Dipartimento di Prevenzione Medica. 6 Rapporto sulle attività di prevenzione collettiva e di promozione della salute

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1 Dipartimento di Prevenzione Medica 6 Rapporto sulle attività di prevenzione collettiva e di promozione della salute ANNO 2014

2 Presentazione Questo sesto report sulle attività di prevenzione prosegue l obiettivo degli anni scorsi di misurare, in termini di guadagno di salute per la popolazione, l attività che i servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica dell ASL di Lecco hanno svolto durante l anno La necessità di leggere le attività di prevenzione in un ottica di risultati di salute si impone ancor più in tempi di risorse limitate, dove è necessario rendicontare l impiego di risorse in termini di utilità per la comunità. Questo approccio, innovativo rispetto ai tradizionali documenti, che riportano dati di produttività indicanti l efficienza, intesa come corretto impiego delle risorse affidate, risulta di non facile sviluppo in quanto per diversi ambiti di attività di tipo preventivo, non sempre è possibile disporre di indicatori immediati e diretti di risultato, essendo nella maggior parte dei casi l effetto degli interventi misurabile solo a lungo termine. Vorrei infine sottolineare come molti dei risultati di salute raggiunti sono stati ottenuti grazie ad un processo di corresponsabilità che ha coinvolto le imprese, i lavoratori, le parti sociali, le associazioni, le amministrazioni locali secondo i principi della sussidiarietà e dell integrazione tra i diversi attori, interni ed esterni al sistema della prevenzione, cioè tra tutti i soggetti che per finalità, ruolo e competenze istituzionali perseguono l obiettivo comune di garantire il benessere della popolazione della nostra provincia. Il Direttore Generale Dott. Paolo Moroni 2

3 INTRODUZIONE INDICE 1.0 ANALISI DI CONTESTO pag Il territorio e la popolazione 1.2 Il quadro demografico 1.3 Il contesto socio occupazionale 1.4 Le Principali cause di mortalità 1.5 Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA) 2.0 INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE pag LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE pag LE AREE DI INTERVENTO pag AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: strumenti, pianificazioni, risultati pag L attività di vigilanza e controllo Gli infortuni sul lavoro Le malattie professionali L idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione negli ambienti di lavoro I controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza La gestione del rischio amianto Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro 4.2 LA QUALITÀ NEGLI AMBIENTI DI VITA pag La qualità dell aria outdoor La qualità delle acque destinate ad attività natatorie Lotta agli agenti infestanti Pianificazione e il monitoraggio del territorio La qualità dell aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella La qualità delle strutture in cui viviamo Le attività di radioprotezione 4.3 LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO pag La sorveglianza delle malattie infettive Gli interventi per la prevenzione del contagio L attività di prevenzione e controllo dell infezione da HIV e della malattia tubercolare L offerta di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale L attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi 4.4 L IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI pag Le tossinfezioni alimentari Sicurezza alimentare Il sistema di allerta alimentare Il servizio di riconoscimento dei funghi Campionamento di alimenti Qualità delle acque destinate al consumo umano Case dell acqua 3

4 4.5 LE ANALISI DEL LABORATORIO DI PREVENZIONE DELL'ASL pag I dati analitici a supporto delle attività di prevenzione Le aree di attività del Laboratorio di Prevenzione Prospettive future 4.6 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE pag La salute in movimento La prevenzione nutrizionale La promozione della sicurezza stradale 4.7 LE CAMPAGNE DI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI pag Lo screening del cancro della mammella Lo screening del cancro del colon-retto Lo screening del cancro del collo dell utero 5.0 CONCLUSIONI pag. 61 4

5 INTRODUZIONE Il rapporto annuale sulle attività di prevenzione medica qui illustrato ha lo scopo di comunicare ai cittadini e a tutti i soggetti, istituzionali e non, della società civile le azioni di prevenzione messe in campo nel 2014 e i risultati conseguiti per la tutela e la promozione della salute del singolo cittadino e della collettività. Contemporaneamente la diffusione del rapporto diviene un modo per divulgare informazioni e conoscenze che possano accrescere la cultura della prevenzione, per fornire alla collettività e ai singoli strumenti per scelte e decisioni consapevoli volti al miglioramento della qualità degli ambienti di vita e di lavoro. La salute è creata e vissuta dalle persone all interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita... dalla 1^ Conferenza internazionale per la promozione della salute: Carta di Ottawa, Ai nostri giorni le strategie di prevenzione per migliorare le condizioni di salute della popolazione richiedono interventi atti a promuovere e tutelare la salute delle persone e della collettività sia favorendo comportamenti individuali sani che intervenendo sui rischi negli ambienti di vita e di lavoro attraverso azioni efficaci, integrate e sinergiche con tutti i soggetti che, anche al di fuori della sanità, possono contribuire a migliorare le condizioni di salute e benessere della popolazione. Un moderno sistema di prevenzione deve peraltro tener conto della costante evoluzione degli scenari socioeconomici, scientifici e sanitari adeguando continuativamente le proprie strategie d intervento tese a: cogliere gli elementi di cambiamento e dotarsi di strumenti per analizzare i contesti territoriali, nella loro peculiarità e dinamicità, programmando di conseguenza risposte adeguate ai bisogni di salute della popolazione; responsabilizzare e coinvolgere il cittadino per favorire scelte e stili di vita salutari; tradurre lo spirito delle direttive europee in materia di controlli, che esalta la responsabilità del datore di lavoro e l'autocontrollo dell'impresa, per permettere una prevenzione universale "diffusa", alla quale partecipano non solo gli operatori sanitari; produrre un'evoluzione dei servizi di prevenzione, che passino dall'autoreferenzialità e dalla perpetuazione di prassi consolidate, alla trasparenza delle scelte che determinano la programmazione della attività, con un approccio integrato, che ottimizzi le risorse disponibili e aumenti l'efficacia delle azioni di tutela delle singole persone, dei lavoratori e della comunità intera. In Lombardia, da alcuni anni, le indicazioni della D.G Salute hanno orientato la programmazione delle attività dei Dipartimenti di Prevenzione secondo criteri di appropriatezza e di efficacia sanitaria (Evidence Based Medicine - Evidence Based Prevention), sulla base di studi epidemiologici aggiornati e integrati con i dati del contesto locale, perseguendo obiettivi di semplificazione e promuovendo strategie di integrazione che, attraverso un moderno sistema di prevenzione, coinvolgano tutti i portatori d interesse, amministrazioni, istituzioni, associazioni, cittadini, a vario titolo impegnati nel raggiungimento di comuni obiettivi di salute. A livello locale gli interventi di prevenzione e di promozione della salute realizzati nel 2014 sono conseguenti agli obiettivi specifici definiti nell ambito del sistema di prevenzione regionale nelle Regole di esercizio D.G.R. X/1185 del 20/12/2013 e nel documento di programmazione aziendale approvato con Delibera n 43 del 06/02/2014 e trovano coerenza con le indicazioni nazionali e regionali sopra delineate. Nelle pagine seguenti il Rapporto sulle attività di prevenzione descrive, dopo una breve analisi del contesto in cui sono presentati e commentati alcuni indici demografici, epidemiologici, socio-occupazionali ed ambientali: - l importanza del sistema informativo quale strumento indispensabile a supporto delle attività di prevenzione; 5

6 - la rilevanza strategica delle sinergie in atto nel sistema lecchese della prevenzione - la promozione di scelte e stili di vita sani realizzata con progetti mirati ad incrementare l attività motoria dei cittadini e il controllo dell alimentazione. - l efficacia delle azioni di prevenzione e controllo indirizzate verso situazioni a maggior rischio per la salute dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori e i risultati ottenuti anche in termini di guadagno di salute; - il sistema di sorveglianza delle malattie infettive e l attività vaccinale - gli screening oncologici per la ricerca dei tumori alla mammella e al colon 6

7 1.0 ANALISI DI CONTESTO Per comprendere i bisogni di salute della popolazione e quindi stabilire le priorità e programmare gli interventi di prevenzione è necessario conoscere e utilizzare sistematicamente le informazioni di natura demografica, sanitaria, epidemiologica, economica, sociale, ambientale e scientifica che consentono di contestualizzare la realtà della nostra Provincia rispetto ai trend regionali e nazionali. Per quel che concerne le evidenze di contesto vengono di seguito brevemente descritti alcuni indici considerati relativi a: caratteristiche del territorio e della popolazione; condizioni socio-occupazionali; stato di salute. 1.1 Il territorio e la popolazione La provincia di Lecco si estende su una superficie di 814,59 Km 2 caratterizzata da una predominante componente montuosa e collinare con la presenza del Lario, di altri laghi minori e di diversi corsi d acqua tra cui il principale è il fiume Adda. Grazie alla sua conformazione orografica ed alla presenza di numerosi siti di interesse naturalistico, la provincia di Lecco ha una spiccata valenza turistica; circa un terzo dell'intera superficie provinciale, è interessato dal "Sistema delle Aree Protette Lombarde" istituito dalla Regione Lombardia nel 1983 che comprende Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, Parchi Regionali, parchi locali di interesse sovracomunale, riserve naturali, aree di equilibrio ecologico che trovano nelle reti ecologiche il riferimento per la realizzazione di una trama di connessioni tra spazi naturali e seminaturali connotati da un'apprezzabile biodiversità. Amministrativamente la Provincia di Lecco è suddivisa in 88 Comuni, 51 dei quali localizzati in aree montane e 37 in aree collinari, che si caratterizzano per una differente ampiezza demografica: 19 comuni non raggiungono i abitanti, 53 non superano la soglia dei abitanti, 15 hanno una popolazione residente compresa tra e , solo il capoluogo con abitanti conta una popolazione superiore. Suddivisione dei Comuni in base all'ampiezza demografica Numero Comuni Popolazione residente fino a 999 abitanti da a abitanti da a abitanti da a abitanti Totale Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2014 Il territorio provinciale presenta al 1 gennaio 2014 una densità media di 418 abitanti/km 2, valore paragonabile a quello medio regionale di 410 ma superiore a quello nazionale che si attesta a 198 abitanti per km 2. Considerando i tre ambiti distrettuali dell ASL la densità abitativa in rapporto all estensione del territorio è maggiore nei comuni del meratese con quasi abitanti per km 2, è di poco inferiore nel distretto di Lecco mentre si riduce significativamente nel Distretto di Bellano. Superficie popolazione densità abitativa Ambito distrettuale kmq % residente % n. abitanti/kmq Bellano 458,17 56, , Merate 129,70 15, , Lecco 226,72 27, , Totale 814, Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2014 7

8 1.2 Il quadro demografico Al 31/12/2013 la provincia di Lecco ha una popolazione di ai abitanti residenti e rappresenta il 3,4% di quella lombarda. La popolazione femminile è leggermente superiore rispetto a quella maschile (50,9% ) e la differenza aumenta all'aumentare dell'età. La seguente tabella riporta l andamento demografico della popolazione residente in provincia di Lecco dal 2001 al In provincia di Lecco, come in molte altre Province lombarde, da diversi anni si sta assistendo ad una sensibile riduzione delle nascite (linea verde nel grafico a fianco) a fronte di un incremento delle morti (linea arancione del grafico); la tendenza si conferma anche per il Vi è di conseguenza una progressiva tendenza all invecchiamento: nel 2013 l età media della popolazione è salita a 43,7 anni e l indice di vecchiaia, ossia il numero di anziani ogni 100 giovani è ulteriormente aumentato rispetto all anno precedente ed è pari a 149,1. La quota di popolazione straniera presente sul territorio provinciale bilancia la tendenza all invecchiamento e alla riduzione della natalità sopra descritto in quanto i residenti stranieri di sesso maschile hanno un età media di 38 anni, mentre per quelli di sesso femminile l età media è di 37 anni. Dall analisi degli indicatori demografici risulta evidente che l incremento demografico è prevalentemente legato alla popolazione migrante. Il grafico seguente riporta l andamento della popolazione straniera residente in Provincia di Lecco. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. 8

9 . Il grafico sottostante descrive la piramide dell età della provincia di Lecco nel La popolazione è suddivisa in classi di età sull'asse verticale, mentre sull'asse orizzontale sono riportati due grafici a barre speculari con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la popolazione maschi e femmine Italiani e stranieri. PIRAMIDE DELL ETÀ PER SESSO E CITTADINANZA IN RESIDENTI DELLA PROVINCIA DI LECCO, 2013 Se si osserva la distribuzione della popolazione per età, sesso e nazionalità residente in provincia di Lecco si può notare : - la netta diminuzione delle nascite rispetto agli anni 60 evidenziata dal restringimento della base della piramide; - il prevalere della popolazione femminile con l avanzare dell età determinato da una maggiore longevità. 1.3 Il contesto socio occupazionale L analisi di contesto socio occupazionale qui proposta tende a sottolineare gli elementi di rilievo sulle strategie di pianificazione delle azioni preventive a tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. L attuale crisi finanziaria, infatti, determina la necessità di valutare con attenzione l impatto delle azioni preventive sul territorio e non ultimo, conoscere l assetto occupazionale del territorio consente di modellare le competenze del personale addetto alla vigilanza e controllo negli ambienti di lavoro verso le reali emergenze preventive. Per un esteso rapporto sul contesto occupazionale si rimanda al documento Lecco : dinamiche economiche, società e territorio in 100 grafici redatto dalla camera di commercio di Lecco e rinvenibile al seguente link: 9

10 Nello specifico bisogna considerare gli elementi legati al lavoro determinanti i nuovi contesti di rischio, quali quelli esaminati nel Piano Regionale a Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro DGR 1104/2013 ovvero: la terziarizzazione dell impiego; il lavoro parasubordinato; il lavoro notturno; la femminilizzazione del lavoro e le differenze di genere; l invecchiamento della popolazione lavorativa e la disabilità; le nuove tecnologie. Viene evidenziato in tabella n. 1 il rapporto di dipendenza in relazione all età (rapporto tra le persone di età compresa tra 15 e 64 anni e quelle con età 0-14 e oltre i 65 anni) confronto Italia Lombardia provincia di Lecco, aggiornato al 2010 (anno più recente ai fini del confronto territoriale proposto), che mostra come l invecchiamento della popolazione generale abbia due tipologie di ripercussione sulla popolazione lavorativa: 1. progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa medesima con implicazioni sull idoneità specifica a mansione soprattutto per esposizione a rischi fisici (sovraccarico biomeccanico dell apparato muscolo scheletrico); 2. aumento del carico di lavoro domestico, con verosimile interessamento specifico del genere femminile, per la cura dei soggetti disabili, in età geriatrica, data la bassa natalità. Questi elementi di contesto sono fondamentali, per esempio, nelle valutazioni mediche per l attribuzione del nesso di causalità nelle malattie lavoro correlate da sovraccarico biomeccanico (vedi capitolo 5.1.3) dato il concorso di più cause, anche extralavorative appunto, nello sviluppo della malattia. Tabella 1 OCCUPAZIONE, 2010 Italia Lombardia Lecco Popolazione potenzialmente attiva > 15 anni Tasso popolazione femminile potenzialmente attiva 51,90% 51,40% 51,2 % 1 Occupati Tasso di occupazione femminile 40,70% 41,90% 41,6% 2 Tasso di attività anni 63,70% 70% 69% 2 Tasso di attività anni maschile 77,8% 2 Tasso di attività anni femminile 53,50% 61,40% 59,8% 2 1 ISTAT 2 Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro I dati rappresentati in tabella n. 1 mostrano un tasso occupazionale femminile locale in linea con il dato regionale ed eccedente il dato nazionale. Con riferimento al rapporto di dipendenza in relazione all età, ovvero al tasso di attività anni, si osserva che il dato locale relativo al sesso femminile, in linea con il dato regionale, eccede quello nazionale a significare un numero maggiore relativo di donne potenzialmente attive sul numero di donne non attive. In tabella 2 viene rappresentata la distribuzione di frequenza delle imprese attive, delle unità locali attive e degli addetti alle unità locali per settore produttivo in provincia di Lecco fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Il dato è utile alla programmazione dei controlli, in quanto tra gli elementi guida della graduazione del rischio anche la numerosità della popolazione lavorativa per settore produttivo assume uno specifico peso. Tabella 2 10

11 SETTORI PRODUTTIVI, LECCO, 2012 Imprese attive UL attive Addetti alle UL Industria Servizi Commercio Costruzioni Agricoltura Totale I dati rappresentati in tabella n. 2 mostrano che il settore industriale, comprensivo del metalmeccanico/siderurgico e manifatturiero, continua a ricoprire un ruolo di rilievo a livello locale, con particolare riferimento al numero di lavoratori addetti. Posizione di rilievo, nella graduazione del rischio, assume sicuramente la presenza di lavoratori stranieri, data anche la disposizione normativa ai sensi della quale le imprese debbano addivenire ad una valutazione dei rischi tenendo conto, tra l altro, delle differenze di provenienza. Il 10% circa della forza lavoro locale è di provenienza straniera, con provenienza importante dal continente africano. In grafico n. 1 viene rappresentata la distribuzione di frequenza della forza lavoro locale straniera per Paese di provenienza - fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Si osserva che quasi Grafico 1 Altro elemento di rilievo nella pesatura del rischio è legato alle classi dimensionali delle imprese del territorio. In tabella n. 3 è rappresentata la distribuzione di frequenza relativa (%) delle imprese attive, delle unità locali attive e degli addetti alle unità locali per classi dimensionali in provincia di Lecco fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco, si osserva che le micro piccole medie imprese costituiscono il 70% della realtà produttiva locale. Il dato ha un forte impatto anche in relazione all obiettivo strategico regionale di supporto alle imprese mediante l induzione all applicazione delle Linee Guida, Atti di indirizzo decretati da Regione Lombardia ai fini sia dell agevolazione tariffaria derivante dall accesso al MODELLO INAIL OT24, sia dell eventuale riconoscimento a Buona Prassi secondo la Commissione Consultiva permanente ex art. 6 D. Lgs 81/08 e s.m.i.. Tabella 3 CLASSI DIMENSIONALI, LECCO, 2012 Imprese attive % UL attive % Addetti alle UL % 1-9 addetti addetti addetti Totale

12 La consapevolezza della prevalenza delle micro imprese che insistono sul territorio, sarà oggetto di riflessioni strategiche, per i prossimi anni, nell ambito dei lavori del Comitato Provinciale ex art. 7 D. Lgs 81/08 e s.m.i., la cui trattazione è rimandata al capitolo Principali cause di mortalità L andamento delle cause di mortalità va considerato separatamente sul lungo periodo (decenni) e sul breve periodo (anni). Osservando il trend della mortalità in Italia nel XX secolo, riportato nel seguente grafico ci si rende conto degli importanti cambiamenti intervenuti e si possono cogliere le diverse priorità che oggi devono essere affrontate per rispondere con efficacia e appropriatezza ai nuovi bisogni di tutela e promozione della salute. Mortalità per i principali gruppi di malattie, anni (per ab.) Fonte ISTAT Sul lungo periodo i fenomeni evidenti sono: la diminuzione della mortalità per malattie infettive e dell apparato respiratorio, grazie alle migliorate condizioni di vita e alla scoperta di vaccini, sulfamidici, antibiotici; l incremento della mortalità per malattie del sistema circolatorio, oggi prima causa di morte per gli italiani, e per tumori, seconda principale causa di morte, rispetto alle quali assumono importanza sia il prolungamento della vita media con conseguente invecchiamento della popolazione sia fattori comportamentali e ambientali. Nel breve periodo, per monitorare il quadro evolutivo della mortalità, il Dipartimento di Prevenzione Medica gestisce il Registro provinciale delle cause di morte che rileva sistematicamente le notifiche delle cause di morte effettuate su modello ISTAT dai medici curanti. In linea con le indicazioni della Direzione Generale Sanità, l ASL di Lecco dal 1 gennaio 2010 ha adottato il sistema internazionale ICD10 di codifica delle cause di morte, con conseguenti profonde modifiche nelle modalità di classificazione dei quadri patologici. Per tale motivo, i dati precedenti l anno 2010 devono essere considerati puramente indicativi e descrittivi, non utilizzabili per confronti approfonditi di carattere statistico. 12

13 La tabella seguente riporta l andamento della mortalità per cause principali nel periodo sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro. Nell ASL della Provincia di Lecco si registrano circa decessi/anno, secondo l elaborazione definitiva dei dati 2013, il tasso di mortalità grezzo del 2013 nella provincia di Lecco è il 9,2, dato in incremento negli ultimi 10 anni (rispetto all 8,6 del 2002), ma in linea con quello regionale (9,2 ) ed inferiore a quello nazionale (10,0 ). La tabella seguente riporta l andamento della mortalità per cause principali nel periodo dal 2004 al 2012 sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro di mortalità. N. ASSOLUTO RESIDENTI DECEDUTI OGNI ANNO SUDDIVISI PER GRANDI GRUPPI DI CAUSE GRUPPI DI GRANDI CAUSE SISTEMA CIRCOLATORIO TUMORI APPARATO RESPIRATORIO APPARATO DIGERENTE TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI GHIAND.ENDOCRINE NUTRIZ. METABOLIS SISTEMA NERVOSO E ORGANI SENSO DISTURBI PSICHICI STATI MORBOSI MAL DEFINITI APPARATO GENITOURINARIO SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE SIST. OSTEOMUSCOL./TESS.CONNETTIVO MALFORMAZIONI CONGENITE PELLE E TESSUTO SOTTOCUTANEO COND. MORBOSE ORIGINE PERINATALE GRAVIDANZA,PARTO E PUERPERIO CAUSA DI MORTE NON PERVENUTA TOTALE Fonte dati: registro di mortalità ASL Nel 2013 nella ASL di Lecco le principali cause di morte sono risultate le patologie del sistema circolatorio che rappresentano il 34,6% dei decessi, seguite da quelle tumorali con il 33,2% dei decessi, e dell apparato respiratorio con il 6,4%. Analizzando le principali cause di morte nel breve periodo ( ), si osserva una sostanziale stabilizzazione delle due principali, ossia sistema circolatorio e tumori, con lievi oscillazioni di natura verosimilmente casuale. E oggetto di approfondimento epidemiologico l incremento, risultato ad una prima analisi statisticamente significativo, dei casi appartenenti ai gruppi: disturbi psichici e sistema nervoso e organi di senso. Si conferma che l incremento delle malattie infettive e parassitarie è dovuto prevalentemente a setticemie negli over 75 anni e alla differente classificazione dei casi di epatite. Per quanto concerne la mortalità per tumori nella popolazione della provincia di Lecco, nel 2013 sono stati registrati 1040 decessi, dei quali 570 nella popolazione maschile e 470 nella popolazione femminile. 13

14 I due grafici seguenti riportano il numero assoluto delle prime 7 cause di morte per tumori nei maschi (corrispondenti a 341 casi sui 570 totali) e delle prime 7 cause di morte nelle femmine (corrispondenti a 285 casi sui 470 totali). Prime 7 cause di mortalità per tumore nei maschi - anno 2013 Prime 7 cause di mortalità per tumori nelle femmine - anno polmone fegato colon retto stomaco pancreas prostata vescica mammella polmone colon retto stomaco pancreas ovaio fegato Fonte dati: registro di mortalità ASL Nella popolazione maschile il cancro del polmone è la prima causa di morte con 119 casi, pari al 20,9 % del totale, seguono in ordine: fegato (8,2 %), colon retto (7,4 %), stomaco (7,0 %), pancreas (6,7 %) prostata (5,4 %), vescica (4,2 %), altri (40,2 %). Nella popolazione femminile il tumore alla mammella rimane la principale causa di morte con 80 casi pari al 17 % del totale, seguono in ordine: polmone (11,1 %), colon retto (10 %), stomaco (8,1 %), pancreas (6 %), ovaio (4,5 %), fegato (4 %), altri (39,4 %). Rispetto al 2012 il quadro è sostanzialmente sovrapponibile, con l eccezione dell aumentato numero di decessi per tumore epatico negli uomini (da 24 a 47 casi), fenomeno che è da considerarsi decisamente anomalo, e che andrà pertanto verificato con gli strumenti propri delle analisi epidemiologiche, e, se confermato, monitorato negli anni a venire. Per quanto riguarda la morbilità da tumori, presso l ASL è attivo dal 2008 il Registro Provinciale Tumori per la valutazione dell andamento delle patologie oncologiche sia in termini di incidenza che di sopravvivenza, e per la valutazione d efficacia delle attività di screening. In collaborazione con l Istituto Nazionale Tumori di Milano, si è iniziato a raccogliere i dati clinici dei casi con diagnosi istologica di neoplasia dal 2003., elaborando oltre record di casi di 6 anni completi dal Il registro nel 2011 è stato accreditato dall Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC). Per approfondimenti i dati di incidenza standardizzati sono esaminabili sul sito con possibilità di confronto con i dati nazionali ed europei di altri Registri accreditati. 1.5 Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA) La banca dati assistiti, di cui viene riportato un quadro di sintesi, costituisce uno strumento consolidato di lettura dei bisogni di salute della popolazione residente in termini di prevalenza di pazienti con patologie croniche di lunga durata. Nella seguente tabella viene riproposto l andamento del numero di assistiti per categoria diagnostica, utile a constatare il progressivo processo di cronicizzazione di alcune patologie (esempio: HIV, tumori, ecc) ed i conseguenti nuovi bisogni di misure sia cliniche che sociali. 14

15 CATEGORIA DIAGNOSTICA ASSISTITI 2008 ASSISTITI 2009 ASSISTITI 2010 ASSISTITI 2011 ASSISTITI Deceduti Trapiantati Insufficienti renali cronici HIV Positivo e AIDS conclamato Neoplastici Diabetici Cardiovasculopatici Broncopneumopatici Gastroenteropatici Neuropatici Malattie autoimmuni Malattie endocrine e metaboliche Parto Consumatore senza patologie NON Consumatore TOTALE

16 2 INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE Il sistema informativo è uno strumento che mette a disposizione dei Dipartimenti di Prevenzione le informazioni basilari per esercitare efficacemente le funzioni di programmazione e controllo, valutazione dei risultati, scelta tra alternative, assunzione di decisioni e, al tempo stesso, può condizionarne lo stile di governance e la sua evoluzione verso forme di maggiore coinvolgimento e partecipazione di altri soggetti operanti con finalità di prevenzione e sicurezza (ad esempio Direzioni Provinciali del lavoro, INAIL, Organismi paritetici, ARPA, Comuni, ecc). Il Sistema Informativo della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) è costituito da un insieme di informazioni standardizzate e organizzate secondo flussi definiti e disponibili in continuo. Sono identificabili otto principali flussi informativi dedicati alla prevenzione di cui sei sono attinenti alle informazioni sanitarie sul singolo cittadino e due sono relativi alle aziende. Nel primo gruppo sono presenti i flussi delle malattie infettive, delle vaccinazioni, delle malattie professionali e degli infortuni, dell assistenza ai malati di aids, degli screening. In questo gruppo è ricompreso anche il flusso relativo alla promozione della salute per il quale le informazioni sono presenti a livello di progetto di promozione della salute e non per individuo. Nel secondo gruppo sono presenti i flussi Impresa (anagrafe attività produttive, controlli, notifiche apertura cantieri) e il flusso relativo ai provvedimenti ed agli esiti dei campionamenti. Il sistema informativo aziendale si è pertanto progressivamente allineato per fornire i dati necessari per alimentare i flussi definiti e per usufruire dei conseguenti vantaggi attingendo le informazioni standardizzate messe a disposizione dai vari sistemi informativi, tra cui: PORTALEBI per i dati relativi all area dei servizi alla persona in particolare notifiche e inchieste epidemiologiche di malattie infettive e vaccinazioni somministrate e, dal 2010, è operativo il flusso informativo per l attività dei programmi di screening oncologici; DHW Screening che consente il calcolo dei tassi di adesione/esito degli screening e di tutte le altre informazioni che possono migliorare i servizi offerti; MaINF sistema informativo delle malattie infettive on line per la registrazione dei dati raccolti con l inchiesta epidemiologica sui casi di malattie infettive che consente elaborazioni di incidenza per patologia, ecc; GeV (Gestione eventi vaccinali) che permette a Regione Lombardia di elaborare i dati sulle vaccinazioni trasmessi per via telematica consentendo il calcolo dei tassi di copertura vaccinale. SOFIA: per la gestione dei soggetti con infezione da HIV che consente la verifica delle prestazioni di assistenza e di accesso in comunità di alloggio e Hospice e delle relative tariffe e oneri a carico dell ASL; OPEN REGISTRY: per la gestione e il record linkage dei casi inseriti nel Registro Provinciale Tumori, accreditato IARC dal dicembre Realizzato dall Istituto Nazionale Tumori di Milano, il programma è utilizzato da alcune ASL Lombarde e consente l elaborazione dei dati di incidenza, prevalenza e sopravvivenza per macroaree; il sistema informativo gestionale PERSON@ implementato nel 2011 per consentire attraverso l elaborazione dei dati sanitari dei cittadini/lavoratori, la sorveglianza epidemiologica su patologie diagnosticate da strutture sanitarie specialistiche (in particolare reparti ospedalieri di pneumologia, chirurgia toracica, urologia, otorinolaringoiatria, anatomia patologica) per ricercare la correlazione con l esposizione lavorativa e la presenza di eventuali cluster. Nel 2014 si è consolidato l uso dello strumento gestionale MaPI per la registrazione dei casi di malattie professionali e Infortuni; il database regionale BDProSal relativo alle attività di promozione della salute che consente dal 2011 la rendicontazione secondo una griglia strutturata degli interventi effettuati per: gruppi di cammino, piedibus, pillole di salute, contrasto all obesità, minimal advice antitabagico, rete Scuole che promuovono salute, reta aziende che promuovono salute, sicurezza stradale, ecc.; il sistema I.M.PRE.S@ (Sistema Informatizzazione Monitoraggio Prevenzione Sanitaria) avviato dal 2009 che si caratterizza come una banca dati alimentata da diverse anagrafiche comprendenti le attività economiche e di servizio (industrie, attività commerciali e di servizio, strutture sanitarie e socio-sanitarie, 16

17 cantieri edili, strutture scolastiche, RSA, Comuni,ecc) nella quale confluiscono per ciascuna impresa/struttura i dati relativi a: controlli effettuati dalle ASL (ispezioni, campionamenti, misurazioni, verifiche documentali, inchieste infortuni ) a tutela del cittadino, del consumatore e del lavoratore; infortuni eventualmente occorsi ai lavoratori (fonte INAIL) analisi dei singoli parametri relativi ai vari campionamenti di matrici alimentari e acque (potabili, di piscina, di balneazione) svolti dalle ASL provvedimenti e sanzioni derivanti dall attività di controllo svolta. L applicativo GeMA (Gestione Manufatti Amianto) implementato dal mese di aprile 2014 consente alle imprese esecutrici dei lavori di bonifica di materiali contenenti amianto di trasmettere all ASL il Piano di Lavoro o la Notifica per via telematica per le conseguenti attività di controllo. ALLERTE ALIMENTARI per la gestione dei flussi informativi delle notifiche di allerta inerenti alimenti e mangimi che possono provenire dalla Commissione UE tramite il sistema RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed), dagli uffici periferici ministeriali (PIF-USMAF e UVAC), dalle altre Regioni e dalle A.S.L. della Lombardia. La registrazione informatizzata dei dati relativi alle attività di prevenzione e controllo, oltre che assolvere il debito informativo verso la Regione, assume rilevanza strategica a livello aziendale per attuare un moderno sistema di prevenzione e per la condivisione delle informazioni. In quest ottica nella nostra Azienda è attivo dal 2011 un apposito applicativo gestionale per la registrazione delle attività di controllo e vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica, sicurezza alimentare e acque destinate al consumo umano. Analogamente dal 2012 è attivo un applicativo per il Laboratorio di Prevenzione dedicato alla completa informatizzazione di tutti i dati analitici che, tra l altro, consente di rendicontare al sistema Impres@ le analisi dei singoli parametri correlate ai controlli ed ai campionamenti di matrici alimentari, acque destinate al consumo umano, acque di piscina e di balneazione. Nel corso dell anno 2014 il Laboratorio di Prevenzione e il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione sono stati attivati dalla Regione per alimentare un nuovo flusso informativo verso il Ministero della Salute dei dati relativi ai campionamenti e alle analisi nell ambito dei Piani di Controllo di Alimenti e Bevande. L attivazione di questa raccolta dati consente anche di rispondere alle richieste della Comunità Europea. Il Laboratorio di Prevenzione, utilizza inoltre: il portale Enter-net Italia per la sorveglianza delle malattie a trasmissione alimentare, il Portale acque del Ministero della Salute per l inserimento dei dati microbiologici delle acque di balneazione, l applicativo screening web per la trasmissione degli esiti di primo livello degli screening del colon. Sono altresì utilizzati dalle varie articolazioni organizzative aziendali afferenti al Dipartimento di Prevenzione Medica altri applicativi che consentono la trasmissione dei dati e/o l interfacciamento con i portali dedicati come ad esempio quelli per: - la Gestione dell attività Vaccinale per l alimentazione dell applicativo regionale GeV; - il registro tumori; - il censimento amianto; - l applicativo telematico per le notifiche dei cantieri; - il monitoraggio dei dati microbiologici delle acque di balneazione; - il monitoraggio dei cianobatteri potenzialmente tossici sulle acque di balneazione; - gli interventi vigilanza e ispezione in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica, sicurezza alimentare e acque destinate al consumo umano; - l accesso alle pratiche SCIA notificate tramite PEC. Nel 2014, per le attività di accertamento dell invalidità civile è stato attivato un software di collegamento in modalità di cooperazione applicativa con la procedura INPS che permette di implementare il volume e la qualità dei dati per rispondere alle esigenze di semplificazione amministrativa e riduzione dei tempi di attesa per l utente e consente una migliore valutazione dei dati quali-quantitativi delle prestazioni svolte. 17

18 L implementazione di tutti questi sistemi informativi dedicati alla prevenzione rende disponibili le informazioni utili per migliorare la programmazione delle attività di prevenzione indirizzandola verso situazioni di maggiore rischio e, oltretutto, consente una valutazione sempre più appropriata degli interventi messi in atto e delle possibili ricadute sulla salute della popolazione in un ottica di Evidence Based Medicine - Evidence Based Prevention. 3 LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE Uno degli elementi fondamentali che governa le strategie della prevenzione è la consapevolezza che le condizioni del vivere e del benessere dei cittadini sono il risultato della fattiva collaborazione tra tutte le varie componenti della società che, anche al di fuori della sanità, contribuiscono a migliorare le condizioni di salute della popolazione. Le collaborazioni instaurate dalla ASL di Lecco con gli altri attori del territorio hanno permesso, in molti casi, il raggiungimento di obiettivi che altrimenti non sarebbero stati realizzati. La Promozione della Salute, come processo teso a favorire l autodeterminazione nelle persone ad esercitare in modo attivo un maggior controllo sulla propria salute e i relativi elementi che la influenzano, individuali, sociali, ambientali al fine di migliorarla( OMS), non può essere di esclusiva pertinenza sanitaria, ma è necessariamente legata all interazione sinergica tra quanti, istituzioni, amministrazioni, associazioni, volontariato, a vario titolo si occupano del benessere della comunità privilegiando l intersettorialità, multidisciplinarietà, una ricerca sistematica di integrazione interna ed esterna coi principali stakeholders finalizzate all efficacia degli interventi. Elemento strategico per garantire la governance di settore è stata la creazione nel 2014 del Comitato Provinciale di Coordinamento della Promozione della Salute, cui partecipano i principali portatori d interesse del territorio con le seguenti finalità: condividere conoscenze e fonti dati, individuare rischi emergenti, valutare bisogni e priorità, prevedere opportunità di programmazione partecipata, - tutelare la salute con meccanismi di solidarietà globale e responsabilità condivisa, seguire e misurare i progressi fatti per superare gli ostacoli politici, economici e sociali per lo sviluppo della salute, valutare l impatto sull equità della salute delle strategie adottate e la loro sostenibilità, favorire il rafforzamento dei meccanismi integrati esistenti ed economie di scala evitando sovrapposizioni e duplicazioni. Nel 2014 si sono proseguite le progettazioni partecipate, innanzitutto secondo programmi di Rete: Scuole che promuovono salute con l Ufficio Scolastico Territoriale e le Direzioni dei 13 Istituti Comprensivi Statali (+18% rispetto al precedente A.S.) e 2 Scuole Secondarie di secondo Grado, condividendo buone pratiche e sostegno di professionalità dell ASL per 6 aree tematiche. Anche la Rete delle Aziende che Promuovono Salute (WHP), nata dalla collaborazione con le parti sociali ( Condindustria, API, Sindacati, Associazioni di categoria), Enti della P.A. (Provincia, INAIL, UST) e la U.O. Medicina del Lavoro, avvalendosi delle solide alleanze presenti nel Comitato provinciale di Coordinamento ex art. 7/81, ha visto 8 aziende completare il primo anno di programmazione. La promozione dell attività fisica trova nella provincia di Lecco riferimento nazionale quali primi promotori del Piedibus e nei Gruppi di Cammino, frutto della collaborazione con Amministrazioni, Scuole, famiglie e volontari che consentono il consolidamento nel tempo di tali programmi. Nel 2014 in alleanza con CONI e società sportive si è lanciato lo Smoke Free Team Competition, torneo tra squadre giovanili che si mantengono libere da fumo con il coinvolgimento di 25 squadre, 183 atleti. La rete delle cure primarie è stata coinvolta con progetti di contrasto all obesità in ambito di bilanci di salute dei Pediatri di Famiglia e di conselling antitabagico dei Medici di Medicina Generale. Le alleanze in ambito di Health Promoting Hospital & Health Services hanno visto incrementarsi l offerta di counsellig sui corretti stili di vita per i pazienti del Dip. Cardiovascolare e dell Oncologia Medica. Prosegue in ASL il lavoro di coordinamento avviato dalla Prefettura tra scuole, polizie locali, associazioni per la promozione della sicurezza stradale e l offerta di corsi per automobilisti con patente sospesa per problemi di uso di sostanze. 18

19 La vera forza nel nostro territorio è la rete associazionistica, valorizzata dall ASL attraverso azioni di potenziamento delle conoscenze di salute (empowerment) offerte ai volontari, al fine di garantire la sostenibilità stessa dei progetti e l azione di testimonial di salute nella comunità, perché le scelte di salute non siano opportunità temporanee, ma strutturalmente sostenute, ove ruolo dell ASL resta il riferimento tecnico scientifico e la sistematica manutenzione. Nel 2014 l ASL ha sostenuto progetti di marketing sociale proposti dalle associazioni( Pillole di salute, il Gioco della buona salute), testimonianza del grado di autonomia raggiunto dalle stesse. L ASL condivide con i partner lo sviluppo di progetti basati sulle evidenze di efficacia teorica, laddove disponibili, e sull efficacia pratica correlata alle best practice, per garantire il metodo scientifico negli interventi, garantendo attraverso indicatori di efficienza ed efficacia un ulteriore e fondamentale supporto sia in fase di costruzione progettuale che di valutazione di esito, nella sistematica ricerca di indicatori di esito di salute ( guadagno di salute ). Principali strumenti metodologici prevedono innanzitutto la formazione dei formatori, la peer education, il counselling; vanno consolidandosi la metodologia life skills e l approccio del minimal advice in ambito sanitario opportunistico, introdotto nel 2014 anche negli ambulatori di medicina dello sport. L ASL di Lecco ha già esperienza pluriennale nel marketing sociale e si avvale di sistemi di comunicazione più vicini al target giovanile( facebook, blog). I programmi di screening, oltre alla collaborazione di tutti i soggetti erogatori, trovano concreto sostegno nelle Amministrazioni locali e nelle Associazioni di volontariato, con cui si condividono le azioni di miglioramento delle adesioni e gli esiti delle campagne. Per la prevenzione delle malattie infettive, nell ambito degli interventi di profilassi vaccinale viene praticata una costante collaborazione con i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, in particolare nella realizzazione delle campagne annuali di vaccinazione antinfluenzale. Sono altresì in corso iniziative mirate verso fasce di popolazione a particolare fragilità quale quella dei migranti ed è in atto la costruzione di una rete di collaborazione che coinvolge Istituzioni, Prefettura, Provincia e mondo associativo e della mediazione culturale. Per la prevenzione negli ambienti di vita sono in atto collaborazioni con la Prefettura e le Amministrazioni Comunali per le Commissioni di Vigilanza sul pubblico spettacolo, congiuntamente a Prefettura, VV.F ARPA sono stati redatti i protocolli sulle radiazioni ionizzanti e la relativa gestione delle emergenze; in sinergia con l Amministrazione Provinciale, l ARPA e con le Amministrazioni Comunali vengono garantiti gli interventi e la partecipazione alle conferenze di Servizi per Piani di Governo del Territorio, Valutazioni di Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e bonifica di siti contaminati. Esiste una forte attenzione alla balneazione per la valenza strategica legata alla salute e all economia locale in particolare riguardo al turismo. Il Laboratorio di Prevenzione è stato classificato come centro di riferimento regionale per la determinazione dei cianobatteri nelle acque ed inoltre è coinvolto nella costruzione della rete regionale dei Laboratori di Prevenzione. L ASL partecipa inoltre alla Cabina di Regia coordinata dalla Camera di Commercio Provinciale in materia di semplificazione amministrativa ed applicazione coordinata delle norme in materia di SCIA. Un ambito di attività che coinvolge sia la sicurezza della popolazione generale che quella dei lavoratori è costituito dalla vigilanza e controllo dell applicazione del Regolamento della Comunità Europea REACH-CLP in quanto detto Regolamento riguarda la corretta gestione delle sostanze chimiche lungo l intera filiera che comprende produzione, importazione e commercializzazione. Le principali Amministrazioni che oltre all ASL operano nel campo della sicurezza sul lavoro sono INAIL, Direzione Provinciale del Lavoro (DPL), Vigili del Fuoco, Prefettura. Sul territorio lecchese la sinergia fra queste Istituzioni ed anche con le Parti Sociali è attiva da anni, ed ha consentito di realizzare progetti ed iniziative destinate a migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro nella nostra Provincia, e conseguentemente a prevenire e ridurre il rischio di infortuni e di malattie professionali. In questo contesto si inserisce anche l attività analitica, effettuata per i Medici competenti, su lavoratori che, svolgendo mansioni a rischio, devono dimostrare l assenza di assunzione di sostanze stupefacenti. 19

20 Con INAIL è stato costituito un Osservatorio Provinciale Infortuni e Malattie Professionali per la valutazione dell andamento dei danni da lavoro; con DPL vi è sistematico scambio di informazioni, e vengono programmate correntemente ispezioni congiunte sulla base di un protocollo specificatamente sottoscritto; con VVF vi è collaborazione costante nella gestione delle problematiche relative ai gas tossici, vengono condotte congiuntamente inchieste giudiziarie su eventi infortunistici con particolari dinamiche incidentali, nonché interventi volti al miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro con particolare riferimento alle strutture sanitarie e socio sanitarie. Con l Ufficio Scolastico Provinciale sono state realizzate importanti iniziative in materia di alternanza scuola lavoro. Infine, tutte le iniziative inerenti l igiene e la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro vengono approvate e condivise nell ambito del Comitato Provinciale di Coordinamento ex art. 7 D. Lgs. 81/08 che si riunisce di norma con frequenza mensile dove tutte le Istituzioni ed Associazioni hanno sempre assicurato una fattiva collaborazione con una presenza tanto costante quanto attiva. Nel campo della sicurezza alimentare sono garantiti gli interventi per la tutela della salute del consumatore in coordinamento e collaborazione con il Dipartimento Prevenzione Veterinario che si sostanzia anche in ispezioni congiunte e conseguenti audizioni congiunte su ricorsi di sanzioni amministrative. Sono in atto anche collaborazioni con diverse associazioni di categoria oltre che con le Amministrazioni del territorio per la promozione di una corretta alimentazione, in particolare per il consumo di pane a ridotto contenuto di sale. Con i Pediatri di Libera Scelta è in atto la collaborazione per un lavoro di sorveglianza nutrizionale sui dati auxologici dei loro assistiti. Nell ambito della medicina legale sono in atto fattive collaborazioni con l Ispettorato della Motorizzazione in materia di rilascio e rinnovo patenti di guida e con l INPS per quanto riguarda le pratiche di invalidità civile. Nel 2014 l ASL nell ambito del un progetto strategico Burocrazia NO grazie: semplificazione e trasparenza nelle attività di prevenzione ha costituito 5 tavoli tecnici permanenti nei seguenti ambiti: - sicurezza alimentare; - tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di vita; - sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive; - promozione della salute; - invalidità civile. Gli incontri già effettuati hanno consentito un confronto fattivo con tutti gli attori istituzionali, sociali ed associativi interessati a condividere e programmare gli interventi prevenzione. 20

21 4 LE AREE DI INTERVENTO L assetto organizzativo e la disponibilità di risorse professionali adeguate sono i cardini per il buon funzionamento di qualsiasi programma sanitario. Il Piano di Organizzazione Aziendale ha configurato il Dipartimento di Prevenzione Medica valorizzando l aspetto specialistico dei Servizi nei quali è articolato, e all interno degli stessi, le competenze professionali che trovano ricomposizione e collegialità attraverso un continuo confronto con la direzione e l organo di coordinamento dipartimentale, consentendo di utilizzare al meglio e in modo integrato le risorse ed evitare duplicazioni di interventi e sovrapposizioni, favorendo al tempo stesso il dialogo interdisciplinare. Nella ASL di Lecco il Dipartimento di Prevenzione Medica si caratterizza come macro struttura gestionale delle articolazioni organizzative complesse e semplici che vi afferiscono secondo gli specifici ambiti di competenza. DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICA Ambito Articolazioni Organizzative Responsabili Sanità Pubblica Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Servizio Prevenzione Malattie Infettive Servizio Igiene e Sanità Pubblica Salute e Sicurezza del Lavoro Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Servizio Sicurezza e Impiantistica Supporto analitico Laboratorio di Prevenzione Promozione della salute e screening oncologici Servizio Medicina Preventiva di Comunità Certificazioni e accertamenti medico legali Servizio Medicina Legale L attuazione delle strategie e dei programmi di prevenzione sono assicurati da operatori professionalmente qualificati: medici igienisti, medici del lavoro, biologi, tecnici della prevenzione, infermieri, assistenti sanitari, ingegneri, architetti, tecnici di laboratorio, amministrativi che svolgono le loro attività nei diversi ambiti di intervento attraverso un approccio integrato multidisciplinare secondo le linee di indirizzo del Dipartimento e delle direzioni dei Servizi di Prevenzione. A tutti gli operatori viene assicurata la formazione professionale ed il continuo aggiornamento. Nel 2014 è stata data rilevanza particolare a temi quali: la salute e sicurezza di pazienti e lavoratori nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie; gli interventi del servizio sanitario a seguito dei flussi migratori; il rischio di caduta dall alto negli edifici civili, industriali e nei cantieri edili; il rischio da agenti chimici e cancerogeni per i lavoratori e la popolazione; il controllo della qualità delle acque di balneazione e il monitoraggio algale, la gestione dell attività vaccinale e dell emergenza post vaccinale, la promozione di corretti stili di vita e la sicurezza alimentare. In coerenza con le indicazioni nazionali e regionali l attività di controllo dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica si fonda sui seguenti principi di carattere generale: Eliminazione dei controlli non necessari alla tutela degli interessi pubblici, e loro pianificazione al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni. Limitazione delle verifiche di tipo formale Prevalenza delle valutazioni di adeguatezza delle misure di autocontrollo adottate dai titolari delle attività oggetto di vigilanza, rispetto alla formale e letterale conformità a requisiti standard Focalizzazione sulle verifiche di risultato in termini di incremento della sicurezza effettiva, riconoscendo anche l efficacia di soluzioni tecniche innovative. La programmazione e l attuazione degli interventi di prevenzione e di controllo secondo i principi sopra delineati è diventata patrimonio comune applicata da parte di tutti i Servizi del Dipartimento, ognuno dei quali sviluppa in termini specialistici il concetto di graduazione del rischio per la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori. 21

22 4.1 AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: strumenti, pianificazioni, risultati L attività di vigilanza e controllo Nel 2014 per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro sono stati realizzati complessivamente 1969 controlli. I controlli, così come definiti dal Sistema Regionale della Prevenzione, ricomprendono differenti tipologie, dall ispezione, all audit, all analisi documentale, e una singola impresa, mediamente, può subire, nel corso di un accertamento completo, più di un controllo di diversa tipologia. Le 1969 verifiche hanno sortito il controllo effettivo di 790 imprese del territorio. Dal livello ministeriale viene posto in capo alle Regioni l obiettivo di controllare ogni anno il 5% delle unità locali attive. L obiettivo viene declinato su ogni singola ASL e la definizione di unità locale attiva condivisa sul territorio nazionale, ai fini della verifica del raggiungimento dell obiettivo, è quella fornita da INAIL, ovvero Posizione Assicurativa Territoriale con almeno un dipendente (o addetto speciale) oppure almeno due artigiani. Proprio INAIL indica in il numero di unità locali in provincia di Lecco. Le 790 imprese sono il 5,09% del totale e, pertanto, nel 2014 il Servizio ha pienamente raggiunto l obiettivo posto dal Ministero. Una specifica analisi relativa alla motivazione della rilevazione mostra che il 54% dei controlli complessivamente condotti nel 2014 è avvenuto su programmazione del Servizio, a fronte di un 41% del 2013; mentre un affondo sui controlli di tipo ispettivo mostra che l 80% delle ispezioni condotte è avvenuto su programmazione, a fronte del 70% del Si ritiene che questi dati siano indicativi di un progressivo miglioramento qualitativo dell attività a favore della conduzione di verifiche pianificate e non su richiesta. I settori prevalentemente controllati in occasione di controllo di tipo ispettivo sono stati il settore delle costruzioni, il settore metalmeccanico e quello manifatturiero. In grafico n. 1 è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale dei controlli per settore merceologico di impresa (ATECO 2007), il dato è coerente con il contesto occupazionale locale e con la graduazione del rischio operata, e pertanto è stato ampiamente superato l obiettivo di qualità di dedicare almeno il 60% dell attività ispettiva nei comparti a maggiore rischio. Grafico 1 Distribuzione % controlli ispettivi per settore produttivo COSTRUZIONI MANIFATTURIERO/METALMECCANICO 36% 38% SANITARIO/SOCIO SANITARIO 13% SERVIZI 9% TRASPORTI/LOGISTICA COMMERCIALE AGRICOLTURA 3% 2% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% Fonte dati IMPreS@ - Sistema Integrato della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) L attenzione ai rischi emergenti, ovvero legati ai rischi derivanti dall organizzazione del lavoro ed ergonomici, ha determinato un incremento relativo dei controlli nel settore sanitario/sociosanitario/sociale (strutture ospedaliere, strutture per lungo degenze, centri diurni, etc.) e nei servizi. Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo nel corso delle verifiche ispettive sono stati le attrezzature, i macchinari e gli impianti in genere, secondi ad essi i processi/sistemi di gestione della sicurezza aziendale. 22

23 4.1.2 Gli infortuni sul lavoro analisi statistica Gli elementi determinanti l indice infortunistico in una determinata area geografica sono molteplici e di non univoca interpretazione, tuttavia risulta interessante il confronto del tasso standardizzato di infortunio (infortuni riconosciuti da INAIL su 1000 addetti) per territorio Nazionale Regionale per ASL, media periodo , fonte dati INAIL Flussi alle ASL (grafico n. 1), dal quale emerge un valore regionale medio sul periodo esaminato inferiore al valore nazionale e una decisa distanza del tasso lecchese dai valori nazionale e regionale. Si ritiene opportuno, inoltre, precisare che in provincia di Lecco nel 2014 non si sono verificati infortuni lavorativi con esito mortale. Grafico 1 Fonte dati INAIL Flussi Informativi alle ASL Per calcolare il tasso di incidenza per 1000 addetti degli infortuni denunciati viene utilizzata la banca dati INAIL, che risulta aggiornata al 2013 per quanto riguarda il numero di infortuni denunciati ed al 2012 per quanto riguarda il numero di addetti. Nei grafici n. 2 e 3 è rappresentato rispettivamente il numero assoluto degli infortuni denunciati a INAIL, anni il numero assoluto di addetti negli anni i. L accostamento dei due grafici evidenzia una proporzionalità tra il numero degli addetti e il numero di infortuni denunciati a INAIL, sebbene il decremento percentuale degli infortuni su sia superiore al decremento percentuale degli addetti (-37,2 il decremento percentuale degli infortuni contro una riduzione percentuale degli addetti pari a -7,2). Grafico 1 Grafico 2 Numero di infortuni Numero di Addetti Fonte dati INAIL banca dati statistiche Il grafico n. 4 mostra l incidenza degli infortuni denunciati a INAIL per tutte le gestioni, confronto Italia/ Lombardia/ Lecco, e nel grafico n. 5 per la Lombardia viene esclusa la provincia di Milano che assorbe 23

24 la quasi totalità del settore terziario. Generalmente si osserva una riduzione dell incidenza del fenomeno per tutte le gestioni e il paragone Italia/ Lombardia/ Lecco, tolto l ambito geografico metropolitano, mostra che Lecco si attesta su valori di incidenza mediamente inferiori rispetto al territorio nazionale e regionale, in particolare, nel 2012 l incidenza su 1000 addetti è di 38,3 a fronte di 39,2 in Regione Lombardia. Descrivendo dati di incidenza, occorre tenere debitamente in conto la particolarità del ciclo economico, caratterizzato da un forte incremento, a partire dal 2008, del ricorso alla cassa integrazione. Grafico 4 Grafico 5 Fonte dati INAIL banca dati statistiche Un focus sul dato di incidenza disaggregato per settori (manifatturiero/costruzioni/commercio), grafico n. 6, mostra un trend in decremento negli anni e un progressivo avvicinamento delle linee. Questo dato appare di particolare interesse, in quanto potrebbe significare che una sempre più puntuale e adeguata applicazione delle misure e dei sistemi preventivi porta al superamento del cosiddetto rischio intrinseco, concetto legato alla passiva accettazione della naturale pericolosità di determinati comparti o lavorazioni. La stessa tendenza è confermata sia sul territorio regionale (grafico n. 7) che sul territorio nazionale (grafico n. 8). Grafico 6 Fonte dati INAIL banca dati statistiche Grafico 7 Grafico 8 24

25 Fonte dati INAIL banca dati statistiche In tutti gli ambiti territoriali è evidente il forte decremento del tasso di incidenza nelle costruzioni edili, e per quanto riguarda il territorio lecchese tale decremento ha portato l edilizia a valori inferiori rispetto al manifatturiero. In termini di numeri assoluti, ricordiamo che nel 2001 erano stati denunciati infortuni mentre nel 2013 sono stati denunciati 3605 infortuni (meno 34%). La riduzione del numero di infortuni è risultata particolarmente evidente nella manifattura, (da 2936 a 1.329, meno 55%) e nell edilizia (da 538 a 246,meno 54 %). Le indagini sugli infortuni Nel 2014 sono state effettuate 97 inchieste giudiziarie per infortunio sul lavoro. Gli interventi di controllo per inchieste di infortunio sul lavoro, finalizzati sia all individuazione delle cause determinanti l evento, con conseguente individuazione di eventuali responsabilità penali, che alla prescrizione di misure atte all eliminazione/contenimento dei rischi residui, sono stati determinati prevalentemente dall attivazione autonoma per programmazione o per emergenza (infortuni gravi/gravissimi comportanti l attivazione d ufficio). In armonia con i dati INAIL Flussi alle ASL Infortuni Gravi il settore in prevalenza controllato è stato il settore metalmeccanico/manifatturiero. Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo in corso di indagine sono stati le attrezzature di lavoro, le macchine, gli impianti, gli apparecchi, gli utensili e, certamente, i processi/sistemi di gestione aziendali, nonché i Dispositivi di Protezione Individuale. Con riferimento ai processi/sistemi di gestione aziendali si precisa che questi ricomprendono tutti gli elementi propri della gestione della sicurezza aziendale (risorse umane e loro gestione ai fini della sicurezza, formazione generale e specifica di lavoratori, dirigenti e preposti ai fini della sicurezza, formazione degli addetti ai compiti speciali, formazione abilitante all uso di determinate attrezzature di lavoro). Gli esiti dell attività di indagine sono anche utilizzati per la programmazione dell attività di vigilanza Le malattie professionali Il registro locale delle malattie professionali è costituito dal 2014 da uno specifico applicativo regionale per la gestione delle Malattie Professionali e degli Infortuni, denominato Ma.P.I., sul quale il Servizio ha caricato il 100% delle segnalazioni pervenute negli anni 2013 e Nel biennio al Servizio sono pervenute 301 segnalazioni di sospetta malattia professionale. Da qualche anno il numero di segnalazioni sul territorio è pressoché costante ed è alto rispetto alla media regionale in rapporto alla popolazione lavorativa. Al fine di ulteriormente incrementare l emersione di casi che non giungono all osservazione attraverso i normali canali, devono essere implementate iniziative di più ampio respiro ed allo scopo sono state predisposte specifiche convenzioni con INPS, INAIL e UOOML (Unità Organizzativa Ospedaliera di Medicina del Lavoro) della Provincia di Lecco. In riferimento alla casistica è da notare che il n. di casi di patologia osteoarticolare ha raggiunto il n. di casi da ipoacusia da rumore, pur il territorio connotandosi per la grande rilevanza dell industria del ferro. Ciò a riprova della grande attenzione che deve essere dedicata alla prevenzione di questa patologia, nonché per il rilievo socio economico che assume. 25

26 Continua il processo di emersione dei tumori professionali tra i quali il più frequente è il mesotelioma pleurico per esposizione ad amianto, occorre però tenere presente che in circa la metà dei casi non è rintracciabile esposizione lavorativa. Interessante risulta essere l emersione dei primi casi di patologie da stress lavoro-correlato, ed è da ritenere che questa iniziale emersione costituisca la così detta punta dell iceberg. Nel 2014 è stata siglata una specifica intesa con la Direzione Territoriale del Lavoro e la Consigliera di Parità della Provincia per favorire analisi circa i fattori determinanti organizzativi per l insorgere di tale patologia, l intesa riguarda anche la programmazione di accessi ispettivi mirati. In fine, perseguendo un approccio olistico al problema ed alla persona/lavoratore è iniziata la collaborazione con il Tavolo Territoriale di Conciliazione Famiglia Lavoro, con l auspicio anche di individuare soluzioni per la mitigazione dei fattori di rischio derivanti dall interfaccia casa/lavoro. In grafico n. 1 è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale nel biennio dei casi di sospetta malattia professionale per categoria di diagnosi. Grafico 1 In grafico n. 2 è illustrata la fonte di provenienza delle segnalazioni di sospetta malattia professionale, in provincia di Lecco ai Patronati si deve la quota maggiore di segnalazioni, seguono i medici competenti d azienda. E opportuno tuttavia precisare che da un analisi di dettaglio delle patologie segnalate per fonte di provenienza emerge che ai Patronati sia da ricondurre la quasi totalità delle patologie osteoarticolari, mentre ai Medici Competenti sia da ricondurre la quasi totalità delle ipoacusie da rumore. Le UOOML e gli istituti universitari costituiscono la fonte prevalente di segnalazione di tumori a sospetta origine professionale. Grafico L idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche 26

27 Viene dato un contributo, in sede di Commissione Invalidi Civili, alla valutazione specialistica dei soggetti portatori di disabilità psicofisiche per l attribuzione del grado di invalidità e per la formulazione del giudizio utile alla Provincia Ufficio Collocamento Obbligatorio per l adeguato inserimento di queste categorie di lavoratori nelle imprese, anche a soli fini risocializzanti e non lucrativi. Nel 2013 sono stati esaminati dal Servizio 1062 soggetti, ai sensi della Legge 68/99. Nell ambito delle attività valutative di lavoratori inidonei o parzialmente idonei a specifiche mansioni a rischio, prende un certo rilievo l attività svolta (23 casi esaminati), sempre collegialmente con il Servizio di Medicina Legale, per la definizione dell idoneità specifica a mansione ai sensi dell art. 41 comma 9 del D. Lgs 81/08 e s.m.i. (ricorso avverso il giudizio del Medico Competente) e per le valutazioni di idoneità generica al lavoro ai sensi dell articolo 5 Legge 300/70 (il datore di lavoro ha facoltà di far controllare l idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico), applicabile nei casi in cui i lavoratori non siano esposti a rischio secondo il D. Lgs 81/08 e s.m.i.. I casi provengono prevalentemente dal settore manifatturiero, seguono il settore dei Servizi, con prevalenza di lavoratori di Poste Italiane SpA e di Cooperative per la ristorazione presso pubbliche mense. Un quarto circa dei casi esaminati ha dato luogo a controlli ispettivi per la verifica del posto di lavoro ai fini della formulazione dell idoneità a mansione specifica Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione negli ambienti di lavoro Il Gruppo di lavoro Formazione, descritto nel precedente Report, costituitosi all interno del Comitato Provinciale ex art. 7 D.Lgs 81/08 ha continuato ad operare in merito alla valutazione di specifiche criticità in ordine alla corretta applicazione normativa determinando un implementazione progressiva del documento FAQ reperibile sul sito web dell ASL al seguente link: Nel 2014 sono stati rilasciati dall ASL 141 attestati di formazione per figure responsabili della valutazione e gestione dei rischi lavorativi in azienda, con contestuali verifiche di appropriatezza formale dei corsi avviati e conclusi. Il 2014 è l anno di pieno funzionamento del Registro Locale Informatizzato dei soggetti abilitati all utilizzo di determinate e pericolose attrezzature di lavoro (come ad esempio gru, piattaforme elevabili, muletti), nello specifico nel 2014 sono stati abilitati all uso di tali attrezzature (in coerenza con le disposizioni di cui all art. 73 del D. Lgs 81/08) 1606 operatori (tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi o artigiani), e delle 1606 abilitazioni rilasciate ben 1308 sono attribuibili ad eventi formativi effettuati da associazioni di categoria rappresentative di lavoratori e imprese Controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza Per obbligo di legge, a cura del Laboratorio di Prevenzione vengono condotte annualmente determinazioni per la verifica di assenza di tossicodipendenza su lavoratori con mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza, l incolumità e la salute propria e di terzi, quali ad esempio gli addetti nel comparto delle costruzioni edili, dei trasporti, la movimentazione delle merci, la manipolazione dei gas tossici. Nell anno 2014 sono stati prelevati 935 campioni per un totale di 6300 determinazioni. Il grafico seguente riporta l andamento dei tassi di positività nel periodo , mentre la tabella dettaglia le sostanze rilevate. Descrizione positività Anno Oppiacei Cocaina Cannabinoidi Amfetamine

28 La diminuzione nel tempo di soggetti risultati positivi potrebbe significare che il controllo sui lavoratori possa effettivamente rappresentare un deterrente all uso di sostanze illecite in soggetti che non hanno sviluppato una dipendenza. Resta da valutare se il controllo a tappeto, in accordo alla normativa vigente, rappresenti la modalità migliore in termini di costo/beneficio o se invece potrebbe essere più efficace la strategia di effettuare controlli mirati sui lavoratori che dall indagine anamnestica e dalla visita clinica presentino fattori di rischio La gestione del rischio amianto Nell ambito della prevenzione sanitaria sono da considerarsi prioritarie le attività relative alla gestione del rischio amianto, che come noto riguardano sia i lavoratori professionalmente esposti, oggi riconducibili agli addetti alle attività di bonifica, che la popolazione generale. Proprio rispetto alla esposizione della popolazione generale, è in atto nel DPM un processo di progressiva acquisizione di conoscenze tecniche e metodologiche da parte del Servizio ISP, allo scopo di garantire interventi integrati sui siti contaminati, nonché nei cantieri di bonifica dove può realizzarsi una esposizione indebita per la popolazione. Come già più volte considerato, per quanto riguarda gli effetti patologici della esposizione ad amianto la latenza è pluridecennale, e pertanto ogni possibile stima sul guadagno di salute prodotto dalle iniziative di prevenzione di questo rischio non può che essere fondata sull indicatore indiretto dei quantitativi di amianto bonificati. I dati indicano buoni risultatati soprattutto per quanto attiene alla promozione delle iniziative di bonifica, in quanto dall inizio dell attuazione del PRAL il numero di Piani di Lavoro valutati è progressivamente aumentato, e nel 2014 sono stati valutati 944 piani di lavoro/notifiche, relativi alla rimozione sia di amianto in matrice friabile da coibentazioni, guarnizioni ecc. che di coperture in cemento-amianto per circa mq. Nei grafici seguenti è illustrato l andamento nel tempo del numero piani di lavoro presentati in provincia di Lecco, e dei mq di copertura rimossi. 28

29 Rispetto al 2013 dove era previsto un termine per la notifica dei siti con presenza di materiali contenente amianto, si registra un riduzione del 20% circa nel numero di Piani di Lavoro valutati, e del 14,6% nel numero di mq complessivamente rimossi. a riprova che l attitudine alla bonifica che inizialmente interessava prevalentemente le imprese e quindi le coperture di grande estensione sta progressivamente interessando anche i singoli cittadini e pertanto le piccole superfici. Si può comunque rilevare nell utimo quinquennio una media di circa mq/anno di superficie rimossa, pari a quasi 900 mq/1000 abitanti. Rammentiamo che la stima riportata in letteratura sull entità media di rilascio in atmosfera di fibre di amianto dalle coperture in cemento amianto è di 3g/mq/anno, e pertanto il quantitativo bonificato nel 2014 darebbe nell anno un risparmio del valore di 807 Kg di fibra di amianto rilasciata nell atmosfera della Provincia di Lecco Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro L attività di verifica periodica di attrezzature e impianti nei luoghi di lavoro è regolamentata dal titolo III del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. ed in particolare per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature che lavorano in pressione dal Decreto Interministeriale del 4 aprile 2011, mentre per quanto riguarda la verifica degli impianti elettrici e di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e degli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione dal DPR 462/01. L attività interessa i datori di lavoro che devono adempiere agli obblighi legislativi, garantendo ai propri lavoratori dipendenti e in generale a tutti i soggetti che vengono a interferire con l uso dell attrezzatura/impianto la sicurezza d uso. L obiettivo è di assicurare interventi di vigilanza su attrezzature e impianti nel rispetto della legislazione vigente, garantendone l uso sicuro da parte dei lavoratori rispetto ai rischi intrinseci delle attrezzature/ impianti. L attività di verifica periodica svolta dall ASL avviene su richiesta dei datori di lavoro. In particolare, sugli apparecchi di sollevamento e sulle attrezzature in pressione è possibile individuare un soggetto diverso abilitato a livello ministeriale per l effettuazione del controllo. Per l effettuazione delle verifiche, vengono utilizzate le procedure imposte dalla legislazione (decreto Interministeriale 4 aprile 2011) per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature in pressione. Le prove che riguardano la verifica degli impianti elettrici di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e gli impianti con pericolo di esplosione sono invece regolati da normativa specifica del Comitato Elettrotecnico Italiano. I controlli pianificati nel piano controlli 2014, sono stati eseguiti nell arco dell anno. In totale sono state effettuate circa 1100 verifiche su attrezzature / impianti. Le prospettive future si traducono: - nel mantenimento di quota parte di attività di verifica periodica, indirizzando la stessa secondo il principio di graduazione del rischio, e di conseguenza nella realtà lecchese i comparti maggiormente interessati sono stati: cantieri, metalmeccanica, chimica. - nel costituire un punto di riferimento per i datori di lavoro, cittadini, installatori, nella risoluzione di problematiche normative/legislative inerenti gli impianti anche nei confronti di altri Soggetti coinvolti nel processo produttivo. che 29

30 4.2 LA QUALITA DEGLI AMBIENTI DI VITA AMBIENTE E SALUTE Il rapporto con l ambiente è uno dei determinanti fondamentali che influenza lo stato di salute della popolazione incidendo nei diversi stati di benessere o di malattia. L ambiente può influire indirettamente o direttamente sulla salute. Può infatti favorire la circolazione di agenti patogeni e altri fattori biologici, come ad esempio i pollini e altri allergeni, che colpiscono, quando presenti, la popolazione suscettibile. Può però anche agire per mezzo di fattori non biologici, come la presenza di contaminanti chimici e fisici: in questo caso, è più difficile determinare una relazione causaeffetto e gli studi epidemiologici cercano di descrivere e quantificare i danni da esposizione, sia acuta che cronica, a diverse sostanze. Infine, l ambiente può essere origine di incidenti e invalidità quando, sul lavoro come sulla strada o nell ambiente urbano, non vengano osservate adeguate misure di sicurezza e protezione delle persone La qualità dell aria outdoor La conoscenza dell ambiente in cui viviamo è fondamentale per la programmazione degli interventi di gestione del territorio per un miglioramento della qualità della vita. Gli inquinanti presenti nell aria degli ambienti outdoor possono pesantemente condizionare la qualità della vita dei cittadini sia in termini di perdita di salute che di fruibilità degli spazi aperti. ARPA monitora costantemente i livelli di inquinanti pericolosi attraverso il dislocamento sul territorio di stazioni di monitoraggio che evidenziano come nel corso dell ultimo decennio vi sia una costante diminuzione di inquinanti quali biossido di azoto e di zolfo e monossido di carbonio; restano tuttavia moderatamente critici i valori di polveri sottili in alcune aree e decisamente critici i valori di Ozono. L ozono è un gas un gas decisamente utile per filtrare i raggi UV nell alta atmosfera ma altamente irritante se inalato; non è un indicatore diretto dell inquinamento locale in quanto è frutto di reazioni atmosferiche di contaminanti precursori provenienti anche da altre arre della Regione. La conformazione orografica della provincia influenza anche la diffusione degli inquinanti atmosferici, è pertanto possibile distinguere tre aree territoriali con problematiche diverse: la Brianza, con una situazione critica praticamente sovrapponibile ai comuni dell hinterland milanese, nei quali l inquinante più problematico è rappresentato dalle polveri sottili (PM 10 ) e nel 2014 il valore soglia di 50 µg/m 3 è stato superato 46 volte contro le 35 ammesse dalla normativa Lecco e circondario, dove grazie alla maggior ventilazione si registra una situazione migliore con un numero di superamenti annui inferiori: infatti nel 2014 a Lecco il valore soglia di 50 µg/m 3 è stato superato 32 volte, in linea con la normativa Lago e Valsassina, con una situazione decisamente migliore, solo 7 superamenti del valore soglia, fatto salvo il problema dell ozono nelle giornate calde della stagione estiva, problema presente su tutto l arco delle Prealpi e anche dell Appennino, originato da precursori chimici immessi nell atmosfera anche a molti chilometri di distanza. Fonte dati ARPA 30

31 4.2.2 La qualità delle acque destinate ad attività natatorie La valutazione della qualità delle acque destinate alla balneazione è un attività di tutela della salute pubblica. Le acque superficiali sottoposte a controllo nella nostra ASL sono il ramo lecchese del lago di Como (17 punti) e la parte lecchese del lago di Pusiano (2 punti). Come previsto dalla normativa in vigore e in ottemperanza alla recente normativa europea, durante la stagione balneare, da maggio a settembre, vengono effettuati i controlli microbiologici per la ricerca degli indicatori di contaminazione fecale (Enterococchi ed Escherichia Coli) e quelli per il monitoraggio algale (determinazione dei cianobatteri produttori di tossine). I 214 campionamenti effettuati nella stagione 2014, hanno evidenziato complessivamente, un buon andamento della qualità della acque per quanto concerne l inquinamento microbiologico, ad eccezione di 4 episodi di superamenti dei limiti rilevati in alcuni punti di monitoraggio (Dervio e Bellano nel mese di aprile, Bosisio Parini nel mese di giugno e Dorio nel mese di agosto). Oltre all analisi microbiologica, vengono monitorati i cianobatteri che possono provocare la cosiddetta "fioritura algale", che è indice dello stato di ossigenazione delle acque. In presenza di concentrazioni elevate di nutrienti, prevalentemente fosfati derivanti da scarichi fognari o dal rimescolamento stagionale delle acque, i cianobatteri possono dare luogo ad intense fioriture visibili ad occhio nudo che alterano la colorazione dell acqua e la rendono inutilizzabile a fini ricreativi nel periodo estivo anche per periodi medio lunghi. Nel mese di agosto due punti della costa (Bellano e Lecco) del ramo lecchese del lago di Como sono stati interessati da un superamento dei limiti di cianobatteri, dando luogo a ordinanze di divieto della balneazione. Contestualmente alla conta delle alghe, in presenza di elevate concentrazioni, viene effettuata anche la ricerca di tossine, sostanze provenienti dalla lisi della cellula, che non sono mai state presenti in concentrazioni tali da poter arrecare rischio sanitario. Sempre in tema di balneabilità vengono effettuati controlli sugli impianti natatori, nel 2014 su 116 campionamenti abbiamo avuto il 10% di non conformità ovvero 12 campioni sfavorevoli di cui 6 nelle vasche all aperto Anno n campionamenti n esiti sfavorevoli Vasche coperte Vasche scoperte 31 Percentuale Sfav/totale % % % % % Il numero di campionamenti è stato inferiore rispetto agli anni precedenti in quanto le condizioni meteorologiche della stagione estiva, caratterizzata da notevoli precipitazioni, non hanno consentito di effettuare tutti i campionamenti programmati nelle strutture con vasche scoperte. Si può comunque affermare che i dati confermano la necessità di proseguire nell attività ispettiva e di campionamento in tutte le strutture del territorio di competenza; sono infatti emerse problematiche causate da una non corretta gestione/manutenzione degli impianti anche in strutture storiche che vengono monitorate da diversi anni. Anche per il 2014 i dati confermano come le problematiche gestionali, quali verifica afflusso utenti e percorsi, controllo parametri chimico-fisici (cloro, temperatura, ammoniaca, ecc.) siano responsabili delle non conformità analitiche riscontrate e si rilevano più frequentemente nelle vasche scoperte anche per effetto del maggior afflusso contemporaneo di persone.

32 4.2.3 Lotta agli agenti infestanti Le allergie causate da pollini costituiscono un rilevante problema di sanità pubblica. Fra queste, la principale nel territorio lombardo è l allergopatia da ambrosia, pianta infestante che è presente anche sul nostro territorio provinciale e che è causa di gravi forme di asma allergica. La presenza di Ambrosia è stata segnalata da vari comuni situati in diverse zone della Provincia. L ASL ha collaborato con le Amministrazioni Comunali perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione fornendo loro indicazioni sulle modalità di eradicazione dell Ambrosia anche mediante l emissione di idonee ordinanze. I metodi e le tecniche specifiche applicabili per la prevenzione delle allergopatie da Ambrosia sono pubblicate in dettaglio sul sito ASL Nel grafico seguente è rappresentato la concentrazione di pollini per m 3 di aria. Il Laboratorio di Prevenzione dell ASL di Lecco da più di 10 anni effettua il monitoraggio dei pollini in atmosfera ed emette settimanalmente un bollettino che raggiunge l utenza attraverso diversi canali di comunicazione (sito ASL Lecco, farmacie, medici allergologi, etc). Nel periodo di fioritura dell ambrosia viene quindi costantemente monitorata la concentrazione di questi pollini e ne viene data tempestiva informazione agli interessati che possono attuare misure preventive in termini di terapie e comportamento. Nel grafico è riportato l andamento delle concentrazione dei pollini di ambrosia degli ultimi 10 anni; si può osservare un netto decremento negli ultimi tre anni dovuto a fattori metereologici con importanti precipitazioni. Spesso vi sono segnalazioni di infestazioni da processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa). Questo insetto è nocivo per le specie a sangue caldo, uomo compreso; i danni provocati dalla penetrazione dei peli nella cute umana, possono essere modesti o assumere notevole gravità. Nella pelle, dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso, fortemente pruriginoso, che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi, si hanno quando i peli, o frammenti di essi, giungono a contatto con l'occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora, quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive Anche in questo caso si è data la collaborazione alle Amministrazioni perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione dando indicazioni sulle modalità di disinfestazione mediante l emissione di idonee ordinanze. Altro problema emergente è la presenza di zanzara tigre in diverse aree del territorio provinciale. Sono pervenute segnalazioni della sua presenza sia in comuni appartenenti all area del Meratese che della zona del lago, ma si presume che la zanzara sia presente in tutte le zone pianeggianti. Anche in questo caso si è data la collaborazione alle Amministrazioni perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione 32

33 dando indicazioni sulle modalità di disinfestazione mediante l emissione di idonee ordinanze. L importanza di monitorare la presenza di questo insetto in quanto nel 2007 è stato vettore, nel Ravennate, di un importante epidemia di chikungunya (malattia caratterizzata da febbre,cefalea ed artralgia). Può inoltre essere vettore anche di altre patologie come la west nyle fever, trattasi sempre di malattia infettiva non contagiosa dovuta a puntura di zanzara.fino ad oggi, sul nostro territorio,non vi sono state segnalazioni che hanno comportato interventi di disinfestazione la pianificazione ed il monitoraggio del territorio Gli spazi che circondano il nostro abitato sono determinanti rispetto alla vivibilità e qualità della vita. In tale ambito uno dei compiti richiesti all ASL è di valutare la ricaduta sulla salute pubblica sia intesa come mancanza di malattia, tenendo conto prevalentemente della salute fisica, sia intesa nel significato più ampio di qualità della vita che include nella valutazione degli interventi previsti in fase di programmazione e progettazione degli spazi del nostro territorio anche le modificazioni indotte sui determinanti della salute. A tal fine il Servizio Igiene e Sanità Pubblica collabora fattivamente con gli Enti nell ambito delle Conferenze dei servizi per Piani di Governo del Territorio, Bonifiche, Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica. Nel corso del 2014 sono stati espressi 90 pareri su istruttorie tecniche in sede di organismi collegiali.tali pareri hanno preso in considerazione lo stato di fatto, cioè la situazione ambientale presente al momento della previsione dell intervento, la valutazione di quanto previsto con particolare attenzione all individuazione degli impatti negativi che la scelta urbanistica, progettuale potrebbe causare sulla popolazione sia sottoforma di inquinanti che comfort ambientale, dando indicazioni per un monitoraggio della qualità dell ambiente sia anteoperam che in fase di cantiere e postoperam.. Sono state formulate osservazioni in 7 conferenze per interventi di bonifiche che hanno interessato sia aree industriali dismesse con valutazioni delle previsioni delle azioni da effettuare al fine di poter restituire aree utilizzabili ai fini residenziali piuttosto che aree verdi e riqualificazioni ambientali, sia per valutazioni sull usabilità in sicurezza di strutture già presenti. In 35 occasioni siamo stati chiamati ad esprimere le nostre osservazioni su inserimento di nuovi impianti o modifica di esistenti che vanno a impattare sull ambiente con valutazione dei recettori sensibili nelle vicinanze dando indicazioni per un monitoraggio della qualità dell ambiente sia anteoperam che in fase di cantiere e postoperam dando la disponibilità anche di banche dati sanitarie presenti in ASL. Le osservazioni su tutte le fasi di stesura dei piani di governo del territorio a partire dalla conferenza di I VAS fino al recepimento degli stessi hanno coinvolto gli operatori in una valutazione puntuale (sulla fruibilità degli spazi, sul garantire dei percorsi per una mobilità dolce prevedendo sul proprio territorio piste ciclopedonali, etc) dando indicazioni sulle possibili mitigazioni da effettuare in modo che anche interventi di importanza strategica per l Amministrazione non vadano ad impattare negativamente sulle strutture già presenti. LA QUALITA DELLA VITA NEGLI AMBIENTI CONFINATI Le attività di prevenzione e controllo in questo settore hanno la finalità di ottenere un miglioramento delle condizioni negli ambienti in cui si svolge la vita di ognuno. Per conseguire questo scopo viene effettuata la vigilanza sulle condizioni degli ambienti sia in condizioni di normalità ( casa, scuola, centri benessere, alberghi, estetiste e palestre) sia in condizioni particolari di fragilità ( ospedali, ambulatori medici, case di riposo, asili nido). Nel caso di segnalazioni ed esposti dei cittadini viene applicato il Protocollo sulle modalità di gestione delle segnalazioni/denunce/esposti da parte di utenti privati inerenti la sicurezza dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori, pubblicato sul sito aziendale che definisce i criteri da utilizzarsi per valutare le segnalazioni limitando gli interventi a quelle situazioni che presentano effettivamente problematiche di salute e sicurezza e non semplicemente molestia, disagio o contenziosi tra privati. 33

34 4.2.5 La qualità dell aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella La qualità dell aria indoor rappresenta un problema di sanità pubblica decisamente rilevante per due ordini di problemi: mediamente le persone trascorrono il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi e le caratteristiche strutturali degli ambienti spesso portano ad avere concentrazioni di sostanze inquinanti decisamente più rilevanti di quelle misurate all aperto. La natura degli inquinanti indoor è notevolmente differente rispetto a quella esterna, infatti negli ambienti chiusi, oltre a sostanze chimiche rilasciate da arredi o da particolari attrezzature, si possono avere accumuli di bioareosol ossia di microrganismi di differente natura (allergeni, batteri, muffe, virus). La qualità dell aria indoor, infatti, viene modificata da una serie di inquinanti che si formano negli ambienti a causa di alcuni problemi strutturali degli edifici, quali: - la non corretta gestione dei ricambi d aria, facilitata anche dalla presenza di serramenti a perfetta tenuta, che favorisce la formazione di condensa e muffe; - l assenza di manutenzione degli impianti idrico e/o di condizionamento che è alla base dell inquinamento microbiologico ivi compresa la legionella, batterio che se colonizza gli impianti e può poi diffondersi nell aria ed essere responsabile di gravi forme di polmonite. Mentre negli anni precedenti veniva effettuata una vigilanza passiva solo a seguito di segnalazione di malattia e conseguente inchiesta epidemiologica, a partire dal 2014, a seguito di 2 segnalazioni di malattia in utenti di strutture sportivo natatorie, si è effettuato un monitoraggio attivo nelle strutture presenti sul territorio. Sono quindi stati verificati 10 impianti ed effettuati 26 campioni. La presenza di legionella è stata riscontrata in 9 impianti con carica batterica variabile da a 20 ufc/l. Si precisa che viene indicato come potenziale rischio la presenza di carica batterica >100 ufc/l. I risultati di questa indagine sono stati presentati al tavolo tecnico tenutosi nel mese di ottobre a cui sono stati invitati sia i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali che rappresentanti degli impianti La qualità delle strutture in cui viviamo Gli interventi del Servizio Igiene e Sanità Pubblica nell ambito degli spazi abitativi e non, programmati sulla base della graduazione dei rischi, hanno riguardato: strutture con accesso pubblico, abitazioni private ed ambienti aperti quali i lidi e le acque di balneazione lacustri. L obiettivo perseguito è tutelare la salute del cittadino garantendo una corretta fruibilità degli spazi abitativi a partire dagli asili nido fino alle residenze sanitarie assistenziali (RSA) passando attraverso ospedali, studi medici, palestre, piscine e strutture ricettive. L attività di controllo si è svolta attraverso differenti modalità: ispezioni, campionamenti, verifiche documentali su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività relative a pratiche per nuove aperture, cessazioni, modifiche attività e sub ingressi. Nel 2014 sono stati efettuati circa 800 sopralluoghi e circa 560 verifiche documentali. Sono state effettuate tutte le 390 ispezioni programmate in base ad una pesatura del rischio. Le principali attività ispezionate sono riportate nella sottostante tabella: Tipologia attività ispezionata N ispezioni % Ambulatori medici,poliambulatori e strutture sanitarie e centri soccorso (ambulanze) farmacie Asili nido e socio assistenziali e RSA Scuole secondarie di I grado 33 8 Estetisti / tatuatori 27 7 Ditte cosmetiche 8 2 Centri benessere 4 1 Strutture ricettive Altro Totale

35 ed in particolare sono stati effettuati 35 sopralluoghi presso RSA, 39 presso asili nido e strutture socioassistenziali in cui non sono state riscontrate gravi problematiche né strutturali né gestionali, 33 sopralluoghi presso le scuole secondarie di primo grado (medie). Le maggiori criticità riscontrate nelle scuole sono relative alla qualità dell aria sia per insufficiente ricambio d aria sia perché spesso le aule sono sovraffollate. Sono state ispezionate tutte le strutture di ricovero e cura presenti sul nostro territorio evidenziando in alcuni casi criticità in materia impiantistica e in merito alla gestione della sicurezza nei confronti di pazienti e lavoratori. Attenzione è stata posta anche per le attività di trattamento alla persona ( estetisti, centri benessere etc..) sono stati effettuati 31 sopralluoghi presso estetisti, centri benessere, tatuatori. 8 sopralluoghi sono stati effettuati presso le aziende produttrici/importatrici di cosmetici senza rilevare importanti problematiche. 51 sopralluoghi sono stati effettuati nelle attività ricettive nelle varie tipologie presenti alberghi,b&b, campeggi anche in previsione di EXPO. Nelle ispezioni presso gli estetisti sono state verificate le apparecchiature utilizzate e sono state impartite prescrizioni sui requisiti aero-illuminanti mentre per quanto attiene le attività ricettive nei B&B si è riscontrato che l offerta all utenza spesso superava la possibilità data dagli spazi effettivi dell abitazione. Sono inoltre state effettuate anche 156 ispezioni presso abitazioni private sia per presenza di inconvenienti igienico sanitari sia per il rilascio del certificato di idoneità igienico-sanitaria dell alloggio. Le non conformità maggiormente rilevate sono state la mancanza del foro di ventilazione nei locali con presenza di apparecchi a fiamma libera (cucine) e la presenza di muffe riferibili prevalentemente ad una non corretta gestione dei ricambi d aria e/o carenza di riscaldamento Le attività di radioprotezione Il Dipartimento di Prevenzione Medica ha attivato una consulenza specialistica (Fisico Sanitario) per il supporto ai competenti Servizi nelle attività di radioprotezione per la popolazione e per i lavoratori. Tale attività di supporto ha riguardato principalmente: - partecipazione alla Commissione Provinciale per la radioprotezione per l esame delle pratiche per il rilascio del Nulla osta all impiego di apparecchiature radiogene e sorgenti radioattive a scopo medico. Nel 2014 ci sono state 2 convocazioni; - partecipazione alla Commissione Tecnico Consultiva per la radioprotezione che esprime il parere al Prefetto per il rilascio di Nulla Osta per l impiego apparecchiature radiogene e sorgenti radioattive a scopo non medico. Nel 2014 sono state convocate 5 sedute; - partecipazione al Nucleo di coordinamento screening mammografico per la valutazione di idoneità delle apparecchiature diagnostiche; - vigilanza e controllo sull utilizzo di apparecchiature radiogene nelle strutture di ricovero, centri diagnostici, ambulatori medici odontoiatrici, veterinari e ad uso industriale (controlli non distruttivi sui metalli). Complessivamente nella nostra provincia sono presenti 401 detentori per un totale di 838 apparecchiature radiogene, e nel 2014 sono state controllati 12 detentori per un totale di 20 apparecchiature; - controllo sulla correttezza delle procedure adottate per lo smaltimento nei casi di rinvenimento di sorgenti orfane ; nel 2014 vi è stato un caso di rinvenimento di parte di parafulmine radioattivo; - gestione delle segnalazioni di superamento del livello di fondo naturale da parte della società di gestione del termovalorizzatore di Valmadrera nei casi in cui il portale di ingresso segnala tale evento sui rifiuti urbani e sanitari conferiti. È stata consensualmente definita una procedura per la quale il rifiuto viene posto in quarantena di sicurezza, e l evento ci viene segnalato; a seguito della segnalazione vengono assunti i necessari provvedimenti, per lo più di carattere informativo, nei confronti del produttore del rifiuto e della ASL territorialmente competente. 35

36 4.3 LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO Nei Paesi con maggior benessere sociale ed economico, come il nostro, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive rappresentano, ancora oggi, un obiettivo prioritario del sistema sanitario. La prevenzione ha la scopo, da un lato, di mantenere le condizioni che hanno portato alla riduzione della gravità e della mortalità delle singole malattie infettive ancora presenti sul territorio, dall altro di perfezionare la sorveglianza per l eventuale emergere di nuove malattie. Le principali attività di competenza della Azienda Sanitaria Locale consistono nella raccolta e registrazione informatica dei dati relativi ai casi di malattia segnalati dai medici del territorio, nella programmazione di interventi mirati per la prevenzione ed il contenimento delle malattie infettive nelle collettività familiari, scolastiche e lavorative e nella somministrazione di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica e adulti, come di seguito precisato La sorveglianza delle malattie infettive Nel corso del 2014 è proseguita l attività di rilevazione dei casi di malattia segnalati da medici di Istituti di Ricovero e Cura, da Medici di Famiglia e da Pediatri di Libera Scelta, con l obiettivo di alimentare il sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive stesse. Questo sistema permette di osservare le modalità con cui le malattie si manifestano a livello provinciale, al fine di programmare interventi efficaci per prevenire o limitare il contagio nell ambito della collettività. Per quanto riguarda il nostro territorio, anche per il 2014 si è confermata l attesa riduzione del numero di casi di malattie infettive prevenibili con la vaccinazione. In particolare, si osserva la scomparsa quasi totale di casi di morbillo, parotite epidemica (orecchioni), pertosse e rosolia in soggetti in età pediatrica, legata indubbiamente al mantenimento, nel corso degli anni, di programmi di offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni raccomandate per questa fascia d età. Come atteso, sono invece ancora segnalati numerosi casi di varicella, malattia per la quale non è ancora attiva l offerta della vaccinazione in età pediatrica Malattie esantematiche di maggiore riscontro in età pediatrica morbillo parotite pertosse rosolia varicella Per quanto attiene altre malattie infettive di rilevanza, quali ad esempio la legionellosi, la tubercolosi e le meningiti, non si sono osservate variazioni significative nel numero dei nuovi casi segnalati in soggetti di tutte le età, né si sono osservati focolai epidemici di particolare gravità. Per informazioni ai cittadini sulle malattie infettive e sulle attività di prevenzione offerte provinciale, nel corso dell anno è stato attivo il numero verde aziendale a livello Gli interventi per la prevenzione del contagio A seguito della segnalazione dei casi di malattie infettive, gli operatori della prevenzione conducono inchieste epidemiologiche, con l obiettivo di osservare le modalità con cui le malattie stesse si manifestano e verificare se vi sia stato il rischio di contagio per le persone venute a stretto contatto con il malato. Nel corso del 2014 sono state condotte complessivamente n inchieste epidemiologiche, tra le quali rivestono particolare importanza quelle attivate a seguito di casi di epatiti virali, legionellosi, meningiti, tubercolosi e tossinfezioni alimentari. 36

37 Infine, per alcune malattie infettive che coinvolgono collettività familiari, scolastiche o lavorative è possibile prevenire o limitare i casi secondari di malattia, attraverso l attivazione tempestiva di interventi di profilassi con vaccinazioni o con farmaci. Le malattie per le quali si attivano questi interventi di profilassi sono: la tubercolosi polmonare, alcune forme di meningite batterica, l epatite virale A e la scabbia L attività di prevenzione e controllo dell infezione da HIV e della malattia tubercolare Ambulatorio Punto Salute Da diversi anni, a Lecco, è operativo l ambulatorio Punto Salute, che offre ai cittadini un servizio di counselling, cioè di informazione sulle caratteristiche dell infezione da HIV, con particolare riguardo ai comportamenti a rischio che determinano la possibilità di contagio. Presso l ambulatorio è anche possibile effettuare il test di screening, che permette di individuare le persone che hanno contratto l infezione da virus HIV. Nel corso del 2014 si è registrato un incremento degli accessi all ambulatorio, pari a n 498 persone, delle quali 271 hanno anche effettuato il test. Le 3 persone risultate positive al test sono state poi inviate allo specialista infettivologo dell Azienda Ospedale di Lecco, per gli accertamenti e le cure del caso. Parallelamente, sempre con l obiettivo di promuovere l adozione di comportamenti adeguati per la prevenzione del contagio da infezione con virus HIV, sono stati effettuati interventi di sensibilizzazione rivolti a studenti di scuole superiori del territorio. Ambulatorio Prevenzione Tubercolosi Per quanto attiene la malattia tubercolare, presso l Ambulatorio di Prevenzione della Tubercolosi è proseguita l offerta del test di screening alle persone venute a stretto contatto con malati (test di Mantoux), sia in ambito familiare che in collettività. Questo test permette di individuare le persone che possono aver contratto l infezione dal malato e devono quindi essere sottoposte ad ulteriori accertamenti, con attivazione di una sorveglianza sanitaria per alcuni mesi oppure di un ciclo di profilassi con farmaci, per evitare che l infezione evolva in malattia. E proseguita nel corso dell anno anche la ricerca attiva di persone appartenenti a gruppi ad alto rischio, cioè persone che hanno una maggiore probabilità di aver contratto l infezione, per esempio perché provenienti da Paesi nei quali la tubercolosi è ancora molto presente. Sempre ai fini della prevenzione, il test di Mantoux gratuito è stato offerto anche a studenti del terzo anno della scuola secondaria di primo grado, figli di persone nate in questi stessi Paesi. Tutte le persone che risultano positive al test vengono sottoposte ad ulteriori accertamenti, per escludere la presenza dell infezione tubercolare L offerta di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica Nel corso del 2014 sono state offerte, ai residenti o domiciliati in provincia di Lecco, le vaccinazioni raccomandate e gratuite secondo il calendario dell età pediatrica. La lettura dei dati relativi alle vaccinazioni somministrate indica che l adesione delle famiglie alle vaccinazioni proposte in età pediatrica si è mantenuta a livelli quasi ottimali anche nel corso del 2014, soprattutto per quanto riguarda i soggetti fino a 6 anni di età. Questo risultato assume particolare valore, se si considera che il vantaggio ottenuto dalle vaccinazioni non è solo a beneficio di coloro che hanno aderito alle vaccinazioni proposte, ma anche di tutta la collettività. Infatti, i soggetti vaccinati, non più aggredibili dai germi che causano le malattie infettive, contribuiscono a diminuirne la circolazione sul territorio, limitando così il rischio per tutti coloro che sarebbero suscettibili di ammalare. In particolare, per il vaccino esavalente (antipoliomielite-difterite-tetano-pertosse-emofilo-epatite b ), che si somministra in 3 dosi nel primo anno di vita, l adesione raggiunta è stata superiore al 95 %, risultato positivo che si mantiene da diversi anni sul territorio provinciale. Un adesione pari al 92,1 % si è avuta per il vaccino trivalente (antimorbillo-parotite-rosolia), offerto nel secondo anno di vita, percentuale di copertura non ancora ottimale ai fini dell eliminazione della malattia sul territorio. 37

38 Come per gli anni precedenti, si è avuta una buona risposta all offerta della vaccinazione anti Papilloma Virus alle ragazze di 11 anni (83%) e al richiamo della vaccinazione anti difterite-tetano a 15 anni (87%). Infine, anche per le vaccinazioni antipneumococco e antimeningococco, volte alla prevenzione di forme di meningite e sepsi nei primi anni di vita, si è,avuta una buona risposta da parte delle famiglie, con un percentuale superiore al 85%. E importante sottolineare che questo risultato, ottenuto in maniera uniforme su tutto il territorio provinciale, è stato raggiunto grazie anche alla collaborazione dei Pediatri di Libera Scelta, che contribuiscono in maniera determinante alla promozione delle vaccinazioni raccomandate. Vaccinazioni Copertura raggiunta Anti poliomielite-difterite-tetano-pertosse-emofilo-epatite b nel primo anno di vita (3 dosi) 95,7% Anti morbillo-parotite-rosolia all anno di vita 92,0% Anti poliomielite-difterite-tetano-pertosse a 5 anni 94,8% Anti morbillo-parotite-rosolia a 5 anni 93,4% Anti Papilloma Virus a 11 anni 83,1% Anti difterite-tetano a 15 anni 87,7% Al fine di contrastare il fenomeno del rifiuto delle vaccinazioni in età pediatrica, problema emergente a livello nazionale, sono state potenziate tutte le attività di recupero alla vaccinazione dei bambini per i quali, con diversa motivazione, le famiglie non hanno risposto alle convocazioni attive tramite lettera al domicilio. In particolare, gli operatori della prevenzione si sono resi disponibili per fornire, attraverso colloqui personalizzati, informazioni e chiarimenti ai genitori, ai fini dell adesione consapevole alla pratica vaccinale La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale Con la campagna di vaccinazione antinfluenzale effettuata per la stagione 2014/2015 si è perseguito l obiettivo dell offerta della vaccinazione ai soggetti appartenenti alle categorie a rischio, attraverso l ampio coinvolgimento dei Medici di Famiglia, capillarmente presenti su tutto il territorio provinciale. Si è anche confermata la collaborazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie del territorio (Istituti di Ricovero, Cura e Riabilitazione, Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani e Istituti Educativi Assistenziali per portatori di handicap), per la vaccinazione ai loro assistiti. Complessivamente, sono state effettuate più di vaccinazioni, prevalentemente in soggetti di età superiore ai 65 anni, target prioritario della proposta vaccinale L attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi Si è confermata, per tutto il 2014, l attività dell Ambulatorio di Prevenzione delle Malattie Legate ai Viaggi, nelle sedi di Lecco, Cernusco Lombardone e Oggiono. Sono stati registrati complessivamente 1278 accessi all ambulatorio, da parte di persone in procinto di recarsi all estero, in zone nelle quali è presente il rischio di contrarre malattie infettive di diversa natura. Si è trattato prevalentemente di persone in viaggio per turismo (73%), ma le prestazioni sono state richieste anche per motivo di lavoro (10%), studio (5%) e volontariato (12%). Attraverso il counselling, in linea con le indicazioni dell Organizzazione Mondiale della Sanità, gli operatori forniscono informazioni di carattere generale sull andamento delle malattie infettive nella zona del viaggio e sulle possibili modalità di prevenzione del contagio, sia comportamentali che di profilassi con vaccini e farmaci. Nel 2014 sono state proposte e somministrate complessivamente n vaccinazioni quali ad esempio quella antifebbre gialla, antiepatite A e antitifo, mentre per la prevenzione della malaria sono stati prescritti n. 723 cicli di profilassi con farmaci. 38

39 4.4 L IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI Le tossinfezioni alimentari Le tossinfezioni alimentari sono quelle malattie principalmente infettive riconducibili al consumo di alimenti contaminati. Non è facile quantificarle perché la quasi totalità dei casi non viene segnalata in quanto spesse volte la sintomatologia è così lieve da non dover ricorrere al medico e non aver necessità di alcuna terapia casi di salmonellosi in residenti nella provincia di Lecco/ abitanti ,30 9,70 19,62 15,83 18,42 12,64 comunque di una casistica assai modesta. L andamento delle malattie trasmesse da alimenti è correlabile alla corretta igiene delle preparazioni alimentari; occorre però precisare che i casi segnalati sono sicuramente inferiori di quelli che in realtà si verificano e inoltre spesso sono originati in ambito familiare. Come indicatore dell andamento di malattie sicuramente legate al consumo alimentare viene monitorato il numero di salmonellosi non tifoidee segnalate dai medici nel corso del periodo Come si osserva dal grafico la casistica è oscillante di anno in anno, con live tendenza alla riduzione nell ambito Per limitare l incidenza di queste malattie il SIAN svolge un attività di controllo sugli Operatori del Settore Alimentare (OSA) considerati a maggior rischio per quanto riguarda la sicurezza alimentare. I controlli riguardano sia le strutture che i locali (pulizia dei locali, impianti ed attrezzature, manutenzione ordinaria e straordinaria, formazione del personale ecc.); il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari; l etichettatura ma soprattutto l osservanza delle proprie procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA è tenuto ad assicurare. L attività di controllo comprende anche il campionamento di alimenti per valutare la qualità igienica dei prodotti destinati al consumo e di tamponi di superficie per valutare l efficacia delle procedure di sanificazione La sicurezza alimentare La normativa comunitaria attribuisce all Operatore del Settore Alimentare la responsabilità di garantire la sicurezza alimentare attraverso una verifica costante del proprio processo produttivo adottando specifiche procedure che consentano anche la tracciabilità delle sostanze impiegate, in modo da provvedere velocemente al richiamo o al ritiro degli alimenti eventualmente risultati non conformi ai requisiti igienico sanitari previsti. Il compito delle ASL è quello di organizzare un sistema di gestione dell attività di controllo ufficiale conforme a quanto previsto dal regolamento CE n.882/2004 e dagli standard del Manuale Operativo delle Autorità Competenti Locali emanato dalla Regione Lombardia nel 2010, e che sia in grado di verificare e valutare l intera filiera della produzione alimentare assicurando il conseguimento dell obiettivo generale di un elevato livello di tutela della salute umana. Nel 2014 le attività di controllo effettuate tramite: ispezioni, audit, campionamenti, verifiche documentali su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività (SCIA) riferite a pratiche per nuove aperture, cessazioni, modifiche di attività e subingressi, hanno interessato 789 Operatori del Settore Alimentare (circa il 20% del totale). Complessivamente sono stati effettuati n controlli in quanto in alcune strutture vi è stato più di un intervento. Il seguente grafico riporta, per ogni settore alimentare il numero dei controlli effettuati. 39

40 Numero controlli per settore alimentare - anno Coltivazione Stabilimenti o laboratori di produzione Commercio, deposito, logistica Ristoranti, gelaterie, pasticcerie, cibi da asporto bar preparazione di pasti senza somministrazione mense scolastiche mense strutture sanitarie e socio sanitarie mense aziendali Le tipologie di attività maggiormente sottoposte a controllo ufficiale sono risultate: la ristorazione pubblica (ristoranti, pizzerie, bar, ecc.); la commercializzazione di alimenti; la ristorazione collettiva (mense scolastiche, mense di strutture sanitarie e sociosanitarie). Particolare attenzione è stata rivolta anche alle attività di produzione e preparazione di alimenti effettuata presso stabilimenti industriali e artigianali. Una parte dei controlli ufficiali comprende anche le ispezioni e i campionamenti alle sorgenti e agli impianti di imbottigliamento delle acque minerali. La programmazione dei controlli ispettivi nel settore degli alimenti di origine non animale viene effettuata sulla base delle risorse disponibili (numero operatori assegnati) e del livello di rischio che le varie tipologie di attività rappresentano per il consumatore finale. L individuazione degli Operatori del Settore Alimentare da controllare viene stabilità in base ad una scala di graduazione del rischio che assegna alle singole attività differenti coefficienti di rischio che considerano la tipologia di attività, le dimensioni della struttura, il tempo trascorso dall ultima ispezione, gli esiti dei campionamenti e delle ispezioni già svolte. Una parte dell attività programmata viene riservata alla verifica delle SCIA. Nel 2014 sono state effettuate 543 ispezioni presso gli OSA, comprendendo in questo numero anche i controlli sulle attività di produzione, commercializzazione e vendita di materiale destinato a venire in contatto con alimenti, e di prodotti fitosanitari. Il controllo ispettivo, indirizzato a verificare l osservanza del regolamento CE 852/04, ha riguardato principalmente: l osservanza delle procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA è tenuto ad assicurare; le condizioni di igiene e pulizia di locali, impianti ed attrezzature, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria; l igiene degli alimenti, il rispetto delle temperature di conservazione; la formazione e il comportamento del personale; il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari; l etichettatura. In alcuni casi, durante l attività ispettiva, si è proceduto al campionamento di alimenti per verificarne la qualità igienica, ed all effettuazione di tamponi ambientali sulle superfici a contatto con alimenti per valutare l efficacia delle procedure di sanificazione. In 123 ispezioni, pari al 22,7% del totale sono state rilevate situazioni di non conformità, che hanno comportato la notifica di 216 prescrizioni, 21 sanzioni amministrative e 2 sospensioni dell attività. La maggior parte delle non conformità riscontrate è relativa inosservanze dell applicazione del sistema HACCP e/o ai requisiti di igiene e strutturali stabiliti nel Regolamento CE 852/04 che possono rappresentare situazioni di pericolo per la sicurezza alimentare. 40

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