Remunerazione del capitale alla prova degli investimenti

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Remunerazione del capitale alla prova degli investimenti"

Transcript

1 Acqua N 46 luglio 2015 Laboratorio SPL Collana Acqua Abstract AEEGSI si appresta a ridefinire criteri e parametri di calcolo della remunerazione del capitale investito nei settori dell energia elettrica e del gas. Le scelte avranno delle naturali ricadute anche per il servizio idrico, stante la volontà di uniformare per evitare che le regole distorcano le scelte di investimento. I primi orientamenti lasciano intravedere un percorso innovativo: l introduzione di un benchmark europeo al rendimento dei titoli emessi da Paesi dotati di maggiore solidità finanziaria, come Germania Francia e Olanda, la definizione di tassi di interesse reali, per superare le criticità emerse in passato, l introduzione di un premio al rischio Paese, per tenere conto della maggiore rischiosità degli investimenti in Italia. L impostazione sarà verosimilmente retrospettiva, su orizzonti temporali di lungo periodo, per assicurare ampia prevedibilità e neutralizzare gli umori dei mercati finanziari. Sarà rivista al rialzo anche la struttura finanziaria standard, cioè l incidenza teorica del capitale di debito, coerentemente con la necessità di attrarre risorse per finanziare gli investimenti. I criteri proposti sono massimamente condivisibili, le soluzioni operative presentano invece alcune criticità. REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, Milano ( Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese, Crif Credit Rating Agency, Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico e Cassa Depositi e Prestiti Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Francesca Casarico., Samir Traini laboratorio@refricerche.it

2 Gli ultimi contributi n Acqua - Convenzioni tipo e valore di subentro: due tasselli verso la bancabilità del SII, luglio 2015 n Acqua - Responsabilità e solidarietà: AEEGSI avvia la perequazione economico-finanziaria nel servizio idrico, luglio 2015 n Acqua - Inerzie e inadempienze alla prova della Riforma Madia, giugno 2015 n Acqua - Razionalizzazione delle partecipate locali: un'altra occasione mancata, giugno 2015 n Acqua - Tariffa pro capite e opzioni tariffarie: l articolazione 2.0, maggio 2015 n Acqua - Coinvolgimento e partecipazione: la via a sistemi idrici resilienti, maggio 2015 n Acqua - La razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche: tra risparmi di spesa e decollo industriale dei servizi, aprile 2015 n Acqua - Regole, controllo e autonomia: la gestione del servizio idrico 2.0, aprile 2015 Tutti i contributi sono liberamente scaricabili, previa registrazione, dal sito REF Ricerche La missione Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell ambiente. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il luogo ideale sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di razionalità economica, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese. Donato Berardi Direttore dberardi@refricerche.it tel

3 Primi orientamenti AEEGSI su revisione WACC nei settori energetici Tendenza a uniformare tra settori alcuni parametri di base del WACC e conferma del metodo CAPM I limiti dell attuale metodologia Le condizioni peculiari dei mercati finanziaria investito: verso una revisione AEEGSI ha avviato sul finire del 2014 un ripensamento sui criteri di determinazione della remunerazione del capitale nei settori energetici, il cosiddetto costo medio ponderato del capitale (WACC, weighted average cost of capital), che riveste un ruolo centrale nelle prossime gare per gli ambiti gas. E stato emanato un primo documento di consultazione (275/2015/R/COM 1 ), con i primi orientamenti. La riforma mira a garantire uniformità di criteri tra settori regolati, per evitare che le scelte di investimento delle imprese regolate e/o dei loro finanziatori possano essere impropriamente influenzate dalla diversa cadenza delle revisioni e/o dai diversi criteri utilizzati per la quantificazione. L impostazione metodologica rimane quella del Capital Asset Princing Model (CAPM), la più utilizzata nella prassi finanziaria e regolatoria. AEEGSI propone di omogenizzare i parametri di calcolo, con la sola esclusione di quelli che incarnano la specificità settoriale, ovvero il rischio sistemico settoriale, il costo del debito e la struttura finanziaria standard (rapporto debito/capitale proprio). Uno dei limiti dell attuale metodologia, che si è rivelata permeabile alle volatilità finanziarie degli ultimi anni, insiste sul rendimento dell attività priva di rischio e sulle incoerenze nel calcolo del rendimento reale del capitale investito 2. La volatilità dei mercati finanziari negli ultimi anni ha avuto pesanti ripercussioni sul rendimento dei titoli di Stato italiani, e in particolare sulla maggiorazione (spread) richiesta dagli investitori rispetto a titoli emessi da Paesi ritenuti più sicuri, come Germania, Francia e Olanda. Sebbene il procedimento escluda esplicitamente il servizio idrico, le scelte avranno delle naturali ricadute sul calcolo della componente degli oneri finanziari del metodo tariffario (MTI) Sul punto si rinvia a e oneri finanziari: alla ricerca di regole coerenti e stabili (Segue), Contributo n. 37, marzo Acqua n luglio 2015 Pagina 3

4 Quelle che seguono sono alcune riflessioni che emergono dall esame dai primi orientamenti AEEGSI. Il nuovo risk free basato sui rendimenti dei titoli di stato emessi da Paesi ad elevato rating Country risk premium per considerare la maggiore rischiosità del nostro paese Premio al rischio: approccio standard vs approccio del rendimento totale di mercato 1. Tasso di interesse dell attività priva di rischio. AEEGSI sarebbe orientata a sostituire al tasso sui titoli emessi dallo Stato italiano un riferimento al rendimento dei titoli emessi da Paesi ad elevato merito di credito, al netto di una misura coerente dell inflazione attesa: gli attuali valori configurerebbero tassi reali negativi, disincentivando gli investimenti. Una prima alternativa prevede un correttivo al rialzo transitorio per i rendimenti; una seconda guarda invece a rendimenti normali, registrati cioè prima della crisi finanziaria del 2008 (backward looking); una terza possibilità, non contemplata da AEEGSI, sarebbe quella di guardare ai rendimenti reali sui titoli del debito (italiano o estero, in questo secondo caso corretto per un diverso premio al rischio Paese) su un orizzonte sufficientemente lungo e futuro (forward looking), in modo da neutralizzare gli umori transitori dei mercati: si scoprirebbero così valori coerenti con quelli della storia passata (backward looking) a suggerire una superiore robustezza rispetto ai rendimenti spot e allo stesso tempo preservando un approccio prospettico, che è poi l unico coerente con l orizzonte degli investimenti in infrastrutture. 2. Premio al rischio Paese. Occorre tenere conto che l Italia non ha la stessa affidabilità finanziaria di Germana, Olanda e Francia, gli investitori domandano dunque, e purtroppo, un maggiore rendimento per investire nel nostro Paese. L Autorità propone di quantificare questa maggiore rischiosità/rendimento a partire dalle obbligazioni emesse da utility italiane e di tenere conto del maggiore grado di volatilità e rischio del nostro mercato azionario rispetto a quello dei Paesi benchmark. La prima opzione presenta forti criticità, poiché da un parte potrebbe non esservi coerenza tra il tasso di rendimento dell attività priva di rischio (di cui al punto 1.) e il premio al rischio Paese (determinato sulla base del rendimento delle utility), e dall altra le utility dei diversi Paesi presentano un merito di credito diverso: vi è dunque il rischio che questa differenza porti con sé un mix tra rischio Paese e diverso rischio di credito, non coerente con il rendimento dell attività priva di rischio di cui al punto Premio al rischio di mercato. AEEGSI propone due alternative: la prima si basa su dati storici di Paesi con elevato merito di credito, secondo un approccio standard; la seconda guarda alla remunerazione reale del capitale di rischio degli ultimi cento anni; anche in questo caso AEEGSI predilige logiche retrospettive (backward looking), che hanno il vantaggio di essere più prevedibili e stabili, ma potrebbero pur sempre rivelarsi non adeguate alle condizioni presenti e future dei mercati. Acqua n luglio 2015 Pagina 4

5 Premio al debito che tiene conto della struttura temporale dei finanziamenti accessi Verso un peso maggiore del debito sulla struttura finanziaria standard 4. Premio al rischio di debito. Il regolatore è intenzionato a tenere conto del fatto che in ogni momento esiste uno stock di debiti pregressi, afferenti a scelte di investimento di periodi passati sottoscritti sulla base delle condizioni prevalenti al momento dell accensione: remunerare i futuri investimenti e i vecchi allo stesso tasso rischierebbe di minare il rimborso dei finanziamenti già accesi causando una ritirata degli investitori. Occorre dunque tenere conto della stratificazione temporale del debito: un costo del debito che tenga conto della durata media dei finanziamenti in essere, da sottoporre ad indicizzazione. Accanto alla formazione del debito occorre altresì definire la scala finanziaria efficiente delle gestioni: un esercizio non semplice considerato che accanto alle società quotate in borsa, dotate di un solido patrimonio e della possibilità di approvvigionarsi sui mercati finanziari a costi competitivi, convivono una moltitudine di gestioni minori, poco patrimonializzate, con costi della provvista sensibilmente più elevati. Quale la scala efficiente? Allo stato attuale non sembra possibile prescindere dalle prescrizioni contenute nell ultima Legge di Stabilità che ha chiaramente indicato le dimensioni minime delle gestioni nel perimetro provinciale o di Città metropolitana, pur individuando un percorso graduale per giungervi. Gli assetti proprietari sono neutrali da questo punto di vista. Come conciliare queste esigenze? In linea teorica la regolazione dovrebbe lavorare coerentemente, lasciando ai gestori finanziariamente più efficienti, che hanno la possibilità di approvvigionarsi a condizioni più favorevoli rispetto alla scala efficiente d ambito, i benefici che derivano della loro maggiore efficienza finanziaria, pur vincolando le risorse alla realizzazione di investimenti. 5. Struttura finanziaria standard. AEEGSI è orientata ad aumentare il peso del capitale debito, alla luce di livelli di leva finanziaria significativamente superiori presenti nelle più avanzate esperienze europee: un approccio coerente con la necessità di colmare l ingente fabbisogno infrastrutturale e con la scarsità di risorse pubbliche disponibili. Di seguito viene esposta un'analisi più dettagliata degli orientamenti AEEGSI, condotta anche alla luce di uno studio realizzato dal Laboratorio SPL sulle modalità di determinazione del WACC 3, a cui si rinvia per gli approfondimenti del caso. 3 " e oneri finanziari: alla ricerca di regole coerenti e stabili" Quaderno REF Ricerche n.74, luglio 2015 Acqua n luglio 2015 Pagina 5

6 Risk free pari al rendimento dei titoli di Stato con rating di almeno doppia A Tassi spot e attuali attese di inflazione restituiscono tassi di interesse reali negativi La necessità di correzioni per tenere conto della straordinarietà delle condizioni dei mercati finanziari Tassi reali negativi: il difficile sentiero per sostenere gli investimenti Come noto, il tasso di remunerazione del capitale proprio nei settori regolati è ottenuto per somma del tasso di rendimento dell attività priva di rischio (risk free rate) e di un premio al rischio di mercato, quest ultimo corretto per la misura del rischio sistematico. In questo ambito AEEGSI propone un tasso di interesse risk free pari a quello medio registrato in Paesi con merito di credito pari ad almeno AA, quali Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio 4 : l Italia vanta un merito di credito, inferiore, pari a BBB 5. Qualora, come già indicato dall AEEGSI stessa, la determinazione del rendimento dell attività priva di rischio facesse riferimento a rendimenti spot, espressi dal mercato al momento dell aggiornamento, si arriverebbe a tassi di interesse reale negativi, posto che a fronte di tassi nominali sui titoli decennali collocati nell intervallo % si osservano attese di inflazione di lungo termine superiori al punto e mezzo percentuale. Una impostazione criticabile quella che fa perno sui mercati spot, giacché se da un lato è la remunerazione che il mercato prezza in un certo momento, per una certa attività può essere una misura congrua di quanto gli investitori domandano in termini di rendimento per finanziarla, dall altro quella stessa remunerazione determina il rendimento di tutto lo stock di capitale riconosciuto a fini regolatori (la cosiddetta RAB, regulated asset base): se dunque quella remunerazione di mercato può essere congrua per gli investimenti decisi nel momento, non necessariamente lo è per quelli già decisi in passato e, ancora più, per quelli futuri. Sono valutazioni che suggeriscono di prescindere dalle condizioni finanziarie contingenti nel determinare parametri che influenzano scelte di investimento su orizzonti pluriennali. Due approcci correttivi: floor vs rendimenti normali storici Il problema è stato correttamente individuato dall AEEGSI stessa, che a riguardo propone due soluzioni: 1. un approccio basato sui rendimenti spot, con un pavimento al tasso di interesse reale per tenere conto delle condizioni di straordinarietà della politica monetaria BCE; 2. un approccio basato su rendimenti normali, cioè sul ritorno a rendimenti ritenuti fisiologici, così come osservati prima della crisi del Damodaran, Aswath, Equity Risk Premiums (ERP): Determinants, Estimation and Implications The 2014 Edition (March 14, 2014). Available at SSRN: 5 Per una descrizione della scale di valutazione dei rating sovrani si rinvia ai siti table-of-contents Acqua n luglio 2015 Pagina 6

7 Il primo approccio comporterebbe un tasso reale appena positivo, pari allo 0.5%, il secondo spingerebbe il valore fino all 1.5%. L orientamento di voler fissare direttamente il tasso di interesse reale In entrambe i casi AEEGSI propone di quantificare direttamente il tasso di interesse reale, superando alcuni limiti della attuale metodologia 6. Una strada che, oltre ad essere più coerente, lascia ad AEEGSI una maggiore flessibilità. Di seguito vengono presentate alcune misure alternative del tasso di interesse reale normale dell attività priva di rischio, basate su dati storici (bakward lookning), come media degli ultimi anni, o sulle attese per periodi futuri (forward looking). La Tabella allegata declina le quantificazioni in base all orizzonte di riferimento passato preso a riferimento: la media degli ultimi 12 mesi, degli ultimi 2 e degli ultimi 5 anni, per le metodiche backward looking. In ultimo, si riportano i tassi reali desunti dalle attese dei previsori professionali sul prossimo decennio (forward looking) 7. Si osserva chiaramente come la quantificazioni ottenute su archi temporali più brevi conducono ad un tasso di interesse reale inferiore all 1% (in linea con i tassi di interesse reale negativi che si osservano nei Paesi con elevato merito creditizio); la quantificazione basata sulla media degli ultimi 5 anni restituisce invece valori superiori e peraltro coerenti con quelli desumibili dalle attese dei previsori professionali (forward looking), a suggerire che la situazione di tassi reali eccezionalmente bassi o negativi dovrebbe essere destinata a rientrare. Rendimenti dei titoli privi di rischio (risk free) e tasso di inflazione atteso (in %) Tasso interesse a 10 anni Inflazione attesa a 10 anni Media ultimi dodici mesi Media ultimi 2 anni Media ultimi 5 anni Consensus Forecast ( ) Fonte:elaborazioni Laboratorio SPL REF Ricerche su dati Thomson Reuters DataStream Tasso di interesse reale 6 E un aspetto innovativo rispetto all attuale metodologia che prevede l aggiornamento infra periodo regolatorio dei soli tassi di interesse nominali in costanza del tasso di inflazione. 7 Per il tasso di interesse nominale si fa riferimento ai titolo decennali italiani, mentre il tasso di inflazione è quello implicito nei contratti swap indicizzati all inflazione a 10 anni per l area euro. Acqua n luglio 2015 Pagina 7

8 Il premio per il rischio di mercato: backward looking di lungo periodo Il premio al rischio di mercato rappresenta la maggiorazione di rendimento che il mercato domanda in eccesso rispetto all attività priva di rischio per detenere un attività rischiosa. Approccio forward looking per il premio al rischio Escluso il dividedn groth model perché non ritenuto adeguatamente robusto Stime REF Ricerche basate su DGM oscillano tra il 4.9% (Italia) e il 3.9% (area euro) In questo ambito, pur riconoscendo la validità teorica dei modelli forward looking, AEEGSI è intenzionata ad adottare soluzioni basate su dati storici (backword looking). In linea teorica, sarebbe preferibile un' ottica forward looking, considerando cioè le valutazioni che il mercato sconta nel momento in cui il regolatore è chiamato a deliberare. Tuttavia, sotto il profilo pratico la soluzione non è semplice. La principale metodologia forward looking riconosciuta nella prassi finanziaria, quella che va sotto il nome di dividend growth model (DGM), implica una serie di ipotesi e un discreto margine di discrezionalità, in particolare sulla crescita attesa dei flussi di cassa. E per questo motivo che spesso si lamenta che i valori prospettici del premio al rischio calcolati con DGM non sono sufficientemente robusti. Nostre stime basate sul modello DGM 8, effettuate a partire dai più recenti dati pubblicati dal Consensus Forecast, restituiscono un premio al rischio per il mercato italiano del 4.9%: volendo ampliare il perimetro all area euro si otterrebbe un premio al rischio inferiore, pari al 3.9%. AEEGSI appare escludere anche i metodi cosiddetti prospettici che desumono il premio al rischio attraverso indagini condotte sugli addetti ai lavori, analisi finanziari, manager finanziari, accademici, ecc. L esclusione è dettata dai numerosi limiti di cui soffrono questo tipo di metodologie. Le survey internazionali collocano il premio al rischio per il nostro paese al di sopra del 5% Appare utile mostrare i risultati che emergono da una delle indagini più recenti e riconosciute a livello internazionale (Fernandez e altri, 2014), con la quale sono stati rilevati i premi al rischio in 88 Paesi nel periodo Dalla Tavola seguente si osserva come il valore riferito all Italia sia rimasto stabile nel corso del quadriennio considerato, su valori appena superiori al 5.5%, non distanti da quelli della Germania e addirittura inferiori a quelli di Paesi come Belgio, Francia e Spagna. Considerata l esigenza di fare ricorso a metodologie basate su dati pubblici chiaramente individuabili, la preferenza di AEEGSI è per un approccio backward looking, basato su dati storici. 8 Si rinvia al paragrafo del Quaderno REF Ricerche e oneri finanziari: alla ricerca di regole coerenti e stabili, luglio Acqua n luglio 2015 Pagina 8

9 Market Risk Premium stimati in 88 paesi nel 2014 (in %) Media Mediana Deviazione Standard UK Danimarca Olanda Svizzera Canada Svezia Giappone USA Germania Austria Italia Belgio Finlandia Francia Norvegia Spagna Polonia Repubblica Ceca Irlanda Portogallo Grecia Fonte: Fernandez, Linares, Acin (2014), Market Risk Premium used in 88 countries in 2014: a survey with answers Due soluzioni alternative: approccio ERP vs approccio TMR Anche in questo caso con due opzioni alternative: 1. un premio al rischio basato su andamenti storici di lungo periodo, indipendente dal tasso risk free (approccio ERP); 2. un premio al rischio calcolato come differenza tra il rendimento reale di mercato e il tasso dell attività priva di rischio a fini regolatori (approccio TMR). Nel primo caso, coerentemente con quanto proposto per il risk free, il premio al rischio sarebbe valutato con riferimento ai Paesi dell eurozona ad elevato merito creditizio, escludendo la Germania. Il tasso sarebbe calcolato sul periodo , utilizzando le medie geometriche, adottate fino ad oggi, ma valutando l ipotesi di un passaggio a medie aritmetiche 9. AEEGSI sottopone all attenzione degli stakeholder anche le implicazioni conseguenti alla scelta di adottare il primo o il secondo approccio. Le implicazioni dei due approcci Nel primo, il premio al rischio di mercato sarebbe indipendente dal livello del tasso risk free determinato a fini regolatori, ma ne richiederebbe l eventuale aggiorna- 9 L aspetto relativo alla scelta della misura di sintesi da utilizzare sollevato da AEEGSI non è secondario, perché è funzione delle proprietà statistiche delle medie e può condurre a risultati molto distanti tra loro. Diversi studi argomentano che la media aritmetica semplice costituisce la migliore stima per il premio al rischio attuale: se i rendimenti annuali sono indipendenti nel tempo (ovvero non sono autocorrelati), la media aritmetica restituisce stime più consistenti e meno distorte. Vi sono tuttavia validi argomenti che possono essere apportati per l utilizzo della media geometrica: uno di questi poggia sul fatto che alcuni studi hanno dimostrato che i rendimenti dei titoli azionari sono negativamente correlati nel tempo (anni molto favorevoli hanno una maggiore probabilità di essere seguiti da anni di riduzione dei corsi di borsa). Rimane il fatto che la media aritmetica è sempre maggiore di quella geometrica e che lo scarto tra le due cresce al crescere della varianza delle osservazioni. Acqua n luglio 2015 Pagina 9

10 mento, prendendo a riferimento le variazioni dei tassi reali di rendimento dei titoli risk free dei Paesi dell area euro con merito creditizio elevato. In questo caso, il premio al rischio rimarrebbe valido per tutto il periodo regolatorio a fronte di un aggiornamento del tasso di interesse reale. Il secondo permetterebbe di sterilizzare gli effetti delle scelte sul tasso risk free e di ancorare i tassi di remunerazione del capitale investito a grandezze più stabili nel tempo. A differenza del primo, il tasso risk free non verrebbe rivisto in corso di periodo regolatorio. Country risk premium per tenere conto del maggior rischio Italia Due approcci per il CRP I limiti del primo approccio Il premio al rischio paese: come tenere conto della maggiore rischiosità di investire in Italia Secondo la nuova impostazione di calcolo del rendimento del capitale proprio, AEEGSI intende applicare al tasso risk free, estrapolato a partire dai Paesi ad elevato rating creditizio, un premio che riflette il rischio Paese (Country Risk Premium, CPR) in modo da catturare la differente e maggiore rischiosità degli investimenti in attività localizzate in Italia. Il diverso merito creditizio andrebbe infatti ad impattare non solo sui tassi dei titoli del debito pubblico, ma anche sui corsi azionari (costo del capitale proprio) ed obbligazionari (costo del debito) delle aziende. In effetti, nella generalità dei casi, le aziende potrebbero presentare un merito creditizio inferiore a quello del Paese ove risiedono nell idea che l eventualità di un default del Paese implichi ripercussioni anche per le aziende di quel Paese, tanto più se si tratta di aziende che gestiscono servizi pubblici locali, che hanno minore possibilità di diversificare il rischio Paese. AEEGSI propone due approcci alternativi per il calcolo del premio al rischio Paese: 1. come differenza tra i rendimenti dei titoli obbligazionari emessi dalle utility italiane e quelli emessi da utility dei Paesi ad elevato merito creditizio; 2. come differenziale nel grado di volatilità tra i mercati azionari nazionali. Dal punto di vista metodologico la prima opzione presenta alcune criticità: mancata coerenza tra risk free (determinato sulla base del rendimento dei titoli governativi) e CRP (determinato sulla base del rendimento delle società utility); il panel di società di ciascun paese avrebbe rating e rischiosità diversi fra loro e non necessariamente in linea con quelli del relativo paese di appartenenza. Acqua n luglio 2015 Pagina 10

11 Secondo le prime stime AEEGSI, il primo approccio conduce a quantificare un premio di mezzo punto percentuale, con il secondo si salirebbe all 1.5% per il mercato azionario italiano nel suo complesso e all 1.1% se riferito ai soli titoli di utility quotate. Eventuale aggiornamento del CRP in corso di periodo regolatorio L inclusione di un premio al rischio paese potrebbe richiedere un suo eventuale aggiornamento in corso di periodo regolatorio qualora per la stima del premio al rischio si scelga il secondo approccio (che implica la determinazione di un tasso di interesse reale totale di mercato). Anche sotto questo aspetto, AEEGSI ipotizza due modalità di aggiornamento: indicizzazione allo spread tra il tasso di rendimento del BTP decennale il tasso di rendimento del Bund tedesco; aggiornamento allo scattare di una determinata soglia (fissata ex ante) di variazione del rendimento medio lordo biennale del BTP decennale rispetto al biennio precedente. Anche per il coefficiente beta si guarda ai paesi ad elevato rating Stima solitamente basata su dati storici I parametri settoriali Il rischio sistematico: un approccio non deterministico Anche per il parametro che riflette il rischio sistematico (equity beta) del settore AEEGSI è intenzionata a tenere conto dell evoluzione dei mercati finanziari dei Paesi ad elevato rating coerentemente con quanto proposto per il tasso risk free e per il premio al rischio di mercato. Come noto il coefficiente equity beta costituisce una misura del rischio non diversificabile ed indica la correlazione tra il rendimento di un titolo e il rendimento generale del mercato. Per il calcolo AEEGSI ripropone la formula di Modigliani-Miller, che esclude il beta del debito, basato su dati storici riferiti ad un orizzonte temporale biennale, anche se in linea teorica si riconosce la necessità di effettuare valutazioni forward looking anche per questo parametro. Infatti, al pari del premio al rischio anche la stima del coefficiente beta viene generalmente effettuata sulla base dei dati storici, e ciò pone la questione dell orizzonte temporale più appropriato da considerare. E un aspetto delicato in quanto le stime condotte su finestre temporali differenti possono sfociare in valori significativamente diversi, in considerazione delle fluttuazioni del mercato o di variazioni nei fondamentali economici. Questo aspetto richiederebbe di selezionare un periodo storico che presenti condizioni di mercato assimilabili a quello in cui le prescrizioni regolatorie producono la loro efficacia. Acqua n luglio 2015 Pagina 11

12 A livello teorico, dato che si dovrebbe tendere ad una misura prospettica del rischio (forward looking), il periodo più coerente sarebbe quello più ravvicinato alla decisione da parte dell autorità di regolazione, ipotizzando un mercato dei capitali efficiente. Tuttavia, estendere il riferimento ad un orizzonte temporale più ampio permetterebbe di ridurre gli effetti del ciclo economico e della sua volatilità sulla stima del beta, fornendo risultati statisticamente più robusti. Per questo motivo nella prassi finanziaria il fattore beta viene generalmente valutato su orizzonti che spaziano dai due ai cinque anni. Una breve rassegna delle esperienze di regolazione internazionali per il settore idrico sembra mostrare una preferenza per orizzonti di 2 o 3 anni. In alcune casistiche i coefficienti beta sono il risultato di una ponderazione delle stime ottenute usando diverse finestre temporali (due e cinque anni). La difficoltà di definire il campione di imprese di riferimento I limiti metodologici Possibilità di procedere ad una stima non deterministica L aspetto più delicato nel settore idrico rimane comunque la definizione del campione di imprese quotate da prendere a riferimento, a causa delle difficoltà di individuare un adeguato numero di aziende monoutility. In effetti, molto spesso le autorità di regolazione non dispongono di un campione sufficientemente robusto di aziende regolate quotate in borsa. In questi casi e soprattutto nei casi in cui nessuna azienda nazionale del settore sia quotata, si utilizza un approccio indiretto per la stima del beta. Tale approccio consiste nel comparare i valori del parametro beta per un insieme di società quotate che abbiano caratteristiche operative e finanziarie simili a quelle delle aziende regolate e che operino in economie simili a quella del Paese in questione. Per identificare tali imprese le più importanti caratteristiche da considerare sono il cosiddetto business mix e il contesto regolatorio in cui operano. Il gruppo di aziende comparabili può essere composto da aziende nazionali operanti in altri settori a rete e sottoposte a regolamentazione, così come da aziende operanti nello specifico settore di riferimento oltre i confini nazionali. Aziende che si caratterizzano per una eccessiva diversificazione settoriale possono essere escluse, o in alternativa possono essere incluse solo dopo adeguati accorgimenti, per evitare di ottenere una stima del rischio poco rispondente al settore di riferimento. Ulteriori motivi di esclusione possono riguardare la presenza di alti livelli di indebitamento, che possono influenzare le stime del beta. Dati questi limiti, AEEGSI richiama esplicitamente la possibilità di adottare una procedura di calcolo del beta non puramente deterministica, lasciando aperta la strada a scelte maggiormente flessibili. Acqua n luglio 2015 Pagina 12

13 Per chiudere, appare opportuno riportare alcune delle recenti determinazioni dei beta di settore adottate dai alcuni regolatori europei. Dalla Tavola si osserva che gli equity beta, corretti per la leva finanziaria nozionale, ricadono in un intervallo compreso tra 0.63 e In particolare si osservano valori differenti non solo tra Paesi a parità di settore, ma anche tra i diversi settori regolati nel medesimo paese, con quello idrico che emerge con valori mediamente più elevati, il che sembra suggerire che il settore incorpori un rischio sistemico maggiore rispetto a quello energetico. Nel nostro paese, AEEGSI ha stimato un valore della rischiosità sistemica del settore (beta levered) pari a 0.80 per il biennio , mentre per la distribuzione e misura del gas naturale il valore si è fermato rispettivamente a 0.63 e Recenti determinazioni degli equity beta settoriali di alcuni regolatori europei Regolatore Anno Asset Equity Debt beta beta beta Ofwat (Inghilterra- Servizio idrico) CC (Inghilterra- Bristol water) 2010 n.d. n.d AEEG (Italia-Trasmissione/distribuzione elettrica) 2011 n.d n.d. 0,61/0,58 CER (Ireland-Trasmissione e distribuzione del gas) CRE (Francia- Distribuzione gas) CRE (Francia- Trasmissione Elettricca) Ofwat (Inghilterra-Servizio Idrico) AEEGSI (Italia- Distribuzione/misura del gas) 2013 n.d. n.d. 0,63/0,72 AEEGSI (Italia - Servizio idrico) 2013 n.d. n.d Fonte: elaborazioni Laboratorio SPL REF Ricerche su informazioni contenute nei documenti regolatori. Il costo del debito: si terrà conto della struttura temporale di indebitamento Fino ad oggi il costo del debito è stato quantificato sommando al tasso risk free un differenziale positivo (Debt Risk Premium, DRP) che rispecchia il costo normale dell indebitamento sui mercati da parte delle imprese regolate. Nel nuovo scenario proposto da AEEGSI, coerentemente con la suddetta impostazione il costo del debito incorporerà anche il premio per il rischio Paese Costo del debito che tenga conto della struttura temporale dei finanziamenti delle aziende AEEGSI lamenta che definire il costo del debito basandosi sui tassi di interesse espressi attualmente dai mercati finanziari potrebbe configurare una mancata copertura del reale costo del debito sostenuto dalle imprese, posto che queste abbiano contratto quote di Acqua n luglio 2015 Pagina 13

14 debito diverse in finestre temporali caratterizzate da tassi di interesse decisamente più elevati e che la ricontrattazione delle condizioni finanziarie sottoscritte non è sempre di facile attuazione. In questo senso, l Autorità è intenzionata ad analizzare la struttura e la stratificazione del debito delle imprese e a fissare un costo del debito che incentivi le imprese a strutturare livelli di indebitamento ritenuti efficienti, anche al fine di limitate le rendite derivanti dallo scudo fiscale di cui beneficia il capitale di debito. L analisi della struttura sarà finalizzata anche ad estrapolare i tassi di inflazione, per esprimere il costo del debito in termini reali, che siano coerenti con i periodi di sottoscrizione delle diverse quote di indebitamento. Le difficoltà procedurali di arrivare a mappare i portafogli di debito delle imprese L intenzione dichiarata dall Autorità è sicuramente molto positiva e coglie in effetti una debolezza del precedente metodo, che considerava di fatto la possibilità per le società di rinegoziare totalmente e senza costi aggiuntivi il proprio stock di debito. Anche alla luce della difficoltà di attuare quanto sopra indicato (stratificazione media per anno del costo del debito), sembrerebbe preferibile dal punto di vista metodologico adottare soluzioni quali quella adottata da Ofgem Anche per il costo del debito si prospettano modalità di aggiornamento del rischio Paese in analogia a quelle previste per il costo del capitale proprio. La cesura nel costo del debito tra multiutility quotate in borsa e non quotate Dati questi orientamenti per i servizi energetici, appare comunque utile fornire una fotografia delle più recenti emissioni obbligazionarie effettuate dalle principali aziende italiane, quotate e non, operanti nel settore dei servizi pubblici locali (multiutility quotate in borsa e monoutulity dell idrico) che mostra la chiara propensione delle aziende a finanziarsi con credito a medio-lungo periodo (media di circa 12 anni) con uno spread medio ponderato rispetto al periodo di maturazione del debito di circa 42 punti base: emerge in modo netto, la cesura tra il costo medio del debito pagato dalle imprese quotate in borsa rispetto a quelle non quotate. Acqua n luglio 2015 Pagina 14

15 Recenti emissioni di corporate bond delle aziende italiane operative nel settore idrico Valore Tipologia Rating Rating Anno di Nominale Durata azienda S&P Moody's emissione ( /mln) Tasso Tasso BTP 10Y Spread all'emissione Prezzo d'emissione HERA A+ A Y HERA A- A Y ,283 HERA no rating no rating Y/20Y n.d. HERA BBB+ Baa Y n.d. Quotata HERA BBB+ Baa Y HERA BBB+ Baa Y HERA BBB+ Baa Y n.d. HERA BBB+ Baa Y ACEA A no rating Y ACEA Quotata BBB- Baa Y ACEA BBB- Baa Y A2A BBB+ A Y A2A BBB Baa Y A2A BBB Baa ,5Y Quotata A2A BBB Baa Y A2A no rating no rating Y A2A BBB Baa Y IREN no rating no rating Y IREN no rating no rating Y ,415 IREN Quotata no rating no rating Y IREN no rating no rating Y IREN no rating no rating Y ,484 AQP BBB Baa Y VERITAS Non quotate no rating no rating Y VIVERACQUA no rating no rating Y Media ponderata aziende quotate Media ponderata aziende non quotate Media ponderata totale Fonte: elaborazione Laboratorio SPL REF Ricerche su informazioni societarie e mercati obbligazionari europei Gli attuali livelli di leva finanziaria sottostimano l effettivo ricorso al debito AEEGSi orientata chiaramente a rivedere al rialzo il peso del debito Struttura finanziaria: verso una revisione al rialzo della leva finanziaria Come noto, nell attuale quadro regolatorio AEEGSI stabilisce una struttura finanziaria standard (nozionale) specifica per ciascun settore regolato ad inizio periodo regolatorio. Nel documento sottoposto a consultazione AEEGSI evidenzia che i valori di leva finanziaria (anche detta gearing) attualmente vigenti per i settori energetici italiani risultano inferiori a quelli utilizzati nelle principiali esperienze internazionali di regolazione, dettati dall esigenza della stessa Autorità di frenare un eccessivo sfruttamento dell indebitamento e limitare l assunzione di rischi eccessivi. In effetti un analisi delle recenti scelte effettuate dai regolatori europei conferma quanto segnalato dall Autorità. Gran parte dei regolatori europei ha fissato percentuali di indebitamento superiori al 50%; unica eccezione il nostro Paese, dove i valori si fermano al 38% nella distribuzione del gas naturale e al 44% per la trasmissione e distribuzione dell energia elettrica. Acqua n luglio 2015 Pagina 15

16 Alla luce di queste evidenze, AEEGSI dichiara la sua intenzione di rivedere al rialzo il livello del gearing, tenendo conto dei livelli effettivi sperimentati dalle imprese regolate nell ottica di una convergenza verso i livelli medi riscontrati nelle altre esperienze, fermo restando il vincolo di evitare un ricorso speculativo al capitale di debito e rendendo espliciti i termini di revisione periodica della struttura finanziaria standard. Valori di leva finanziaria nozionale adottati da alcuni regolatori europei Regolatore Anno Gearing ratio Formula CRE (Francia- Trasmissione e distribuzione elettrica) % Ofwat (Inghilterra-Servizio idrico) % WaSC 52.5% WoC Ofgem (Inghilterra-Distribuzione elettrica) % CC (Inghilterra-Bristol water) % AEEG (Italia-Trasmissione e distribuzione elettrica) % ERSE (Portogallo-Trasmissione e distribuzione elettrica) % CRE (Francia-Trasmissione elettrica) % Ofgem (Inghilterra-Distribuzione gas) % Ofgem (Inghilterra-Trasmissione elettrica) % Ofgem (Inghilterra-Distribuzione elettrica) % Ofwat (Inghilterra-Servizio Idrico) % AEEG (Italia-Distribuzione e misura gas) % ERSE (Portogallo-Trasmissione e distribuzione elettrica) % Fonte: elaborazioni Laboratorio SPL REF Ricerche su documetni regolatori europei Acqua n luglio 2015 Pagina 16

ALLEGATO B2 ALLA DELIBERA N. 415/04/CONS IL MODELLO DI DETERMINAZIONE DEL TASSO DI REMUNERAZIONE DEL CAPITALE IMPIEGATO

ALLEGATO B2 ALLA DELIBERA N. 415/04/CONS IL MODELLO DI DETERMINAZIONE DEL TASSO DI REMUNERAZIONE DEL CAPITALE IMPIEGATO ALLEGATO B2 ALLA DELIBERA N. 415/04/CONS IL MODELLO DI DETERMINAZIONE DEL TASSO DI REMUNERAZIONE DEL CAPITALE IMPIEGATO 1 1. Il modello di calcolo del tasso di remunerazione del capitale impiegato L Autorità,

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 3 LUGLIO 2014 326/2014/R/GAS MODALITÀ PER IL RIMBORSO, AI GESTORI USCENTI, DEGLI IMPORTI RELATIVI AL CORRISPETTIVO UNA TANTUM PER LA COPERTURA DEGLI ONERI DI GARA PER L AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO

Dettagli

La remunerazione del capitale investito: riflessioni metodologiche e confronto intersettoriale. 5 giugno 2015

La remunerazione del capitale investito: riflessioni metodologiche e confronto intersettoriale. 5 giugno 2015 La remunerazione del capitale investito: riflessioni metodologiche e confronto intersettoriale 5 giugno 2015 I criteri della remunerazione del capitale investito nei settori regolati Obiettivi del regolatore

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 4 DICEMBRE 2014 597/2014/R/COM AVVIO DI PROCEDIMENTO PER L ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI IN MATERIA DI METODOLOGIE E CRITERI PER LA DETERMINAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL TASSO DI REMUNERAZIONE DEL

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DELLE ALTRE FORME DI FINANZIAMENTO. Docente: Prof. Massimo Mariani

TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DELLE ALTRE FORME DI FINANZIAMENTO. Docente: Prof. Massimo Mariani TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DELLE ALTRE FORME DI FINANZIAMENTO Docente: Prof. Massimo Mariani 1 SOMMARIO Il costo del capitale stima del costo del capitale stima del costo del capitale di aziende operanti

Dettagli

LINEA GARANTITA. Benchmark:

LINEA GARANTITA. Benchmark: LINEA GARANTITA Finalità della gestione: Risponde alle esigenze di un soggetto con bassa propensione al rischio attraverso una gestione che è volta a realizzare, con elevata probabilità, rendimenti che

Dettagli

PROCESSO PER LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI...2

PROCESSO PER LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI...2 Processo per la determinazione dei prezzi degli Strumenti Finanziari - SINTESI - I N D I C E PROCESSO PER LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI...2 1.- Fasi di applicazione del modello...2

Dettagli

Indice; p. 1. Introduzione; p. 2. Evoluzione del mercato libero dell energia elettrica e del gas dalla liberalizzazione: p. 2

Indice; p. 1. Introduzione; p. 2. Evoluzione del mercato libero dell energia elettrica e del gas dalla liberalizzazione: p. 2 Mercato libero dell energia elettrica e del gas: evoluzione dalla liberalizzazione, passaggi dal servizio di Maggior Tutela e confronto con altri Paesi europei. Indice: Indice; p. 1 Introduzione; p. 2

Dettagli

Ruolo delle Obbligazioni Bancarie Garantite nella strategia di raccolta di Intesa Sanpaolo

Ruolo delle Obbligazioni Bancarie Garantite nella strategia di raccolta di Intesa Sanpaolo Ruolo delle Obbligazioni Bancarie Garantite nella strategia di raccolta di Intesa Sanpaolo Roma, Giugno 2007 Indice Introduzione Uso del CB: il merito di credito di partenza Uso del CB: entità/qualità

Dettagli

Finanza Aziendale. Lezione 13. Introduzione al costo del capitale

Finanza Aziendale. Lezione 13. Introduzione al costo del capitale Finanza Aziendale Lezione 13 Introduzione al costo del capitale Scopo della lezione Applicare la teoria del CAPM alle scelte di finanza d azienda 2 Il rischio sistematico E originato dalle variabili macroeconomiche

Dettagli

Direzione Tecnica Vita Sistema di Offerta Vita e Previdenza Documento Commerciale ad uso interno. Report Gestionale IV Trimestre 2014 Pagina 0

Direzione Tecnica Vita Sistema di Offerta Vita e Previdenza Documento Commerciale ad uso interno. Report Gestionale IV Trimestre 2014 Pagina 0 Report Gestionale IV Trimestre 2014 Pagina 0 Report Gestionale IV Trimestre 2014 Pagina 1 La Gestione Separata è un Fondo, costituito da un insieme di Attività Finanziarie, gestito dalla Compagnia di Assicurazioni

Dettagli

La regolazione tariffaria degli investimenti nei servizi pubblici Esperienze a confronto e prospettive per i servizi idrici. Roma, 14 dicembre 2011

La regolazione tariffaria degli investimenti nei servizi pubblici Esperienze a confronto e prospettive per i servizi idrici. Roma, 14 dicembre 2011 La regolazione tariffaria degli investimenti nei servizi pubblici Esperienze a confronto e prospettive per i servizi idrici Roma, 14 dicembre 2011 La finanziabilità dei Piani nel servizio idrico Ovvero,

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

Tecniche di stima del costo e delle altre forme di finanziamento

Tecniche di stima del costo e delle altre forme di finanziamento Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Tecniche di stima del costo e delle altre forme di finanziamento Capitolo 17 Indice degli argomenti 1. Rischio operativo e finanziario

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

RISCHIO E CAPITAL BUDGETING

RISCHIO E CAPITAL BUDGETING RISCHIO E CAPITAL BUDGETING Costo opportunità del capitale Molte aziende, una volta stimato il loro costo opportunità del capitale, lo utilizzano per scontare i flussi di cassa attesi dei nuovi progetti

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Piano Economico Finanziario 2008 e previsioni anni 2009 e 2010 Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Indice Scenario & Previsioni PIANO ANNUALE 2008 1Fonti di finanziamento 2Impieghi 3Ricavi 4Costi

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

Sommario. Prefazione XI PARTE I INTRODUZIONE 1. Capitolo 1 Arbitraggio e decisioni finanziarie 3

Sommario. Prefazione XI PARTE I INTRODUZIONE 1. Capitolo 1 Arbitraggio e decisioni finanziarie 3 Sommario Prefazione XI PARTE I INTRODUZIONE 1 Capitolo 1 Arbitraggio e decisioni finanziarie 3 1.1 Valutazione dei costi e benefici 4 Utilizzo dei prezzi di mercato per determinare valori monetari 4 Quando

Dettagli

TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE AZIONARIO. Docente: Prof. Massimo Mariani

TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE AZIONARIO. Docente: Prof. Massimo Mariani TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE AZIONARIO Docente: Prof. Massimo Mariani 1 SOMMARIO Il costo del capitale: la logica di fondo Le finalità del calcolo del costo del capitale Il costo del capitale

Dettagli

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato Relazione tecnica Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato 1. Premessa e contesto normativo Il provvedimento

Dettagli

Abi: nessuna differenziazione nella dinamica dei prezzi fra raccolta e prestiti

Abi: nessuna differenziazione nella dinamica dei prezzi fra raccolta e prestiti NOTA PER LA STAMPA DOCUMENTO DELL ABI A GOVERNO, AUTORITA E ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI Abi: nessuna differenziazione nella dinamica dei prezzi fra raccolta e prestiti Non è cambiato lo spread per i tassi

Dettagli

I flussi finanziari strutturati secondo lo schema del flusso di cassa disponibile: Obiettivo principale

I flussi finanziari strutturati secondo lo schema del flusso di cassa disponibile: Obiettivo principale L impostazione dell analisi: 5 possibili approcci [3] L approccio dei flussi di cassa l approccio dello schema di raccordo degli indici l approccio dello sviluppo sostenibile l approccio dei flussi di

Dettagli

Indice. Le curve di indifferenza sulla frontiera di Markowitz UNIVERSITA DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA

Indice. Le curve di indifferenza sulla frontiera di Markowitz UNIVERSITA DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA UNIVERSITA DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA Corso di pianificazione finanziaria A.a. 2003/2004 1 Indice La Capital Market Theory di Markowitz Il Teorema della separazione di Tobin e la Capital Market Line

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

IV. ANALISI DI SENSITIVITÀ

IV. ANALISI DI SENSITIVITÀ IV. ANALISI DI SENSITIVITÀ IV.1 SENSITIVITÀ ALLA CRESCITA ECONOMICA La sensitività della finanza pubblica italiana alla crescita economica è valutata simulando il comportamento dell indebitamento netto

Dettagli

Proposta di Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico (CCSE) REGOLAZIONE DEGLI IMPORTI INFERIORI AD UNA SOGLIA MINIMA PREFISSATA

Proposta di Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico (CCSE) REGOLAZIONE DEGLI IMPORTI INFERIORI AD UNA SOGLIA MINIMA PREFISSATA Proposta di Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico (CCSE) REGOLAZIONE DEGLI IMPORTI INFERIORI AD UNA SOGLIA MINIMA PREFISSATA 1. PREMESSA Con il presente documento, la Cassa Conguaglio per il Settore

Dettagli

La riforma del servizio di distribuzione del

La riforma del servizio di distribuzione del CReSV Via Röntgen, 1 Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore 20136 Milano tel +39 025836.3626 La riforma del servizio di distribuzione del 2013 gas naturale In collaborazione con ASSOGAS Gli ambiti territoriali

Dettagli

Scheda prodotto. 100% dell importo nominale sottoscritto. 1 obbligazione per un valore nominale di Euro 1.000

Scheda prodotto. 100% dell importo nominale sottoscritto. 1 obbligazione per un valore nominale di Euro 1.000 Caratteristiche principali del Prestito Obbligazionario Scheda prodotto Denominazione Strumento Finanziario Tipo investimento Emittente Rating Emittente Durata Periodo di offerta Data di Godimento e Data

Dettagli

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD

DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD DCO 106/2013/R/GAS Mercato del gas naturale Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Revisione della componente QVD Commenti e proposte Anigas Milano, 5 aprile 2013 1 PREMESSA Anigas

Dettagli

Da più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto.

Da più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto. -omissis- 1.7 Il ruolo delle garanzie Da più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto. Riteniamo che queste affermazioni nascano

Dettagli

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA DCO 2/08 AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA (Articolo 2, comma 3, dei decreti ministeriali 20 luglio 2004) Documento per

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria

Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria Il caso Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria di Silvia Tommaso - Università della Calabria Nella scelta delle fonti di finanziamento, necessarie alla copertura del fabbisogno

Dettagli

Nella prima parte del corso l attenzione è venuta appuntandosi sui problemi inerenti la valutazione di investimenti aziendali e di strumenti

Nella prima parte del corso l attenzione è venuta appuntandosi sui problemi inerenti la valutazione di investimenti aziendali e di strumenti Nella prima parte del corso l attenzione è venuta appuntandosi sui problemi inerenti la valutazione di investimenti aziendali e di strumenti finanziari in un contesto di flussi finanziari certi, tuttavia

Dettagli

Parimenti una gestione delle scorte in maniera non oculata può portare a serie ripercussioni sul rendimento sia dei mezzi propri che di terzi.

Parimenti una gestione delle scorte in maniera non oculata può portare a serie ripercussioni sul rendimento sia dei mezzi propri che di terzi. Metodo per la stima del ROE e del ROI in un azienda operante nel settore tessile abbigliamento in funzione delle propria struttura di incasso e pagamento e della gestione delle rimanenze di magazzino.

Dettagli

Certificati bianchi titoli di efficienza energetica a portata di mano

Certificati bianchi titoli di efficienza energetica a portata di mano 3 Conferenza Annuale Fire Roma, 10 aprile 2014 Certificati bianchi titoli di efficienza energetica a portata di mano Le nuove regole sul rimborso in tariffa e sui grandi progetti Marco De Min Direzione

Dettagli

BASILEA 2. La struttura generale dell accordo LE TAPPE PRINCIPALI

BASILEA 2. La struttura generale dell accordo LE TAPPE PRINCIPALI BASILEA 2 La struttura generale dell accordo Monica Malta LE TAPPE PRINCIPALI 1974 nasce il Comitato di Basilea dei Paesi del G10 1988 stipula dell accordo "Basilea 1 1996 modifica dell accordo 2001 1

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 2 DICEMBRE 2015 583/2015/R/COM TASSO DI REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO PER I SERVIZI INFRASTRUTTURALI DEI SETTORI ELETTRICO E GAS: CRITERI PER LA DETERMINAZIONE E L AGGIORNAMENTO L

Dettagli

Finanza Aziendale (6 cfu)

Finanza Aziendale (6 cfu) Finanza Aziendale (6 cfu) Docente: Prof. Giuseppe Frisella (profrisella@gmail.com) Ricevimento: Lunedì ore 10:00 Dipartimento SEAF-Economia 4 Piano Anno Accademico 2012/2013 Il corso ha l obiettivo di

Dettagli

31/12/2012. Totale fondi pensione non finanziati 95.693 3.988 99.681 - - - -

31/12/2012. Totale fondi pensione non finanziati 95.693 3.988 99.681 - - - - 22. FONDI DEL PERSONALE La voce comprende Fondi pensione finanziati 271.288 266.404 non finanziati 99.681 85.014 TFR (società italiane) 47.007 40.484 Piani di assistenza medica 20.403 21.270 Altri benefici

Dettagli

Situazione indebitamento al 31.12.2009

Situazione indebitamento al 31.12.2009 Situazione indebitamento al 31.12.2009 Situazione indebitamento al 31.12.2009 A cura del Servizio Credito dell Assessorato della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio Cagliari, Dicembre

Dettagli

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina Credito Cooperativo **********

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina Credito Cooperativo ********** Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina Credito Cooperativo ********** 1 INDICE 1. PREMESSA... 3 2. METODOLOGIA DI PRICING... 3 2.1 PRICING... 5 2 1.

Dettagli

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00 Parte ordinaria 4 Punto Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato

Dettagli

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende LO SCENARIO MINI BOND Il Decreto Sviluppo ed il Decreto Sviluppo bis del 2012, hanno introdotto importanti novità a favore delle società

Dettagli

19.4. La riserva di elasticità

19.4. La riserva di elasticità INTRODUZIONE ALLA FINANZA 1.OBIETTIVI AZIENDALI E COMPITI DELLA FINANZA, di M. Dallocchio e A. Salvi 1.1. Creazione di valore come idea-guida 1.2. Creazione di valori per l impresa o per gli azionisti?

Dettagli

IL RISCHIO DI INVESTIRE IN AZIONI DIMINUISCE CON IL PASSARE DEL TEMPO?

IL RISCHIO DI INVESTIRE IN AZIONI DIMINUISCE CON IL PASSARE DEL TEMPO? IL RISCHIO DI INVESTIRE IN AZIONI DIMINUISCE CON IL PASSARE DEL TEMPO? Versione preliminare: 1 Agosto 28 Nicola Zanella E-mail: n.zanella@yahoo.it ABSTRACT I seguenti grafici riguardano il rischio di investire

Dettagli

LA VALUTAZIONE DI PORTAFOGLIO. Giuseppe G. Santorsola 1

LA VALUTAZIONE DI PORTAFOGLIO. Giuseppe G. Santorsola 1 LA VALUTAZIONE DI PORTAFOGLIO Giuseppe G. Santorsola 1 Rendimento e rischio Rendimento e rischio di un singolo titolo Rendimento e rischio di un portafoglio Rendimento ex post Media aritmetica dei rendimenti

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Finanza Aziendale. Rischio e Valutazione degli

Finanza Aziendale. Rischio e Valutazione degli Teoria della Finanza Aziendale Rischio e Valutazione degli investimenti 9 1-2 Argomenti trattati Costo del capitale aziendale e di progetto Misura del beta Costo del capitale e imprese diversificate Costo

Dettagli

L ANALISI PER INDICI

L ANALISI PER INDICI Obiettivo dell analisi per indici è la valutazione delle scelte dell imprenditore attraverso la misurazione degli effetti economici, finanziari e patrimoniale prodotti dalle stesse. La corretta misurazione

Dettagli

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2357 e 2357-ter del codice civile, nonché dell art.

Dettagli

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa S.c. **********

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa S.c. ********** Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa S.c. ********** CDA del 13/11/2013 1 INDICE 1. PREMESSA... 3 2. METODOLOGIA DI PRICING...

Dettagli

Sostenibilità e gestione finanziaria nelle casse di previdenza: esperienze a confronto

Sostenibilità e gestione finanziaria nelle casse di previdenza: esperienze a confronto Sostenibilità e gestione finanziaria nelle casse di previdenza: esperienze a confronto Il punto di vista dell asset manager Michele Boccia Responsabile Clientela Istituzionale Eurizon Capital SGR Milano,

Dettagli

Indice della lezione. Per fare scelte coerenti in termini di Finanza Aziendale. La finanza aziendale. La stima del costo del capitale

Indice della lezione. Per fare scelte coerenti in termini di Finanza Aziendale. La finanza aziendale. La stima del costo del capitale UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA Corso di pianificazione finanziaria Il costo del capitale è un tasso di attualizzazione Quale tasso di attualizzazione? Il Wacc La stima del costo del

Dettagli

Private Banking e Fondi Immobiliari

Private Banking e Fondi Immobiliari 0 Private Banking e Fondi Immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari Il mercato dei fondi immobiliari nel mondo e in Europa Nel 2005 il portafoglio dei gestori professionali ha superato gli 800 mld di

Dettagli

IAS 39: STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

IAS 39: STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI : STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI La contabilizzazione dei derivati di negoziazione (speculativi) e di copertura. Esempi e scritture contabili relative all «interest rate swap» (Irs). di Alessio Iannucci

Dettagli

Regolamento sugli investimenti

Regolamento sugli investimenti FONDAZIONE ABENDROT La Cassa pensioni all insegna della sostenibilità Regolamento sugli investimenti Stato 1.1.2007 Il Consiglio di fondazione della Fondazione Abendrot emana con l accordo della Commissione

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Linee guida per l'applicazione del Metodo nazionale per calcolare l elemento di aiuto nelle garanzie

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

Asset class: Fondi Obbligazionari Speaker: Giovanni Radicella- Responsabile Investimenti Obbligazionari Moderatore: Marco Parmiggiani Responsabile

Asset class: Fondi Obbligazionari Speaker: Giovanni Radicella- Responsabile Investimenti Obbligazionari Moderatore: Marco Parmiggiani Responsabile Asset class: Fondi Obbligazionari Speaker: Giovanni Radicella- Responsabile Investimenti Obbligazionari Moderatore: Marco Parmiggiani Responsabile Sviluppo Rete Arca Fund Manager Webinar Fondi Obbligazionari

Dettagli

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2357 e 2357-ter del codice civile, nonché dell art.

Dettagli

Scheda prodotto. Caratteristiche principali del Prestito Obbligazionario

Scheda prodotto. Caratteristiche principali del Prestito Obbligazionario Caratteristiche principali del Prestito Obbligazionario Scheda prodotto Denominazione Strumento Finanziario Tipo investimento Emittente Rating Emittente Durata Periodo di offerta Data di Godimento e Data

Dettagli

REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI TELEFONICI DE

REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI TELEFONICI DE DCO 452/2014/R/com REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI TELEFONICI DELLE AZIENDE DI VENDITA DI ENERGIA ELETTRICA E DI GAS NATURALE ORIENTAMENTI FINALI Osservazioni e proposte ANIGAS Milano,

Dettagli

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita

Dettagli

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Redatto da: Responsabile Servizio Finanza e Tesoreria / Responsabile Servizio Controlli Interni Verificato da: Responsabile Compliance

Dettagli

www.cicliemercati.it Tutti i diritti riservati Pag. 1

www.cicliemercati.it Tutti i diritti riservati Pag. 1 LA MATRICE DEI MERCATI DESCRIZIONE E UTILIZZO PER L INVESTITORE DESCRIZIONE La Matrice è basata su un algoritmo genetico proprietario che permette di individuare e visualizzare, a seconda delle preferenze

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

LA TASSAZIONE SUGLI INVESTIMENTI

LA TASSAZIONE SUGLI INVESTIMENTI LA TASSAZIONE SUGLI INVESTIMENTI Un breve riepilogo su cosa è cambiato e su cosa sta per cambiare per i prodotti assicurativi Ante riforma Come noto, dal primo gennaio 2012 sono state introdotte nuove

Dettagli

I finanziamenti necessari nel settore idrico: possono esserci soluzioni innovative?

I finanziamenti necessari nel settore idrico: possono esserci soluzioni innovative? I finanziamenti necessari nel settore idrico: possono esserci soluzioni innovative? Valentina Menin Consultant Forlì 12 aprile 2013 Agenda Le criticità del settore idrico Meccanismi tariffari volti ad

Dettagli

Categorie dei fondi assicurativi polizze unit-linked

Categorie dei fondi assicurativi polizze unit-linked Categorie dei fondi assicurativi polizze unit-linked FEBBRAIO 2005 INDICE PREMESSA pag. 3 1. DEFINIZIONE DELLE CATEGORIE pag. 4 1.1 Macro-categorie pag. 4 1.2 Fondi azionari pag. 5 1.3 Fondi bilanciati

Dettagli

Orientamenti sul trattamento delle esposizioni al rischio di mercato e di controparte nella formula standard

Orientamenti sul trattamento delle esposizioni al rischio di mercato e di controparte nella formula standard EIOPA-BoS-14/174 IT Orientamenti sul trattamento delle esposizioni al rischio di mercato e di controparte nella formula standard EIOPA Westhafen Tower, Westhafenplatz 1-60327 Frankfurt Germany - Tel. +

Dettagli

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi di bilancio si compone di due strumenti complementari per la valutazione delle condizioni di economicità delle aziende: gli indici ed il rendiconto

Dettagli

BIL Harmony Un approccio innovativo alla gestione discrezionale

BIL Harmony Un approccio innovativo alla gestione discrezionale _ IT PRIVATE BANKING BIL Harmony Un approccio innovativo alla gestione discrezionale Abbiamo gli stessi interessi. I vostri. Private Banking BIL Harmony BIL Harmony è destinato agli investitori che preferiscono

Dettagli

AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO

AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO SOCIALLY RESPONSIBLE INVESTMENT AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO Forum per la Finanza Sostenibile Milano 30 giugno 2009 Giulio Casuccio Head of Quantitatives Strategies and Research Principi ed obiettivi:

Dettagli

prof.ssa S.Spallini RAGIONERIA GENERALE Il mercato dei capitali

prof.ssa S.Spallini RAGIONERIA GENERALE Il mercato dei capitali 1 RAGIONERIA GENERALE Il mercato dei capitali Il mercato dei capitali 2 E costituito dalla incontro tra domanda e offerta di capitali, in esso ha luogo la fissazione del prezzo dei capitali rappresentato

Dettagli

ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011

ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011 ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011 1. QUADRO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE Negli ultimi mesi del 2011 si è verificato un peggioramento delle prospettive di crescita nelle principali economie

Dettagli

RISOLUZIONE N. 58/E. OGGETTO: Operazioni di asset swap su Obbligazioni Generali 6,5% 2010. Interpello art. 11 legge 27-7-2000, n. 212 XY S.p.A.

RISOLUZIONE N. 58/E. OGGETTO: Operazioni di asset swap su Obbligazioni Generali 6,5% 2010. Interpello art. 11 legge 27-7-2000, n. 212 XY S.p.A. RISOLUZIONE N. 58/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 06 marzo 2003 OGGETTO: Operazioni di asset swap su Obbligazioni Generali 6,5% 2010. Interpello art. 11 legge 27-7-2000, n. 212 XY S.p.A.

Dettagli

Strategia d investimento obbligazionaria

Strategia d investimento obbligazionaria Strategia d investimento obbligazionaria Valutazione del mercato Analisi delle variabili del reddito fisso Strategia d investimento per gli asset obbligazionari Bollettino mensile no. 11 novembre A cura

Dettagli

FINANZA AZIENDALE. - secondo modulo - anno accademico 2008/2009

FINANZA AZIENDALE. - secondo modulo - anno accademico 2008/2009 FINANZA AZIENDALE - secondo modulo - anno accademico 2008/2009 LEZIONE Rischio e rendimento Alcuni concetti introduttivi 2 Alcuni concetti introduttivi () Nella prima parte del corso l attenzione è venuta

Dettagli

ATI. Umbria 3. RELAZIONE INCIDENZA AMMORTAMENTI ED ONERI FINANZIARI SU REVISIONE PIANO D AMBITO TRIENNIO 2011/2013 V.U.S. Spa

ATI. Umbria 3. RELAZIONE INCIDENZA AMMORTAMENTI ED ONERI FINANZIARI SU REVISIONE PIANO D AMBITO TRIENNIO 2011/2013 V.U.S. Spa Regione dell Umbria Provincia di Perugia ATI Umbria 3 RELAZIONE INCIDENZA AMMORTAMENTI ED ONERI FINANZIARI SU REVISIONE PIANO D AMBITO TRIENNIO 2011/2013 V.U.S. Spa INTRODUZIONE Lo scopo del presente documento

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

Dinamica indebitamento

Dinamica indebitamento 2.7 DINAMICA E COSTO DELL INDEBITAMENTO, STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI La tabella sottostante riporta l indebitamento globale del Comune, suddiviso per soggetto finanziatore e tipologia di contratto, con

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO (approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza nella riunione del 28 febbraio 2005; coordinato con le modifiche deliberate il 24 luglio 2007, il 16 dicembre

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER GLI INCENTIVI ALLE IMPRESE IL DIRETTORE GENERALE Visto il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto

Dettagli

La teoria finanziaria del valore asserisce che il valore di una iniziativa dipende essenzialmente da tre fattori:

La teoria finanziaria del valore asserisce che il valore di una iniziativa dipende essenzialmente da tre fattori: La teoria finanziaria del valore asserisce che il valore di una iniziativa dipende essenzialmente da tre fattori: i flussi monetario che l iniziativa è in grado di generare il profilo temporale associabile

Dettagli

Allegato B CASH FLOW GENERATO E SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA

Allegato B CASH FLOW GENERATO E SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA Allegato B CASH FLOW GENERATO E SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA SOMMARIO 1 LA FINANZIABILITÀ DEL PIANO...I 2 I CONTI ECONOMICI DI PREVISIONE...V 3 STATO PATRIMONIALE...VII 4 FLUSSI DI CASSA... VIII 5 UNO SCENARIO

Dettagli

Il Capital asset pricing model è un modello di equilibrio dei mercati, individua una relazione tra rischio e rendimento, si fonda sulle seguenti

Il Capital asset pricing model è un modello di equilibrio dei mercati, individua una relazione tra rischio e rendimento, si fonda sulle seguenti Il Capital asset pricing model è un modello di equilibrio dei mercati, individua una relazione tra rischio e rendimento, si fonda sulle seguenti ipotesi: Gli investitori sono avversi al rischio; Gli investitori

Dettagli

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo Montepulciano

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo Montepulciano Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo Montepulciano 1 INDICE 1. PREMESSA... 3 2. METODOLOGIA DI PRICING... 3 2.1 PRICING... 5 2 1. PREMESSA

Dettagli

Approcci e strategie per il risparmio energetico. Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A.

Approcci e strategie per il risparmio energetico. Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. Approcci e strategie per il risparmio energetico Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. LA SOCIETÀ HA UN RUOLO RILEVANTE PER LO SVILUPPO NEL TERRITORIO DI INFRASTRUTTURE STRATEGICHE

Dettagli

SCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE

SCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE SCHEDA SINTETICA INFORMAZIONI SPECIFICHE La parte Informazioni Specifiche, da consegnare obbligatoriamente all investitore-contraente prima della sottoscrizione, è volta ad illustrare le principali caratteristiche

Dettagli

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NOTA A CURA DELLA DIVISIONE SALUTE, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), A SEGUITO DI RICHIESTA

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

SINTESI DELLA POLICY di VALUTAZIONE E PRICING DELLE OBBLIGAZIONI EMESSE DAL CREDITO VALDINIEVOLE S.C.

SINTESI DELLA POLICY di VALUTAZIONE E PRICING DELLE OBBLIGAZIONI EMESSE DAL CREDITO VALDINIEVOLE S.C. SINTESI DELLA POLICY di VALUTAZIONE E PRICING DELLE OBBLIGAZIONI EMESSE DAL CREDITO VALDINIEVOLE S.C. 17 Ottobre 2013 1 INDICE 1. PREMESSA... 3 2. METODOLOGIA DI PRICING... 3 2.1 PRICING... 4 2 1. PREMESSA

Dettagli