Movimentazione manuale

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1 ing. Domenico Mannelli info Movimentazione manuale dei carichi nei cantieri

2 MMC Ogni volta che si movimentano manualmente carichi di qualsiasi natura e forma. Tutte le attività ità che comportano operazioni i di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l altro rischi di lesioni dorso lombari /93

3 PATOLOGIE PROFESSIONALI ALLA SCHIENA Per quanto riguardo la MMC, l analisi dei casi di patologie della colonna vertebrale denunciati all INAIL conferma che una delle più comuni attività ità lavorative da considerarsi a rischio, quando svolte in maniera esclusiva o prevalente, è il lavoro del manovale edile, quando la movimentazione manuale dei carichi costituisce l attività prevalente. Per la valutazione dell ll efficienza i lesiva del rischio assumono rilievo la durata e la continuità dell esposizione esposizione oltre ai parametri che determinano la modalità con la quale la manipolazione viene eseguita /23

4 CARATTERISTICHE DEI CARICHI troppo pesanti ingombranti o difficili da afferrare in equilibrio instabile o con il contenuto che rischia di spostarsi collocati in posizione tale per cui devono essere tenuti e maneggiati ad una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco /93

5 SFORZO FISICO RICHIESTO eccessivo effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco comportante t un movimento brusco del carico compiuto con il corpo in posizione instabile /93

6 CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO spazio libero, in particolare verticale, insufficiente i per lo svolgimento dell attività pavimento ineguale, con rischi di inciampo i o scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore posto o ambiente di lavoro che non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi ad una altezza di sicurezza o in buona posizione pavimento o piano di lavoro con dislivelli che implicano la movimentazione del carico a livelli diversi pavimento o punto d appoggio instabili temperatura, umidità o circolazione dell aria inadeguate /93

7 ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITÀ sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto ritmo imposto da un processo che il lavoratore non può modulare /93

8 FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO inidoneità fisica al compito da svolgere indumenti calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore insufficienza i o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione /93

9 La normativa TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI N 2 CAPI - N 5 articoli (da art. 167 a art. 171) CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI N 3 articoli (da art. 167 a art. 169) CAPO II SANZIONI N 2 articoli (da art. 170 a art. 171) ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI /93

10 Norma tecnica Le norme tecniche della serie ISO (parti ) relative alle attività ità di movimentazione i manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) /93

11 La movimentazione manuale dei carichi eseguita ripetutamente in modo corretto, con la schiena dritta, risparmia la schiena e non causa dolore /93

12 La movimentazione manuale dei carichi eseguita ripetutamente in modo sbagliato, con la schiena incurvata, danneggia la colonna vertebrale ecausa dolore (lombalgia, artrosi, ernia del disco) /93

13 Il disco intervertebrale e le due vertebre contigue costituiscono il fulcro di una leva di primo grado /93

14 /93

15 Biomeccanica /93

16 Biomeccanica /93

17 Pressioni sui dischi intervertebrali /93

18 Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali Carico lombare fino a 250 kg favorisce l eliminazione delle scorie dal disco; Sollevare peso di 10 kg a schiena dritta e ginocchia flesse; Carico lombare fino a 250 kg /93

19 Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali Carico lombare intenso (> kg) possibili danni alle cartilagini vertebrale, degenerazione del disco; Carico di rottura del nucleo discale varia tra Kg! Sollevare peso di 10 kg con tronco flesso in avanti a 90 gradi; Carico lombare di circa 340 kg! /93

20 Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali Carico lombare Estremo sopra 650 kg possibili microfratture delle cartilagini; Sollevare peso di 50 kg a schiena flessa e gambe dritte; Carico lombare sopra i 650 kg /93

21 Movimentazione carichi inanimati e valutazione del rischio /93

22 Metodo NIOSH Il metodo NIOSH (National Institute t for Occupational Safety and Health) è il metodo universalmente impiegato per valutare il rischio di danni dorso-lombari in soggetti addetti alla movimentazione manuale dei carichi /93

23 Metodo NIOSH Nel 1981 il NIOSH elaborò la prima equazione (equation lifting) che consentiva di definire un indice di rischio, conoscendo la geometria del sollevamento (distanze orizzontali e verticali, distanza di sollevamento,...), il peso movimentato, le frequenze di sollevamento,... Nel 1991 le equazioni sono state revisionate (pubblicate come Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual lifting tasks (Waters, Putz-Anderson, Garg, Fine Ergonomics 1993) ) e costituiscono l attuale versione del metodo comunemente utilizzato per il calcolo dell indice di rischio /93

24 Metodo NIOSH Il modello rivisitato i it t del NIOSH (1993) è in grado di determinare, per ogni azione di sollevamento (o abbassamento), il cosiddetto RWL (Recommended Weight Limit) o Peso limite raccomandato attraverso un equazione che, partendo da un peso massimo sollevabile in condizioni ideali, considera la geometria del sollevamento, le condizioni di presa, la frequenza di sollevamento,, cui viene assegnato un determinato fattore demoltiplicativo che può assumere valori compresi tra 1, per le condizioni ottimali, e 0 per quelle critiche /93

25 Metodo NIOSH Il NIOSH nella sua proposta parte da un peso ideale di 23 kg che viene considerato protettivo per il 99% dei maschi adulti e per il 75-90% delle donne. In Italia, sulla base anche dei dati esistenti in letteratura, si parte da un peso ideale di 30 kg per i maschi adulti e 20 kg perle femmine adulte; in tal modo si protegge circa il 90% delle rispettive categorie /93

26 Metodo NIOSH: calcolo indice di rischio Peso Sollevato X Fattore altezza X Fattore distanza X Peso Sollevato Fattore orizzontale = Ind. Rischio Peso limite raccomandato X Fattore dislocazione X Fattore presa Peso 2009 limite Raccomandato 26/93 Fattore frequenza X

27 Peso limite raccomandato 23 Kg (NIOSH) X Fattore altezza = altezza delle mani da terra all inizio i i del sollevamento X Fattore distanza = distanza verticale di spostamento t tra inizio i i e fine soll. Fattore orizzontale = distanza del peso dal corpo Fattore dislocazione = dislocazione angolare (gradi) del peso Fattore presa = giudizio sulla presa del carico X Fattore frequenza = n atti al minuto in relazione alla durata X X X /93

28 Altezza delle mani da terra Altezza delle mani da terra all inizio del sollevamento. inizio 75 cm = fat. Cor. 1 Altezza (cm) >170 Fattore di correzione 0,78 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0,78 0, /93

29 Distanza verticale di spostamento del peso Distanza verticale di spostamento del peso tra inizio e fine del sollevamento. inizio 25 cm = fat. cor. 1 Dislocazione cm Fattore di correzione > ,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,85 0,00 fine /93

30 Distanza del peso dal corpo Distanza del peso dal corpo (distanza massima raggiunta durante il sollevamento) 25 cm = fat. cor. 1 Distanza in cm >63 Fattore di correzione 1 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0, /93

31 Dislocazione angolare Dislocazione i angolare del peso (in gradi) rispetto al piano sagittale = torsione del tronco 0 = fat. cor. 1 Dislocazione angolare >135 Fattore di , , , , , ,00 correzione /93

32 Giudizio sulla presa del carico Giudizio i Buono Scarso Fattore di correzione 1 0,90 MANIGLIA /93

33 Frequenza di sollevamento Peso Massimo sollevabile Frequenza di sollevamento Maschi Femmine Tutta la giornata lavorativa 18 Kg 12 Kg 1 volta ogni 5 minuti 15 Kg 10 Kg 1 volta ogni minuto 12 Kg 8 Kg 2 volte al minuto 6 Kg 4 Kg 5 volte al minuto /93

34 criticità del metodo NIOSH non è applicabile in tutte le attività di movimentazione manuale dei carichi quali quelle relative all utilizzo della carriola o alla posa degli elementi della pavimentazione non tiene conto dell anzianità lavorativa dell operatore; non tiene conto delle posture incongrue eventualmente assunte dagli operatori durante la movimentazione /93

35 WMSD Nella letteratura internazionale i molti acronomi sono utilizzati per descrivere sinteticamente i disturbi dell arto superiore e per indicare la loro origine occupazionale; quelli maggiormente utilizzati sono: WMSD ---- work related muscolo skeletal disorder CTD ---- cumulative trauma disorder r RSI ---- ripetitive strani injury OCD ---- occupational cervico-brachial disease OOS ---- occupational overuse sindrome /93

36 Metodo OCRA (e Check-List OCRA) Il metodo OCRA (OCcupational Ripetitive i i Actions) (Colombini e Occhipinti, 1996) è stato sviluppato per analizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di lavoratori addetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio (ripetitività, forza, posture/movimenti incongrui, assenza di periodi di recupero,... ). E' uno dei metodi più analitici, i i ed è particolarmente usato per la riprogettazione od una analisi approfondita dell'ergonomia ergonomia delle postazioni di lavoro /93

37 Metodo OCRA (e Check-List OCRA) L'indice OCRA può predire il rischio WMSD(work related musculoskeletal disorders) in una popolazione esposta; in particolare, in base al valore di indice di rischio ottenuto fornisce indicazioni sulla prevalenza ed incidenza di WMSD nella popolazione esposta. L'indice di rischio è diviso in fasce (verde, gialla, rossa) corrispondente rispettivamente ad un rischio assente, lieve e presente. A differenza di altri metodi, il metodo OCRA consente di valutare un indice complessivo nel caso di più compiti svolti durante il turno di lavoro. Questo, tra l'altro, è molto utile quando, per abbassare il livello di rischio, si studia la "rotazione" " tra più postazioni i di lavoro; /93

38 OCRA Index - Occupational Repetitive Actions Index L indice sintetico ti di esposizione i (OCRA Index - Occupational Repetitive Actions Index) scaturisce dal rapporto tra il numero giornaliero di azioni effettivamente svolte con gli arti superiori in compiti ripetitivi ed il corrispondente numero di azioni raccomandate. Queste ultime vengono calcolate a partire da una costante (30 azioni/min) rappresentativa del fattore frequenza di azione e valida, per ipotesi, in condizioni ottimali, decrementata di volta in volta in funzione della presenza e delle caratteristiche degli altri fattori di rischio (forza, postura, fattori complementari, periodi di recupero). L'indice di esposizione risultante individua una fascia di rischio intrinseco per quella postazione /93

39 Modello o di analisi OCRA Metodo quantitativo Stima 5 variabili lavorative: 1. Ripetitività 2. Forza 3. Postura 4. Periodi di recupero 5. Fattori complementari (Lavori di precisione, Vibrazioni, Compressioni localizzate, Movimenti a strappo ) Valutazione di ciascuna variabile Calcolo del numero di azioni tecniche raccomandate secondo valori moltiplicativi attribuiti a ciascuna variabile /93

40 Check List OCRA OCRA FASCIA RISCHIO FINO A 7,5 2,2 FASCIA VERDE ACCETTABILE 7,6-11,0 2,3-3,5 GIALLA BORDERLINE O MOLTO LIEVE 11,1 14,0 14,1 22,5 3,6 4,5 4,6 9,0 ROSSO LEGGERO ROSSO MEDIO LIEVE MEDIO >= 22,6 >= 9,1 VIOLA (rosso intenso) ELEVATO /93

41 criticità del metodo OCRA non è applicabile nelle attività di movimentazione manuale dei carichi con forza variabile quale la spinta della carriola non tiene conto dell anzianità lavorativa dell operatore; /93

42 OPERAZIONI DI TRASPORTO - TRAINO E SPINTA forze esercitate con l intero corpo, espresse in kg., di carrelli traspallet - letti - apparecchiature ecc. la rilevazione avviene tramite dinamometro din 96. con il quale si misura la massima forza iniziale e la massima forza di mantenimento. la valutazione dell indice di rischio e calcolata utlizzando le forze raccomandate secondo le tabelle di snook e ciriello /93

43 Metodo Snook & Ciriello Fin dal 1970 sono stati condotti studi sull'analisi e valutazione di compiti con azioni di sollevamento, abbassamento, traino, spinta e trasporto al fine di ridurre i rischi di danni dorsolombari dei lavoratori. I principali studi furono condotti da Stover Snook e Vincent Ciriello al Liberty Mutual Research Institute for Safety. Gli studi furono condotti utilizzando metodologie psicofisiche (comprese le misure del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca, delle caratteristiche antropometriche,...). I soggetti esaminati potevano scegliere liberamente i pesi da movimentare; tutte le altre variabili dell'operazione (sollevamento, spinta, traino,...), come l'altezza, la distanza, la frequenza,... erano decise dagli sperimentatori. I soggetti monitoravano le loro sensazioni di fatica e sforzo, e riaggiustavano il peso movimentato o la forza impiegata /93

44 Metodo Snook & Ciriello I risultati ti di questi studi sono riassunti nelle cosiddette "Tabelle Psicofisiche", le quali forniscono importanti informazioni sulle capacità e limitazioni dei lavoratori riguardo la movimentazione manuale dei carichi (in senso generale, comprese le azioni di traino, spinta e trasporto). Le "Tabelle Psicofisiche" elaborate da Snook e Ciriello furono successivamente utilizzati dal NIOSH per implementare il proprio metodo di analisi (il cosiddetto metodo NIOSH) per la movimentazione manuale dei carichi (solamente per le azioni di sollevamento ed abbassamento), al fine di ridurre i rischi di danni dorso-lombari dei lavoratori esposti /93

45 Snook e Ciriello - Azioni di Spinta Sono individuate id le forze massime iniziali i i (FI) e di mantenimento (FM), espresse in chilogrammi (Kg), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso distanza di spostamento frequenza di azione altezza delle mani da terra /93

46 Snook e Ciriello - Azioni di Spinta Snook e Ciriello - AZIONI DI SPINTA - POPOLAZIONE MASCHILE DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri Azione ogni: Altezza delle mani 6s 12 s 1 m 5 m 3 0 m 8 h 15 s 2 2s 1 m 5 m 3 0 m 8 h 2 5s 3 5s 1 m 5 m 3 0 m 8 h 2 m 5 m 3 0 m 8 h 145cm F I FM cm F I FM cm F I FM /93

47 Snook e Ciriello - Azioni di Spinta Snook e Ciriello - AZIONI DI SPINTA - POPOLAZIONE FEMMINILE DISTANZA 2 metri 75 7,5 metri 15 metri 60 metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30 m 8h 15s 22 s 1m 5m 30 m 8h 25 s 35 s 1m 5m 30 m 8h 2m 5m 30 m 8h Altezza delle mani 145cm 95cm 65cm F I F M F I F M F I F M /93

48 Snook e Ciriello - Azioni di Traino Sono riportate le forze massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM), espresse in chilogrammi (Kg), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso distanza di spostamento frequenza di azione altezza delle mani da terra /93

49 Snook e Ciriello - AZIONI DI TRAINO - POPOLAZIONE MASCHILE DISTANZ A 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30 m 8h 15s 22 s 1m 5m 30 m 8h s s 1m 5m 30 m 8h 2m 5m 30 m 8h Altezza delle mani 135 cm F I FM cm F I FM cm F I FM /93

50 Snook e Ciriello - AZIONI DI TRAINO - POPOLAZIONE FEMMINILE DISTAN ZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30 m 8h 15s 22 s 1m 5m 30 m 8h 25 s 35 s 1m 5m 30 m 8h 2m 5m 30 m 8h Altezza delle mani 13 5c m F I FM cm F I FM cm F I FM /93

51 L'indice sintetico di rischio è 0,75 (ravvisabile come area verde) Snook e Ciriello - Valutazione del Rischio la situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento L'indice sintetico di rischio è compreso tra 0,76 e 1,25 (ravvisabile come area gialla) la situazione si avvicina ai limiti, una quota della popolazione (stimabile tra l'11% e il 20% di ciascun sottogruppo di sesso ed età) può essere non protetta e pertanto occorrono cautele, anche senon è necessario un intervento t immediato. E comunque consigliato attivare la formazione e la sorveglianza sanitaria dei personale addetto. Laddove ciò sia possibile, è preferibile procedere a ridurre ulteriormente il rischio con interventi strutturali ed organizzativi per rientrare nell'area verde. (indice di rischio 0,75) L'indice sintetico di rischio è > 1,25 (ravvisabile come area rossa) La situazione può comportare un rischio per quote rilevanti di soggetti e pertanto richiede un intervento di prevenzione primaria. Il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è l'indice e con tale criterio dovrebbe essere programmata la priorità degli interventi di bonifica Per situazioni con indice maggiore di 3 vi è necessità di un L'indice sintetico di rischio è maggiore di 3 (ravvisabile come intervento immediato di prevenzione; l'intervento è comunque area viola) necessario e non a lungo procastinabile anche con indici compresi tra 1,25 e 3 INDICE SINTETICO DI RISCHIO= rapporto tra il peso (la forza) effettivamente movimentato nella specifica situazione lavorativa e il peso (la forza) raccomandato per quell'azione /93

52 criticità del metodo Snook e Ciriello - non individua gli sforzi localizzati al sistema mano braccio non tiene conto dell anzianità lavorativa dell operatore; /93

53 Strain Index Lo Strain Index (Moore and Garg, 1995) è un metodo di analisi dei compiti lavorativi che consente di determinare il rischio di disturbi, malattie muscolo-scheletriche (epicondiliti, peritendiniti, sindrome del tunnel carpale,...) delle estremità degli arti superiori (gomito, avambraccio, polso, mano). Il metodo Strain Index è stato sviluppato e si basa su principi della biomeccanica, della fisiologia e dell'epidemiologia. Per quanto riguarda gli aspetti fisiologici del lavoro, tiene conto dell'intensità degli sforzi, della loro durata e della durata dei periodi di recupero-riposo. L'aspetto epidemiologico si riferisce agli studi che evidenziano l'associazione tra l'insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici scheletrici agli arti superiori e l'intensità, frequenza e durata degli sforzi esercitati dagli stessi. L'aspetto biomeccanico relativamente al principio p che gli sforzi esercitati esternamente dagli arti si traducono in forze interne di tensione e di compressione sui tendini-muscoli, e queste sono proporzionali agli sforzi esercitati. Le forze interne di compressione sono funzione delle posture assunte dagli arti superiori (piegamenti effettuati dai polsi, gomiti,...) /93

54 Metodo Strain Index Il calcolo dello Strain Index si basa essenzialmente sulla determinazione di 6 variabili: 1. l'intensità dello sforzo nell'effettuare l'operazione operazione-compito; 2. la durata dello sforzo all'interno del compito; 3. il numero di sforzi al minuto; 4. la postura assunta dal segmento mano-polso nell'eseguire il compito; 5. la velocità di esecuzione del compito; 6. la durata del compito nella giornata lavorativa. Ad ognuna delle 6 variabili è associato un fattore moltiplicativo; lo Strain Index è il risultato del prodotto di tutti i fattori moltiplicativi /93

55 Metodo Strain Index Gli studi condotti sull'applicazione dello Strain Index nei vari comparti lavorativi hanno evidenziato che un valore dell'indice Strain Index pari a 5.0 è il discriminante i i tra compiti con presenza di rischio e non. In particolare per indici di rischio Strain Index minore di 5.0, i compiti si possono considerare "sicuri"; per indici Strain Index superiori i a 5.0 si devono considerare potenzialmente a rischio, con gravità crescente al crescere dello stesso /93

56 Strain Index Calcolo dello Strain Index Intensità sforzo Durata sforzo Azioni/ minuto Postura mano/polso Velocità lavoro Ore lavoro Strain Index X X X X X = Interpretazione del risultato SI <=3 Lavori probabilmente sicuri 3<SI<7 Lavori di incerta valutazione rispetto al rischio SI>=7 Lavori probabilmente pericolosi /93

57 criticità del metodo Strain Index- non individua gli sforzi localizzati alla spalla non tiene conto dell anzianità lavorativa dell operatore; /93

58 Il metodo RULA: procedura breve per la valutazione del rischio degli arti superiori Il metodo RULA (Rapid Upper Limb Assessment) è stato sviluppato da McAtamney e Corlett della università di Nottingham nel 1993 (Institute for Occupational Ergonomics) per valutare l'esposizione dei lavoratori ai fattori di rischio che possono generare traumi negli arti superiori del corpo: posture, ripetitività dei movimenti, forza applicata, attività i statica del sistema muscoloscheletrico /93

59 Il metodo RULA: procedura breve per la valutazione del rischio degli arti superiori Il metodo RULA valuta le posture reali assunte durante l attività lavorativa. È importante valutare tra tutte le attività svolte, le sole che comportino un carico posturale molto elevato. La applicazione del metodo comincia con la osservazione della attività del lavoratore durante varii cicli di lavoro. A partire da questa fase di osservazione si devono selezionare le attività e le posture più significative, sia per la durata, sia perché presentano a priori un maggiore carico posturale. Queste saranno le posture che si valuteranno. Il metodo deve essere applicato al lato destro ed al lato sinistro del corpo in modo separato. Il valutatore esperto può selezionare a priori il lato che che apparentemente sarà soggetto a maggior carico posturale, ma nel caso di dubbio è preferibile analizzare entrambi i lati /93

60 Il metodo RULA: procedura breve per la valutazione del rischio degli arti superiori Il RULA divide id il corpo in due gruppi, il gruppo A che include gli arti superiori del corpo (braccio, avambraccio, e polso) ed il gruppo B che comprende le gambe e il tronco ed il collo. Mediante le tabelle associate al metodo assegna un punteggio a ciascuna zona corporea (gambe, polso, braccia, tronco) per assegnare un valore globale a ciascuno dei gruppi A e B, in funzione di detto punteggio. Il meccanismo di assegnazione del punteggio alle varie parti del corpo è funzione degli angoli formati rispetto ad assi di riferimento. i Il metodo presenta gli assi di riferimento secondo i quali devono essere fatte le misurazioni. Successivamente, i punteggi globali dei gruppi a e b sono modificati in funzione del tipo di attività muscolare sviluppata., così come della forza sviluppata. Per ultimo, si ottiene il punteggio finale a partire da questi valori modificati. Il valore finale del metodo rula è proporzionale p al rischio legato alla realizzazione dell attività, in modo che valori alti dell indice indicano un maggiore rischio di insorgenza di disturbi muscolo scheletrici /93

61 Metodo RULA - Punteggio del Braccio Il primo passo nella analisi riguarda il braccio. Per determinare il punteggio relativo dovranno essere misurati gli angoli che il braccio forma con il tronco (rispetto all asse verticale del lavoratore). In relazione alle possibili posizioni che può assumere il braccio, sono state individuate 5 situazioni, Il punteggio relativo al braccio è influenzato anche da altri elementi posturali che il lavoratore può assumere durante l attività, quali la rotazione o la abduzione del braccio, il sollevamento delle spalle il poggiare il braccio su un piano (ad esempio una scrivania /93

62 Metodo RULA - Punteggio dell'avambraccio Il punteggio da assegnare alla analisi dell'avambraccio prevede la catalogazione delle possibili posture che può assumere il lavoratore, in tre categorie, in funzione dell'angolo che l'avambraccio forma con il braccio stesso. Anche in questo caso, il punteggio assegnato all'avambraccio può variare in funzione di altri fattori di rischio, quali incrociare l'avambraccio rispetto alla linea mediana del corpo, oppure effettuare movimenti che spostano l'avambraccio verso l'esterno /93

63 Metodo RULA - Punteggio del Polso L'ultimo elemento da valutare nel gruppo A è quello relativo al polso. In questo caso, saranno fissati diversi punteggi in relazione alla flesssione del polso. In particolare, sono individuati tre possibili posture e relativi livelli di punteggio. Se il polso subisce una deviazione ulnare o radiale (è ruotato verso l'interno o l'esterno) il punteggio relativo al polso sarà superiore /93

64 Metodo RULA - Rotazione del Polso Un altro elemento da valutare nel calcolo dell'indice RULA è quello relativo alla rotazione del polso. Tale rotazione potrà essere assente o presente e, in questo caso, non ha rilevanza il grado di rotazione. Nella figura seguente è mostrato il polso ruotato /93

65 Metodo RULA - Punteggio del Collo La postura assunta dal collo provvede a fornire un altro elemento di rischio. Anche in questo caso, si dovrà provvedere alla valutazione dell'angolo di inclinazione del collo sul piano. sagittale del corpo. Sono stati individuati 4 livelli di inclinazione a cui corrispondono altrettanti punteggi. Ulteriori elementi di aggravio del punteggio sono le posture in cui il collo è ruotato o inclinato /93

66 Metodo RULA - Punteggio del Tronco L'inclinazione del tronco nelle varie fasi di lavoro contribuisce a determinare un elemento di rischio che rientra tra gli elementi da dover valutare in una analisi RULA. Per determinare il punteggio del tronco si dovrà provvedere alla valutazione dell' angolo di inclinazione i dello stesso sul piano sagittale del corpo. Sono stati individuati 4 livelli di inclinazione a cui corrispondono altrettanti punteggi /93 Ulteriori elementi di aggravio del punteggio sono le posture in cui il tronco è ruotato o inclinato.

67 Metodo RULA - Valutazione della Forza La forza applicata nella attività i in esame fornisce un punteggio che contribuisce significativamente alla determinazione dell'indice RULA complessivo. La forza dovrà essere misurata separatamente per il gruppo A e per il gruppo B, perchè i due raggruppamenti fanno riferimento a parti del corpo che durante la lavorazione sono sottoposti a carichi differenti. i Sono individuate id 4 tipiche i condizioni di utilizzo della forza sia in attività statiche che ripetitive, a cui corrispondono altrettanti punteggi /93

68 Metodo RULA - Valutazione dell'utilizzo della Muscolatura L'utilizzo della muscolatura può essere fatto in modo statico, ripetitivo o discontinuo. Alle prime due modalità (statico o ripetitivo) corrisponde un livello di rischio maggiore che dovrà essere preso in considerazione i nella valutazione dell'indice di RULA. Anche in questo caso, l'utilizzo della muscolatura ur dovrà essere valutato separatamente per il gruppo A e per il gruppo B, perchè i due raggruppamenti fanno riferimento a parti del corpo che durante la lavorazione sono sottoposti a carichi differenti /93

69 Metodo RULA - Valutazione dell'indice di esposizione In relazione ai valori ottenuti dalle analisi delle posture, utilizzando apposite tabelle di transcodifica, è possibile ottenere un livello di rischio variabile da un valore minimo pari ad 1 ad un valore massimo pari a 7. Sulla base del livello di rischio, sono definiti 4 livelli di azione. Livello di azione Livello di azione 1 Livello di azione 2 Livello di azione 3 Livello di azione 4 Azione Il punteggio finale 1 o 2 indica che la postura è accettabile se non è mantenuta o ripetuta per lunghi periodi Il punteggio finale 3 o 4 indica che sono necessarie ulteriori osservazioni e che sono richieste delle modifiche Il punteggio finale 5 o 6 indica che sono necessarie indagini e modifiche repentinei Il punteggio 7 indica la necessità di indagini e modifiche immediate /93

70 Criticità del Metodo RULA Le indicazioni fornite dai vari livelli di azione sono indicative e necessitano di maggiore approfondimento con l'utilizzo di altri metodi. Sono però significative del livello di rischio derivante da una particolare attività lavorativa. In tal senso, ad esempio, il metodo RULA fornisce un ordine di priorità delle attività che devono essere analizzate. Ad esempio, dalla valutazione RULA e dai valori dei punteggi assegnati alle singole posture o all'uso della muscolatura o della forza esercitata, è possibile desumere quali aspetti contribuiscono maggiormente al rischio /93

71 Articolo Informazione, formazione e addestramento 1... il datore di lavoro: a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente t al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato; b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività. 2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori 2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi /93

72 ESEMPIO CORRETTO MMC /23

73 ESEMPIO CORRETTO MMC /23

74 ESEMPIO CORRETTO MMC /23

75 ESEMPIO CORRETTO MMC /23

76 ESEMPIO CORRETTO MMC /23

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operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno art. 167, D.Lgs. 81/2008 Movimentazione manuale dei carichi

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