Linee guida per l area dell ex-macello a Monza Parco del Macello. Marzo_200cinque. Amministrazione Comunale di Monza

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1 Amministrazione Comunale di Monza Dipartimento di Architettura e Pianificazione Politecnico di Milano Linee guida per l area dell ex-macello a Monza Parco del Macello Responsabile scientifico: Danilo Palazzo Marzo_200cinque Prima versione

2 Amministrazione Comunale di Monza Dipartimento di Architettura e Pianificazione Politecnico di Milano Linee guida per l area dell ex-macello a Monza Parco del Macello Responsabile scientifico: Danilo Palazzo Marzo_200cinque Prima versione

3 Linee guida per l area dell exmacello di Monza Parco del Macello Danilo Palazzo Responsabile scientifico e coordinamento e ricerca DiAP - Politecnico di Milano Dott. Ing. Laura_Franzoni (schede edifici, stime) Arch. Alessandro_Palazzo con dott. arch. Stefania Micotti (Centro di educazione ambientale) Arch. Linda_Poletti (città dei bambini) Dott. Arch. Valeria_Romagnoli (urbanistica e ricerca) Arch. Martina_Viganò (spazi verdi) Dott. Arch. Lorena Perri e Dott. Arch. Marco Parma (elaborazioni GIS) Mirko Buetto e Matteo Monguzzi (elaborazioni grafiche e CAD) Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 3 marzo_duemila5

4 Indice 0. Premessa. 1. Ambito territoriale ampio - La Brianza e monza capoluogo di Provincia - Il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale di Milano - Il canale Villoresi 2. La meso-scala - L ambito urbano e periurbano - Il Piano regolatore Generale adottato - Il sistema della viabilità e dei trasporti - Il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico 3. Il Sito - Il quartiere San Donato, lo stato dei servizi - L area dell ex macello - Linee guida progettuali:flessibilità e interconnessione Funzioni per ambiti: - Spazio giovani - La guinguette -Il core - Le aree verdi - Il centro di educazione ambientale - La via Procaccini e il percorso d acqua 4. Allegati - Schede degli edifici (stato di degrado e manutenzione) - Un ipotesi di costo di recupero della struttura del macello suini - Schede del verde (stato di degrado e manutenzione) - Esempi pag. 5 pag. 9 pag. 17 pag. 22 pag. 33 pag. 37 pag. 40 pag. 50 pag. 54 pag. 60 Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 4 marzo_duemila5

5 Premessa L amministrazione comunale di Monza ha incaricato il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano di una consulenza per la "progettazione a scala urbanistica dell area dell ex-macello e delle aree limitrofe. Il mandato dell amministrazione doveva tenere conto «dell intenzione del Comune di Monza di attribuire all area in oggetto ruolo di parco urbano attrezzato capace di accogliere diverse funzioni orientate al soddisfacimento di alcuni bisogni sociali e ricreativi espressi dalla popolazione del quartiere e della città di Monza con particolare attenzione alla presenza di attività per i giovani e tenuto conto della scelta di potenziamento del canile esistente, nonché di integrare l area con il paesaggio urbano, semi-naturale, agricolo e naturale circostante e in linea con gli indirizzi contenuti nei programmi urbanistici e programmatori dell amministrazione comunale. La consulenza, consiste: nella definizione delle funzioni insediabili, della loro collocazione nell ambito di progetto, delle dimensioni, delle caratteristiche funzionali e tipologiche e delle possibili sinergie con operatori pubblici e privati per la progettazione, realizzazione e gestione di attività ivi collocabili; nella predisposizione di restituzioni grafiche e cartografiche e di prefigurazioni plani-volumetriche delle configurazioni dell ambito di progetto. Tale ambito sarà traguardato rispetto ad almeno tre scale cui corrispondono analisi di contesto e di proposta: l ambito territoriale ampio: entro il quale fare emergere il ruolo e le relazioni tra l ambito di progetto e i suoi elementi vicini e circonvicini; l ambito urbano e peri-urbano di diretta appartenenza: entro il quale sarà rilevato il rapporto funzionale e paesaggistico tra l ambito di progetto e l immediato intorno, oltre che alle relazioni che possono instaurarsi tra gli spazi e le funzioni interni all area e le aree verdi e gli spazi aperti circonvicini, gli ambiti agricoli residuali di rilevante importanza, le aree naturali e seminaturali, ecc.; il sito: che corrisponde al rettangolo dell exmacello e alle aree e agli elementi urbani dismessi, degradati, sotto-utilizzati o in fase di progettazione o sistemazione, che lo completano, per il quale è previsto un approfondimento kkk progettuale che definisca una proposta contenente: funzioni, dimensioni, schemi tipologici (per gli edifici e per gli spazi verdi e aperti e percorsi) e relazioni con le scale di studio. Le proposte devono essere coerenti: con le scelte di natura infrastrutturale già prese e/o in fase di progetto, i progetti e le iniziative urbane già attivati e/o in fase di realizzazione, le politiche di trasformazione urbana, le decisioni contenute negli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale e di indirizzo, sulla base dei documenti e degli incontri informativi con gli uffici dell Amministrazione Comunale; con le proposte che emergeranno da altri studi attualmente in atto o che saranno attivati dall Amministrazione Comunale di Monza nel periodo di realizzazione della presente convenzione; con i principi della sostenibilità territoriale e ambientale e della sostenibilità economica delle proposte, tenuto conto in particolare della correlazione tra programmi integrati di intervento proposti e risorse per la riqualificazione dell area e degli edifici» (dalla convenzione di consulenza tra il Comune di Monza e il Politecnico di Milano, DiAP). Il Comune di Monza nella fase di attribuzione dell incarico e, successivamente, attraverso incontri e atti urbanistici formali, ha specificato le ipotesi strategiche con le quali il progetto delle linee guida progettuali dovesse confrontarsi. In particolare, nella primissima fase dell incarico, l amministrazione ha indicato su una foto aerea quali fossero le indicazioni di massima per il sito di cui tenere conto (figura 0.1). Le indicazioni sono state prese in considerazione nella stesura del documento a meno delle indicazioni relative al carcere che, nel 2004, è stato assegnato ad un privato a seguito di un processo di pubblico incanto. Più recentemente, l adozione del Piano Regolatore Generale nel dicembre 2004 ha confermato la destinazione dell area parco di quartiere di particolare rilevanza (art Aree SP3 per il verde e lo sport, delle NTA del Piano) e ha ulteriormente precisato i contenuti, le finalità, i parametri edilizi ed urbanistici integrativi della disciplina di zona e delle regolamentazioni particolari in una scheda d ambito contenuta nel Titolo III, art. 18, delle NTA. L ex-macello, chiamato Parco del Macello, è individuato come Ambito 20: «Ambito di aree SP, di interesse sovracomunale, urbano e di quartiere. Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 5 marzo_duemila5

6 Figura 0.1 Le strategie per il sito L area interessa un complesso di edifici con valori di archeologia industriale, di valore storicomonumentale. La destinazione prevalente è a parco urbano e di quartiere (Parco del Macello), attrezzato con pluralità di attività culturali, ricreative, di spettacolo e musicali, in particolare volte ad offrire opportunità per attività di aggregazione e di servizio per i giovani. È previsto il potenziamento della struttura del Canile ASL Milano 3/ENPA. La palazzina di via Procaccini (originari alloggi della direzione), unitariamente ad altri edifici vicini, è destinata ad attività municipali decentrate (sede di Circoscrizione) e servizi di quartiere. Sono previsti il superamento ciclopedonale del canale Villoresi ed il collegamento del Parco di quartiere sino al più ampio ambito del Parco urbano e territoriale della Cascinazza. Il Parco costituisce isola pedonale». In termini ancora più generali le linee guida per il Parco del Macello assumono, all interno delle fasi di costruzione, i tre obiettivi dichiarati nel Documento di indirizzo e coordinamento delle politiche urbanistiche e territoriali del comune di Monza, ribaditi nel Piano dei Servizi e sostanzialmente confermati nella relazione del PRG: città di tutti e delle opportunità alla persona in particolare attenzione all infanzia e all adolescenza. In definitiva una Città dove la risposta a fabbisogni complessi e diversificati trovi la risposta a esigenze sociali come parte integrante della Città dello sviluppo, dell economia e della produzione di ricchezza. sostenibilità ambientale e funzionalità urbanistica, ovvero l attenzione alla risorsa spazio. E da considerare pressoché finito il consumo di suolo per grandi zone omogenee e a fini urbanistici, se non per aspetti marginali o nel contesto di politiche di compensazioni (spostamenti di destinazioni esistenti nel recupero di servizi e verde urbano). nuovo ruolo della città nel contesto Brianteo e Regionale. Un altro elemento di riferimento preso in considerazione nella stesura delle linee guida è l articolazione dei servizi prevista nel piano dei servizi che distingue tra: servizi nei quartieri. Ossia la realizzazione di Punti di centralità in ogni quartiere e circoscrizione. I servizi sono rivolti a potenziare la rete dei servizi locali tradizionali di urbanizzazione secondaria che necessita di essere completata, qualificata e messa a sistema nei quartieri. Per punti di centralità si intende un insieme di luoghi e funzioni, accessibili e fruibili dalla popolazione k Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 6 marzo_duemila5

7 di ciascun quartiere, in grado di rispondere alle esigenze espresse dalla popolazione che utilizza il quartiere (centri polifunzionali amministrativi e civici, strutture adatte alla vita del bambino nella città, centri di aggregazione giovanile, centri culturali, spazi dedicati al tempo libero della popolazione anziana, biblioteche, spazi polivalenti compreso il completamento di strutture sportive ove carenti). A ciò si affianca, nell ambito delle politiche di decentramento, la collocazione di sedi istituzionali di quartiere. Particolare attenzione viene data alla presenza di verde e parchi e alla mobilità ciclo pedonale (rete di percorsi, isole pedonali); servizi di città o urbani. Si tratta dei servizi di seconda generazione, volti alla qualità della città nelle sue varie componenti socio-culturali ed economiche; servizi a scala generale e territoriale. Sono i servizi a scala intercomunale. sono in alternativa tra loro. I principi adottati nel progetto: flessibilità e interconnessione (cap. 3) hanno guidato verso una proposta non chiusa e univoca ma, piuttosto, ad una soluzione complessiva che potrà essere composta come fosse un puzzle (cui allude anche la figura di copertina), trovando il pezzo giusto che completa l immagine che l amministrazione e la città intendono dare al Parco del Macello. Il Parco del Macello, pur confrontandosi prevalentemente con la scala del quartiere al quale offrirà servizi di parco urbano attrezzato, fornirà anche servizi di scala urbana (oltre al parcocanile, al Ser.T. e alla sede della circoscrizione 3) come gli spazi previsti per i giovani, i bambini e gli anziani e il ruolo di nodo di una rete di percorsi e greenway (cap. 2). Avrà però anche una dimensione territoriale attribuibile alla posizione baricentrica che il Parco del Macello avrà a scala provinciale e regionale rispetto ai grandi sistemi lineari verdi quali il Lambro e il Canale Villoresi (cap. 1). Il presente documento restituisce il processo progettuale e propositivo realizzato dal gruppo di lavoro e confrontato con l amministrazione. Il documento è organizzato in due parti: le linee guida e gli allegati. Le linee-guida tengono conto delle tre scale cui si faceva riferimento in precedenza: ambito territoriale ampio, mesoscala e sito. Questo, in particolare, è sviluppato attraverso paragrafi di approfondimento delle funzioni previste. Gli allegati raccolgono quei materiali di lavoro (schede sui singoli manufatti o sulla consistenza arborea, esempi, stime dei costi) che, per motivi di sintesi, si è preferito non comprendere nelle linee guida. Gli allegati costituiscono parte del materiale analitico di riferimento delle linee guida qui presentate. Le linee guida forniscono all Amministrazione alcune ipotesi di trasformazione dell area del Parco del Macello. In qualche caso le ipotesi kkkk Figura 0.2 Flessibilità e interconnessioni Va, infine, ricordato che sull area si sono esercitate negli ultimi anni altre iniziative progettuali e meta-progettuali. Nel 1999 l amministrazione comunale ha partecipato al finanziamento di un workshop sull area del ex-macello, svoltosi nell aprile 2000, organizzato dal Politecnico di Milano e da Regional Plan Association di New York, nell ambito dell iniziativa Transforming the Places of Production Trasformare i luoghi della produzione. Gli esiti dell iniziativa sono confluiti in un volume pubblicato nel Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 7 marzo_duemila5

8 Alla fine del 2001 è stato prodotto un documento dal titolo Master Plan dell area dell ex macello a Monza, anche questo nell ambito di una convenzione tra il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano e il Comune di Monza. I materiali analitici prodotti nell ambito di entrambe le iniziative sono stati, quando necessario, assunti in sede di elaborazione delle presenti linee guida. Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 8 marzo_duemila5

9 1. L ambito territoriale ampio La Brianza e Monza capoluogo di provincia Il 12 maggio 2004 è stata ufficialmente istituita la Provincia di Monza (legge n. 146/2004). Il lungo percorso politico e istituzionale durato 26 anni porterà, dal 2009, alla elezione di un Presidente e di un consiglio che governeranno un autonomia territoriale in diversi campi di competenza: ambiente, territorio e urbanistica, trasporti, viabilità, cultura, formazione professionale, istruzione secondaria, lavori pubblici, polizia provinciale, protezione civile, protezione della natura, servizi sociali. Alle competenze delle istituzioni provinciali si affiancheranno anche interventi di rilevante carattere simbolico delegate a rinforzare il ruolo di guida che la città di Monza ha nei confronti del territorio di competenza, la Brianza. Monza, con la sua rilevante dimensione demografica che la colloca al terzo posto tra le città lombarde (dopo Milano e Brescia), già possiede una capacità di attrazione che travalica anche i confini della nuova provincia. Il suo ruolo nella storia d Italia, la presenza di monumenti e di infrastrutture sportive innalzano già la sua notorietà a scala internazionale, ma molte iniziative sono state prese, o dovranno esserlo, per rinforzarne il suo nuovo ruolo. Il concorso internazionale sulla Villa Reale e i giardini (conclusosi con la vittoria del progetto dell arch. Giovanni Carbonara di Roma), le varie proposte di risistemazione dell autodromo e dell area del Parco che lo contiene, l avvio dell università (le iniziative legate all ospedale San Gerardo e alla Bicocca), i recenti progetti avviati per dotare la città di un sistema museale (progetto di Gae Aulenti per una nuova pinacoteca nell area dell ex stabilimento tessile Pastori & Casanova), di un polo fieristico locale nell area dismessa del Rondò dei Pini, e di altri progetti (quali le sedi della nuova Provincia, della Questura e delle Prefettura nell ex Caserma IV Novembre, il nuovo tribunale sull area di Via Solera, il polo terziario nell area dell ex Fossati Lamperti e il polo produttivo in Viale Sicilia). A questi progetti puntuali si associano iniziative nel campo della pianificazione urbanistica, tra le quali il documento direttore e il piano regolatore generale, recentemente adottato, che hanno come prospettiva generale di dotare Monza di strumenti di governo delle trasformazioni urbane e dello sviluppo fino ad ora basate o su documenti fortemente superati nelle previsioni, nelle prospettive e nei presupposti analitici e giuridici che li contraddistinguevano (il Piano jjjjjjjjj Piccinato, per intenderci) o su strumenti parziali, che non hanno mai completato l iter procedurale (il c.d. Piano Benevolo). Il ruolo a scala territoriale della città di Monza e le strategie di sviluppo e di consolidamento della propria funzione sono stabilite anche dalla vigente pianificazione di scala vasta. Lo strumento che presenta indicazioni di interesse per il nostro ambito di studio è il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Milano. Figura 1.1 Tavola 3 Sistema paesistico-ambientale, fonte: PTCP Milano, stralcio AREA VASTA Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 9 marzo_duemila5

10 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Milano Il PTC della Provincia di Milano è stato approvato il 14 ottobre 2003 con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 55 (pubblicazione sul BURL - serie inserzioni n. 45 del ). Lo sguardo adottato qui per l analisi del Piano è orientato al riconoscimento di quei contributi, contenuti nella relazione, nelle norme e negli elaborati cartografici che aiutano a comprendere le relazioni che l area destinata ad accogliere il Parco del Macello ha con il suo intorno più ampio. Di una certa rilevanza, in questo senso, sono due tavole del piano. La Tavola 3 Sistema Paesistico ambientale e la Tavola 4 Rete ecologica. La prima figura mette in evidenza un importante sistema di aree verdi, esistenti e in progetto, che scendono dalla parte settentrionale della provincia scende fino a Milano. Il sistema, che ha tra i suoi elementi di maggior pregio il Parco di Monza intercetta, a sud di questo, il centro storico di Monza che, per il suo particolare valore urbano e la percorribilità pedonale, non costituisce un ostacolo bensì un elemento di arricchimento del sistema in una logica d uso dei percorsi analoga alla filosofia progettuale delle greenway. A sud del centro storico, lungo il fiume Lambro, si riconosce il sistema insediativo del quartiere San Donato del quale fa parte, a livello locale, il Parco del Macello. Lungo il Lambro si attesta un ambito di rilevanza paesistica (art. 31 delle NTA), che corrisponde al parco urbano e territoriale della Cascinazza, il quale prosegue oltre il confine comunale nel territorio di Cologno Monzese e quindi di Milano. Tra i sistemi di valorizzazione dell asta del Lambro il PTCP individua ai margini AREA VASTA Figura 1.2 Tavola 4 Rete ecologica, fonte: PTCP Milano, stralcio Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 10 marzo_duemila5

11 dell autostrada Milano-Venezia all altezza dello svincolo con la tangenziale nord, un area boscata sul modello e in coerenza al programma dieci grandi foreste di pianura della Regione Lombardia (art. 63 delle NTA, vedi box in calce al paragrafo). L asta verde così definita troverebbe nel Parco del Macello un naturale baricentro del sistema nord-sud. Questa posizione geografica baricentrica è ulteriormente confermata dal secondo elaborato del PTCP preso in esame, la Tavola n. 4, Rete ecologica, che attribuisce valore di principali corridoi ecologici dei corsi d acqua sia all asta del Lambro sia al canale Villoresi. La rete ecologica, secondo l art. 56 delle NTA del PTCP di Milano, è un sistema polivalente di collegamento tra ambienti naturali e ambienti agricoli diversificati tra loro da differenti caratteristiche ecosistemiche [ ]. La rete ecologica costituisce progetto strategico paesistico-territoriale di livello sovracomunale. Gli indirizzi del PTCP per la sua realizzazione sono i seguenti: a) riequilibrio ecologico di area vasta e locale, attraverso la realizzazione di un sistema funzionale interconnesso di unità naturali di diverso tipo; b) riduzione del degrado attuale e delle pressioni antropiche future [ ]; c) miglioramento dell ambiente di vita per le popolazione residenti ed offerta di opportunità di fruizioni della qualità ambientale esistente e futura; d) miglioramento della qualità paesistica. I corridoi ecologici, quali il Lambro e il Villoresi sono (art. 58) quelle fasce di territorio che, presentando una continuità territoriale, sono in grado di collegare ambienti naturali diversificati tra loro, agevolando lo spostamento della fauna. Il canale Villoresi Il canale, che porta l acqua dal Ticino all Adda a scopo irriguo, prende il nome dell ingegnere Eugenio Villoresi nato a Monza il 13 febbraio 1810 da Teresa Baffa. Luigi Villoresi, il padre, era allora direttore dei giardini reali di Monza. L opera idraulica fu completata dopo la morte del progettista, avvenuta nel Il progetto, che inizialmente prevedeva la realizzazione di due canali di derivazione, uno dal lago di Lugano e una dal lago Maggiore, fu abbandonato a favore dell attuale tracciato. Obiettivo del progetto era fornire, attraverso una rete di canali, acqua per l irrigazione nel territorio settentrionale del milanese con campi poco redditizi e ampie parti incolte denominate brughiere. Alla morte del padre i figli per realizzare il progetto voluto dal padre dovettero cedere i diritti di concessione alla Società Italiana Condotte d'acqua, costituitasi a Roma nell'aprile del 1880 allo scopo di fornire acqua per usi civici, agricoli e industriali. L inaugurazione del canale avvenne a Somma Lombardo nell'aprile del 1884, anche se per il compimento dell'opera ci vollero ancora alcuni anni: nel 1886 fu aperto il primo tronco del canale, che entrò completamente in funzione solo dopo il congiungimento con l'adda, nel AREA VASTA Figura 1.3 Tavola 6 Unità paesistico territoriali, fonte: PTCP Milano, stralcio Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 11 marzo_duemila5

12 Nel 1920 la Società Italiana Condotte d'acqua cedette la gestione del canale al Consorzio degli Utenti che, con Decreto Ministeriale del 20 giugno 1938 fu riconosciuto di Miglioramento Fondiario e mutò il nome in Consorzio Villoresi di Bonifica. Oggi il Canale Villoresi si snoda per 86 km., attraverso un Comprensorio di ettari nel quale distribuisce l'acqua La complessa rete idraulica, composta da rami secondari e terziari, ha una estensione di 1400 km che incrocia e interferisce coi navigli Grande, Pavese, di kkkkkkk Bereguardo, Martesana, coi fiumi Ticino, Olona, Lambro, Po, coi torrenti Lura, Bozzente, Seveso, Garbogera, Folgora, col cavo Redefossi, col canale Muzza, con la roggia Vettabbia. La gestione del canale Villoresi è attribuita al Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi che ha sede a Milano e che dagli anni '80 si occupa anche dei Navigli Grande, Pavese, Martesana e Bereguardo e i territori a sud dei navigli. Il ruolo di rete ecologica attribuita al canale Villoresi dal PTCP ha un importante peso anche sul contributo che a questa potrà dare il Parco kkk AREA VASTA Figura 1.4 Villoresi: Gronda verde medio lombarda, ns. elaborazione Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 12 marzo_duemila5

13 del Macello che poggia il suo margine meridionale proprio sul Canale Villoresi e sulla pista ciclabile al suo bordo. In questo senso il canale Villoresi, con riferimento alla normativa del PTCP può svolgere una funzione proprio con l obiettivo di migliorare l ambiente di vita per le popolazione residenti e offrire opportunità di fruizioni della qualità ambientale esistente e futura. Questo contributo può avvenire per alcune ragioni che già si rintracciano negli strumenti di area vasta. Innanzitutto il canale Villoresi fa da discrimine tra le unità paesistico territoriali che caratterizzano la parte settentrionale del milanese da quelle della parte meridionale, la pianura asciutta da quella irrigua. La Tavola 6 Unità paesistico-territoriali del PTCP restituisce con chiarezza questa condizione e attribuisce al Villoresi un ruolo di osservatorio paesistico-ambientale privilegiato. Il canale Villoresi, svolgendosi da ovest ad est, dal Ticino all Adda intercetta anche un certo numero di parchi regionali e di parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS), tanto da assumere una funzione di gronda verde mediolombarda. Nella omonima tavola (figura 1.4) la messa in evidenza di questo sistema fa emergere il ruolo di connettivo che il canale svolge tra sistemi verdi e aree ecologiche di una buona parte della Lombardia. Infine, la Provincia di Milano, all interno del Piano kkk del Traffico della Viabilità Extraurbana (PTVE), approvato con Delibera di C.P. n. 1/03 il 9 gennaio 2003, riconosce al canale Villoresi la funzione di itinerario di progetto fondamentale sul quale si spera in investimenti per l attuazione di una pista ciclabile ai suoi margini. Il Parco del Macello in questo quadro di area vasta e a confronto con le risorse paesisticoambientali che compongono l ampio territorio di riferimento può svolgere non solo un ruolo di porta al sistema nord-sud (l asta del Lambro) e ovest-est (il canale Villoresi) ma anche di portale all educazione e alla conoscenza degli ecosistemi naturali e culturali che lo hanno formato e contribuiscono a dargli valore (vedi più oltre la descrizione del Centro di Educazione Ambientale). Il Parco del Macello si può quindi costituire come punto di partenza di un sistema di greenways (secondo la definizione dell Associazione Italiana Greenways: spazi aperti di connessione e collegamento tra loro e con aree urbanizzate di parchi, riserve naturali, beni culturali e siti storici) che potrebbe fortemente avvantaggiarsi anche dalla realizzazione, relativamente al fiume Lambro, di un Contratto di Fiume un meccanismo di finanziamento a progetti che ha come obiettivo la rivalorizzazione del corso d acqua. AREA VASTA Figura 1.5 La rete dei percorsi ciclabili, fonte: Piano del traffico per la viabilità extraurbana, Provincia di Milano Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 13 marzo_duemila5

14 IL CONTRATTO DI FIUME Il Contratto di Fiume è un esperienza di programmazione negoziata, teso ad integrare, alla scala di bacino idrografico, le politiche settoriali in campo ambientale e territoriale. Il Contratto di Fiume rappresenta uno strumento innovativo della politica regionale sulle acque, previsto dal Documento Strategico per la Politica delle Acque in Lombardia del 10/12/2002, ed indicato quale strumento partecipato di definizione e attuazione delle politiche regionali sulle acque previste dalla Lr. 26/2003. Il Contratto inoltre tende all attuazione delle finalità e degli obiettivi previsti dalla Comunità Europea in materia ambientale ed in particolare in materia di acque, così come declinati nel VI Programma d Azione per l Ambiente, e nella Direttiva 2000/60/CE. Infine il Contratto concorre anche alla realizzazione del progetto Netwet 2: Water Telematic Platform, approvato e finanziato dall Unione Europea nell ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg IIIB. Il Contratto di Fiume nasce dall esigenza da parte di enti, associazioni e cittadini per cercare di elaborare strategie comuni in grado di risolvere la tendenza al degrado di ampie zone di territorio. La Regione Lombardia ha proposto quindi di iniziare un percorso per giungere alla condivisione e alla sottoscrizione di un accordo, chiamato Contratto di Fiume, tra enti ed utilizzatori finalizzato alla rivitalizzazione del fiume attraverso i seguenti obiettivi: miglioramento delle caratteristiche qualitative delle acque; prevenzione e controllo delle piene; sistemazione delle sponde; valorizzazione e fruizione dell ambiente fluviale. Il Contratto di Fiume richiede un forte impegno da parte degli enti locali, dei cittadini e degli utilizzatori finalizzato alla valorizzazione del loro patrimonio idrico. Gli obiettivi del Contratto vengono definiti collettivamente e rappresentati in un programma di recupero e gestione basato su interventi che hanno lo scopo di recuperare e valorizzare il potenziale ecologico e ricreativo del corso d acqua, considerato un vero e proprio patrimonio da salvaguardare dall attuale situazione di rischio ambientale. COM È ARTICOLATO IL CONTRATTO DI FIUME Il Contratto di Fiume è un accordo, tra gli attori che caratterizzano il territorio dei bacini interessati, volto a definire: uno scenario strategico di riferimento condiviso tra tutti gli attori coinvolti e che contenga gli obiettivi di qualità ambientale, di sicurezza, di fruibilità delle acque e dei relativi ambienti, che si intendono perseguire; le modalità più idonee al raggiungimento degli obiettivi individuati; i programmi operativi operative da attivare; gli impegni dei soggetti interessati nel realizzare i programmi d intervento operativi. La costruzione degli scenari strategici di riferimento è fondata sull analisi delle risorse territoriali e ambientali che si sono storicamente sedimentate e sulla valorizzazione e sull integrazione di tutte le politiche e le azioni che i soggetti coinvolti nel processo di costruzione del Contratto già attuano o intendono attuare in linea con gli obiettivi del Contratto. Gli scenari verranno elaborati per i bacini nella loro interezza con l obiettivo di definire le condizioni atte ad invertire il processo di crescita del degrado ambientale e territoriale che è provocato dai processi di urbanizzazione diffusa e dalla conseguente crescita del rischio idraulico e inquinologico. La metodologia adottata pertanto non è funzionale a produrre modelli di tipo analitico né tanto meno alla configurazione di un piano generale, ma si propone al contrario la valorizzazione, nella reciproca integrazione, di tutta la pianificazione esistente e l individuazione di politiche ulteriori congrue con gli scenari delineati. AREA VASTA I CONTRATTI DI FIUME ATTIVATI I Contratti di Fiume per ora attivati nella Regione Lombardia sono: Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura Il 27 gennaio 2003 è stato firmato un Protocollo d'intesa. il 22 luglio 2004 è stato firmato il Contratto da Regione Lombardia, ARPA Lombardia, Province di Milano, Varese e Como con i rispettivi ATO, Autorità di Bacino del Fiume Po, Agenzia Interregionale per il Fiume Po, Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e 78 Comuni interessati dai bacini idrografici dei tre corsi d'acqua. Contratto di Fiume Seveso A partire dall anno 2002 si è avviato un confronto tra alcuni soggetti istituzionali a livello locale che ha portato alla sottoscrizione di un Protocollo d Intesa. la Regione Lombardia - Direzione Generale Servizi di Pubblica Utilità ha promosso, il , l Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) - Contratto di Fiume Seveso e l istituzione del relativo Comitato di Coordinamento, formalizzando così il processo da tempo avviato a livello locale. Contratto di Fiume Lambro La Regione Lombardia (Direzione Generale Servizi di Pubblica Utilità), intende promuovere l Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) - Contratto di Fiume Lambro entro la primavera del Fondi disponibili per lo sviluppo delle azioni (Fonte Regione Lombardia) I fondi già disponibili per lo sviluppo delle azioni sono pari a , suddivisi in Azioni Infrastrutturali ( ), Azioni di Pianificazione ( ), Azioni di Regolamentazione ( ), Azioni di Recupero e Valorizzazione Ambientale ( ) e Azioni a Supporto del Partenariato e di Promozione Culturale ( ). Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 14 marzo_duemila5

15 NTA Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano Art. 31 Ambiti di rilevanza paesistica 1. Gli Ambiti di rilevanza paesistica, proposti in via preliminare alla Tavola 3 e la cui individuazione assume efficacia di prescrizione diretta solo nei casi di cui al comma 5 dell'art. 4, sono le aree connotate dalla presenza di elementi di interesse storico, geomorfologico, naturalistico e le aree in cui si manifestano dinamiche idrauliche, intese come sistemi territoriali costituiti dal corso d'acqua naturale e dal relativo contesto paesistico, caratterizzato da elementi morfologici, naturalistici, storico -architettonici e culturali. Sono altresì comprese le aree che necessitano di una riqualificazione dal punto di vista paesistico. Le modalità di intervento ammesse in tali zone rispondono al principio della valorizzazione. 2. Gli indirizzi del PTCP per la valorizzazione di tali ambiti, mirano alla tutela e al potenziamento degli elementi e delle unità ecosistemiche che li caratterizzano oltre che allo sviluppo di attività ricreative e culturali purché compatibili con l'assetto paesistico e, in riferimento alle aree fluviali, purché non in contrasto con le esigenze di tutela naturalistica e nel pieno rispetto della funzionalità ecologica di tali ambiti. E' da perseguire la conservazione, la riqualificazione ed il recupero del paesaggio e dei suoi elementi costitutivi. In particolare per quanto riguarda le aree fluviali gli indirizzi del PTCP mirano: a) alla valorizzazione e salvaguardia nel tempo della qualità del patrimonio idrico superficiale e del suo contesto naturalistico; b) allo sviluppo degli ecosistemi in funzione del potenziamento del corridoio ecologico naturale principale. 3. Negli ambiti di rilevanza paesistica, ai sensi dell'art. 4, si applicano le seguenti disposizioni: a) vanno salvaguardati gli elementi orografici e geomorfologici del terreno di cui all'art. 51, fatti salvi gli interventi ammessi dal Piano Provinciale delle Cave; b) nelle fasce di rilevanza paesistico - fluviale di cui alla Tavola 3, non sono consentite di norma le attività estrattive ne la localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti di cui all'art. 7 del D.Igs. 22/97. Qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, al di fuori di tali ambiti, la realizzazione dei suddetti impianti deve essere assoggettata a misure di mitigazione e compensazione paesistico - ambientale; e) sono ammesse nuove espansioni edilizie nelle parti di aree interessate dagli ambiti di rilevanza paesistica che sono esterne alle zone in cui gli ambiti stessi assumono efficacia di prescrizione diretta ai sensi del precedente articolo 4, comma 5. In tal caso le espansioni edilizie perseguono l'obiettivo del completamento del margine urbano dei nuclei esistenti, evitando la formazione di nuovi sistemi insediativi sconnessi dai nuclei esistenti. Nelle restanti parti di aree interessate dagli ambiti di rilevanza paesistica si applica, in tema di espansioni edilizia, quanto previsto dalle leggi nazionali e regionali vigenti. La progettazione degli interventi, in particolare per quelli direttamente prospicienti i corsi d'acqua e i Navigli storici, dovrà essere mirata all'inserimento storico, paesistico ed ambientale. Il recupero e l'ampliamento degli edifici situati in tali aree avverrà nel rispetto dei caratteri paesistico - ambientali storici locali; d) dovrà essere evitata la realizzazione di manufatti nei punti di confluenza fra corsi d'acqua; e) non è consentita l'installazione di cartellonistica pubblicitaria; f) ai fini della valutazione di assoggettabilità alla procedura di VIA degli interventi di cui all'allegato B del D.P.R. 12 Aprile 1996, ricadenti in tali ambiti, sono da considerare gli specifici elementi di valenza paesistico-ambientale caratterizzanti il contesto in cui è ricompreso l'intervento; g) negli ambiti di rilevanza paesistica lungo i Navigli storici non devono essere alterati gli elementi di riconoscibilità e specificità tipologica esistente. Le opere di manutenzione e restauro degli specifici manufatti afferenti ai Navigli {strade, alzaie, sponde, chiuse e canali) andranno effettuate nel rispetto delle originarie tecniche costruttive. Gli elementi storici compresi in tali ambiti tutelati andranno valorizzati come elementi significativi di un più vasto sistema turistico e fruitivo; h) gli interventi di riqualificazione territoriale d'iniziativa pubblica o privata comportanti ristrutturazione urbanistica dei nuclei esistenti, completamento degli aggregati urbani esistenti e nuove espansioni edilizie debbono concorrere al perseguimento degli obiettivi di tutela previsti dal PTCP per gli ambiti di cui al presente articolo e debbono essere coerenti e compatibili rispetto alle caratteristiche paesistico-ambientali del contesto in cui si inseriscono. 4. La Provincia assume gli ambiti di rilevanza paesistica come zone prioritarie per orientare contributi e finanziamenti derivanti dalle normative europee, nazionali e regionali di settore, in riferimento alle funzioni amministrative trasferite e delegate di competenza. La Provincia promuove altresì programmi e progetti strategici, ai fini della loro valorizzazione. Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP, verifica e individua a scala di maggior dettaglio tali ambiti e specifica eventuali ulteriori territori che presentano caratteri di elevata potenzialità paesistica, rispetto ai quali la normativa comunale deve prevedere efficaci strumenti di controllo delle trasformazioni. Il Comune può adottare piani del colore, di arredo urbano per le aree urbanizzate in ambiti di rilevanza paesistica e in particolare lungo i Navigli storici. 5. La Provincia integra e modifica le proposte di ambito di cui al presente articolo in seguito alle verifiche di compatibilità degli strumenti urbanistici comunali ed in coerenza con i contenuti delle intese di cui al Titolo III della Parte I della presente normativa. AREA VASTA Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 15 marzo_duemila5

16 NTA Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano Art. 63Aree Boscate 1. Il PTCP individua, alle Tavole 3 e 4, i boschi definiti ai sensi dell art.1 ter della L.R. 8/1976 e successive modifiche nonché le aree ricoperte prevalentemente da vegetazione arborea che per caratteristiche e collocazione assumono interesse paesistico. Detta individuazione assume efficacia di prescrizione diretta solo nel caso di cui al comma 5 dell'art. 4. Gli interventi ammessi in tali ambiti rispondono al principio della valorizzazione. 2. Tali ecosistemi rappresentano un fondamentale elemento di equilibrio ecologico. Il PTCP, al fine della loro conservazione, ha come obiettivo l'incremento delle superfici boschive e la loro buona gestione forestale, attraverso forme di governo della vegetazione arborea e arbustiva che favorisca l'affermarsi della vegetazione autoctona. 3. Gli indirizzi per la gestione dei boschi sono contenuti nella L.R. 8/1976 e successive modifiche, nonché nel relativo Regolamento 1/1993 "Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale". All'interno di aree protette, i boschi sono disciplinati dalla L.R. 9/1977 e dall'art. 4 della L.R. 86/1983. AI fine di regolamentare gli interventi sulle aree boscate, il PTCP individua nel Piano di indirizzo forestale lo strumento idoneo per la pianificazione e la gestione di tali aree e l individuazione di nuove aree da sottoporre a rimboschimento. Le aree boscate che presentino caratteristiche tipiche del climax della Pianura Padana devono essere preservate. 4. La Provincia, su proposta dei Comuni, individua alla Tavola 3 le aree da rimboschire, in coerenza con il progetto Regione Lombardia delle "dieci grandi foreste di pianura. Il Comune in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP: a) verifica i dati conoscitivi presenti alla Tavola 3; b) individua eventuali nuove aree boscate da sottoporre ad azioni di tutela. AREA VASTA Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 16 marzo_duemila5

17 2. La meso-scala - L ambito urbano e periurbano Il piano regolatore generale adottato Nel dicembre 2004 il comune di Monza adotta il Piano Regolatore Generale. L atto di adozione dello strumento arriva dopo che una bozza dello stesso PRG è rimasto liberamente disponibile alla visione dei cittadini e degli interessati sul sito internet del comune di Monza per molti mesi. L adozione del dicembre 2004, che aveva sollevato da un impasse molto dilatata nel tempo lo stato della pianificazione urbanistica a Monza (ferma appunto al piano Piccinato approvato nel 1971 con il D.M de 22 novembre 1971), sembra ora di nuovo insufficiente data l approvazione da parte della Regione Lombardia della nuova legge sul Governo del Territorio che obbligherà l amministrazione a procedere alla redazione di un nuovo strumento: il piano di governo del territorio. MESOSCALA Figura 2.1 Il PRG adottato Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 17 marzo_duemila5

18 Ai fini di questo studio si terranno comunque in considerazione le decisioni contenute nel PRG adottato. L unione delle tavole del PRG mette in evidenza un disegno del verde per il quadrante sud-orientale della città, prevalentemente composto da aree SP3 spazi per il verde e per lo sport (in verde brillante) e zone F3 Parchi urbani e territoriali (in verde scuro). Intercluso in questo sistema c è l ambito agricolo della Cascinazza azzonato come zona E. Le zone F3 prossime al fiume Lambro e la zona E che avvolge per tre lati il complesso agricolo della Cascinazza sono incluse in un ampio ambito di parco urbano. Il Parco del Macello è opportunamente collocato al centro di questa elaborazione cartografica. Il suo ruolo nel sistema urbano ampio non è diverso da quello che assume a scala più ampia: un perno per il raggiungimento di altri sistemi di verde e di ambiti urbani. Non è difficile scorgere infatti la centralità dell area rispetto al parco urbano e territoriale previsto lungo il fiume Lambro, nell area già affrontata dal concorso internazionale Europan 7, raggiungibile attraverso l esistente percorso ciclabile lungo il canale Villoresi (1) e che potrà proseguire verso sud nel corridoio nord-sud descritto nel precedente capitolo. Oppure verso est, sempre lungo il canale Villoresi, verso il parco delle cave (ambito 65 del PRG, 2). O, ancora, verso l ambito 27 della Cascinazza, raggiungibile sia attraverso l area a verde a sud del Parco del Macello, seguendo un sistema di piccole aree a verde (3) che vanno però necessariamente messe in collegamento tra di loro, stante l esistenza di recinzioni e impedimenti (vedi allegati), sia attraverso la nuova strada prevista dal PRG (4). Il sistema del verde disegnato dal PRG è in parte esistente e in parte da realizzare. Una elaborazione del PRG (nella figura 2.3) mette in evidenza il sistema di aree già realizzate e quelle ancora da realizzare. MESOSCALA Figura 2.2 Le possibili connessioni ai sistemi verdi limitrofi, ns. elaborazione dal PRG Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 18 marzo_duemila5

19 MESOSCALA Figura 2.3 I verdi esistenti e quelli in progetto, ns. elaborazione dal PRG Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 19 marzo_duemila5

20 Il sistema della viabilità e dei trasporti La rete delle piste ciclabili a Monza, restituite nella Tavola 7.1. del già citato Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana redatto della Provincia di Milano nel 2001, evidenzia una dotazione particolarmente ricca all interno del Parco della Villa Reale e nelle zone limitrofe. A sud, lungo il canale Villoresi, è invece evidente una spiccata frammentazione che, come già detto nel precedente capitolo, si auspica possa essere recuperata dato il riconoscimento del canale Villoresi e del fiume Lambro quali Itinerari di progetto fondamentali. Dal punto di vista viabilistico il PRG ha previsto, in prossimità dell area dell ex macello, due sistemi di connessione tra via Fermi/Viale delle Industrie, rispettivamente, al quartiere San Rocco e al quartiere di San Donato a pochi metri dall area dell ex-macello (vedi figura 2.5). Figura 2.4 Tavola 7.1 Rete dei percorsi ciclabili, PTVE, Provincia di Milano MESOSCALA Figura 2.5 I sistemi viabilistici previsti dal PRG adottato, ns. elaborazione dal PRG Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 20 marzo_duemila5

21 Il primo sistema connette la via Monte Grappa con via Monte Santo e, attraverso un sistema di svincoli, permette di raggiungere la via Fermi e le autostrade. Questo sistema risolverebbe alcuni delle questioni di isolamento del quartiere di San Rocco stretto tra il fiume Lambro e il tracciato ferroviario. In particolare, consentirebbe un migliore collegamento tra l area ex-fossati Lamperti, oggetto di uno studio di fattibilità per l avvio di una Società di Trasformazione Urbana e destinato a diventare un importante polo terziario e il territorio. Il secondo sistema viabilistico previsto dal PRG permette, a partire dal completamento verso sud della via Isonzo, il superamento del Canale Villoresi e il raggiungimento della via Fermi attraverso una nuova strada parallela alla via Buonarroti che completa la maglia costituita dalle strade ad essa perpendicolari (via Tiziano, via Masaccio, via Pier della Francesca, via Veronese, via Guardi e via Santa Lucia). Questo sistema viabilistico potrebbe avere un certo impatto sulla permeabilità pedonale e ciclabile tra il Parco del Macello e l ambito agricolo della Cascinazza. Sarà necessario, in fase di progetto della strada di PRG, prevedere degli interventi di moderazione del traffico e di attraversamento delle strade a favore della mobilità lenta. Il PRG, inoltre, prevede la realizzazione di una tramvia lungo la via Buonarroti, a partire da Viale delle Industrie fino a raggiungere via Mentana e viale Foscolo. Il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Figura 2.6 Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI), PTCP stralcio MESOSCALA Tra la documentazione del PTCP, va segnalata, la Tavola 5bis, relativa al fiume Lambro, che mette in evidenza le fasce di esondazione del fiume. Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 21 marzo_duemila5

22 Il sito Il quartiere San Donato, lo stato dei servizi Le tavole dello stato di fatto del Piano dei Servizi evidenziano una situazione, per l area intorno all ex-macello, nella quale prevalgono, in particolare a sud del canale Villoresi, spazi verdi (nella carta indicati con la sigla VE) e attrezzature sportive (AS). A est dell area dell exmacello un grumo significativo di servizi è concentrato intorno alla parrocchia Regina Pacis, composto da un oratorio con attrezzature sportive (AS), una scuola materna (IS_M) e una scuola media (IS_Md Borsa). All interno dell area dell ex-macello i servizi attivi sono il Ser.T. (Servizio Pubblico per le Tossicodipendenze), indicato come SS nella figura 3.1 e il canile (SA). Più a sud, un altro coagulo di servizi è associato alla parrocchia di SS. Giacomo e Donato. Anche qui, oltre agli spazi destinati all oratorio (indicati con la sigla AS) si trova una scuola elementare (IS_E Scuola Buonarroti) e una scuola materna (IS_M). La relazione del Piano dei Servizi denuncia, per l intera circoscrizione 3, che si estende ben oltre l ambito individuato nell immagine riprodotta, un fabbisogno maggiore [alle altre circoscrizioni di Monza] di aree per abitante. Tutte le categorie di servizi prese in considerazione sono sottodotate. Fatta eccezione per il verde, in cui comunque si registra un fabbisogno di circa 7 mq/ab, la circoscrizione è la meno dotata per tutte le categorie considerate (Relazione del Piano dei Servizi, edizione aprile 2004, sezione 9b, pag. 16). Il quartiere di San Donato (noto anche come San Vittore, dal nome del Molino che si trovava nella zona, o Regina Pacis dalla chiesa all incrocio tra via Buonarroti e via Mentana) è interessato da fenomeni di crescita urbana a partire dalla fine del XIX secolo. Nel 1845, nella carta Topografia della Reale Villa di Monza coll attiguo Parco e coll annessa città di Monza e rispettivi dintorni di Giovanni Brenna (figura 3.2), si riconosce il carattere distintamente agricolo dell area dove sorgerà, mezzo secolo più tardi, il macello pubblico di Monza. A est del Lambro, sulla sponda opposta al Regio Vivaio, si riconosce la Cascina o Molino di S.Vittore, la strada di S.Vittore (ora via Mentana) e la strada per Brugherio (ora via Buonarroti). Un primo sviluppo dell area si ha nel passaggio tra il XIX e il XX secolo. Nel 1920, il Piano di ampliamento della Città, redatto dall ufficio tecnico del Municipio di Monza, evidenzia l impianto del macello pubblico e il carcere sulla via di S.Vittore. A sud del macello si riconosce il Canale Villoresi. IL SITO Figura 3.1 Stato di fatto del Piano de Servizi, fonte: Comune di Monza, stralcio, ns. rielaborazione Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 22 marzo_duemila5

23 IL SITO Figura 3.2 L area di San Vittore, 1845, Topografia della Reale Villa di Monza coll attiguo Parco e coll annessa città di Monza e rispettivi dintorni di Giovanni Brenna, estratto Nel 1891 sorge lo stabilimento Hensemberger, specializzato in costruzioni metalliche. Nel 1908 alle due falegnamerie esistenti si affiancano alcuni mobilieri; nel 1912, sulla strada di San Vittore (ora via Mentana) trovano sede una tintoria che ne affianca una già presente alla fine dell 800, una fabbrica di cappelli e una piccola ditta di strumenti musicali. Lo sviluppo maggiore dell area intorno al macello, corrispondente al quartiere che fa riferimento alle parrocchie di SS. Giacomo e Donato e Regina Pacis, avviene nel secondo dopoguerra soprattutto per quanto riguarda la funzione residenziale. Allo stato questa area possiede le caratteristiche tipiche dei tessuti periferici urbani formatisi in quello stesso periodo storico: spazi residui di completamento, disegno urbano non riconoscibile, servizi limitati, verde scarso e non a sistema, aree industriali dismesse o sotto-utilizzate, ecc. Il quartiere è dotato di potenzialità che possono essere sviluppate. La circoscrizione 3, di cui questa area fa parte, raggiunge un livello complessivo di qualità della vita (un indicatore di sintesi relativo ai settori Popolazione, Ambiente e Traffico, Lavoro, Salute, Casa, Istruzione e cultura, Sport e tempo libero approfondito nello studio Qualità della vita per circoscrizione, del Comune di Monza) secondo solo a quello della circoscrizione 1. La Festa di S. Giovanni, che si svolge annualmente presso il mercato del bestiame, all interno dell area dell ex-macello, è Figura 3.3 L area di San Vittore, Piano di ampliamento della Città motivo di distinzione per questa zona e il successo che si ripete ogni anno suggerisce di mantenerla presso lo stesso luogo. Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 23 marzo_duemila5

24 L area dell ex macello L area dell ex-macello comprende, in realtà, anche gli spazi destinati al mercato del bestiame e al mercato generale ortofrutticolo. Nelle linee guida progettuali sono state considerate, oltre all ex-macello, anche l area verde libera a sud del Villoresi. Le aree e gli edifici considerati sono di proprietà o nella disponibilità del Comune di Monza. Il macello pubblico di Monza fu realizzato su progetto dell ing. Fossati e inaugurato il 7 maggio del La realizzazione del macello pubblico fu imposta dalle normative igienico-sanitarie che nel periodo post-unitario furono promulgate dal governo centrale. L ambito urbano prescelto, sin dal primo progetto che porta la firma dell ing. Arpesani è il quartiere di S. Vittore (ora S. Donato), un territorio con caratteristiche tipiche di un centro prettamente agricolo, attraversato da un asse viario importante, la strada Milano-Brugherio (ora via Buonarroti) e dal Canale Villoresi, che poteva garantire una rapida evacuazione degli scarti di lavorazione. Dopo il progetto dell ing. Arpesani, nel 1896 gli ingegneri Pinciroli e Riboni presentarono un nuovo progetto di macello pubblico collocato tra le strade comunali di S.Vittore e per Brugherio e il canale Villoresi. Il progetto prevedeva anche la costruzione di una nuova strada parallela al canale stesso. Il progetto dell ing. Fossati, presentato pochi anni dopo quello di Pinciroli e Riboni, da questo assumeva la localizzazione mentre modificava la disposizione dei padiglioni per le diverse lavorazioni. Caratteristica importante del progetto definitivo dell ing. Fossati, realizzato nei primi anni del XX secolo e inaugurato, appunto nel 1906, è l attenta disposizione dei corpi di fabbrica: tutti gli edifici riservati alle stalle di sosta degli animali sono posizionati lungo l asse estovest, in modo da garantire agli ambienti un maggior riparo dalla luce solare durante tutto l arco della giornata, mentre quelli riservati alla lavorazione delle carni sono posti lungo l asse nord-sud per fornire una maggiore illuminazione agli addetti durante le ore di lavoro. Solo un anno dopo l inaugurazione del macello, fu necessario pensare alla costruzione di celle frigorifere per la conservazione delle carni in attesa del loro trasferimento. Le celle, realizzate nel 1915, furono progettate dall ing. Jotta dell ufficio tecnico comunale. Le scarse risorse economiche e la rapidità richiesta per la loro esecuzione, portarono a un modesto risultato architettonico lontano dal carattere dignitoso del hhh resto dello stabilimento. Tra il 1912 e il 1914 fu realizzato un locale per il buffet a uso del mercato del bestiame costruito nel Nel 1934, sulla base di un approvazione del 1916, fu realizzato il canile comunale in prossimità del macello suini. Il macello rimase attivo, con alterne vicende, fino al 1984 anno in cui ne fu dichiarata la chiusura. Nel 1985, la nota nevicata fece crollare il reparto di macellazione bovini, le cui macerie furono rimosse, e una parte della copertura del macello suini. L amministrazione propose la demolizione dell intera area, ma a questa risoluzione si oppose la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici che impose la tutela sugli edifici e sul lotto (con atto del ). Nella prima metà degli anni dieci del 900 il macello fu presto affiancato, nel suo lato nord, dal mercato del bestiame il cui spostamento dal centro cittadino era stato ipotizzato già nel Il progetto era stato previsto per contenere fino a 350 cavalli, 300 bovini, 100 vitelli e da 400 a 600 suini quantità che, in occasione della tradizionale festa di S. Giovanni, poteva raddoppiare. Del progetto originario fu rispettato l impianto formale, ma le tettoie per la protezione degli animali furono riprogettate da Francesco Maddalena quando il comune approvò l acquisto di strutture metalliche provenienti dall Esposizione Universale di Torino del La localizzazione del mercato del bestiame fu favorita dalla costruzione, in quegli stessi anni, del ponte sul Lambro che facilitò lo scambio di merci e il collegamento con il centro cittadino dove si svolgeva il mercato comunale. La realizzazione del ponte favorì, inoltre, lo sviluppo edilizio attorno alla strada di S. Vittore. Nel 1934 fu inaugurato il trottatoio per i cavalli nel fronte settentrionale del mercato del bestiame. Su questa area, nel 1954, furono realizzati gli impianti per ospitare il mercato ortofrutticolo. Anche in questo caso, come per le tettoie del mercato del bestiame, le coperture furono acquistate nel 1950 a un asta indetta dalla Fiera di Milano. La tettoia, successivamente adattata alla dimensione e alla forma del lotto, era stata utilizzata alla Fiera Campionaria come capannone delle macchine per l agricoltura. La tettoia fu accorciata e lungo tre lati furono realizzati dei piccoli uffici-magazzini in muratura per gli operatori del mercato. Parte della tettoia non utilizzata fu adoperata per due piccoli edifici, orientati in senso est-ovest, adibiti a bar, servizi igienici, uffici per i vigili e deposito per i veicoli. Il mercato ortofrutticolo e il canile sono le uniche funzioni ancora attive dell originario sistema di kkkk IL SITO Linee Guida per l Ex-Macello di Monza pag. 24 marzo_duemila5

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