CHIESA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE. Esterno

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1 CHIESA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Esterno La chiesa dell'immacolata Concezione si trova sulla piazza Vittorio Emanuele, di fronte alla Basilica romanica. Perché due chiese si trovano così vicine? Probabilmente la chiesa dell'immacolata Concezione nasce in funzione del cimitero che, per certo, si trovava alle sue spalle. Una confraternita la utilizza per il culto dei morti e non per scopi liturgici. Questa supposizione è confermata dal fatto che l'edificio è orientato a ovest e non a est. La data della costruzione non è certa, ma è probabile che risalga alla metà del XV secolo, come mostra la decorazione in cotto, tipica del periodo. All'esterno ci sono due date da far notare. Su un mattone è inciso l'anno 1497 (fig. 1), mentre sul portale d'accesso alla sagrestia Esse indicano le operazioni di riadattamento della chiesa, come la costruzione della volta a botte (fig. 2). Prima di questa vi era un soffitto a capriate lignee, forse andato perduto dopo un incendio. Il cambio di soffitto lo si può ben notare all'interno,infatti la chiesa è disassata (fig. 3). La struttura è tipica della tradizione lombarda, come si nota dalla facciata a capanna (fig. 1), in mattoni e ciottoli. In origine aveva due finestre troppo basse, le quali vengono murate. Oggi è presente un finestrone al centro che risale alla prima metà del Settecento. Nella stessa occasione viene allargato anche il portale d'accesso per farvi entrare il baldacchino del corpus domini. Sempre in facciata è presente anche una decorazione ad archetti pensili trilobati in cotto con motivi floreali; al culmine della facciata ci sono tre piccole teste in cotto (fig. 4). All'esterno convivono elementi rinascimentali (stile facciata, uso mattoni) ed elementi della tradizione gotica come si nota sul lato nord della chiesa. Questa è realizzata sempre in mattoni e ciottoli di fiume ma ci sono anche i contrafforti, normalmente in uso nel Medioevo e nelle grandi cattedrali. Se alziamo lo sguardo si nota il particolare campanile quadrangolare con quattro aperture che lasciano intravedere la campana. Con i restauri viene poi aggiunta la cupola ovoidale sopra il presbiterio, mascherata da un tiburio ottagonale, di tradizione lombarda (fig. 5). Rivolta d'arte 1

2 Interno Internamente presenta una sola navata divisa in due campate, coperte da volte a botte, con due cappelle laterali (fig. 3). In quella di destra si trova il fonte battesimale. Questo era situato nella Basilica, ma nel anno del grande restauro e della chiusura delle cappelle - viene trasferito qui. In quella di sinistra invece vi sono degli affreschi ottocenteschi. Nella zona del presbiterio c'è l'altare settecentesco in marmi policromi, che ospita la statua della Vergine. Sopra di esso vediamo la cupola inserita in un piccolo spazio con un affresco del 1680 rappresentante L'incoronazione della Vergine tra angeli musicanti. In controfacciata si vedono le due finestre murate coperte con una pittura a strisce orizzontali bianche e grigie della fine dell'ottocento (fig. 2). L'affresco del soffitto e le scene della Vergine risalgono all'inizio del XVI secolo. Possiamo datare con certezza in quanto in controfacciata sulla destra c'è un cartiglio con scritto 1506, anno di conclusione del ciclo pittorico (fig. 2-6). L'artista in questione è Martino Piazza, aiutato dalla sua bottega. Egli è allievo di Leonardo da Vinci, infatti lavora fianco a fianco del maestro durante l'ultima Cena affrescata all'interno di Santa Maria delle Grazie a Milano. Con lui vi è anche il cognato Giovan Pietro Carioni, maggiormente legato a una pittura Quattrocentesca e quindi privo di innovazioni. Nella parte bassa si susseguono dodici storie della Vergine che iniziano dalla facciata a sud (sinistra entrando in chiesa), seguono passando per l'arco trionfale, parete nord e terminano in controfacciata. Le scene narrate sono tratte dai Vangeli Apocrifi, come si nota da alcuni particolari non presenti nei Vangeli canonici. 1. Incontro di Gioacchino e Anna alla porta Aurea. In fondo si vede l'angelo che annuncia a Gioacchino che sua moglie è incinta. Le due ancelle si trovano solo nei vangeli apocrifi. 2. Nascita della Vergine. Ancelle aiutano Anna e le porgono del cibo. 3. Salita al tempio di Maria da bambina. Si notano i primi accenni di architettura rinascimentale nelle scale, nella ricerca della prospettiva e negli oculi. Non mancano però anche elementi tardogotici come la bifora e le esili colonne (fig. 7). È nei Vangeli Apocrifi che Maria sale al tempio volgendo le spalle ai genitori. Rivolta d'arte 2

3 4. Educazione al tempio. Scena ambientata dentro al tempio, la Vergine impara qui a cucire al telaio. Vi sono sempre elementi rinascimentali, ma il telaio non rispetta la prospettiva, forse per far vedere il ricamo all'osservatore. Queste prime quattro scene dovrebbero essere state eseguite dalla stessa mano, anche se vediamo un crescendo di particolari e una maggiore cura. La bottega è la medesima, ma gli artisti sono molti. 5. Scelta del marito da parte di Dio per Maria. Tutti hanno in mano una verga, solo una fiorirà e designerà il prescelto. Fiorisce a Giuseppe. Particolari gli abiti alla moda degli uomini sulla sinistra e non contemporanei ai fatti, come quelli invece sulla destra con le toghe (fig. 8). La figura di Giuseppe è simile alla scena n 11 ma differisce per esempio dalla 6. Questo a sottolineare la ricerca di individualità da parte dei singoli artisti. 6. Matrimonio di Giuseppe e Maria. Il mantello con pelliccia ricorda il Perugino. 7. Arco trionfale. Qui probabilmente vi era l'annunciazione di Maria. Nel 1600, rompendo il tramezzo, si distrugge anche l'affresco sopracitato. 8. Parete Nord. Incontro della Vergine con Elisabetta, sua cugina. 9. Adorazione dei pastori. 10. Adorazione dei Magi. 11. Fuga in Egitto. 12. Strage degli innocenti. 13. Gesù al tempio. 14. Controfacciata. Annuncio della morte della Vergine. 15. Morte della Vergine. Oggi distrutto a causa dell'apertura del lunotto. 16. Assunzione. La volta vera e propria è invece decorata con centoquattro busti clipeati. Di chi sono questi volti? Non sono ritratti di persone realmente esistite, bensì rappresentano sibille, guerrieri, poeti. Gli artisti vogliono per lo più esercitarsi, divertendosi inserendo particolari diversi per ogni volto. Ci sono tante altre decorazioni come le grottesche. In tutti questi elementi è Rivolta d'arte 3

4 visibile l'influenza di Leonardo da Vinci, il quale lavora molto sull'espressione del viso; infatti Martino Piazza giunge qui probabilmente con gli schizzi del Maestro (fig. 9). Fig. 1 Fig. 2 Fig. 4 Fig. 3 Fig. 3 Rivolta d'arte 4

5 Fig. 6 Fig. 5 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Rivolta d'arte 5