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1 o Montrone * dro Montrone In questi anni di perdurante crisi economica, i principali assetti socio-economici dell Umbria hanno subito delle trasformazioni in negativo. Il recente rapporto AUR 1 mette in luce come la crisi abbia prodotto una caduta dei redditi e dei consumi delle famiglie, e come le imprese, caratterizzate da dimensione ridotte e carenze strutturali, facciano fatica a elaborare strategie in grado di affrontare un mercato sempre più globale e competitivo. Nell ambito sociale si segnala la crescente difficoltà delle politiche di welfare nel trovare risposte ai bisogni delle famiglie, con l effetto di un ricorso ampio alle reti di aiuto familiare come importante sostituto delle politiche pubbliche nel generare le risorse necessarie ad aiutare i componenti. Anche l assetto demografico della società regionale subisce le conseguenze della crisi economica. I primi anni Duemila sono stati caratterizzati da una crescita continua della popolazione umbra grazie all apporto costante degli immigrati stranieri 2. Questo processo ha consentito di contrastare una possibile diminuzione della popolazione regionale e di attenuare il processo d invecchiamento in corso ormai da decenni. I dati più recenti indicano che il flusso immigratorio estero mostra un rallentamento. La crisi economica sta producendo una riduzione dei flussi in ingresso dei cittadini stranieri e un aumento delle emigrazioni di ritorno. Con riferimento alle condizioni del mercato del lavoro, la crisi si è ripercossa in una diminuzione del tasso di occupazione degli stranieri che in Umbria, tra il 2007 e il 2014, è diminuito dal 66,6% al 53,7% 3. Tale flessione è dovuta sia alla perdita di posti di lavoro che alla modificazione della tipologia d ingressi, con una riduzione di quelli per lavoro e un aumento del peso dei ricongiungimenti familiari e dei richiedenti asilo 4. Inoltre, la perdita di occupazione * Istat. 1 Agenzia Umbria Ricerche, L Umbria nella lunga crisi. Scenari e dinamiche, Rapporto economico e sociale, Perugia, Si veda: L. Calzola, Andamento e caratteristiche strutturali della popolazione, in: Storia dell Umbria dall Unità a oggi. Uomini e risorse, a cura di M. Tosti, Istituto per la Storia dell Umbria Contemporanea, Marsilio, Venezia, I dati sono di fonte Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Per il 2007 si veda: Regione Umbria, Osservatorio sul Mercato del Lavoro, Il mercato del lavoro in Umbria nel 2007, Perugia, 2008, pag Il dato del 2014 è stato prodotto dall elaborazione dei file di microdati dell indagine, disponibili su: 4 Si veda: Associazione italiana per gli studi di popolazione, Rapporto sulla popolazione. L Italia nella crisi economica, a cura di A. De Rose e S. Strozza, Il Mulino, Bologna, 2014, pp. 109 e seg. 57

2 determina il ritorno ai paesi di origine o la ricerca di una nuova destinazione da parte dei cittadini stranieri che avevano eletto la nostra regione come luogo per costruire un futuro. Oggi il futuro demografico della regione si trova a un bivio. Il superamento della crisi economica garantirà posti di lavoro per la popolazione e consentirà anche la ripresa di flussi d immigrazione. Se, invece, perdurerà una situazione di stagnazione, si avranno conseguenze negative non solo sulle condizioni di vita della popolazione nel complesso, ma si accentuerà, in modo forse irreversibile, il declino demografico della regione e l invecchiamento della sua popolazione. Con la conseguenza che tali processi produrranno un ulteriore perdita di competitività della società regionale. Nel lavoro, dopo aver illustrato l andamento demografico più recente della popolazione umbra, si vedrà come, in questi ultimi anni, la presenza straniera ne abbia modificato la struttura per età e come quest ultima potrebbe ancora cambiare in futuro in funzione di diversi scenari demografici. Fonti In seguito alla conclusione del censimento della popolazione del 2011, l Istat ha effettuato sia il riavvio del calcolo della popolazione residente in ciascun Comune a partire da quella legale censita al 9 ottobre 2011, sia il ricalcolo della popolazione residente al 1 gennaio e del bilancio demografico del periodo intercensuario precedente all ultimo censimento, quello La ricostruzione intercensuaria della popolazione residente si basa sulle evidenze fornite dall ultimo Censimento, unitamente all esame comparato con i flussi demografici (nascite, decessi, migrazioni) intercorsi nel medesimo periodo 5. Queste elaborazioni consentono la messa a punto di una serie storica omogenea per analizzare le tendenze demografiche in Umbria dall inizio dello scorso decennio 6. Per analizzare i possibili sviluppi dell evoluzione demografica regionale e nazionale sono disponibili le previsioni elaborate dall Istat con base 1 gennaio 2011 utilizzando differenti scenari per quanto riguarda l evoluzione di fecondità, mortalità e migrazioni. Tali previsioni sono state prodotte prima dell ultimo censimento e quindi non sono calibrate rispetto ai suoi risultati 7. Andamento della popolazione e bilancio demografico Al 31 dicembre 2014 la popolazione residente in Umbria è pari a poco meno di 895 mila abitanti, di cui quasi 100 mila stranieri. Dal 2001 la popolazione totale è cresciuta in modo pressoché continuo, registrando un aumento complessivo di oltre 70 mila abitanti (+8,6%). L incremento della popolazione straniera è stato molto più ampio, 5 In merito alla ricostruzione si veda: Ricostruzione intercensuaria della popolazione residente per età al 1 gennaio, anni e Ricostruzione intercensuaria del bilancio demografico, anni , in: 6 La serie degli indicatori demografici relativa al periodo coerente rispetto alla ricostruzione della popolazione effettuata in occasione dell ultimo censimento è disponibile nel sito: 7 Si veda: Istat, Previsioni della Popolazione. Anni , in: 58

3 essa è infatti aumentata di oltre 3,5 volte nel periodo considerato. Al 31 dicembre 2001 i cittadini stranieri residenti rappresentavano il 3,3% dei residenti totali, alla fine del 2014 l incidenza degli stranieri è salita all 11,1% (tab. 1). L andamento della popolazione complessiva è stato fortemente condizionato da quello della popolazione straniera, come si evince dalla concomitanza dei periodi di massima e minima crescita delle due popolazioni. Ad esempio, i tassi d incremento più consistenti si osservano nei bienni e , caratterizzati da interventi normativi di regolarizzazione della presenza straniera e, nel 2008, dall ingresso di Romania e Bulgaria nell Unione europea con la conseguente liberalizzazione degli spostamenti dei cittadini di tali paesi all interno dell Unione. Tali provvedimenti hanno determinato un forte incremento della popolazione straniera (+31,7% nel 2003 e +19,6% nel 2007) che si è riflesso nelle variazioni della popolazione complessiva. In Umbria, la crescita della popolazione ha iniziato ad arrestarsi all inizio dell attuale decennio, anche se nel periodo si registra un tasso d incremento positivo, che soprattutto nel 2013, assume un valore di rilievo (+1,2%). Occorre a tale proposito precisare che tali variazioni sono dovute al recupero degli individui sfuggiti al censimento e conteggiati negli anni immediatamente successivi a seguito delle operazioni di confronto tra censimento e anagrafe e che quindi assumono un carattere contabile più che un significato demografico. Nel 2011 la diminuzione della popolazione regionale complessiva coincide con la crescita più bassa della popolazione straniera; in tale anno quest ultima è aumentata appena dell 1,6%, un valore più basso di 4/5 volte rispetto a quello dei due anni precedenti. La relazione diretta tra l incremento della popolazione straniera e di quella totale è illustrata nel grafico 1 dove sono rappresentati in un diagramma cartesiano i tassi di incremento annuo tra il 2002 e il Il grafico mostra i periodi di massima crescita delle due popolazioni ( e ) e come nell ultimo triennio analizzato ( ) a tassi d incremento più bassi della popolazione straniera corrispondano variazioni prossime allo zero o negative della popolazione complessiva. Nel grafico 1, i tassi d incremento sono calcolati al netto delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche dovute alle regolarizzazioni post censuarie. La relazione tra variazioni della popolazione straniera e totale, indica che è l andamento dei saldi del movimento anagrafico a guidare l evoluzione della popolazione regionale. Infatti, il saldo naturale ha assunto stabilmente un valore negativo e fino al 2010 l intensità del segno meno è stata contenuta da una più elevata fecondità delle donne straniere. Sono, quindi, i saldi migratori, soprattutto quello estero, a determinare la crescita della popolazione, e i più recenti valori che esso ha fatto registrare sono molto più bassi rispetto a quelli del periodo di più intensa immigrazione (graf. 2). Nel 2014, in Umbria, secondo gli indicatori demografici calcolati dall Istat, la popolazione è diminuita dell 1,3%. 59

4 Tab. 1 - Popolazione residente per cittadinanza - Umbria - 31 dicembre ANNI Popolazione totale Popolazione straniera Stranieri per Valore assoluto Incremento % annuo Valore assoluto Incremento % annuo 100 residenti complessivi , , ,9 3, , ,7 4, , ,2 5, , ,8 6, , ,4 6, , ,6 7, , ,1 8, , ,6 9, , ,7 9, , ,6 9, , ,5 10, , ,7 11, , ,3 11,1 Graf. 1 - Tassi di incremento annuo della popolazione straniera e di quella totale - Umbria - Anni (a) Incr.to % annuo popolazione totale 1,8 1,6 1,4 1,2 1, , , R² = 0, , , , ,2-5,0 0,0-0,4 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 Incr.to % annuo popolazione straniera (a) I tassi di incremento sono calcolati al netto delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche dovute a regolarizzazioni post censuarie La stima del tasso naturale e migratorio per il 2014 indica che la riduzione della popolazione è dovuta a un saldo naturale ancora più negativo rispetto a quello degli anni precedenti e superiore al saldo migratorio interno ed estero. Il saldo migratorio estero è positivo nel 2014, ma in flessione rispetto agli anni precedenti (graf. 2)

5 Graf. 2 - Movimento anagrafico della popolazione residente - Umbria - Anni (valori per abitanti) Saldo naturale Saldo migratorio interno Saldo migratorio estero La fecondità delle donne italiane e straniere In questi anni della crisi, in Umbria come nel resto del Paese, si sono realizzati importanti passaggi nella composizione per età della popolazione che hanno conseguenze rilevanti sulla consistenza delle nascite attuali e dei prossimi anni. In particolare, sono entrate nelle età riproduttive generazioni di donne meno numerose delle precedenti, perché nate nella prima metà degli anni novanta, quando la fecondità ha raggiunto il suo livello più basso; cominciano invece a uscirne le generazioni più consistenti del baby boom, nate a metà degli anni sessanta. Questo processo assottiglia la base riproduttiva della popolazione e di conseguenza, in assenza di un incremento della propensione a fare figli, produce una riduzione del numero delle nascite. In Umbria, l incremento della presenza di donne straniere in età riproduttiva, caratterizzate da maggiori livelli di fecondità, ha in parte modificato questo scenario. Tra il 2002 e il 2013, nella regione i nati vivi sono passati da a L andamento delle serie è stato crescente fino all inizio della crisi economica nel 2008 (8.271 nati vivi), segnando un tasso d incremento del +16,5% rispetto al 2002, mentre dal 2008 al 2013 si è osservata una riduzione del -15,2%. Se si considerano i nati vivi cittadini italiani, nei due periodi considerati la crescita è stata meno intensa (+5,7%), mentre la flessione ha avuto un carattere più marcato (-15,7%). Per i cittadini stranieri, invece, nel primo intervallo i nati vivi sono più che raddoppiati; nel secondo hanno, invece, mostrato una riduzione del 12,6% (graf. 3). Dal 2002 al 2011 si assiste a un innalzamento dell incidenza delle nascite straniere su quelle totali, che passa dal 9,2% al 19,7%. Nel triennio successivo tale proporzione si stabilizza e nel 2014 risulta pari a 18,1%. La diminuzione delle nascite è dovuta, oltre che ad un effetto struttura, anche a una riduzione della fecondità, che si accompagna a un progressivo aumento dell età media in cui si diventa madri. Questi fenomeni hanno riguardato sia la popolazione italiana che quella straniera. 61

6 Graf. 3 - Nati vivi per cittadinanza (scala sx) e nati vivi stranieri per 100 nati vivi (scala dx) - Umbria - Anni ,6 18,0 18,5 19,7 18,8 19,6 14,9 15,3 15,3 15,3 18,1 9,2 9, Nati vivi stranieri Nati vivi italiani % nati vivi stranieri 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Nel 2014, in Umbria il numero medio di figli per donna in età feconda è pari a 1,27 per le madri italiane e a 1,63 per quelle straniere. Per le prime, il valore ha avuto un andamento stazionario dal 2008, dopo la timida crescita che era stata registrata nel quinquennio precedente (graf. 4). La fecondità delle donne straniere prosegue dal 2004 una flessione quasi costante e in dieci anni si è ridotta di quasi un figlio per donna. L avvio della crisi economica, con l attenuarsi delle prospettive di lavoro e di reddito, soprattutto per i giovani adulti, ha avuto conseguenze immediate sulla propensione a diventare genitori. In Umbria si rileva un arresto dei segnali di ripresa della fecondità delle donne italiane, che dal 2004 al 2008 era aumentata da 1,17 a 1,27 figli per donna. Per le donne straniere la crisi sembra aver prodotto il proseguimento di un andamento negativo che era già in corso, avvicinando sempre di più il loro comportamento riproduttivo a quello delle italiane. Nel frattempo, la decisione di mettere al mondo dei figli viene sempre più posticipata, come documenta l aumento continuo dell età media delle madri al parto, che, tra il 2004 e il 2014 si porta da 31,5 anni a 32,4 anni per le donne italiane e da 26,8 anni a 28,4 anni per quelle straniere. In Umbria, sia le donne italiane che quelle straniere, presentano livelli di fecondità tra i più bassi in Italia. Nel 2014 le italiane hanno avuto in media 1,31 figli per donna nel complesso del Paese, contro 1,27 in Umbria. Anche le donne straniere presentano in Umbria una propensione al parto più contenuta rispetto a quanto avviene in Italia (1,63 figli per donna contro 1,97 nel 2014). Una popolazione in declino? L attuale consistenza delle nascite difficilmente potrà modificare gli squilibri della struttura per età della popolazione prodotti dal processo d invecchiamento. Nel corso del passato decennio, però, la presenza sempre più rilevante di cittadini stranieri, caratterizzati da una composizione per età più giovane rispetto agli italiani, è riuscita a contenere la crescita della quota di anziani sulla popolazione totale. Questo risultato è ben visibile nell andamento di due indicatori della struttura per età della popolazione 62

7 che mettono in relazione la popolazione con 65 anni e oltre a, rispettivamente, quella con meno di 15 anni (indice di vecchiaia) e quella tra 15 e 64 anni (indice di dipendenza degli anziani). Tra il 31 dicembre 2004 e 2010, in Umbria l indice di vecchiaia è diminuito di quasi 10 punti percentuali scendendo fino al valore di 180,6%, dal 2011 ha ripreso ad aumentare e nel 2014 è risultato pari a 188%, un valore prossimo a quello dell inizio del decennio passato (graf. 5). L andamento crescente dell incidenza della popolazione anziana su quella in età lavorativa, espressa dall indice di dipendenza degli anziani, ha avuto un arresto tra il 2006 e il 2010, ma ha ripreso a salire negli anni successivi. Al 31 dicembre 2014, In Umbria si hanno quasi 40 persone con 65 anni e più ogni 100 tra 15 e 64, un valore che è aumento di quasi 5 punti percentuali rispetto al Graf. 4 - Indicatori di fecondità della popolazione residente - Umbria - Anni Numero medio di figli per donna 3,00 2,50 2,00 2,57 2,47 2,33 2,15 2,10 1,82 1,86 1,77 2,01 1,91 1,63 Donne straniere 1,50 1,00 0,50 1,17 1,17 1,20 1,24 1,27 1,23 1,25 1,23 1,24 1,24 1, Donne italiane 35,0 34,0 33,0 32,0 31,0 30,0 29,0 28,0 27,0 26,0 25,0 Età media al parto 31,5 31,7 31,8 32,0 32,1 32,2 32,2 32,4 32,5 32,6 32,4 27,5 27,7 27,9 27,8 28,1 28,3 28,1 28,4 27,5 26,8 27, Donne italiane Donne straniere 63

8 La regione è caratterizzata da una presenza relativa di anziani, soprattutto in rapporto alla componente più giovane, maggiore rispetto a quanto si verifica nel complesso del Paese. Al 31 dicembre 2014, in Italia, l indice di vecchiaia registra un valore pari a 157,3% (trenta punti in meno di quello umbro), l indice di dipendenza degli anziani, invece, si attesta a 33,7% (contro 39,5%). Anche nei prossimi anni, la presenza straniera potrà continuare ad avere un effetto frenante sul processo d invecchiamento della popolazione umbra. Tale impatto può essere misurato attraverso un confronto tra la composizione per età della popolazione osservata nel 2011 e quella prevista dopo venticinque anni, quando la maggior parte delle generazioni del baby boom degli anni sessanta avrà raggiunto le età anziane. Nell effettuare questo esercizio di proiezione si sono prese in considerazioni due ipotesi alternative: la prima prevede un aumento della presenza straniera, mentre la seconda considera una popolazione senza stranieri 8. In entrambi i casi, la popolazione residente in Umbria al 1 gennaio 2036 avrebbe, rispetto a quella di venticinque anni prima, una quota maggiore di anziani, ma l incremento sarebbe diverso considerando la presenza o meno della componente straniera. In particolare, si avrebbe un aumento delle persone ultrasessantenni di +11 punti percentuali nel caso in cui la presenza straniera si azzerasse completamente, se invece mantenesse una presenza consistente (pari a circa un quinto del totale) l incremento sarebbe inferiore, pari a +6 punti percentuali (graf. 6). La popolazione tra 20 e 60 anni (quindi in età lavorativa) registrerebbe una variazione di pari intensità, ma di segno opposto: senza la presenza straniera essa diminuirebbe di 9 punti percentuali, con il mantenimento della popolazione straniera la riduzione sarebbe pari a 6 punti percentuali. Infine, in assenza di stranieri - che come abbiamo visto hanno una fecondità più elevata - anche la popolazione più giovane (fino a 20 anni) perderebbe parte del proprio peso (-2 punti percentuali). Le informazioni di cui oggi si dispone non consentono di trovare una risposta certa alla domanda contenuta nel titolo del presente paragrafo. L andamento della popolazione umbra dipende dai fattori che sono stati fin qui illustrati; la sua crescita e la possibilità che la composizione per età sia meno sbilanciata verso quelle più anziane potranno verificarsi solo in seguito a una ripresa della fecondità e dell immigrazione straniera. Entrambe queste condizioni sono però vincolate all uscita dalla crisi economica ancora in atto. 8 Per quanto riguarda la fecondità e la sopravvivenza, le due ipotesi considerano lo stesso aumento di entrambe tali componenti della dinamica naturale. 64

9 Graf. 5 - Indicatori della struttura per età della popolazione residente - Umbria - 31 dicembre Indice di vecchiaia ,1 186,2 187,7 188,5 187, ,6 185,2 182,7 181,5 181,9 180, ,1 35,6 35,8 36,3 Indice di dipendenza degli anziani 36,8 37,1 36,9 36,8 36,9 36, Graf. 6 - Popolazione residente per età - Umbria - 1 gennaio 2011 e previsioni al 1 gennaio 2036 (valori percentuali) 37,3 37,7 38,5 39,2 9,0 8,0 7,0 6,0 0/-2 p.ti perc. -6/-9 p.ti perc. +6/+11 p.ti perc. 5,0 4,0 3,0 Popolazione ,0 1,0 Popolazione 2036 con presenza straniera Popolazione 2036 senza presenza straniera 0,

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