenza (dott.ssa A. Simonetto) 4. i diritti dell infanzia (prof.ssa M. Cancedda) 5. confrontarsi con l educazione in Italia e in Marocco (dott.sse N. Rafiq e F. Khayari) Nelle pagine che seguono forniamo le relazioni degli incontri

3 EDUCARE Dott.ssa Daniela Viroglio Il compito educativo è della famiglia, nonostante ci siano nel corso della vita, altri spazi educativi che i bambini e i ragazzi frequentano, come la scuola, i centri ricreativi, i gruppi sportivi, ecc entrambi i genitori vengono chiamati a camminare insieme, come coppia, nella crescita dei figli. L educazione alla vita del maschio e della femmina comporta variabili inevitabili, dovendo rispettare le caratteristiche di genere, ma deve dare ad entrambi la stessa possibilità di successo nella vita! Nascere maschi o nascere femmine comporta una diversità fisica, ma non necessariamente una diversità caratteriale, nonostante esistano delle caratteristiche che si attribuiscono maggiormente alla femmina o al maschio. Viene chiesto alle partecipanti di elencare queste caratteristiche pensando ai loro bambini. MASCHIO Aggressivo Vivace Narcisista/vanitoso Vuole di più Disobbediente A volte affettuoso Poca concentrazione FEMMINA Dolce Vivace Narcisista/vanitosa Vuole di più Disobbediente Più affettuosa Più concentrata Proprio dalle osservazioni su questo elenco, si possono notare i punti in comune e le diversità. Si può dire che maschi e femmine sono uguali per: - Bisogni - Desideri - Educazione - Autonomia

4 Una delle parole chiave nell educazione è flessibilità. Non esistono infatti norme rigide ed insindacabili valide per tutti, ma con ogni bambino/a si deve cercare un punto di congiunzione tra ciò che si ritiene giusto per lui/lei e ciò che aiuta a diventare sempre più autonomi nel rispetto della personalità. Le regole che vengono date ai bambini ed ai ragazzi devono sempre essere contestualizzate e spiegate, solo così si potranno crescere persone autonome e libere di scegliere. I divieti come le concessioni vanno spiegate. Insieme ai figli si cercano dei punti di incontro e questo è possibile solo attraverso il dialogo. Dialogare non significa fare la predica, ma porsi in un atteggiamento di ascolto e di confronto, scambiare pensieri e proporre soluzioni, discutere, magari scontrarsi, ma senza mai perdere la profonda affettività innata che segna il rapporto tra genitore e figlio ed il rispetto e la consapevolezza dei ruoli. Il dialogo inizia con il concepimento, e si consolida fin da piccoli perché i bambini hanno una loro idea del mondo e cercano conferme e spiegazioni. Fondamentale per costruire un buon rapporto con i propri figli è quello di fare insieme per stare insieme, trovare delle modalità di contatto e incontro che siano pratiche, agite, votate al fare. Questo permette uno scambio di opinioni, di comportamenti e pratica dell agire nel percorso di crescita. Essere un modello per i propri figli è il miglior modo possibile di far passare loro dei contenuti educativi forti come la coerenza, la rettitudine, l onestà. È inutile ad esempio che un padre insista che il figlio non fumi mentre tiene una sigaretta in mano In età adolescenziale è facile che il ragazzo si opponga alle regole che gli sono imposte, ma questo atteggiamento provocatorio è il modo che l adolescente conosce per far sue proprio quelle regole contro cui si ostina a lottare. Per esempio, se ciascuno di noi pensa alla propria infanzia e adolescenza troverà nel proprio passato delle figure che sono state particolarmente significative, che per qualche motivo sono rimaste nella memoria e a cui ancora si pensa nei momenti di difficoltà. Può essere stata un insegnante, una nonna, un amica di famiglia, di ognuna di loro ci sono aspetti positivi o negativi che abbiamo in memoria, qualcosa di loro è rimasto in ciascuno di noi. Proviamo a pensare cosa e troveremo alcune di quelle caratteristiche in noi Una problematica che si riscontra oggi nel rapporto con i figli è quello della loro sfacciataggine. I bambini e i ragazzi sono istintivi, si esprimono spesso senza mezzi termini, senza nascondersi o moderarsi, hanno in corpo e nell animo qualcosa che si muove e lo devono lanciare fuori, spesso anche con arroganza. E i genitori sono il bersaglio più facile. Questo spesso spaventa gli adulti. Li irrigidisce e li indispone al punto che le uniche soluzioni sembrano essere il castigo e la fermezza. Questo atteggiamento provoca in loro dolore e smarrimento e non riescono a vedere che i loro figli stanno chiedendo, risposte, conferme, sicurezze. E dove c è una richiesta è indispensabile aprire un dialogo, ancora più importante è cogliere il bisogno che sta dietro il silenzio.

5 Ricordiamo chi siamo stati, i nostri desideri, le nostre paure i nostri sentimenti, ma soprattutto ricordiamo che cosa ci è mancato e avremmo voluto sul piano dell affetto della vicinanza e della sicurezza nell agire. La perfezione non ci appartiene, non ci sono manuali per genitori, la nostra guida è l equilibrio tra il buon senso e l amore. Il pensiero che i no di oggi saranno la forza per reagire alle negazioni di domani, la parola e il dialogo dedicati oggi saranno la capacità di relazionarsi con gli altri.

6 LO SVILUPPO DEL BAMBINO Dott.ssa Sara Valperga La psicologia dell infanzia ha una storia relativamente recente. L interesse e soprattutto l approfondimento della psiche infantile ha inizio solo con la fine dell 800. Tuttavia, prima che il mondo si riempisse di approcci teorici sullo studio e la terapia rivolti all infanzia, ci sono stati periodi in cui il bambino era considerato in modi molto diversi. Alcune definizioni passate ci permettono di trarre delle considerazioni generali su quale tipo di investimento e quale tipo di atteggiamento esistesse nei confronti dei bambini: peccato originale medio evo, i bambini appena nati sono visti come malvagi. Educazione: offrire la salvezza, rimuovere il peccato originale, riportare sulla retta via. tabula rasa (Jhon Locke filosofo britannico metà '1600) bambini come tavolette raschiate, rase. Le esperienze infantili sono importanti nel determinare le caratteristiche della persona adulta. È responsabilità degli adulti mettere nei bambini i giusti valori e le giuste idee. bontà innata (J.J.Rousseau, 1700) bambini innatamente buoni, dovrebbero crescere in modo naturale limitando restrizioni e controlli. Affermava che l'uomo fosse, in natura, buono, un "buon selvaggio", ma che fosse stato corrotto in seguito dalla società civile e colta; vedeva questa come un prodotto artificiale nocivo per il benessere degli individui, portandoli alla degenerazione e al vizio. L'Emilio è il suo capolavoro pedagogico. piccoli adulti atteggiamento generale prima dell'800, i bambini come degli adulti piccoli di statura. Attraverso lo studio approfondito dello sviluppo del bambino sono state individuati dei periodi in cui è possibile dividere i primi anni di vita. I periodi evolutivi sono: periodo prenatale: concepimento - nascita prima infanzia: nascita a mesi seconda infanzia: fino 5-6 anni età prescolare fanciullezza: fino agli 11 anni adolescenza: circa Lo sviluppo dura tutta la vita, ma in questa sede il campo di interesse è rivolto a questo primo periodo della vita. Questi periodi si susseguono in modo lineare solo da un punto di vista cronologico, ma ogni tappa evolutiva viene raggiunta in modo assolutamente personalizzato da ogni singolo bambino! Per questo motivo l approccio stadiale viene oggi superato dall approccio dei percorsi possibili in cui viene considerata la variabilità interindividuale ed intraindividuale dei bambini. Non è possibile infatti individuare una sequenza obbligata di sviluppo, cronologicamente uguale per tutti I bambini e non tutti i bambini della stessa età ragionano allo stesso modo o utilizzano le stesse modalità di interazione sociale!

7 Graficamente si può rappresentare così: bambino Marco A B bambina Jasmine A B In questo modo si vede come sia Marco che Jasmine arrivino all ipotetico punto B, ma attraverso un percorso individuale, seguendo la propria andatura. Ma cos è che influenza il percorso? Quali sono i fattori che intervengono durante il cammino? Alcune risposte date dalle partecipanti sono: le condizioni di vita lo stato di salute le possibilità del bambino le cure ricevute la composizione della famiglia Tutte queste risposte sono corrette; sono infatti molti i fattori che intervengono nella costruzione della personalità del bambino. Per facilitare la comprensione di questi fattori, è possibile raggrupparli in tre categorie le quali determinano l unicità del bambino. Queste sono: 1. i processi biologici 2. i processi cognitivi 3. i processi socio-emotivi

8 Per quanto riguarda gli aspetti socio-ambientali è importante fare una distinzione tra : AMBIENTE e CULTURA Il luogo fisico in cui si vive L insieme di credenze, conoscenze, modelli, valori che si tramandano di generazione in generazione. Ne consegue che all interno di uno stesso ambiente (come ad esempio un palazzo) convivano persone appartenenti a culture diverse (come quella marocchina, senegalese, cinese, italiana, ecc ). I genitori sono i primi mediatori culturali che il bambino incontra. È attraverso i propri genitori che imparerà la sua cultura e conoscerà il suo ambiente. Tuttavia, nel lungo percorso della costruzione della propria identità, ci sarà un momento particolare, che coincide quasi sempre con il periodo dell adolescenza, in cui ogni conoscenza acquisita verrà messa in discussione, a volte anche in modo violento, per poter approdare ad una propria posizione. Come giustamente ha fatto notare una delle partecipanti, anche se diversi fratelli vivono immersi nello stesso spazio fisico e culturale, una volta cresciuti, avranno comportamenti diversi, idee diverse, modi di vivere diversi. Questo succede perche nonostante ci siano dei fattori comuni, ognuno di loro ha un proprio modo di elaborare le informazioni ricevute perché è un insieme unico di fattori biologici, cognitivi e socio-emotivi. Con questo bagaglio acquisito, potrà scegliere come gestire la propria vita, dove, con chi e cosa trasmettere ai propri figli una volta divenuto genitore lui stesso. I capisaldi Nel tempo sono state elaborate diverse teorie riguardo lo sviluppo del bambino, da diversi punti di vista, ma alcune considerazioni sono da considerarsi trasversali a tutte queste teorie e costituiscono i capisaldi della psicologia del bambino. Questi sono: l'infanzia è la base per la vita adulta : il bambino di oggi sarà il giovane e l adulto di domani! Si pongono le basi di quello che diventerà nei primi anni di vita! Intorno ai 5 anni la personalità de bambino è già formata. l infanzia è diversa dalla vita adulta: i bambini hanno un linguaggio totalmente distinto rispetto all adulto ed è compito dell adulto quello di comprenderlo ed adeguarsi al suo, non il contrario! l infanzia è dipendente dalla vita adulta: i bambini dipendono totalmente dagli adulti, sia per quanto riguarda le loro necessità primarie (sopravvivenza fisica) che per lo sviluppo psicologico, sociale e relazionale. Neuropsichiatria infantile Quando si è parlato di percorsi possibili, è importante dare voce a tutti i percorsi! Ogni bambino ha dentro di sé un potenziale che gli permetterà di fare un percorso personale, aiutato dal mondo esterno e sollecitato da tanti stimoli per la sua crescita. Esistono bambini che hanno maggiori difficoltà, che per motivi sia biologici (malattie) che psicologici (blocchi emtivi, traumi) che cognitivi (ritardo mentale) non raggiungono gli stessi obiettivi della maggioranaza dei bambini e che anzi spesso ne sono del tutto

9 incapaci. Tuttavia esiste anche per questi bambini una possibilità di recupero e di sostegno, nel rispetto dei loro limiti e capacità. La Neuropsichiatria infantile si occupa di questi bambini e mette a loro disposizione degli strumenti specialistici e tecnici. Alcune figure professionali che collaborano con il neuropsichiatra sono: pediatra psicologo psicomotricista logopedista educatore assistente sociale Testimoniaza dal gruppo: la bambina di una amica di una partecipante al gruppo attraverso l uso corretto dei servizi, sta riuscendo a fare dei piccoli ma significativi progressi nell inserimento a scuola e nel superamento di ostacoli personali molto grossi. Il percorso è difficile ma possibile! INFO UTILI Per fare in modo che sempre più bambini abbiano la possibilità di essere aiutati nel loro percorso, segnalo qui di seguito alcuni importanti indirizzi della circoscrizione 6 a cui è possibile rivolgersi in caso di necessità. NPI (Neuropsichiatria Infantile): via Tamagno 5 - Tel Consultori famigliari via Montanaro 80 - Tel via degli Abeti 16 - Tel via Maddalene 35/a - Tel Consultori pediatrici via degli Abeti 16 - Tel via Maddalene 35/a - Tel via Tamagno 5 - Tel via Scotellaro 7 - Tel via Leoncavallo 17 - Tel Servizi Sociali: Via Leoncavallo 17 tel

10 ADOLESCENZA Dott.ssa Alessandra Simonetto Si considera che la vita di un uomo possa essere divisa in periodi di circa 10 anni. In particolare si considera infanzia quella che va da 0 a 10 anni, adolescenza da 10 a 20 Ovviamente ognuna di queste fasi è ancora ulteriormente divisibile. Ogni passaggio da un periodo all altro, se fatto bene, aiuterà quello successivo. L adolescenza si situa tra il primo periodo dell infanzia, nel quale le preoccupazioni e l impegno dei genitori riguardano essenzialmente l accudimento psico-fisico, e l ultimo della giovinezza in cui i ragazzi hanno maturato una loro visione del mondo ed una personale modalità di interazione con esso. La posizione dell adolescenza è a cavallo tra il mondo interno della famiglia e quello esterno della casa, che può essere così rappresentato: Legenda: P/M Papà e Mamma con fratelli eventuali In questa posizione intermedia l adolescente sente una forte attrazione e curiosità nei confronti del mondo esterno, ma certamente avverte anche un grande senso di paura e incertezza per ciò che non conosce. La paura sarà però più attenuata se nel periodo precedente il bambino ha ricevuto un modello educativo solido e vincente. I modelli che gli sono stati trasmessi rimangono dentro di lui e lo aiutano ad affrontare le nuove sfide della vita. Un grosso rischio è costituito dal fatto che il modello interno si discosti troppo, fino ad essere totalmente opposto, a quello proposto dal mondo esterno. Il rischio è che l adolescente si trovi in un crocevia che non dà scampo né da una parte né dall altra, e soprattutto che si trovi in un crocevia nel quale le strade non comunicano fra loro, nel quale non si possono trovare mediazioni e compromessi. I ragazzi rischiano così di sentirsi divisi a metà, sentendo rischioso sia il farsi proteggere dalla famiglia perché impedisce di

11 confrontarsi con il mondo esterno, sia aprirsi al mondo esterno perché non si sentono accompagnati e sostenuti dai genitori. Il riferimento familiare rischia di diventare il regno del NO mentre le attrazioni esterne rischiano di diventare il mondo del SI, dove ogni cosa è possibile. L unica strada percorribile per aiutare i propri figli in questo difficile passaggio è il dialogo. In questa fase della crescita dei ragazzi, gli adulti sono molto in difficoltà perché le richieste e le preoccupazioni dei ragazzi spesso coincidono o sono molto simili a quelle dei genitori stessi. Esempi: paura del futuro, di essere accettati, di far valere le proprie capacità, di trovare un posto nel mondo, Quando si deve affrontare una richiesta da parte dei ragazzi sarebbe opportuno analizzare la loro domanda con un doppio punto di vista - Cosa c è di bello in questa richiesta e cosa mi fa paura? - Quello che mi chiede è davvero pericoloso? O è una mia paura che possa diventare pericoloso? Le soluzioni a queste richieste si trovano solitamente nelle vie dei compromessi, le terre di mezzo in cui sicurezza e libertà trovano una loro espressione. Alcuni di esempi che sono nati dalla discussione a partire da situazioni concrete di ragazzi conosciuti e dei propri figli: 1) Questa estate voglio andare in vacanza con la mia amica a Rimini (16 anni) Di bello per lei: spinta verso l autonomia, amicizia Di pauroso per me: impreparata al mondo, incapacità di tutelarsi Il compromesso: 2 settimane a casa dei parenti in campagna con la tua amica 2) Voglio le scarpe di 150 euro che ha il mio compagno di classe Di bello per lui: la cura di sé e l ambizione, la somiglianza agli altri Di pauroso per me: l incapacità di un analisi critica, il voler fare come gli altri, il non rendersi conto del valore del denaro. Il compromesso: scarpe che ti piacciono e che possiamo permetterci 3) Anche se so che è pericoloso voglio farlo lo stesso! A volte i ragazzi conoscono il rischio che corrono, ma sono disposti ad affrontarlo nonostante tutto. In questo caso è opportuno chiedersi: c è il rischio concreto di incolumità fisica? Se il rischio non c è o è ridotto è possibile aprire una negoziazione

12 che prevede anche un analisi su a cosa posso rinunciare e a cosa non posso rinunciare. 4) Me ne vado! Davanti a forti provocazioni come quella di lasciare la propria casa, è utile riportare il ragazzo ad un esame di realtà con domande del tipo E dove vai? Dove dormi? E domani cosa mangi? Come ti procuri il cibo?. In queste situazioni diventa essenziale la figura del padre. Il figlio infatti sta chiedendo delle risposte autorevoli ed è il padre che deve fornirgliele, non terze persone. Se il padre tentenna, è insicuro, delega o non se ne occupa, il figlio non percepirà i confini e rischierà di volerli sperimentare da solo, magari mettendosi in pericolo veramente. Il padre dovrebbe trasmettere la fiducia nel futuro, la curiosità nella scoperta del mondo, la sicurezza dei confini. La sessualità e la verginità Una grossa preoccupazione riportata dalle partecipanti riguarda la facilità con cui le ragazze possono perdere la verginità. Il rischio però è che vengano sovrapposti due temi molto importanti: la verginità e la conoscenza del mondo. Come se la conoscenza del mondo, delle sue opportunità, dei contesti possibili, sia sinonimo di pericolo e perdita dell onore. Le ragazze, come i ragazzi, devono essere educate alla fiducia attraverso il modello familiare e attraverso la spiegazione delle regole trasmesse, spesso strettamente collegate alla cultura di appartenenza. Una madre che ha fiducia nella figlia educherà una figlia che non tradirà la fiducia concessa. Anche se si trovasse in situazioni di pericolo o forse meglio dire di tentazione. Per quanto riguarda i maschi, anche loro dovrebbero essere educati fin da giovani al rispetto per l altro sesso e quindi alla salvaguardia della sessualità della ragazza. Anche in questa occasione, come per l autorità, sarebbero di grande aiuto i padri. Come l educazione alla sessualità delle ragazza è nelle mani delle madri, l educazione sessuale dei maschi dovrebbe passare attraverso i padri. Non è mai superfluo però sottolineare che i ragazzi imparano il rispetto tra maschi e femmine osservando come si comportano tra loro i propri genitori. Come il proprio padre tratta la donna con cui ha avuto dei figli. E come la propria madre tratta l uomo con cui vive. Questo modello di riferimento sarà quello che si imprimerà fortemente, in modo costruttivo o distruttivo, a seconda delle situazioni, nella mente e nel cuore dei ragazzi e delle ragazze.

13 CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL INFANZIA prof.ssa Marina Cancedda Si chiama così una voluminosa carta di ben 54 articoli, più un lungo preambolo, emanata dalle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 a New York sugli indiscutibili diritti dei bambini. Come vedete è una data decisamente recente, perché recente è la storia dei diritti dei bambini e nasce da una evoluzione del concetto stesso di bambino, del modo in cui gli adulti lo vedono, del ruolo che di volta in volta gli assegnano nella società. Nel mondo occidentale oggi noi sappiamo che un bambino è portatore di diritti, ma se ripercorriamo per sommi capi la nostra storia sociale, ci accorgiamo che il posto occupato dai bambini è stato molto marginale almeno fino al 19 mo secolo. Solo con la nascita della famiglia borghese e la rivoluzione industriale, si forma una nuova cultura del bambino che, a poco a poco, prende un posto centrale all interno della famiglia; diventa destinatario di cure, attenzioni e aspettative. La famiglia è però ancora la sua unica garanzia. Chi ha la sfortuna di nascere in una famiglia povera o affettivamente disastrata o rimane orfano, non ha alcuna tutela giuridica che lo protegga. Infatti è solo nel ventesimo secolo che l attenzione per il bambino si appoggia allo Stato e agli Organismi internazionali. Forse vi farà piacere sapere che la prima dichiarazione dei diritti dell infanzia fu emanata nel 1222 dal re Manden, sovrano del Mali che, in sette punti, stabilisce i diritti fondamentali dei bambini. Nei tempi moderni il primo organismo internazionale ad occuparsi dei bambini, chiamato il comitato di protezione dell infanzia, fu costituito nel 1919 dalla Società delle Nazioni (organismo poi tramutatosi poi in ONU).

14 Nel 1924 a Ginevra fu proclamata la prima dichiarazione dei diritti dell infanzia che precisa la responsabilità degli adulti nei confronti dei minori. Quando si parla di Dichiarazione si intende un testo in cui si affermano i valori e i diritti che in un particolare momento storico sono ritenuti un punto di riferimento della comunità internazionale senza tuttavia avere carattere di obbligatorietà. Quando invece si parla di Convenzione si intende un testo scritto che, una volta approvato dagli Stati, non solo diventa vincolante, ma lo stesso Stato diventa responsabile per eventuali inadempienze delle norme nei confronti di tutti gli altri Stati che lo hanno approvato. Altre date importanti da ricordare sono: 1946 nasce l UNICEF, una struttura creata dall ONU specializzata per l infanzia che nel 1953 diventa una organizzazione internazionale permanente; 1959 l ONU proclama all unanimità la Dichiarazione dei diritti dell infanzia che in 10 principi precisa gli obiettivi da perseguire per proteggere ed aiutare i bambini. E un passo molto importante anche se ancora il bambino è considerato oggetto di cure e non soggetto di diritto; 1989 avviene appunto il salto con l adozione, da parte dell ONU, della Convenzione internazionale sui diritti dell infanzia che, oltre ad essere un punto di arrivo, ha costituito anche un punto di partenza, o meglio di riferimento, per tutta una serie di iniziative legislative ed operative interne agli Stati a favore dei bambini Sul piano simbolico, inoltre, la Convenzione ha segnato un evoluzione fondamentale per il cammino della civiltà dando finalmente all infanzia la priorità che le spetta nella società umana. I suoi principi sono stati inseriti nel testo di 14 Stati e sono diventati programma di studio in tanti Paesi.

15 A questa Convenzione fanno esplicito riferimento - la Convenzione europea nell esercizio dei diritti dell infanzia la carta africana sui diritti e il benessere dei bambini - la Convenzione dell Aia per la tutela dei minori in materia di adozioni internazionali la dichiarazione di Madrid sugli aiuti umanitari la dichiarazione di Stoccolma contro lo sfruttamento sessuale dei bambini la Convenzione ILO n 182 sulle peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile la risoluzione del Parlamento Europeo sul traffico dei bambini CARATTERISTICHE DELLA CONVENZIONE E il primo documento internazionale che si occupa nello stesso tempo di diritti civili e politici, economici, sociali e culturali. E il primo documento che dà una precisa definizione di bambino (child), cioè chi non ha ancora compiuto 18 anni, tranne che secondo le leggi del proprio Stato non sia maggiorenne. E l unico documento internazionale ratificato da tutti gli Stati, ad eccezione di due: gli Stati Uniti (che lo hanno solo firmato) e la Somalia. E un documento veramente internazionale, vi si legge una forte attenzione per i bisogni materiali dei bambini, si dà importanza alla cooperazione internazionale a sostegno delle politiche per l infanzia nei paesi poveri. C è anche qualche accenno a forme specifiche previste dal diritto islamico ad esempio la famiglia allargata (art.20) CONTENUTI E formato da un preambolo e da 54 articoli: Nel preambolo leggiamo le enunciazioni di principio su cui si baserà la stesura:

16 - L infanzia ha diritto a un aiuto e una assistenza particolari; - La famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l assistenza di cui necessita; - Il fanciullo, per lo sviluppo armonioso e completo della sua personalità, deve crescere in un clima familiare di pace, amore e comprensione; - Il fanciullo deve essere preparato ad avere una sua vita individuale nella società, essere educato nello spirito di pace, dignità, tolleranza e libertà; - Il fanciullo, a causa della sua mancanza di maturità fisica e intellettuale necessita di protezione e cure particolari, compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita; - In tutti i Paesi del mondo ci sono fanciulli che vivono in condizioni particolarmente difficili ed è necessario prestare loro una particolare attenzione; - Si deve tener conto dell importanza delle tradizioni e dei valori culturali di ciascun popolo per la protezione e lo sviluppo armonioso del fanciullo; - Si deve riconoscere l importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle condizioni di vita dei fanciulli in tutti i Paesi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Seguono gli articoli divisi in tre sezioni: 1) articoli 1-41: contiene la lista dei diritti riconosciuti 2) articoli 42-45: istituisce un comitato internazionale a cui tutti gli Stati parte dovranno sottoporre un periodico rapporto sullo stato di attuazione della Convenzione 3) articoli 46-54: indica gli adempimenti burocratici per la ratifica, le riserve o le proposte di cambiamenti del documento Tutti gli articoli sono di uguale importanza, non se ne può fare una graduatoria e tutti devono rispettare i due principi generali del miglior interesse per il bambino e della non discriminazione

17 Come chiave per semplificarne la lettura e sintetizzare i vari diritti è stato proposto lo schema delle 3 P: Provision (provvedimento, misura) Protection (protezione, difesa) Promotion (promozione). Il primo gruppo Provision riguarda il diritto di nascere e crescere in modo sano, di avere assicurati tutti gli elementi base per la sopravvivenza, di avere l insegnamento primario obbligatorio e gratuito, che la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo, di potersi esprimere liberamente sulle questioni che lo riguardano,il diritto alla riservatezza o privacy, il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Il secondo, Protection, tenendo conto dello stato di minorità del bambino, riguarda tutti i diritti legati alla protezione da abusi e negligenza, sfruttamento economico e sessuale, che possa beneficiare, nello stato di rifugiato, della protezione e dell assistenza umanitaria che gli necessitano, che nessun fanciullo sia sottoposto a tortura o a pene degradanti, privato della libertà in maniera illegale. Il terzo, Promotion, prevede i diritti per la promozione del bambino come cittadino quali il diritto all espressione, alla partecipazione, alla libertà di pensiero e associazione, il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco ed attività ricreative, partecipare alla vita culturale ed artistica ed, infine, per un bambino disabile, a godere di una vita dignitosa. Sono ancora in via di approvazione, a discrezione dei vari Stati, i protocolli cosiddetti opzionali sul coinvolgimento dei minori nelle guerre, sulla vendita dei minori, la prostituzione e la pornografia minorile Il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati si riferisce ad un fenomeno tristemente attuale e l art. 38 della Convenzione prevede che nessuno di età inferiore ai 15 anni possa prendere parte attiva ad un conflitto armato.

18 Questo articolo, l unico su cui la commissione preparatoria del testo non aveva trovato l unanimità, era stato frutto di un compromesso e, da subito, fu chiaro a tutti che permettendo ai bambini di prendere parte alle guerre si contraddiceva lo spirito di fondo della Convenzione stessa. La possibilità di modificarlo si concretizzò solo nel 1994 quando fu costituito un gruppo di lavoro con lo scopo di redigere il testo di un protocollo facoltativo su questo argomento. Il lavoro di stesura non fu facile a dimostrazione di quanto alcuni Stati tenessero alle loro modalità di reclutamento e non volessero metterle in discussione. Solo nel gennaio del 2000 il testo fu pronto e approvato nel maggio successivo. Nel testo si proibisce agli Stati il reclutamento obbligatorio dei minori (inferiori ai 18 anni) nelle loro forze armate; si lascia però aperta la possibilità di reclutare volontari dai 16 anni, ma in questo caso sono previste alcune garanzie per limitare gli abusi: si deve essere certi per esempio, della volontarietà della recluta, della sua età, del consenso dei genitori. Perché questo protocollo entri in vigore, è necessario che abbia la ratifica di 10 Stati, ma ancora oggi siamo ben lontani da questo traguardo. Il protocollo opzionale si interessa anche alla vendita dei minori, la prostituzione e la pornografia minorile. Dopo aver definito cosa si debba intendere per i tre ambiti, il protocollo chiede agli Stati parte di proibirli nel proprio diritto penale. Importanti sono anche le garanzie previste per la tutela del minore durante le indagini, i processi in vista di un risarcimento: in ogni fase si ribadisce che l atto deve essere guidato dal principio dell interesse superiore del fanciullo (art 40). 1.2 LA LEGISLAZIONE ITALIANA L Italia ha ratificato la Convenzione internazionale dei diritti dei minori il 27 maggio 1991 con la legge numero 176; Ha firmato, ma non ancora ratificato i due protocolli internazionali; Il 3 agosto 1998 ha emanato la legge n. 269 Norme contro lo sfruttamento sessuale dei minori quale nuova forma di riduzione in schiavitù ;

19 Il 31 dicembre 98 con la legge n.476 ha ratificato la Convenzione dell Aia per la tutela dei minori in materia di convenzioni internazionali; Ha ratificato anche la Convenzione ILO; Queste le leggi sulla carta ed era ora che ci fossero, ma la realtà, come tutti sappiamo, è ancora molto distante dal rispettarle. Da Mani Tese (organizzazione umanitaria) apprendiamo con orrore che negli ultimi 10 anni le guerre, in varie parti del mondo, hanno ucciso 2 milioni di bambini, ne hanno reso disabili 5 milioni, orfani più di 1 milione e almeno 10 milioni sono psicologicamente traumatizzati. Se sopravvivono ai conflitti etnici, religiosi, alle guerre di sterminio, i bambini ne portano il segno nel corpo e nella mente per tutta la vita. In paesi usciti da guerre disastrose o estremamente poveri, si assiste al fenomeno dei cosiddetti bambini di strada, sono orfani o abbandonati, analfabeti, vivono di espedienti per strada e spesso sono oggetto di violenza fino all uccisione per prelevarne gli organi o trasformati in manovalanza criminale. E che dire dei bambini soldato? Da un rapporto Unicef si apprende che nel 1990 in Liberia hanno combattuto bambini di 7 anni perché quelli col fucile possono mangiare. Basta scorrere la cronaca quotidiana per apprendere con orrore di carestie e malattie che portano alla denutrizione di intere nazioni del cosiddetto Sud del mondo e di una mortalità infantile intollerabile. Apprendiamo la loro impossibilità di accedere all istruzione, alle cure sanitarie, lo sfruttamento sul lavoro, lo sfruttamento sessuale, la pedofilia, i maltrattamenti. No, la Convenzione non è rispettata ed è disattesa non solo in queste forme eclatanti nei paesi con problemi politici, sociali, economici, ma è tuttora disattesa o comunque non sempre garantita neppure nei paesi a democrazia avanzata. All interno della società del benessere, sacche di povertà materiale o di malessere sociale provocano ugualmente effetti devastanti. Sono i bambini dimenticati (felice espressione di Ernesto Caffo fondatore di telefono azzurro), anche quelli che vivono all interno di famiglie affettivamente inadeguate, di scuole disattente ai loro bisogni e

20 di luoghi urbani senza verde e luoghi di aggregazione. Sono i bambini vittime di abusi, ignorati o condizionati da pubblicità e televisione. La condizione fondamentale per il benessere del bambino è una famiglia ricca di rapporti e relazioni comunicative positive ma, come afferma Caffo non tutti gli adulti sono in grado di diventare genitori sufficientemente buoni Ma questo è un altro argomento.

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