Anno III - Numero Domenica 27 luglio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno III - Numero Domenica 27 luglio 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Centrodestra, dialogo tiepido Vignola a pag. 2 Economia La crisi a Sud morde di più Ceccarelli a pag. 3 EDITORIALE DELLA DOMENICA Storia La Grande Guerra: accadde 100 anni fa Moriconi alle pagg. 4 e 5 di Roberto Buonasorte Dopo quello che ha scritto ieri Storace, con la chiarezza che da sempre distingue il suo tratto, in occasione del settimo anniversario dalla nostra nascita, si sono moltiplicate le telefonate dei nostri che da ogni parte d'italia ci chiedono di ripartire, di impegnarsi di nuovo, di non mollare. È gente che non si è mai arresa, nonostante le lusinghe avanzate da tanti amici che, in momenti anche recenti, sedevano su comode poltrone ministeriali, occupavano posti di rilievo nel sottogoverno, dispensavano nomine a non finire. Qualcuno c'è cascato, ma i più ci sono rimasti vicini, ed è con loro che vogliamo ripartire. Ieri abbiamo appreso della lettera che Silvio Berlusconi ha scritto a tutti i leader del centrodestra per rimettere insieme un'area politica che, se stimolata, può tornare ad essere maggioranza nel Paese. Un appello, quello lanciato da Berlusconi, apprezzabile anche se incentrato solo, come sempre, su temi economici e poco attento alle grandi tensioni sociali che stanno devastando questa nostra Italia. Comunque è stata presa l'iniziativa, e in attesa di capire meglio contenuti, strategie, alleanze e programmi, occorre rimettere in moto l'entusiasmo tipico di una forza di destra autenticamente PERCHÉ TESSERARSI Occorre rimettere in moto l'entusiasmo tipico di una forza di destra autenticamente sociale e popolare sociale e popolare. Bisognerà, nelle prossime ore, compilare un dettagliatissimo elenco di dirigenti, rappresentativo di ogni provincia d'italia, disposti a riprendere l'iniziativa, ad impugnare nuovamente una bandiera di destra vera, disposti a lottare per un' Italia più giusta da lasciare ai nostri figli. Storace ha già annunciato che da metà settembre ricomincerà a girare l'italia: per quanto ci riguarda, dobbiamo ripartire, e lo faremo con il tesseramento. Già, la tessera. Il suo costo, così come stabilito, rimarrà simbolicamente di un solo euro. Sarà possibile iscriversi attraverso le tradizionali strutture territoriali, inviando il modulo che può essere scaricato direttamente dal sito del partito oppure con i moderni mezzi messi a disposizione dalle nuove tecnologie come paypal o postepay, oppure con gli sms per i quali stiamo concludendo le doverose convenzioni con i gestori telefonici. Dovremo reiscriverci, e farlo e in tanti. Ai molti che suggeriscono, che dichiarano di volersi impegnare, che sono delusi per l'assenza della destra politica, offriamo uno strumento straordinario: un movimento libero nel quale impegnarsi, in nome di quella sovranità economica e culturale che potrà essere il simbolo della nuova Italia. Libera, forte, di destra. A SESSANT ANNI DALL IMPRESA, ALPINISTI ITALIANI TORNANO IN VETTA AL K2 SOPRA AL MONDO, ANCORA IL TRICOLORE Più bassa dell Everest, ma assai più difficile da scalare. È il K2, la seconda montagna più alta del mondo. Considerata inespugnabile finché 60 anni fa, il 31 luglio del 1954, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli il tricolore a 8611 metri sul livello del mare. Ebbene, ieri sette membri della spedizione K2 60 Years Later ( 60 anni dopo ), ce l hanno fatta, avvistando l imprendibile cresta. Primi ad arrivare sono stati nella notte gli alpinisti pakistani Hassan Jan, Ali Durani, Rahmat Ullah Baig e Ghulam Mehdi, Ali e Muhammad Sadiq e gli sherpa, mentre a fine mattinata, intorno a mezzogiorno, sono giunti anche gli italiani Tamara Lunger e Klaus Gruber. Poco dopo è arrivato in cima anche Michele Cucchi, esordiente a queste quote. L ultimo italiano a unirsi al gruppo è stato l ingegnere bolognese Giuseppe Pompili. ARRIVATI A MILLE I MORTI PALESTINESI. COLPI DI MORTAIO VERSO ISRAELE La fragile tregua di Gaza di Bruno Rossi La pace è fragile come un filo d erba che cerca di nascere tra la polvere e le macerie impastate di sangue a Gaza. Un tocco di speranza che rischia di essere falciato da un momento all altro, da un missile di Hamas o da un tank israeliano. Ieri dodici ore di tregua sono serviti per aggiornare la triste conta dei morti, e si è avuta l amara consapevolezza della dimensione della strage: i morti tra i palestinesi hanno abbondantemente superato quota mille, ma si teme che siano ancora di più, giacché numerosi erano a Gaza coloro che si aggiravano tra le macerie in cerca di familiari che potrebbero, a questo punto, essere dispersi. Una tregua fragile, che però è stata prolungata nel corso del pomeriggio, per 24 ore. La speranza è che sia il prodromo di qualcosa di più solido, che riesca a mettere le radici in quella martoriata terra. Che i falchi smettano di volare, perché là è tempo di colombe. In mezzo al silenzio, sotto lo sguardo dei tank, i palestinesi ieri hanno cercato così di ricominciare a vivere. Nel terrore, certo, nella disperazione per interi palazzi cancellati: ma l importante è che le armi tacciano, perché questa gente non saprebbe proprio dove scappare. Ed emergono storie, in quel silenzio spettrale. Come quella di una giovane donna incinta, investita nella sua abitazione di Ibrahim Sheikh-Al, nel campo profughi di Deir el-balah, è stata investita dall'onda d'urto di due bombe sganciate da aerei da combattimento F-16. Per lei non c è stato niente da fare. Ma i medici palestinesi sono riusciti a far nascere la bimba e a tenerla in vita. Già ieri sera però le sirene sono tornate a suonare in Israele. Quattro colpi di mortaio, sono esplosi nella regione di Eshkol, senza causare feriti né danni. Si è temuto il peggio ma le forze armate israeliane non hanno reagito, ritenendo l attacco l operato di una cellula terroristica isolata che ha agito senza ricevere ordini dal comando centrale di Hamas. Speriamo che la ragionevolezza, finalmente, riprenda il controllo davvero.

2 2 Attualità È ANCORA CLIMA DI GRANDI MANOVRE IN SENO ALL AREA POLITICA CHE VUOLE COSTRUIRE L ALTERNATIVA ALLA SINISTRA Centrodestra, prove tecniche di dialogo L appello di Berlusconi accolto tiepidamente dal Nuovo Centro Destra Alfano: il nodo è la legge elettorale. Storace: il Cav ha teso la mano a chi lo ha tradito di Robert Vignola Un appello a tornare insieme, perché sono convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali. Ieri mattina su Il Giornale Silvio Berlusconi ha fatto trovare questa sorpresa, da discutere con calma e magari sotto l ombrellone, a tutti i suoi potenziali alleati. Un messaggio conciliante. So benissimo che fra noi ci sono delle differenze, anche significative, di linguaggio, di metodo e di contenuti. È naturale che sia così: non siamo lo stesso partito e non immaginiamo di diventarlo. Tuttavia - prosegue - queste differenze non escludono un minimo comun denominatore, che è il nostro tratto distintivo rispetto alla sinistra: la centralità della persona, dell'uomo, del cittadino rispetto allo Stato, la richiesta pressante di uno Stato più leggero e quindi anche più efficiente, che imponga meno tasse e meno burocrazia e garantisca più libertà. E indica un percorso lungo e graduale al termine del quale individuare programmi, liste e leadership. Il Giornale circolava ovviamente tra le mani dei delegati del Nuovo Centro Destra alla prima manifestazione del partito, organizzata ieri a Roma. Evidente segnale del Cav, anche la tempistica del suo appello. E perciò dalla lettera di Silvio alla risposta di Angelino il passo è stato breve. Alfano, parlando dal palco, ha dimostrato di aver apprezzato qualche passaggio, restando comunque fedele alla ragione sociale che lui ha individuato per la sua creatura politica: serve un grande e rinnovato patto per rifondare un centrodestra completamente diverso dal passato, perché il vecchio centrodestra è morto e non esiste più. Poi è andato al cuore della questione: la legge elettorale, l Italicum fatto per soffocarci, la linea filogovernativa ( Renzi sta facendo cose di centro-destra, con lui altri mille giorni e poi ognuno per la sua strada ) chiedendo al premier l abolizione dell articolo 18. Molto? Probabilmente poco. Tanto che anche Francesco Storace, autore di un altro appello (quello di ieri dalla prima pagina de Il Giornale d Italia, particolarmente condiviso dal popolo della destra sui social) ha commentato così: Leggo e rileggo la lettera di Berlusconi. Se fossi uno di quelli che l'hanno tradito, parlerei di mano resa.... Evidentemente anche il leader de La Destra si aspettava di più in termini di dialogo da avviare. Vedremo se questa strana estate sarà feconda di buoni propositi e ancora migliori azioni. LA QUESTIONE DELLE RIFORME CONTINUA AD ESSERE IL DETONATORE DI POLEMICHE INFINITE Grasso si difende, Grillo e Renzi si azzuffano Èancora aria di burrasca sui toni muscolari che il Governo sta attuando, attraverso la sua maggioranza, al Senato. Con due alte cariche dello Stato che hanno dovuto far sentire la propria voce per difendere il proprio operato e due leader di partito che invece non hanno lesinato colpi bassi. Ma andiamo per ordine. Pietro Grasso, sul banco degli imputati per canguri, tagliole e altri arnesi da caccia grossa all opposizione che stanno per essere messi in campo, ha reagito agli attacchi alla sua figura: Lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato. Non è questa l'immagine che la politica, e questa istituzione in particolare, deve dare al Paese. Dopo la reprimenda, la difesa: prima del voto segreto ( Il regolamento non lascia alcun margine di interpretazione. Respingo con forza qualsiasi illazione o sospetto su questa decisione ), poi sulla sequela di accuse che gli arrivano dalle opposizioni. Come presidente ho ben chiaro il mio ruolo di garante sia della maggioranza che delle opposizioni, e continuerò ad operare in tale senso. So bene, per esperienza, che il ruolo del giudice imparziale è tra i più esposti a critiche ma questo non ha mai intaccato in nessun modo la mia terzietà prima e non lo farà neanche ora. Credo che l'importanza di questa riforma non sfugga a nessuno, e che sia dovere di tutti far sì che il confronto sia serio e approfondito ma sui contenuti: non vorrei che si continuassero a sprecare ore e giorni, soprattutto ora che la conferenza dei capigruppo ha deciso a maggioranza un contingentamento dei tempi. Anche Napolitano si è dovuto smarcare, smentendo le voci che volevano il Capo dello Stato impegnato in pressioni, anche telefoniche, su alcuni dei senatori dissidenti di Pd e Forza Italia rispetto al Patto del Nazareno. Caso chiuso? Vedremo. Apertissima è invece la battaglia tra Grillo e Renzi. Con l abituale aplomb che lo contraddistingue, il leader dei 5 Stelle ha accusato il premier, parlando di colpo di stato. E con fare altrettanto istituzionale il capo del Pd e del governo gli ha risposto su twitter: dice Grillo che il nostro è un colpo di stato. Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole!. Controrepliche penta stellate? Certo! A colpi di fotomontaggi di Renzi e Berlusconi come John Belushi e Dan Aykroyd ( The P2 Brothers ) e via turpiloquiando. Il prossimo streaming sarà il caso di trasmetterlo in fascia protetta? R.V. DA CASERTA ANATEMA DEL PONTEFICE CONTRO I DELITTI AMBIENTALI, LA CORRUZIONE E L ILLEGALITÀ Il Papa nell inferno della Terra dei Fuochi di Valter Brogino Rispettare l ambiente e l onestà. Temi già affrontati da Papa Francesco, la cui voce si è levata ieri, però, dalla Terra dei Fuochi. È terribile che una terra così bella venga rovinata da fenomeni come questi, di non rispetto dell'ambiente e di violazione, ha detto il Pontefice davanti alle immagini della "Terra dei fuochi" che gli venivano indicate del sostituto della Segreteria di Stato, Giovanni Angelo Becciu. È stato quest ultimo ad illustrare al Papa il fenomeno, spiegando i termini del problema. Oltre 200 mila fedeli hanno seguito la sua visita pastorale a Caserta davanti alla Reggia, dove il Santo Padre ha celebrato la messa. Dalle 16 sono iniziati gli incontri con il clero locale nella Cappella Palatina del Palazzo Vanvitelliano. Papa Francesco ha compiuto un lungo giro in jeep tra la folla radunata in piazza Carlo III e sul prato della Reggia per la messa con i vescovi della Campania. All'interno della Reggia di Caserta, Papa Francesco ha trovato ad attenderlo il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, con il quale si è intrattenuto brevemente a colloquio. Insieme, poi, sono saliti in ascensore alla Cappella Palatina. Vi ho combinato uno scherzo, vi ho messo in subbuglio, e ho creato scompiglio in questa festa patronale: vi chiedo perdono, ha detto ironicamente Francesco ai 123 preti della diocesi di Caserta che erano lì per incontrarlo. La risposta del vescovo Giovanni D'Alise? Sia benvenuto il "santo scompiglio", e ampie lodi per "la grande apertura e sensibilità" del Pontefice che "subito ha accolto l'invito di trasformare la visita privata che aveva in progetto, rendendola ancora più significativa con questo doppio incontro". In una terra dove la malavita organizzata fa sentire il suo tallone, inevitabile anche un riferimento alla corruzione e alla violenza: ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità, richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell attenzione al povero e all escluso, ha detto alla gente che era accorsa. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Economia NUOVO ALLARME DI CONFINDUSTRIA SULL ECONOMIA ITALIANA Un disastro chiamato Mezzogiorno Rispetto al 2007, PIL in calo oltre 47 miliardi: 32 mila imprese hanno chiuso i battenti di Francesca Ceccarelli Una panoramica da cui il Mezzogiorno non esce di certo vincente: i tratta del "Check Up elaborato da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche (Intesa Sanpaolo). In base all'indice che sintetizza in un solo numero l'analisi dello Stato di salute dell'economia meridionale è sceso ancora, nel 2013, "al di sotto del minimo registrato nel 2009", depresso soprattutto dal dato degli investimenti pubblici e privati: 28 miliardi in meno tra 2007 e 2013, un crollo del 34%. L'associazione guidata da Giorgio Squinzi rilancia dunque un nuovo allarme agli imprenditori del Sud: dal 2007 ad oggi la situazione si è davvero aggravata. E l ultimo appello: 47,7 miliardi di Pil bruciati, quasi 32mila imprese in meno, oltre 600mila posti di lavoro persi, 114mila persone in cassa integrazione, quasi due giovani su tre disoccupati. Nel 2013 è stato toccato "il punto più basso" di una lunga crisi, ed "i primi mesi del 2014 confermano purtroppo questa tendenza negativa". Anche se non mancano "timidi segnali di vitalità" che sono ora da sostenere, da "amplificare": serve - è il pressing degli industriali - "un robusto intervento" su due linee: riforme istituzionali e strutturali (dal fisco a energia, semplificazione, tempi di pagamento della P.a.) ed "una politica economica chiaramente orientata allo sviluppo". Paradossale" il calo registrato negli investimenti pubblici (5 miliardi in meno tra 2009 e 2013, con un arretramento ai valori del 1996), in una area dove al contrario serve "una azione pubblica decisamente anticiclica, ora non si possono più fare passi falsi, a partire dalla "partita decisiva" delle risorse per la coesione europee e nazionali: vanno impiegate in modo "pieno ed efficace", così si potrebbero "mobilitare per il Mezzogiorno oltre 14 miliardi di euro l'anno per i prossimi 9 anni". FOCUS DELLA CGIA Colf e estetiste I mestieri senza crisi La crisi colpisce ogni giorno ogni comparto della nostra economia, ma c è qualche mestiere che riesce a sopravvivere ai colpi inferti da tasse e spread. E così secondo uno studio della Cgia di Mestre che registra come tra il 2008 e il 2013 sono aumentate del 71% le richieste di estetisti, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri, pony express: questi dunque i lavori evergreen. Il piatto piange invece per i ragionieri, lavoro più falcidiato con un meno 40%, a fronte di una diminuzione di oltre 441 mila unità. Non se la passano bene neppure gli amministratori delle piccole imprese, i muratori, i carpentieri, i ponteggiatori, i falegnami, sono le professioni che hanno registrato le contrazioni occupazionali più preoccupanti. Dunque l unico trend positivo è quello degli estetisti, parrucchieri, colf e badanti per i quali è stato registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). Seguono i camerieri, con un incremento di posti di lavoro pari a poco più di (+31,5%) e i magazzinieri e i pony express, con oltre occupati in più (+43,2%). APPELLO DI AGRINSIEME AL GOVERNO Crisi: addio alla frutta in tavola "A rischio 10 milioni di giornate di lavoro e oltre addetti Gli italiani costretti a tagliare le spese quotidiane e farne le spese, giorno dopo giorno, diversi comparti come quello agroalimentare. Ecco perciò giustificato il nuovo grido d'allarme di Agrinsieme: Un chilo di frutta estiva viene pagato al produttore dai 15 ai 20 centesimi, molto al di sotto dei costi di produzione. "Dopo l intervento del ministro Maurizio Martina nei confronti del Commissario all agricoltura Dacian Ciolos e le prese di posizione di Paolo De Castro, è indispensabile ora che gli uffici della Commissione Europea siano solleciti ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva". Quello che l associazione chiede al Governo è di attivarsi per intervenire sulla Commissione Europea con urgenza. Sono infatti ormai settimane che il comparto vive una forte crisi della frutta dovuta alla contemporanea maturazione nei principali paesi produttori delle stesse tipologie di prodotti. Ciò comporta un crollo dei prezzi alla produzione. Le cifre? Ad oggi un chilo di frutta estiva, per coloro che hanno la possibilità di raccogliere il prodotto, viene pagato al produttore dai 15 ai 20 centesimi di euro, molto al di sotto dei costi di produzione. Una crisi dei prezzi non solo legata alle condizioni climatiche negative, ma anche la concorrenza di paesi esteri che importando in Italia prodotti sottocosto creano danni alle imprese agricole e a tutti i lavoratori impiegati. Sono infatti oltre le persone occupate per attività diretta nella frutta estiva, senza considerare l indotto. Per la crisi della frutta estiva risultano oggi a rischio almeno 10 milioni di giornate di lavoro. "La forte deperibilità dei prodotti estivi, la limitata possibilità di stoccaggio e i picchi produttivi ben definiti - nota Agrinsieme - richiedono infatti la massima tempestività ed urgenza in termini di tempo e volumi di ritiro". "I produttori e le cooperative di Italia, Francia e Spagna stanno sollecitando i funzionari comunitari per avere in tempi celeri la procedura di intervento Se i tempi burocratici impediranno l attivazione delle misure già previste in sede comunitaria e per le quali esistono già risorse stanziate che l Europa deve solo destinare all Italia, non si potrà far finta di nulla. Ci saranno precise responsabilità". Proprio per manifestare questa condizione di forte disagio Agrinsieme annuncia che gli operatori del settore, imprenditori e lavoratori, saranno presenti a Roma mercoledì 30 luglio, per portare avanti un opera di sensibilizzazione pubblica attraverso la distribuzione di frutta: un modo per dare segnale tangibile al governo italiano che perori la causa in sede europea. ANCORA SUCCESSI PER IL MAGNATE DEI SOCIAL NETWORK Facebook, boom della pubblicità sul mobile Utili in positivo con un aumento del 60% delle entrate Ormai è una conferma nel settore, Facebook non conosce rivali e lo dimostrano i conti stratosferici mostrati negli ultimi report. Zuckerberg è senza dubbio il re dei social network, con le entrate dell azienda aumentate del 61% nel secondo trimestre, a 2,91 miliardi di dollari, più dei 2,8 miliardi previsti. Una forte crescita giustificata dalla grande operazione di raccolta pubblicitaria online soprattutto attraverso i gadget mobili, smartphone e tablet. E i profitti sono arrivati a 791 milioni, raddoppiando rispetto ai 333 milioni dell'anno scorso. Pari a 42 centesimi per azione, hanno a loro volta battuto nettamente attese della vigilia ferme a 32 centesimi. Nel dopo mercato il titolo, grazie ai risultati, si è spinto verso nuovi massimi storici oltre i 74 dollari, in rialzo del 4% dopo aver già guadagnato il 3% durante la seduta del Nasdaq. Il precedente massimo lo aveva stabilito l'11 marzo a 72,59 dollari. Numerosi analisti hanno adottato target ancora superiori per le azioni del social network, tra gli 80 e gli 85 dollari. Abbiamo avuto un buon trimestre : laconico il commento dell amministratore delegato e fondatore Mark Zuckerberg. Quella legata al mobile è la cifra del bilancio che va messa in maggior evidenza, il 61% del totale, salendo dal 59% dei tre mesi immediatamente precedenti. E proprio questo il punto considerato focale nella crescita futura visto il crescente accesso a Internet dei consumatori utilizzando tecnologie mobili. Nell'insieme la raccolta pubblicitaria del gruppo è stata pari a 2,68 miliardi negli ultimi tre mesi, un incremento del 67%, con le inserzioni mobili cresciute al passo del 30 per cento. La società controlla una quota del 5,8% della pubblicità digitale a livello globale, rispetto al 4,1% alla fine del Il mercato dovrebbe lievitare da 120 a 140 miliardi di dollari quest'anno. Il prossimo concorrente da superare è rimasto ormai soltanto Google: per questo Facebook ha ormai da tempo iniziato a sviluppare pubblicità video. Ad oggi il gruppo registra 1,32 miliardi di utenti attivi al mese, in aumento dagli 1,28 miliardi del primo trimestre del 2014; solo quelli mobili sono lievitati dal 40% nell'ultimo anno a una media quotidiana in giugno di 650 milioni. Una società che non si accontenta di grandi risultati ma desidera raggiungere fette di mercato sempre più ampie come dimostrano le ultime operazioni effettuate nei mesi scorsi: il social network ha acquisito il gruppo di messaggeria istantanea WhatsApp per 19 miliardi e la società di virtual reality Oculus VR.

4 4 Storia L'ATTENTATO DI SARAJEVO È SOLO LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO: GLI EQUILIBRI IN EUROPA ERANO GIÀ MOLTO FRAGILI di Emma Moriconi Nove milioni di morti tra soldati, marinai ed aviatori. Sette milioni di morti a causa delle occupazioni, dei bombardamenti, degli stenti, delle malattie. Sono sedici milioni di morti, che significa sedici milioni di vite spezzate, sedici milioni di singole sofferenze, vedove, orfani, famiglie distrutte. Sedici milioni di storie, ciascuna delle quali ha il suo valore, la sua intensità, che si perdono nella miriade delle globalità, ma che sono sedici milioni di singoli sogni infranti, di speranze falciate. Gente che muore, sedici milioni di volte. E ancora, venti milioni di feriti e mutilati, tra militari e civili. In tutto trentasei milioni di tragedie. Non sono solo numeri, sono storie, vite, respiri. Sedici milioni di occhi chiusi per sempre, di cuori che hanno smesso di battere, sedici milioni di tombe, di letti lasciati vuoti, sedici milioni di croci su un cumulo di terra o su una lastra di marmo. È il raccapricciante bilancio della Grande Guerra, uno dei conflitti più sanguinosi che la storia dell'uomo ricordi. La prima guerra mondiale ha origini convulse e complesse e l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando del 28 giugno 1914 è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso, il fattore scatenante in un clima internazionale estremamente teso e fatto di intrecci complicati e di vecchi rancori. Non occorre, in questa sede, fare un resoconto dettagliato di come si presenta lo scacchiere internazionale prima dello scoppio della Grande Guerra, tuttavia in questa prima puntata del lungo speciale che ci accompagnerà fino al novembre 2018 ed oltre, e nel quale rivivremo con i nostri lettori le tappe essenziali del conflitto, occorre fare qualche premessa, seppure per grandi linee e sorvolando, necessariamente, su molti aspetti che pure hanno un interesse storico notevole, ma che sono facilmente rinvenibili nell'immensa mole di volumi che nel corso degli ultimi cento anni hanno raccontato i fatti. Dunque, tralasciando gli odi atavici che pure costituirono un elemento di rilievo, bisogna Cento anni fa Ecco, in grandi linee, come si presenta lo scacchiere internazionale alla vigilia della Grande Guerra Il kaiser Guglielmo II L imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe quantomeno risalire all'11 maggio 1871, quando Otto von Bismark firma l'accordo con cui l'alsazia e gran parte della Lorena vengono cedute alla Germania. Per la Francia è una ferita che rimane aperta. Nel frattempo la Germania pensa di aver iniziato sin troppo tardi a nutrire mire espansionistiche e guarda con interesse alle province polacche occidentali dell'impero zarista. La mira è quella di arrivare alla Polonia centrale, alla Lituania, alla costa baltica. La Russia di Nicola II si atteggia a protettrice della Serbia, che nutre il sogno di ampliare i suoi confini e giungere al mare, e delle popolazioni slave che mal digeriscono il governo dell'impero austro-ungarico. Le spinte autonomiste in Austria-Ungheria si fanno nel frattempo sempre più forti e Francesco Giuseppe è concentrato a mantenere intatti i suoi domini. La Gran Bretagna, dal canto suo, vede con malumore l'espansione germanica e sta all'erta su ogni movimento tedesco. Lo scacchiere europeo vede così, all'inizio del Novecento, schierate da una parte l'austria-ungheria e la Germania (legate sin dal insieme all'italia - dalla Triplice Alleanza), dall'altra l'inghilterra e la Francia, che nel 1904 stipulano l'entente Cordiale (Cordiale Intesa) per risolvere le dispute su Egitto e Marocco. Nel 1907, inoltre, Gran Bretagna e Russia firmano un accordo per dirimere le questioni relative ai territori della Persia e dell'afghanistan. La Russia che, come dicevamo, ha a cuore i destini dei serbi e delle minoranze slave, non esita a porsi idealmente contro l'impero austro-ungarico. Il passo verso la Triplice Intesa, che vede dalla stessa parte della barricata Gran Bretagna, Francia e Russia, è dunque breve. Questo stato di cose fa sì che gli imperi centrali, cioè l'austro-ungarico di Francesco Giuseppe e il germanico del kaiser Guglielmo II, si sentano accerchiati. Nel 1908 l'austria si annette così la Bosnia-Erzegovina, ex provincia turca, contravvenendo in tal modo al Trattato di Berlino stipulato nel Del Trattato è firmataria anche la Gran Bretagna, che se ne sente dunque garante. Ciò che Francesco Giuseppe teme è che la Serbia possa assumere la guida dell'unificazione slava. La Germania, nel 1912, vara una legge che aumenta di 15mila uomini la sua forza navale: Ministro della Marina britannico è Winston Churchill. Presto anche la Russia potenzierà la sua flotta nel Baltico, suscitando il comprensibile plauso dell'inghilterra. Le guerre balcaniche sono il preludio alla Grande Guerra: nel 1912 la Serbia riporta una vittoria schiacciante sulla Turchia, suscitando l'allarme tedesco e austro-ungarico. La Germania un anno dopo aumenta le unità del suo esercito che da 544mila diventano 661mila. Un anno dopo la Serbia - che nel frattempo per varie vicende è rimasta senza sbocchi al mare - occupa l'albania. Il 18 ottobre 1913 il governo austriaco manda a Belgrado un ultimatum: evacuare l'albania entro otto giorni. La Serbia cede. Mancano solo nove mesi allo scoppio della Grande Guerra, e il clima si fa sempre più teso. Le vicende sinora riepilogate sono solo le più eclatanti di un periodo estremamente convulso e difficile. Il lettore che abbia voglia di approfondire i meccanismi appena sommariamente descritti non troverà alcuna difficoltà a reperire il relativo materiale. In questa sede ciò che è stato esposto può essere considerato comunque sufficiente - sebbene estremamente incompleto - per avere una panoramica generale sugli equilibri presenti in Europa quando lo studente diciannovenne Gavrilo Princip esplode due colpi contro l'arciduca austriaco e segna, così, il punto di non ritorno. È il tema della prossima puntata di questo speciale dedicato ad uno dei conflitti più sanguinosi della storia d'italia e dell'umanità tutta. emoriconi@ilgornaleditalia.org A PARIGI IL SIMBOLO DELL'ALSAZIA LORENA FU LISTATO A LUTTO IN RICORDO DELLA PERDITA DELLE DUE PROVINCE La statua di Strasburgo e il suo drappo nero La voglia di rivalsa dei francesi, covata a lungo sotto la cenere, esplose nel Primo conflitto mondiale di Cristina Di Giorgi Strasburgo è la capitale dell'alsazia Lorena, una regione nota per essere stata al centro di una storica e sanguinosa contesa tra la Germania e la Francia, che ne rivendicavano entrambe il possesso. Una zona insomma che, come tutti i territori di frontiera, ha subito una lunga serie di invasioni e cambi di sovranità. All'inizio del XVII secolo l'area faceva parte dei territori del Sacro Romano Impero germanico ma in seguito, sotto il regno di Luigi XIV, la Francia riuscì a riannetterla ai suoi possedimenti. Il predominio di Parigi durò però poco più di cento anni: in seguito alla sconfitta subita da Napoleone III nella seconda guerra franco prussiana infatti, la regione passò nuovamente sotto il controllo tedesco. Era l'11 maggio 1871 quando venne sottoscritto il trattato di Francoforte che sanciva il nuovo cambio di sovranità dell'alsazia Lorena. Una data che lasciò nei francesi una sensazione di perdita talmente forte da indurli a coprire con un drappo nero la statua che, in Place de la Concorde a Parigi, rappresenta la città di Strasburgo. Lutto, profonda vergogna per la sconfitta subita, ma anche antagonismo e risentimento nei confronti di un nemico storico con il quale la contesa era ben lungi dall'essere chiusa. Sensazioni covate insieme a sogni di rivincita mai sopiti, sussurrati appena ma tenuti sempre vivi, nel rispetto del monito del patriota Leon Gambetta (combattente nella guerra contro la Prussia ed in seguito politico di rilievo) che suggeriva di pensarci sempre, parlarne mai. Ed effettivamente i francesi alimentarono silenziosamente questo loro profondo senso di perdita, rimuginando e borbottando. E pensando a quel drappo nero che celava alla vista la statua della città di Strasburgo scrive Martin Gilbert nella sua Storia della Prima guerra mondiale perenne memento della perdita delle due province orientali. Sulla guida di Baedeker di Parigi, pubblicata a Lipsia nel ricorda ancora lo storico il monumento era descritto come costantemente avvolto in gramaglie (vesti da lutto) e ricoperto di corone funebri. Memoria e rancore dunque, che sarebbero esplose in tutta la loro potenza nella Grande Guerra. Sensazioni per le quali i francesi avrebbero trovato sollievo, anche se parziale dato il periodo drammatico che tutta l'europa stava attraversando, soltanto il 14 luglio del 1919, quando migliaia di persone (tra civili e militari) per celebrare la firma dell'armistizio e la fine del primo conflitto mondiale, marciarono per le strade della capitale fino a Place de la Concorde. E spogliarono finalmente la statua di Strasburgo del drappo nero che l'aveva ricoperta per quasi cinquant'anni. Alla luce di questo glorioso mattino disse in quell'occasione l'allora Presidente della Repubblica francese Raymond Poincaré le tracce del doloroso passato sono state rimosse per sempre.

5 5 Domenica 27 luglio 2014 Storia MENTRE IN EUROPA SI COMPONE IL SANGUINOSO QUADRO CHE PORTERÀ AL CONFLITTO, IN ITALIA SI AFFERMA IL GIOVANE MUSSOLINI Il Condottiero della Rivoluzione Sociale Il Congresso socialista, la direzione dell Avanti! - Le elezioni politiche e la Settimana Rossa di Emma Moriconi entre in Europa gli equilibri stanno per crollare e si sta facendo avanti, minaccioso, lo spettro di una guerra di proporzioni colossali, il figlio del fabbro di Dovia ha appena ventinove anni. Nel luglio del 1912 c'era stato il Congresso di Reggio Emilia, e Benito Mussolini si era posto alla testa della fazione intransigente del partito socialista e aveva chiesto l'espulsione di Bissolati, Bonomi e Cabrini "per gravissima offesa allo spirito della dottrina e della tradizione socialista" e di Podrecca "per i suoi atteggiamenti nazionalisti e guerrafondai". La scintilla era stata l'attentato a Vittorio Emanuele III del 14 marzo precedente, che aveva provocato un'attestazione di solidarietà alla famiglia reale dei deputati socialisti Leonida Bissolati, Ivanoe Bonomi e Angiolo Cabrini. "Uno solo - aveva detto Mussolini - era il dovere dei socialisti, dopo l'attentato del 14 marzo: tacere. Considerare cioè il fatto come un infortunio del mestiere dei re. Perché commuoversi e piangere per il re, solo per il re? Perché questa sensibilità isterica, eccessiva, quando si tratta di teste incoronate? Chi è il re? È il cittadino inutile per definizione". Gli applausi lo avevano investito come un fiume in piena e gli espulsi avevano dovuto arrangiarsi a fondare il Partito Socialista Rifor- M mista. Turati, Treves, Prampolini e Modigliani erano rimasti fuori dalla direzione e Treves aveva dovuto cedere la direzione dell'avanti! a Bacci. Il Corriere della Sera aveva parlato di quel "Mussolini, magro, aspro, che parla a scatti, con sincerità" e che "piace al Congresso, il quale sente di avere in lui un interprete dei suoi sentimenti". Il Giornale d'italia lo aveva ritratto come il "capo degli intransigentissimi" e il settimanale "Proletario" di New York aveva parlato di "rivoluzionarismo completo e barricadiero di Benito Mussolini", mentre La Folla aveva scritto : "Benito Mussolini è un cerebrale del socialismo rivolu- zionario. Egli è un temperamento. Lo stile è suo. Scrive come vuole. Vi dà della prosa commossa, indignata, furiosa, tempestosa, in lotta con tutto il mondo. Non conosce deviazioni. È tutto di bronzo". Prima della fine del 1912, Benito Mussolini era diventato il nuovo direttore dell'avanti! "Ora indimenticabile di schietto, prorompente entusiasmo - aveva scritto La Lotta di Classe - Ora profondamente significativa per questa Romagna Rossa che senza jattanze, ma senza debolezze, ha espresso dalla propria terra ferace, dal senso della fiammante coscienza socialista, il nuovo direttore dell'avanti!". In Francia Giorgio Sorel aveva profetizzato: "Il nuovo direttore dell'avanti! non è un socialista ordinario. Credetemi: voi lo vedrete, un giorno, alla testa di un battaglione sacro, salutare con la spada la bandiera italiana. È un italiano del XV secolo, un condottiero, l'unico uomo energico, capace di riparare le debolezze del Governo". Mussolini si era così trasferito a Milano insieme a Rachele, alla piccola Edda e alla suocera. Vice redattore capo dell'avanti!, la "brutta" ma "magnetica" (come la definì Margherita Sarfatti) Angelica Balabanoff. Il passaggio dalle 28mila copie alle 100mila, per il quotidiano, è rapidissimo. Ma il gio- vane Mussolini, vulcano in perenne eruzione, non si era accontentato e aveva dato vita a Utopia, una rivista che doveva essere il luogo in cui il pensiero del futuro Duce doveva riversarsi, libero e furente. Mentre in Europa le mosse degli Stati sulla scacchiera si vanno complicando, dunque alla fine del 1913, in Italia inizia la campagna elettorale e Benito Mussolini si candida per il Collegio di Forlì, riportando una sonora sconfitta che non lo piega di un millimetro. "Noi vogliamo fare la storia, non subirla - dice - Noi vogliamo incidere sulle istituzioni e sugli uomini che ci circondano il segno profondo della nostra volontà. Al lavoro, compagni! La strada è aspra e la meta è lontana". Quando la guerra sta per affacciarsi nei destini degli Stati europei, l'animo di Mussolini è spinto dalla Rivoluzione Sociale, quella a cui consacra la sua giovinezza. Il 1 giugno 1914 inizia lo sciopero generale di solidarietà con gli zolfatari. È la prima scintilla della rivolta che il 9 dello stesso mese si scatenerà ovunque dando il via alla Settimana Rossa. Di lì a pochi giorni uno studente serbo costituirà l'alibi dello scoppio della Grande Guerra. Le foto sono gentilmente concesse dall organizzazione della mostra Il Giovane Mussolini Predappio (FC) emoriconi@ilgornaleditalia.org

6 6 Esteri L ABBATTIMENTO DEL BOEING DELLA MALAYSIA HA AVVIATO L ENNESIMA SPIRALE DI TENSIONE DIPLOMATICA Si scrive sanzioni, si legge Ttip Le misure adottate nei confronti della finanza russa danneggiano l Europa e le sue imprese nel settore energetico, industriale e militare. E a giovarsene saranno gli Usa, in attesa della firma sul patto transatlantico di Giuliano Castellino Mentre a Bruxelles i rappresentanti permanenti dei 28 Paesi dell'unione europea continuano a discutere di ulteriori sanzioni alla Russia, sembrano aver fatto effetto le "strigliate" atlantiche al nostro ministro degli Esteri Federica Mogherini che, diversamente dalle prese di posizioni dei giorni scorsi che le sono costate la poltrona di "ministra europea", ha prospettato nuove restrizioni nei confronti di Mosca. In visita a Sarajevo, la Mogherini ha annunciato che "l'italia, presidente di turno dell'unione europea, ha proposto un pacchetto aggiuntivo contro la Russia. L'Italia insiste perché le sanzioni vengano estese, per avere un pacchetto che includa misure aggiuntive contro cittadini e aziende russi". Tra le decisioni già prese a Bruxelles c'è l'estensione delle sanzioni del congelamento dei beni a 15 persone e 18 "entità" (nove imprese e nove istituzioni) russe o filo-russe. Per gli individui è previsto anche il divieto di viaggio. Finora erano stati colpiti 72 individui e due società. Il totale delle persone sale quindi a 87 individui e quello delle "entità" a 28. Per queste sanzioni vale ancora la "base legale" approvata venerdì scorso dalla Ue, prima dell'ampliamento deciso dal Consiglio esteri di martedì scorso. E per continuare il lavoro sulla proposta avanzata dalla Commissione europea proprio sulla base di quel mandato (la cosiddetta fase 3) la riunione dei rappresentanti permanenti è stata riconvocata per questi giorni. Comunque, le dichiarazioni della Mogherini sembrano smentire il fronte dei paesi Ue che non la vogliono come Alto rappresentante per la Politica estera europea perché considerata troppo vicina al presidente russo Putin, come emerso nell'ultimo vertice europeo. Anche se questo cambio di bandiera potrebbe far rivedere la posizione di Bruxelles. E mentre gli Usa e la Troika pensano a come boicottare la Russia, è la Nato-Ucraina ad andare a rotoli. E infatti ormai è crisi politica a Kiev. Dopo che il premier Arseni Yatseniuk ha rassegnato le dimissioni, a seguito della scelta dei partiti nazionalisti Udar, dell'ex campione di boxe Vitaly Klitschko, e Svoboda di uscire dall'alleanza "Scelta europea", la caduta del governo sembra dietro l'angolo. Questo sviluppo apre la via allo scioglimento della Rada (il Parlamento) e alla convocazione di elezioni legislative anticipate, che probabilmente si terranno a settembre. Aggiungendo caos a caos. Lo scorso maggio si erano svolte le elezioni presidenziali che hanno portato alla massima carica dello Stato Petro Poroshenko, ma il Parlamento è rimasto lo stesso che appoggiava l'ex presidente filorusso Victor Yanukovich. I due partiti nazionalisti sperano, con nuove elezioni, di allontanare dal Parlamento quelli che considerano "agenti di Mosca". Ora l'assemblea ha 30 giorni per cercare di formare una nuova coalizione di governo. Intanto l'esecutivo ha messo al bando il Partito Comunista, accusato di aver sostenuto le milizie ribelli nell'est del Paese. Per quanto riguarda invece la vicenda dell aereo della Malaysia abbattuto, altre salme sono volate verso l'olanda, mentre in Gran Bretagna è in corso l'analisi delle scatole nere. Gli esperti britannici hanno completato il recupero dei dati contenuti in uno dei due dispositivi e stanno procedendo con la raccolta delle informazioni contenute nel secondo. Al momento sono state "estratte" le registrazioni dell'interno della cabina di pilotaggio, mentre si procede con il recupero dei dati relativi alle operazioni di volo. Il compito è stato affidato agli esperti britannici della Air Accidents Investigation Branch (Aaib), che ha il suo quartier generale a Farnborough, dalle autorità olandesi che guidano l'inchiesta internazionale e alle quali verranno quindi consegnate le informazioni recuperate per procedere poi con l'analisi. Nel mentre continua lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sulle responsabilità del disastro. Secondo il governo ucraino i missili sono partiti dal territorio russo. Immediata la replica di Mosca che ha respinto come "ridicole" e "fantasiose" le accuse mosse da Kiev. Si combatte inoltre nelle immediate vicinanze del sito dove si è schiantato il volo, malgrado il cessate il fuoco annunciato sia dalle truppe governative che dai miliziani filorussi. Proprio nella regione del Donetsk è stato rapito dai separatisti un giornalista ucraino che collabora con la Cnn. Il sequestro è avvenuto quattro giorni fa, ma la notizia non era stata diffusa per consentire le trattative per il rilascio. DI NUOVO SCONTRI TRA LE MILIZIE IN LIBIA Tripoli è nel caos, gli americani si ritirano A causa della gravità della situazione gli Stati Uniti evacuano l'ambasciata di Francesca Ceccarelli Tripoli è di nuovo piombata nel caos: sempre più serrati gli scontri tra le milizie di Zintan e quelle di Misurata gli americani. E gli americani di base in Libano hanno deciso di evacuare l'ambasciata, via terra perché l'aereoporto è chiuso, ormai da due settimane, per la battaglie accentuatesi con il lancio di missili Grad intorno al compound Usa. Stop quindi alla missione americana in Libia, cominciata con il bombardamento di Gheddafi nel 2011 voluto dar francesi e britannici: un escalation di violenza che portò all'attacco al consolato americano di Bengasi con l'uccisione dell'ambasciatore Chris Stevens. Una decisione che non solo sottolinea la situazione di instabilità all interno della Libia, ma anche il chiaro fallimenti della politica estera americana sulla Sponda Sud. Resta in Libano l'ambasciatore italiano Giuseppe Buccino Grimaldi. Se la caduta del dittatore doveva dare il via a un periodo di transizione verso la democrazia o il pluralismo, in realtà si è rivelato un esplodere di violenza e anarchia con un frammentazione tra clan e tribù che ha spaccato il Paese dividendo la Tripolitania dalla Cirenaica. Mentre si segnala l'ascesa di potentati locali e di città-stato come Misurata e Zintan in lotta ferocemente tra loro, la popolazione è messa alle strette per la mancanza non solo di aiuti ma anche di benzina ed elettricità, di cui la Libia è uno dei maggiori fornitori per l Italia. Gli ex ribelli di Zintan controllano lo scalo di Tripoli così come diversi siti militari e civili del Sud della capitale: sono accusati dai loro rivali, i Misurata, di avere fra le loro fila ex combattenti e ex ufficiali dell'esercito. Secondo alcuni analisti libici non si tratterebbe di un semplice conflitto tra "rivoluzionari" e uomini "dell'ancien regime" ma di un confronto per il controllo dell'influenza tra correnti politiche dopo l'annuncio dei risultati delle legislative del 25 giugno scorso. Il mondo arabo è al collasso: dalla Siria all Iraq, si sta vivendo una vera fase di cambiamento. Ad oggi la Libia è uno stato semifallito dopo il fallimento della missione delle Nazioni Unite che non è stata incapace nè di controllare i confini via terra né di dare supporto militare. La terra di nessuno: Tripoli è diventato un territorio brado dove è possibile organizzare un colpo di stato solo con l ausilio di potenze esterne in grado di appoggiare economicamente le milizie coinvolte. Altro fallimento è registrato sul piano europeo: nemmeno l'unione ha saputo dare stabilità al paese o creare un'azione comune e coordinata per tenere sotto controllo le migliaia di profughi, vittime dei trafficanti, in arrivo sulle coste italiane.

7 7 Da Roma e dal Lazio RISVEGLIO CHOC NEL CUORE DI ROMA Scoppia tubatura, voragine in via Trionfale GRIDO D ALLARME DEL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA Col tariffone Marino affossa le famiglie Colpite soprattutto le fasce che utilizzano i servizi pubblici. Emma Ciccarelli: così si allungheranno le file di chi è costretto ad andare alla Caritas per mangiare Scena da film apocalittico nel cuore di Roma Capitale, d Italia e di disagi. A seguito del maltempo che sta imperversando anche sulla Città Eterna, dal nulla si è aperta una voragine in via Ruggero Di Lauria, nei pressi di piazzale degli Eroi e del mercato Trionfale, a causa della rottura di una tubatura dell acqua che ha causato l allagamento di tutta la strada e di alcune vie limitrofe. A destare preoccupazione una vettura parcheggiata lungo la via che e finita nel grosso buco che si e aperto nel manto stradale. L allarme e scattato durante la notte di venerdì, facendo intervenire sul posto i Vigili del Fuoco e i tecnici dell Acea. Chiuse al traffico, oltre a via Ruggero di Lauria, anche alcune delle vie limitrofe, tra cui via Andrea Doria, via Candia, via Vittor Pisani, tra via Candia e piazza Santa Maria delle Grazie, e via Francesco Caracciolo, tra via Tunisi e via Vittor Pisani. Un evento che a Roma non è una novità: solo nel mese di luglio due i casi analoghi. Il 14 luglio si erano formate voragini, allagamenti e smottamenti dovuti a rotture di tubature nel sottosuolo nella zona di via Cardinale Mastrangelo, in zona Aurelia e via Francesco Negri, in zona Ostiense. E ancora il primo luglio era stata la volta del quartiere Pigneto dove 450 famiglie erano rimaste senz'acqua dopo l ennesima rottura di una tubatura. Che il bilancio avrebbe portato una valanga di tasse, ne erano certi tutti. Ma che ad essere colpite siano state soprattutto le famiglie, è una sorpresa che le associazioni familiari hanno appreso con l amaro. Ad ammetterlo è Emma Ciccarelli, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, che la vede davvero dura. A suo avviso i provvedimenti presi dalla Assemblea capitolina con la delibera sul tariffone sono un vero e proprio schiaffo a tutte le famiglie romane che usufruiscono dei servizi pubblici. E già, perché la delibera sul tariffone porterà incrementi sensibili sui servizi alla persona, asili nido, cimiteri, trasporto scolastico e permessi ztl ai residenti che non possiamo tollerare. Quotidianamente giungono alla nostra segreteria segnalazioni di povertà familiari che vanno sempre di più a riempire le mense della Caritas e i centri delle nostre associazioni per i servizi alla persona, chiarisce la Ciccarelli. Che non può esimersi, a questo punto, da una severa critica nei confronti delle politiche sociali del Campidoglio. Abbiamo a che fare con una Assemblea capitolina a che a parole si dice vicina ai cittadini e alle fasce più deboli e che vuole essere una città dei bambini e delle bambine, ma che nei fatti è miope e molto attenta a difendere i propri seggi in Campidoglio. Non si rende conto che sta facendo di tutto per scoraggiare la natalità e per disincentivare l uso dei servizi pubblici oltre che aumentare la povertà delle famiglie ha commentato la Presidente. Le nostre associazioni oramai non riescono neanche più a chiudere per le vacanze tante sono le richieste di aiuto. Ci rammarichiamo del fatto che tutta l Assemblea capitolina abbia sostenuto e votato questa delibera e non provveda a favorire adeguate politiche di incentivi alla natalità, né a dare segnali in tal senso. Ed ha poi continuato: E nei periodi storici più duri e più difficili che si vede la levatura di certi politici e l interesse per il bene comune. Nel nostro caso purtroppo l unico interesse da salvare in questo momento è fare cassa sulla pelle delle persone e mantenere la proprio poltrona. Le famiglie romane sono oramai esasperate! ha poi concluso la Presidente. Ma la netta sensazione è he anche questo grido d allarme sia destinato a rimanere inascoltato. Robert Vignola ALLARMANTI I DATI ISPRA SULLO STATO DELLO SCALO ROMANO Ciampino, un aeroporto assordante Record di inquinamento acustico confermato da dati ufficiali Record negativo per l aeroporto romano di Ciampino: secondo l ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sarebbe infatti lo scalo italiano dove maggiore è il livello dell inquinamento acustico. E da anni che il problema viene segnalato dai residenti della zona senza ricevere alcuna risposta in merito dalle istituzioni. Solo parole al vento e tanti disagi. A dare l ufficialità al problema di inquinamento acustico su Ciampino arrivano i dati insindacabili dell Ispra. I decolli e gli atterraggi nello scalo romano avvengono a meno di 150 metri dalle case in prossimità dell aeroporto e non si tratta di abitazioni isolate ma di un vero agglomerato urbano. Una situazione insostenibile. Ecco dunque che analizzando i dati ufficiali del report l aeroporto romano di Ciampino risulta essere quello con il maggiore livello di inquinamento acustico tra gli scali italiani. Negli ultimi anni poi c è stato un grande aumento di traffico poiché è diventato sede delle principali compagnie low cost che operano nella capitale. È necessario che la Regione Lazio e le Amministrazioni comunali di Roma, Ciampino e Marino usino tutti gli strumenti a loro disposizione per spingere il Governo a prendere l'unica misura di mitigazione possibile: la riduzione immediata del numero dei voli : ha dichiarato il portavoce del Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino (Criaac), Roberto Barcaroli. Sono state proprio le istituzioni, con Arpa Lazio, le Asl e l'epidemiologico regionale- aggiunge- a confermare che a Ciampino vengono superati i limiti di legge esponendo bambini e adulti a gravi rischi per la salute. Da dieci anni cittadini e Amministrazioni locali combattono contro le illegalità dell'aeroporto di Ciampino e per la difesa della salute. Ma si è dovuti arrivare al 2010 quando la Conferenza dei servizi ha dimostrato quello che tutti sapevano e cioè che l'aeroporto lavora al di fuori dei limiti di legge, 2mila 500 cittadini di Ciampino e Marino vivono in case con inquinamento fuorilegge e 15mila sono in aree a rischio. A tre anni dalla conclusione della Conferenza dei servizi Aeroporti di Roma (Adr) obbligata dalla legge, ha presentato il "Piano di contenimento del rumore", ma il piano di AdR non prevedeva la diminuzione dei voli né del rumore né dell'inquinamento atmosferico ha aggiunto Barcaroli. I 3 Consigli comunali di Roma, Ciampino e Marino, su sollecitazione dei cittadini, hanno respinto, con il supporto della Regione Lazio, questo piano vergognoso. A questo punto tutto si è fermato perché il potere di ridurre i voli lo hanno solo ministero dei Trasporti e Governo nazionale. In questo stallo, in cui chi dovrebbe fare non fa e chi vorrebbe fare non ne ha il potere si continuano a aumentare il traffico diurno e notturno (anche ora che Ciampino, ormai divenuto aeroporto civile, dovrebbe essere per legge chiuso la notte) e i cittadini sono sommersi dalla puzza e dal rumore che rende infernale la nostra estate. Questo aeroporto si è ingrandito negli ultimi 12 anni senza rispettare le leggi nazionali e le leggi europee, senza presentare, prima di procedere all'espansione del traffico e della infrastruttura aeroportuale, né Via (Valutazione di impatto ambientale) né Vas (Valutazione ambientale strategica). Un comportamento che ci aspettiamo venga punito anche dall'unione europea. DEGRADO E ACCESSO INCONTROLLATO: L ALLARME DEI CITTADINI Cerveteri, la Necropoli e le polemiche I Difensori civici chiedono chiarimenti al Comune su alcune vicende relative alla zona archeologica Stato di degrado della Necropoli etrusca della Banditaccia, accesso incontrollato nell area archeologica da parte di mezzi a motore, abbandono dei rifiuti da parte dei visitatori del sito, mancato rispetto delle esigenze di tutela dei luoghi di interesse culturale, distruzione di alcune delle tombe poste proprio in corrispondenza dell ingresso del sito, dove è stato costruito il Visitor Center, scarico dei materiali delle opere di scavo in luoghi non idonei in termini ambientali, ritardi nei lavori di rifacimento della strada: sono le denunce di Emilio Mellone, cittadino e operatore civico della zona. Fatte proprie dal Coordinamento dei Difensori civici regionali e delle Province Autonome che, in una lettera a firma del Presidente Lucia Franchini, chiede conto al Comune di Cerveteri e alla Soprintendenza Beni Architettonici Etruria Meridionale. Confido sulla Vs cortese collaborazione scrive il Presidente per acquisire maggiori informazioni sulla tipologia e sulla tempistica dei lavori che hanno interessato e che tuttora interessano il sito archeologico e le aree ad essa limitrofe nonché per ricevere chiarimenti in merito alle verifiche effettuate al fine di garantire la tutela del sito e per accertare eventuali comportamenti posti in essere in violazione delle norme. La dottoressa Franchini punta l attenzione in particolare sul deposito dei materiali di risulta degli scavi, sul controllo di attività potenzialmente inquinanti e dannose per l ambiente e sulle attività di controllo e di sanzione dirette a disincentivare la commissione di atti lesivi per l integrità del bene di natura archeologica. Mellone ha poi sollecitato un chiarimento sulla vicenda della proprietà dei terreni su cui sono stati realizzati i lavori: il dubbio è che tali terreni siano intestati ad una società privata. Il che costituirebbe la base per ulteriori polemiche visto che per la realizzazione dei lavori si sono adoperati fondi pubblici, che potrebbero essere più utilmente impiegati scrive ancora il Coordinamento dei Difensori civici per far fronte alle ordinarie necessità del Comune di Cerveteri. Ora bisognerà attendere la risposta dell Amministrazione. E.M.

8 8 Dall Italia Approderà proprio oggi nel porto di Genova. Grande attesa per l ultima manovra, quella che porterà la Costa Concordia dal mare aperto al suo ormeggio sulla diga foranea dello scalo, di fronte al terminal Vte di Prà-Voltri. Le operazioni dovranno essere effettuate a luce piena ha spiegato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli dopo un vertice in Capitaneria indicando che le manovre per l'ingresso che dovrebbero avere inizio verso le 9 di domenica mattina Domenica (oggi,ndr) il sole sorgerà alle 6:02 e a quell ora ci sarà l'inizio della presa in carico dei rimorchiatori del porto di Genova. Per quanto riguarda l attracco nella posizione assegnata Pensiamo che tra le 15 e le 16 sarà in sicurezza in banchina ha concluso Gabrielli. Dieci ore scandite da una serie di operazioni delicate. La prima sarà la presa in consegna a circa tre miglia dalla costa della Concordia da parte degli otto rimorchiatori del porto di Genova ai quali verrà passato il testimone dai due oceanici che l hanno trainata dal Giglio. In contemporanea saliranno a bordo i quattro piloti di Genova. Giovanni Lettich sarà sul ponte di comando col salvage Master Nick Sloan, due a poppa, e uno a prua. Effettuata la manovra, con i cassoni di galleggiamento regolati in modo che il ALLA BATTUTA FINALE La concordia arriva al traguardo: l attracco previsto nel pomeriggio L inizio delle operazioni è annunciato per le 6. Alle 15 la nave sarà in sicurezza sulla banchina. Tra due settimane via allo smantellamento relitto peschi circa 17 metri in profondità, la nave sarà trascinata di poppa all attracco, quindi a marcia indietro, fino alla fine della banchina. Dopo l accosto entreranno in azione gli ormeggiatori che dovranno mettere in sicurezza Concordia collegandola alle tredici bitte allestite appositamente sulla diga foranea. Dato che la nave ormai non ha più forza motrice propria le operazioni saranno alla rovescio e i cavi saranno tirati da terra con mezzi meccanici e i cassoni verranno nuovamente regolati per riportare il pescaggio della nave a 20 metri. Previsto l arrivo a Genova nel pomeriggio anche del Premier Renzi. La Concordia era il simbolo nel mondo di ciò che non si deve fare ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi riferendosi alla presenza del Presidente del Consiglio nella città ligure Oggi, pur non dimenticando la tragedia e i morti, è l'immagine dell Italia che si rialza. Arrivata al porto dal quale partì il 7 luglio 2005 Concordia dovrà attendere un paio di settimane prima che il personale specializzato salga a borda per cominciare a rimuovere arredi e materiali per la prima fase dello stripping. Intanto però si avvieranno le ricerche per l unico disperso di quella tragedia, Russel Robello. Carlotta Bravo MILANO È IL SECONDO CASO IN POCHI GIORNI Neonato abbandonato nella cappella dell ospedale Il piccolo, di una settimana, è stato trovato dal parroco della clinica San Giuseppe Ancora un neonato abbandonato, il secondo in pochi giorni. Venerdì notte intorno alle 23,40 il piccolo, di circa una settimana, è stato trovato all'interno della cappella della clinica San Giuseppe a Milano. A scoprire il bimbo, un maschietto apparentemente dai tratti asiatici, adagiato per terra avvolto in un lenzuolo, con un vestitino bianco, è stato il parroco, che aveva udito dei vagiti provenire dalla cappella. I medici di turno al pronto soccorso, dove il prete ha subito portato il piccolo, hanno verificato che si trovava in buone condizioni di salute e, analizzando lo stato di cicatrizzazione del cordone ombelicale, hanno stimato una età di circa 7 giorni. Ora il neonato si trova ricoverato nel reparto di Pediatria dell ospedale, affidato al medico responsabile come disposto dall autorità giudiziaria. È il secondo caso di abbandono in pochi giorni. Martedì scorso un neonato era stato partorito e abbandonato nei bagni di un centro commerciale a Lauria, in provincia di Potenza. Il piccolo,un maschietto di carnagione chiara e dai lineamenti europei, apparso in buone condizioni di salute, è stato trasportato all ospedale di Lagonegro (Potenza). Un fenomeno, quello dell'abbandono dei neonati, che ultimamente ritorna con una tragica regolarità è la preoccupante riflessione dei responsabili del progetto Ninna hò (un iniziativa nazionale a tutela dell infanzia abbandonata ) anche se non rende la reale dimensione del problema, considerato tutto il sommerso. Una situazione dettata anche dall ignoranza, donne del tutto ignare del fatto che il parto in anonimato è un diritto garantito per legge. Una madre che per condizioni economiche, sociali o personali difficili decide di abbandonare il proprio bambino appena nato, lo può fare in una struttura sanitaria. La legge consente di partorire in ospedale, con una garanzia di cura per sé e per il bambino, e di non riconoscerlo, dichiarandolo adottabile. B.F.

9 9 Dall Italia BOMBE D ACQUA E TEMPORALI AL CENTRO-NORD Milano tra esondazioni e voragini Ancora disagi nel capoluogo lombardo. In ginocchio anche Marche, Toscana e Liguria Una maxi voragine, il Seveso esondato e strade allagate. A pagare nuovamente i danni del maltempo, nella nuova ondata che sta investendo il centro nord è principalmente Milano. A causa delle forti piogge della notte, poco prima delle 7.30 il fiume Seveso è nuovamente esondato. Nella zona Nord, negli stessi quartieri colpiti l 8 luglio, quando la città andò in tilt, ci sono dai 10 ai 20 centimetri d acqua. Sul posto erano già presenti i mezzi del Comune che hanno rapidamente riportato la situazione alla normalità. L esondazione è terminata infatti dopo alcune ore e il livello delle acque è sceso un metro sotto il piano stradale. Lo stato d emergenza delle autorità, quindi, è sceso verso mezzogiorno a preallarme. Disagi in pieno centro, dove una grossa voragine, di circa 12 metri di profondità, e dell ampiezza di sei metri per tre, si è aperta. Il tratto di strada aveva iniziato a cedere lo scorso 8 luglio. La zona era stata quindi transennata perché si erano già verificati degli allagamenti nei box sottostanti. Ieri mattina ha ceduto definitivamente, costringendo i vigili del fuoco a evacuare gli abitanti del palazzo in corso di Porta Romana 124. Sul posto si sono recati i vigili del fuoco, i tecnici di A2A e del Comune: l intero tratto finale di corso di porta Romana è stato chiuso al traffico. La voragine ha causato anche la rottura di un tubo dell acquedotto. Difficoltà si sono registrate infatti anche sul fronte della viabilità, diverse le strade e le piazze sbarrate, come parte dell arteria di viale Fulvio Testi, che porta nel centro direzionale della città. Il quartiere più colpito è ancora una volta quello di Niguarda, a nord della città, come nello scorso 8 luglio e prima ancora il 25 giugno. Proprio venerdì la Regione Lombardia aveva stimato i danni provocati dall ultima esondazione dell 8 luglio in 47 milioni di euro. Il governatore Roberto Maroni ha inviato una lettera al Governo per chiedere lo stato di emergenza. Nubifragio a Viareggio: allagati negozi e strade - Un violento nubifragio si è abbattuto in Versilia, accompagnato da una forte grandinata, allagando scantinati e negozi. Un grosso ramo di un albero è caduto sulla via Aurelia e il traffico a Viareggio è stato bloccato. Tutte le squadre dei vigili del fuoco sono state chiamate e una in rinforzo è arrivata da Carrara. Inoltre nella tarda mattinata di ieri una tromba d'aria si è abbattuta sulla zona di Marina di Pietrasanta dove ombrelloni e tende di alcuni bagni sono volati in aria a causa del vortice di vento misto ad acqua. Spavento in spiaggia tra i bagnanti, che comunque avevano trovato riparo. Molte le chiamate al centralino dei vigili del fuoco per interventi di rimozione dei rami caduti e per cercare di liberare gli scantinati dall'acqua. Diversi cittadini hanno provveduto anche da soli a liberare i tombini ostruiti dalle carte, e che hanno provocato allagamenti in alcune strade. Bomba d acqua su Marina di Carrara - Una vera bomba d acqua si è abbattuta su Marina di Carrara e su Avenza (Massa Carrara) provocando allagamenti, disagi alla circolazione e proteste dei cittadini che lamentano la scarsa pulizia della rete fognaria andata in tilt. Traffico difficoltoso sulla statale Aurelia nella zona di Nazzano che è stata chiusa durante il passaggio del nubifragio e poi riaperta. Sulla statale disagi inoltre per la chiusura di due sottopassi ferroviari sommersi dall acqua che la collegano alla zona industriale e al casello dell autostrada di Carrara dell A12. L acqua ha lambito le case allagando centinaia di scantinati. L acquazzone è durato dalle 10 alle 13. Marche, esonda un torrente a Marotta - Allagamenti, garage e scantinati sono stati invasi dall acqua nelle Marche, con danni significativi a Senigallia e Marotta, per l esondazione di un torrente. Alcune persone hanno perso le auto, sommerse dall acqua e dal fango, anche se finora non è possibile fare una stima dei danni. A Senigallia, la città pesantemente colpita dall alluvione del 3 maggio, i vigili del fuoco hanno chiuso alcuni ponti allagati. Forti piogge e allagamenti nel Mantovano - Violenti nubifragi hanno colpito l Alto mantovano provocando allagamenti di strade e scantinati. Decine gli interventi dei vigili del fuoco. I comuni più colpiti sono quelli di Goito, Guidizzolo, Castel Goffredo, Piubega e Castiglione delle Stiviere. In poche ore sono caduti dai 90 ai 170 millimetri di pioggia. Interrotta la strada provinciale Castiglione-Solferino, lungo la quale il centro della frazione castiglionese di Gozzolina è completamente allagato. Non si registrano feriti, ma ovunque i danni sono ingenti. Nelle campagne i fossi sono esondati e le colture per buona parte compromesse. Nubifragi anche nel basso mantovano, ma con intensità minore. Il Veneto sotto i temporali - Anche il Veneto è stato spazzato da temporali e nubifragi DANNI ALL AGRICOLTURA PER OLTRE UN MILIARDO DI EURO Coldiretti, estate sabotata dalle perturbazioni Aun mese dell entrata ufficiale nel mese estivo, i danni si attestano per oltre un miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attivita' turistiche e quelle agricole e non solo. Anche le abitudini stagionali degli italiani sono cambiate di conseguenza con un calo preoccupante dei consumi di frutta estiva. Questa è la stima di Coldiretti che dall'inizio dell'estate a causa del 34% di pioggia in piu' caduta nel mese di giugno con punte di oltre il +200% in alcune zone anche turistiche del centro sud. Effetti anche sulle partenze: non piu' di 6 milioni di italiani - ha stimato la Coldiretti - sono gia' partiti per le vacanze per concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa. Ma molti altri hanno preferito restare a casa a causa del maltempo, con il seguente crollo dell'occupazione stagionale che ha messo a rischio dieci milioni di giornate di lavoro nella raccolta dell'ortofrutta estiva ma anche tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture turistiche come cuochi, camerieri, addetti all'accoglienza, all'informazione, ai servizi e all'assistenza alla clientela. Il comparto della frutta estiva ha subito un crollo verticale tanto che rischia di far scomparire un quinto dei pescheti italiani, con gravi effetti sull'occupazione sull'ambiente e sulle imprese, secondo la Coldiretti impegnata in una mobilitazione che ha visto la distribuzione di decine di quintali di pesche e nettarine con gli agricoltori all'arrembaggio delle spiagge di Riccione sui velieri. Ma la situazione e' difficile anche per altre coltivazioni come le susine i meloni ed i cocomeri con quotazioni che - ha denunciato la Coldiretti - non consentono neanche di coprire i costi di raccolta. Nelle campagne e' deflazione con i prezzi corrisposti alle aziende agricole crollati, fino al 50%, mentre quelli al dettaglio continuano ad essere sostenuti. tra venerdì e sabato, con una pioggia di fulmini che tra Padova e Vicenza ha abbattuto alberi e danneggiato abitazioni. Nessun danno alle persone, ma i vigili del fuoco sono stati tempestati da richieste di intervento, soprattutto per allagamenti di garage e piani bassi delle case e per piante spezzate dal vento e dalle saette. Sul fronte del rischio idrogeologico i maggiori timori riguardano l Alto Vicentino, dove già nei giorni scorsi si erano registrate frane e smottamenti. Un forte temporale ha colpito Padova, provocando allagamenti e la caduta di numerose piante abbattute dal vento e dalle saette. Un fulmine ha centrato un grosso cedro del Libano nel giardino di un abitazione nel quartiere Voltabarozzo, e i grossi rami cadendo al suolo hanno distrutto una pensilina in cemento e danneggiato il tetto della casa. Nel vicentino c è allerta a Velo d Astico, dove in contrada Maso Protezione civile e volontari sono al lavoro con escavatori per creare dei canali che aiutino a far confluire l acqua verso valle. A Cogollo del Cengio, sempre nel vicentino, un fulmine ha centrato in pieno un abitazione abitata, provocando un incendio poi domato dai vigili del fuoco di Schio. Grande paura per la famiglia di residenti, ma nono si registrati feriti. A Noventa Vicentina un nubifragio durato una mezzora ha provocato allagamenti in garage, scantinati ma anche nelle principali arterie stradali: l esplosione di un tombino ha provocato una voragine, poi circoscritta e transennata. A Vicenza è stato annullato il concerto di musica classica previsto stasera nel giardino del Teatro Olimpico. E sempre nella provincia berica, è stata annullata la ultra-maratona in montagna Trans d Havet dopo che tre concorrenti, senza gravi conseguenze, sono stati colpiti da fulmini. Guasti in Liguria Tempesta d acqua e fulmini nella nottata tra venerdì e sabato anche sulla Liguria con allagamenti e guasti elettrici. Una decina gli interventi dei vigili del fuoco tra Chiavari e Sestri Levante per allagamenti vari. Sono rimasti chiusi i sottopassi a Chiavari ed è stata messa in sicurezza una grondaia pericolante a Santa Giulia. Alcune piccole imbarcazioni alla foce del Rupinaro sono semi affondate. Centraline elettriche saltate un po ovunque per i fulmini I danni del maltempo insomma si continuano a registrare in mole regione d Italia in un estate che sembra, almeno dal punto di vista meteorologico, l autunno. Barbara Fruch

10 10 Dall Italia RAGUSA DALL INIZIO DELLE OPERAZIONI OLTRE SETTANTA GLI STRANIERI FINITI IN MANETTE PER IMMIGRAZIONE CLANDESTINA Nuovo sbarco a Pozzallo: arrestati quattro scafisti Continuano gli sbarchi sulle coste siciliane. E con essi sale il numero degli scafisti tratti in arresto dalle forze dell ordine. Solo nella giornata di venerdì stati in quattro i presunti trafficanti di uomini a finire in manette, nell ambito dell ennesimo operazione contro l immigrazione clandestina che ha portato in salvo nel porto di Pozzallo altri 97 immigrati. A salvarli una nave mercantile giunta in soccorso del gommone a bordo del quale viaggiavano gli extracomunitari. Tra i presunti scafisti un eritreo di 24 anni, Abdakkah Hassan e tre senegalesi: Seko Saidi di 29 anni, Aliu Diouf di 18 anni e Lamin Ndho. I quattro sono adesso indagati per favoreggiamento dell immigrazione clandestina. Con gli arresti della notte scorsa sono complessivamente 73 gli scafisti fermati, dall inizio dell anno, nel Ragusano nell ambito di operazioni contro l immigrazione clandestina della polizia giudiziaria locale. Il viaggio, secondo stime degli investigatori, avrebbe fatto incassare all' organizzazione criminale circa 75mila dollari. Tra i 97 migranti a bordo del gommone, che era già forato alla partenza, compresi i 4 scafisti, c era anche un nigeriano che era già entrato in Italia: Segun Arize, 32 anni, è stato arrestato dalla squadra mobile dopo i riscontri eseguiti dalla polizia scientifica. Tra gli extracomunitari arrivati nel porto di Pozzallo anche un giovane originario del Gambia che ha viaggiato gratis come risarcimento perché il compagno col quale doveva partire è stato ferito accidentalmente con un colpo di arma da fuoco. Come sempre determinanti sono state le testimonianze degli immigrati, alcune particolarmente drammatiche. Come riporta il Corriere di Ragusa, una nigeriana ha raccontato: Sono partita a causa della situazione del mio Paese. Mi sono avvalsa di un organizzazione a capo della quale c è un personaggio arabo che abita in Libia e con cui io sono stata messa in contatto tramite alcuni amici nigeriani. Hcorrisposto, per questo viaggio, la somma di dinari libici. Con autobus, insieme ad altri 24 passeggeri, tutti nigeriani, sono partita e ho raggiunto la Libia. Durante il viaggio, durato due mesi, ci siamo appoggiati in strutture che venivano di volta in volta indicate all autista dell autobus, da un personaggio libico facente parte della stessa organizzazione. Durante questo periodo abbiamo sofferto tutti la fame in quanto ci è stato somministrato il cibo insufficiente e consistente solo in un biscotto al giorno e in acqua. Per tale motivo molti immigrati vomitavano per la fame, ma nessuno di noi ha avuto la possibilità di allontanarsi dalle strutture dove di volta in volta siamo stati collocati: ci era impedito da personaggi libici armati di fucili. Appena arrivati sono stata collocata all interno di un capannone, posto vicino al centro città. All interno della stessa struttura, provvista di un solo servizio igienico, erano già presenti molte altre persone di varia nazionalità che, come noi, dovevano effettuare la traversata per raggiungere le coste italiane e, continuativamente, eravamo controllati da altri soggetti libici armati di fucile. Racconta ancora la straniera: Credo che le persone all interno del capannone siano state tra le 200 e le 300. Qui sono rimasta per circa un mese e la situazione non è migliorata molto in quanto il cibo era molto poco. Durante questo periodo alcuni immigrati come me si sono sentiti male proprio per la scarsa qualità e quantità del cibo e, quando qualcuno di essi si è lamentato, i libici li percuotevano violentemente facendo uso di bastoni. Ciò accadeva anche se qualcuno di noi si alzava da terra senza chiedere il permesso ai libici che ci vigilavano, difatti, durante tutta la permanenza, eravamo costretti a stare seduti a terra e a chiedere il permesso se volevamo alzarci necessitando di andare in bagno. Alle 7 del mattino di mercoledì 23 luglio quattro uomini libici armati di fucile hanno condotto me ad altre persone, tutte quelle che sono sbarcate con me, fuori del capannone ed abbiamo raggiunto la spiaggia dove era già presente un gommone vicino al quale c erano altri quattro personaggi libici armati sempre di fucile. Il gommone presentava un piccolo foro nella parte destra della prua e dopo poco abbiamo iniziato ad imbarcare acqua. Poi il mare era mosso per cui gli occupanti del gommone hanno iniziato a spaventarsi, a urlare e a piangere. La situazione era inoltre aggravata dal fatto che nel frattempo si fosse fatto buio. In questa circostanza gli scafisti del gommone hanno tentato di calmare gli animi per evitare un ribaltamento del gommone. Miriana Markovic IN ITALIA LA POPOLAZIONE È SEMPRE PIÙ MULTILINGUE Stranieri nel Belpaese, il podio è dei romeni Con più del 21% si classificano al primo posto per numero di parlanti. Poi viene l'arabo Con gli anni sono ormai una realtà socio-culturale consolidata in Italia e così non deve stupire se la lingua più parlata dagli stranieri residenti nel Belpaese sia il rumeno con il 21,9% (800 mila persone): precede l arabo, parlato dal 13,1% degli stranieri (475mila), e l albanese, con il 10,5% (380mila persone). La quarta lingua più parlata è lo spagnolo, con il 7% e 255mila unità, mentre la quinta è l italiano, 4,5% e 162mila unità. Questo secondo quanto rilevato dall Istat il 79,9% degli intervistati che hanno come lingua madre l italiano sono nati in Italia, mentre nel 14,7% dei casi si tratta di stranieri giunti nel nostro Paese prima di compiere i sei anni di età. La lingua più parlata dopo l italiano è il cinese, parlato da 160 mila persone, il 4,4% degli stranieri totali in Italia. Seguono il russo (con il 3,5% e 127 mila persone),l Ucraino (con il 3,3% e 120 mila persone) e il francese (3,3% e 116mila persone). Tornando agli stranieri di madre lingua italiana risulta che nel 16,8% dei casi si tratta di albanesi, nel 12,1% di marocchini e nell 11,1% di rumeni. E di madre lingua italiana un minorenne straniero su quattro. Tra gli stranieri maggiorenni, invece, 17 su cento hanno seguito corsi di italiano. Gli stranieri che seguono corso di italiano sono quelli di lingua madre araba, con il 23%. Il 38,5% degli stranieri con più di sei anni dichiara che la lingua più parlata in famiglia è l italiano. Dato più alto per le donne che per gli uomini: il 45,7% contro il 29,7%. Gli stranieri meno inclini a parlare l italiano sono i cinesi. Dallo studio emerge poi che il 39,2% degli stranieri riesce facilmente a leggere, scrivere e a esprimersi in italiano, il 60,8% trova invece qualche difficoltà. La padronanza completa della lingua italiana spiega l Istituto è più diffusa tra gli stranieri di madre lingua serba-croata-bosniaca-montenegrina (47,6%), albanese (43,4%) e romena (42,7%), a differenza dei cittadini stranieri di madre lingua cinese (18,5%), ucraina (30%) e araba (32,4%). Tra gli stranieri arrivati in Italia prima dei 16 anni il 73% non ha alcuna difficoltà a leggere e a scrivere in italiano. Il 52,2% e il 55% degli stranieri giunti in Italia dopo i 35 anni manifestano, rispettivamente, difficoltà di comprensione e di espressione in lingua italiana. F.Ce Dalle luci del successo agli arresti domiciliari. La sua interpretazione di Gelato al cioccolato non convinse Simona Ventura a selezionarlo per l edizione 2009 di X Factor, ma il video del suo esilarante provino è uno dei più cliccati su Youtube: Marco Marfè, cantante neo melodico napoletano, torna a far parlare di sé. Il 27enne di Casoria, autore del brano Il Fragolone, diventato incomprensibilmente noto soprattutto nel napoletano per le sue pose e le sue canzoni, è stato arrestato venerdì in una operazione dei carabinieri di Casoria su un giro di estorsione e usura gestito dalla mamma Vincenza D Elia, che si è costituita nel carcere di Pozzuoli. L uomo, secondo quanto accertato, veniva usato per intimidire e picchiare i poveri malcapitati che non riuscivano a restituire le pesanti somme di denaro che dovevano alla donna. Le accuse che riguardano Marfe' sono associazione per delinquere finalizzata all usura e all estorsione. Nell ambito dell inchiesta sono state arrestate anche altre due NAPOLI DALLE STELLE ALLE STALLE Estorsione e usura: ai domiciliari cantante Marco Marfé, neomelodico ed esattore: picchiava i clienti che non riuscivano a restituire i soldi persone: Giuseppina Staffa e Anna Grimaldi, finiti anch esse ai domiciliari. Gli episodi di usura accertati sono quattro, tutti commessi tra il 2012 e il Le vittime - si legge nell ordinanza - se non pagavano venivano minacciate di morte e percosse. In una di queste circostanze Marco Marfè avrebbe schiaffeggiato e minacciato di morte una donna se non avesse consegnato alla madre la somma di 400 euro. L indagine è stata coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord. Dallo scorso ottobre, sono emerse verità agghiaccianti su questa associazione a delinquere, che avrebbe concesso prestiti con tassi usurai esercitando intimidazione nei confronti dei malcapitati. I guai giudiziari per Marco Marfè sono cominciati nel 2009, quando è stato denunciato a piede libero dai carabinieri col padre Antonio per usura. All epoca era appena passato dai casting di X Factor, dove si era esibito in Gelato al cioccolato di Pupo di fronte ad una divertita Simona Ventura: un talento frizzantino pop denz -melodico, si era definito in quell occasione, presentando quella che sarebbe diventata una delle performance più cliccate della rete. Ovviamente era finito tra quelli che l allora conduttore Francesco Facchinetti era solito chiamare talenti incompresi, ovvero i personaggi più bizzarri (e ovviamente scartati dalla giuria) mai visti ai provini del talent show. Quello di Marfè è solo uno dei tanti presunti cantanti neo meolodici napoletani che hanno avuto problemi con la giustizia. B.F.

11 11 Tecnologia GLI ITALIANI SI APPRESTANO AD ANDARE IN VACANZA SENZA LASCIARE LA TECNOLOGIA Cellulari e relax: ecco il vademecum Roaming, smartphone e internet: queste le parole chiave anche sotto l ombrellone di Francesca Ceccarelli Vacanza sì, ma che sia hitech. Nel 2014 sembra proprio che pensare di andare in ferie senza la tranquillità di essere sempre super connessi non sia possibile. Dunque smartphone, tablet e computer portatile diventano compagni inseparabili insieme a costume e occhiali da sole. Ma lontani dai propri abbonamenti si rischia il vero salasso per navigare sul web o problemi di connessione non previsti. Allora quale il rimedio soprattutto se si va all estero? Il prima problema da risolvere è soprattutto il roaming, ovvero l insieme di procedure che permettono di agganciarsi anche a rete internazionali. Per l estate 2014 una grande novità in questo campo dopo che dal 1 luglio è scattata l euro-tariffa europea nei 28 Paesi dell Unione con riduzioni tariffarie (anche del 50%) per telefonate, sms e dati Internet che transitano sulla rete di un operatore fuori frontiera. La normativa Ue impone che il cliente possa scegliere quale operatore locale utilizzare sia per le chiamate che per Internet, è scattata la corsa alle offerte. Dunque un netto taglio dei prezzi salutato dai clienti con grande sollievo. Dall altra parte però c è un rincaro dei costi dai primi di luglio da parte di Tim e Vodafone che hanno messo a pagamento alcuni servizi aggiuntivi finora gratuiti. Dal 21 luglio le opzioni LoSai e Chiama Ora di Tim, Recall e Chiamami di Vodafone, che avvisavano con un sms quando qualcuno chiamava e si era irraggiungibili o quando un numero occupato tornava libero, saranno a pagamento. In particolare 1,9 euro ogni quattro mesi per i clienti Tim con ricaricabile (5,7 euro l anno) e 48 centesimi al mese (dal 7 settembre) per quelli con abbonamento. Vodafone ha, invece, ritoccato il servizio di 6 centesimi per ogni giorno di utilizzo quindi 21 euro l anno. I clienti sono stati avvisati per Sms, una modalità che ha suscitato la protesta delle associazioni di consumatori. Comunque per evitare l aumento basta contattare i numeri gratuiti (Tim) o (Vodafone) e chiedere che l opzione venga disattivata. Ma per poter usufruire al meglio dello smartphone anche in vacanza bisogna assolutamente informarsi: per questo esistono siti specializzati come Facile.it, che mette a confronto le offerte pubblicate dalle varie utility, dall energia alle assicurazioni alla telefonia, offrendo un vademecum per chi parte. Poi ci si può informare in rete: il diktat principale è che all estero, se rcevere un sms non costa nulla, per le chiamate il discorso è diverso. Si tratta di spendere 6,10 centesimi al minuto Iva inclusa. Il prezzo di una telefonata dall estero verso l Italia (o altro Paese europeo) dal 1 luglio non può superare i 23,18 cent e l invio di un sms 7,32 cent. Nella connessione a Internet si annidano le insidie maggiori ma nei Paesi Ue il costo non può più superare i 24,4 cent per Megabyte (Mb). I nuovi prezzi si riferiscono solo all Unione europea, anche se vi hanno aderito anche Norvegia, Liechtenstein e Islanda. Ne sono invece fuori, la Svizzera e l Albania mentre sono inclusi i territori d oltre mare delle ex colonie (Guyana francese, Martinica, Guadalupa, Gibilterra, Azzorre, etc.). Quindi, occhio alla zona. Fuori dalla Ue, una delle maggiori fonti di spesa può diventare la connessione a Internet: da 1 a 30 euro al Megabyte per i dati; da 1 a 6 euro al minuto per le chiamate, secondo i calcoli di Facile.it. Per quanto riguarda i servizi di messaggistica, come WhatsApp o affini, si usufruisce del Protocollo Internet che aggiornano spesso i contenuti con aggiornamenti automatici. Se si pianifica perciò un viaggio all estero, prima di partire bisogna disattivare la connessione dati e navigare solo quando è possibile utilizzare una connessione Wi-Fi (in molti Paesi, Usa in testa, locali e librerie la offrono gratis). Per soggiorni più lunghi, può essere conveniente acquistare una Sim locale. Sulle navi è possibile attivare il roaming marittimo: le tariffe dipendono dagli accordi tra il proprio operatore e quello della nave ma il costo varia tra 1,67 euro e 3 euro al minuto per le chiamate effettuate, 30 centesimi e 3 euro al minuto per quelle ricevute, 26 centesimi e 90 centesimi per sms che in caso di sola ricezione, è bene saperlo, possono anche essere gratuiti. Un vademecum che bisogna rispettare anche in Italia: verificare il tipo di copertura nel luogo, informarsi sui tempi di attivazione delle offerte estive sui siti degli operatori diventa fondamentale. RIVOLUZIONE NEL MONDO DELL EDITORIA DIGITALE Amazon: ebook per tutti L azienda propone un abbonamento per letture senza limiti cartacea sempre più minacciata da quella digitale: ogni giorno si accanisce la L editoria sfida tra i due comparti a suon di iniziative e strategie di marketing. Ma qualcosa sta cambiando: gli editori tradizionali assieme ai divulgatori digitali stanno capendo che per superare la crisi la miglior arma è la collaborazione. Una forma di joint venture è iniziata con due startup, Scribd e Oyster, che hanno trovato un accordo con le case editrici per offrire in abbonamento mensile e in versione digitale tutti i loro titoli. Ma la vera rivoluzione è stata lanciata in questi giorni da Jeff Bezos di Amazon: il colosso della vendita al dettaglio via internet ha proposto ai suoi clienti un abbonamento mensile per la lettura senza limiti sul proprio reader. Una sfida agli editori tradizionali ma anche una scommessa. Ad oggi Amazon è un vero bazar: dai mobili da giardino ai televisori, dai vestiti per neonati all olio extra vergine di oliva, si può comprare di tutto. Ma i libri per Bezos, nel 1995 cominciò come rivenditore di testi on-line, rimangono il suo primo amore. Ecco dunque spiegato l abbonamento Kindle Unlimited a 9 dollari e 99 centesimi al mese, con cui Amazon mette a disposizione circa 600 mila titoli, che il cliente può scaricare sia su piattaforma ios sia Android. Le due società già esistenti, Scribd e Oyster, hanno costi e disponibilità inferiori: la prima costa 8,99 e offre 400 mila titoli, la seconda costa 9,95 e ha 500 mila titoli. Amazon rispetto ai suoi sfidanti offre però qualcosa in più: la possibilità ai clienti di Unlimited di poter leggere il libro con i propri occhi, sia di continuare a leggerlo ascoltandone la versione audio book. Si tratta di un servizio più completo anche se scarseggia in quantità di titoli. Se non manca la saga di Harry Potter o Il Signore degli Anelli, non ci sono numerosi bestseller. Pare infatti che almeno cinque delle principali case editrici americane per ora non abbiano accettato le poco favorevoli condizioni offerte da Bezos. Secondo alcuni analisti, questa titubanza potrebbe essere una conseguenza dei dati del commercio editoriale: le vendite di e-book infatti continuano a crescere (più 21 per cento nel 2013) ma non come nei primi roventi anni, quando crescevano esponenzialmente. E gli e-book sono un pilastro di Amazon. Quindi si può pensare che le case editrici siano meno sensibili alle pressioni, e non intendano cedere fino a quando Amazon non offrirà condizioni migliori. Gli esperti del mercato editoriale spiegano il poco successo della lettura digitale in alcuni paesi con la mancanza di infrastrutture funzionanti come un collegamento internet veloce e stabile. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui gli e-book procedono lentamente in Spagna, Francia e Italia. Si distingue in questo solo la Germania con un 15 per cento di vendite. L altro competitor a cui Amazon deve far fronte è la lettura esclusivamente digitale: si tratta di un campo in continua crescita in cui domina Wattpad, una società creata nel 2006 a Toronto da Allen Lau. Un vero e proprio social network globale di scrittori e lettori. E gratis, si trova in 50 lingue e in quasi tutti i Paesi del mondo offre a tutti la possibilità di scrivere, avere un pubblico, ricevere feedback e apprezzamenti. Il risultato? Detto fatto. Capita che nel mare magnum di aspiranti scrittori si riesca a distinguere dalla massa qualche penna di valore capace di ammaliare gli editori tradizionali e poter passare così alla versione cartacea. Un processo inverso ad hoc. F.Ce.

12 12 DAL ROMANZO PIÙ LEGGERO AL LIBRO PIÙ IMPEGNATO, LE NOVITÀ E I CLASSICI CHE NON TRAMONTANO MAI Libri Letture per l estate/8 La rubrica domenicale con i nostri suggerimenti per trascorrere i momenti di libertà concedendosi un po di svago ma anche tenendo la mente sempre attiva LO SCRITTORE TATUATORE PUBBLICA UN NUOVO TITOLO, CHE PROMETTE DI RAGGIUNGERE LA VETTA DELLE CLASSIFICHE La cinquina di Nicolai Lilin La storia, ambientata nel Caucaso, racconta l'amicizia e le avventure di un cristiano e un musulmano di Cristina Di Giorgi Nicolai Lilin, già autore di best seller come L'Educazione siberiana, Caduta libera, Il respiro del buio e Storie sulla pelle, nel suo nuovo libro, uscito recentemente anch'esso per la Einaudi (2014, euro 20), si cimenta in un racconto di pura fantasia. Il serpente di dio (questo il titolo del volume) racconta la storia di due ragazzi, amici per la pelle anche se caratterialmente distanti. Chi li conosce dice di loro che sono due teste ma un cuore solo. Uno, Ismail, è impulsivo e curioso. L'altro, Andrej, è invece più maturo e riflessivo. I due sono cresciuti insieme in un villaggio del Caucaso, in cui le due comunità che ci vivono (una musulmana e l'altra cristiana) sono legate da un solido patto di reciproco rispetto. La convivenza tra i due gruppi è quindi tranquilla, almeno fino a quando un agente dei servizi segreti federali sceglie proprio quel paesino come base per i suoi traffici di droga. In combutta con un terrorista locale, l'uomo vuole costringere gli abitanti a collaborare. Per Ismail e Andrej il tempo dei giochi è finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di più prezioso si legge nella quarta di copertina e cioè di difendere gli oggetti sacri che sigillano la promessa di pace. I due ragazzi dovranno affrontare di colpo la violenza del mondo per portare a termine il loro compito e comprenderne poi il fine ultimo: salvare quel 'cuore solo' che da sempre li unisce, e con esso anche qualcosa di più. Fino ad una straordinaria rivelazione che li sconvolgerà. L'autore capitolo dopo capitolo è scritto in un articolo pubblicato sul sito della casa editrice disegna le vicende di ogni singolo personaggio, per poi farle confluire tutte in uno stesso punto. Dalle quasi 350 pagine di Lilin, il cui stile di scrittura è diretto e coinvolgente, emergono personaggi e vicende che alternano dolcezza e cattiveria, brutalità e meraviglia. Nobiltà e miseria dell'animo umano insomma. Ed è la capacità di riconoscerle e distinguerle questo il senso della storia che l'autore racconta - ciò che garantisce la salvezza. Il romanzo ha dichiarato Lilin è la metafora di quello che accade nel mondo. Ho tanti ricordi dei meccanismi corrotti che alimentano la guerra: ci sono stato dentro e ho visto il marcio da tutte le parti. Porto dentro la memoria di una terribile azione politica e militare nei confronti di persone semplici che non vogliono accettare altri poteri. Vengono coinvolte con propaganda, furbizie, soldi, pressioni. Quello che può salvarli è difendere l'unità della comunità, la forza della loro tradizione. Parlando dei retroscena di Il serpente di dio, l'autore spiega in un'intervista a Metro che il villaggio di cui scrive, in cui cristiani e musulmani si scambiano simboli di pace, è una metafora, ma si basa su storie che mi hanno raccontato in Cecenia. E a proposito del Caucaso, descritto nel romanzo come un luogo di traffici criminali, Lilin conferma che si tratta della verità: sono cose che ho visto. E' quello che è accaduto nel nostro paese, dove poteri criminali e oligarchi corrotti hanno pilotato delle rivolta per fare i propri interessi. In questo libro c'è insomma tanta realtà, fatta di descrizioni ambientali dettagliate. Ma ci sono anche molti sentimenti, descritti in modo da rendere il lettore in grado di comprenderne tutti gli aspetti: odio, amore, paura, ambizione, istinto di sopravvivenza. Una lettura a tratti faticosa, data la crudezza di alcune scene, ma che chi ha letto il romanzo definisce soddisfacente, unica, dura e anche un po' magica. Come l'amicizia dei due protagonisti, che nonostante i drammi affrontati, comprende ed annulla ogni traccia di male. UNA RILETTURA CHE VALE OGNI MINUTO DEL TEMPO TRASCORSO INSIEME AI PERSONAGGI DEL GENIO BRIANZOLO Il cavallo rosso, epopea e paradigma di una generazione Trent'anni di storia italiana raccontati da Eugenio Corti in un romanzo monumentale e appassionante Un romanzo storico pubblicato per la prima volta nel 1983 e giunto, nel corso degli anni, alla ventiquattresima edizione (2009). E' Il cavallo rosso, di Eugenio Corti. Le vicende narrate, parzialmente riferite alla biografia dell'autore, vanno dal 1940 al Oltre trent'anni di storia italiana quindi, che fanno da sfondo alle storie di numerosi personaggi e delle loro famiglie. Che Corti descrive con mirabile maestria, non soltanto raccontando la realtà dei fatti, ma anche analizzando quanto avvenne alla luce delle idee che ne furono causa ed origine. La sua è un'opera monumentale, composta da tre volumi suddivisi a seconda del periodo raccontato: il primo (Il cavallo rosso, che dà il titolo a tutta l'opera) parla della prima parte della Seconda guerra mondiale, il secondo (Il cavallo livido) del biennio e il terzo (L'albero della vita) del faticoso ritorno ad un quotidiano il più possibile normale, spingendosi fino ai primi anni Settanta. Ogni parte della trilogia prende simbolicamente il nome da un riferimento al libro dell'apocalisse dell'apostolo Giovanni: il cavallo rosso indica la guerra, quello livido la fame e l'odio (rappresentati nel libro dai lager russi e dalla guerra civile) e l'albero della vita rappresenta infine la ripresa dopo ogni umana tragedia. Un'opera questa che è stata subito accolta dai lettori e dai critici non condizionati da ideologie come un grande caso letterario. E tale si è confermato con il succedersi delle edizioni. Le sue vicende si legge nella quarta di copertina dell'edizione Ares romanzesche e insieme vere (ambientate in Brianza, in Lombardia, in altri luoghi d'italia nonché all'estero, soprattutto in Russia e in Germania) si intrecciano inestricabilmente con i grandi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il Catturato dalla trama densissima, il lettore compie di pagina in pagina l esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: gioisce, soffre, ride, piange, cresce insieme coi protagonisti e gli altri personaggi del romanzo e, nel contempo, si accorge di diventare più chiaro a se stesso, più consapevole del perché della vita e del significato del mondo. Eugenio Corti ha impiegato undici anni per portare a termine il suo lavoro. Non ne occorrevano di meno scrive Cesare Cavalleri su Studi cattolici - per consegnarci un'opera di questa mole e di questa perfezione, in cui il back-ground documentario non appesantisce in nulla la scrittura. Perchè questo è un romanzo di idee incarnate in personaggi e avvenimenti. E' letteratura autentica, non pretesto per considerazioni ideologiche. Sono pagine nessuna delle quali è superflua, scandite in brevi sequenze quasi di taglio cinematografico che ne rendono agevole e avvincente la lettura, senza una caduta, senza un cedimento. Un lavoro grandioso dunque, basato sull'intenzione di rendere evidente che l'allontanamento da Dio è la causa principale di tutte le grandi tragedie che hanno colpito l'umanità. Come le due ideologie totalitarie del XX secolo, il cui dispiegarsi ha provocato i drammi che tutti conoscono. E che, sul piano culturale, hanno portato, soprattutto tenendo conto dell'appiattimento dell'intellighenzia nostrana sulle posizioni più o meno oltranziste del perdurante comunismo, a non riconoscere al lavoro di Corti il merito e gli onori che un'opera come la sua avrebbe più che meritato. Religiosità e fede dunque, che emergono con naturalezza nelle pagine de Il cavallo rosso, senza riflessioni eccessivamente dogmatiche ma nella concretezza di atmosfere e comportamenti pienamente e profondamente cristiani, maturati dai dai personaggi del romanzo anche (e forse soprattutto) attraverso le difficoltà. E insieme ad esse l'imprenditorialità, le virtù morali e il forte senso del dovere che caratterizzano non solo la Brianza di quarant'anni fa in cui nascono e vivono i personaggi del romanzo ma anche per lo meno così ci si augura che sia il popolo italiano tutto. CdG

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