L uomo e il territorio. Antropizzazione e demografia
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- Lazzaro Giovanni Pisano
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1 L uomo e il territorio Antropizzazione e demografia
2 Che cos è l'antropizzazione? dal Greco ánthrōpos = uomo E il processo mediante il quale l'uomo modifica l'ambiente naturale per renderlo più consono ai propri fini. La colonizzazione umana di territori naturali comporta sempre, o quasi, che vi siano alterazioni dell'ambiente preesistente e perciò si dice, che tale ambiente subisce antropizzazione.
3 Che cos è la demografia? dal Greco dèmos e gràphein = popolazione e scrivere E la scienza che studia quantitativamente i fenomeni che concernono lo stato e il movimento della popolazione. Essa si basa su numerosi indicatori demografici.
4 Qualsiasi intervento umano sul territorio lo rende potenzialmente antropizzato, perché lo modifica in un modo che può ripercuotersi nel campo biologico o spaziale a breve o lungo termine. La geografia, come disciplina, oltre a studiare l ambiente fisico studia i fenomeni antropici e la loro incidenza sull ambiente naturale.
5 Paleolitico e Mesolitico (2,5 milioni di anni fa a.c.) A partire dal paleolitico l homo habilis e le specie successive iniziarono a interagire con l'ambiente, modificandolo in parte Caccia e raccolta Nomadismo
6 Le migrazioni della preistoria
7 ma è l homo sapiens che nel neolitico, con l'invenzione dell'agricoltura, inizia il vero e proprio processo di antropizzazione dell ambiente che è continuato in progressione esponenziale fino a oggi.
8 Le rivoluzioni del Neolitico ( a. C.) Agricoltura Stanzialità Nascita dei villaggi Incremento demografico Nascita delle città
9 Diffusione dell agricoltura in Europa
10 Incremento demografico Per incremento demografico si intende l aumento medio della popolazione in un area e in un intervallo di tempo dati. Il concetto ad esso opposto è decremento demografico, che indica una diminuzione della popolazione rilevata nelle stesse condizioni.
11 Variazioni demografiche Nel corso della storia si sono verificati diversi momenti di crescita demografica o, viceversa, di crisi demografica. Tali incrementi e decrementi possono essere dovuti tanto a fattori strutturali quanto contingenti, o a una combinazione di essi. Si possono verificare anche momenti di stabilità demografica, senza variazioni sensibili.
12 Incremento demografico nel neolitico è dovuto a fattori strutturali; fa registrare aumento della fertilità e, di conseguenza, della natalità e diminuzione della mortalità; si accompagna al fenomeno della concentrazione demografica, dando vita al nascente modello di organizzazione urbana. Urbanizzazione
13 Il sito dei primi insediamenti urbani La Mezzaluna fertile
14
15 La città più antica del mondo: Catal Huyuk Si tratta di una città che è sorta a sud-est di Ankara ed ha subito diversi processi di ricostruzione, partendo dal primo neolitico ( a.c.), ottenendo, come risultato, la formazione di vari strati su una quota altimetrica di 19 metri, di cui i primi dieci sono stati datati usando il metodo del carbonio 14.
16 In un periodo in cui si considerava grande una città composta da una decina di case,catal Huyuc era un area multirazziale abitata da circa 6000 persone.l antica città non aveva strade ed era composta da case ammassate l una sull altra, a scopo difensivo, a cui si accedeva tramite scale a pioli poggiate sui tetti.
17 Le case potevano essere a più piani, avevano poche stanze, presentavano un intelaiatura in legno ed un rivestimento costituito da mattoni, fatti di fango e paglia essiccati. Ciascuna casa poteva ospitare dalle sei alle otto persone (un nucleo familiare), vi era una cucina ed un angolo dove si accendeva il fuoco. Sotto i letti venivano conservate le ossa dei defunti ed erano collocate in relazione ai sessi: le ossa di donne sotto il letto dove dormiva una donna e quelle degli uomini sotto i letti dove giacevano uomini. I defunti venivano sottoposti ad un processo di escarnazione da parte degli avvoltoi, come ci raccontano le pitture parietali, in modo che rimanessero solo le ossa, che venivano poi conservate.
18 Ricostruzione della pianta dell abitato
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20 Principali variazioni demografiche nella storia INCREMENTO Dal a.c. Rivoluzione neolitica 1000 d. C. Rinascita dell anno 1000 Dal XIX sec. d.c. Rivoluzione industriale DECREMENTO XIV sec. d. C. Epidemia di peste STABILITA III X sec. d. C. Recessione economica e invasioni XIV XVIII sec. d. C. Epidemie, carestie, guerre, arretratezza
21 La popolazione mondiale dal 2000 Popolazione mondiale nel 1999: circa 6 miliardi di abitanti; Popolazione mondiale nel 2005: circa 6, 5 miliardi di abitanti; Popolazione mondiale nel 2009: circa 6,75 miliardi di abitanti; Popolazione mondiale oggi: 7 miliardi Popolazione mondiale stimata per il 2025: circa 8 miliardi di abitanti
22 Diagramma di rappresentazione della crescita demografica
23 Distribuzione della crescita demografica La popolazione mondiale a partire dal 2000 e, in previsione, fino al 2025 cresce in media dell 1,3% all anno. Rispetto a questa media i singoli continenti presentano la seguente situazione: Europa Nordamerica Oceania Asia America Latina Decremento 0,1 1% 0,1 1% 1,2% 1,4% Africa 2,3%
24 La transizione demografica L espressione transizione demografica fa riferimento alla serie di mutamenti nell andamento della popolazione che si sono verificati a partire dal XIX secolo, e che possono essere riassunti in tre momenti o fasi:
25 Fasi della transizione FASE A - Elevata natalità - Diminuzione della mortalità - Rapida crescita della popolazione (oltre il 2%) - Aumento dell aspettativa media di vita FASE B - Inizio di diminuzione della natalità - Ulteriore diminuzione della mortalità - Rallentamento della crescita della popolazione (1,5-2%) - Continuo incremento dell aspettativa media di vita FASE C - Ulteriore diminuzione della natalità - Ulteriore diminuzione della mortalità - Ulteriore rallentamento della crescita della popolazione (meno dell 1,5%) - Continuo incremento dell aspettativa media di vita
26 Distribuzione spaziale e temporale delle fasi di transizione Entrano nella FASE A nel XIX sec.: Europa (inizio secolo), Nordamerica (II metà), Oceania (II metà); Entrano nella FASE A nel XX sec.: gli stati orientali e centrali dell Asia, alcuni stati dell America Latina (fine secolo), pochi stati dell Africa (II metà); Stanno entrando oggi nella FASE A: gli stati occidentali dell Asia, alcuni stati dell America Latina e la maggior parte degli stati dell Africa. Oggi si trovano nella FASE C: Europa, Nordamerica, Oceania, e alcuni stati dell Asia orientale.
27 L età media della popolazione La combinazione dei 3 indicatori della transizione demografica (natalità, mortalità e durata media della vita) incide inevitabilmente sull età media della popolazione. Questi ulteriori dati, necessari a un accurata indagine demografica e funzionali alla creazione di modelli di previsione attendibili, possono essere rappresentati nella cosiddetta piramide delle età
28 La piramide delle età
29 Squilibrio demografico Oggi, in conseguenza del disomogeneo ingresso dei diversi paesi nella transizione demografica, si assiste a un forte squilibrio demografico tra paesi ricchi e paesi poveri. Per squilibrio demografico si intende una disomogeneità nei fenomeni di crescita o di distribuzione geografica della popolazione nell ambito di una determinata area presa in considerazione;
30 Il rapporto tra popolazione e territorio SOVRAPPOPOLAZIONE Si verifica quando la popolazione e il suo tasso di crescita sono superiori alla capacità produttiva del territorio (risorse alimentari, energetiche, materie prime, possibilità lavorative, etc.). Le risorse del territorio risultano pertanto insufficienti a garantire il sostentamento e lo sviluppo della popolazione. SOTTOPOPOLAZIONE Si verifica quando la popolazione e il suo tasso di crescita sono sottodimensionati rispetto alle risorse del territorio e agli standard produttivi di una determinata società. La popolazione risulta perciò insufficiente a garantire il mantenimento del modello economico precedente o a favorire lo sviluppo dell area.
31 Rapporto tra popolazione e risorse: possiamo individuare 4 tipologie 1. Aree con scarsa popolazione in rapporto alle risorse naturali ed elevata produttività (es.: Australia, Canada, Siberia, etc.). 2. Aree con alto livello di consumo di risorse, ma con scarse riserve in rapporto alla popolazione (es.: Europa occ., Giappone, etc.) 3. Aree con rapporto favorevole tra risorse e popolazione, ma con basso livello tecnologico (es.: Zaire, Amazzonia, etc.). 4. Aree con rapporto sfavorevole tra risorse e popolazione e con basso livello tecnologico (es.: Etiopia, Ruanda, etc.)
32 Rispetto ai rapporti sopra indicati, la maggior parte della popolazione umana rientra nel 2 o e nel 4 o gruppo, con prevedibili conseguenze sullo sfruttamento delle risorse e dell ambiente, sugli equilibri economicopolitici tra paesi e sui fenomeni migratori
33 Sovrappopolazione e ambiente La maggiore concentrazione demografica determina una pressione crescente sulle risorse naturali e degrado ambientale, particolarmente nell area 4 alla quale appartiene la maggior parte dei paesi del Terzo mondo. Ciò è dovuto essenzialmente a 3 fattori: 1. sfruttamento intensivo delle risorse naturali da parte delle popolazioni indigene per il proprio sostentamento (disboscamento, erosione del suolo, stress idrico, etc.); 2. sfruttamento incontrollato delle risorse naturali da parte dei paesi sviluppati (specie da quelli dell area 2); 3. Scarsa attenzione da parte dei governi locali alla tutela dell ambiente e alla promozione di uno sviluppo sostenibile.
34 Flussi migratori Le variabili sociali della crescita demografica Con l eccezione delle deportazioni di massa, spesso progettate e attuate per calcolo politico da governi autoritari, la motivazione principale che nella storia appare sempre sottesa ai fenomeni migratori, sia a quelli spontanei che a quelli forzati, è il confronto tra le condizioni e le possibilità di vita nel paese d origine e in quello di destinazione.
35 Le migrazioni possono essere: Internazionali: quando comportano lo spostamento da uno stato o da un continente all altro; Interne: quando avvengono all interno di uno stesso stato; Temporanee: quando prevedono una permanenza limitata o comunque a termine (lavoratori stagionali, migrazioni per motivi di studio o per contratti di lavoro a tempo, etc.); Permanenti: quando hanno carattere permanente;
36 Le migrazioni internazionali Le migrazioni internazionali hanno costituito una costante delle dinamiche demografiche nel corso della storia, ma presentano variazioni significative nella direzione e nella portata dei flussi. Possiamo individuare 4 tipi di movimenti migratori: 1. Verso i paesi nuovi (tipico della colonizzazione nell antichità e a seguito delle grandi scoperte geografiche del XVI sec.) 2. Verso i paesi industrializzati (a partire dalla rivoluzione industriale) 3. Verso i paesi liberi (si tratta di migrazioni forzate per sfuggire all oppressione politica o alla persecuzione etnica o religiosa) 4. Verso i paesi ex colonizzatori (si tratta di un flusso inverso rispetto al n.1, costituisce buona parte dell immigrazione contemporanea nei paesi europei ex coloniali)
37 I flussi migratori internazionali nel tempo
38 Le migrazioni interne Tra le diverse tipologie di migrazione interna, quella che ha determinato, a partire dalla metà del XX sec., il fenomeno più diffuso e numericamente più massiccio è la migrazione dalle campagne verso la città. Questo fenomeno prende il nome di urbanesimo
39 Funzioni della città e cause dell urbanesimo Funzione residenziale Funzione produttiva Funzione di servizio Funzione direzionale e amministrativa Altre funzioni La città costituisce un polo di attrazione per diversi motivi: stile e tenore di vita, centralità, maggiori possibilità lavorative, maggiori servizi, migliori collegamenti, vicinanza agli organi amministrativi, desiderio di sfuggire all isolamento, attrattive culturali, etc.
40 La crescita della popolazione urbana
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