Osservazioni al testo Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi delle ASL - 7 aprile 2015

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1 Ai fini di dare i riscontri utili per lo sviluppo del nostro SSR procediamo nell'analisi del documento identificando, sulla base delle ipotesi da noi formulate, quali proposte possono essere d'interesse sia a sostegno della risposta appropriata dei servizi sia dello sviluppo della professione quale risorsa funzionale al sistema sanitario. Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi della ASL (pagina 5) Modello di governo: distretto forte con unitarietà di committenza e di gestione dei servizi Le linee strategiche.. Esplicita definizione di rete Adottare modello presa in carico Sviluppare percorsi (pagina 6) Direttore di Distretto adeguata formazione specifica, selezione rigorosa anche attitudinale (Pagina 8) La riorganizzazione passa anche attraverso la revisione del piano delle articolazioni organizzative Vista la struttura e le linee strategiche è necessario evidenziare la forza del governo anche abbattendo elementi pregiudiziali di accesso alle posizioni di gestione Patto della salute art. 5 punto 15 " Per un efficientamento del settore delle cure primarie, si conviene che è importante una ridefinizione dei ruoli, delle competenze e delle relazioni professionali con una visione che assegna a ogni professionista responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni e obiettivi, abbandonando una logica gerarchica per perseguire una logica di governance responsabile dei professionisti coinvolti prevedendo sia azioni normativo/contrattuali che percorsi formativi a sostegno di tale obiettivo Garantire la possibilità di accesso alle posizioni di direttore di SC a tutte le professioni sulla base di requisiti di carattere curriculari ed esperienziali che garantiscano la possibilità di una governance funzionale. Materiale a cura del Collegio IPASVI di Torino 4 maggio 2015 Pagina 1

2 Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi della ASL (pagina 3) Alla base vi è la logica del dialogo anche telematico e informatico tra i sistemi usando il sistema informativo aziendale (flussi informativi EMUR e NSIS del territorio attuali e invia di definizione (come indicato dal Patto della salute art. 5 punto 11) (pag. 10) Strumenti per l'integrazione delle cure primarie e della continuità assistenziale (pag. 12) Centrali operative del territorio (CURAP) L'architettura del sistema informatico deve sostenere l'attività del distretto nell'attività e documentazione delle: attività svolte - prestazioni ambulatoriali procedure operative (esempio CUP) ma anche per l'erogazione dell'assistenza (esempio - SID) l'integrazione degli operatori nell'ambito delle cure domiciliari (esempio ADI) per la monitorizzazione dei percorsi PDTA (in particolare quelli definiti prioritari nell'azione regionale per l'integrazione dei servizi (esempio cure domiciliari - ambulatoriali - DEA ) L'attuale utilizzo del sistema WEB anziani evidenzia criticità in quanto più orientato alla raccolta di dati per l'evidenza statistica del lavoro svolto piuttosto che base per la pianificazione ed erogazione integrata delle cure dalla quale trarre l'informativa per documentare il lavoro svolto Garantire la costruzione del sistema avvalendosi degli esperti infermieristici sul campo Individuare set sperimentali per la dematerizalizzazione della cartella del paziente Materiale a cura del Collegio IPASVI di Torino 4 maggio 2015 Pagina 2

3 Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi della ASL Pag (11) Definire modelli organizzativi innovativi (pag. 12) Le strutture Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) Unità di cure primarie (UCCP) E' evidente la volontà della Regione di snellire complessivamente la struttura dell'offerta affinché siano garantite risposte tempestive e su un arco temporale delle 24 ore e nel rispetto di quanto sancito dal Patto della Salute art. 5 e normativa successiva E' necessario definire un coordinamento infermieristico vista - la complessità dell'attività - la struttura organizzativa che da una parte necessita di mantenere un unico ICCP distrettuale e, dall'altra la possibilità in taluni ambiti di avere più servizi dislocati nelle diverse aree territoriali del distretto rispondere a quanto definito DPCM sugli Standard Ospedalieri attribuendo la responsabilità della gestione dei CAVS a infermieri in possesso dei requisiti Materiale a cura del Collegio IPASVI di Torino 4 maggio 2015 Pagina 3

4 Rete territoriale. I principi per la definizione degli assetti organizzativi della ASL (pag. 10) diventa necessario definire modelli organizzativi innovativi (pag. 11) da punto di vista gestionale mettere insieme l'assistenza sociale L'innovazione perseguita dalla Regione deve per prima cosa funzionalmente rivedere le modalità di presa in carico definite dalle DGR del 28 marzo 2012 DGR del 25 giugno 2013 Gli adattamenti che nel tempo sono stati effettuati nelle singole realtà aziendali devono trovare recepimento e formalizzazione da parte della Regione Necessità infermiere "stile bed manager" per la realtà territoriale infermieri quali interfaccia tra territorio e ospedale per la presa in carico tempestiva e la continuità dell assistenza sperimentazione di modelli di assistenza infermieristica d'iniziativa A oggi diverse iniziative sono state portate avanti dagli infermieri per sopperire alle difficoltà e fornire prestazioni di qualità ed efficienza di servizio. E' oggi tempo di riconoscere e formalizzare tali iniziative dando visibilità e forza a un'area di assistenza sulla quale si fonda la possibilità concreta di risposte adeguate. Materiale a cura del Collegio IPASVI di Torino 4 maggio 2015 Pagina 4

5 In tale senso è quindi necessario, oltre a quanto riportato precedentemente: Prevedere, in ogni Azienda a livello delle Direzioni delle Professioni Sanitarie, la formalizzazione di un dirigente infermieristico a sostegno dell integrazione dei servizi territoriali afferenti alla specifica ASL e alla sperimentazione di modelli organizzativi innovativi; Prevedere un Coordinamento delle Direzioni infermieristiche a livello regionale all'interno di un'area di "osservatorio regionale" per il monitoraggio e lo sviluppo dell'assistenza infermieristica complessivamente erogata /necessaria nell'ambito del Sistema sanitario Regionale; Valorizzare le risorse infermieristiche "specialistiche" presenti per ricoprire posizioni di raccordo tra ambiti di intervento ; Definire degli standard assistenziali ( clinico assistenziali e organizzativo assistenziali), sulla base della complessità assistenziale delle persone in cure domiciliari nonché delle attività strutturali previste. Materiale a cura del Collegio IPASVI di Torino 4 maggio 2015 Pagina 5

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