UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E MANAGEMENT DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E MANAGEMENT DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI TESI DI LAUREA SPECIALISTICA IN ECONOMIA DELLE AZIENDE DI CREDITO MICROCREDITO E INCLUSIONE FINANZIARIA IN ITALIA RELATORE Chiar.mo Prof. Francesca Querci CANDIDATO Valentina Parente Anno Accademico 2008/2009 1
2 INDICE Introduzione... pag.1 Capitolo 1. L idea del microcredito: la Grameen Bank... pag Cos è il microcredito: definizione e tassonomia... pag Il modello della Grameen Bank. pag Nascita e evoluzione della Grameen Bank... pag Caratteristiche del Grameencredit... pag Situazione economico-finanziaria e offerta della Grameen Bank... pag Il network di Grameen Bank... pag.32 Capitolo 2. I meccanismi-chiave del microcredito... pag Il ruolo del prestito di gruppo e la Grameen II... pag Altri meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali pag Meccanismo di determinazione dei tassi di interesse... pag Il ruolo delle donne... pag Tassi di sofferenza e fattori produttivi nascosti... pag. 62 Capitolo 3. Il microcredito nel mondo... pag Esportabilità del modello Grameen e nuove frontiere del microcredito pag Aspetti generali del microcredito in Africa, Asia e negli Stati Uniti. pag Africa... pag Asia... pag Stati Uniti... pag Focus sull America Latina... pag.85 2
3 3.3.1 Accion International... pag BancoSol... pag Il microcredito in Europa... pag Caso di studio: il movimento di credito cooperativo in Romania.....pag.103 Capitolo 4. Caratteristiche del microcredito in Italia... pag Lo scenario nazionale... pag Caratteristiche del credito in Italia... pag L esclusione finanziaria... pag Analisi dei dati sul microcredito in Italia... pag I fondi di garanzia per il microcredito... pag Gli enti promotori dei programmi di microcredito: le MAG... pag La Mag 6 Reggio Emilia e il caso della Comunità di Base Le Piagge di Firenze... pag Il Prestito d onore nazionale... pag Il Comitato nazionale permanente per il microcredito... pag Progetti e iniziative di microcredito in Italia... pag Prestito sull onore Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna... pag Credito Solidale... pag DonGioPmi Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle imprese... pag Linea di credito nuova impresa della Provincia di Lucca pag Progetto Diamogli Credito... pag Progetto di microcredito agli immigrati stranieri... pag Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto Todi.. pag Progetto PerMicro- Percorsi di Microcredito... pag.159 3
4 4.9.9 Progetto Prestito d onore della Regione Sardegna... pag Il Prestito d Onore della Provincia di Trento... pag Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino... pag Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino... pag Fondo strumentale per il microcredito del Confidi Roma Gafiart..pag.165 Capitolo 5. Banche e microcredito... pag I limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito... pag Il microcredito nell operatività bancaria... pag Il caso Banca Popolare Etica... pag Progetti di inclusione finanziaria: il Servizio Bancario di Base pag L inclusione finanziaria degli immigrati... pag Evoluzione del livello di bancarizzazione dei migranti in Italia....pag Caratteristiche del rapporto tra banca e immigrati in Italia... pag.203 Conclusioni... pag.218 Appendice I Schede dei programmi di microcredito... pag.223 Appendice II Risultati dell indagine empirica (Questionario ABI).Le iniziative di inclusione finanziaria sviluppate dalle banche... pag.308 Appendice III Azioni sviluppate dal mondo cooperativo... pag.363 INDICE DEI GRAFICI Grafico 1.1 Ripartizione dell Outstanding loan di Grameen Bank (Agosto 2009)... pag.32 4
5 Grafico 4.1 Stadi evolutivi dell inclusione creditizia... pag.118 Grafico 4.2 Programmi di microcredito in Italia... pag.126 Grafico 4.3 Andamento dei prestiti nel periodo (dati in milioni di euro)... pag.127 Grafico 4.4 Andamento dei prestiti nel periodo (in numero)..... pag.128 Grafico 4.5 Esigenze dei percipienti dei programmi di microcredito pag.129 Grafico 4.6 Enti promotori dei programmi di microcredito... pag.130 Grafico 4.7 Proprietà dei fondi... pag.131 Grafico 5.1 Incidenza della microfinanza a fine pag.171 Grafico 5.2 Servizi di microfinanza offerti dalle banche..pag.172 Grafico 5.3 Diffusione della microfinanza per segmenti di business....pag.173 Grafico 5.4 Diffusione della microfinanza come sostegno alle piccole imprese... pag.176 Grafico 5.5 Distribuzione geografica dei prodotti/servizi di microfinanza offerti... pag.178 Grafico 5.6 Sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell ambito delle attività di microfinanza... pag.179 Grafico 5.7 Distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di base per classe di prezzo mensile (gennaio 2008)... pag.195 Grafico 5.8 Fattori determinanti nel rapporto con le banche (molto). Percentuale sui rispondenti... pag.207 Grafico 5.9 Principali canali di accesso al credito... pag.208 Grafico 5.10 Motivazioni sottostanti al ricorso al finanziamento (percentuale sul totale finanziamenti in corso)... pag.210 Grafico 5.11 Cause di mancato accesso al credito (percentuali su coloro che non hanno sottoscritto prodotti di finanziamento)... pag.211 5
6 Grafico 5.12 Fattori che cambieranno nei prossimi 5 anni nel rapporto banca immigrato (molto) pag.217 INDICE DELLE TABELLE Tabella 2.1 Tassi nominali e reali per alcune delle principali istituzioni di microfinanza (2004)... pag.50 Tabella 3.1 Aggiornamento dati al 2007 di Microcredit Summit Campaign.. pag.67 Tabella 3.2 Situazione al 31/12/2006 di Microcredit Summit Campaign pag.68 Tabella 3.3 Situazione al 31/12/2006 per area geografica... pag.69 Tabella 3.4 La concentrazione dell industria del microcredito (dati 2006)pag.71 Tabella 3.5 Caratteristiche di alcune delle principali istituzioni di microcredito moderno... pag.72 Tabella 3.6 Numero di clienti di alcune delle istituzioni di microfinanza maggiori in Asia nel pag.81 Tabella 3.7 Dati statistici di Accion al 30 aprile 2009.pag.91 Tabella 3.8 Evoluzione delle CAR in Romania... pag.104 Tabella 4.1 Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. Valori concatenati (milioni di euro anno di riferimento 2000). II t rimestre pag.106 Tabella 4.2 Struttura dei debiti familiari (valori percentuali)... pag.111 Tabella 4.3 Famiglie indebitate (valori percentuali)... pag.112 Tabella 4.4 Principali caratteristiche del credito nelle regioni italiane (dati 2007)... pag.120 Tabella 4.5 Ipotesi di calcolo del livello di inclusione creditizia nelle regioni italiane... pag.122 6
7 Tabella 4.6 Dimensione dei prestiti (dati al 31/12/2007) pag.132 Tabella 4.7 Tipologia di garanzie offerte... pag.133 Tabella 5.1 Motivazioni sottostanti all apertura di un conto corrente in Italia per nazionalità (percentuali sul totale rispondenti risposte multiple).pag.171 Tabella 5.2 Disponibilità ad aprire un conto corrente entro l anno..pag.216 INDICE DELLE FIGURE Figura 2.1 Rappresentazione schematica della connessione tra il Basic loan e il Flexible loan (Grameen II)... pag.41 Figura 5.1 Gli attori coinvolti nel progetto di Banca Etica... pag.188 7
8 INTRODUZIONE ( )Quando oggi qualcuno mi chiede come mi sono venute tutte quelle idee innovative io rispondo che abbiamo guardato come fanno le altre banche e abbiamo fatto il contrario.( )". (da Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri ) Il microcredito è uno strumento finanziario dalle potenzialità estremamente significative che consiste nell erogazione di prestiti di piccole dimensioni ( micro, appunto) a individui che vengono generalmente classificati dal sistema bancario come non bancabili, ovvero non solvibili, in quanto non in possesso delle tradizionali garanzie patrimoniali che vengono normalmente richieste a fronte dell erogazione di un prestito. Tali individui quindi, essendo esclusi dal mercato del credito, sarebbero in un certo senso condannati a restare nella propria condizione di indigenza, non avendo a disposizione mezzi e quindi opportunità che consentano loro un tentativo di miglioramento economico e dunque sociale. Generalmente si è soliti identificare la nascita del microcredito con l esperienza della Grameen Bank, nata negli anni 70 in Bangladesh da un idea del professor Muhammad Yunus, il quale ha ricevuto proprio per tale progetto il Premio Nobel per la Pace nel Ma sebbene le prime esperienze di microcredito siano sorte nei paesi poveri, ad oggi tale strumento viene sempre più applicato anche nel tessuto economico dei paesi più ricchi, e in particolare del Nord America e dell Europa Occidentale, con le varianti del caso. In tale trattazione quindi ci si è posti l obiettivo di analizzare come lo strumento del microcredito, e più in generale della microfinanza, venga 8
9 utilizzato in Italia, e si è tentato quindi di effettuare (tramite l ausilio di fonti ufficiali) una mappatura il più possibile aggiornata sulle caratteristiche e la dimensione del fenomeno nel nostro paese, con la consapevolezza dell impossibilità di avere dati esatti in quanto il microcredito risulta attualmente in fase di piena espansione. Si è poi focalizzata l attenzione sul ruolo che le banche ricoprono nel meccanismo di erogazione dei microprestiti, e a tale proposito è risultato opportuno individuare le peculiarità di tutti gli strumenti di inclusione finanziaria offerti da parte della banche italiane, che hanno come obiettivo comune la bancarizzazione dei soggetti normalmente esclusi dal sistema bancario stesso. In particolare, nel primo capitolo si è prima brevemente cercato di dare una definizione il più possibile dettagliata di microcredito nonché una tassonomia del fenomeno stesso, sottolineando come, in realtà, varie forme di finanza socialmente orientata e con caratteri di mutualismo e solidarietà siano sempre esistiti in quasi tutte le epoche storiche, con caratteristiche ovviamente differenti da caso a caso. Quindi, si è focalizzata l attenzione sulla Grameen Bank, la quale costituisce, comunque, il modello di riferimento per tutte le altre esperienze di microcredito attuali. Nello specifico, sono state descritte le tappe che hanno portato alla nascita della banca stessa, nonché le caratteristiche del suo meccanismo di funzionamento, che hanno subito alcuni cambiamenti dalla nascita della banca ad oggi. Si sono quindi illustrati i vari prodotti offerti dalla Grameen Bank, che attualmente non riguardano esclusivamente la sfera creditizia in quanto, nel corso degli anni, la banca ha ampliato la propria attività dando vita ad un network di compagnie che operano in molti altri settori (quali l educazione, la salute, l energia, ecc ), accomunate dal fine ultimo della Grameen stessa, ovvero l eliminazione della povertà. Nel secondo capitolo, quindi, vengono illustrati i meccanismi - chiave di funzionamento del microcredito, che a prima vista possono apparire in contrasto con la tradizionale teoria e pratica economica applicata dalle 9
10 banche nell erogazione dei prestiti, ma che, come viene appunto illustrato nel dettaglio, poggiano su solide basi economiche e, in particolare, su convincimenti di carattere sociale. Nello specifico, sono analizzati i meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali, sulle quali poggia l intero sistema del microcredito, e in particolare il ruolo del prestito di gruppo (meccanismi che, comunque, vengono applicati fondamentalmente nei paesi poveri e in via di sviluppo e non all interno delle economie più sviluppate in quanto lo stesso tessuto sociale di tali paesi non lo consentirebbe). L attenzione si è poi soffermata sul meccanismo di formazione dei tassi di interesse (che, soprattutto nel contesto internazionale, sembrerebbero talvolta essere fin troppo elevati, se non addirittura al limite dell usura) e sul ruolo delle donne, le quali risultano ad oggi le principali destinatarie dei progetti di microcredito nel mondo. Nel terzo capitolo, poi, si dà un quadro generale del fenomeno del microcredito nel mondo, prima di carattere quantitativo circa le dimensioni dello stesso, e poi, più nel dettaglio, di carattere qualitativo, individuando per ciascun continente le peculiarità che lo strumento del microcredito assume. Nello specifico, si è scelto di soffermare l attenzione sull America Latina, la quale risulta essere ad oggi (assieme all Asia) il continente in cui il microcredito registra la crescita più consistente, e si sono analizzate le esperienze di due dei più grandi operatori di microcredito del continente, ovvero BancoSol e Accion International. Il capitolo termina con un analisi delle peculiarità e delle tappe evolutive del microcredito in Europa, le quali nelle loro linee generali combaciano con quelle italiane, al fine proprio di introdurre e focalizzare l attenzione sull Italia a partire dal capitolo successivo. Il quarto capitolo, quindi, può essere considerato il fulcro della trattazione. Innanzitutto si è cercato di fornire un quadro generale circa le caratteristiche attuali dello scenario economico del paese, il quale, come risulta da più dati provenienti da molteplici fonti, sta attraversando una fase negativa. In particolare, l attenzione si è soffermata sulle caratteristiche e le dimensioni del credito in Italia e, quindi, sui dati relativi 10
11 all inclusione creditizia della popolazione. Si è quindi effettuata un analisi sui dati e le caratteristiche del microcredito nel Paese, analizzando nello specifico i seguenti aspetti (relativi agli anni dal 2004 al 2007): il numero dei programmi attivi, l andamento dei prestiti (sia in termini di valore complessivo dei prestiti concessi che di numerosità degli stessi), le esigenze dei destinatari dei programmi di microcredito, le tipologie degli enti promotori (Fondazioni bancarie, banche, confidi, Università, Enti locali, Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi e Mag), le proprietà dei fondi (istituti di credito, fondi privati, fondi pubblici), la dimensione dei prestiti e, infine, la tipologia di garanzie offerte. Nello specifico, si è illustrato il meccanismo di funzionamento dei fondi di garanzia per il microcredito, i quali costituiscono ad oggi il principale strumento suppletivo alle garanzie patrimoniali personali in Italia, mentre per quanto concerne gli enti promotori dei programmi di microcredito l attenzione si è soffermata sulle Mag (ovvero le Mutue di Autogestione), le quali rappresentano una peculiarità del sistema italiano. Infine, per completare il quadro dello scenario nazionale, è stato illustrato lo strumento del Prestito d onore nazionale e le caratteristiche di funzionamento del Comitato nazionale permanente per il microcredito. Completa il capitolo una descrizione dettagliata dei 13 nuovi programmi di microcredito attivati in Italia nel 2007, al fine di fornire una prima idea circa le caratteristiche empiriche dei programmi italiani (l elenco dettagliato di tutti i programmi attivi alla fine del 2007 è riportato nell Appendice I). Il quinto capitolo, infine, focalizza l attenzione sul ruolo delle banche nei programmi di microcredito e, più in generale, sugli strumenti di inclusione finanziaria messi a punto dalle banche stesse. Ciò che viene messo in evidenza, innanzitutto, sono i limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito, che generano come primo effetto tassi di interessi molto elevati. Proprio a causa di detti limiti, si può osservare come vi sia un ruolo sempre crescente delle banche nell erogazione di microprestiti, sia come promotrici di programmi di microcredito che come proprietarie dei fondi erogati. Ai fini dell analisi del 11
12 microcredito nell operatività bancaria si fa riferimento a un indagine condotta dall ABI nel corso del 2008 sull inclusione finanziaria in Italia, il cui obiettivo era proprio quello di comprendere meglio quale è la situazione dell offerta bancaria. Tale indagine, in particolare, ha analizzato i seguenti aspetti: l incidenza della microfinanza sull operatività bancaria a fine 2006, la tipologia dei servizi di microfinanza offerti dalle banche (risparmio, credito, conti corrente e servizi di pagamento), la diffusione della microfinanza per segmenti di business (sia per quanto riguarda i servizi di risparmio, di credito e nonchè i conti corrente e i servizi di pagamento), i target di clientela a cui le banche rivolgono la propria offerta di servizi di microfinanza (giovani, lavoratori con contratto di lavoro non permanente, studenti universitari, piccola imprenditoria, imprese individuali in aree depresse, ecc ), i sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell ambito delle attività di microfinanza e, infine, le pratiche di commercializzazione dei prodotti/servizi stessi. 12
13 CAPITOLO 1 L IDEA DEL MICROCREDITO : LA GRAMEEN BANK 1.1 Cos è il microcredito: definizione e tassonomia Con il termine microcredito si intende la concessione di crediti di piccole entità a soggetti con basso reddito e/o che si trovano in una condizione di disagio sociale. Il microcredito è quindi uno strumento di sviluppo economico che consente l accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione, generalmente definite come non bancabili in quanto non in possesso delle sufficienti garanzie patrimoniali normalmente richieste dalla banca come collaterale per il prestito 1. L idea del microcredito nasce appunto proprio dalla constatazione che il credito costituisce una leva fondamentale dello sviluppo economico e, non di meno, di quello umano e sociale. La funzione redistributiva del credito è uno dei fattori chiave del successo di una società libera e democratica (Messina, 2009). Come sosteneva John Stuart Mill (1848): Molti che non possiedono, o quasi, capitali, ma che hanno per gli affari capacità note e apprezzate da qualche possessore di credito, possono ottenere o prestiti in denaro, o più spesso merci a credito, e in questo modo le loro capacità industriali sono utilizzate a favore dell aumento della pubblica ricchezza: e questo beneficio sarà goduto su più larga scala quando, grazie a buone leggi e a una buona educazione, la collettività abbia compiuto un tale progresso in fatto di onestà, che il carattere personale possa essere accettato come garanzia sufficiente non soltanto contro l appropriazione disonesta, ma contro il mettere disonestamente a repentaglio ciò che appartiene agli altri. 1 La definizione di microcredito adottata in occasione del Microcredit Summit (2-4 Febbraio 1997) è la seguente: Programmes extend small loans to very poor people for self-employment projects that generate income, allowing them to care for themselves and their families. 13
14 Il termine credito, etimologicamente, fa riferimento al tema della fiducia tra operatori economici. I fattori in gioco alla data di richiesta del prestito sono normalmente almeno tre (Messina, 2009): La storia personale di chi necessita di credito; La ricchezza e il reddito che egli detiene; Le reti sociali in cui è inserito. Si tratta di tre determinanti (affidabilità, garanzie, co-garanzie) del rapporto di fiducia che si può instaurare tra chi ha liquidità e chi ne necessita per la realizzazione dei propri progetti. Partendo da esse, è intuitivo definire le categorie sociali più tipicamente a rischio di esclusione dal circuito del credito: i giovani (assenza di storia); le donne (meno reddito); gli immigrati (poca storia, poca ricchezza e poche reti); le iniziative imprenditoriali in fase di avvio (poco reddito e nessuna storia), ecc Ed è proprio a queste categorie sociali che è rivolta l offerta di microcredito. Solitamente si fa coincidere la nascita del microcredito con la fondazione (1983), ad opera di Muhammad Yunus 2, della Grameen Bank (letteralmente, Banca Rurale ). Tale esperienza costituisce sicuramente un punto di riferimento e di svolta nell universo del microcredito, ma se si analizzano più accuratamente altre esperienze precedenti si può osservare come in realtà vari meccanismi di finanza socialmente orientata con caratteristiche di mutualismo e solidarietà siano sempre esistiti sotto le più diverse forme in quasi tutti i periodi della storia dell uomo. In ogni epoca però la specificità del contesto socioeconomico ha necessariamente connotato tali iniziative in maniera diversa, dando loro quel carattere di originalità che consente di rispondere con successo ai bisogni del momento. A questo proposito può essere utile far riferimento e adattare parzialmente una tassonomia delle varie forme di microcredito sviluppata 2 Muhammad Yunus ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel
15 da Yunus stesso. Tale tassonomia ci consente di identificare cinque diverse forme di microcredito 3. La prima viene definita microcredito tradizionale informale e ci ricorda appunto come il microcredito non nasca con la Grameen Bank. In questa categoria possiamo ricomprendere il credito dei prestatori di denaro di villaggio (c.d. local moneylenders ), i Monti dei Pegni, i prestiti di amici e familiari e il prestito al consumo in mercati informali. In altri termini, il prestare piccole somme a individui indigenti non è una novità introdotta di recente, e non è necessariamente detto che esso identifichi sempre pratiche che promuovano la dignità e la crescita dei destinatari, così come invece si propone il modello di microcredito sviluppato da Yunus. Il sistema dei prestatori di villaggio esiste da tempi remoti e da parecchi anni gli studi di economia dello sviluppo hanno evidenziato in più occasioni pregi e difetti di questo sistema. Tra i pregi vi è senz altro la riduzione o addirittura l eliminazione della distanza informativa tra prestatore e prestatario (colui che riceve il prestito). Il prestatore di villaggio infatti conosce i propri clienti, non ha di solito problemi nel valutare la loro affidabilità e nel monitorare i loro comportamenti durante il prestito. La prossimità e la riduzione del gap informativo tra prestatore e cliente richiede tempo ed è costosa. Per questo motivo il mercato del credito informale è estremamente segmentato e spesso il prestatore locale (local moneylender) dispone di una condizione di monopolio e vanta un potere contrattuale di gran lunga superiore a quello dei potenziali destinatari dei prestiti, potere che per lo più si traduce in tassi di interesse molto esosi. Altra peculiarità del prestatore di villaggio è quella di avere spesso più di una relazione economica con i propri clienti. Infatti la figura del local moneylender può coincidere con quella del trasportatore locale che acquista la merce dal cliente e la porta sul mercato di sbocco, del proprietario di un abitazione che il cliente affitta o del datore di lavoro del 3 Fonti: Becchetti L. (2008), Il microcredito; 15
16 cliente-bracciante. Questo doppio potere contrattuale del prestatore locale rispetto al suo potenziale cliente ne incrementa la capacità di far fronte ai rischi della sua attività di credito informale. In altri termini, se il cliente non riesce a ripagare il prestito, il moneylender potrebbe rivalersi sull altra attività economica da cui sono legati. Pertanto è evidente come queste forme di compensazione alternative consentano al prestatore di erogare somme di denaro anche in assenza di specifiche garanzie patrimoniali del cliente. Ed è altrettanto chiaro che tale meccanismo non promuove l emancipazione del destinatario dei prestiti, che rischia di pagare interessi molto elevati e di precipitare in condizioni di semischiavitù in caso di mancata restituzione del prestito. In questi sistemi di credito informali di villaggio quindi, come già anticipato, non è strettamente necessario il collaterale (ovvero la garanzia patrimoniale) e addirittura, quando esiste, può comportare conseguenze pericolose per il benessere del debitore. Infatti in alcuni casi il local moneylender, a differenza della banca tradizionale, proprio per la sua prossimità al cliente e per avere posto in essere con esso altri tipi di relazione, può avere interesse più al valore del collaterale che alla restituzione del prestito (ad esempio se il collaterale è un terreno confinante con i suoi possedimenti). Questo tipo di microcredito quindi, che spesso rappresenta l unica possibilità di finanziamento per il debitore, più che strumento di promozione delle pari opportunità diventa un meccanismo economico che esaspera disuguaglianze di reddito o di ricchezza nelle economie di villaggio (Becchetti, 2008). Un altro limite di tale modello è inoltre costituito dal fatto che spesso il prestatore locale ha interesse a non perdere il proprio ristretto circolo di clientela del villaggio. Sarà quindi più incline a finanziare prestiti al consumo o al capitale circolante (anticipo per acquisti di sementi, anticipi per incassi, ecc ) piuttosto che a finanziare avvii di microimprese, le quali potrebbero emancipare il debitore e allontanarlo dalla dipendenza con il prestatore locale. Si può quindi concludere che il modello del prestatore di 16
17 denaro del villaggio difficilmente costituisce un volano di inclusione e di sviluppo locale e sociale (obiettivo invece, apertamente dichiarato, della Grameen Bank, come si vedrà in seguito). Per quanto concerne poi invece i Monti dei pegni, facenti anch essi parte della categoria del microcredito tradizionale informale, si può osservare innanzitutto che essi hanno una lunghissima tradizione nella storia del nostro Paese. Anche i Monti dei pegni, pur erogando prestiti di piccole dimensioni, hanno caratteristiche diverse dal microcredito moderno (oggetto della presente trattazione), innanzitutto per il loro orientamento prevalente verso i prestiti al consumo, necessari a fronteggiare crisi di liquidità. Inoltre, la caratteristica fondamentale che dà il nome a questa forma di finanziamento è determinata dal fatto che il debitore ha una garanzia patrimoniale personale, da mettere a pegno per le somme ricevute, il cui valore di mercato viene stimato dal prestatore. Molto spesso la garanzia ha un valore nozionale superiore a quello effettivo, ovvero un valore affettivo per il debitore di gran lunga superiore al valore di mercato. Mettere a pegno un bene affettivamente prezioso crea quindi l incentivo alla restituzione del prestito, ma ha il difetto di non cautelare adeguatamente la banca se il debitore fallisce. La seconda categoria di microcredito fa riferimento ad alcuni prestiti di gruppo del mercato informale del credito, i quali hanno una lunga storia e tradizione nei paesi del Sud del mondo (tontine, rosca 4, ecc ). In particolare, le tontine rappresentano il corrispondente delle assicurazioni sulla vita nel mercato del credito informale. Esse sono fondi creati volontariamente da un gruppo di partecipanti i quali ricevono da essi un rendimento e che prevedono, alla morte di uno degli iscritti, che le sue risorse vadano ad accrescere i rendimenti dei rimanenti. Le Rosca, invece, sono associazioni volontarie di risparmiatori che istituiscono tra loro particolari forme di credito rotativo per finanziare il credito al consumo. Nelle Rosca tutti i partecipanti versano periodicamente una somma 4 Il termine rosca è l acronimo di Rotating Savings and Credit Associations (Fonte: The Virtual Library on Microcredit and Microfinance, 17
18 prefissata per formare il fondo rotativo e a turno, a determinati intervalli di tempo, uno di loro essi viene sorteggiato e ottiene un prestito al consumo finanziato dalle risorse del fondo. La persona sorteggiata non può riottenere il prestito fino a quando tutti i partecipanti del gruppo non lo abbiano ricevuto. Ciò che distingue queste forme di credito informale dal microcredito moderno sono la finalità assicurativa (tontine) e l orientamento al prestito al consumo (Rosca). Una terza tipologia di microcredito ricomprende i prestiti di piccola dimensione erogati da banche tradizionali, specializzate e non, in alcuni settori specifici di investimento (credito all agricoltura, all allevamento, alla pesca, ecc ). La quarta categoria include tutte quelle istituzioni creditizie (credito cooperativo, banche popolari, casse di risparmio) ampiamente diffuse in Italia e in molti altri paesi, e che da un certo punto di vista rappresentavano, prima dell ingresso in scena del microcredito moderno, l avanguardia in termini di attenzione alla clientela medio - piccola e alle ricadute sociali sul territorio della propria attività creditizia. La peculiarità di tali forme di credito consiste nella particolare struttura proprietaria delle banche (forma cooperativa contrapposta alla forma della società per azioni), che implica una gestione particolare degli utili di impresa, i quali non vengono distribuiti ai soci, bensì sono accumulati in genere sotto forma di riserva unitaria. Tale modello di forma societaria ha importanti riflessi sulla governance della banca: la caratteristica fondamentale è quella del voto capitario, in base al quale un socio può avere non più di un voto e un peso elettorale che non è dunque proporzionale al capitale versato. Il voto capitario slega il potere di voto dal potere finanziario (e dal peso della sua quota di capitale sociale) dell azionista della banca, ma comporta anche il rischio di autoreferenzialità maggiore del management, riducendo la capacità degli azionisti soci di coalizzarsi e di creare maggioranze per un cambiamento del governo dell impresa. 18
19 Altra caratteristica di tale modello societario è la commistione tra il ruolo di socio e quello di depositante, che attenua parzialmente il tipico conflitto di interesse tra queste due categorie di stakeholders (il socio ha interesse al mantenimento di valore o alla rivalutazione della sua quota di capitale sociale, il depositante è interessato alla sicurezza e al rendimento dei depositi). In analogia al microcredito moderno, crediti cooperativi e banche popolari sono in genere banche con forte vocazione locale e dunque relativamente specializzate nel finanziamento di progetti di piccola e media impresa. I prestiti erogati hanno però caratteristiche tradizionali e prevedono il classico sistema della garanzia patrimoniale personale. L attività di queste banche non è inoltre limitata alla clientela di piccolemedie dimensioni. Infine, la quinta categoria di microcredito è costituita dal c.d. microcredito moderno, espressione che indica, in senso lato, piccoli prestiti, finalizzati prevalentemente all investimento piuttosto che al consumo, rivolti a individui o microimprese, prevalentemente privi di garanzie patrimoniali e verso i quali quindi le istituzioni di microcredito si cautelano con forme di garanzia alternative (Becchetti, 2008). All interno di tale definizione possiamo distinguere: a) Il modello della Grameen Bank (c.d. Grameencredit) b) Il microcredito al consumo c) Forme di microcredito fondate sulle partnership tra banche e organizzazioni non governative (Ong) che prevedono o meno l utilizzo della garanzia personale Con riferimento al soggetto che eroga il prestito, esistono tre forme prevalenti: Ong, banca vera e propria o Ong che lavora per conto o in stretta relazione con una banca di riferimento (che spesso eroga formalmente il credito e garantisce quella cornice giuridica che consente all Ong non banca di poter svolgere l attività di microcredito). 19
20 Nei capitoli successivi verranno analizzati e approfonditi alcuni meccanismi chiave del microcredito moderno, quali le forme di garanzia alternative (in particolare il prestito di gruppo), i meccanismi di determinazione dei tassi di interesse, ecc... Ma prima è necessario illustrare il percorso di sviluppo e le caratteristiche di funzionamento del modello Grameen, che costituisce, all interno della famiglia del microcredito moderno, la forma con i connotati maggiormente definiti. 1.2 Il modello della Grameen Bank Nascita e evoluzione della Grameen Bank L idea della Grameen Bank nasce nel 1974, anno in cui il Bangladesh è afflitto da una devastante carestia che provoca decine di migliaia di morti. Il professor Muhammad Yunus, capo del Dipartimento di Economia Rurale dell Università di Chittagong, decide di recarsi personalmente nel vicino villaggio di Jobra per osservare e comprendere le condizioni di vita dei poveri del villaggio. La realtà in cui si imbatte è sconvolgente: i poveri si trovano in una condizione di semischiavitù data dal fatto che ottengono piccoli crediti da prestatori locali sufficienti solo per poter acquistare le materie prime necessarie per il proprio lavoro, il cui prodotto finito viene però venduto al prestatore stesso ad un prezzo che supera solo di qualche centesimo l ammontare del credito iniziale, con un guadagno che è quindi finalizzato esclusivamente alla sopravvivenza del lavoratore stesso: Come si chiama? Sofia Begum. Quanti anni ha? Ventuno. 20
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