Promozione e difesa della rinnovazione naturale di farnia
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- Ferdinando Martini
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1 Promozione e difesa della rinnovazione naturale di farnia Guglielmo Lione Università degli Studi di Torino DIVAPRA Patologia Vegetale
2 La situazione attuale.. In Piemonte solo il 2% delle foreste è costituito da querco-carpineti planiziali
3 ..e il futuro? dipende dalla rinnovazione naturale
4 Perché puntare sulla rinnovazione naturale? - Non richiede onerosi interventi di impianto
5 Perché puntare sulla rinnovazione naturale? - Non comporta danni all apparato radicale
6 Perché puntare sulla rinnovazione naturale? - Permette una copertura continua del suolo
7 Perché puntare sulla rinnovazione naturale? - Non richiede lo stesso impegno per gli interventi di diserbo - Consente il mantenimento dei genotipi locali
8 Aspetti ecologici della rinnovazione naturale - La farnia produce un abbondante quantità di ghiande, con annate di pasciona ogni 2-4 anni circa - Il tasso di germinazione delle ghiande è di circa 80%
9 Aspetti ecologici della rinnovazione naturale - I semenzali crescono lentamente e necessitano di luce per superare la concorrenza interspecifica
10 Aspetti patologici della rinnovazione naturale - Mal bianco causato da Microsphaera alphitoides Griff. Et Maubl. Sintomi: comparsa di plagule miceliari biancastre e polverulente sull epidermide fogliare, bollosità della lamina, aree clorotiche, accartocciamenti e appassimenti, morte
11 Sperimentazioni e loro obiettivi - Fattore luce Determinare le condizioni di luminosità ottimali per favorire l affermarsi della rinnovazione naturale di farnia - Mal bianco Testare in bosco l efficacia di trattamenti di lotta chimica effettuati con prodotti a basso impatto ambientale: - zolfo - diidrogenofosfato di potassio - fosfito di potassio
12 Sito di studio Piemonte Plot D Plot C Plot B Plot A Bosco delle Sorti della Partecipanza (Trino Vercellese) 4 plot, ciascuno consistente in un nucleo di rinnovazione naturale di farnia
13 Fattore luce Materiali e metodi Diradamenti di messa in luce (2007)
14 Fattore luce Materiali e metodi Misura delle ore di luce disponibili con la bussola solare
15 Fattore luce Materiali e metodi La bussola solare: principio di funzionamento
16 Fattore luce Materiali e metodi La bussola solare: principio di funzionamento
17 Fattore luce Materiali e metodi Altri parametri misurati o calcolati per la descrizione dell intervento di messa in luce (2007): Diametro medio della buca (m) Superficie della buca (m 2 ) Altezza media degli alberi perimetrali (m) Rapporto tra diametro medio della buca e altezza media degli alberi perimetrali Parametri misurati o calcolati per la descrizione del vigore vegetativo della rinnovazione ( ): Altezza dei semenzali in un area campione da 1 m 2 per ogni nucleo Conteggio dei semenzali per area Densità dei semenzali
18 Fattore luce Risultati Superfici delle buche: m 2 Rapporto tra diametro medio della buca e altezza media degli alberi perimetrali: 0,9-1,2 Ore di luce giornaliere disponibili (mese di giugno): 6-10 h Sono stati ottenuti 4 nuclei di rinnovazione naturale di farnia densi e vigorosi Altezza media dei semenzali dopo 3 anni: 104,6 cm Densità media dei semenzali dopo 3 anni: 63 piante/m 2
19 Fattore luce Risultati 2008 Esempio di evoluzione di un nucleo di rinnovazione naturale nel triennio
20 Fattore luce Conclusioni Intervenendo tempestivamente sul fattore luce mediante l apertura di buche di ampiezza idonea è possibile favorire la rinnovazione naturale di farnia e ottenere nuclei densi e vigorosi La bussola solare è uno strumento di semplice utilizzo e di grandi potenzialità tecnico-applicative per dimensionare correttamente le buche
21 Metodi di lotta chimica al mal bianco Materiali e metodi Disegno sperimentale 2009 Plot D Plot C Plot B Plot A 3 aree (1m 2 ) Zolfo Diidrogeno fosfato di potassio Controllo (acqua sterile)
22 Metodi di lotta chimica al mal bianco Materiali e metodi Disegno sperimentale 2010 Plot D Plot C Plot A Plot B 6 aree (1m 2 ) Plot A Zolfo Fosfito di potassio Controllo (acqua sterile) Fosfito di potassio Controllo (acqua sterile) Zolfo
23 Metodi di lotta chimica al mal bianco Materiali e metodi Modalità esecutive dei trattamenti Zolfo elementare in microgranuli idrodispersibili: 3 g/l Sulfy 80 (ZAPI) Diidrogenofosfato di potassio: 0,5% in peso (Merk) Fosfito di potassio: 3 ml/l Phos K (Agridelpa) I trattamenti sono stati eseguiti 3 volte nell arco della stagione vegetativa ad intervalli di 20 giorni iniziando dalla comparsa dei primi sintomi in maggio e irrorando fino a sgocciolamento
24 Metodi di lotta chimica al mal bianco Materiali e metodi Misure biometriche e patologiche Prima di ogni trattamento e due mesi dopo l ultimo, sono state misurate la gravità della malattia, la mortalità e l altezza dei semenzali È stato assegnato un punteggio visivo tra 0% (assenza di sintomi) e 100% (superficie fogliare interamente ricoperta dal mal bianco) Valutazione di 3 foglie per semenzale Porzione di lamina ricoperta dal patogeno Superficie della lamina fogliare
25 Chiave fotointerpretativa per la valutazione della gravità del mal bianco
26 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2009) Prima dei trattamenti Plot Area e trattamento Altezza media (cm) Gravità (%) A zolfo 43,9a 29,3a diidrogenofosfato di potassio 43,5a 27,2a controllo 42,7a 28,2a B zolfo 38,1a 28,6a diidrogenofosfato di potassio 38,4a 28,7a controllo 37,9a 28,8a C zolfo 32,1a 41,4a diidrogenofosfato di potassio 33,6a 40,2a controllo 32,8a 42,3a D zolfo 24,7a 35,7a diidrogenofosfato di potassio 25,1a 34,7a controllo 24,2a 36,6a
27 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2009) A due mesi di distanza dall ultimo trattamento Plot Area e trattamento Altezza media (cm) Gravità (%) A zolfo 74,0b 12,0a diidrogenofosfato di potassio 53,0a 25,6b controllo 45,0a 35,5c B zolfo 61,4b 5,1a diidrogenofosfato di potassio 55,4a 15,1b controllo 43,1a 13,7b C zolfo 49,7b 7,2a diidrogenofosfato di potassio 54,3b 12,6a controllo 42,0a 26,9b D zolfo 34,9a 2,1a diidrogenofosfato di potassio 41,5b 25,1b controllo 34,8a 34,3b
28 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2009) Altezza semenzali cm Gravità della malattia % a a b b c c A due mesi di distanza dall ultimo trattamento mediamente lo zolfo si è dimostrato il composto più efficace (-75% di superficie fogliare ricoperta dal patogeno; +35% di altezza media dei semenzali rispetto ai controlli), seguito dal diidrogenofosfato di potassio (-34% e +24%). Il tasso di mortalità si è invece mantenuto omogeneo (p > 0,05) sul valore medio di 25% zolfo diidrogenofosfato di potassio controllo
29 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2009) zolfo non trattato trattato
30 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2010) Prima dei trattamenti Altezza semenzali cm a a a zolfo Gravità della malattia % a a a fosfito di potassio controllo
31 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2010) A due mesi di distanza dall ultimo trattamento Altezza semenzali cm a b a zolfo Gravità della malattia % a b a fosfito di potassio controllo
32 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2010) Effetto fitotossico del fosfito di potassio su farnia visibile sotto forma di necrosi sul 15% della lamina fogliare Per stabilire la dose fitotossica minima sono stati selezionati 18 semenzali, trattati a gruppi di 3 con le seguenti dosi di Phos K : 0,5 ml/l; 1 ml/l; 1,5 ml/l; 2 ml/l; 2,5 ml/l. Acqua sterile è stata usata come controllo
33 Metodi di lotta chimica al mal bianco Risultati (2010) Dose di fosfito di potassio 0,5 ml/l 1 ml/l 1,5 ml/l 2 ml/l 2,5 ml/l 3 ml/l Evidenza di effetti fitotossici No No No No No Sì
34 Metodi di lotta chimica al mal bianco Conclusioni L efficacia dello zolfo contro il mal bianco da Microsphaera alphitoides è stata confermata in bosco Il diidrogenofosfato di potassio si è dimostrato efficace, pur se con performance nettamente inferiori rispetto allo zolfo. Se ne consiglia l impiego qualora si renda necessaria una concimazione fogliare Il fosfito di potassio si è dimostrato inefficace ed inoltre fitotossico sui semenzali alla dose raccomandata
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