GLI STADI NELLA TEORIA DI PIAGET (1)

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1 GLI STADI NELLA TEORIA DI PIAGET (1) Senso - motorio: 0 18/24 mesi intelligenza pratica La percezione sensoriale e l attività motoria scandiscono il periodo senso-motorio; il bambino si concentra su se stesso, sul proprio corpo, sulle azioni; gli stimoli esterni lo aiutano, ma sono vincolati all azione che egli può compiere su di essi Pre operatorio : 18/24 mesi 6/7 anni - dall intelligenza pratica al pensiero Acquisizione del riconoscimento di sé e linguaggio sono funzioni fondamentali di questo stadio. Caratteristiche : l egocentrismo la concentrazione (una cosa alla volta) l irreversibilità il ragionamento primitivo o trasduttivo l identità dell oggetto

2 GLI STADI NELLA TEORIA DI PIAGET (2) Operatorio concreto : 6/7 anni 11/12 anni Nasce la reversibilità del pensiero, che rende il bambino capace di distinguere le connessioni di tipo causale esistenti tra due fenomeni da quelle percettivamente simili, contigue nello spazio o nel tempo; grazie alla reversibilità ora il bambino è in grado compiere operazioni logiche sulla base di esperienze concrete. Acquisizioni fondamentali: Conservazione delle quantità Classificazione: relazione fra classi di diversa complessità Seriazione attraverso la transitività Giudizio morale Strategie mnemoniche Concezione del tempo Causalità

3 GLI STADI NELLA TEORIA DI PIAGET (3) Operatorio formale: oltre gli 11/12 anni intelligenza formale Il bambino comincia ad utilizzare le idee nello stesso modo con cui prima utilizzava gli oggetti. Estende il pensiero dal reale al possibile, con passaggi graduali, nascono l immaginazione, la logica delle proposizioni

4 RAPPORTO PENSIERO LINGUAGGIO PER VYGOTSKY 1 stadio Linguaggio preintellettuale e pensiero preverbale 2 stadio Impiego corrette di forme linguistiche senza però padroneggiarne la funzione logica 3 stadio Operazioni esterne a sostegno di operazioni interne Linguaggio egocentrico 4 stadio Linguaggio interiore; costante l interazione fra operazioni interiori e operazioni esteriori

5 LA CONCETTUALIZZAZIONE SECONDO LA TEORIA DI NELSON Struttura dell evento presenta l informazione particolare e idiosincratica relativa a possibili attori, azioni, luoghi, risultati di azioni, propri di un determinato contesto - Memoria episodica Script o Copione intelaiatura spazio temporale in cui si collocano gli eventi, di cui si enucleano i diversi elementi, che possono essere ricombinati in situazioni nuove - Memoria episodica Categoria strutture generali e liberi dal contesto, relazioni logiche fra concetti,- Memoria semantica

6 CHE COS E IL CONCETTO? COME SI FORMA? Informazione organizzata ( unità dell informazione) che non è immediatamente dipendente dall apparato percettivo e potenzialmente indicabile con un nome. Il concetto non implica nessuna necessaria organizzazione logica come implicito nel termine classe, e non è necessariamente una categoria. I concetti si possono formare sulla base di una singola esperienza con un oggetto o un fatto, se ciò ha una forte valenza previsionale. I concetti esistono nell individuo, non fuori di lui: molte sono le differenze fra individui relativamente a copioni e categorie; devono essere formulati per essere condivisi fra individui e nella società.

7 PERCHE E NECESSARIO CONCETTUALIZZARE? - 1 I concetti permettono di fare previsioni. Ciò è fondamentale per lo sviluppo della comprensione, della conoscenza: più elevata è la previsione, minore è lo sforzo per esaminare la nuova informazione e maggiore l informazione che si può ricavare dal nuovo contesto per il futuro.

8 PERCHE E NECESSARIO CONCETTUALIZZARE? - 2 La previsione è sostenuta dalla stabilizzazione di una serie di caratteristiche percettive ( contorni e configurazioni interne prima del colore e della dimensione) che diventano un codice di riconoscimento. Per la concettualizzazione servono: Copioni: rendono possibile prevedere che cosa può capitare e in che ordine Centri funzionali: che cosa aspettarsi da una data cosa quando la si incontra Caratteristiche percettive: prevedere le funzioni di una cosa prima di sperimentarla

9 QUALI LE MOTIVAZIONI ALLA COSTRUZIONE DEI CONCETTI? Novità, in relazione alle strutture concettuali già possedute. Interesse, difficilmente definibile perché varia in rapporto all età; per i bambini molto piccoli il movimento è un elemento di interesse, può essere interessante ciò che agisce su loro, ciò che è al centro dell interazione con altre persone Importanza: aspetti che rappresentano un utilità in situazioni problema La funzione dell oggetto, o la sua relazione che ne fa un elemento di novità, interesse, importanza, costituisce il significato iniziale del concetto del bambino; nel nocciolo del concetto ci sono alcune delle relazioni possibili, da qui la formazione individuale del concetto.

10 CHE COSA CAMBIA E CHE COSA PERMANE NEL PROCESSO DI FORMAZIONE E SVILUPPO DEI CONCETTI? DA CONCETTI. spontanei, fattuali, contestuali soggettivamente orientati fondati sulla memoria episodica A CONCETTI. liberi dai contesti, categorie condivisi, negoziati fondati sulla memoria semantica Bambino / adulto Il processo di base della formazione dei concetti è il medesimo in tutto lo sviluppo e comporta la costruzione di un nucleo funzionale significante basato sulla relazione fra il nuovo evento e quelli già conosciuti entro un sistema concettuale, con l aggiunta degli attributi definienti che lo distinguono da altri concetti simili mediante un nome. Il processo può avanzare da qualsiasi direzione : nomi, attributi, relazioni

11 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE NEL RAPPORTO PENSIERO / LINGUAGGIO? ETA PRESCOLARE - 1 PRIMO ANNO Alla nascita tutto è nuovo, il primo anno è speso per fare previsioni: genitori, giocattoli, persone, luoghi, sequenze di vita. sono i copioni per i primi concetti dei bambini. Il controllo previsionale è forte in questo periodo; se tutto ciò che circonda il bambino è nuovo, elevato è il suo sforzo cognitivo: quando sequenze di fatti e oggetti si adattano ai copioni in suo possesso, il bambino si libera dalla necessità del controllo costante dei fatti per capire che cosa succede tutto attorno; quando il copione è violato seriamente, il bambino non può più prevedere che cosa possa capitare e ripiomba nel caos; da qui la necessità di esperienze con copioni leggermente diversi rispetto a quelli posseduti..

12 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE NEL RAPPORTO PENSIERO / LINGUAGGIO? ETA PRESCOLARE - 2 A questa età i bambini rivelano queste loro conoscenze non chiamandole per nome, ma manifestandole attraverso l azione. dunque prima di cominciare a parlare i bambini organizzano i concetti sulla base della loro esperienza. La selezione degli attributi di un concetto dipende dalle caratteristiche dell oggetto in sé ma anche della struttura contingente in cui esso si colloca. Queste strutture sono rilevanti per il primo apprendimento del linguaggio.

13 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE? SECONDO ANNO ETÀ PRESCOLARE - 3 Tra i 18 e i 24 mesi, I termini linguistici cominciano a separarsi dalle strutture concettuali, ma i due processi sono indubbiamente interattivi. Quando ha capito che i nomi implicano concetti, il bambino, sentendo un nome nuovo va alla ricerca del concetto corrispondente; verso la fine 2 anno, i bambini cominciano a chiedere il nome di tutto.

14 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE? ETÀ PRESCOLARE - 4 DAI 3 AI 5 ANNI I bambini costruiscono un sistema linguistico non più direttamente iscritto nel sistema concettuale: strutture concettuali e strutture linguistiche interagenti ma semi-indipendenti. Quando il bambino sente un nome nuovo, va a cercare il concetto, attraverso queste modalità: notare, se c è, il referente del nuovo nome accertare la probabile funzione di quel referente assumere questa funzione come centro significante della parola individuare gli aspetti che distinguono il nuovo referente da altri precedentemente contestualizzati e fissarli come attributi definienti verificare queste ipotesi incontrando lo stesso nome un altra volta

15 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE? ETÀ PRESCOLARE - 5 Successivamente i bambini imparano che il nome che essi utilizzano per indicare più oggetti tra loro simili è una categoria, che sussume gli esempi iscritti nei vari script, quando sono in grado di manipolare mentalmente dei simboli e costruire una rete di relazioni specificatamente semantica. Lo sviluppo di questa possibilità dipende essenzialmente dal linguaggio e può svilupparsi concettualmente solo attraverso il linguaggio. Già a 3 anni, però, il bambino raggruppa elementi che appartengono allo stesso contesto spazio-temporale, quindi alcune categorie comuni possono essere derivate da episodiche esperienze concrete. Per i piccoli i concetti categoriali sono derivati dal contesto; per i grandi sono liberi dal contesto.

16 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE? ETÀ PRESCOLARE - 6 CAMBIAMENTI FRA I 5 E GLI 8 ANNI Studi sulla memoria libera mostrano che il bambino prescolare fa scarso uso delle relazioni categoriali fra le parole e in associazioni libere risponde a parole stimolo con appropriati contesti naturali o fraseologici ( rapporti sintagmatici). Il bambino più grande comincia a servirsi delle categorizzazioni e in associazioni libere risponde a parole stimolo con scelte paradigmatiche che di solito riflettono categorie. La memoria episodica è caratteristica di tutte le età, ma i bambini in età prescolare tendono a basarsi su di essa con esclusione di altre forme di organizzazione.

17 QUALI PASSAGGI SIGNIFICATIVI FRA ETA PRESCOLARE ED ETA SCOLARE? ETÀ SCOLARE Nella tarda infanzia gli attributi percettivi si organizzano all interno di un sistema logico di relazioni; da una struttura costruita solo episodicamente a una struttura libera dal contesto. Ricorso alla memoria semantica

18 IMPEGNO PER I CONTESTI EDUCATIVI Il bambino porta nei contesti educativi formali una riserva di concetti ma anche un intelaiatura entro la quale quei concetti possono essere compresi, perché il suo sistema concettuale è funzionale, predittivo e fondato sulle prime esperienze fattuali. Più la realtà dei contesti educativi formali è lontana da quella del bambino, più difficile è costruire sul sistema concettuale già posseduto. In questi contesti si deve dunque spendere più tempo per costruire nuovi copioni che per insegnare nuovi concetti scolastici.

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