PROTEZIONE CIVILE NORMATIVA
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1 PROTEZIONE CIVILE PROVINCIA DI BERGAMO Servizio Viabilità e Protezione Civile NORMATIVA Arch. Ferruccio Agazzi
2 PROVINCIA DI BEGAMO Servizio Viabilità e Protezione Civile Fin dall inizio della sua storia lo stato italiano ha concepito la protezione civile esclusivamente come attività di soccorso pubblico post disastro. Non ha mai pensato che la protezione della popolazione dovesse essere una risposta del sistema del paese alle condizioni di rischio diffuso e costante cui la nazione stessa era sottoposta. Per più di un secolo, dal 1870 al 1990 ci si è sempre limitati a organizzare gli interventi dopo l evento, mentre espressioni come previsione e prevenzione sembravano non far parte del vocabolario normativo e istituzionale Arch. Ferruccio Agazzi
3 Quando nasce la Protezione Civile
4 ci ci si si è trovati impreparati ed ed impotenti nel nel fronteggiare Gli Gli eventi eventi calamitosi
5 la Legislazione 1 Nel Nel 1966 l alluvione di di Firenze vede per per la la prima volta la la partecipazione di di un un gran numero di di volontari, protagonisti degli interventi di di salvataggio del del prezioso patrimonio artistico LEGGE N. 996/70 Norme sul soccorso e l assistenza l alle popolazioni colpite da calamità Tutto l intervento l di soccorso viene immaginato governativo; le regioni, le province e i comuni sono coinvolti solo nella fase di programmazione e con un ruolo consultivo. In pratica, la legge sostiene che in caso di catastrofe gli interventi devono essere attuati dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dalla Croce Rossa.
6 LEGGE 996/1970 prima volta si si conia il il termine protezione civile, Gli Gli interventi di di soccorso sono sono demandati essenzialmente al al Corpo Nazionale dei dei Vigili del del Fuoco con con il il concorso delle Forze Armate e della Croce Rossa Italiana.
7 (DPR n. 66/81) si investono i prefetti di nuovi e davvero importanti compiti di intervento.
8 la Legislazione 2 Nel 1976 il terremoto in Friuli vede, prevalentemente, il contributo delle Forze Armate e degli eserciti stranieri nelle operazioni di soccorso. Numerosi risultano anche i volontari, che evidenziano la necessità di una migliore organizzazione e coordinamento. In occasione del terremoto in Irpinia e in Basilicata nel 1980 la legge 996 naufraga drammaticamente. D.P.R. 66 del 6/2/81 introduce istituti,competenze e procedure non previste dalla L.996. Gli enti locali vengono coinvolti non solo in materia di soccorso e assistenza, ma anche in tema di previsione e prevenzione nonché di ripristino delle normali condizioni di vita. Il nuovo sistema prevede, oltre all intervento delle colonne mobili governative anche il censimento e la più economica riutilizzazione di tutte le risorse comunque disponibili. Il principio fondamentale di questa diversa ideologia è l autoprotezione realizzata in base ad una educazione della protezione civile.
9 Nel 1982, dopo la tragedia di Alfredino Rampi, il Ministro Zamberletti presenta il disegno di legge che diverrà dieci anni dopo la famosa legge 225.
10 Fondazione della Protezione Civile il contenuto del D.P.R. 66 del 6/2/81 viene ripreso e promulgato con la L.225 del Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile.
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12 MA COSA E LA PROTEZIONE CIVILE? Per la prima volta la legge n. 225/1992 definisce un concetto di protezione civile che non si limita a fronteggiare le conseguenze di situazioni di emergenza, ma comprende attività di previsione e prevenzione. Scopo della Protezione Civile a qualsiasi livello diviene quello di tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni derivanti dalle calamità naturali o da quelle causate dall uomo. Sue specifiche attività sono: la previsione la prevenzione il soccorso dell emergenza il superamento
13 IL SISTEMA DERIVANTE DALLA Legge 225/1992 DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE Dirige e coordina Stato, Regioni, Enti pubblici (art. 11) PREFETTO organo ordinario di P.C. assume direzione unitaria servizi di emergenza a livello provinciale (art. 14) SINDACO organo locale di protezione civile (art. 16)
14 Cosa è la Protezione Civile PROVINCIA DI BERGAMO Servizio Viabilità e Protezione Civile Ministero dell Interno Presidenza Presidenza del del Consiglio Consiglio Forze Forze dell Ordine dell Ordine Esercito Esercito Dipartimento di Protezione Civile Regione Lombardia Un sistema complesso in cui intervengono una straordinaria pluralità di soggetti Prefetto Prefetto Sindaco Sindaco Vigili del del Fuoco Provincia Volontari Croce Rossa Italiana
15 la Legislazione 3 DALLA LEGGE N. 225/92 SEGUE una serie di atti legislativi mirati al miglioramento della struttura del volontariato D.M Contrassegno di cui dovranno essere muniti i veicoli delle associazioni di volontariato ai fini dell esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale D.P.R. n.613 /94 Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle attività di P.C. art.108 del D.Lgs n.112/98 utilizzo del volontariato di P.C. a livello comunale (Bassanini) e/o intercomunale
16 Aspetto principale dell attività di protezione civile: il fattore tempo Torrente Quiliano, 22 settembre 1992 Ore 10,45 Ore 15,30 Ore 15,40 Ore 15,45
17 I LI V E L LI D I A L L E R T A Dunque tra le attività di Previsione, Prevenzione, Soccorso e Ritorno alla normalità, riportate nella legge 225/92, si colloca con estrema importanza l attività di pianificazione di emergenza. Preallarme: rischio ipotetico possibile Allarme: Allarme: rischio ipotetico molto probabile Emergenza: Emergenza: evento conclamato
18 PROCEDURE DI INTERVENTO Preallarme: rischio ipotetico possibile Identificazione dei livelli di allerta art 2 LEGGE 225/92 Allarme: rischio ipotetico molto probabile Emergenza: evento conclamato Procedure e attivazioni specifiche per ciascun livello di allerta che codificano le azioni di ciascuno degli Organismi di Protezione Civile coinvolti nella gestione dell evento calamitoso
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20 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 COMUNE PROVINCIA REGIONE STATO INTERVENTO SINGOLO EVENTO TIPO A
21 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 REGIONE presidente COMUNE Sindaco STATO Prefetto PROVINCIA Presidente INTERVENTO COORDINATO istituendo il CCS EVENTO TIPO B
22 IL SISTEMA ATTUALE DERIVANTE DA art. 117 Cost. legge 225/1992, dgl.112/1998,legge 401/ 2001 STATO Dipartimento di P.C. Prefetti POTERI STRAORDINARI EVENTO TIPO C
23 METODO AUGUSTUS Rappresenta un unico documento operativo di sintesi degli indirizzi per la pianificazione vuole fornire criteri ed indirizzi per la pianificazione di qualsiasi emergenza a prescindere dall estensione e dall entità del fenomeno calamitoso e dal numero di enti e delle Amministrazioni coinvolte con l obbiettivo che nei piani di emergenza siano introdotte le funzioni di supporto con dei responsabili (9 funzioni per i Comuni, 14 per le Prefetture) crea linguaggi e procedure unificate che consentano un immediata e un efficiente collaborazione tra tutti i soggetti implicati nella gestione e nel superamento dell emergenza realizza un piano di emergenza che non sia un elenco di uomini ma una valutazione della disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono chiarisce la diversità dei ruoli del CCS (Organo di supporto al Prefetto) e della Sala Operativa (si raccolgono le esigenze di soccorso e si risponde secondo le indicazioni del CCS)
24 Il Principio di Sussidiarietà Questo principio, desunto dalla Dottrina Sociale della Chiesa, nasce nel 1931 con Papa Pio XI, il quale nell Enciclica Quadragesimo Anno scrive: Come è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che nelle minori e inferiori comunità si può fare. Conseguenza diretta della rivoluzione degli anni novanta è il riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni. Il Comune, con un sindaco eletto direttamente dal popolo che applica le tasse e le restituisce sotto forma di servizi, torna dopo mille anni a costituire il fulcro della vita comunitaria. Nel 2001 tutto questo viene sancito modificando in questa direzione anche la Costituzione Italiana. Nascono le Autonomie Locali e il Federalismo
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26 L.R. 12 maggio 1990 n. 54 (abrogata) Individua le attività regionali di P.C. nella previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio gravanti sul territorio lombardo L.R. 24 luglio 1993, n. 22 Legge regionale sul volontariato L.R. 1/2000 (abrogata) La R.L. definisce indirizzi e principi direttivi in materia di P.C. a cui devono attenersi gli EE.LL., con riferimento, con particolare venti di tipo B D.G.R. 21/02/2003 n Direttiva sulla pianificazione Enti Locali Direttiva Regionale sui rischi tecnologici del 2003 Linee guida in materia di pianificazione di emergenza con riferimento al RISCHIO CHIMICO- INDUSTRIALE D.G.R. n.7/15803 Direttiva Regionale sulle procedure postemergenza Attraverso la compilazione della scheda A si ha un quadro sintetico della situazione conseguente all evento, al fine di chiedere o meno la dichiarazione dello stato di emergenza
27 TESTO UNICO Il "Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di Protezione Civile" ha come obiettivo migliorare il servizio al cittadino, in termini di prestazioni più rapide dando struttura e forza al principio di sussidiarietà. Rispetto al precedente impianto normativo, che prevedeva una struttura piramidale al vertice della quale era posto lo Stato, seguito da Regioni, Province e Comuni, con le nuove disposizioni un evento di livello comunale verrà affrontato dai Vigili del Fuoco o dai volontari del Comune. Se la portata è di livello provinciale chi interviene è coordinato dalla Provincia, che può impiegare forze di più Comuni. La Regione è coinvolta direttamente quando l'evento è di livello più ampio e investe il territorio regionale. Solo in casi di calamità sovraregionali (alluvione del Po dell'ottobre 2000, alluvione novembre 2002) le forze in campo saranno coordinate con l'aiuto dello Stato o di un organismo sovraregionale, che può impiegare personale e mezzi provenienti anche da altre regioni.
28 L.R. 22 maggio 2004, n 16 Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di Protezione Civile Un testo normativo formato da 11 articoli che raccolgono, in parte rinnovandole, tutte le disposizioni legislative in materia di P.C. Il T.U.P.C. ha dato enfasi al ruolo delle Autonomie Locali: Comuni vere e proprie prime linee Province attivano i servizi urgenti previsti nel Piano provinciale e utilizza i volontari Regione Centro di Governo e di Coordinamento dell emergenza Il NUOVO COMPITO DELLA REGIONE le innovazioni: NORMATIVA concorrente con lo stato ORGANIZZAZIONE e utilizzo del volontariato RUOLO riconosciuto nella previsione (Meteo, nuova sala operativa H24, allertamenti DELEGA piena a Province e Comuni come prime strutture operative. I Presidenti della Provincia e della Giunta Regionale sono Autorità di Protezione Civile al rispettivo livello territoriale
29 Le principali novità rispetto al sistema precedente T.U.P.C. L.R.16/2004 COMUNE PROVINCIA REGIONE I Presidenti della Provincia e della Giunta Regionale sono Autorità di Protezione Civile al rispettivo livello territoriale individua individua i i Nuclei Nuclei di di Pronto Pronto Intervento Intervento fatti fatti da da volontari volontari certificati certificati per per il il soccorso soccorso tecnico tecnico urgente urgente attiva attiva i i servizi servizi urgenti urgenti previsti previsti dal dal Piano Piano Provinciale Provinciale e e utilizza utilizza i i volontari volontari coordina coordina l organizzazione l organizzazione e e programma programma i i distaccamenti distaccamenti di di VVF VVF sul sul territorio territorio
30 AMBITO OPERATIVO il T.U.P.C. si applica solo agli eventi di livello locale e regionale (art.2 lett.a e B L.225/92) non agli eventi di livello nazionale, in cui venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale
31 VII. IL SISTEMA LOMBARDIA La legge regionale 16/2004 disciplina, nel rispetto dei principi fondamentali delle leggi dello Stato, le attività degli enti locali, delle organizzazioni di volontariato e di altri enti pubblici e privati nel sistema regionale di protezione civile sul territorio della Regione Lombardia (art. 1) Le Province, in caso di eventi di tipo B, provvedono all attivazione dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, e al coordinamento delle organizzazioni di volontariato di protezione civile (art. 3) Il Presidente della Provincia è autorità di protezione civile e responsabile dell organizzazione generale dei soccorsi a livello provinciale (art. 7 comma 1) Il Presidente della Giunta regionale è autorità di protezione civile e responsabile del coordinamento degli interventi organizzati dalle Province interessate, di concerto con i Prefetti (art. 7 comma 2) Il Presidente della Giunta regionale decreta lo stato di crisi al fine di attivare tutte le componenti regionali utili per interventi di protezione civile (art. 8 comma 1) Il Presidente della Giunta regionale [ ], nel caso di eventi per i quali sia dichiarato lo stato di emergenza nazionale, si raccorda con gli organi dello Stato competenti all emanazione delle ordinanze per l attuazione di interventi urgenti (art. 8 comma 4)
32 Legge 996/1970 La P.C. è affidata al Sindaco e al Commissario di governo D.P.R. 66/81 Sindaco e Prefetto sono Organi di P.C. in qualità di U.d.G. (il legislatore trascurò il ruolo di sindaco a vantaggio del Prefetto) Legge 142/90 Sindaco e Prefetto sono Organi di P.C. in qualità di U.d.G. Legge 225/92 Il Sindaco diviene autorità Comunale di P.C. (recupero del ruolo del Sindaco) Legge delega Bassanini N.59 - D.Lgs 112/98 I Comuni acquistano la totalità delle competenze di P.C.
33 IX.1 PROTEZIONE CIVILE E DIFESA CIVILE TUTELA DA EVENTO BELLICO, TERRORISMO, SABOTAGGIO REGIONI+ STATO (COMPETENZA CONCORRENTE) EVENTI TIPO B DIFESA CIVILE PROTEZIONE CIVILE STATO (COMPETENZA ESCLUSIVA) TUTELA DA CALAMITÀ NATURALI E CATASTROFI
34 IX.2 PROTEZIONE CIVILE E DIFESA CIVILE TUTELA DA EVENTO BELLICO, TERRORISMO, SABOTAGGIO DIFESA CIVILE PROTEZIONE CIVILE STATO (COMPETENZA ESCLUSIVA)
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