Le applicazioni lineari dell amplificatore operazionale. Sommario

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Le applicazioni lineari dell amplificatore operazionale. Sommario"

Transcript

1 I.T.I.S. "Antonio Meucci" di Roma Le applicazioni lineari dell amplificatore operazionale a cura del Prof. Mauro Perotti Anno Scolastico

2 Sommario 1. L'amplificatore operazionale (A.O.) ideale Caratteristiche dell A.O. ideale La configurazione invertente La configurazione non invertente L inseguitore di tensione Il sommatore L'amplificatore differenziale Importanza dell'amplificatore differenziale Il rapporto di reiezione di modo comune Alimentazione di un A.O...12 Approfondimento...13 pag. 2

3 1. L'amplificatore operazionale (A.O.) ideale L'A.O. reale è un amplificatore integrato ad alto guadagno, adatto all'accoppiamento in continua, in grado di realizzare un'innumerevole quantità di funzioni lineari e non lineari. Al suo interno sono contenuti transistori BJT e, per alcuni tipi, transistori JFET. Nella letteratura del settore esso viene solitamente indicato con la sigla op-amp (oltre che con la sigla A.O. già impiegata in questo paragrafo). L'A.O. è il dispositivo che maggiormente si avvicina ai requisiti dell'amplificatore ideale di tensione: elevata resistenza d'ingresso (R i ), bassa resistenza d'uscita (R o ), guadagno di tensione costante, elevata banda passante (B). Nell'A.O. ideale, che è un astrazione matematica, il guadagno di tensione è infinito, R i =, R o = 0, B = e vi è perfetto bilanciamento tra i due ingressi (concetto che verrà chiarito tra breve). Il nome è dovuto al fatto che con esso è possibile realizzare circuiti che eseguono vari tipi di funzioni matematiche: somma, differenza, derivata, integrale, logaritmo, ecc.. In realtà le applicazioni che con esso è possibile realizzare investono gran parte dei campi dell'elettronica moderna: amplificazione, filtraggio, elaborazione di segnali, generazione di forme d'onda, conversione analogico-digitale e digitaleanalogica (solo per fare qualche esempio). In questa unità ci occuperemo dell'analisi di applicazioni di tipo lineare. Applicazioni, quindi, per le quali è possibile scrivere una relazione matematica di primo grado tra l'uscita e l'ingresso: (1) V o =mv i + q con m e q costanti. 1.1 Caratteristiche dell A.O. ideale L analisi di circuiti comprendenti uno o più A.O. può essere condotta in modo sorprendentemente semplice se si suppone che gli A.O. siano ideali. Scopo di questa unità è quello di far acquisire allo studente le abilità necessarie per analizzare tali circuiti. Solo dopo sarà possibile affrontare lo studio degli A.O. reali in relazione a quanto le prestazioni di questi si discostano dagli A.O. ideali. Indichiamo con il terminale + l ingresso non invertente e con quello l ingresso invertente (fig. 1). Sia chiaro che questi segni non hanno nulla a che vedere con la polarità delle possibili tensioni di ingresso. Infatti le tensioni di ingresso possono assumere, rispetto alla massa di riferimento, valori sia negativi che positivi. Essi si riferiscono, invece, ai segni dei guadagni di tensione relativi a ciascun ingresso: A v+ (guadagno rispetto all ingresso non invertente; si tratta di un numero costante e positivo); e A v- (guadagno rispetto all ingresso invertente; anch esso è un numero costante ma negativo). Idealmente questi due guadagni sono uguali fra loro in modulo (ciò lo si afferma dicendo che in un A.O. ideale vi è perfetto bilanciamento). Applicando il principio della sovrapposizione degli effetti (operazione possibile in quanto l A.O. è da considerarsi, idealmente, un componente lineare) si trova: v o '=v 1 A v+ v o ''=v 2 A v- v o = v o ' + v o '' = v 1 A v+ + v 2 A v- Se consideriamo l A.O. ideale possiamo scrivere: (2) A v+ = A v- = A v pag. 3

4 e, quindi: (3) v o = (v 1 - v 2 ) A v = v d A v dove con: (4) v d = (v 1 - v 2 ) viene indicata la tensione differenziale di ingresso. Da ciò possiamo affermare che l'a.o. è un amplificatore differenziale in quanto in uscita troviamo, amplificata, la differenza tra le tensioni di ingresso applicate ai morsetti invertente e non invertente. La figura 2 illustra il circuito equivalente di un A.O. ideale. Si può notare che la resistenza R i, misurata tra i due morsetti di ingresso, è infinita (osservare il circuito aperto). Si può altresì notare che la resistenza d'uscita è nulla (il generatore dipendente all'uscita, infatti, è ideale e privo di resistenza interna). Cerchiamo di comprendere le implicazioni delle ultime due affermazioni. L'ipotesi di R i = implica che non vi può essere alcuna corrente entrante o uscente dai due terminali di ingresso. Perciò quando due o più rami vengono collegati ad uno dei due morsetti di ingresso sarà possibile applicare il primo principio di Kirchhoff ponendo, comunque, la corrente verso tale morsetto uguale a zero. L'ipotesi di R o =0 comporta che la tensione d'uscita v o sia insensibile alle variazioni del carico. Ciò significa che un A.O. produce una certa tensione d'uscita indipendentemente dalla corrente richiesta dal carico. L'ipotesi di un guadagno di tensione infinito è forse la più delicata. Dalla (3) possiamo infatti scrivere: (5) v d = v o / A v La tensione d'uscita deve comunque avere un valore finito (generalmente sempre inferiore alla tensione di alimentazione). Facendo tendere ad infinito il guadagno si ottiene: Ciò mostra che v d tende a zero. Ma ciò significa che v 1 tende a v 2. Ovvero le tensioni dei due ingressi sono costrette ad assumere lo stesso valore. Questo concetto viene spesso richiamato come corto circuito virtuale (o massa virtuale). In realtà v d non è proprio nulla. Essa, però, assume un valore piccolissimo che, moltiplicato per l'altissimo valore del guadagno produce un valore finito e diverso da zero. Facciamo un esempio numerico con valori tipici: supponiamo un guadagno pari a 10 5 ed una tensione differenziale di 30 µv. Avremmo, in tal caso, un'uscita pari a: v o = v d A v = = 3V In conclusione v d non è mai nulla e A v non raggiunge mai un valore pari ad infinito. Ma le ipotesi ideali v d =0 e A v = sono estremamente convenienti per l'analisi di uno schema comprendente A.O.. Va comunque detto che nonostante si faccia l ipotesi che i due terminali di ingresso siano allo stesso potenziale essi non devono mai essere collegati assieme: tra essi, come abbiamo appena visto, deve sempre sussistere una piccola d.d.p. necessaria affinché il circuito (reale) funzioni correttamente. Ciò non pag. 4

5 sarebbe possibile se invece i due terminali di ingresso fossero collegati tra loro. In figura 3, invece, abbiamo il circuito equivalente di un A.O. più vicino a quello reale: sono presenti, infatti, sia la R i che la R o. 1.2 La configurazione invertente Assieme alla configurazione non invertente è una delle due principali configurazioni lineari dell'a.o.. Prima di addentrarci nell'analisi di questo schema è doverosa un'osservazione: l'a.o. non può essere utilizzato senza l'aggiunta di componenti esterni. Se, infatti, provassimo ad applicare sull'ingresso invertente una tensione v s dovremmo osservare, in uscita, una tensione: (7) v o = v s A v essendo A v idealmente infinito, in pratica molto grande, anche v o tenderebbe all'infinito (figura 4). Ma il massimo valore positivo che la tensione d'uscita può assumere è quello dell'alimentazione (V cc ) - in realtà un po' meno - e, pertanto, in tali condizioni l'uscita assumerà proprio tale valore. Facciamo un esempio. Se consideriamo: A v =10 5 e v s =-1mV otterremmo, per l'uscita, un valore pari a 100V. Ma se l'operazionale viene alimentato con due tensioni di +15V e - 15V, allora l'uscita non potrà assumere un valore superiore a +15V. In tal modo viene a cadere la linearità richiesta. La figura 5 mostra quanto detto: se v s si mantiene all'interno dell'intervallo (v s1,v s2 ) allora la risposta sarà lineare. Al di fuori di tale intervallo la risposta non sarà più in grado di seguire le variazioni di v s. Calcoliamo v s1 e v s2 con i valori indicati. pag. 5

6 A questo punto siamo in grado di esaminare la configurazione invertente indicata in figura 6. Supponendo un funzionamento lineare (e ciò significa che la tensione d'ingresso deve essere sufficientemente piccola da non mandare in saturazione l'operazionale) possiamo imporre l'uguaglianza delle tensioni sui due morsetti di ingresso dell'a.o.: (8) v - = v + Il terminale invertente costituisce quindi una massa virtuale: ciò significa che pur non essendo collegato a massa si comporta, dal punto di vista delle tensioni, come se lo fosse. Dal momento che la corrente di ingresso dell'a.o. è nulla, a causa della resistenza di ingresso infinita, possiamo dire che tutta la corrente che scorre in R s è la stessa che poi circola in R f. Calcoliamo allora queste correnti: (9) I s = (v s - 0) / R s = v s / R s (10) I f = (0 - v o ) / R f = -v o / R f Uguagliando le relazioni (9) e (10) si ottiene: (11) v s / R s = -v o / R f Da cui: (12) v o / v s = - R f / R s E' questo il guadagno di tensione ad anello chiuso di questa configurazione. Viene denominato in questo modo per distinguerlo dal guadagno dell'esclusivo operazionale (denominato ad anello aperto) e perché è presente un anello, costituito dallo stesso operazionale e dalla resistenza R f. Facciamo l'analisi della relazione (12). Il guadagno ad anello chiuso è un semplice rapporto tra resistori che, per loro natura, sono componenti estremamente stabili. Esso, inoltre, è indipendente dal guadagno ad anello aperto. Il segno meno indica che il segnale in uscita è in opposizione di fase rispetto a quello applicato in ingresso (ciò significa che quando il segnale di ingresso assume valori positivi quello d'uscita assume valori negativi e viceversa). L'impedenza di ingresso di questo circuito la otteniamo facendo il rapporto tra la tensione del generatore d'ingresso e la corrente che tale generatore eroga: (13) R if = v s / I s = R s Quindi la resistenza di ingresso di questa configurazione coincide con la R s. Lo studente faccia bene attenzione a non confondere la resistenza di ingresso di questa configurazione (che indichiamo con con R if ) con quella dell'a.o. che, idealmente, è stata ipotizzata pari ad infinito (che invece indichiamo con R i ). La resistenza d'uscita R of, non lo dimostriamo, è nulla. pag. 6

7 1.3 La configurazione non invertente E' denominata in questo modo in quanto il segnale in uscita risulta in fase con quello di ingresso. Osserviamo dalla figura 7 che il segnale di ingresso è applicato direttamente all'ingresso non invertente. Nell'ipotesi di funzionamento lineare si ha che: (14) v - = v + = v s Da ciò discende che le correnti in R s e in R f sono: (15) I s = (v s - 0) / R s = v s / R s (16) I f = (v o - v s )/R f Eguagliando queste due espressioni, in forza di R i =, si ottiene: (17) (v o - v s )/R f = v s /R s da cui: v o /R f = v s (1/R s + 1/R f ) v o = v s (R f /R s + R f / R f ) v o = v s (R f /R s + 1) (18) v o / v s = 1 + R f / R s La (18) esprime il guadagno di tensione ad anello chiuso. Per esso si possono fare le stesse considerazioni già espresse per il guadagno della configurazione invertente: stabile, e indipendente dal guadagno ad anello aperto. La resistenza di ingresso di questa configurazione, procedendo come già visto per la configurazione invertente, la determiniamo facendo il rapporto tra il generatore v s e la corrente da esso erogata. Essendo però tale corrente nulla, in quanto il morsetto + non assorbe corrente, si ottiene: (19) R if = La resistenza d'uscita R of, anche in questo caso non lo dimostriamo, è nulla L inseguitore di tensione Un caso particolare di amplificatore non invertente è costituito dal circuito inseguitore di tensione, il cui schema è riportato nella figura 8. Il guadagno ad anello chiuso può essere ricavato dalla (18) considerando la situazione limite: R f = 0 R s = ottenendo: (20) A v = v o / v s = 1 Lo studente potrebbe chiedersi quale sia l'utilità di un simile circuito, ma, se si tiene presente che, almeno nel caso ideale, l'impedenza di ingresso è infinita e quella di uscita è nulla, si comprenderà come il circuito stesso possa presentare un effettivo guadagno di potenza. I circuiti inseguitori vengono usati quando è richiesto di adattare l'impedenza di una sorgente di tensione di segnale, generalmente non sufficientemente bassa, all'impedenza di ingresso di un amplificatore di tensione, praticamente non infinita. pag. 7

8 1.4 Il sommatore La figura 9 illustra l'a.o. in configurazione sommatore invertente. E' riferito al caso di tre ingressi ma, in generale, possono essere applicati ad esso n ingressi. E' un circuito che deriva dalla configurazione invertente. Il morsetto non invertente, come sappiamo, è un punto di massa virtuale. Pertanto, la corrente che scorre nel resistore R 1, applicando la legge di Ohm, si determina: (21) I 1 = (V 1-0) / R 1 = V 1 / R 1 Per le correnti I 1 e I 2, analogamente, possiamo scrivere: I 2 = (V 2-0) / R 2 = V 2 / R 2 e I 3 = (V 3-0) / R 3 = V 3 / R 3 La corrente che scorre in R f, sempre applicando la legge di Ohm, si ottiene nel seguente modo: (22) I f = (0 - V o ) / R f = -V o / R f Ed ora applichiamo il primo principio di Kirchhoff al morsetto (-): I f = I 1 + I 2 + I 3 Da cui, sostituendo, si ottiene: -V o / R f = V 1 / R 1 + V 2 / R 2 + V 3 / R 3 ed infine, per la tensione d'uscita, avremo: (23) V o = - R f (V 1 / R 1 + V 2 / R 2 + V 3 / R 3 ) Da cui il nome del circuito. Ponendo tutti i resistori eguali tra loro si ottiene: (24) V o = - (V 1 + V 2 + V 3 ) Il circuito ben si presta alla realizzazione di una particolare combinazione lineare delle tensioni di ingresso. La (23), infatti, può anche essere riscritta come: (25) V o = - (a 1 V 1 + a 2 V 2 + a 3 V 3 ) dove: a 1 = R f / R 1 a 2 = R f / R 2 a 3 = R f / R 3 pag. 8

9 E quindi se, ad esempio, volessimo ottenere la media ponderata di tre tensioni secondo i pesi: p 1 =0.5 p 2 =0.3 p 3 =0.2 sarebbe sufficiente porre: R f / R 1 = 0.5 R f / R 2 = 0.3 R f / R 3 = L'amplificatore differenziale E' un circuito che produce in uscita la differenza, eventualmente amplificata, tra due segnali applicati ad i suoi ingressi. E' quindi un circuito con due ingressi. L'A.O. è per sua natura un amplificatore differenziale. Non è però possibile impiegarlo in modo naturale a causa del suo elevatissimo guadagno che porterebbe l'uscita in saturazione anche per piccole tensioni di ingresso. E allora necessario provvedere ad un opportuna reazione negativa, realizzabile con la solita resistenza R f posta tra uscita e morsetto invertente, per abbassare il guadagno a livelli accettabili. La figura 10 illustra lo schema di un differenziale realizzato con amplificatore operazionale. L'analisi di tale schema si effettua applicando il principio della sovrapposizione degli effetti e facendo agire, singolarmente, i due generatori v 1 e v 2. Eseguiamo tale analisi. 1 effetto - agisce v 1 In tal caso il generatore di tensione v 2 deve essere cortocircuitato. Ciò significa che il nodo dove in fig. 10 è collegato v 2 deve essere connesso a massa. Si ottiene allora lo schema di fig. 11. Osservando tale schema lo studente dovrebbe riconoscere la configurazione non invertente di figura 7 (pag. 7) in precedenza esaminata. Con una lieve differenza: che la tensione da amplificare non è applicata direttamente sul morsetto (+). Tra tale morsetto e massa vi è invece la d.d.p. ai capi del resistore R 2. Questa tensione si calcola applicando la regola del partitore di tensione. Ovvero: v + =v 1 R 2 / (R 1 +R 2 ) Per la tensione d'uscita, ricordando la (18) - pag. 7 -, otteniamo: v o '=(1+R 4 /R 3 ) v + = v 1 (1+R 4 /R 3 ) R 2 / (R 1 +R 2 ) pag. 9

10 2 effetto - agisce v 2 In tal caso è il generatore di tensione v 1 a dover essere cortocircuitato. Ciò significa che il nodo dove in fig. 10 è collegato v 1 deve essere connesso a massa. Si ottiene allora lo schema di fig. 12. Osservando tale schema lo studente dovrebbe riconoscere la configurazione invertente di figura 6 (pag. 6) prima esaminata. I resistori R 1 ed R 2 essendo collegati ad un ingresso aperto e, quindi, non scorrendo corrente in essi, non determinano ai loro capi alcuna d.d.p.. Pertanto il morsetto (+) è come se fosse direttamente connesso a massa. Per la tensione d'uscita possiamo allora scrivere: v'' o = - R 4 / R 3 v 2 Sommando entrambi gli effetti otteniamo la tensione d'uscita effettiva: (26) v o =v' o +v'' o = v 1 (1+R 4 /R 3 )R 2 /(R 1 +R ) - R 4 /R 3 v 2 =A 1 v 1 - A 2 v 2 E' abbastanza agevole verificare che se si pone: R 2 /R 1 = R 4 /R 3 = A d Si ottiene: (27) v o =A d (v 1 - v 2 ) Importanza dell'amplificatore differenziale Sono due, principalmente, le ragioni che suggeriscono l'uso di un amplificatore differenziale: 1) la misura tra due punti di un circuito, nessuno dei quali è posto a massa; 2) la misura di segnali di debole entità in presenza di disturbi. Consideriamo la figura 13: si tratta del noto ponte di Wheatstone. Si può dimostrare che con tale circuito è possibile eseguire la misura di resistori incogniti. Per far ciò occorre prima porre in equilibrio il ponte. Ciò significa che la d.d.p. tra i punti D e B deve essere nulla. Quando ciò si verifica si può dimostrare che: R 1 R x =R 2 R 3 e, quindi: R x =R 2 R 3 / R 1 posto a massa. L'equilibrio del ponte viene raggiunto variando il valore dei resistori noti: R 1, R 2, ed R 3. L'uso dell'amplificatore differenziale è qui giustificato dalla necessità di misurare la V DB. Infatti, come si osserva dal circuito di figura, nessuno di questi due punti è Il ponte può essere usato nel campo dell'acquisizione di grandezze fisiche per mezzo di specifici trasduttori. Il problema verrà affrontato in un'altra unità. Occorre considerare che per quanto riguarda i disturbi, quando si opera in ambienti particolarmente rumorosi, lungo il collegamento tra la sorgente del segnale e l'amplificatore è facile che alcuni di questi pag. 10

11 vengano captati. Essi sono sempre interpretabili come un generatore equivalente di tensione V n. Se si usa un amplificatore differenziale e si ha l'accortezza di tenere i due conduttori di raccordo tra amplificatore e sorgente affiancati (meglio ancora intrecciati - twisted -) è possibile ritenere i disturbi captati dai due tratti di conduttore uguali. In tal modo, poiché il disturbo è lo stesso a tutti e due gli ingressi, il suo effetto non si ripercuote sull'uscita. 1.6 Il rapporto di reiezione di modo comune Il rapporto di reiezione di modo comune, indicato dal costruttore con l'acronimo CMRR (common mode rejection ratio), esprime la capacità dell'amplificatore differenziale di essere insensibile alla componente di segnale comune presente contemporaneamente ai due ingressi. Prendiamo ancora una volta in considerazione la figura 1 (pag. Errore. Il segnalibro non è definito.) ed approfondiamo l'analisi teorica dell'amplificatore differenziale. Sappiamo che idealmente i guadagni rispetto ai due ingressi, in modulo, sono uguali: (28) A v+ = A v- = A d In realtà, poiché questo non si verifica, è possibile notare l'esistenza di un segnale in uscita all'amplificatore differenziale anche quando i segnali ai due ingressi sono uguali. Definiamo tensione differenziale di ingresso, e la indichiamo con v d, la differenza tra i segnali applicati agli ingressi (+) e (-): (29) v d = v 1 - v 2 mentre con tensione di modo comune in ingresso, che indichiamo con v cm, rappresentiamo la media delle tensioni v 1 e v 2 : (30) v cm = (v 1 + v 2 )/2 Se poniamo a sistema le equazioni (29) e (30) e risolviamo rispetto a v 1 e v 2 otteniamo: (31) v 1 = v cm + 1/2 v d e v 2 = v cm - 1/2 v d La tensione di uscita è legata a quelle di ingresso dalla relazione: (32) v o = v 1 A v+ - v 2 A v- Sostituiamo, in quest'ultima relazione, le espressioni di v 1 e v 2 date dalle (31). Otteniamo: (33) v o = (v cm + 1/2 v d ) A v+ - (v cm - 1/2 v d ) A v- v o = (A v+ - A v- ) v cm + 1/2(A v+ + A v- ) v d v o = A d v d + A cm v cm dove si è posto: (34) A d = 1/2(A v+ - A v- ) e A cm = (A v+ - A v- ) A d è il guadagno differenziale e corrisponde alla media dei due guadagni invertente e non invertente. Nel caso di perfetto bilanciamento A d corrisponde al modulo di uno dei due (A.O. ideale). A cm esprime il guadagno di modo comune, pari alla differenza degli stessi due guadagni. Nel caso ideale, questo parametro è nullo. Definiamo con CMRR il rapporto tra questi due guadagni. pag. 11

12 (35) CMRR = A d / A cm Idealmente il CMRR è infinito. Nella realtà, per un buon A.O., la capacità di essere insensibile al segnale di modo comune si esprimerà attraverso un CMRR il più elevato possibile. 2. Alimentazione di un A.O. L'alimentazione rappresenta la fonte di energia necessaria per poter far funzionare correttamente un A.O. (essa è necessaria per la polarizzazione dei transistori interni all'operazionale). Essa è costituita da una sorgente di tensione continua (come quella di una batteria). Può essere di due tipi: duale e singola. La prima consiste nell'applicare due tensioni di alimentazione, una positiva (+V cc ) e l'altra negativa (-V cc ), entrambe riferite ad un potenziale di massa. Queste due tensioni vanno applicate su due pin specifici così come indicato dal costruttore nel rispettivo datasheet. Solitamente queste due tensioni hanno lo stesso valore. L'alimentazione singola consiste nell'applicare una sola tensione V cc. I valori attribuibili alla tensione di alimentazione variano da +/-3V a +/-22V in base al modello di A.O.. I limiti inferiore e superiore della tensione d'uscita di un A.O., spesso indicati con -V sat (o V OL ) e +V sat (o V OH ), dipendono dalle tensioni di alimentazione +V cc e -V cc. Per un A.O. alimentato con +15V e -15V, ad esempio, si hanno tensioni di saturazione prossime a +/-13V. Per i valori precisi, comunque, è bene riferirsi al datasheet del costruttore. A tal proposito si può condurre un'esperienza di misure per verificare quanto sopra ed acquisire dimestichezza con questi concetti. Se consideriamo la configurazione invertente dell'a.o. (fig. 6 pag. 6) con R s =10 kω, V i =1V possiamo notare come varia la tensione d'uscita al variare del resistore R f. La figura 14 ci mostra, ad esempio, che per R f =10 kω la tensione d'uscita vale -1V. Infatti: A v =-R f /R s = - 1 v o =A v v i = - 1V Al crescere di R f cresce, in modulo, la tensione d'uscita. Per R f = 50kΩ, ad esempio, la tensione d'uscita vale -5V (come è facile verificare teoricamente). A valori di R f superiori a circa 130 kω, in corrispondenza del quale la v o vale - 13V, corrispondono valori della tensione d'uscita non più proporzionali. Questa, infatti, comincia a saturare ed oltre un certo valore di tensione (dipendente dalla tensione di alimentazione) non cresce più. Un'altra caratteristica degli A.O. reali della quale è bene che lo studente tenga conto è la protezione contro i sovraccarichi di corrente. Se consideriamo la figura 15 e facciamo diminuire il carico R L l'uscita dell'operazionale sarà interessata da una corrente via via maggiore. Superato un certo valore di tale corrente, tipicamente attorno ai (20-25) ma, si ha l'intervento descritto prima ed illustrato dal grafico di figura 16. Nel grafico è anche possibile osservare che la tensione d'uscita rimane praticamente costante fino all'intervento della protezione. E ciò a conferma della resistenza d'uscita particolarmente bassa dell'a.o.. pag. 12

13 Approfondimento Perchè affermiamo che in un A.O. retroazionato negativamente esiste un corto circuito virtuale tra i due ingressi? La relazione (5) - pag. 4 -, ed il successivo passaggio al limite, ce ne hanno fornito una giustificazione matematica. Ma qual è la ragione fisica di questo corto circuito esistente tra gli ingressi? Proviamo ad indagarla assieme. La figura 7 (pag. 7) illustra la ormai nota configurazione invertente. Sul morsetto (+) è applicata la tensione di ingresso v s. Facciamo vedere, allora, che anche sul morsetto (-) viene a costituirsi, rispetto a massa, la stessa tensione v s. Supponiamo, tanto per fissare le idee, che R s sia eguale ad 1 kω e che R f sia pari a 3 kω. Analizziamo ora questo schema secondo il punto di vista della reazione. Indichiamo con A VOL il guadagno ad anello aperto. Avremo, quindi, che: v o =A vol (v + - v - ) = A vol (v s - v - ) ma v - corrisponde alla tensione sul morsetto (-) la quale, a sua volta, è dovuta al partitore della tensione d'uscita v o : v - = v o R s / (R s +R f ) = βv o dove: β = R s / (R s + R f ) quindi: v o = A vol (v s - v - ) = A vol (v s - βv o ) riordinando: v o + A vol βv o = A vol v s v o (1+ A vol β) = A vol v s v o / v s = A vol / (1+ A vol β) che è il guadagno ad anello chiuso. Da quest'ultima formula si osserva che se A VOL β>>1 (condizione generalmente soddisfatta per qualunque A.O.) si ottiene: v o / v s = 1/β = (R s +R f ) / R s = 1 + R f /R s Questo risultato è analogo a quello già trovato nella relazione (18) - pag. 7 - procedendo per altra via e supponendo la resistenza di ingresso pari ad infinito ed il corto circuito virtuale tra i morsetti (+) e (-) dell'a.o.. Ora cerchiamo di capire, con un esempio numerico, quello che accade fisicamente nell'a.o.. Ipotizziamo, per fissare le idee, che la tensione di ingresso, ad un certo istante t 0, sia pari ad 1V. La tensione d'uscita comincerà a crescere in quanto essa deve rispettare la relazione: v o = A vol (v + - v - ) = A vol v d pag. 13

14 e, almeno inizialmente, la tensione sul morsetto (-) si trova a zero. Quando la tensione d'uscita giunge a 0.1V, ad esempio, grazie alla partizione β si avrà che sul morsetto (-) sarà presente una tensione di 0.025V. All'istante successivo la tensione v o continuerà a crescere ed un quarto di questa verrà sempre applicata sul morsetto (-). La tensione differenziale v d, pertanto, tenderà sempre più a decrescere (rispetto all'istante di origine t 0 ). Quando la tensione d'uscita raggiunge, nel nostro caso, il valor di +4V si avrà, sul morsetto (-), una tensione di +1V (circa). E questo sarà il momento in cui la crescita di v o si arresterà. Infatti, idealmente, la tensione differenziale è giunta a zero. In pratica, ipotizzando un guadagno ad anello aperto A VOL = , avremo che dovrà valere la relazione: v d = v o /A vol = 4/ = 40 µv Ed è proprio tale tensione, che amplificata per A VOL, consente di ottenere un uscita pari a 4V. pag. 14

ELETTRONICA. L amplificatore Operazionale

ELETTRONICA. L amplificatore Operazionale ELETTRONICA L amplificatore Operazionale Amplificatore operazionale Un amplificatore operazionale è un amplificatore differenziale, accoppiato in continua e ad elevato guadagno (teoricamente infinito).

Dettagli

Circuiti amplificatori

Circuiti amplificatori Circuiti amplificatori G. Traversi Strumentazione e Misure Elettroniche Corso Integrato di Elettrotecnica e Strumentazione e Misure Elettroniche 1 Amplificatori 2 Amplificatori Se A V è negativo, l amplificatore

Dettagli

L'amplificatore operazionale - principi teorici

L'amplificatore operazionale - principi teorici L'amplificatore operazionale - principi teorici Cos'è? L'amplificatore operazionale è un circuito integrato che produce in uscita una tensione pari alla differenza dei suoi due ingressi moltiplicata per

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

a b c Figura 1 Generatori ideali di tensione

a b c Figura 1 Generatori ideali di tensione Generatori di tensione e di corrente 1. La tensione ideale e generatori di corrente Un generatore ideale è quel dispositivo (bipolo) che fornisce una quantità di energia praticamente infinita (generatore

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

Appendice Circuiti con amplificatori operazionali

Appendice Circuiti con amplificatori operazionali Appendice Circuiti con amplificatori operazionali - Appendice Circuiti con amplificatori operazionali - L amplificatore operazionale Il componente ideale L amplificatore operazionale è un dispositivo che

Dettagli

Esercitazione n 1: Circuiti di polarizzazione (1/2)

Esercitazione n 1: Circuiti di polarizzazione (1/2) Esercitazione n 1: Circuiti di polarizzazione (1/2) 1) Per il circuito in Fig. 1 determinare il valore delle resistenze R B ed R C affinché: = 3 ma - V CE = 7 V. Siano noti: = 15 V; β = 120; V BE = 0,7

Dettagli

di Heaveside: ricaviamo:. Associamo alle grandezze sinusoidali i corrispondenti fasori:, Adesso sostituiamo nella

di Heaveside: ricaviamo:. Associamo alle grandezze sinusoidali i corrispondenti fasori:, Adesso sostituiamo nella Equazione di Ohm nel dominio fasoriale: Legge di Ohm:. Dalla definizione di operatore di Heaveside: ricaviamo:. Associamo alle grandezze sinusoidali i corrispondenti fasori:, dove Adesso sostituiamo nella

Dettagli

Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale

Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale PREMESSA Circuito di pilotaggio ON OFF con operazionale A cura del Prof. Marco Chirizzi www.marcochirizzi.it Si supponga di dovere progettare un circuito di pilotaggio ON OFF in grado di mantenere un fluido

Dettagli

Sia data la rete di fig. 1 costituita da tre resistori,,, e da due generatori indipendenti ideali di corrente ed. Fig. 1

Sia data la rete di fig. 1 costituita da tre resistori,,, e da due generatori indipendenti ideali di corrente ed. Fig. 1 Analisi delle reti 1. Analisi nodale (metodo dei potenziali dei nodi) 1.1 Analisi nodale in assenza di generatori di tensione L'analisi nodale, detta altresì metodo dei potenziali ai nodi, è un procedimento

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC)

CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC) CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC) Un convertitore digitale/analogico (DAC: digital to analog converter) è un circuito che fornisce in uscita una grandezza analogica proporzionale alla parola di n bit

Dettagli

Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizi svolti di Elettrotecnica Marco Gilli Dipartimento di Elettronica Politecnico di Torino Esercizi svolti di Elettrotecnica Politecnico di Torino TOINO Maggio 2003 Indice Leggi di Kirchhoff 5 2 Legge di Ohm e partitori 5 3 esistenze

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Retroazione In lavorazione

Retroazione In lavorazione Retroazione 1 In lavorazione. Retroazione - introduzione La reazione negativa (o retroazione), consiste sostanzialmente nel confrontare il segnale di uscita e quello di ingresso di un dispositivo / circuito,

Dettagli

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo. acroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 oneta/1 Sapendo che il PIL reale nel 2008 è pari a 50.000 euro e nel 2009 a 60.000 euro, che dal 2008 al

Dettagli

L amplificatore operazionale 1. Claudio CANCELLI

L amplificatore operazionale 1. Claudio CANCELLI L amplificatore operazionale Claudio CANCELLI L amplificatore operazionale Indice dei contenuti. L'amplificatore...3. L'amplificatore operazionale - Premesse teoriche....5 3. Circuito equivalente... 5

Dettagli

5. Coppie differenziali di transistori bipolari

5. Coppie differenziali di transistori bipolari 5. Coppie differenziali di transistori bipolari Vediamo ora una semplice struttura adatta a realizzare amplificatori di tensione differenziali. Ci preoccupiamo in questo paragrafo di dare alcune definizioni

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi.

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. I CIRCUITI ELETTRICI Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. Definiamo ramo un tratto di circuito senza diramazioni (tratto evidenziato in rosso nella

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione 2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

5 Amplificatori operazionali

5 Amplificatori operazionali 5 Amplificatori operazionali 5.1 Amplificatore operazionale: caratteristiche, ideale vs. reale - Di seguito simbolo e circuito equivalente di un amplificatore operazionale. Da notare che l amplificatore

Dettagli

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

TRANSITORI BJT visto dal basso

TRANSITORI BJT visto dal basso TRANSITORI BJT visto dal basso Il transistore BJT viene indicato con il simbolo in alto a sinistra, mentre nella figura a destra abbiamo riportato la vista dal basso e laterale di un dispositivo reale.

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF.

SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF. file:controllo ON-OFF.doc Appunti Sistemi Elettrici Automatici Pagina 1 di 6 SCHEMA TIPICO DEL CONTROLLO DI TEMPERATURA TIPO ON/OFF. (fig 1) Ta Vr Ve Vc RESISTENZA ELETTRICA P T Tint RT V Condizionatore

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

1. Scopo dell esperienza.

1. Scopo dell esperienza. 1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura

Dettagli

M049 - ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE. Indirizzo: TECNICO DELLE INDUSTRIE ELETTRONICHE CORSO DI ORDINAMENTO

M049 - ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE. Indirizzo: TECNICO DELLE INDUSTRIE ELETTRONICHE CORSO DI ORDINAMENTO M049 - ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE Indirizzo: TECNICO DELLE INDUSTRIE ELETTRONICHE CORSO DI ORDINAMENTO Tema di: ELETTRONICA, TELECOMUNICAZIONI E APPLICAZIONI Il candidato, formulando eventuali

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Michele D'Amico (premiere) 6 May 2012

Michele D'Amico (premiere) 6 May 2012 Michele D'Amico (premiere) CORRENTE ELETTRICA 6 May 2012 Introduzione La corrente elettrica può essere definita come il movimento ordinato di cariche elettriche, dove per convenzione si stabilisce la direzione

Dettagli

BLOCCO AMPLIFICATORE. Amplificatore ideale. ELETTRONICA 1 per Ingegneria Biomedica Prof. Sergio Cova

BLOCCO AMPLIFICATORE. Amplificatore ideale. ELETTRONICA 1 per Ingegneria Biomedica Prof. Sergio Cova ELETTRONIC per Ingegneria Biomedica Prof. Sergio Cova BLOCCO MPLIFICTORE v i È un circuito integrato v i v v v i quindi v i mplificatore ideale resistenza di ingresso corrente assorbita dagli ingressi

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza

Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza Esercizi e considerazioni pratiche sulla legge di ohm e la potenza Come detto precedentemente la legge di ohm lega la tensione e la corrente con un altro parametro detto "resistenza". Di seguito sono presenti

Dettagli

Capitolo II Le reti elettriche

Capitolo II Le reti elettriche Capitolo II Le reti elettriche Fino ad ora abbiamo immaginato di disporre di due soli bipoli da collegare attraverso i loro morsetti; supponiamo ora, invece, di disporre di l bipoli e di collegarli tra

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI Il Sistema di Numerazione Decimale Il sistema decimale o sistema di numerazione a base dieci usa dieci cifre, dette cifre decimali, da O a 9. Il sistema decimale è un sistema

Dettagli

Anno 4 Grafico di funzione

Anno 4 Grafico di funzione Anno 4 Grafico di funzione Introduzione In questa lezione impareremo a disegnare il grafico di una funzione reale. Per fare ciò è necessario studiare alcune caratteristiche salienti della funzione che

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso:

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso: 3.1 GENERALITÀ Per sistema di controllo si intende un qualsiasi sistema in grado di fare assumere alla grandezza duscita un prefissato andamento in funzione della grandezza di ingresso, anche in presenza

Dettagli

Quando troncare uno sviluppo in serie di Taylor

Quando troncare uno sviluppo in serie di Taylor Quando troncare uno sviluppo in serie di Taylor Marco Robutti October 13, 2014 Lo sviluppo in serie di Taylor di una funzione è uno strumento matematico davvero molto utile, e viene spesso utilizzato in

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche:

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: 3. Specifiche dei Sistemi Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: nel dominio del tempo (tempo di salita, tempo di assestamento, sovraelongazione, ecc.); nel dominio della

Dettagli

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ

Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Visione d insieme DOMANDE E RISPOSTE SULL UNITÀ Che cos è la corrente elettrica? Nei conduttori metallici la corrente è un flusso di elettroni. L intensità della corrente è il rapporto tra la quantità

Dettagli

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori In ambito industriale è ormai consolidato l uso di carrelli elevatori elettrici. Queste macchine sono corredate di un gruppo batterie ricaricabili che

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Amplificatori Differenziali e specchi di corrente

Amplificatori Differenziali e specchi di corrente Amplificatori Differenziali e specchi di corrente Direttive di esecuzione dell esperienza: 1) Riportare sul quaderno tutto il presente contenuto; 2) Ricercare su datasheet il valore di h fe, Ic MAX,e la

Dettagli

Basetta per misure su amplificatori

Basetta per misure su amplificatori Basetta per misure su amplificatori Per le misure viene utilizzata una basetta a circuito stampato premontata, che contiene due circuiti (amplificatore invertente e noninvertente). Una serie di interruttori

Dettagli

Energia potenziale elettrica

Energia potenziale elettrica Energia potenziale elettrica Simone Alghisi Liceo Scientifico Luzzago Novembre 2013 Simone Alghisi (Liceo Scientifico Luzzago) Energia potenziale elettrica Novembre 2013 1 / 14 Ripasso Quando spingiamo

Dettagli

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile Problemi connessi all utilizzo di un numero di bit limitato Abbiamo visto quali sono i vantaggi dell utilizzo della rappresentazione in complemento alla base: corrispondenza biunivoca fra rappresentazione

Dettagli

SERIE NUMERICHE. prof. Antonio Greco 6-11-2013

SERIE NUMERICHE. prof. Antonio Greco 6-11-2013 SERIE NUMERICHE prof. Antonio Greco 6--203 Indice Motivazioni........... 3 Definizione........... 3 Errore tipico........... 3 Un osservazione utile...... 3 Condizione necessaria...... 4 Serie armonica.........

Dettagli

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata? Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE PREREQUISITI RICHIESTI PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITÀ DI LABORATORIO L alunno deve conoscere la definizione di forza, la definizione di momento.

Dettagli

PLL (anello ad aggancio di fase)

PLL (anello ad aggancio di fase) PLL (anello ad aggancio di fase) Il PLL ( Phase Locked Loop, anello ad aggancio di fase) è un circuito integrato a reazione negativa. E un componente molto versatile e può essere usato come: demodulatore

Dettagli

Gestione della memoria centrale

Gestione della memoria centrale Gestione della memoria centrale Un programma per essere eseguito deve risiedere in memoria principale e lo stesso vale per i dati su cui esso opera In un sistema multitasking molti processi vengono eseguiti

Dettagli

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore.

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. Capitolo II La forma del valore 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. I beni nascono come valori d uso: nel loro divenire merci acquisiscono anche un valore (di scambio).

Dettagli

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica. Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Logaritmi ed esponenziali

Logaritmi ed esponenziali Logaritmi ed esponenziali definizioni, proprietà ITIS Feltrinelli anno scolastico 2007-2008 A cosa servono i logaritmi I logaritmi rendono possibile trasformare prodotti in somme, quozienti in differenze,

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo IV. I mercati finanziari. Capitolo IV. I mercati finanziari

Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo IV. I mercati finanziari. Capitolo IV. I mercati finanziari Capitolo IV. I mercati finanziari 1. La domanda di moneta La moneta può essere usata per transazioni, ma non paga interessi. In realtà ci sono due tipi di moneta: il circolante, la moneta metallica e cartacea,

Dettagli

RISONANZA. Introduzione. Risonanza Serie.

RISONANZA. Introduzione. Risonanza Serie. RISONANZA Introduzione. Sia data una rete elettrica passiva, con elementi resistivi e reattivi, alimentata con un generatore di tensione sinusoidale a frequenza variabile. La tensione di alimentazione

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

Teorema del Massimo trasferimento di Energia.

Teorema del Massimo trasferimento di Energia. Teorema del Massimo trasferimento di Eneria. Questo teorema consente di determinare il valore dell impedenza di carico che in un determinato circuito consente il massimo trasferimento di potenza. Esamineremo

Dettagli

IL TRASFORMATORE Prof. S. Giannitto Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell'elettromagnetismo legati ai flussi variabili. Il trasformatore

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

G3. Asintoti e continuità

G3. Asintoti e continuità G3 Asintoti e continuità Un asintoto è una retta a cui la funzione si avvicina sempre di più senza mai toccarla Non è la definizione formale, ma sicuramente serve per capire il concetto di asintoto Nei

Dettagli

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 I CODICI 1 IL CODICE BCD 1 Somma in BCD 2 Sottrazione BCD 5 IL CODICE ECCESSO 3 20 La trasmissione delle informazioni Quarta Parte I codici Il codice BCD

Dettagli

Ottimizazione vincolata

Ottimizazione vincolata Ottimizazione vincolata Ricordiamo alcuni risultati provati nella scheda sulla Teoria di Dini per una funzione F : R N+M R M di classe C 1 con (x 0, y 0 ) F 1 (a), a = (a 1,, a M ), punto in cui vale l

Dettagli

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico 1.1 Lo schema di misurazione Le principali grandezze elettriche che caratterizzano un bipolo in corrente continua, quali per esempio

Dettagli

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013 Complementi di Analisi per nformatica *** Capitolo 2 Numeri Complessi e Circuiti Elettrici a Corrente Alternata Sergio Benenti 7 settembre 2013? ndice 2 Circuiti elettrici a corrente alternata 1 21 Circuito

Dettagli

Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale STANDARDIZZAZIONE

Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale STANDARDIZZAZIONE Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale Un punteggio all interno di una distribuzione è in realtà privo di significato se preso da solo. Sapere che un soggetto ha ottenuto un punteggio x=52 in una

Dettagli

La Minimizzazione dei costi

La Minimizzazione dei costi La Minimizzazione dei costi Il nostro obiettivo è lo studio del comportamento di un impresa che massimizza il profitto sia in mercati concorrenziali che non concorrenziali. Ora vedremo la fase della minimizzazione

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

1 di 3 07/06/2010 14.04

1 di 3 07/06/2010 14.04 Principi 1 http://digilander.libero.it/emmepi347/la%20pagina%20di%20elettronic... 1 di 3 07/06/2010 14.04 Community emmepi347 Profilo Blog Video Sito Foto Amici Esplora L'atomo Ogni materiale conosciuto

Dettagli

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag. SOMMARIO CAPITOLO : I RADICALI. I radicali pag.. I radicali aritmetici pag.. Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.. Potenza di un radicale aritmetico pag.. Trasporto di un fattore esterno

Dettagli

FUNZIONE ESPONENZIALE E FUNZIONE LOGARITMICA

FUNZIONE ESPONENZIALE E FUNZIONE LOGARITMICA FUNZIONE ESPONENZIALE E FUNZIONE LOGARITMICA DEFINIZIONE: Dato un numero reale a che sia a > 0 e a si definisce funzione esponenziale f(x) = a x la relazione che ad ogni valore di x associa uno e un solo

Dettagli

1 Serie di Taylor di una funzione

1 Serie di Taylor di una funzione Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 7 SERIE E POLINOMI DI TAYLOR Serie di Taylor di una funzione. Definizione di serie di Taylor Sia f(x) una funzione definita

Dettagli

Programmazione modulare

Programmazione modulare Programmazione modulare Indirizzo: ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA Disciplina: ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA Docenti: Erbaggio Maria Pia e Iannì Gaetano Classe: IV A e settimanali previste: 6 Prerequisiti

Dettagli

Esercitazione n 5: Stadi di uscita

Esercitazione n 5: Stadi di uscita Esercitazione n 5: Stadi di uscita 1) Per il circuito in Fig. 1 sostituire il generatore di corrente con uno specchio di corrente. Dimensionare quest'ultimo in modo tale da ottenere la massima dinamica

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Appunti tratti dal videocorso di Elettrotecnica 1 del prof. Graglia By ALeXio

Appunti tratti dal videocorso di Elettrotecnica 1 del prof. Graglia By ALeXio Appunti tratti dal videocorso di Elettrotecnica 1 del prof. Graglia By ALeXio Parte b Bipoli elettrici - potenza entrante Tensione e corrente su di un bipolo si possono misurare secondo la convenzione

Dettagli