Corsa contro il tempo

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1 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n Copia 1,00 Copia arretrata 2,00 L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLV n. 95 (46.933) Città del Vaticano lunedì-martedì aprile Vertice tra Ban Ki-moon e Renzi Immigrazione crisi europea Oltre 3600 i morti causati dal terremoto che ha colpito il Nepal mentre continuano le ricerche dei superstiti Corsa contro il tempo Papa Francesco esprime solidarietà fraterna e sostegno alla popolazione colpita y(7ha3j1*qsskkm( +,!"![!$!{! ROMA, 27. «Non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo». Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è espresso ieri sulla questione dell immigrazione. Oggi ne discuterà con il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e con l Alto rappresentante Ue della Politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, in un vertice che si terrà su una nave al largo delle coste siciliane. «Voglio ha detto ieri Renzi fargli vedere fisicamente e plasticamente che cosa sta facendo l Italia». L Italia «ha chiesto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Spa- La forma della città contemporanea Fratture e scompensi GIULIANO ZANCHI A PA G I N A 4 Procedure di identificazione per un migrante (Afp) gna il sostegno per una risoluzione dell Onu sulla Libia» ha informato il presidente del Consiglio. La risoluzione avrebbe lo scopo di dare copertura a quello che viene definito non un intervento militare, ma «un operazione di polizia internazionale finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini». I mezzi italiani, insieme a quelli di Triton, la missione dell Ue, e ai mercantili privati stanno affrontando una situazione molto difficile: ogni giorno centinaia di disperati in fuga dalla guerra e dalla miseria partono su barconi gestiti da trafficanti senza scrupoli. Finora, nel solo 2015, oltre venticinquemila persone sono sbarcate. L ultimo arrivo è avvenuto oggi a Taranto, dove sono giunti 167 migranti: 171 uomini, 32 donne (quattro in gravidanza) e 64 bambini (trenta dei quali non accompagnati e quattro neonati). Provengono da Ciad, Eritrea, Etiopia e Togo. Il Comune di Taranto ha messo a disposizione dei profughi viveri e beni di prima necessità. La maggioranza dei migranti, come confermano le forze di sicurezza locali, ha già lasciato la città a bordo di bus diretti verso i centri di accoglienza. Di fronte a questo dramma l Europa continua a discutere per trovare una strategia comune. Finora la risposta è stata inadeguata rispetto a quella che, in un editoriale pubblicato sul «Corriere della sera» di ieri, domenica 26 aprile, Ernesto Galli della Loggia ha definito «una sfida geopolitica di carattere epocale». La sola cosa «che l Unione si è saputa inventare è stata quella di mandare qualche altra nave nel Mediterraneo o di destinare una manciata in più di quattrini all operazione Triton». E questo ha sottolineato l editorialista significa soltanto «far finta di fare qualcosa allo scopo di non far nulla». Di fronte ai barconi di migranti alla deriva a largo delle coste libiche, l Unione ha rivelato tutte le sue debolezze, la sua incapacità di essere a pieno titolo un soggetto politico: «La mancanza di leadership e di visione minaccia di renderla un organismo sempre più ingombrante per le cose facili e sempre più inutile per quelle difficili» ovvero «un vuoto ammasso di egoismi nazionali che dura finché questi non vengono disturbati». Ma una soluzione è possibile, e lo stesso Galli della Loggia ne indica una, chiara e concreta: invece di dare i soldi a se stessa per incrementare i sistemi di soccorso, l Unione potrebbe, guardando alla radice del problema, stringere «rapporti speciali di aiuto e cooperazione» con i Paesi africani da cui provengono i migranti. «Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare»: è la consegna che Francesco ha affidato ai diciannove sacerdoti ordinati domenica mattina, 26 aprile, nella basilica di San Pietro. Pronunciando l omelia rituale prevista dal Pontificale Romano, il Papa l ha integrata con aggiunte personali, raccomandando particolare attenzione al ministero della riconciliazione: «Vi chiedo di non stancarvi di essere misericordiosi. Nel confessionale voi starete per perdonare, non per condannare!». In un altro passaggio si è soffermato sulle omelie: «Che le vostre ha esortato non siano noiose», ma «arrivino al cuore della gente perché escono dal vostro cuore». Al termine il Papa ha guidato Nella domenica del Buon pastore il Pontefice ordina diciannove preti e ricorda Giovanni Paolo II Il rischio di una scelta la preghiera del Regina caeli con i fedeli in piazza San Pietro e ha ricordato l anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Udienza alla regina di Svezia Papa Francesco ha ricevuto in udienza, nella mattina di lunedì 27 aprile, Sua Maestà la regina Silvia di Svezia, accompagnata da alcuni familiari e dal seguito. La conversazione si è svolta principalmente in spagnolo, lingua ben conosciuta dalla sovrana, che ha informato il Pontefice delle attività da lei promosse nel suo Paese, in particolare in favore dei bambini. Il Papa ha espresso gratitudine per l accoglienza offerta dalla Svezia ai rifugiati e profughi. KAT H M A N D U, 27. Sono oltre 3600 le vittime e circa seimila i feriti causati dal terribile sisma di magnitudo 7.8 nella scala Richter che sabato scorso ha colpito il Nepal. Mentre si continua a scavare tra le macerie alla ricerca di possibili superstiti, il Paese è in ginocchio: migliaia nella capitale Kathmandu sono rimasti senza una casa e vivono in tendopoli. Manca la corrente elettrica, i collegamenti telefonici sono precari e comincia a scarseggiare il cibo e l acqua. E ieri si è registrata una nuova scossa di assestamento che ha avuto la forza di 6.7 punti. «Il sostegno della solidarietà fraterna» per quanti sono stati colpiti dal sisma è stata invocato ieri da Papa Francesco che ha voluto assicurare, dopo la preghiera del Regina caeli, «vicinanza alle popolazioni colpite da un forte terremoto in Nepal e nei Paesi confinanti». Prego ha detto il Papa «per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Preghiamo la Madonna perché gli sia vicina». Sabato, in un telegramma a firma del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, inviato al vicario apostolico in Nepal, il vescovo Paul Simick, il Papa si era detto «profondamente addolorato» per quanto accaduto. Il Pontefice si legge nel telegramma «esprime la sua solidarietà a tutte le persone colpite da questo disastro e assicura a tutti i familiari delle vittime la sua vicinanza nella preghiera» Papa Francesco, continua il messaggio, «offre incoraggiamento alle autorità civili e al personale d emergenza, affinché continuino nelle loro attività di recupero e assistenza di quelli che sono stati toccati da questa tragedia». «Risuoni sempre ha detto il suo richiamo: Aprite le porte a Cristo!, che diceva con quella voce forte e santa». Lunedì 27, infine, Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Bruno Musarò, Arcivescovo titolare di Abari, Nunzio Apostolico nella Repubblica Araba d Egitto; Delegato della Santa Sede presso la Lega degli Stati Arabi; Giorgio Lingua, Arcivescovo titolare di Tuscania, Nunzio Apostolico a Cuba; Antoine Ganyé, Arcivescovo di Cotonou (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Pascal N Koué, Arcivescovo di Parakou (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Eugène Cyrille Houndékon, Vescovo di Abomey (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; François Gnonhossou, Vescovo di Dassa-Zoumé (Benin), Un uomo intrappolato tra le macerie a Kathmandu (Afp) Il Governo nepalese ha decretato lo stato di calamità naturale e sta coordinando le operazioni di soccorso. Ma in queste ore a Kathmandu è cominciato a piovere con intensità, rendendo le operazioni di ricerca dei superstiti sempre più difficili e i disagi per i sopravvissuti ancora peggiori. Francesco ha ricevuto i vescovi del Benin, in visita ad limina. PAGINE 7 E 8 NOSTRE INFORMAZIONI in visita «ad limina Apostoloru m»; Victor Agbanou, Vescovo di Lokossa (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Paul Kouassivi Vieira, Vescovo di Djougou (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Clet Feliho, Vescovo di Kandi (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Antoine Sabi Bio, Vescovo di Natitingou (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; Martin Adjou Maumouni, Vescovo di N Dali (Benin), in visita «ad limina Apostolorum»; il Reverendo Jean-Benoît Gnambode, Amministratore Diocesano di Porto Novo (Benin), in visita «ad limina Apos t o l o ru m». Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Il terremoto ha fatto tremare mezza Asia (6.6 milioni le persone colpite, secondo una stima delle Nazioni Unite), ha provocato vittime anche in India, Bangladesh e Tibet, e ha distrutto parti importanti del patrimonio culturale della regione. Langtang, un villaggio a nord di Kathmandu alle pendici del Langtang Lirung e meta prediletta degli amanti del trekking, è stato letteralmente cancellato dalle mappe, sepolto sotto un enorme valanga: si temono fino a duemila morti in quella zona. Anche sull Everest, dove almeno 22 alpinisti sono morti e duecento sono dispersi, è corsa contro il tempo per mettere in salvo i superstiti. Non si ferma, nel frattempo, lo sciame sismico: una scossa di 4,2 gradi, con epicentro a 42 chilometri a ovest di Kathmandu, è stata l ultima registrata oggi alle 6.24 locali dal Centro sismologico mediterraneo europeo (Emsc). Dopo la prima scossa di sabato, sono state 45 le repliche superiori a 4,5 gradi e quindici quelle sopra 6,5 gradi. Onu e Paesi vicini in prima linea nei soccorsi agli sfollati Mobilitazione mondiale PAGINA 2 Maestà la Regina Silvia di Svezia, e Seguito. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Professor Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell Arcidiocesi di Santa Fe (Stati Uniti d America), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Michael Jarboe Sheehan, in conformità al canone del Codice di Diritto Canonico. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Santa Fe (Stati Uniti d America) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor John Charles Wester, finora Vescovo di Salt Lake C i t y.

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì aprile 2015 Team di soccorritori tra le macerie di Kathmandu (Ap) KAT H M A N D U, 27. «Mentre vi parlo, molti dei miei colleghi a Kathmandu si stanno preparando ad andare a letto al freddo, sotto le stelle, come chiunque qui». Ha usato queste parole Shaheen Chughtai, responsabile dell organizzazione umanitaria Oxfam, per descrivere l attuale situazione in Nepal e l urgenza di Vittime per il maltempo in Pakistan ISLAMABAD, 27. Una tempesta di pioggia, grandine e vento si è abbattuta ieri sera sulla provincia pakistana di Khyber Pakhtunkhwa, provocando non meno di quarantaquattro vittime e oltre duecentocinquanta feriti, alcuni gravi. Lo hanno reso noto stamane fonti della protezione civile e del ministero dell informazione. Solo a Peshawar, il capoluogo provinciale, le vittime sono state una trentina. Più di centocinquanta i feriti. Molte le zone inondate e gravi i danni causati a edifici e infrastrutture. La forza del vento, che ha raggiunto anche i centoventi chilometri all ora, ha abbattuto diversi alberi e alcune torri della telefonia cellulare, che hanno bloccato le strade e paralizzato il traffico. L esercito ha inviato squadre di soccorso sul luogo del disastro, ma le condizioni delle strade, inondate e coperte dai detriti, hanno reso difficoltosi i lavori d intervento. Tutti i voli da e per l aeroporto di Peshawar sono stato sospesi. Onu e Paesi vicini in prima linea nei soccorsi agli sfollati in Nepal Mobilitazione mondiale Mancano medicinali e le strutture sanitarie sono in ginocchio portare soccorsi nelle zone colpite dal sisma. A dirigere i soccorsi su questo fronte sono in primo luogo le Nazioni Unite che «sostengono il Governo del Nepal nel coordinamento delle operazioni di ricerca e di salvataggio internazionale e si preparano a fornire un forte contributo ai soccorsi» ha detto il segretario generale Ban Ki-moon. Inviando le sue «più sentite condoglianze» alle famiglie delle vittime e dei feriti Ban Ki-moon ha riferito che «il numero di persone uccise, ferite e colpite continua a salire» e ha ringraziato i soccorritori che lavorano tutto il giorno. I primi massicci aiuti sono giunti in Nepal dai Paesi vicini. Gli indiani hanno fornito un ponte aereo che ha fatto arrivare a Kathmandu medicinali e attrezzature chirurgiche, un ospedale da campo, una squadra di quaranta soccorritori con cani per la ricerca dei sopravvissuti. La Cina ha inviato una missione umanitaria composta da 58 medici. Questi precisa l agenzia Nuova Cina sono già arrivati a Kathmandu portando con loro tredici tonnellate di medicine: la missione rimarrà sul posto circa dieci giorni. La Cina stessa è stata colpita dal sisma, che ha causato la morte di 21 persone nella regione autonoma del Tibet, dove inoltre circa persone sono state evacuate dalle zone di confine. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha dichiarato che il Nepal è un Paese «tra i meno sviluppati, e che quindi ha bisogno della comunità internazionale». Faremo di tutto ha aggiunto il ministro cinese «per aiutare il popolo nepalese». Nel pomeriggio è atteso l arrivo a Kathmandu di una squadra di soccorsi giapponese, composta da circa settanta persone, tra agenti di polizia, vigili del fuoco, tecnici e medici. Il Giappone ha stanziato generi di prima necessità, tra cui tende, coperte e medicine, per un controvalore complessivo di dollari. Assistenza è stata promessa anche dagli Stati Uniti e dall Europa. La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha deciso oggi lo stanziamento di tre milioni di euro di aiuti. Sul terreno, intanto, la principale emergenza resta quella sanitaria. Gli ospedali nepalesi devono fare i conti con edifici lesionati, difficoltà di trasposto dei feriti, difficoltà nella fornitura dei farmaci. Le condutture di acqua sono saltate e le condizioni igieniche dei superstiti sono diventate una priorità. Poche ore dopo la prima terribile scossa, l Oms (organizzazione mondiale della sanità) ha erogato le prime forniture mediche per coprire i bisogni di salute di Impegno a tenere aperto un filo diretto durante le trattative tra Atene e creditori Angela Merkel apre alla Grecia quarantamila persone per tre mesi. Queste forniture sono stanziate in forma di kit sanitari di emergenza (con farmaci e attrezzature base per rendere potabile l acqua) e verranno utilizzate negli ospedali per trattare i feriti. I kit di emergenza includono medicine, monouso e strumenti. Senza segreti le mail di Obama ATENE, 27. Il Governo greco riprende in giornata i colloqui con i suoi creditori, dopo la telefonata di ieri tra il premier, Alexis Tsipras, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Nel corso del colloquio, i due leader riferiscono fonti elleniche hanno espresso l auspicio di «istituire canali di comunicazioni stabili durante tutti i negoziati, per raggiungere rapidamente un accordo che sia favorevole per entrambe le parti». I tecnici della ex troika (Banca centrale europea, Unione europea e Fondo monetario internazionale), ora denominata Bruxelles Group, terranno una teleconferenza con gli omologhi di Atene, mentre mercoledì è previsto un incontro nella capitale belga. WASHINGTON, 27. L attacco dello scorso anno alla rete informatica della Casa Bianca è stato più intrusivo di quanto dichiarato ufficialmente, con gli hacker che hanno avuto accesso e ottenuto la possibilità di leggere alcune delle non classificate del presidente Obama. Pur non trattandosi della corrispondenza più segreta, le non classificate contengono potenzialmente informazioni sensibili, quali i programmi giornalieri, gli scambi con ambasciatori e diplomatici, ma anche notizie sul dibattito politico. L attacco non è riuscito a penetrare nel sistema di informazioni classificate della Casa Bianca, chiamato Joint Wo r l d wide Intelligence Communications System. È qui che si trovano le informazioni top secret. Nonostante questo l entità dell i n t ru - sione sta preoccupando la Casa Bianca. Allo studio sono nuove strategie per tutelare il presidente da cyberattacchi che bombardano quotidianamente la Casa Bianca, molti dei quali facilmente respinti. Secondo l Unicef, il fondo dell Onu per l infanzia, sono circa un milione i bambini «seriamente colpiti» dal terremoto di sabato. «La nostra maggiore preoccupazione è l accesso ad acqua pulita e a cure mediche», ha affermato un portavoce dell organizzazione, Christopher Tidey. Tsipras sta cercando in tutti i modi di dare un deciso colpo di acceleratore per ricucire i rapporti con i creditori, dopo l i n f ru t t u o s o vertice di Riga della scorsa settimana. La stampa ateniese riferisce, infatti che il Governo di Atene è pronto a mettere sul piatto una nuova lista di proposte di riforma da sottoporre ai creditori. Anche la Germania nega il visto ai lupi della notte MOSCA, 27. Anche la Germania, dopo la Polonia, ha negato il visto di ingresso ad alcuni dei lupi della notte russi, i motociclisti partiti sabato da Mosca per arrivare a Berlino per celebrare, i primi di maggio, il settantesimo anniversario della vittoria dell Armata rossa sovietica sul nazismo e la presa del Reichstag. I lupi della notte sono molto vicini al presidente russo, Vladimir Putin, che si è fatto fotografare con loro. Come l inquinamento minaccia il futuro Riscaldamento globale fame e speculazione finanziaria di ST E FA N I A SC H I PA N I Il fenomeno del riscaldamento terrestre provocato dall emissione di sostanze inquinanti sul quale la comunità internazionale si confronterà al vertice di Parigi in programma per il prossimo mese di dicembre non è in realtà percepito dall opinione pubblica in tutta la sua gravità, né per le sue conseguenze sulla vita quotidiana. Eppure questioni come la fame nel mondo e i conseguenti movimenti migratori, in questi giorni all attenzione della cronaca in tutta la loro drammaticità, non sono soltanto il risultato di politiche locali scellerate, ma sono in gran parte collegate proprio ai cambiamenti climatici. Il legame tra il cosiddetto effetto serra e la penuria alimentare dei Paesi più poveri è diretto. Eventi meteorologici estremi (inondazioni, alluvioni, siccità e desertificazione) che per questioni anche geomorfologiche sono più frequenti proprio nei Paesi economicamente più arretrati, causano un progressivo depauperamento dei terreni coltivabi- Summit a Kiev tra Ucraina e Ue KI E V, 27. È iniziato stamane il vertice a Kiev tra i rappresentanti del Governo ucraino e quelli dell Unione europea. Previsto un incontro tra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il capo della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente ucraino, Petro Poroshenko. Il summit si svolge nella sede dell amministrazione presidenziale, in via Bankova. Tra i temi in discussioni l attuazione delle riforme politiche ed economiche in Ucraina e il rispetto degli accordi di Minsk per mettere fine al sanguinoso conflitto nel Donbass. L Alto commissario dell'unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza comune, Federica Mogherini, non sarà presente. Nonostante gli sforzi diplomatici gli scontri non si interrompono. Osservatori dell Osce sono stati testimoni diretti di forti bombardamenti di artiglieria pesante sul villaggio orientale di Shyrokyne, a soli trecento metri da una loro postazione. Secondo gli osservatori, sono stati i bombardamenti più intensi da metà febbraio, quando scattò la tregua tra esercito ucraino e separatisti filo-russi dopo gli accordi di Minsk. Domenica di violenza per il calcio italiano li, affamando la popolazione. Il cambiamento climatico, che nell arco di un decennio potrebbe essere all origine di un calo della produttività agricola del 2 per cento, può essere quindi considerato come la peggiore minaccia da sconfiggere per contrastare la fame. L estremizzazione dei fenomeni meteorologici trascina con sé un altra grave conseguenza: la speculazione finanziaria internazionale che riesce a produrre profitti enormi facendo leva sui fenomeni climatici più gravi e sugli sbalzi dei prezzi del cibo. La speculazione si incanala nei meandri delle catastrofi accelerate dal riscaldamento climatico e trova opportunità di rendimento, lucrando proprio sulla possibilità che si verifichino fenomeni come alluvioni e siccità. La Fao e l Ocse stimano per questo decennio un aumento dei prezzi dei cereali del 20 per cento, mentre quello della carne crescerà del 30 per cento. Sebbene siano cento milioni in meno negli ultimi dieci anni, 805 milioni di persone nel mondo una su nove soffrono ancora la fame. E questo accade anche per l aumento di prezzo degli alimenti di base Le conseguenze degli eventi meteorologici estremi sulla produzione di alimenti sono ormai ampiamente documentati, ma i Governi dei Paesi più sviluppati non stanno ancora sostenendo adeguatamente il sistema alimentare mondiale, vale a dire la qualità dei raccolti, la diversità delle sementi, la varietà delle coltivazioni, la formazione dei contadini, il microcredito agricolo, il ruolo delle donne nell agricoltura. Il paradosso è che in realtà non c è scarsità di terra, acqua ed energia, ma ci sono soltanto politiche dissennate di produzione agricola e dei metodi di allevamento, di gestione insostenibile delle risorse agricole, idriche ed energetiche. C è un utilizzo inefficiente e un iniqua distribuzione delle risorse a livello mondiale che, ad esempio, impediscono alle donne di accedere al credito o di ottenere le sementi per coltivare la terra. E così, mentre nei Paesi in via di sviluppo un bambino su sei (circa 100 milioni) è sottopeso, nei Paesi industrializzati 670 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecati. In tutto il mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (un terzo del totale prodotto) non è consumato: con esso si potrebbero sfamare quattro volte tutti gli affamati del mondo. Per porre un argine a questa deriva sono necessari accordi internazionali che spingano le grandi industrie a metodi di produzione sostenibili, con politiche di contenimento delle emissioni inquinanti. E solo se i Paesi industrializzati finananzieranno progetti di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri si potrà contrastare il rischio di una catastrofe lenta ma p ro g re s s i v a. ROMA, 27. Domenica di violenza per il calcio italiano. A Torino, prima del derby della Mole, alcuni teppisti hanno assaltato il pullman dei giocatori della Juventus, rompendo un vetro. Nessun calciatore ha riportato ferite. Poi, durante la partita, una bomba carta è stata lanciata sulle gradinate che ospitavano i sostenitori del Torino. Il bilancio è di una decina di feriti e cinque tifosi arrestati dalla polizia: tre per il lancio di ordigni dentro lo stadio, due per gli scontri prima della partita. Numeri che potrebbero aumentare nelle prossime ore: le forze dell ordine sono infatti al lavoro per identificare eventuali altri responsabili dei disordini. Resta sempre da capire come veri e propri ordigni esplosivi possano entrare con estrema facilità negli stadi. Non solo i tifosi si sono resi protagonisti di episodi di violenza, ma anche alcuni calciatori. A Bergamo, un giocatore dell Atalanta ha colpito con un pugno al volto un collega dell Empoli che sembra lo avrebbe minacciato di morte. L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt GI O VA N N I MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino v i c e d i re t t o re Piero Di Domenicantonio cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono , fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a Segreteria di redazione telefono , fax s e g re t e r i o s s ro m.v a Tipografia Vaticana Editrice L Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono , fax , , info@ossrom.va d i f f u s i o n o s s ro m.v a Necrologie: telefono , fax Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A. 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3 lunedì-martedì aprile 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 Palazzi distrutti dai bombardamenti nella capitale San a (Reuters) Tre autobombe in poche ore Baghdad segnata da attentati dell Is BAGHDAD, 27. Il sedicente Stato islamico (Is) mantiene costante la sua minaccia sulle popolazioni irachene e siriane sia con attacchi armati, sia con attentati terroristici. Ieri, nella capitale irachena Baghdad, quattordici persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite dalle esplosioni di tre autobombe in zone diverse. L attentato più sanguinoso è stato l ultimo in ordine di tempo, quello che ha provocato sette morti nella piazza Khilani, nel quartiere centrale di Al Husseinia, una zona commerciale molto frequentata, abitato in prevalenza da sciiti. L autobomba era parcheggiata vicino a una moschea sunnita, ma anche in un punto dove si stava svolgendo un raduno di motociclisti. In precedenza, sette persone erano state uccise dalle esplosioni di altre due autobombe in sobborghi della capitale. La prima aveva provocato quattro morti nella zona meridionale di Mahmoudia. Poco dopo c erano stati tre morti in quello occidentale di Amil. Sul piano militare, gli scontri sui fronti iracheni restano concentrati nella provincia di Al Anbar, dove le milizie dell Is resistono ai tentativi di controffensiva delle forze governative appoggiate da milizie sciite e sunnite. In Siria, intanto, sono stati liberati ieri due svedesi in ostaggio da un anno e mezzo del gruppo islamista Fronte Al Nusra. I due, il cinquantenne Thomas Olsson e il trentatrenne Martin Reen, erano stati sequestrati nel novembre del 2013 dopo essere entrati in Siria dalla Giordania. Nell a n n u n c i a re la liberazione dei connazionali, il ministero degli Esteri svedese ha espresso un particolare ringraziamento al presidente palestinese Mahmoud Abbas per il «ruolo cruciale» avuto nel rilascio degli ostaggi e ha citato anche l aiuto della Giordania. Sempre in Siria, secondo fonti dell opposizione al presidente Bashar Al Assad, un raid aereo governativo avrebbe provocato ieri numerose vittime nella cittadina di Darkoush, situata a due chilometri dal confine con la Turchia. O perazione contro un gruppo jihadista tunisino TUNISI, 27. Quattordici miliziani del gruppo jihadista Okba ibn Nafaa, quello responsabile della strage di turisti nel museo del Bardpo a Tunisi, sono stati uccisi in un operazione condotta nelle ultime ore dall esercito tunisino sul monte Salloum, nel governatorato di Kesserine. Tra i morti potrebbe esserci Abou Sofiane Assoufi, che aveva preso il comando del gruppo dopo l uccisione di Lokman Abou Sakhr. Nella stessa zona, mercoledì scorso, due soldati erano stati uccisi in una sparatoria con i miliziani jihadisti. Sempre ieri, l esercito ha respinto un attacco sul monte Mghila, che si trova tra Kesserine e Sidi Bouzid. Secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa, soldati impegnati in attività di perlustrazione sono stati fatti segno di scariche di arma da fuoco, alle quali hanno risposto costringendo il gruppo assalitore a ripiegare e a nascondersi in una fitta zona boschiva. Una nota ministeriale precisa che nessun soldato è stato ferito. Fonti militari citate dalla stampa locale sostengono che l attacco sarebbe stato una rappresaglia per quanto accaduto sul monte Salloum. SAN A, 27. Aerei da guerra della coalizione araba a guida saudita hanno bombardato ieri il palazzo presidenziale nella capitale dello Yemen, San a, mentre si registrano nuovi scontri tra forze lealiste e anti-governative. Secondo quanto riferito da fonti militari e tribali quattro bombe sono cadute sul compound presidenziale e sulla vicina collina, dove i ribelli sciiti huthi che combattono il presidente costretto all esilio, Abedrabbo Mansour Hadi, stanno preparando un attacco alla provincia di Mareb, ricca di petrolio e teatro nei giorni scorsi di ripetuti scontri a fuoco. Sono state inoltre distrutte batterie di missili e depositi di munizioni sul monte Attan. I raid sono i primi dopo l annuncio, la scorsa settimana, della fine dell operazione militare contro gli huthi. Nel contempo, in tutto lo Yemen si continua a combattere. Nella strategica città portuale meridionale di Aden i bombardamenti hanno ripetutamente centrato postazioni degli huthi, mentre a Taez, terza città del Paese, e a Ibb, a sud della capitale, le milizie sciite, secondo quanto riferisce l emittente televisiva Al Jazeera, stanno tuttora attaccando con colpi di mortaio, dopo che le forze Combattimenti sempre più estesi in Libia TRIPOLI, 27. Si estendono sempre più i combattimenti in Libia, dove le forze del gruppo Alba, legate al Governo islamico di Tripoli, sono impegnate sia a fronteggiare l avanzata verso la capitale delle truppe del generale Khalifa Haftar, che fanno riferimento al Governo di Tobruk, sia contro le milizie che dichiarano appartenenza allo Stato islamico. Nuovi sanguinosi scontri con armi pesanti ci sono stati in nottata a Sirte, dove la brigata 166 di Alba ha attaccato postazioni delle milizie jihadiste. Designato il nuovo mediatore delle Nazioni Unite Yemen senza pace Questa mattina, combattimenti sono segnalati invece nella zona di Ghariyan, ottanta chilometri a sud di Tripoli, dove le forze di Alba stanno tentando di respingere l avanzata delle truppe di Haftar e delle milizie tribali loro alleate. Ieri il capo del consiglio militare di Ghariyan, il colonnello Fathi Burqan, aveva parlato di un concentramento di queste ultime nelle zone di Al Qawalish e di Al Asabia, dopo che nei giorni scorsi avevano preso il controllo di quelle di Kakla e di Azizia. di Hadi hanno ucciso ieri cinque ribelli sciiti e ferito altre sei persone. I combattimenti si concentrano, in particolare, a Dar Saad, un distretto vicino ad Aden, da cui il presidente Hadi è stato costretto a fuggire il mese scorso trovando rifugio in Arabia Saudita. E con gli scontri a fuoco che non accennano a diminuire, si annuncia irta di ostacoli la missione del nuovo inviato delle Nazioni Unite nello Yemen, il diplomatico mauritano Ismaïl Ould Cheikh Ahmed, che prende il posto del marocchino Jamal Benomar. L obiettivo del nuovo funzionario, nominato direttamente dal segretario generale dell Onu, Ban Ki-moon, è quello di provare a rilanciare il dialogo fra le parti in conflitto. Ahmed ha fatto sapere che lavorerà in stretto legame con i membri del Consiglio, i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, i Governi della regione e gli altri rappresentanti. Il precedente incarico di Ahmed era quello di capo della missione delle Nazioni Unite per l emergenza ebola nell Africa occidentale. In passato ha anche rivestito il ruolo di vice capo della missione dell Onu in Libia, di coordinatore umanitario e di rappresentante in Siria e nello Yemen dell Undp, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Come condizione imprescindibile per tornare al tavolo del dialogo, i ribelli sciiti esigono l immediata fine dei bombardamenti della coalizione guidata dall Arabia Saudita, dapprima annunciato, poi revocato nei fatti. «Il dialogo può riprendere solo con la sospensione dell a g g re s s i o n e esterna», hanno ripetuto anche nelle ultime ore fonti del Consiglio politico di Ansarallah, la ribellione huthi. Ma con il perdurare dell attuale grave situazione, il ministro degli Esteri, Riad Yasin, ha escluso l inizio di un dialogo con gli sciiti. Intervistato dal quotidiano saudita «Al Watan», il ministro ha infatti sottolineato che «non ci sarà alcuna trattativa finché i ribelli continueranno ad attaccare i civili». A riguardo, l Unicef, il fondo della Nazioni Unite per l infanzia, ha informato che dal 26 marzo scorso centoquindici bambini sono morti a causa dei combattimenti, sottolineato che si tratta di stime estremamente prudenti. Raid israeliani sulle alture del Golan TEL AV I V, 27. Tensione sul Golan. Caccia israeliani hanno compiuto nella notte una serie di raid aerei lungo il confine con la Siria. Secondo quanto riferiscono fonti locali all emittente televisiva «Al Jazeera», nei bombardamenti si contano diversi morti e feriti. Le operazioni dicono le stesse fonti erano finalizzate a colpire una serie di postazioni sulle alture del Golan. Si tratta, in particolare, delle zone intorno ai villaggi di Wadi Sheikh Ali e Abbasia, vicino ai monti di Qalamun, a poca distanza dal confine con il Libano. Le postazioni colpite erano ritenute Base militare nigerina attaccata da Boko Haram NI A M E Y, 27. Miliziani di Boko Haram hanno attaccato una base dell esercito del Niger sull isola di Karamga, nel lago Ciad. L attacco dei miliziani jihadisti, arrivati a bordo di canoe motorizzate, sembra aver colto di sorpresa le truppe della base. Il ministero della Difesa di Niamey non ha fornito dettagli sul numero delle vittime, ma secondo fonti militari citata dalle agenzie di stampa internazionali l esercito potrebbe avere subito pesanti perdite. Il ministero ha aggiunto che sono in corso operazioni per fermare Boko Haram «con gli aiuti degli alleati». Il Niger, è uno dei Paesi, con Benin, Camerun e Ciad che fornisce contingenti alla missione militare africana inviata contro il gruppo jihadista in Nigeria. magazzini usati per il deposito di armi. Raid aerei israeliani nella zona del Golan erano stati registrati anche in serata. L esercito israeliano ha riferito che in questi primi raid erano stati uccisi almeno quattro «t e r ro r i s t i». Questi ultimi «stavano cercando di piazzare esplosivo alla frontiera». L esercito «non permetterà che la sovranità di Israele venga messa in questione» hanno dichiarato fonti ufficiali. Nessun commento, al momento, da parte delle autorità siriane. Collo qui all O nu sul nucleare iraniano NEW YORK, 27. Riprendono oggi all Onu i contatti sul nucleare iraniano. Al Palazzo di Vetro di New York è infatti previsto un incontro tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri di Teheran, Mohamad Javad Zarif. L incontro a quasi un mese dall accordo preliminare di Losanna sarà un occasione per chiarire i punti su cui c è ancora disaccordo tra Teheran e il gruppo cinque più uno, in vista della scadenza del 30 giugno prossimo, entro la quale dovrà essere firmata un intesa definitiva. Il summit avverrà a margine della conferenza sul Trattato di non proliferazione nucleare, cui prendono parte i rappresentanti dei Paesi aderenti. Oltre a Zarif, il segretario di Stato americano vedrà l omologo giordano, Nasser Judeh, e l egiziano Sameh. Convoglio d armi d i s t ru t t o dall aviazione egiziana nel Sinai IL CA I R O, 27. Un convoglio di armi destinate a gruppi jihadisti diretto verso un villaggio a sud della località di Sheikh Zuid, nel Sinai, è stato distrutto ieri dall aviazione egiziana. Nel darne notizia, l emittente televisiva Sky Arabia specifica che nel raid sono stati uccisi quattordici miliziani e che quattro sono stati gravemente feriti. Nella notte precedente, in un rastrellamento delle forze di sicurezza egiziane sempre nell area di Sheikh Zuid erano stati fermati sei uomini, tre dei quali ritenuti capi del gruppo conosciuto in passato come Ansar Beit Al Maqdis, e noto oggi come Stato del Sinai dopo la sua dichiarata affiliazione allo Stato islamico. Nella penisola del Sinai è stato intanto prorogato di altri tre mesi lo stato d emergenza. Il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sissi, ha emesso un decreto nel quale ha prolungato per la terza volta la misura. Lo stato d emergenza prevede anche il coprifuoco notturno nell a re a. Il provvedimento era stato preso per la prima volta il 26 ottobre scorso, quando erano stati attribuiti maggiori poteri al Governo e all esercito nella lotta al terro r i s m o. Per la ricandidatura del presidente Violente proteste in Burundi BUJUMBURA, 27. Ci sono stati almeno due morti nei violenti scontri scoppiati ieri nella capitale burundese Bujumbura, dove la polizia ha disperso migliaia di manifestanti che protestano contro la decisione formalizzata il giorno prima dal Concilio nazionale per la difesa della democrazia - Forze per la difesa della democrazia (Cndd-Fdd), il partito al potere, di ricandidare alle elezioni del 26 giugno, per il terzo mandato, il presidente Pierre N k u ru n z i z a. Il dettato costituzionale proibisce più di due mandati presidenziali, ma il Cndd-Fdd sostiene che la Costituzione fa riferimento solo a incarichi elettivi, mentre Nkurunziza nel 2005 fu nominato presidente dall allora Assemblea nazionale di transizione. Di diverso avviso è l opposizione, secondo la quale la nuova candidatura del presidente contraddice sia la Costituzione sia gli accordi di pace tra hutu e tutsi del 2008 che posero fine a quindici anni di conflitto civile. Nel Paese africano crescono i timori di nuove violenze in vista delle elezioni. Secondo i dati dell alto commissariato dell Onu per i rifugiati, solo nelle ultime due settimane oltre ottomila persone hanno cercato rifugio oltre frontiera, in particolare in Rwanda e Repubblica Democratica del Congo, ma anche in Tanzania. La scelta di Nkurunziza di ricandidarsi è contestata non solo dall opposizione burundese, ma da diversi soggetti internazionali. In particolare, la portavoce del dipartimento di Stato di Washington, Marie Warf, ha sostenuto che con questa decisione il Paese africano perde «un opportunità storica per rafforzare la sua democrazia».

4 pagina 4 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì aprile 2015 Mike Parsons, «Black and White Drawings» (2011) Prove di dialogo alla Reggia di Venaria S o r p re s e del rosario La composizione delle metropoli organizzata attorno ai bisogni della produzione industriale e del consumo di massa crea separazioni piuttosto che relazioni di SI LV I A GUIDI Younis Tawfik, giornalista e scrittore originario di Mosul che insegna Lingua e letteratura araba all università di A Genova, i tanti oggetti religiosi esposti nella mostra «Pregare. Un esp erienza umana. L incontro con il divino nelle culture del mondo» fanno tornare in mente il rosario d ambra di suo padre, un oggetto quotidiano ma prezioso e carico di fascino, «che emanava un certo profumo mentre lo sfregavi tra le mani. Lo passava tra le dita pronunciando i nomi epitetici di Allah per novantanove volte, non solo durante la preghiera, ma durante tutto il giorno per fare memoria di Dio». Per concludere la preghiera p ro s e - gue quindi Tawfik «si volge la testa prima a destra e poi a sinistra, salutando con la formula detta taslîm. Nel sufismo la preghiera costituisce il metodo della realizzazione, nella forma di invocazione d h i k r, ovvero p re g h i e r a del cuore. L invocazione è la capacità di ricordare Dio pronunciando il suo nome in ogni momento e, in un senso più esteriore, la capacità di usare come preghiera il potere della parola». Il ricordo di Tawfik è parte del dossier di due pagine intitolato P re g h i e ra p l u ra l e che il 26 aprile «la Lettura», supplemento domenicale del «Corriere della Sera», ha dedicato alla mostra ideata e curata da Franco La Cecla e Lucetta Scaraffia, e realizzata dal Consorzio La Venaria Reale in collaborazione con l Associazione Sant Anselmo Imago Veritatis. Nel dossier, un non credente, un cristiano, un ebreo e un musulmano commentano la mostra e parlano del loro rapporto con la spiritualità. I tanti rosari esposti nell allestimento alla Venaria Reale hanno colpito anche Franco Garelli, che racconta la mostra dal punto di vista di un cristiano. «Si tratta scrive Garelli, che insegna Sociologia dei processi culturali e Sociologia della religione all università di Torino di uno strumento di Ristabilire il giusto rapporto fra arte e spiritualità per evitare che entrambi i concetti vadano alla deriva. È questo l obiettivo che ispira il libriccino L autoritratto della Chiesa. Arte, bellezza, spiritualità (Bologna, Edizioni Dehoniane, 2015, pagine 46, euro 5,50) del gesuita e teologo sloveno Marko Ivan Rupnik, ben consapevole che l argomento trattato è complesso, visto che la parola spiritualità è sempre più intesa in modo svincolato dallo Spirito Santo mentre la parola arte pare giunta alla fine di un percorso che l ha progressivamente sganciata dal concetto di bellezza. Il rischio dunque, nel cercare di ripristinare gli equilibri, è quello di affrontare il tema in modo astratto, soprattutto considerando come l arte contemporanea sia stata sempre più concepita come un attività «autonoma dell artista e come sua esclusiva espressione». E come tale, osserva Rupnik, si presenta incompatibile con ciò che nella tradizione cristiana è la spiritualità, che devozione che si ritrova in quasi tutte le grandi religioni o filosofie di vita che si sono sviluppate nel mondo, dall induismo al buddismo, dall islam al cattolicesimo e alle Chiese ortodosse. Un mezzo che non è solo un reperto della tradizione, in quanto ancor oggi esso accompagna la vita e la preghiera sia di larghi strati di popolo, sia di gruppi virtuosi della religione. Di qui l interrogarmi del perché il rosario sia ormai, nel cattolicesimo italiano ed europeo una pratica religiosa desueta o in via di sparizione, tutt al più resistente nelle aree meno sviluppate o culturalmente più tradizionali». Perché invece in altre culture non solo i fedeli comuni, ma anche i monaci e gli asceti, continuano a ripetere le loro invocazioni sgranando le diverse corone del rosario? «Come a dire conclude Garelli che questo strumento semplice può aiutare il credente a dare continuità alla sua preghiera, in quanto ciò che conta non è tanto ciò che viene detto, quanto la domanda incessante che deve muovere il fedele nei confronti del proprio Dio o di un ideale di perfezione». È bastato spostare il focus scrive Adriano Favole, antropologo dell Università di Torino commentando la mostra da non credente dai conflitti alimentati dalla strumentalizzazione politica, dalle diatribe teologiche e dalla supponenza delle rispettive autorità alla pratica quotidiana della preghiera per scoprire che le principali regioni del pianeta sono connesse da una fitta trama di scambi e relazioni. La carta geografica che ricostruisce genesi e diffusione del rosario ne è l emblema». E conclude: «Il giovane marocchino che, davanti a me, scruta le immagini della Sinagoga di Casale Monferrato (fortemente esotiche per un pubblico di cattolici italiani) con la sua maglietta della Juventus è uno dei motivi per cui, nonostante le difficoltà denunciate da Franco La Cecla, P re - g a re è un iniziativa che può aprire la strada a nuove forme di dialogo». Il teologo Rupnik sul rapporto fra arte e spiritualità Per salvare la bellezza Pompeo Girolamo Batoni, «Il tempo ordina alla vecchiaia di distruggere la bellezza» (1746) La forma della città contemporanea Fratture e scompensi di GIULIANO ZANCHI nato prima l uomo o la città? Non bisogna affrettarsi a rispondere con criteri puramente cronologici. Senza l uomo non È ci sarebbe la città. Ma il dinamismo che mette a punto il processo di umanizzazione, procede in modo consustanziale con la tendenza a organizzare la vita nella forma del dimorare comune. L umano si qualifica agglomerandosi Le periferie si sono formate in obbedienza a un criterio accumulativo scarsamente regolato Non accompagnato dal bilanciamento fra politica degli alloggi e cura dei servizi nell urbano. Questo modo degli uomini di stare insieme, organizzati, compatti, vicini, è un modo per lottare insieme contro la prepotenza del tempo. Gli uomini vivono insieme per celebrare la loro resistenza alla morte e il loro desiderio di tempo. La disperata aspettativa della vita umana di restare per sempre. Quello dell uomo con la città è dunque un legame originario. Millenni di paziente artigianato urbano hanno garantito svariati modelli di città, accomunati dalla misura delle forme e dall equilibrio delle relazioni, variazioni sul tema dell unico compito di dare luogo all umano. La città nasce per dare luogo all umano. Eppure già il mito biblico di Babele ricorda una volta per tutte che la città degli uomini è sempre anche sul punto di edificare i recinti delle ideologie. L osmosi fra l umano e l urbano è da sempre anche il teatro di contesa. Le metamorfosi urbane in atto fin dalla tarda modernità lavorano nel profondo di «certo non è un unilaterale affermazione dell uomo come soggetto assoluto». L autore sottolinea allora come non si possa parlare di arte e spiritualità se non riappropriandoci di alcune «realtà essenziali» cadute nell oblio. Tra queste figura la memoria, sempre meno valorizzata come organismo vivo, sapienziale. Nello stesso tempo Rupnik lamenta la perdita del significato della bellezza, sradicata con la filosofia idealista e con il romanticismo. Si tratta di una «deliberata operazione di distruzione» perché la bellezza è radicalmente unita al cristianesimo. «Non si può distruggere il cristianesimo se non si distrugge la bellezza» scrive Rupnik. Dopo aver indagato i valori legati al simbolo e alle diverse manifestazioni dell arte sacra, il gesuita sloveno conclude la sua analisi, che ha anche il sapore di una vera e propria requisitoria, dichiarando che l unica vera grande attività dell artista è «la purificazione» della mente, del cuore e dei sensi. (gabriele nicolò) processi che fanno umanamente la differenza. Era solo il 1903 quando Georg Simmel con Le metropoli e la vita dello spirito analizzava gli effetti di riduzione dell uomo a numero nel contesto della vita metropolitana: «Economia monetaria e dominio dell intelletto si corrispondono profondamente. A entrambi è comune l atteggiamento della mera neutralità oggettiva con cui si trattano uomini e cose, un atteggiamento in cui una giustizia formale si unisce spesso a una durezza senza scrupoli». L attrezzatura concettuale ha la sua età. Ma la diagnosi del problema come la posta in gioco della questione era già perfettamente messa a fuoco. La forma della città metropolitana, organizzata attorno ai bisogni della produzione industriale e del consumo di massa, obbedisce al criterio di accurate separazioni, piuttosto che di effettive relazioni. Qualcuno ha fatto notare che, curiosamente, a produrre un medesimo criterio di immaginazione urbana ha concorso la pressione di matrici culturali anche molto diverse tra di loro, come il socialismo marxista e il liberismo economico, entrambi a loro modo impegnati a progettare un sistema in nome di un individuo immaginario, pensato come un numero trasceso dal proprio sistema di appartenenza. Dai freddi quartieri del movimento moderno agli sperduti alveari delle metropoli, per l operaio della vecchia lotta di classe o per il cliente della nuova società dei consumi, hanno concorso in maniera imprevedibilmente convergente alla nascita della città globale, che prende forma più come un accumulo seriale di componenti che come un intreccio di parti. Lungo il corso di questa impressionante trasformazione, l architettura e l urbanistica, divenute nel frattempo celebrate discipline d élite, hanno lavorato come agenti di quello strutturalismo mediante il quale la cultura dell Occidente ha imparato a guardare tutte le cose. Entrambe vengono spesso imputate di modellare spazi e ambienti sorvolando i bisogni più elementari della condizione umana. In qualche caso contrapponendovi estetiche e domotiche alquanto astratte e arbitrarie. La frattura con il senso comune è divenuta persino un luogo comune, capace di trascinare con sé anche i casi virtuosi e le esperienze esemplari. Le città e gli edifici al loro interno sono diventate delle teorie materializzate in cemento, acciaio, vetro e asfalto. Le fratture e gli scompensi prodotti dalla forma della città contemporanea sono tangibili. Uno è certamente quello che ha generato l habitat della periferia in rigorosa contesa con lo spazio del centro urbano. Le periferie, quasi in tutte le grandi città metropolitane, si sono formate in obbedienza a un puro criterio accumulativo, scarsamente regolato, per nulla accompagnato dal necessario bilanciamento fra una politica degli alloggi e una cura dei servizi. La loro rapidissima espansione, dettata prima dai flussi di inurbamento interno, ha finito per divenire poi predestinato teatro dei problemi di integrazione posti dall immigrazione straniera, facendone in molti casi spazio di lottizzazione per riserve umane prodotte sulla base della cultura di p ro v e n i e n z a. La spessa cintura delle periferie, con tutto il loro degrado estetico e in molti casi anche umano, si addensa attorno a centri urbani, messi a nuovo come esclusivi santuari della memoria collettiva, divenuti in qualche caso veri reliquiari della storia, location di consumo d alto bordo, teatro di una industria dell arte che si sta trasformando in una branca dello spettacolo. Il feticismo che circonda il consumo del prodotto artistico, cantato dalla retorica della cultura e incarnato nelle code umane di fronte alle mostre, contrasta vistosamente con il degrado ambientale che circonda e smentisce questa collettiva professione di fede nella bellezza. Un altra frattura impressa a fuoco nella matrice delle città globali è quella che strutturalmente oppone l alloggio della famiglia nucleare agli organizzati spazi pubblici della vita sociale. L abitazione della città tradizionale era il frutto spontaneo dell aggregazione comune di gruppi familiari, di microsocietà capaci di una articolazione di legami assai variegata, peraltro interconnesse in un tessuto sociale ad alto tasso di sostegno reciproco. L avvento della famiglia nucleare è apparso sia come causa che come frutto della diffusione sociale dell alloggio privato. La casa della città contemporanea si riduce a spazio del privato, del privato nucleare, della forma base di una famiglia i cui legami sociali sono una forma di scelta, non una situazione di fatto. Oltre l uscio dell alloggio privato, incasellato nell alveare delle grandi costruzioni immobiliari, si apre lo sterminato spazio pubblico della città, composto di percorsi viari non sempre agevoli e rassicuranti, servizi elementari più o meno accessibili, luoghi di partecipazione sociale e civile più o meno efficienti e propositivi. Le due sfere di vita sono comunque pensate in partenza come distinte. La casa è un rifugio. Lo spazio sociale un agone di predilezioni e di servizi. Normalmente in queste condizioni l individuo che transita da una dimensione all altra non fa incontri, si imbatte in situazioni. Sempre più conteso, del resto, fra le vie della città reale e l estensione iperbolica della città virtuale, Sulla prossimità Il 22 aprile presso la Triennale di Milano si è svolto un convegno sul tema «Che c è di nuovo in città? Dialoghi sulla prossimità», aperto da monsignor Pierangelo Sequeri. Pubblichiamo stralci dall intervento del direttore del Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo. nella quale sempre di più si affollano pratiche reali di vita e nuove forme di relazione. In rete si compra, si studia, si lavora, si fa amicizia. E molto altro ancora. Quei luoghi e quegli spazi nei quali la vita quotidiana degli esseri umani incontra le esperienze base della propria umanizzazione, come le scuole, le strutture sanitarie, gli spazi del servizio pubblico, dell incontro sociale, anche quelli in cui si dà commiato ai morti, sono nella norma anche quelli meno qualificati, costruiti secondo i criteri estetici di un razionalismo architettonico applicato in maniera seriale e quasi sistematicamente abbandonati a una manutenzione del tutto sommaria. Le esperienze vissute in quegli spazi così dequalificati sono costrette a essere ospitate come un adempimento funzionale, lasciando nell ombra la densità simbolica degli atti in gioco. Anche in questo caso il feticismo estetico della retorica culturale contrasta profondamente con la sistematica incuria degli spazi vitali della città. Come del resto con il deficit di legalità e di senso civico che li abbandona a se stessi.

5 lunedì-martedì aprile 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 5 In crescente aumento in Inghilterra e Galles le adesioni femminili alla vita religiosa Donne da record LONDRA, 27. Il numero di donne entrate in convento nel 2014 in Inghilterra e Galles ha registrato un picco di crescita come non accadeva da venticinque anni. Un dato che conferma l andamento positivo degli ultimi anni e che fa ben sperare per il futuro. Ad annunciarlo è il sito in rete della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, dove, con una nota, si sottolinea come il numero minimo delle vocazioni femminili si fosse registrato nel 2004, quando, in quell anno, vi erano stati solo sette ingressi in conventi femminili. Poi, si è verificata una crescita costante fino a un massimo di quarantacinque donne lo scorso anno. «La vita religiosa si legge sul sito della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles è una scelta attraente per un numero crescente di ragazze o donne istruite e dinamiche». Secondo suor Cathy Jones, dell Ufficio nazionale per le vocazioni, una spiegazione di questo risultato sta nella «crescita di una cultura delle vocazioni nella Chiesa, che rende disponibile ai giovani la possibilità di incontrare guide esperte». Padre Christopher Jamison, direttore dello stesso organismo episcopale, ritiene che, in generale, nella cultura secolare, ci sia «un vuoto dei significati, e uno dei modi in cui le donne possono scoprire un significato è proprio attraverso la vita religiosa». Per quanto riguarda gli uomini, secondo i dati diffusi dall Ufficio vocazioni, a scegliere la vita religiosa nel 2014 sono stati in diciotto, mentre i giovani che hanno iniziato la Preparativi nella cittadina polacca di Łagiewniki Verso il giubileo nei luoghi di santa Faustina CRACOVIA, 27. Łagiewniki è un piccolo comune a sud di Cracovia, sede del santuario della Divina misericordia, dove è vivo il messaggio di Maria Faustina Kowalska. La notizia del Giubileo straordinario deciso da Papa Francesco è stata accolta con particolare gioia nel luogo in cui operò la santa polacca, per mezzo della quale il messaggio della divina misericordia si è diffuso in Europa e nel mondo. A Sir Europa don Franciszek Ślusarczyk, rettore del santuario, spiega che l Anno santo è un grande dono per la Chiesa e un importante impegno perché «bisogna non solo accogliere quel messaggio, iscrivendolo nel programma della propria vita cristiana ma anche vivere il dono della misericordia nel proprio quotidiano». Ogni anno il santuario viene visitato da oltre due milioni di pellegrini. Dal canto suo l arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanisław Dziwisz, invitando i giovani di tutto il mondo a partecipare alla Gmg 2016, ha sottolineato che la città «spera di condividere con i pellegrini quello che ha di più prezioso, e cioè la fede in Gesù Cristo e nella divina misericordia» che proprio a Łagiewniki ispirò santa Faustina Kowalska, spingendola a promuovere un culto, poi promosso da Giovanni Paolo II in tutto il mondo «come segno di speranza per l umanità sofferente a causa di tanti conflitti». E il vescovo ausiliare Damian Andrzej Muskus, presidente del Comitato organizzatore della prossima Giornata mondiale della gioventù, aggiunge che «la Chiesa ha invitato i giovani da tutto il mondo a Cracovia affinché proprio a Łagiewniki riscoprano l amore che non ha fine». I preparativi fervono soprattutto al «Campus misericordiae» di Brzegi, vicino a Cracovia, che nel 2016 ospiterà l incontro dei giovani con Papa Francesco. Per il parroco, don Andrzej Pietrusa, la Gmg costituirà «una possibilità di condividere la nostra fede e di vedere che non siamo soli». Appello dei presuli spagnoli Aiuti ai perseguitati ÁVILA, 27. La Conferenza episcopale spagnola ha stanziato euro per i cristiani perseguitati di Siria e Iraq. È quanto è stato deciso nel corso dell assemblea plenaria, che si è tenuta ad Ávila dal 20 al 24 aprile, in omaggio al quinto centenario della nascita di santa Teresa. I presuli hanno chiesto a tutte le parrocchie e a tutti i fedeli del Paese di rivolgere suppliche speciali a Dio, nel periodo che va dall Ascensione alla Pentecoste, a favore dei cristiani perseguitati nel mondo. Nel corso dei lavori è stato anche approvato il documento «Chiesa servitrice dei poveri», con il quale si intende offrire, con speranza, un analisi realistica della situazione del Paese. formazione al sacerdozio sono stati quarantotto. Attualmente, centonovantaquattro uomini sono in corso di formazione e ventidue sacerdoti sono stati ordinati nel Dati confortanti, dunque, arrivati in coincidenza della domenica di preghiera per le vocazioni, che si è osservata domenica scorsa in Inghilterra e Galles, per la quale è stato scelto lo slogan Cambia una vita. Prega per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Tra le numerose testimonianze di donne che hanno deciso appunto di cambiare vita e di dedicarsi a Dio vi è Theodora Hawksley, 29 anni, fino a poco tempo fa ricercatrice all Università di Edimburgo. Theodora si è unita alla Congregazione di Gesù un paio di mesi fa. Ora vive nella comunità nel nord di Londra e sta compiendo i primi passi verso i voti. «Quella della vita religiosa ha sottolineato Theodora è stata una decisione nata dall amore. È stato un riconoscimento del fatto che la mia vita si è lentamente e concretamente riorganizzata intorno all amore di Dio, e intorno a quel rapporto che è quello che io apprezzo più di ogni altra cosa». La Congregazione di Gesù, che opera nel campo dell istruzione, della sanità e dell evangelizzazione, è un ordine apostolico che non vuol dire soltanto contemplazione, anche se clausura e vita contemplativa spiegano dall Ufficio nazionale per le vocazioni sono in continua crescita, così come le vocazioni apostoliche. C è stato un aumento di nove volte del numero di religiose attive e un aumento di quattro volte del numero di suore di clausura in Inghilterra e Galles. Non nasconde la propria gioia suor Jane Livesey, superiora generale della Congregazione di Gesù. «Siamo state molto soddisfatte dei risultati ottenuti dalla nostra provincia inglese, che ha ammesso una postulante all inizio di quest anno e che ha un altra candidata che sta attivamente discernendo la sua vocazione in questo momento. Entrambe aggiunge la religiosa sono attratte in particolare sia dal nostro carisma ignaziano sia dalla figura della nostra fondatrice, la venerabile Mary Ward, la cui visione pionieristica di vita religiosa apostolica per le donne ha portato così tanti frutti. Già nel 1612 si diceva convinta che in futuro le donne avrebbero svolto un ruolo estremamente importante». Suor Jane Livesey ricorda con particolare soddisfazione le parole di Papa Francesco, il quale ha chiesto alle donne di svolgere un ruolo più incisivo nella Chiesa e ha sottolineato che essa «riconosce il contributo indispensabile che le donne apportano alla società attraverso la sensibilità, l intuizione e altri segni distintivi che, più degli uomini, tendono a possedere». La superiora generale della Congregazione di Gesù sottolinea che le suore nel Regno Unito e negli Stati Uniti «sono tra le più impegnate in termini di contributo sociale, all educazione e al bene comune, come insegna la Chiesa. Nella storia spiega suor Jane è stata la vita religiosa che ha dato alle donne un chiaro e riconosciuto posto nella Chiesa e l opportunità di contribuire pienamente alla missione di essa per essere al servizio del popolo di Dio. Nel nostro caso, nel nostro Paese conclude la religiosa i nostri servizi includono l insegnamento universitario e nel seminario, la cappellania ospedaliera, l accompagnamento spirituale di ogni genere, la psicoterapia infantile e altro ancora. E noi siamo sole, ci sono molte altre congregazioni che stanno dando contributi altrettanto significativi e che sono altrettanto grate a Dio perché continua a chiamare uomini e donne a seguirlo nella vita consacrata». Celebrazione a Mazara del Vallo In memoria delle vittime dei naufragi MAZARA DEL VA L L O, 27. «Far aprire gli occhi e i cuori a quanti li hanno chiusi nei confronti di tanti uomini, donne e bambini in cerca di un futuro migliore, lontano da guerre e fame». È con questa intenzione che il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, ha presieduto, domenica sera, una messa in memoria delle vittime dei naufragi nel Canale di Sicilia, celebrata nella chiesa di San Vito, che si trova proprio a ridosso di quelle acque dove tante persone hanno perso la vita. Una celebrazione tenuta idealmente con la mente rivolta «a questo mare ha sottolineato il presule che viene visto dalla sponda sud come mare di speranza ma che si trasforma purtroppo e in maniera sempre più drammatica come un mare tombale». I fedeli presenti hanno poi illuminato con delle torce le acque «per fare vedere a questi defunti ha spiegato il vescovo una luce di speranza, che si accende nella preghiera. Ora che il numero delle vittime di un singolo naufragio nel Mediterraneo sfiora le quattro cifre dovremmo avere il buon senso e il pudore di cominciare a limitare le p a ro l e». Le «Riflessioni utili ai vescovi» di sant Alfonso de Liguori Né privilegio né trampolino di lancio di MARIO CO L AV I TA * È da poco uscita, edita da Tau, una piccola operetta di sant Alfonso Maria de Liguori concepita per aiutare i vescovi nel loro ministero a servizio del popolo di Dio, dal titolo «Riflessioni utili ai vescovi per ben governare le loro Chiese», con presentazione di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, e postfazione di monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto. Mentre correva l anno 1745 sant Alfonso, impegnato nelle missioni, scriveva a Papa Benedetto XIV affinché gli concedesse l approvazione per la casa di Deliceto, in Puglia. Proprio in questa casa, dove il santo missionario studiava e si preparava alla riuscita delle missioni popolari, vide la luce lo scritto delle Riflessioni utili, una sorta di vademecum che il santo ideò per aiutare i vescovi nel loro servizio pastorale. Lo scritto è nato dalla passione per una Chiesa vera e credibile in cui i primi responsabili, i vescovi, sono chiamati a santificare e governare rettamente il popolo loro affidato. L attività di scrittore di sant Alfonso è da inquadrarsi nell attenzione al bene di tutti, per illuminare le coscienze e dirigerle verso l a m o re di Dio. Durante le missioni popolari egli si era accorto delle difficoltà pastorali di molte diocesi; i vescovi del regno facevano difficoltà nel portare avanti le scelte di sapore tridentino per una buona riforma della Chiesa. Il libretto vuole dunque incoraggiare i presuli a scelte pastorali serie e robuste, sapendo che solo un vescovo santo può santificare il suo popolo. Lo scritto è diviso in due parti: cure principali del vescovo e mezzi efficaci per gov e r n a re. Come un buon architetto, il santo napoletano getta le basi per l edificazione della Chiesa locale. Per Alfonso il ministero episcopale non è un privilegio, trampolino di lancio per una carriera. Al contrario, per il fondatore dei redentoristi l episcopato è una dura e seria responsabilità: «Il vescovo in ricever la mitra si addossa gran pesi sulla coscienza; onde se vuol salvarsi è necessario che si risolva, in entrare al suo governo di abbracciare una vita non agiata, né di riposo, ma una vita di croci, di stenti e di fatiche» (Riflessioni, 2, 9). Sant Alfonso riteneva, da missionario e ancor più da vescovo, che la responsabilità della salute eterna del vescovo fosse gravemente messa in crisi. Dopo dieci anni di vita pastorale episcopale scriverà nel libro Storia delle eresie: «Io tremo, ritrovandomi anch io vescovo, e considerando che molti per essere stati a tal dignità esaltati, han prevaricato ed han perduta l anima e Dio ( ) Io prescindo qui dalla questione se chi pretende di esser vescovo, stia in istato di peccato mortale; ma non intendo come possa alcuno che desidera di assicurar la sua salute, pretendere di esser vescovo, e porsi volontariamente in tanti pericoli di perdersi, a quali i vescovi sono soggetti». Con l ordinazione episcopale il vescovo non vive più per sé, deve pensare al bene del popolo affidato. Il richiamo alla cura del proprio gregge è per sant Alfonso de Liguori una delle prime attenzioni del buon vescovo: «Dopo l ordinazione [il vescovo] è tenuto a vivere alle sue pecorelle della cui salute dev egli certamente rendere conto» (Riflessioni, 1). Non v è dubbio che la buona riuscita pastorale dipende dalla buona formazione del clero. Ecco perché il santo esigeva, da vescovo, che il seminario fosse il luogo migliore della diocesi per cura ed educazione. Girando per il regno di Napoli si era accorto della carenza del metodo educativo e di come i futuri sacerdoti fossero formati nella teologia. Per questo raccomanda caldamente ai vescovi di vigilare sul seminario perché «se il seminario sarà ben regolato, sarà la santificazione della diocesi: altrimenti ne sarà la rovina» (ibidem, 1, 1). Dopo l attenzione al seminario il buon vescovo deve curare gli ordinandi: «Oh quanto sarà stretto il conto che dovrà rendere a Dio ogni vescovo del grande obbligo che tiene di escludere dall altare gl indegni e di ammettere i degni» (ibidem, 1, 2). Poi i parroci, definiti le mani del vescovo. Scrive: «Bisogna che il vescovo tenga sempre la porta aperta per li parrochi, mostrando sempre di gradire la loro venuta e la loro vigilanza, con ascoltarli con pazienza e cortesia» (ibidem, 1, 4). Dal vicario, inoltre, dipende molto dell andamento della vita diocesana. Per cui il vescovo deve usare la massima diligenza nel saper scegliere il vicario giusto che «sia insieme dotto e di spirito, affabile, che tratti con dolcezza, e incessantemente dia udienza a tutti, che sbrighi i negozi, e sopra tutto non sia attaccato all interesse» (ibidem, 1, 5). Per raggiungere questi obiettivi, sant Alfonso propone nove mezzi pratici senza i quali il vescovo diventa un burocrate: preghiera, buon esempio, residenza, visita pastorale, missioni popolari, sinodo, consiglio, udienze e correzione. Questi buoni esempi formano il vescovo santo pronto a santificare il suo popolo. Alla fine delle Riflessioni sant Alfonso scrive: «Se vuol salvarsi [il vescovo] è necessario che si risolva, in entrare al suo governo, di abbracciare una vita non agiata, né di riposo, ma una vita di croci, di stenti e di fatiche» (ibidem, 2, 9). L esempio di Papa Francesco ci aiuta molto a comprendere queste Riflessioni. Le parole «siate pastori con l odore delle pecore» aprono e invitano i pastori a una fecondità straordinaria. La pastoralità è legata alla fecondità. Ai nuovi sacerdoti il Papa ha detto: «Siete pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari. [ ] Abbiate sempre davanti agli occhi l esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare di salvare ciò che era perduto» (Omelia per ordinazione presbiterale, 21 aprile 2013). L insegnamento di sant Alfonso è ancora attuale. Il suo insegnamento parla ancora a tanti pastori della Chiesa. Negli esempi dei pastori si scorge la bellezza di Dio, la luce e l amore misericordioso. *Istituto teologico abruzzese molisano di Chieti

6 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì aprile 2015 Il giardino botanico nazionale di Cuba Gioventù e carità nell apostolato della nuova beata canadese Marie Élisabeth Turgeon La perla preziosa «Apostola della gioventù e testimone della carità di Cristo». Ha usato le stesse parole di Papa Francesco, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, per sintetizzare la vita e l op e- ra di Marie Élisabeth Turgeon ( ). Il porporato ha presieduto, in rappresentanza del Pontefice, il rito di beatificazione della religiosa canadese, nella chiesa di san Roberto Bellarmino a Rimouski, in Québec, domenica pomeriggio, 26 aprile. Una celebrazione che ha sottolineato rappresenta una grande gioia per le suore di Notre-Dame du Saint Rosarie, fondate dalla Turgoen, e per il Canada, che in questi ultimi anni ha visto elevati agli onori degli altari il vescovo François Laval e l orsolina Maria dell Incarnazione. La nuova beata, ha spiegato il cardinale, «ha speso tutte le sue energie umane e spirituali nell educazione e nella formazione dei piccoli e dei poveri alla vita buona del Vangelo». Ella portò avanti questa opera educativa pur in mezzo a difficoltà e a costo di grandi sacrifici. «Privata di ogni umano sostegno ha detto il porporato con speranza si rimetteva completamente nelle mani di Dio». Infatti «sopportava con pazienza le privazioni di ogni genere, soprattutto il freddo glaciale delle residenze». Quando s incendiò il seminario vescovile, «mise a disposizione del vescovo la vecchia chiesa, dove abitava con le sue consorelle, per permettere ai seminaristi di poter terminare l anno scolastico». Riuscì a fondare le prime missioni in situazione di estrema povertà. «Sperando contro ogni speranza ha aggiunto riusciva a porre rimedio a tutto, pur di aiutare le consorelle nell importante opera di istruzione civile e religiosa dei piccoli». Nel realizzare il suo progetto, al contempo, educativo e caritativo, la nuova beata provava «una gioia immensa, manifestata apertamente con un sorriso radioso e materno». Alimentava la sua carità con la devozione ai sacri cuori di Gesù e di Maria. Marie Élisabeth «amava Dio con tutto il cuore e amava il Christian Girard, «Marie Élisabeth Turgeon» (casa madre della congregazione a Rimouski) prossimo come se stessa». Proprio per questo, la carità era «la perla preziosa della sua spiritualità quotidiana, fatta di tenerezza, accoglienza, gentilezza, mansuetudine». Le prime attenzioni erano rivolte soprattutto verso le consorelle, nei confronti delle quali «aveva una carità affabile e materna». Era convinta che «il buon esempio parlava più delle parole», per questo dava loro «il pane profumato della sua carità». Marie Élisabeth aveva una particolare attenzione per le suore ammalate, che «aiutava e consigliava per le cure più appropriate». Si curava dei minimi particolari quando c era da aiutare le consorelle e il prossimo. Faceva giungere delle boccette di sciroppo, colliri per gli occhi e perfino occhiali da sole, alle suore di Saint-Godefrois, perché si difendessero dal sole della Baie-des- Chaleurs. «Solidamente fondato nell amore di Dio ha evidenziato il cardinale il cuore di Madre Marie Élisabeth seppe mitigare alcune durezze dello spirito giansenista del suo tempo, facendo prevalere la legge dell amore e del perdono, su quella del rigore. Sapeva conquistare i cuori con la bontà». Il Congresso eucaristico nazionale e il bicentenario dell indip endenza BUENOS AIRES, 27. Si svolgerà dal 16 al 19 giugno 2016 a San Miguel de Tucumán, in Argentina, l undicesimo Congresso eucaristico nazionale indetto dalla Conferenza episcopale, in coincidenza con il bicentenario della Dichiarazione di indipendenza del Paese. La scelta di questa città non è casuale: fu proprio qui, infatti, che il 9 luglio del 1816 le Provincias Unidas del Río de la Plata dichiararono la loro indipendenza dalla Spagna. «Il bicentenario dell indip endenza nazionale si legge in una nota dell episcopato argentino diffuso dall agenzia Aica ci consegna una sfida difficile. Assumendo l e re d i t à dei nostri antenati, dobbiamo impegnarci a promuovere quella cultura dell incontro che ci aiuta a superare i conflitti e le tensioni, e fa della nostra Patria una nazione fraterna, la cui identità sta nella passione per la verità e nell impegno per il bene comune». Pertanto, i vescovi esortano tutti gli argentini a festeggiare insieme l 11 Congresso eucaristico nazionale a San Miguel de Tucumán, «culla della nostra indipendenza». «Ci accingiamo scrivono i presuli a celebrare nell Eucaristia il Signore risorto, adorare la sua presenza e ringraziare per il suo sostegno dall inizio della nostra vita come p op olo». Il Congresso avrà come slogan: «Gesù Cristo, Signore della storia, L identità della Nazione argentina abbiamo bisogno di te», accompagnato dalla frase: «Gesù Cristo, pane di vita e comunione per la nostra gente». Secondo i presuli, «la comunione con il Gesù Cristo risorto, presente nell Eucaristia, ci permette La cattedrale di San Miguel de Tucumán Il cardinale Stella con i seminaristi dell Avana Come un giardino La vocazione sacerdotale è come un giardino, a volte abbandonato, a volte ben curato. Ha scelto questa immagine il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero in visita in questi giorni a Cuba per spiegare in modo efficace il legame tra spiritualità e servizio evangelico. Ad ascoltarlo i presbiteri e i seminaristi del seminario dell Avana, riuniti nel pomeriggio di domenica 26 aprile. Inizio della missione del nunzio apostolico ad Haiti Monsignor Eugene Martin Nugent, arcivescovo titolare di Domnach Sechnaill e nunzio apostolico ad Haiti, è arrivato a Port-au-Prince il 10 marzo. Ad accoglierlo all aeroporto internazionale Toussaint Louverture erano, oltre ai rappresentanti del Gabinetto del presidente della Repubblica, il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Chibly Langlois, il vescovo ausiliare di Port-au-Prince, monsignor Eric Glandas Toussaint, il segretario permanente della Conferenza episcopale, il decano ad interim del corpo diplomatico e l ambasciatore del Venezuela in Haiti, e il segretario della nunziatura apostolica, don Giuseppe Tre n t a d u e. Il giorno seguente, il rappresentante pontificio ha presentato le copies de style delle lettere credenziali al ministro della Difesa, in quanto il ministro degli Affari Esteri era in Guatemala per un incontro bilaterale. Il 12 marzo, il nunzio apostolico ha presentato le lettere credenziali al presidente della Repubblica, Michel Joseph Martelly. Durante il colloquio avvenuto al palazzo presidenziale ancora in restauro dopo il terremoto del 2010, monsignor Nugent ha assicurato il capo dello Stato e, attraverso di lui tutto il popolo haitiano, dell affetto e della sollecitudine del Papa per l afflitta nazione caraibica. di guardare in modo creativo la storia e scoprire la nostra identità e la nostra cultura, vera sfida per plasmare il futuro, rinnovando la nostra fede, promuovendo la giustizia e servendo la fraternità». Quando il giardino è abbandonato, ha fatto notare il porporato, crescono le sterpaglie. Quando a un sacerdote o a un seminarista manca l alimento quotidiano, infatti, «germogliano nel suo cuore le erbacce», ossia desideri di possedere cose materiali, distrazioni, ambizione di potere, compensazioni affettive, sentimenti di solitudine e abbandono, risentimenti». Nella maggior parte dei casi di dispensa che giungono al dicastero, ha rivelato il cardinale, si Il presidente ha ancora una volta ringraziato la Chiesa cattolica per quanto opera in Haiti, attraverso soprattutto le opere sociali legate all educazione e alla sanità, ricordando con gratitudine l impegno della Santa Sede e in particolare quello del Pontefice, nell organizzare la conferenza internazionale su quanto realizzato in questa prima fase di ricostruzione e su quanto ancora resta da concretizzare nel prossimo futuro. Inoltre, il capo dello Stato ha sottolineato l impegno del Governo per porre fine alla situazione di violenza che da diversi mesi sta interessando parecchie comunità religiose. Al termine della cerimonia, monsignor Nugent ha deposto dei fiori sulla tomba dei padri della patria presso il Musée du Panthéon national haïtien, dove è stato accolto dalla direttrice che lo ha accompagnato per una breve visita. Nei giorni successivi, il nunzio apostolico ha avuto modo di visitare la sede della Conferenza episcopale consegnando al cardinale Langlois la lettera commendatizia del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. La comunità cattolica lo ha accolto in modo ufficiale con la messa celebrata presso la cattedrale provvisoria di Port-au-Prince. Intervista al presidente dei vescovi messicani C re d i b i l i t à per ricevere fiducia GUA D A L A J A R A, 27. In Messico la corruzione ha portato il Paese a una crisi nazionale e i cittadini non credono più nelle istituzioni: è quanto sostiene il cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara e presidente della Conferenza episcopale messicana in un intervista al quotidiano in rete «El País Latinoamérica» ripresa dall agenzia Fides. Il cardinale tocca diversi temi di attualità, dal caso degli studenti di Ayotzinapa (sequestrati e poi uccisi, nel settembre scorso, mentre partecipavano a una manifestazione di protesta) agli scandali della corruzione, fino alla generale mancanza di fiducia. Negli ultimi due anni il Messico ha punito per corruzione cento funzionari. «Continuiamo a essere nella crisi. Non ci può essere alcun progresso o sviluppo senza fiducia, che si deve ripristinare. Come? Con la credibilità», risponde Robles Ortega, secondo il quale «la popolazione deve verificare che quanto si dice viene poi fatto. I messicani vogliono vedere il bene per tutti, non solo per pochi. Perfino il presidente ha dichiarato che percepisce una grande sfiducia». Riguardo alle elezioni di giugno (quando il Messico si recherà alle urne per le parlamentari), il cardinale chiede di «votare ma con criterio: si deve conoscere il candidato, cosa ha fatto per il bene comune. E una volta conosciuto, si deve votare. L astensione non fa bene al Paese». Sulle vicende relative ai tragici fatti degli studenti di Ayotzinapa e sul crimine organizzato, il presidente della Conferenza episcopale spiega che sono molti i fattori da considerare in questi casi: «C è stata una perdita di valori, compreso quello della vita; il quadro etico è stato indebolito, abbiamo un clima di impunità in cui viene violata la legge e la criminalità organizzata impone i suoi interessi. C è una cultura della violenza e della criminalità». E alla domanda sulla diffusione del culto della Santa Muerte (un culto nato in Messico da fenomeni di sincretismo), il porporato afferma che questo «non è molto esteso, si concentra in luoghi strettamente legati ai conflitti generati dalla violenza e dal traffico di droga. Si tratta di una deformazione del senso religioso. La morte è il contrario della fede, è il nulla. Viene invocata per fare del male. Questo non è religione». Il presidente dell episcopato invita invece a seguire ciò che Papa Francesco propone: «Una Chiesa in uscita, aperta, per andare verso i più lontani, i feriti sulla strada della vita. Una Chiesa che vada, e che non aspetti». riscontra un certo «abbandono della preghiera e un assenza grande di accompagnamento». È proprio quando il giardino è abbandonato che le erbacce crescono e ne confondono i contorni stessi. Il risultato finale è la desertificazione. Se manca, quindi, la cura necessaria, il giardino si trasformerà in un deserto. «Possiamo porre in gioco tutta la vita ha detto o andare all altro lato del mondo per evangelizzare, ma se manca la vita spirituale ogni sforzo sarà vano». Al contrario, il giardiniere che cura il suo giardino «estirpa le erbacce, annaffia abbondantemente e pota le piante al momento giusto, fa brillare la bellezza e l armonia del giardino». Allo stesso modo, quando nella vita spirituale di un sacerdote o di un seminarista «abbonda il dono della grazia, germogliano al nel suo intimo i frutti dello Spirito: la generosità nella missione, l esempio di vita, la comunione con il presbiterio, il vescovo e tutti i fedeli, la gratuità, la gioia, l amabilità verso tutti, la disponibilità, la solidarietà con i poveri». Tra i frutti della vita spirituale del sacerdote spicca il servizio evangelico, quale «perla preziosa». Non si tratta, ha rilevato il cardinale, «di un mero atteggiamento di servizio, ma di seguire il modello di Cristo, che si fa servo e schiavo, dando la vita per la redenzione di tutti». Questo è il criterio fondamentale per «il discernimento di tutte le vocazioni e in modo specifico della vocazione sacerdotale». Infatti, il ministero sacerdotale non si prepara in base «a un maquillage superficiale. Non si tratta di rappresentare bene un ruolo, nemmeno di farlo con efficacia. Consiste piuttosto nel vivere la carità pastorale». Il porporato ha poi spiegato in cosa consiste il processo formativo che sviluppa nei seminaristi due aspetti essenziali: spiritualità sacerdotale e servizio evangelico. In un primo momento è necessario «un lavoro di pulizia, che si può identificare con il corso propedeutico». Questa pulizia, ha detto, si effettua all inizio della formazione: «Si tratta di abbandonare certe abitudini e iniziarne altre nuove». Un frutto molto speciale del primo anno di formazione «consiste nell abbandonare la prospettiva della comodità per rimanere disponibili al servizio». Il secondo momento «suppone un passo di maturazione nella vita dei discepoli. Possiamo identificarlo con la tappa filosofica». La spiritualità si edifica ora «per mezzo dell acquisizione delle abitudini che si stabiliscono per sempre, e in questo senso cominciamo già a utilizzare un linguaggio definitivo». Un frutto di questo secondo momento formativo è il servizio evangelico. Il terzo momento è «già più vicino alla spiritualità sacerdotale». I seminaristi della tappa teologica devono «comportarsi già come se fossero sacerdoti. Mantenendo le abitudini che si svilupparono durante la tappa anteriore, ora sviluppano le virtù e gli atteggiamenti sacerdotali». Ciò è tutto quello che «esprime l identità di un ministro del Vangelo». Esiste ancora una quarto momento che si chiama diaconale, perché un tempo lungo «di questa tappa viene occupato dal diaconato transitorio», dove risaltano in modo speciale la spiritualità e il servizio.

7 lunedì-martedì aprile 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 «Il Benin è un esempio di armonia tra le religioni presenti nel suo territorio». Ma «tenuto conto del clima mondiale attuale», occorre essere vigili «al fine di conservare questa fragile eredità». Lo ha raccomandato Papa Francesco ai vescovi del Paese africano ricevuti in udienza nella mattina di lunedì 27 aprile, in occasione della visita ad limina. Di seguito una nostra traduzione del discorso consegnato loro dal Pontefice in francese. Cari Fratelli Vescovi, Sono molto lieto di accogliervi in occasione del vostro pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Saluto cordialmente Monsignor Antoine Ganyé, Presidente della vostra Conferenza, e lo ringrazio per le sue parole. Auspico che la vostra visita a Roma sia per voi un momento di profondo e tranquillo ritorno alle fonti spirituali, che vi dia l opportunità di rendere grazie per il bel lavoro svolto nelle vostre diocesi per l annuncio del Vangelo, e che vi offra gli aiuti necessari per perseverare nella vostra missione di pastori. Il nostro incontro manifesta la comunione fraterna che esiste tra tutti i vescovi, e con colui che presiede questa comunione: il successore di Pietro. Formulo il voto che, una volta ritornati nelle vostre diocesi, teniate presente questa realtà profonda e soprannaturale: non siete mai soli. Siamo tutti uniti al servizio di un unico Signore. Desidero innanzitutto ringraziare il Signore per il progresso che permette, attraverso l esercizio del vostro ministero, alla Chiesa che è in Benin. Voi date testimonianza di un b ell entusiasmo nell espressione visibile della fede del popolo di Dio. La vita parrocchiale è animata, i fedeli partecipano in gran numero alle celebrazioni, le conversioni a Cristo sono numerose, come pure le vocazioni sacerdotali e religiose. Avete tuttavia ragione a sottolineare nei vostri resoconti che tale fede, sempre più diffusa, è talvolta superficiale e priva di solidità. È dunque importante che il desiderio di una conoscenza profonda del mistero cristiano non sia appannaggio di una élite, ma animi tutti i fedeli, poiché tutti sono chiamati alla santità. Ciò è essenziale affinché la Chiesa in Benin possa resistere e vincere i venti contrari che si alzano ovunque nel mondo e che non mancheranno di soffiare da voi. So che siete vigili di fronte alle molteplici aggressioni ideologiche e mediatiche. Lo spirito del secolarismo è all opera anche nel vostro paese, sebbene ciò sia ancora poco visibile. Solo una fede profondamente radicata nel cuore dei fede- Conclusa la visita del prefetto di Propaganda fide a Lione Nessuno fuori dall ovile Autodefinendosi il buon Pastore, Gesù «afferma che nessuna delle pecorelle che il Padre gli ha affidato, verrà lasciata fuori dell ovile, fuori di casa». E in questo modo inaugura «la missionarietà, affidando questo impegno prima ai suoi discepoli e poi alla Chiesa tutta». Lo ha sottolineato il cardinale Fernando Filoni celebrando il 26 aprile a Lione la messa della IV domenica di Pasqua, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il prefetto della Congregazione per l evangelizzazione dei popoli si è recato in Francia, nella città natale di Pauline-Marie Jaricot ( ), per presentare il nuovo sito internet dedicato alla religiosa «madre delle missioni e apostolo del rosario». Significativamente il rito si è svolto nella basilica di Notre Dame de Fourvière, dove ha ricordato il porporato «la donna delle opere missionarie, l operatrice instancabile della preghiera» e la promotrice «della solidarietà operaia, veniva spesso» per affidare «a Maria i progetti che nascevano dal suo genio femminile»; al punto che «quando aveva solo 27 anni concepì l Opera del rosario vivente, un associazione accessibile a tutti, che legava, attraverso la preghiera mariana migliaia di persone» e l opera di evangelizzazione nel mondo. Commentando poi le letture della domenica, il cardinale Filoni ha spiegato che quella del buon Pastore è la fotografia scelta da Gesù per presentare sé stesso, nella quale «l aggettivo buono qualifica l essere p a s t o re. Egli vuole che gli altri abbiano questa conoscenza di lui». Di conseguenza «il servizio reso da Gesù al Padre supera la Palestina, supera tutti i tempi e si allarga a tutto il mondo. Qui è la radice della missionarietà della Chiesa, la radice dell intuizione della Jaricot, che intendeva coinvolgere nella missionarietà anche i laici». E in proposito il porporato ha citato Paolo VI, che in una meditazione del 28 aprile 1968, «invitava a riflettere che era stato proprio Gesù a voler essere ricordato in quest immagine del Buon pastore e che egli, il Cristo, voleva essere pensato, ricordato e visto così, ossia, come colui che ci chiama nella sua casa per nome, perché per lui ogni essere umano non è anonimo e che a tutti dà accoglienza, non fa differenza di persona, conosce l intimo mio e tuo, gli è cara la mia e la tua vita e a tutti sa dare tenerezza». li, e concretamente vissuta, permetterà di far fronte a tutto ciò. Penso in particolare alle sfide più grandi che riguardano la famiglia e alle quali il prossimo Sinodo, a Roma, tenterà di rispondere. Vi ringrazio per le vostre preghiere in tal senso, e delle vostre preghiere per me; vi ringrazio anche per la mobilitazione di cui state dando prova, con Per il cardinale Njue Lavoro in Africa per frenare le migrazioni Per arginare i flussi migratori illegali verso l Europa occorre creare nuove opportunità di lavoro in Africa. È quanto proposto nei giorni scorsi dal cardinale kenyano John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della Conferenza episcopale nazionale. Il porporato ne ha parlato a Monaco di Baviera riferisce l agenzia Fides nel corso di un incontro con la stampa organizzato da Missio München. Rievocando anche la strage di Garissa, nel nord del suo Paese, nella quale 148 persone sono state uccise in base all appartenenza religiosa, il cardinale ha ricordato che «circa la metà degli assassinati erano cristiani». «Il volto della misericordia del Padre» costituisce «uno dei principali temi della predicazione di Gesù Cristo». Lo ricorda il Papa in telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, inviato ai partecipanti al sesto convegno sulla divina misericordia, svoltosi domenica 26 aprile a Gela. L appuntamento ha rappresentato «una provvidenziale opportunità» scrive il porporato per approfondire il tema della misericordia, a partire dall esperienza che movimenti, gruppi e singoli fedeli vivono ispirandosi al messaggio di suor Faustina Kowalska. Patrocinato dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, l incontro è stato organizzato dal comitato mondiale dei congressi della misericordia, dall accademia internazionale della misericordia, dalla diocesi di Piazza Armerina, dal movimento Fraternità apostolica della misericordia e dalla nuova Piccola casa della misericordia, una realtà di volontariato che lavora per rispondere al disagio di oltre duemila persone nel territorio gelese. Ai vescovi del Benin il Papa raccomanda vigilanza per rafforzare la convivenza fra le religioni Fragile eredità le vostre diocesi, per partecipare a questa riflessione tanto importante. Non posso non incoraggiarvi a proseguire con determinazione gli sforzi intrapresi per sostenere le famiglie, nella loro fede come pure nella loro vita quotidiana. So che la pastorale del matrimonio resta difficile, tenuto conto della situazione concreta, sociale e culturale, del vostro popolo. Bisogna però non scoraggiarsi, ma perseverare senza posa, poiché la famiglia che la Chiesa cattolica difende è una realtà voluta da Dio; è un dono di Dio che apporta, alle perso- L arcivescovo di Cracovia ricorda Giovanni Paolo II Ciò che resiste alla prova del tempo Il messaggio di suor Faustina Kowalska Nel volto del Padre la «santità» come cifra del pontificato e ricordando che la sua missione fu essenzialmente quella di «introdurre nella vita della Chiesa gli insegnamenti del concilio». Wo j t y ła fu «un mistico del servizio» che «si fece tutto a tutti», toccando il vertice della sua donazione a Cristo e alla Chiesa proprio nel luogo in cui Pietro «diede la ne come anche alle società, la gioia, la pace, la stabilità, la felicità. La posta in gioco è importante, poiché, essendo la famiglia la cellula di base sia della società sia della Chiesa, è al suo interno che si trasmettono i valori umani ed evangelici autentici: «la missione educativa della famiglia cristiana [è]... un vero ministero, per mezzo del quale viene trasmesso e irradiato il Vangelo, al punto che la stessa vita di famiglia diventa itinerario di fede e scuola della sequela di Cristo» (Fa m i l i a - ris consortio, n. 39). Un altra sfida importante che affrontate con attenzione è quella riguardante i giovani e l educazione. Nelle vostre diocesi avete aperto numerose scuole cattoliche, e i giovani sono ben inseriti nei movimenti. Questo sforzo va proseguito senza posa, poiché la formazione integrale, sia umana sia spirituale, delle giovani generazioni è importante per il futuro della società alla quale esse potranno apportare il loro prezioso contributo, soprattutto in materia di solidarietà, di giustizia e di rispetto dell altro. È di fatto necessario favorire nel vostro Paese naturalmente senza rinunciare in nulla alla verità rivelata dal Signore l incontro tra le culture, come pure il dialogo tra le religioni, in particolare con l Islam. È noto che il Benin è un esempio di armonia tra le religioni presenti sul suo territorio. Bisogna restare vigili, tenuto conto del clima sua più alta testimonianza». In proposito il cardinale ha ricordato l esperienza che il Pontefice confidò ai fedeli durante la celebrazione del venticinquesimo anniversario di pontificato. «Ogni giorno raccontò si svolge all interno del mio cuore lo stesso dialogo tra Gesù e Pietro. Nello spirito, fisso lo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli, pur consapevole della mia umana fragilità, mi incoraggia a rispondere con fiducia come Pietro: Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo. E poi mi invita ad assumere le responsabilità che lui stesso mi ha affidato». In questo senso, la prima eredità che Giovanni Paolo II ha lasciato è legata alla divina misericordia, tratto essenziale «della sua spiritualità e delle iniziative pastorali». Con parole e decisioni che il porporato ha definito «profetiche» Papa Wo j t y ła ha messo infatti «al centro della vita della Chiesa di oggi la realtà della divina e umana misericordia», ripresa e rilanciata dal pontificato di Francesco, in particolare con la sua decisione di indire il giubileo straordinario. Anche in riferimento alla famiglia il cardinale Dziwisz ha parlato di Giovanni Paolo II come di un «profeta», sottolineando l attualità del tema oggi al centro del Sinodo dei vescovi. Infine ha rievocato il modo «indubbiamente profetico» con cui Wo j t y ła si accostò al mondo dei giovani, considerati «speranza della Chiesa e sua speranza». Per loro ebbe l intuizione di istituire la giornata mondiale della gioventù, che nel 2016 si celebrerà proprio nell arcidiocesi polacca. Da qui l invito del porporato a spalancare «le porte della patria di Giovanni Paolo II» e «della città regale di Karol Wojtyła» al successore di Pietro e ai giovani di tutto il mondo, per «condividere la nostra fede» e «imparare da loro l entusiasmo della fede». Misericordia, famiglia, giovani: in questi tre ambiti risalta il carisma profetico di Giovanni Paolo II e, a dieci anni dalla sua morte, appare «sempre meglio cosa egli abbia apportato alla vita della Chiesa e cosa resiste alla prova del tempo». A indicarli è stato il cardinale Stanisław Dziwisz, che nella mattina di lunedì 27 aprile primo anniversario della canonizzazione di Karol Wo j t y ła ha preso parte alla celebrazione eucaristica presieduta nella basilica vaticana dal cardinale decano Angelo Sodano. All omelia l arcivescovo di Cracovia ha sintetizzato il messaggio di Giovanni Paolo II, parlando delmondiale attuale, al fine di conservare questa fragile eredità. Sono particolarmente lieto per il recente svolgimento, sotto la presidenza del Cardinale Tauran, di un convegno internazionale sul dialogo interreligioso, che è stato apprezzato da tutti. Favorendo la concordia e la giustizia, le vostre Chiese locali hanno dunque, cari fratelli, un ruolo di primo piano da svolgere per il progresso del vostro paese. Ma tale ruolo lo svolgono anche attraverso le opere sanitarie e di promozione umana. «Ultima cena» (arte africana) ta pubblica del Paese, in particolare in questi tempi. So che siete impegnati in un costante lavoro per incoraggiare le relazioni tra le diverse componenti della società. Vi invito a perseverare su questa via, facendo attenzione a non entrare direttamente nel gioco politico e neppure nelle dispute di partito. La gestione degli affari pubblici spetta ai laici mentre voi avete l importante dovere di formare e d incoraggiare costantemente. Che la Vergine Maria vi sostenga e vi illumini nel vostro ministero, e Quanto lavoro realizzato in nome del Vangelo nelle vostre diocesi! Mentre la crisi economica mondiale colpisce un gran numero di paesi, è opportuno andare coraggiosamente contro corrente, lottando contro la cultura dello scarto diffusa ovunque (cfr. Evangelii gaudium, n. 53) e diffondendo i valori evangelici dell accoglienza e dell incontro. «Il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza» (Evangelii gaudium, n. 179). Occorre tuttavia tenere ben presente che le opere compiute dalla Chiesa hanno una specificità che deve essere chiaramente identificata: non si tratta mai di una semplice assistenza sociale, ma della manifestazione della tenerezza e della misericordia di Gesù stesso, che si china sulle ferite e le debolezze dei propri fratelli. È così che la gioia del Vangelo viene annunciata nel modo più efficace agli uomini. Un caloroso ringraziamento va a tutti coloro che vi partecipano, siano essi sacerdoti, fedeli laici oppure religiosi e religiose. Invito questi ultimi a vivere intensamente l An - no della Vita Consacrata affinché radichino ancora più profondamente la loro vita e le loro azioni in Cristo Gesù. È così che potranno amare nella verità e nella misericordia ogni persona che incontreranno sul cammino, perché avranno appreso da Lui che cos è l amore e come amare: sapranno amare perché avranno il suo stesso cuore (cfr. Messaggio per l Anno della vita consacrata 2015). Voglio anche rendere omaggio al generoso impegno dei sacerdoti al servizio della Buona Novella, Il Signore benedice le vostre comunità con il fiorire di numerose vocazioni sacerdotali. La formazione nel Seminario è determinante per il futuro, e invito i pastori a vegliare sull equilibrio di quest ultima, che deve essere sempre sia umana, spirituale e comunitaria sia intellettuale. Il Vescovo deve essere un padre per i suoi sacerdoti, favorire la comunione e la fratellanza in seno alla famiglia sacerdotale, prendersi cura di quanti sono in difficoltà, dei più fragili, in particolare dei giovani che devono essere maggiormente accompagnati. Peraltro, poiché le vocazioni non mancano, voi siete pronti a condividere generosamente le vostre risorse con le Chiese di altre regioni che ne sono prive. È opportuno però, quando inviate sacerdoti per gli studi o in missione esterna, farlo con discernimento, non dimenticando i bisogni delle vostre stesse Chiese. Cari Fratelli Vescovi, la Chiesa in Benin ha buone relazioni con le Autorità civili. La voce della Chiesa viene ascoltata e la sua azione è apprezzata. Vi invito a continuare a occupare tutto il vostro posto nella viche conduca voi, come anche i vostri sacerdoti, le persone consacrate, i catechisti e tutti i laici delle vostre diocesi, a suo Figlio Gesù. A tutti imparto, di cuore, la Benedizione Apostolica. Nomina episcopale La nomina di oggi riguarda gli Stati Uniti d America. John Charles Wester arcivescovo di Santa Fe (Stati Uniti d America) Nato il 5 novembre 1950 a San Francisco, in California, dopo aver frequentato la scuola elementare Our Lady of Mercy a Daly City, il Saint Joseph high school seminary ( ) e il Saint Joseph college seminary ( ) a Mountain View. Quindi ha svolto gli studi teologici presso il Saint Patrick seminary a Menlo Park ( ) e successivamente ha ottenuto un master in teologia spirituale presso l università di San Francisco (1984) e uno in pastoral counseling presso l Holy Names college a Oakland (1993). Ordinato sacerdote per l a rc i d i o - cesi di San Francisco il 15 maggio 1976, è stato vicario parrocchiale di Saint Raphael a San Rafael ( ); insegnante ( ), cappellano ( ) e preside ( ) della Marin catholic high school a Kentfield; assistente sovrintendente delle scuole cattoliche superiori ( ); segretario personale e cerimoniere dell arcivescovo John R. Quinn ( ); parroco di Saint Stephen a San Francisco ( ); vicario per il clero ( ). Nominato vescovo titolare di Lamiggiga e ausiliare di San Francisco il 30 giugno 1998, ha ricevuto l ordinazione episcopale il successivo 18 settembre. Come ausiliare ha svolto il ruolo di vicario generale e, dall agosto 2005 al febbraio 2006, quello di amministratore apostolico durante il periodo di sede vacante. È stato trasferito alla sede residenziale di Salt Lake City, in Utah, l 8 gennaio In seno alla Conferenza episcopale è chair del committee on communications e membro dell administrative committee e del committee on migration.

8 pagina 8 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì aprile 2015 Al Regina caeli il ricordo di Giovanni Paolo II Quella voce forte e santa La preghiera per le vittime del sisma in Nepal Nella domenica del Buon pastore il Papa ordina diciannove sacerdoti Il rischio di una scelta «Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare»: è una delle raccomandazioni che Papa Francesco ha fatto ai diciannove sacerdoti ordinati domenica mattina, 26 aprile, nella messa celebrata nella basilica di San Pietro. Il Pontefice ha pronunciato, nella sostanza, l omelia rituale prevista dal Pontificale Romano per l ordinazione dei presbiteri, integrandola con alcune aggiunte personali. Fratelli carissimi, questi nostri figli sono stati chiamati all ordine del presbiterato. Ci farà bene riflettere un po a quale ministero saranno elevati nella Chiesa. Come voi ben sapete il Signore Gesù è il solo Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento, ma in Lui anche tutto il popolo santo di Dio è stato costituito popolo sacerdotale. Tutti noi! Nondimeno, tra tutti i suoi discepoli, il Signore Gesù vuole sceglierne alcuni in particolare, perché esercitando pubblicamente nella Chiesa in suo nome l officio sacerdotale a favore di tutti gli uomini, continuassero la sua personale missione di maestro, sacerdote e pas t o re. Da quattro continenti «Eccomi» hanno risposto, chiamati ciascuno per nome all inizio del rito dell ordinazione: diciannove vite messe al servizio della Chiesa nel ministero sacerdotale. Ognuno con la sua storia: «Dio che ha iniziato in te la sua opera da bambino, la porti a compimento» ha detto loro il Papa mentre, tenendo strette le loro mani, li accoglieva ufficialmente come candidati all ordine presbiterale. Uno per uno. Così come uno per uno li aveva personalmente incensati al loro arrivo ai piedi dell altare della confessione dopo la processione iniziale. Prima della messa nella basilica vaticana, li aveva voluti incontrare, da solo, nella cappella della Pietà: pochi minuti di preparazione, preghiera e condivisione. I nuovi sacerdoti ordinati nella domenica del buon Pastore, cinquantaduesima giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, provengono da quattro continenti. Il più giovane del gruppo, Sony George Kappalumackal di ventisette anni, è di rito siro-malabarese e viene dalla diocesi di Thamarasserry, nello Stato indiano del Kerala. Con lui a rappresentare la Chiesa in Asia c è anche il sudcoreano Michael Junsoo Byeon. In seminario dal 2005 e con un esperienza pastorale nella sua terra madre, sarà prete per la diocesi di Roma: Michael infatti ha studiato nel locale collegio diocesano missionario Redemptoris Mater. Lo saranno anche altri otto dei nuovi presbiteri: i romani Elia Antonio Del Prete, Diego Lofino, Giacomo Salza, Davide Maria Tisato, Fabrizio Vittoria trentanove anni, il più anziano del gruppo: una vocazione adulta dopo molte esperienze lavorative e Filippo Zughetti; e con loro, sempre dal Redemptoris Mater, due sudamericani: il colombiano Alonso Ojeda Agudelo con una singolare storia vocazionale, iniziata in Giappone, dove è stato per sei anni prima di arrivare a Nel confessionale per perdonare, non per condannare Come, infatti, per questo Egli era stato inviato dal Padre, così Egli inviò a sua volta nel mondo prima gli Apostoli e poi i Vescovi e i loro successori, ai quali infine furono dati come collaboratori i presbiteri, che, ad essi uniti nel ministero sacerdotale, sono chiamati al servizio del Popolo di Dio. Roma e il cileno Leonel Alejandro Torres Lara. Strade che si sono intrecciate e che porteranno questi giovani a svolgere il loro ministero nella diocesi del Papa. Così come faranno i tre che hanno studiato nel Pontificio seminario romano maggiore: i due romani Paolo D Argenio e Michele Ferretti, e il messinese Giovanni Lo Giudice, giunto a Roma per laurearsi in sociologia e poi entrato in seminario dopo essere rimasto affascinato dalla testimonianza del parroco della parrocchia degli zii che lo ospitavano nella capitale. Si è formato nella capitale italiana anche il cileno Milton Mauro Vera Roa, che ha studiato nel seminario della Madonna del Divino Amore. Arrivano da lontano ma presteranno il loro servizio in Italia i quattro sacerdoti appartenenti alla congregazione della Famiglia dei discepoli: due di loro Michelin Avisoa e Jean Norbert Randriantantelison giungono dall Africa, dal Madagascar. Gli altri due, sudamericani, sono i peruviani Adolfo Sergio Izaguirre Leocadio e Crisanto Crispin Montalvo Jiménez. A completare i diciannove, un giovane minore conventuale, Stjepan Brćina, originario di Drienča nell arcidiocesi di Sarajevo. Durante la messa, diretta dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, disposti su tre file davanti all altare, i diciannove diaconi si sono prostrati a terra: hanno così accolto la preghiera Loro hanno riflettuto su questa loro vocazione, e adesso vengono per ricevere l ordine dei presbiteri. E il vescovo rischia rischia! e sceglie loro, come il Padre ha rischiato per ognuno di noi. Essi saranno infatti configurati a Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, ossia saranno consacrati come veri sacerdoti del Nuovo Testamento, e a questo titolo, che li unisce nel sacerdozio al loro Vescovo, saranno predicatori del Vangelo, Pastori del Popolo di Dio, e presiederanno le azioni di culto, specialmente nella celebrazione del sacrificio del Sig n o re. Quanto a voi, che state per essere promossi all ordine del presbiterato, della Chiesa intera elevata attraverso il canto delle litanie dei santi guidato dalla Cappella sistina insieme al coro della diocesi di Roma. Poi i giovani sono sfilati davanti al Papa, che a ciascuno ha imposto le mani sul capo e unto i palmi con il sacro crisma. Scendendo dall altare, gli ordinandi si sono fermati davanti al cardinale vicario Agostino Vallini, che ha consegnato loro il pane sulla patena e il calice con il vino per il sacrificio eucaristico. A suggello della liturgia dell o rd i n a z i o n e, l abbraccio di pace con il Papa e con alcuni dei presbiteri presenti. Con Francesco, oltre al cardinale Vallini, hanno concelebrato il cardinale Francesco Monterisi, l arcivescovo vicegerente Filippo Iannone, i vescovi ausiliari di Roma Giuseppe Marciante, Guerino Di Tora, Matteo Zuppi, Lorenzo Leuzzi, Paolo Selvadagi e il vescovo ausiliare eletto Paolo Lojudice, il vescovo di Yucatán Emilio Carlos Berlie Belaunzarán, i superiori dei seminari e i parroci degli ordinandi con circa trecento sacerdoti. Tra i presenti, l arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, gli arcivescovi Giovanni Marra ed Emery Kabongo Kanundowi, e il medico Patrizio Polisca. Nelle prime file hanno partecipato alla celebrazione i familiari e gli amici degli ordinati. Al termine della messa Francesco, nella cappella della Pietà, ha di nuovo salutato i neosacerdoti baciando a ciascuno le mani appena consacrate. considerate che esercitando il ministero della Sacra Dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico Maestro. Dispensate a tutti quella Parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia. Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato. E questo sia il nutrimento del Popolo di Dio; che le vostre omelie non siano noiose; che le vostre omelie arrivino proprio al cuore della gente perché escono dal vostro cuore, perché quello che voi dite a loro è quello che voi avete nel cuore. Così si dà la Parola di Dio e così la vostra dottrina sarà gioia e sostegno ai fedeli di Cristo; il profumo della vostra vita sarà la testimonianza, perché l esempio edifica, ma le parole senza esempio sono parole vuote, sono idee e non arrivano mai al cuore e addirittura fanno male: non fanno bene! Voi continuerete l op era santificatrice di Cristo. Mediante il vostro ministero, il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto, perché congiunto al sacrificio di Cristo, che per le vostre mani, in nome di tutta la Chiesa, viene offerto in modo incruento sull altare nella celebrazione dei Santi Misteri. Quando voi celebrate la Messa, riconoscete dunque ciò che fate. Non farlo di fretta! Imitate ciò che celebrate non è un rito artificiale, un rituale artificiale perché così, partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con Lui in novità di vita. Con il Battesimo aggregherete nuovi fedeli al Popolo di Dio. Non bisogna rifiutare mai il Battesimo a chi lo chiede! Con il Sacramento della Penitenza rimetterete i peccati nel nome di Cristo e della Chiesa. E io, in nome di Gesù Cristo, il Signore, e della sua Sposa, la Santa Chiesa, vi chiedo di non stancarvi di essere misericordiosi. Nel confessionale voi starete per perdonare, non per condannare! Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare. Con l olio santo darete sollievo agli infermi. Celebrando i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica, vi farete voce del Popolo di Dio e dell umanità intera. Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose di Dio, esercitate in letizia e carità sincera l opera sacerdotale di Cristo, unicamente intenti a piacere a Dio e non a voi stessi. È brutto un sacerdote che vive per piacere a sé stesso, che fa il pavone! Infine, partecipando alla missione di Cristo, Capo e Pastore, in comunione filiale con il vostro Vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in un unica famiglia siate ministri dell unità nella Chiesa, nella famiglia, per condurli a Dio Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. E abbiate sempre davanti agli occhi l esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire; non per rimanere nelle sue comodità, ma per uscire e cercare e salvare ciò che era perduto. Al termine della messa celebrata nella basilica vaticana, Papa Francesco si è affacciato dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico per la recita del Regina caeli insieme ai fedeli presenti in piazza San Pietro. Nell occasione ha invitato tutti a riscoprire nella figura di Gesù, «pastore buono», la sollecitudine paterna di Dio «per ciascuno di noi». Cari fratelli e sorelle, buongiorno! La Quarta Domenica di Pasqua questa, detta Domenica del Buon Pastore, ogni anno ci invita a riscoprire, con stupore sempre nuovo, questa definizione che Gesù ha dato di sé stesso, rileggendola alla luce della sua passione, morte e risurrezione. «Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10, 11): queste parole si sono realizzate pienamente quando Cristo, obbedendo liberamente alla volontà del Padre, si è immolato sulla Croce. Allora diventa completamente chiaro che cosa significa che Egli è il buon p a s t o re : dà la vita, ha offerto la sua vita in sacrificio per tutti noi: per te, per te, per te, per me, per tutti! E per questo è il buon p a s t o re! Cristo è il pastore vero, che realizza il modello più alto di amore per il gregge: Egli dispone lib eramente della propria vita, nessuno gliela toglie (cfr. v. 18), ma la dona a favore delle pecore (v. 17). In aperta opposizione ai falsi pastori, Gesù si presenta come il vero e unico pastore del popolo: il cattivo pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il pastore buono pensa alle pecore e dona sé stesso. A differenza del mercenario, Cristo pastore è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire e proteggere le sue pecore. E tutto questo al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita. Nella figura di Gesù, pastore buono, noi contempliamo la Provvidenza di Dio, la sua sollecitudine paterna per ciascuno di noi. Non ci lascia da soli! La conseguenza di questa contemplazione di Gesù Pastore vero e buono, è l esclamazione di commosso stupore che troviamo nella seconda Lettura dell o dierna liturgia: «Vedete quale grande amo- re ci ha dato il Padre...» (1 Gv 3, 1). È davvero un amore sorprendente e misterioso, perché donandoci Gesù come Pastore che dà la vita per noi, il Padre ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci! È l amore più alto e più puro, perché non è motivato da alcuna necessità, non è condizionato da alcun calcolo, non è attratto da alcun interessato desiderio di scambio. Di fronte a questo amore di Dio, noi sperimentiamo una gioia immensa e ci apriamo alla riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente. Ma contemplare e ringraziare non basta. Occorre anche s e g u i re il Buon Pastore. In particolare, quanti hanno la missione di guide nella Chiesa sacerdoti, Vescovi, Papi sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia. A questo stile di vita pastorale, di buon pastore, sono chiamati anche i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, che ho avuto la gioia di ordinare questa mattina nella Basilica di San Pietro. E due di loro si affacceranno per ringraziarvi per le vostre preghiere e per salutarvi... [due sacerdoti neo-ordinati si affacciano accanto al Santo Padre] Maria Santissima ottenga per me, per i Vescovi e per i sacerdoti di tutto il mondo la grazia di servire il popolo santo di Dio mediante la gioiosa predicazione del Vangelo, la sentita celebrazione dei Sacramenti e la paziente e mite guida pastorale. Conclusa la preghiera mariana, il Papa ha assicurato vicinanza alle popolazioni colpite dal devastante terremoto in Nepal e ha salutato i numerosi pellegrini giunti dalla Polonia nel primo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Cari fratelli e sorelle, desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni colpite da un forte terremoto in Nepal e nei Paesi confinanti. Prego per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Abbiano il sostegno della solidarietà fraterna. E preghiamo la Madonna perché sia loro vicino. «Ave Maria...». Oggi, in Canada, viene proclamata Beata Maria Elisa Turgeon, fondatrice della Suore di Nostra Signora del Santo Rosario di San Germano: una religiosa esemplare, dedita alla preghiera, all insegnamento nei piccoli centri della sua diocesi e alle opere di carità. Rendiamo grazie al Signore per questa donna, modello di vita consacrata a Dio e di generoso impegno al servizio del prossimo. Saluto con affetto tutti i pellegrini provenienti da Roma, dall Italia e da vari Paesi, in particolare quelli venuti numerosi dalla Polonia in occasione del primo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Carissimi, risuoni sempre nei vostri cuori il suo richiamo: Aprite le porte a Cristo!, che diceva con quella voce forte e santa che lui aveva. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie e la Madonna vi protegga. Saluto i fedeli di Budapest, Madrid, Burgos, Bratislava e Il Cairo; come pure quelli di Trieste, Giovinazzo, Gorga, Gorlago, Pesaro, Lamezia Terme. Saluto i giovani di Niscemi e Trezzano Rosa, e i ragazzi dei vicariati di Casalpusterlengo e Codogno, che stanno per rinnovare la professione di fede. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e a r r i v e d e rc i!

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