Redazione: Emanuela Chiarenza Realizzazione editoriale e stampa: IPC G. Falcone - Gallarate Progetto grafico e copertina: Mario Voria

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2 UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE VARESE 2006 Redazione: Emanuela Chiarenza Realizzazione editoriale e stampa: IPC G. Falcone - Gallarate Progetto grafico e copertina: Mario Voria 2

3 INDICE AMBIENTI DI APPRENDIMENTO COME LUOGHI D INCONTRO TRA SAPERI FORMALI E INFORMALI Dario Nicoli - Docente di Sociologia dell Organizzazione Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano LA GOVERNANCE DELL ALTERNANZA SCUOLA/LAVORO NELL ESPERIENZA LOMBARDA Giuliana Pupazzoni Dirigente ufficio delle Politiche Formative - U.S.R. Lombardia I MODELLI ORGANIZZATIVI E FORMATIVI NELL ESPERIENZA DELLE SCUOLE DI VARESE: L ALTERNANZA E L EDUCAZIONE PERMANENTE Emanuela Chiarenza Referente Alternanza - U.S.P. Varese Benedetto Di Rienzo Dirigente Scolastico ITC E. Tosi Busto A. Claudio Merletti - Dirigente Scolastico IPC G. Falcone Gallarate Gianmario Mercante - Dirigente Scolastico ISIS Gallarate Daniela Tam Baj - Dirigente Scolastico ISIS E. Stein Gavirate Claudio Merletti - Dirigente Scolastico IPC G. Falcone Gallarate Riflessioni dei Dirigenti Scolastici Ricapitolazione di senso e prospettive Francesca Franz Referente E.D.A. - U.S.P. Varese MODELLO RELAZIONALE E DI COMUNICAZIONE TRA I SOGGETTI DELL ALTERNANZA Alba Ciserani UNIVA Umberto Rega API Lucio Tubaro Pianificazione Sviluppo Risorse Umane della B. TICINO ORGANIZZAZIONI SINDACALI DALLE ESPERIENZE AI NUOVI ORIZZONTI DELLA FORMAZIONE IN ALTERNANZA On. Mariangela BASTICO Viceministro della Pubblica Istruzione Allegati Biografia L integrazione degli atti avverrà tramite pubblicazione online al sito: 3

4 PREMESSA Emanuela Chiarenza Referente alternanza Ufficio Scolastico Provinciale-Varese La recente normativa in materia di istruzione e formazione si caratterizza, tra gli altri aspetti, per la volontà di valorizzare le esperienze che favoriscano nel discente l integrazione di sapere, saper fare e saper essere e l interazione con più soggetti sociali riconosciuti come portatori di saperi formativi nell organizzazione scolastica. L attuale configurazione del sistema scolastico e del sistema di mercato del lavoro, ha reso necessario ridefinire l offerta formativa in modo da assicurare una qualità ottimale delle risorse umane e migliorare il livello di occupabilità per giovani e persone che vogliono entrare o rientrare in qualifiche professionali ed ha comportato una progressiva ridefinizione e riarticolazione dei percorsi scolastici e di formazione post secondaria ed universitaria, attraverso una maggior rilevanza delle attività pratiche consolidate di tirocini, stage, apprendistato, di formazione professionale e l attuale formazione in alternanza. La formazione in alternanza, si differenzia dalle attività pratiche ricordate, in quanto consente a tutti i sistemi scolastici, anche liceali, di ripensare e superare la dicotomia tra formazione teorica e fase applicativa: la valenza formativa dell alternanza, tra periodi di studio in aula e momenti di formazione in azienda, come apprendimento attraverso l esperienza pratica, perviene a metodologia purchè vengano garantiti alcuni parametri applicativi che ne favoriscano l efficacia formativa. L Ufficio Scolastico Provinciale di Varese, riscontrando i positivi risultati raggiunti dagli istituti di istruzione secondaria che hanno aderito alla prima fase della sperimentazione avviata dall USR della Lombardia, ha condiviso e sostenuto l impostazione dell attività in alternanza tra sistema scolastico e mondo del lavoro, proprio nel suo valore aggiunto di metodologia, che va oltre le spinte sociali e culturali contingenti, per durare nel tempo, riconoscendone la forza innovativa e di cambiamento che la riflessione tra soggetti professionisti apporta. Uno stimolo di riflessione che, pur avviandosi dall esterno del sistema scolastico, è stato reinterpretato ed approfondito da staff compositi, in contesti culturali e professionalizzanti, come è la scuola, in continua crescita culturale e in dialettico confronto con altri soggetti territoriali. Allo stesso tempo alle associazioni di categoria viene assegnato un ruolo istituzionale per le diverse fasi di progettazione, attuazione dei percorsi in alternanza, a conferma della crescente capacità dei sistemi istituzionali di interpretare le esigenze delle imprese e dei territori, in linea con l impegno di fornire risposte attraverso iniziative concrete quanto innovative. 4

5 Sovente i dati numerici rendono più concreti gli esiti di un esperienza e nel limite di una lettura quantitativa permettono di vederne l entità. Sebbene i dati riportati si riferiscano agli istituti che hanno avviato la formazione in alternanza nell anno scolastico 2005/2006, è rilevabile come l iniziativa abbia avuto un ampio coinvolgimento di allievi in azienda. Considerando che il rapporto studente azienda è stato mediamente da 1 a 3 allievi per azienda, si evince come il territorio abbia risposto positivamente all iniziativa, offrendo un supporto prevalentemente individualizzato nella fase attuativa. N. STUDENTI Classe 2 N. STUDENTI Classe 3 RETE GAVIRATE (13 Istituti) vari indirizzi 250 Media 216 IPSIA PARMA Meccanico COLLEGIO ARCIVISCOVILE Alberghiero ITIS FACCHINETTI Informatico IPSIA VOLTA Meccanico 9 9 IPC VERRI Gestione az IIS OLGA FIORINI Moda Un cambiamento che inerisce il campo dei sistemi formativi verso una maggiore accessibilità e apertura al mondo esterno, ispirato ai traguardi fissati per il 2010 dalla Conferenza di Lisbona (2000), si configura come articolazione di obiettivi strategici fondamentali. Una spinta che risulta evidente proprio per il proliferare di leggi focalizzate su interventi a favore dell alternanza scuola-lavoro, legittimando e supportando una diversa concezione dell educazione, della formazione e dell apprendimento. L impellenza di un cambiamento volto alla convergenza delle finalità formative e professionali della scuola alle esigenze impiegatizie del mondo del lavoro, si riscontra anche nel nuovo Governo che fin dal suo primo atto orientativo, ne affronta la tematica. Una pausa, per gli istituti secondari di secondo grado, sull avvio della riforma liceale, a vantaggio di una maggiore riflessione sugli istituti tecnico-professionali che, pur registrando un calo di iscrizioni, mantengono un ruolo cruciale nella formazione professionale. Una crisi a volte attribuita anche da una perdita valoriale sociale del diploma e delle qualifiche, che occorre rivalorizzare attraverso valutazioni standard condivise anche a livello europeo, affinché venga supportata una proficua mobilità lavorativa. Una riorganizzazione del percorso formativo che passi attraverso piani di studio più flessibili, comprendenti anche percorsi in alternanza. La Direttiva Generale, all art. 9, sull azione amministrativa e sulla gestione per l anno 2006, del 25/09/2006, oltre a sollecitare tutti i soggetti interessati a favorire condizioni perché le istituzioni scolastiche possano stipulare apposite convenzioni con le imprese e con le associazioni rappresentative.. sottolinea come i progetti d alternanza siano percorsi formativi da non circoscrivere solo agli istituti tecnici-professionali, ma prevede la realizzazione in ogni ordine di istruzione compresi nella fascia di età anni. Al fine di assicurare agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età la possibilità di realizzare percorsi in alternanza, in osservanza di quanto previsto dall art. 18 della legge 196/1997, come modalità e dunque come metodologia dell alternanza di un percorso formativo progettato, attuato e valutato dall istituzione scolastica e formativa in stretta collaborazione con le imprese, gli istituti coinvolti sono stati indotti alla riorganizzazione del progetto formativo e al coinvolgimento di tutto il Consiglio di Classe. L esperienza Provinciale, sottolinea l attenzione delle istituzioni scolastiche ai cambiamenti sociali e legislativi in atto e la sensibilità del corpo docente alle esigenze dei discenti e alla ricerca di metodologie didattiche più efficaci. 5

6 Una metodologia dell alternanza, dunque, spunto di riflessione e sperimentazione, realizzata dalle istituzioni scolastiche varesine che hanno aderito all invito a presentare progetti di alternanza scuola/lavoro, secondo il bando emanato dall U.S.R.- Formazione Integrata. Una rete di rapporti istituzionali e professionali caratterizzata da soggetti che a più livelli assumono nuovi, mutevoli e flessibili ruoli, affidando l attività progettuale a figure professionali, il tutor scolastico e il tutor aziendale, impegnati ad affinare e condividere una comunicazione efficace e pragmatica, che favorisca una valutazione condivisa, affinché l attività in alternanza completi la conoscenza di base con l acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Presupposti per riflessioni metodologiche didattiche che conducano dal sapere al saper fare coinvolgendo, ineludibilmente, il saper essere attraverso lo sviluppo della motivazione e dell autostima, orientate ad una formazione permanente dettata dai continui e repentini cambiamenti in ambito lavorativo. L impegno dei soggetti coinvolti ad attivare la formazione in alternanza secondo la metodologia dell alternanza, ha valorizzato le risorse territoriali e ridefinito i ruoli istituzionali rimandando, tuttavia, alle scuole tutta la responsabilità educativa della loro programmazione e della verifica degli esiti conseguiti dagli allievi. 6

7 AMBIENTI DI APPRENDIMENTO COME LUOGHI DI INCONTRO TRA SAPERI FORMALI E INFORMALI Potenzialità formative dell alternanza scuola lavoro Dario Nicoli Docente di sociologia dell organizzazione Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Alternanza L alternanza scuola-lavoro rappresenta una pratica formativa in grado di sviluppare processi di apprendimento attivi, centrati sull esperienza. Occorre evitare però di considerarla come una mera interruzione del normale percorso degli studi al fine di alternare esperienze esterne perché in questa logica rimarrebbe la scissione del disegno formativo in due parti inconciliabili. Una corretta pratica di alternanza richiede invece una cooperazione tra i due organismi coinvolti, la scuola e l impresa, in modo da condividere la progettazione, la gestione (alternata) dei processi di apprendimento, infine la verifica e la valutazione, entro una concezione unitaria del piano formativo al cui centro c è lo studente. Da un punto di vista pedagogico, il termine alternanza si basa sui seguenti fattori: attenzione ai processi di apprendimento del soggetto, a come la persona sviluppa e consolida le proprie competenze; concezione dell apprendimento come elaborazione e costruzione dell esperienza; riconoscimento del ruolo formativo della situazione di lavoro; enfasi sulle funzioni diverse dalla docenza (progettazione, tutoring, ecc.). Il suo svolgimento richiede quindi il superamento delle prassi pedagogiche che concepiscono ancora l attività di apprendimento come una istruzione che avviene trasferendo i saperi ai destinatari tramite sequenze di lezioni che compongono un programma strutturato formalmente secondo un approccio disciplinare di tipo autoreferenziale ed astratto. In tale logica, l esito dell insegnamento è concepito come profitto scolastico che risulta dal confronto dei risultati ottenuti dagli studenti con i risultati attesi, normalmente espressi in obiettivi resi in modo tale da poter essere rilevati empiricamente. Al contrario, chi intende dar vita a processi di alternanza è chiamato ad adottare un approccio metodologico basato sui seguenti caratteri: - enfasi sulla costruzione della conoscenza piuttosto che alla sua riproduzione, - consapevolezza della naturale complessità del mondo reale evitando così eccessive semplificazioni, - progressione sulla base di compiti autentici e contestualizzati, non astratti, - offerta di ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale, basati sui casi, - offerta di rappresentazioni multiple della realtà, 7

8 - alimentazione di pratiche riflessive, - lavoro dello studente finalizzato alla costruzione di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto, - stimolo della costruzione cooperativa della conoscenza, attraverso la negoziazione sociale. Tale metodologia mira non solo a ciò che uno studente sa, ma a ciò che sa fare con ciò che sa fondato su una prestazione reale e adeguata dell apprendimento che risulta così significativo, poiché riflette le esperienze reali ed è legato ad una motivazione personale. In tal modo si sostiene una prospettiva finalizzata alla riflessione critica sul sapere, sul fare e sull agire, allo sviluppo dell autonoma capacità di giudizio e l esercizio della responsabilità personale e sociale. L esito del processo formativo è dato dalle competenze che identificano non tanto una dotazione data una volta per tutte e predefinita, quanto una disposizione particolare del soggetto ad essere protagonista della cultura del lavoro come partecipazione responsabile e dotata di senso ad un esperienza di crescita personale e collettiva nell ambito delle realtà di riferimento. Metodologia Le azioni formative che si sviluppano nell ambito della metodologia dell alternanza mirano alla maturazione nella persona di vere e proprie competenze. Queste rappresentano una caratteristica della persona, mediante la quale essa è in grado di affrontare efficacemente un area di problemi connessi ad un particolare ruolo o funzione. Per tale motivo, sarebbe preferibile parlare di persona competente piuttosto che di competenza. La competenza non si identifica né con una performance, né con una semplice somma di performance, ma è un insieme di conoscenze, abilità, comportamenti, ecc., esercitato (e trasferibile) in un contesto reale. Una persona è competente se queste performance le esercita davvero per risolvere problemi reali, nella vita e/o nel lavoro. La competenza vera non si valuta con prove, ma con l osservazione strutturata in situazione. La persona competente è in grado di mobilitare le risorse possedute (capacità, conoscenze, abilità) al fine di condurre ad una sua soluzione un compito-problema. La competenza non è pertanto riducibile né a un sapere, né a ciò che si è acquisito con la formazione. Essa richiede necessariamente una prova concreta, nella quale il titolare si impegni in modo autonomo e responsabile. Non esiste un rapporto puntuale fra ciascun elemento delle risorse e ciascuna competenza. La stessa risorsa può servire ad una pluralità di competenze. Ed esistono svariati assi per queste combinazioni, attorno ai quali si costruiscono le competenze. La capacità di combinare queste risorse è la competenza di una persona di costruire le competenze che le sono necessarie. Il processo di apprendimento si costruisce tramite il piano formativo personalizzato, che indica la situazione di partenza, le capacità/potenzialità, i punti forti ed i punti deboli e quindi propone il modo personale di affrontare il piano formativo di massima. Tale piano è definito per Unità di apprendimento, ovvero le strutture di base dell azione formativa. Esse si riferiscono a precise persone, in relazione ad uno specifico contesto. Vengono elaborate coerentemente con la normativa ed i documenti preparatori che costituiscono vincoli, criteri e proposte di riferimento, ma non certo dei programmi - a partire dalla lettura del contesto in cui l azione si svolge ovvero i destinatari, le organizzazioni di lavoro coerenti con l ambito culturale proprio dell azione formativa, il territorio con le sue risorse ed i suoi vincoli. Occorre superare la logica delle unità didattiche, perché ancora centrate su una prestazione tradizionale: l interrogazione, il test, il compito scritto. Al loro posto, si introducono i laboratori e le pratiche svolte all esterno dell istituzione scolastica, che si costruiscono sulla base di situazioni di apprendimento rilevanti e significative. 8

9 Le pratiche di alternanza sono esperienze formative che il team dei formatori è chiamato a creare e che consentono allo studente, nel confronto con problemi di cui coglie il senso, di porsi in modo attivo alla ricerca di una soluzione adeguata, superando gli ostacoli che via via incontra, mobilitando in tal modo un processo di apprendimento autonomo, personale, autentico. In tal modo la conoscenza passa necessariamente per l azione per poi giungere ad una piena formalizzazione attraverso il linguaggio. Tale metodologia mira a perseguire una visione unitaria della cultura a partire dall esperienza evitando la meccanica trascrizione degli obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento in chiave di didattica disciplinare. In tal modo, il percorso formativo è strettamente connesso alla struttura del lavoro intesa come ambito simbolico, operativo e relazionale nel quale si sviluppa l attività umana come dinamica di creazione sociale. Ciò comporta la necessità di delineare i modi del rapporto tra formazione e lavoro. Il lavoro, in particolare il tipo di lavoro emergente dall attuale dinamica sociale ed economica (che possiamo definire in modo sintetico post-tayloristica e post-burocratica), è portatore di una formatività implicita che va innanzitutto riconosciuta e poi valorizzata verso la massima promozione delle risorse umane. Gestione dei processi di apprendimento La natura dei percorsi di alternanza scuola-lavoro è pertanto da rintracciare nei seguenti punti: - nella centralità della persona all interno dei processi che tali percorsi rendono possibili, che significa porre il primato della risorsa umana riferita ad una persona matura, responsabile, critica nel pensare, nel fare e nell agire come fondamento e condizione prima per lo sviluppo sociale e quindi economico; - nella unitarietà del sapere superando la tradizionale gerarchizzazione e separazione tra theorìa e téchne, tenendo anche conto che l attuale scenario della società cognitiva esige un processo circolare tra saperi, esperienze, educazioni nella prospettiva del life long learning; - nella affermazione della priorità dei compiti/problemi e dei progetti, piuttosto che delle discipline di studio, nella costruzione dei piani di studio personalizzati che mirano alla acquisizione di competenze che consentono alla persona di svolgere un ruolo attivo e protagonista nella realtà sociale e lavorativa. Tutto il processo è proteso a porre lo studente in una condizione attiva e responsabile, a sostenere il suo desiderio di apprendere mediante la sfida dei compiti/problema, a mettere in gioco le proprie risorse, in primo luogo le capacità personali, ma anche le conoscenze e le abilità, suscitando in tal modo le richieste nei confronti dei docenti/formatori. Si tratta di un modo di procedere che viene ancor più enfatizzato con l inserimento nel percorso formativo di occasioni di esperienza reale, che consentono in più di potersi inserire in un contesto competente, ovvero di mobilitare il formatore implicito l organizzazione di lavoro come fenomeno insieme culturale e sociale. A tale riguardo, l organizzazione di lavoro propone una varietà di situazioni di apprendimento che qualificano il percorso formativo della persona. Tali situazioni possono essere affrontate secondo molteplici modalità di apprendimento: osservazione, intervista, lettura e studio dei materiali, affiancamento, applicazione, compito reale, project work. Questa metodologia richiede il pieno rispetto delle caratteristiche specifiche delle situazioni di apprendimento attivate, l assunzione delle rappresentazioni che gli studenti si danno delle attività proposte, la considerazione dei processi cognitivi, delle operazioni mentali, delle riflessioni di ordine generale che tali esperienze suscitano negli studenti, la costruzione di un cammino e delle differenti fasi in cui esso si compone, che consente di giungere alla piena riuscita delle attività intraprese. Ciò pone lo studente nella condizione di formulare, prevedere e padroneggiare i propri obiettivi e le proprie strategie di apprendimento al fine di dare forma alla propria visione, al proprio sapere, alle 9

10 proprie competenze. In questo senso, ogni situazione di apprendimento deve porre lo studente nella situazione del progettare, di proiettare se stesso nel futuro. E un metodo che presuppone una pedagogia del progetto interdisciplinare in grado di valorizzare le competenze professionali dei formatori, evitando di proporre loro sotto forma di manuale situazioni precostituite, pronte all uso, che presumono di conoscere già in anticipo ciò che gli studenti devono fissare nella mente. Occorre superare l idea tanto diffusa presso l ambiente pedagogico in genere secondo cui i tecnici si occupano dei progetti concreti mentre i teorici si pongono i problemi di cultura generale a cui rimandano le attività stimolate dai progetti. Al contrario, ogni componente del team condivide la metodologia del progetto e pone le sue competenze al servizio del successo formativo dello studente, di modo che l interdisciplinarietà diventa tutt uno con la prospettiva progettuale. L intera strategia dell alternanza apre una prospettiva nuova, nella quale il processo di formazione appare come un disegno a grandi linee, che richiede di essere perfezionato a partire dalle condizioni concrete e per certi versi uniche del contesto in cui si sviluppa, creando una vera e propria comunità di apprendimento condivisa tra scuola, impresa e territorio. 10

11 La governance dell alternanza scuola/lavoro nell esperienza lombarda Giuliana Pupazzoni Dirigente Ufficio Integrazione delle Politiche Formative Direzione Scolastica Regionale per la Lombardia Negli ultimi anni si è molto dibattuto sulla necessità di un più stretto collegamento e di una valorizzazione dei rapporti tra scuola e mondo del lavoro, tra sapere e saper fare, per superare quello che da sempre è considerato uno dei punti critici del sistema scolastico italiano. Anche i risultati delle recenti indagini internazionali OCSE e PISA, evidenziando la crescente contraddizione tra bisogni formativi e livelli di acculturazione, esprimono un esigenza indifferibile di avvicinamento tra scuola, formazione e lavoro. Una via per realizzare, in modo sistematico, questo collegamento è prefigurata dall introduzione dell alternanza scuola/lavoro nel nostro sistema educativo. Proposta come metodologia innovativa e di ampia portata, l alternanza esige che tutti i soggetti, istituzionali e non, coinvolti a qualunque titolo nel complesso sistema dell educazione e della formazione, cooperino e condividano l orizzonte generale, strategico e di senso, entro il quale l esperienza si colloca. Appare peraltro evidente l estrema difficoltà di far convergere su obiettivi comuni e concreti i soggetti più diversi, mediante la costruzione di una rete di consensi attorno a un progetto di cui va condiviso fino in fondo il senso, per integrare strumenti e risorse. Eppure, soltanto la creazione di un sistema condiviso intorno a un obiettivo comune potrà garantire stabilità e organicità alle scelte, al di là dei differenti linguaggi, delle diverse convenienze e dei continui mutamenti nell attuale scenario di riferimento. L attenzione costante alla stagione storica di cambiamenti che si snoda dagli anni 90 ad oggi diventa dunque la chiave di volta per la costruzione di un sistema di governance, che, attraverso la difficile interpretazione del principio di sussidiarierà, ridefinisca le competenze e individui le diverse titolarità dello Stato e delle Regioni. A partire dall attenta riflessione sui mutamenti in atto, le istituzione pubbliche e le scuole sono sollecitate a rivedere in profondità la propria mission e i propri obiettivi, in stretto rapporto con gli altri interlocutori del sistema, definendo progressivamente i limiti della sfera di competenze proprie e altrui. Nel quadro indicato, il compito di promuovere e assicurare le politiche territoriali e gli strumenti operativi di concertazione e di coordinamento per garantire il raccordo con gli altri organismi istituzionali e con le parti sociali, è oggi assegnato alle Regioni. In questo scenario, l alternanza scuola lavoro ha costituito per la Direzione Scolastica Regionale un occasione privilegiata per sperimentare nuovi rapporti interistituzionali e un banco di prova per concorrere all attivazione di nuovi modelli di governance, fondati sullo sviluppo di sinergie e di un nuovo partenariato. Nella realtà territoriale infatti, ai soggetti tradizionalmente titolari del sistema educativo - sistema scolastico e sistema della formazione si affiancano oggi, oltre alle istituzioni regionali e locali, diversi e molteplici soggetti socio economici che, come il settore no profit, il mondo delle imprese e le loro associazioni, a vario titolo hanno a che fare con le giovani generazioni o con le tematiche attinenti all esercizio dei diritti di cittadinanza. 11

12 Tali soggetti, chiamati ad assumere nuove responsabilità nel campo della formazione in presenza delle problematiche relative alle esigenze del lifelong learning, si trovano a fronteggiare la complessità della domanda sociale in un mondo sempre più globalizzato, nel quale si verifica per contro una crescente frammentazione delle fonti di informazione. Ecco perché, se si rende oggi necessaria una risposta non più riferibile ad un unico soggetto, ma complessa e concertata tra tanti protagonisti, il ruolo della scuola si trasforma da quello tradizionale di unico attore che trasmette i saperi a quello di bussola, in grado di orientare i giovani nella ricca e variegata offerta globale. Da qui discende, per la Direzione Scolastica, il compito di raccogliere, valorizzare e irrobustire, nel territorio regionale, la ricca esperienza e le buone pratiche che le istituzioni scolastiche e i docenti hanno, a volte con molta fatica, sviluppato, e di presidiare lo sviluppo di un partenariato che, dopo aver concordato gli obiettivi e le finalità comuni, individui competenze, ruoli e funzioni, definisca procedure e modalità operative, mettendo in campo tutte le risorse umane e strumentali necessarie a corrispondere agli interessi dell utenza sempre più ampia e differenziata del sistema formativo. Non si parte certo da zero. E da sottolineare infatti che il contesto lombardo si è caratterizzato nell ultimo quindicennio per un certo dinamismo, sviluppando una serie di iniziative di studio del mercato del lavoro e interventi finalizzati all integrazione: Terze Aree negli Istituti Professionali, promozione e sostegno agli stages (con monitoraggi e attività di studio e di ricerca comune), convenzioni con le Associazioni imprenditoriali, rapporti con gli Assessorati Istruzione e Lavoro, le Università e le Associazioni, sviluppo di sinergie, ricerca di convergenza sugli obiettivi. L alternanza è stata avviata nel e nel da un numero ristretto di scuole, dal momento che la Direzione Scolastica ha scelto inizialmente di privilegiare il carattere di sperimentazione metodologica, di tarare metodi e contenuti, di puntare sulla distinzione, ritenuta fondamentale, tra l esperienza degli stage e quella dell alternanza formativa. Dopo i due primi anni di esperienza - nel corso dei quali le scuole si sono cimentate con i problemi della progettazione, dall orientamento alla individuazione dei segmenti formativi, alla valutazione delle competenze, all uso del portfolio sulla base dei risultati del lavoro svolto e di quanto nel frattempo emerso, si è deciso, attraverso l emanazione di un bando, di allargare l esperienza a un maggior numero di scuole. Fin dall inizio la Direzione Scolastica ha costituito un Gruppo regionale di coordinamento dell alternanza, che ha realizzato di fatto integrazione tra le istituzioni scolastiche e i diversi soggetti interessati (Confindustria Lombardia, Assolombarda, Unioncamere Lombardia, Apilombardia, Confartigianato Lombardia, CNA Lombardia, Formaper azienda speciale Camera di Commercio di Milano, Associazione di volontariato sociale Sodalitas, Polo qualità Milano) e creato le condizioni per rendere possibile l alternanza. Il mondo imprenditoriale e quello delle professioni, soggetti finora tradizionalmente esclusi dal protagonismo formativo, hanno così assunto delle responsabilità nel campo della formazione, hanno interagito con i soggetti tradizionali del sistema educativo, hanno attinto alle risorse e alle competenze specifiche del proprio ruolo e del proprio ufficio, individuando e offrendo le proprie potenzialità formatrici. La pratica dell alternanza si dimostra pertanto anche uno strumento prezioso per sviluppare e consolidare i processi di integrazione. La Direzione Regionale ha altresì individuato nello sviluppo della governance a livello territoriale uno strumento prezioso di realizzazione di tali processi e ha affidato la gestione dell alternanza a gruppi provinciali costituiti da Referenti di ciascun CSA, Dirigenti scolastici delle scuole del territorio, rappresentanti delle Associazioni territoriali di competenza, Camere di Commercio, Parti sociali e altri soggetti individuati a livello locale, con il compito di sviluppare il sistema sul territorio, dare indirizzi operativi locali, gestire i progetti in conformità con gli indirizzi operativi centrali, scambiare e coordinare informazioni e dati con il centro. E evidente che la piena realizzazione della governance sul territorio regionale è legata a una presenza attiva e autorevole della Regione. 12

13 E stata infine realizzata una complessa attività di formazione che, mantenendo il carattere originario di ricerca-azione, ha impegnato i referenti su tematiche a carattere metodologico e teorico, verificandone sul campo la validità. Il piano di formazione è stato esplicitamente finalizzato a sollecitare le scuole a superare una concezione ancora astratta delle discipline, a invogliare le imprese ad assumere una intenzionalità formativa e a collaborare, al di là delle convenienze immediate, all educazione della persona in tutta la ricchezza dei suoi elementi, ad attrezzare i tutor a individuare e a co-progettare segmenti formativi significativi sul piano cognitivo, oltre che su quello delle competenze relazionali e trasversali; a consolidare e disseminare l esperienza effettuata negli anni precedenti. L attività di formazione si è sviluppata attraverso un percorso interattivo finalizzato all acquisizione della metodologia necessaria per la progettazione e la realizzazione di percorsi in alternanza. I dati relativi all adesione delle scuole sono significativi: attivati 120 nuovi progetti di alternanza, di cui 14 nei licei, 57 negli istituti tecnici e 49 negli istituti professionali; coinvolti nell esperienza studenti nella classe seconda, nella classe terza e 432 nella classe quarta, oltre1.993 studenti della seconda classe dei percorsi triennali sperimentali; formati complessivamente 150 tra docenti e referenti dei CSA. Al di là delle aspettative iniziali, l alternanza si è rivelata via via, oltre che terreno fertile di integrazione e di confronto tra le professionalità e le organizzazioni dei diversi ambiti e contesti, anche un laboratorio di riflessione su temi cruciali della scuola, come quello della didattica orientativa e dell esercizio della cittadinanza attiva. La metodologia dell alternanza costituisce infatti una preziosa occasione di orientamento e di riorientamento per i giovani, poiché propone loro di integrare il valore conoscitivo degli studi teorici con una dimensione pratica e applicativa, permettendo loro, per questa via, un produttivo contatto con la realtà lavorativa e con i suoi operatori. Ne derivano una rappresentazione più realistica del sistema lavoro, una verifica nel concreto delle proprie attitudini e vocazioni e lo sviluppo di capacità progettuali e decisionali che costituiscono la condizione e gli strumenti di una scelta consapevole ed equilibrata del proprio futuro personale e professionale. Il coinvolgimento formativo proposto al mondo del lavoro permette d altra parte a quest ultimo di farsi carico non solo della formazione giovanile ma anche della responsabilità sociale che deriva da un corretto orientamento dei giovani, superando la tentazione di attrarre prematuramente gli adolescenti al lavoro, ad occupazioni fruibili immediatamente, ma instabili e precarie. L alternanza ha dato inoltre e può dare nuovo significato e spessore anche alla pratica dei docenti in relazione allo sviluppo della didattica curricolare orientativa. Attraverso un'offerta formativa qualificata e coinvolgente e situazioni di apprendimento motivanti e funzionali, come quelle programmaticamente costruite nell alternanza, i docenti possono meglio cogliere e potenziare attitudini e capacità dello studente e consentirgli di maturare scelte di vita e di lavoro più consapevoli. La metodologia dell alternanza è inoltre fortemente connessa con uno dei diritti fondamentali della cittadinanza, l occupabilità, intesa come possibilità di entrare nel contesto lavorativo e di rientrarvi una volta usciti, disponendo di una formazione continua e ricorrente, per aggiornare e riallineare le proprie competenze, in termini di conoscenze e abilità. Per quanto riguarda, in particolare, l alternanza nei licei, ritenuta vera cartina di tornasole della efficacia formativa dell esperienza, è stata effettuato un percorso di formazione avente per oggetto la specificità della progettazione per competenze in scuole non immediatamente finalizzate 13

14 alla costruzione di un profilo professionale. Tale iniziativa è gestita dai Poli Qualità di Milano e Mantova, in collaborazione con l IRRE Lombardia. L Ufficio Scolastico Regionale è tuttora impegnato a diffondere e a rendere trasferibile e praticabile la metodologia dell alternanza e i suoi strumenti operativi e a sollecitare la scuola, nelle sue diverse articolazioni, a prendere atto della complessità degli attuali processi economici e sociali e della necessità di superare il disciplinarismo e le rigidità didattiche e organizzative, in funzione di una visione dell insegnamento e dell apprendimento più corrispondente alla realtà e più aperta all innovazione. 14

15 CONSELLING E DIFFUSIONE DELLA METODOLOGIA DELL ALTERNANZA Emanuela Chiarenza Referente alternanza Ufficio Scolastico Provinciale-Varese L esperienza Varesina: il futuro ancorato a consolidate esperienze. Il territorio varesino è caratterizzato da un sistema scolastico di istruzione secondaria, soprattutto tecnico-professionale, che vanta una lunga tradizione di collaborazione con il mondo aziendale da sempre caratterizzato da medie e piccole imprese che spaziano dal settore tessilechimico al meccanico-elettrotecnico fino al terziario e di servizi, in continua espansione. Quando nell a.s. 2003/2004 l USR proponeva la sperimentazione della metodologia dell alternanza, per la provincia di Varese parteciparono, inizialmente l ITC Tosi di Busto e successivamente l IPC Falcone e l ITIS di Gallarate. L amministrazione scolastica provinciale, ravvisando l occasione per ripensare la dicotomia tra formazione teorica e momento applicativo, ha favorito, nello scorso anno scolastico (2005/2006), il supporto e la diffusione delle buone pratiche scolastiche già avviate, dando un impulso significativo alla condivisione e alla realizzazione degli obiettivi operativi, riportati dall Invito a presentare progetti di alternanza scuola/lavoro, e diffusi attraverso la pubblicazione: Scuola e lavoro: l esperienza dell alternanza in Lombardia La Nuova Italia. La complessità dell esperienza ed il coinvolgimento di più enti ha indotto la costituzione del Nucleo Provinciale di supporto tecnico scientifico alla formazione in alternanza scuolalavoro così composto: Dirigente CSA: dr. Antonio Lupacchino Provincia: dr. Ernesto Banfi ITC Tosi Busto Arsizio: d.s. pf. Benedetto Di Rienzo IPC Falcone Gallarate: d.s. pf. Claudio Merletti ITCG Dell Acqua Legnano: d.s. pf. Salvatore Forte Liceo Classico Cairoli: d.s. pf. Maurizio Tallone Collegio Arcivescovile di Saronno: Direttore Don Viscardi Fabio ISIS Olga Fiorini Busto Arsizio: Direttore dr. Mauro Ghisellini UNIVA: dr.ssa Alba Ciserani Apilombarda: dr. Umberto Rega CCIAA: dr. Luca Pascarelli CISL Varese: Gianluigi Restelli CGIL Varese: Ivana Brunato UIL Varese: Marco Molteni Coordinamento e referente CSA: dr.ssa Emanuela Chiarenza a cui sono state attribuite le seguenti competenze: 15

16 coordinare e sviluppare le strategie di progettazione e integrazione, sviluppare il sistema sul territorio, dare indirizzi operativi locali, scambiare e coordinare informazioni e dati con l Ufficio Scolastico Regionale. Fin dal suo insediamento, avvenuto il 17 novembre 2005, i membri del Nucleo Provinciale condividevano alcuni principi: la valenza formativa del mondo del lavoro che assume pari dignità dell azione erogata dalla scuola; la funzione della scuola di coordinamento e di integrazione, nel proprio percorso didattico, degli apprendimenti acquisiti in azienda a completamento del percorso formativo personalizzato; il ruolo dei tutor interni ed esterni, ridefinito attraverso la conoscenza dei due sistemi e la condivisione dei codici linguistici a supporto dell azione formativa concordata; la mediazione delle associazioni delle rappresentanze di categoria che favorisca la realizzazione della formazione in alternanza; lo status di studente del soggetto in formazione in ogni fase del percorso, anche quella svolta nel mondo del lavoro. I Dirigenti Scolasti che, precedentemente, avevano avviato la sperimentazione, puntualizzavano gli snodi cruciali dell esperienza, interpretati dal Nucleo come linee di orientamento dell attività di formazione in alternanza: mantenere l impostazione di sperimentazione a garanzia, rispetto le esperienze pregresse, di un approfondimento della rilevanza didattica, affinché si pervenga ad effettivi cambiamenti metodologici-didattici condivisi dal consiglio di classe; considerare l impatto di tale ampliamento sulla reale possibilità di assorbimento delle aziende del territorio, alle quali è richiesto un impegno atipico non indifferente; tenere in considerazione i progetti di scuole che hanno una rete stabile con aziende e associazioni, dando garanzia di consolidata esperienza; investire i fondi su progetti che possano essere supportati da tutti i soggetti coinvolti, affinché diventino modelli generalizzabili. Le esperienze in atto e l incontro programmatico del Nucleo Provinciale, hanno orientato le differenziate azioni di supporto dell amministrazione attivate a vantaggio dei molteplici soggetti coinvolti. Attraverso una specifica Conferenza di Servizio sono state illustrate, ai Dirigenti Scolastici degli Istituti secondari di secondo grado, le caratteristiche della metodologia dell alternanza, gli orientamenti delineati dal Nucleo Provinciale di Supporto, l impegno richiesto per un attività sperimentale e il possibile supporto che i rappresentanti di categoria (UNIVA API - CCIAA), avrebbero potuto offrire agli istituti coinvolti. L attività metodologico didattica coinvolge in prima persona i docenti per i quali risultava necessario un percorso di formazione che affrontasse la metodologia dell alternanza nei suoi aspetti organizzativi, modelli didattici e valutativi, anche attraverso una modulistica che agevolasse la condivisione, la progettazione e l attuazione, favorendo il risparmio economico e l impegno delle risorse umane coinvolte. Proseguendo le azioni a vantaggio delle scuole direttamente coinvolte all iniziativa, ma offrendo momenti di confronto aperto a tutto il personale interessato, si è proceduto con l organizzazione del seminario provinciale, 13 gennaio 2006 ITC E. Tosi, PROGETTARE E GESTIRE PERCORSI DI FORMAZIONE IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO che, avvalendosi dell esperienza maturata dal Dirigente e da alcuni docenti dell ITC Tosi e dalla presenza di esperti dell USR-Lombardia e dell ISTUD, ha favorito la diffusione della metodologia dell alternanza attraverso riflessioni ed esercitazioni su possibili strategie di realizzazione. 16

17 Formazione a supporto del cambiamento L attività di formazione organizzata per gli istituti del varesotto, prendeva l avvio da quanto previsto all art. 11 del Bando e da ulteriori indicazioni fornite dall USR-Lombardia, per svilupparsi attraverso un percorso finalizzato all acquisizione della metodologia necessaria per la progettazione e la realizzazione di percorsi di formazione in alternanza. L USR e il Polo Qualità, organizzarono la formazione del gruppo esperto, attraverso l analisi di un caso di progettazione strutturato secondo il percorso processi di lavoro/ definizione delle competenze/definizione degli obiettivi formativi. Tale analisi, condotta con metodologia laboratoriale, individuava i punti critici, i punti di forza, gli errori possibili di un progetto. Il gruppo esperto del CSA di Varese risultava essere così composto: Lidia Colombo ITC TOSI Busto Arsizio Maria. Rosaria Ramponi ITC TOSI Busto Arsizio Enzo Sarman IS Gallarate Claudia Zanon - PSSCT Falcone Gallarate Emanuela Chiarenza referente alternanza CSA Varese I formatori sono stati individuati tra i docenti delle scuole che avevano avviato la sperimentazione, offrendo modelli metodologici concretamente sperimentati e garantendo una tempestiva e costante consulenza alle scuole coinvolte. Il percorso di aggiornamento, dunque, mirava ed offrire tempi, modalità e strumenti idonei ad un efficace cambiamento nella prassi scolastica, prendendo l avvio dalle buone pratiche scolastiche già in essere sul territorio. Tuttavia il gruppo esperto, in fase organizzativa, ha cercato di individuare le variabili che avrebbero potuto inibire l efficacia del percorso che si andava elaborando. I formandi: sono docenti che da anni si occupano di stage e tirocini, intrecciando rapporti consolidati col mondo aziendale del territorio; provengono da istituti, soprattutto professionali e tecnici, che hanno seguito i percorsi formativi del sistema qualità, predisponendo pratiche organizzative e scelte metodologiche condivise dal Consiglio di Classe di appartenenza; negli ultimi anni sono stati soggetti a spinte, non sempre organizzate e condivise, volte al cambiamento che hanno condotto a disorientamento; la preparazione professionale e la prassi scolastica dei docenti liceali, distano da studi orientati all alternanza scuola lavoro. Ulteriori possibili condizionamenti individuati: l obbligatorietà della frequenza e l argomento, del tutto affine a prassi scolastiche consolidate, attenuano la motivazione ad apprendere e sperimentare nuove procedure da confrontare con prassi percepite soddisfacenti; la normativa a cui si fa riferimento, è poco condivisa dagli operatori scolastici; l avvio del corso ad anno scolastico inoltrato, trova le attività progettuali a momenti differenti di realizzazione, alcuni istituti sono giunti anche a conclusione. Dal focus sul soggetto in formazione si è passati a riflettere su quello del cambiamento atteso: avviare i docenti alla consapevolezza della necessità di utilizzare nell insegnamento, metodologie didattiche più confacenti alla realtà sociale e alle caratteristiche del discente, che presuppongono una diversa lettura del sistema scolastico. L attuale ruolo istituzionale e sociale della scuola non è più interpretabile come sistema chiuso, autoreferenziale, ma come sistema aperto e soggetto giuridico interagente con altre agenzie formative, grazie all autonomia che la normativa gli riconosce, offrendo l opportunità di valorizzare l attività in contesti lavorativi attraverso la sua integrazione in percorsi formativi scolastici. 17

18 Tutto ciò significa riconoscere nella formazione in alternanza una specifica metodologia centrata sulle competenze, un graduale passaggio da una programmazione per obiettivi ad una orientata sul soggetto, che si articola per competenze trasversali e professionali. Una spinta al cambiamento didattico e alla riorganizzazione dei saperi, dunque, che incide sull attività valutativa, più attenta ai processi di apprendimento e alle prestazioni messe in campo per la risoluzione della situazione problematizzante in cui agisce il discente, per giungere alla certificazione di competenze conseguite al termine di un percorso formativo. Le scelte intraprese dal gruppo esperto, sia in fase progettuale sia nel corso della realizzazione, sono state orientate dalla formazione regionale seguita e dalle richieste sollecitate dai discenti. La presenza di utenti esperti e la necessità di capitalizzare le buone pratiche realizzate dagli istituti coinvolti, ha indotto i formatori a proporre strumenti di riflessione sul proprio operato partendo da un linguaggio comune, condiviso e sperimentando possibili modelli e strumenti didattici. Nell ipotesi di progettare una formazione che potesse soddisfare una realtà così complessa e realizzare delle finalità volte al cambiamento all interno dei Consigli di Classe: riflettere sui processi produttivi per riconoscerne le prestazioni, articolare le prestazioni in competenze valutabili e certificabili, il percorso doveva procedere secondo modalità reticolari, offrendo strumenti e tempi di studio consoni alle contingenti realtà professionali e relazionali. Proprio per queste caratteristiche, in alcune fasi sono stati coinvolti solo i referenti di progetto per supportare la loro funzione organizzativa e gestionale, offrendo strumenti collaudati prima del loro impiego con i docenti dei Consigli di Classe; in altre fasi il gruppo si è ampliato coinvolgendo alcuni docenti dei Consigli di Classe interessati alla sperimentazione, divenendo occasione di condivisione e di confronto sia sugli strumenti da utilizzare sia sulle buone pratiche didattiche già in atto o in evoluzione. Le proposte formative si sono sviluppate attraverso lo studio di caso e le intrinseche esercitazioni di gruppo a supporto della competenza professionale del docente con funzione di referente di progetto e dei docenti coinvolti nella fase di realizzazione e di valutazione. Il percorso formativo, ha avuto un avvio regionale comune, 22 febbraio 2006 presso l ITC Schiapparelli di Milano, per affrontare la problematica nei suoi aspetti più teorici, mentre la fase provinciale è stata caratterizzata dall attiva collaborazione della Dr.ssa Alba Ciserani UNIVA che, coinvolgendo imprenditori e professionisti della pianificazione del personale, ha offerto l occasione di ripensare la dicotomia tra formazione teorica e momento applicativo e di confrontarsi con i soggetti che interagiscono con i ragazzi all uscita del percorso scolastico, illustrando le modalità di selezione e le attività che si organizzano affinché i ragazzi possano accostarsi alle prove con adeguatezza. Il confronto ha messo in luce, da un lato le lacune formative dei ragazzi e la necessità di riposizionare i profili professionali in uscita rispetto alle nuove attività lavorative, dall altro la peculiarità del percorso scolastico che deve formare il soggetto in evoluzione in tutti i suoi aspetti e non strettamente funzionale al mondo del lavoro. 18

19 La sperimentazione dell alternanza nel sistema scolastico varesino. La Commissione, individuata tra alcuni membri del Nucleo Provinciale, ha validato e graduato i progetti presentati dalle scuole rispetto agli indicatori di qualità art. 7 del bando, individuando i progetti ammissibili e finanziabili sotto elencati: RETE GAVIRATE IPSIA PARMA COLLEGIO ARCIVISCOVILE ITIS FACCHINETTI IPSIA VOLTA IPC VERRI IIS OLGA FIORINI 2 e 3 vari indirizzi 2 e 3 Meccanico 2 e 3 Alberghiero 2 e 3 Informatico 2 e 3 Meccanico 2 e 3 Gestione az. 2 e 3 Moda La costituzione della Rete di Gavirate, iniziativa unica in ambito regionale, ha offerto ulteriori spunti di riflessione e di arricchimento in fase progettuale, scaturibile dal confronto di esperienze diverse. Tale iniziativa di Rete ha coinvolto i seguenti istituti: ISIS GAVIRATE "Edith Stein" Scuola Capofila ISIS VALCERESIO Bisuschio ISIS "Città di Luino" ITCG TRADATE "Don Milani" ISIS VARESE "Daverio" ISS "Manzoni" Varese IPSIA GALLARATE "Ponti" IPSIA VARESE ITIS VARESE Coop. Licei "Sacro Monte" ITPA Montale Tradate La sperimentazione pone particolare attenzione all impatto della crescente richiesta di collaborazione scuole-aziende, in un tessuto produttivo caratterizzato da piccole e medie imprese, a tal fine i dati relativi alle aziende segnalate come ospitanti, sono stati confrontati con i referenti di categoria UNIVA ed API per convalidarne la possibile attuazione. Dall analisi dei progetti è emersa una diversificazione delle aziende, degli enti o delle associazioni coinvolti, che sottolinea come molti istituti, soprattutto professionali e tecnici, abbiano relazioni stabili con il mondo economico industriale presente nel territorio. Linee che hanno accomunato i progetti realizzati. Tutti gli Istituti hanno predisposto per le classi seconde, coinvolte nella loro totalità di allievi, percorsi ed attività di Orientamento avvalendosi del contributo dei referenti delle associazioni, articolando gli interventi di esperti in aula, predisponendo visite aziendali, incontri informativi sulle tematiche lavorative e sulla sicurezza, secondo la consuetudine d istituto. Quando possibile, le scuole hanno affiancato il percorso con colloqui individuali dei psicopedagogisti con discenti e famiglie. Tra le esperienze attivate si possono individuare due realtà organizzative che si differenziano dal contesto generale: l Istituto Facchinetti che, al fine di ottimizzare le risorse erogate a vantaggio di una maggiore dialettica metodologica, ha mantenuto lo stesso numero degli allievi del progetto 19

20 approvato, coinvolgendo sia l indirizzo informatico sia il tessile, motivando come segue la scelta adottata: o Offrire la possibilità di partecipare a tutti gli studenti e i docenti ad una sperimentazione ritenuta di notevole valenza formativa. o Rendere paritario il rapporto fra le diverse specializzazioni. o Favorire la circolazione e la condivisione delle competenze derivanti dal corso di formazione previsto dal progetto. o Potenziare le competenze già acquisite da alcuni docenti della filiera tessile nei corsi di formazione precedentemente organizzati (40 ore Stage per Docenti dell anno scorso) o Valorizzare e rendere visibile la formazione tessile, presente da oltre 50 anni presso l Istituto, come sostenuto dal CSA di Varese nella giornata seminario-studio al Tessile di Busto. La scuola è sede di Rete del progetto Rete per il Tessile. e la Rete di Gavirate, le cui dinamiche verranno esposte dalla Dirigente Scolastica Daniela Tam Baj. Il monitoraggio intermedio Come accennato precedentemente, durante il percorso di aggiornamento, ai docenti è stata offerta l opportunità di riflettere su quanto si stava o si era realizzato nel proprio istituto e di confrontarsi con i colleghi in merito a problematiche emergenti, a possibili soluzioni e ad eventuali successi riscontrati da quanti avevano già concluso anche l attività di valutazione del percorso in alternanza dei propri studenti. La task force dei formatori, individuato i seguenti focus della metodologia dell alternanza ORGANIZZAZIONE (chi progetta) Figure riferimento Partner METODOLOGIA ALTERNANZA (come si realizza) Modalità/criteri individuazione studenti Coinvolgimento famiglie Tutor aziendale formativo Consiglio calasse coinvolto gestione o valutazione? FORMAZIONE IN AZIENDA (cosa- strumenti) Documenti dello studente CAMBIAMENTI APPORTATI Controllo attività Adattamenti Revisione prossimo anno scolastico CONCLUSIONI ha predisposto un questionario (allegato 1) per la rilevazione di dati quantitativi e di considerazioni pedagogico ed organizzative su quanto realizzato nel corrente anno scolastico, al fine di migliorare l offerta formativa futura. I risultati ottenuti, riportati nell allegato 2, hanno consentito le seguenti riflessioni generali: L organizzazione dell attività si concretizza attraverso l apporto di tre figure professionali: il referente di progetto, il tutor scolastico e il tutor aziendale, preposti a sincronizzare il percorso in alternanza con quello curricolare. La metodologia dell alternanza presuppone il coinvolgimento di più soggetti e dai dati emersi risulta che: gli studenti sono individuati prioritariamente dai docenti del Consiglio di Classe e solo in alcuni istituti la richiesta nasce dai diretti interessati; 20

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