Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi.

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1 Agenzia nazionale per l attrazione degli investimenti e lo sviluppo d impresa SpA Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi. Una ricerca del Cerpem per Invitalia A cura di Domenico Cersosimo e Gianfranco Viesti giugno 2012 Draft

2 INDICE Capitolo 1 Una ricognizione in sei distretti produttivi: sintesi, conclusioni e proposte della ricerca Domenico Cersosimo e Gianfranco Viesti pag. 4 Capitolo 2 Il sistema produttivo territoriale dell ICT a L Aquila Lelio Iapadre pag. 48 Capitolo 3 Il Sistema aerospaziale pugliese Nicola Coniglio pag. 74 Capitolo 4 Il sistema dell aerospazio in Campania Pierfelice Rosato pag. 104 Capitolo 5 Il sistema produttivo della meccatronica in Puglia Francesco Prota pag. 137 Capitolo 6 Il sistema produttivo dell elettronica di Catania Maurizio Avola, Alberto Gherardini e Rosanna Nisticò pag. 179 Capitolo 7 Il sistema dell ICT a Cagliari Dolores Deidda pag. 243 Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 2

3 Invitalia, su impulso del Ministro per la Coesione territoriale, ha promosso un indagine di campo finalizzata a verificare e misurare le trasformazioni strutturali e congiunturali intervenute nei Sistemi Produttivi del Mezzogiorno a seguito della crisi economica degli anni , anche al fine di comprendere ed individuare la domanda di politiche industriali e di sviluppo che emergono dal mutato scenario economico in cui si trovano ad operare le imprese. L indagine riprende e aggiorna il precedente monitoraggio sui sistemi produttivi meridionali realizzato nel 2007 da Invitalia (già Sviluppo Italia) con il contributo del Dipartimento della Funzione Pubblica (e i cui principali risultati sono stati pubblicati nel volume Le sfide del cambiamento. I sistemi produttivi nell Italia e nel Mezzogiorno di oggi, a cura di Gianfranco Viesti, Donzelli Editore), focalizzando l analisi su sei Sistemi Produttivi specializzati nella produzione di beni e servizi ad elevata tecnologia localizzati in alcune regione del Mezzogiorno e che riguardano: il sistema dell ICT dell Aquila, il sistema aerospaziale della Campania, il sistema della meccatronica pugliese, il sistema dell aeronautica pugliese e il sistema dell ICT di Cagliari. La scelta di concentrare l analisi sui Sistemi ad elevata tecnologia risponde all esigenza di osservare con maggiore attenzione l evoluzione dei settori dotati di maggiori potenzialità di sviluppo che sono oggi presenti nelle regioni del Sud d Italia e di individuare, rafforzare e meglio indirizzare gli interventi a sostegni di Sistemi Produttivi che risulteranno sempre più determinanti per sostenere la capacità competitiva e la crescita economica del Mezzogiorno. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 3

4 Capitolo 1 Una ricognizione in sei distretti produttivi: sintesi, conclusioni e proposte della ricerca Domenico Cersosimo Università della Calabria Gianfranco Viesti Cerpem e Università di Bari Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 4

5 1. Questa ricerca In queste pagine presentiamo la sintesi di una vasta ricognizione sul campo in sei concentrazioni produttive ad alta tecnologia localizzate nel Mezzogiorno, realizzata dal Cerpem di Bari su incarico di Invitalia SpA. In particolare, l indagine, da noi coordinata e condotta tra febbraio e maggio 2012 da un gruppo composito di ricercatori ed esperti, ha interessato i distretti tecnologici meridionali più consistenti, differenziati e densi sotto il profilo delle imprese e dei soggetti istituzionali coinvolti: elettronica aquilana, aerospaziale campano e pugliese, ICT cagliaritano, meccatronica barese e elettronica catanese. Gli studi di caso sono stati realizzati, nell ordine appena citato, da Lelio Iapadre dell Università dell Aquila, da Pierfelice Rosato (Cerpem e Università del Salento), da Nicola Coniglio (Cerpem e Università di Bari), da Dolores Deidda (consulente indipendente), da Francesco Prota (Cerpem e Università di Bari); il caso di Catania è stato realizzato da un gruppo composto da Maurizio Avola (Università di Catania), Alberto Gherardini (Università di Firenze) e Rosanna Nisticò (Università della Calabria). Si tenga presente che nelle pagine che seguono i termini distretti, poli, sistemi produttivi sono usati, per semplicità espositiva, come sinonimi. Questi sei, sono distretti molto simili non solo per la focalizzazione in produzioni ad elevato contenuto tecnologico, ma anche per i caratteri della loro emersione, per le caratteristiche delle leadership imprenditoriali, per le leve competitive della loro evoluzione. Sono però distretti anche molto diversi tra loro. Per dimensione economica, per intensità tecnologica, per platee di imprese leader, per densità delle connessioni interaziendali, per mercati di riferimento, per prospettive di sviluppo future. Come sempre, matrici originarie a contatto con la geografia, la storia e i contesti istituzionali di luoghi specifici tendono a differenziare i loro sentieri evolutivi. Sono distretti molto importanti per il Mezzogiorno. Innanzitutto, per la testimonianza della persistenza di un Sud industriale avanzato, dinamico, aperto. Non è poco, se si pensa all intonazione politica e culturale dominante negli ultimi due decenni nel nostro paese. Sono distretti importanti perché alimentano circuiti istituzionali complessi sia nell arena delle imprese che in quella della formazione del capitale umano e della ricerca e, soprattutto, nella sfera delle interazioni e co-evoluzioni tra le due arene. Non è poco neanche questo nel Mezzogiorno della frammentazione puntiforme. Grandi imprese che attraggono altre grandi Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 5

6 imprese; grandi e medie imprese che inducono la nascita di nuove imprese locali nelle filiere della subfornitura; università che ridisegnano l offerta formativa in rapporto alla domanda delle imprese; ingegneri, informatici, fisici e tante altre figure tecniche qualificate che trovano occupazione nelle proprie città; imprese, università e centri di ricerca che danno vita a nuove e specifiche istituzioni di ricerca e sperimentazione; politiche pubbliche regionali disegnate ad hoc con e per imprese, università, strutture di ricerca. Azioni e fenomeni vitali per il Mezzogiorno, per il suo radicamento nella contemporaneità produttiva. Sono distretti molto importanti per l Italia. Nel Mezzogiorno tecnologico è sedimentato un patrimonio impressionante, unico, di capacità innovative, di saper fare sofisticato, di produzioni e istituzioni qualificate. Ovviamente, non siamo nella Silicon Valley. E neppure nei più rarefatti luoghi del Nord d Italia e d Europa connotati da fitte e complesse agglomerazioni distrettuali posizionate sulla frontiera tecnologica. Niente di tutto ciò, benché in questi poli siano dislocati potenziali produttivi e competenze tecnologiche persistenti di caratura nazionale. Sono più di 30 mila gli occupati complessivi nei sei distretti indagati, a cui bisogna aggiungere alcune migliaia di ricercatori collegati, direttamente o indirettamente, alle produzioni locali. Il fatturato totale supera gli 8 miliardi di euro, di cui circa un terzo destinato all esportazione. Nel distretto campano si concentra quasi un quarto del fatturato aerospaziale nazionale e poco meno di un quinto delle esportazioni, che salgono rispettivamente a più di un terzo e di un quarto se si sommano anche il fatturato e le esportazioni realizzate nel distretto pugliese. Il polo aquilano genera tra il 12 e il 14% dell export italiano di componenti e schede elettroniche. Le multinazionali STMicroelectronics a Catania e Micron Technology ad Avezzano sono leader mondiali di prodotti a semiconduttori. Sono distretti che generano e convivono quotidianamente con una dotazione considerevole di risorse intangibili. Un flusso sistematico di conoscenze e competenze, formali e tacite, di informazioni e sperimentazioni non sempre specifiche in grado di attivare utilizzazioni collaterali per altre produzioni. Distretti con una massa critica di requisiti localizzativi di qualità per attrarre nuovi investimenti in Italia, nel Mezzogiorno. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 6

7 2. Le origini dei distretti I distretti tecnologici meridionali hanno origini storiche lontane e tempi di incubazione molto lunghi. Tempi di sedimentazione lenti sono fisiologici per produzioni high-tech che richiedono apprendimenti e aggiustamenti continui e densità di relazioni tra platee di soggetti imprenditoriali e non. I più antichi sono i distretti dell aeronautica pugliese e campana. Nascono negli anni della prima guerra mondiale sull onda dei bisogni e delle opportunità imprenditoriali nel campo della costruzione e manutenzione di motori e velivoli militari e dell approvvigionamento bellico. Incide molto, nel caso pugliese, anche la posizione strategica nel Mediterraneo di Brindisi e degli altri aeroporti costruiti negli anni venti a Grottaglie, Galatina, Bari e Foggia. L avvio del distretto elettronico abruzzese risale, invece, agli anni a ridosso del secondo conflitto mondiale: nell ambito della ricostruzione economica del Piano Marshall, la Marconi Italiana, una società a capitale misto inglese e italiano (gruppo Iri), avvia a L Aquila uno stabilimento di produzione di valvole termoioniche nel sito delle Officine Carte e Valori della Banca d Italia distrutte da un bombardamento americano nel L incipit dei distretti dell elettronica catanese e della meccatronica pugliese è datato tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso in connessione con i processi di diffusione dell industrializzazione nel nostro paese. Nel caso siciliano è l investimento ATES, appartenente al gruppo delle imprese a partecipazioni statali, ad avviare il ciclo; diversamente, la meccatronica barese è legata inizialmente a due investimenti della Fiat, oltre a quello della svedese SKF (RIV-SKF), attorno a cui, successivamente, si addensano altre aziende multinazionali complementari. Infine, il distretto ICT cagliaritano, il più giovane, nasce circa un ventennio addietro grazie alle capacità innovative di una nuova impresa sarda, Tiscali, di combinare le nuove opportunità di mercato offerte dalla new economy con le competenze attivate dal centro di eccellenza CRS4 e con le professionalità di alto profilo provenienti dalla breve e pionieristica esperienza di Video ON Line a metà degli anni Novanta. L avvio dei distretti è sempre legato all insediamento di un grande stabilimento, spesso esterno e di proprietà pubblica. Quasi sempre è un avvio greenfield, senza accumuli e vocazioni pregressi, giacché si tratta per lo più di investimenti sulla frontiera produttiva dell epoca. La grande dimensione è dunque decisiva. Per la scala produttiva, per le competenze tecnologiche necessarie, per i legami con i centri di ricerca, per i collegamenti internazionali, per le risorse finanziarie e organizzative di partenza, per gli elevati investimenti in ricerca e sviluppo. E ovunque così, non soltanto nel Mezzogiorno. Anche nell industrializzazione del Nord, molto precedente a quella meridionale, l ingresso in comparti nuovi è avvenuto spesso con l arrivo di gruppi imprenditoriali, tecnologie e Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 7

8 capitali dall esterno. Le imprese a partecipazione statale sono le più attive, con investimenti diretti cospicui e continui, anche con l acquisizione di stabilimenti privati preesistenti, con accordi di subfornitura e di coproduzione con gruppi industriali multinazionali. Gli insediamenti Agusta, Alfa Romeo-Iri, Filotecnica Salmoiraghi, Aeritalia, Space Software Italia e Alenia sono fondamentali per i distretti aeronautici campano e pugliese. Marconi Italiana e Italtel per il distretto elettronico abruzzese. ATES-Stet per lo sviluppo dell Etna Valley. Solo nella genesi e nella crescita del distretto ICT di Cagliari le partecipazioni statali non giocano il ruolo di imprese motrici, anche se lo start up è favorito e influenzato da seminali investimenti pubblici nel campo degli insorgenti servizi web. Significativi sono pure gli insediamenti industriali di imprese straniere. Siemens e Texas Instruments hanno avuto e Thales e Micron hanno tuttora un ruolo rilevante nel distretto elettronico abruzzese. L Aerospatiale di Tolosa per il distretto aeronautico campano. STMicroelectronics, Micron, Nokia e IBM sono importanti per il distretto elettronico catanese. La Bosch è rilevante per il rilancio e la diversificazione del distretto meccatronico pugliese. Meno importante è il ruolo dei grandi gruppi industriali privati italiani. La Fiat è la più presente, in linea con la spiccata strategia del gruppo torinese di meridionalizzazione dei nuovi investimenti a partire dagli anni settanta. Gli impianti Fiat Aviazione, poi Avio, sono siti produttivi rilevanti nei distretti aeronautici campano e pugliese, così come lo stabilimento di impianti frenanti nel distretto della meccatronica pugliese. Esile è la presenza di gruppi imprenditoriali privati, specie locali: la SACA, l apripista storica del distretto aeronautico pugliese degli anni trenta, le OFM-Officine Ferroviarie Meridionali e le IAM-Industrie Aeronautiche Meridionali, anch esse protagoniste storiche della nascita del distretto aeronautico campano negli anni a ridosso della prima guerra mondiale; la Partenavia e Tecnam dei fratelli Pascale attive pure queste nel distretto campano; e, soprattutto, Tiscali, l impresa motrice dell ITC cagliaritano. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 8

9 3. L evoluzione dei distretti La morfologia interna dei distretti cambia molto nel corso del tempo. Questi sei distretti tecnologici meridionali sono alquanto fluidi in termini di imprese, di assetti organizzativi, di relazioni interaziendali, di prodotti e mercati. E fisiologico per attività ad alta tecnologia e integrate in catene produttive lunghe in continua trasformazione spaziale, della leadership, degli apparati organizzativi. Gli insediamenti iniziali subiscono modifiche plurime, rare volte declinano e scompaiono, molte altre volte assumono nuove configurazioni proprietarie, produttive, organizzative e di mercato. Il motore delle trasformazioni è la grande impresa, il centro attorno a cui ruota, con diversa intensità nei diversi distretti, il resto del sistema produttivo locale. Quasi sempre, a ridosso delle iniziative pioniere arrivano nuove imprese esterne, impianti multinazionali attirano nuovi impianti multinazionali con tecnologie affini, si dilata il tessuto delle imprese locali di subfornitura di capacità, di specialità e di servizi, cambiano le reti di interdipendenza, si infittiscono i legami con i centri di ricerca locali e non, cambiano le prospettive e le aspettative delle università e dei laureati del bacino più prossimo agli impianti produttivi, si allarga lo spazio degli insediamenti coinvolti e dei flussi informativi e formativi, si moltiplicano i processi di fusione, acquisizione, cessione di ramo d azienda. Alcune imprese innovative e vitali con il tempo declinano, sguarnendo i territori di insediamento di accumuli di competenze, capacità e saper fare. Lo stesso è avvenuto in molti casi al Nord, anche se nel Mezzogiorno la scomparsa di una grande industria implica spesso una dissipazione secca di capacità a causa del più elevato isolamento degli stabilimenti. Tuttavia, nei distretti tecnologici indagati sono pochissimi i casi di grandi insediamenti scomparsi definitivamente. Subiscono cambiamenti importanti, semmai ripetuti cambi di proprietà e di denominazione, ma persistono. D altro canto, investimenti importanti e talvolta strategici per gli interi gruppi di appartenenza, non è facile che abbandonino il campo. Non è facile anche perché quegli investimenti hanno generato indotti e ispessimento del tessuto economico locale, anche perché sostenuti da condizionanti e generose agevolazioni pubbliche nazionali e regionali. Solo in Abruzzo e a Catania, vi sono stati casi di chiusure di attività facenti capo a gruppi multinazionali. L evoluzione del distretto catanese è segnato dalle strategie e dall evoluzione dell industria leader, la STMicroelectronics di proprietà italo-francese, produttrice di componenti microelettronici. L impianto Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 9

10 catanese, che nasce come investimento della ATES-STET negli anni sessanta, subisce due cambiamenti proprietari importanti. Nel 1972, dalla fusione tra ATES e SGS Fairchild, nasce la SGS ATES e, nel 1987, l ulteriore fusione con la Thomson Semiconducteurs dà vita alla SGS Thomson, che nel 1998 diventa STM. Le generose agevolazioni pubbliche, sotto forma di incentivi al capitale e sgravi fiscali, le fitte relazioni collaborative con i centri di ricerca locali, la disponibilità di capitale umano qualificato e motivato, la presenza di un leader carismatico, l ingegnere Pasquale Pistorio, amministratore delegato dal 1980 al 2005, e le favorevoli condizioni di mercato, concorrono a determinare una crescita sostenuta della produzione e dell occupazione della STM fino a metà del primo decennio del nuovo secolo. In quegli anni, il sito catanese diventa un punto di riferimento strategico per l intero gruppo multinazionale. Nel boom del distretto, tra il 1994 e il 2001, STM assume circa nuovi lavoratori, prevalentemente giovani diplomati negli istituti tecnici locali e laureati nell Università di Catania e in parte anche in altre università meridionali. Cresce molto la STM e crescono tanto anche l occupazione e le attività indotte, sia manifatturiere che di servizi. Arrivano e investono a Catania numerose imprese multinazionali, Nokia, Magneti Marelli, IBM e altre. L arresto della crescita si verifica negli anni dopo il Per il cambiamento dello scenario globale che implica la perdita di quote mercato dell Europa a scapito del paesi asiatici; per la grande crisi del 2008 e 2009 che deprime la domanda rivolta all industria delle industrie ; per la crisi di leadership con l uscita di scena dell ingegnere Pistorio; per il fallimento del progetto del Modulo M6 destinato alla produzione di memorie flash di 12 pollici, seppur sostenuto da un apposito Contratto di programma con notevoli risorse finanziarie pubbliche. Questo fallimento comporta, nel 2007, la cessione da parte della STM del ramo d azienda delle memorie e del relativo personale, circa 550 dipendenti, alla Flash Memories Group a cui subentrerà nell anno successivo la Numonyx, una nuova società costituita da STM, Intel e Francisco Partners. La Numonyx, che non diventa mai operativa, nel 2010 cede il pacchetto proprietario, parte dello stabilimento e 350 dipendenti a Micron Techology, azienda americana leader nel settore delle memorie, che avvia un laboratorio di design, di analisi e di misura. Sempre nel 2010, per utilizzare una parte delle agevolazioni previste dal Contratto di programma a supporto del progetto Modulo M6, STM, Enel Green Power e Sharp danno vita alla 3Sun, un impresa per la produzione di moduli fotovoltaici a film sottile con circa 300 dipendenti. L impianto apripista del distretto elettronico aquilano, Marconi Italiana, negli anni sessanta e settanta subisce vari passaggi proprietari (Ates, Sit-Siemens, Italtel) e la riconversione produttiva dalle valvole termoioniche alle apparecchiature elettromeccaniche per la telefonia. La crisi di competitività e tecnologica negli anni ottanta, indotta dal passaggio dall elettromeccanica all elettronica, determina ristrutturazioni e ridimensionamenti occupazionali, mentre le privatizzazioni del decennio successivo e il venir meno del sostegno privilegiato della domanda pubblica favoriscono l ingresso di partner stranieri Siemens subentrata all Italtel nel 1999 e successivamente Flextronics interessati però più ad acquisire quote di mercato che alle capacità produttive. Negli più recenti, segnati dall aggravamento della crisi e da politiche marcatamente difensive, entra in scena il gruppo industriale privato italiano Finmek Solutions che tuttavia fallisce nel Tre delle principali imprese che restano nel polo aquilano (Thales Alenia Space, Selex Elsag e Technolabs), sono in qualche modo riconducibili alla storia del grande stabilimento Italtel. Si tratta di imprese che, con denominazioni e assetti proprietari diversi, sono nate da processi di scorporo e cessione di attività precedentemente svolte da Italtel o comunque ne hanno assorbito una parte Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 10

11 dei lavoratori. Le prime due riflettono in qualche modo il passaggio delle partecipazioni statali da una presenza non più sostenibile nella manifattura di componenti elettronici (Italtel) a produzioni più specializzate e qualificate nel campo della difesa e dello spazio (Finmeccanica). Nell altro polo elettronico di Avezzano la trasformazione rilevante avviene nel 1998, quando la Micron Technology acquista la divisione memorie e lo stabilimento abruzzese della Texas Instruments, avviato alla fine degli anni ottanta. Il distretto ICT cagliaritano è inizialmente centrato unicamente su Tiscali, che nasce nel 1998 come impresa di telefonia e l anno successivo, a seguito della liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, si afferma come il primo operatore a promuovere il free Internet in Italia, contribuendo alla diffusione di massa di Internet nel nostro paese. Fino ai primi anni duemila Tiscali cresce molto nel mercato internazionale delle telecomunicazioni, mentre al suo contorno nascono diverse altre imprese locali attive soprattutto nei servizi informazione e comunicazione. Negli anni successivi Tiscali subisce la crisi della new economy ed è costretta a dismettere le controllate estere e a perseguire severe ristrutturazioni, diventando un impresa più piccola, concentrata sul mercato nazionale ma orientata a riposizionarsi sull'offerta di servizi innovativi ad alto valore aggiunto per la comunicazione digitale integrata. Nell ultimo decennio entrano in scena nuovi attori imprenditoriali, molti piccoli, specializzati prevalentemente nel software applicativo o in tecnologie innovative per le telecomunicazioni tra cui spicca Abbeynet, mentre un' impresa di medie dimensioni, Akhela, si afferma in mercati emergenti anche grazie alla qualificazione delle sue risorse umane. La prima nasce a Cagliari nel 2000 per iniziativa dell imprenditore sardo Gianluca Dettori come impresa di telecomunicazioni con 15 dipendenti legata soprattutto alle commesse Telecom. Negli anni seguenti, con la crisi del settore delle telecomunicazioni e il blocco delle commesse Telecom, l impresa sviluppa prodotti tecnologici propri nel campo della telefonia VoIp, la tecnologia che permette di telefonare via Internet. Akhela nasce nel 2004 e diventa la good company in cui si fanno confluire le aziende del fallito progetto Città dell'innovazione del gruppo Saras Moratti. Si specializza nella produzione di sistemi e servizi informatici per la gestione di infrastrutture complesse e la sicurezza di impianti industriali e in sistemi multimediali, arrivando ad occupare circa 200 dipendenti, di cui metà ingegneri laureatisi nell Ateneo cagliaritano. Nel marzo 2012 è acquisita dalla multinazionale italiana Solgenia (ex Olivetti), leader nel mercato delle soluzioni e servizi applicativi nell area della gestione aziendale. Nel distretto della meccatronica barese, gli iniziali investimenti Fiat dei primi anni settanta rappresentano la principale condizione localizzativa per l arrivo di altri gruppi industriali nazionali e stranieri, prima tra tutti la Bosch. Molto interessante è la vicenda della multinazionale tedesca. Nel 1994 acquista i diritti per l industrializzazione dell innovativo sistema Common Rail, sviluppato da ricercatori baresi nel centro di ricerca Fiat Elasis di Modugno (e che avrà un colossale successo di mercato), e crea la Tecnologie Diesel Italia in joint venture con Magneti Marelli. Due anni dopo acquista la Allied Signal, tra cui lo stabilimento di Bari (sistemi frenanti); pochi anni dopo, attraverso la sottoscrizione di un Contratto di programma, realizza due nuovi investimenti industriali e un progetto di ricerca nel campo dell evoluzione dei sistemi frenanti. A metà anni novanta risale l investimento di un altra multinazionale tedesca, il Gruppo Getrag, impegnata nella produzione di un nuovo cambio manuale a cinque marce. La Getrag decide di localizzarsi nel nostro paese, in particolare nel barese, per gli incentivi pubblici, per la Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 11

12 tradizione meccanica locale, per la qualità e il basso costo della manodopera e per la presenza di altre imprese multinazionali. Il distretto aerospaziale campano è caratterizzato una sistematica evoluzione degli assetti proprietari e produttivi. In particolare, il susseguirsi di fusioni e accordi di produzione è determinato soprattutto dalla necessità di far conseguire agli impianti elevati assetti dimensionali e tecnologici, indispensabili per poter giocare un ruolo importante in un settore sempre più globale e dominato da pochi grandi player. Lo stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano avviato nel 1939 per la produzione di motori Alfa AR 115, con l impiego di addetti, può essere considerato l effettivo investimento start up del distretto. Distrutto dai tedeschi sul finire della seconda guerra mondiale viene ricostruito dall IRI-Finmeccanica che nel 1948 vi insedia due imprese, la Aerfer - Officine di Pomigliano per le Costruzioni Aeronautiche e Ferroviarie e l Alfa Romeo. Dopo poco più di venti anni, nel 1969, l Aefer si fonde con Fiat Aviazione e Filotecnica Salmoiraghi del gruppo Finmeccanica per dare vita all Aeritalia per la produzione dapprima dei pannelli del DC e poi del DC10 con circa dipendenti iniziali che, nel giro di pochi anni, diventano oltre Tredici anni dopo, nel 1982, l Aeritalia realizza una joint venture con la francese Aerospatiale di Tolosa per la produzione del primo modello di velivolo regionale, l ATR. Otto ani dopo, nel 1990, l Aeritalia si fonda con la Selenia e nasce l Alenia, un grande gruppo con dipendenti. E in questo periodo che nello stabilimento di Alenia di Nola comincia la stagione della produzione di aerostrutture in subfornitura per Airbus e Boeing, i due più grandi committenti globali. Cambi societari interessano anche la produzione di motori, seppure con minore intensità a ragione della più modesta consistenza e della più contenuta complessità organizzativa e tecnologica del comparto. L iniziale stabilimento Alfa Romeo passa prima all Alfa Avio, poi alla Fiat Avio e infine all Avio, che costituisce oggi la principale attività motoristica aeronautica del distretto. Meno fluida è l evoluzione del distretto aerospaziale pugliese. La Società Anonima Costruzioni Aerei (SACA), l azienda pioniera del distretto nata nel 1934 ad opera dell avvocato Marcello Indraccolo, resta in vita per più di 40 anni, arrivando a contare oltre dipendenti impegnati nella produzione di aereostrutture e di motori. Sulle sue ceneri, nel 1977 nasce l impianto Agusta per la produzione dei componenti dell ala rotante e nel 1979 quello Fiat Aviazione, in seguito Avio, per la costruzione e manutenzione di motori. Nei primi anni settanta s era già insediata l Alenia con uno stabilimento a Foggia dedito alla produzione di parti strutturali di aeromobili in materiale composito. Successivamente, l Alenia acquisisce lo stabilimento delle Officine Aeronavali di Venezia di attività di manutenzione di velivoli ad ala fissa con i relativi hangar ubicati all interno del sedime aeroportuale. Più di recente, negli anni novanta, l Alenia, il principale player attuale, avvia un altro grande stabilimento a Grottaglie specializzato nella realizzazione di sezioni di fusoliera per il nuovo velivolo B787 della Boeing. La presenza di questi grandi attori industriali induce la nascita e lo sviluppo di un discreto numero di piccole e medie imprese di subfornitura, sovente fondate da ex dipendenti. L impresa principale del settore spazio è, invece, la Space Software Italia (SSI), insediatasi a Taranto sul finire degli anni ottanta a seguito Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 12

13 di una joint venture tra Aeritalia e Computer Sciences Corporation, specializzata in sistemi software spaziali e real-time integrati e, più di recente, in software basati su sistemi swarm intelligence. 4. I meccanismi di sviluppo I principali meccanismi di sviluppo di queste aree sono tre: la crescita del capitale umano e il rafforzarsi delle attività di ricerca; i rapporti fra le grandi imprese e attività indotte; l azione delle politiche pubbliche, dirette e indirette. Vediamoli in quest ordine. Contano moltissimo capitale umano e ricerca. L elemento più importante nell evoluzione delle sei aree analizzate è il ruolo della formazione tecnica e terziaria, della ricerca applicata e delle reti tra industria e università-centri di ricerca. Un asset fondamentale della nascita e dello sviluppo dei distretti è la qualità del capitale umano specifico. Ingegneri, informatici e tecnici intermedi sono le figure chiave nelle catene del valore e nei processi innovativi aziendali. Le università hanno svolto e svolgono un ruolo cruciale, fornendo alle imprese dei distretti giovani laureati di buona qualità. Flussi persistenti di capitale umano di qualità a costo relativamente limitato assecondano lo sviluppo delle imprese e la loro persistenza. Contano molto la permeabilità e le capacità di adattamento delle università locali, in special modo delle facoltà di ingegneria e di scienze, alla domanda del sistema produttivo. Contano molto anche le capacità di dialogo e le sinergie strette tra mondo produttivo e mondo della formazione e della ricerca, sotto forma di tirocini formativi pre e post-laurea, l impegno diretto delle imprese nelle attività didattiche, di servizi di placement post-laurea, di ideazione e sviluppo di progetti congiunti di ricerca applicata. Importantissimi sono anche le relazioni dirette tra singoli docenti e ricercatori con dirigenti e tecnici aziendali. Ovunque, si nota nettissima una doppia influenza: da un lato, gli investimenti si dirigono nelle aree dove è possibile fare abbondante ricorso a risorse umane qualificate; dall altro, la presenza di nuovi impianti innovativi accentua gli orientamenti delle università locali verso la formazione tecnico-scientifica e verso le discipline più direttamente legate alle specializzazione delle industrie. Nascono nuovi corsi laurea, nuovi insegnamenti, nuovi dottorati e master in ingegneria elettronica, delle comunicazioni, informatica, in scienze dell informazione. La localizzazione di una nuova grande impresa esercita uno straordinario effetto di segnalazione per il mercato del lavoro locale. Migliaia di giovani meridionali, rompendo con Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 13

14 la tradizione, imboccano canali formativi tecnico-scientifici impensabili prima dell insediamento della grande fabbrica. Moltissimi giovani ingegneri, informatici e tecnici trovano occupazione in queste imprese e possono quindi continuare a vivere e produrre nei propri luoghi. Diversi, col tempo, diventano essi stessi imprenditori, come subfornitori degli impianti di provenienza o in altre attività. Nascita, sviluppo e potenzialità future dei distretti tecnologici dipendono molto dalla disponibilità di prossimità di centri di ricerca eccellenti e dall intensità degli scambi di conoscenza tra imprese e mondo della ricerca. Importante è la presenza di centri di ricerca e di reti di università in grado di sostenere le dinamiche evolutive delle imprese attraverso attività di ricerca industriale, di sperimentazione, di trasferimento tecnologico e gestione delle innovazioni di processo e di prodotto. Rilevante è pure la presenza di laboratori di ricerca interni alle imprese e di strutture specializzate esterne ad imprese e università ma animati congiuntamente da imprese, università e altri istituzioni di ricerca. Sono strutture che si reggono sulla domanda di innovazione delle imprese ma che a loro volta alimentano l innovazione aziendale, senza un prima e un dopo ma lungo una traiettoria di coevoluzione. Altrettanto importante, soprattutto per gli impianti locali di proprietà di imprese multinazionali, è l integrazione nei circuiti globali della ricerca dove team eccellenti di ricercatori realizzano le applicazioni scientifiche più rarefatte e sofisticate. La disponibilità di capitale umano specifico è un punto di forza del distretto dell elettronica catanese. Il progressivo consolidamento dell Etna Valley ha incoraggiato l espansione dell Ateneo catanese verso la formazione in materie scientifiche, in primo luogo ingegneria elettronica, fisica e informatica. Due ricercatori-docenti su tre dell Università di Catania afferiscono a discipline tecnico-scientifiche; per tutti gli anni del primo decennio del duemila gli iscritti ad ingegneria e a scienze crescono molto più rapidamente degli immatricoli e ogni anno si laureano più di ingegneri; la maggior parte dei dottori di ricerca e dei laureati in discipline scientifiche svolge stage o tesi di laurea in imprese del sistema produttivo locale, innanzitutto alla STM, con buone prospettive di assunzione. Molto intense sono le relazioni collaborative tra il mondo delle imprese e il mondo della ricerca. Molte collaborazioni informali tra singoli ricercatori o dipartimenti e singole imprese e, con passare del tempo, molte collaborazioni formalizzate tra istituzioni di ricerca e imprese, crescenti progetti di ricerca congiunti. Negli anni ottanta, Università, CNR e imprese danno vita al Consorzio per la Ricerca sulla Microelettronica nel Mezzogiorno (Co.Ri.M.Me.) e al Consorzio Catania Ricerche nonché a due laboratori di ricerca pubblici, Superlal e Imitem, all interno di STM. Un ruolo centrale è giocato dall Istituto per la microelettronica e i microsistemi (IMM) del CNR, non solo per la qualità delle ricerche realizzate nel campo delle proprietà dei materiali a livello atomico e del trasferimento tecnologico, ma anche per lo scambio di personale che Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 14

15 facilita il matching tra esigenze delle aziende e organizzazione della ricerca, tra fabbisogni industriali e prototipizzazione di applicazioni di nuovi materiali. L eccellenza dell IMM è sostenuta da cospicui finanziamenti pubblici e privati, 10 milioni di euro nell ultimo decennio, che consentono l ammodernamento continuo della strumentazione di ricerca. Negli ultimi anni però, con le difficoltà della STM, le collaborazioni diventano più problematiche, l Università perde colpi. Si riducono fortemente gli iscritti ad ingegneria, perfino in forme più drastiche del contemporaneo ridimensionamento delle iscrizioni all Ateneo. E più difficile da parte delle imprese stabilire convenzioni per stage e tirocini con l Università. In generale, l Università inizia un progressivo disimpegno nelle relazioni con le imprese e verso la cosiddetta terza funzione degli atenei. Si accresce così lo scollamento istituzionale tra i due mondi e tra istituzioni della ricerca, e le collaborazioni si fanno più frammentate. In Abruzzo, nei primi anni duemila, le facoltà di ingegneria e di scienze arrivano a laureare in discipline ICT tra il 50 e il 60% dei laureati totali in discipline tecnico-scientifiche e, ancora oggi, nonostante il forte ridimensionamento quantitativo del distretto, circa 10 laureati su 100 sono informatici e ingegneri elettronici. La cooperazione imprese-università si concretizza nell avvio di nuovi laboratori di ricerca comuni, come quello in corso di realizzazione tra la Thales Alenia Space e il Centro di ricerche elettroottiche (CREO) dell Università dell Aquila, e in iniziative di formazione specialistica come la Space Academy Foundation. La collaborazione con le imprese ha implicato anche la valorizzazione di attività di ricerca svolte autonomamente dall Ateneo aquilano, come quelle del centro di eccellenza di Design Methodologies for Embedded Controllers, Wireless Interconnect and Sistem-on-Chip (DEWS), focalizzato sulle applicazioni sociali dell elettronica avanzata, in campo ambientale, sanitario e alimentare. Va inoltre segnalata la recente istituzione del Gran Sasso Science Institute, una scuola di dottorato internazionale gestita dall INFN indirizzata alla formazione e alla ricerca nelle scienze di base e alle tematiche relative all intermediazione tra ricerca e impresa. All origine del rapporto molto stretto tra l Università aquilana e le imprese del distretto ICT c è la Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli, avviata nel 1972 dalla STET e divenuta famosa come uno più qualificati centri europei di formazione e innovazione nel campo dell ICT. La Scuola ha avuto un ruolo importante tanto nell orientare l Ateneo verso la formazione nei settori innovativi dell informatica e dell elettronica quanto nel favorire gli scambi tra imprese e ricercatori. L università è molto importante anche per lo sviluppo del distretto cagliaritano dell ITC. Soprattutto per la formazione di ingegneri e, in misura minore, di informatici. Nell ultimo quinquennio cresce il numero dei laureati in ingegneria provenienti dai corsi di laurea più prossimi agli sbocchi occupazionali ICT (ingegneria dell'informazione, elettronica e delle telecomunicazioni) che passano da una media di 111 laureati all anno nel periodo a 128 negli anni successivi; al contrario si riduce il numero di laureati in informatica (in media, solo 14 all anno negli anni più recenti a fronte dei 34 dei primi anni duemila). Il dipartimento più coinvolto nelle attività del distretto è quello di Ingegneria elettrica ed elettronica (DIEE), soprattutto per le attività formative, stage e tirocini di laureandi e laureati in imprese locali, visite d istruzione degli studenti presso i grandi player ICT globali (Apple, Google, Cisco, HP, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 15

16 IBM, T&T, Microsoft) e la partecipazione attiva alle attività didattiche da parte di tecnici e manager delle imprese locali. Il DIEE è molto attivo anche in attività congiunte di ricerca e sperimentazione di prodotti innovativi. Meno rilevante è la presenza dell Università in quanto tale; nonostante la ricchezza di strumenti a disposizione (spin off, Laison Office, Centro di competenze) sembra prevalere una gestione burocratico-amministrativa con scarsi effetti in termini di innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese. Il CRS4, che pure ha svolto un ruolo determinante nella fase nascente del distretto come volano scientifico e tecnologico delle imprese pioniere e come palestra formativa di altre nate più recentemente, ha serie difficoltà a collegarsi organicamente con le imprese locali e ad operare perché i prodotti di ricerca si trasformino in progetti industriali. Problema, questo, che il Parco scientifico e tecnologico Polaris, dove il CRS4 è ospitato, ha tentato di affrontare senza esiti finora finora apprezzabili - con l'avvio di 9 laboratori in campi rilevanti dell'ict del futuro, gestiti congiuntamente da ricercatori (del CRS4 e dell'università) e imprese. Nel distretto aereospaziale pugliese circa il 10% degli occupati è costituito da ingegneri e tecnici ad elevata specializzazione e altrettanti sono gli occupati diretti in attività di R&S. Le imprese beneficiano dell offerta eccellente delle facoltà di ingegneria e scienze del Politecnico e dell Università di Bari e dell Università del Salento. Il sistema universitario regionale laurea in media più di ingegneri all anno e più di laureati in scienze matematiche, fisiche e naturali. Il distretto assorbe soprattutto ingegneri meccanici, elettronici, gestionali, ma anche fisici, chimici, informatici e tecnici specializzati. Molto importante, per le produzioni dell area, è il ruolo dei tecnici diplomati. Dal 2012 l ITS Aerospazio Fermi di Francavilla, d intesa con le imprese del distretto, ha iniziato la formazione di 25 tecnici a supporto della produzione aeronautica: ore di formazione, di cui la metà erogata da docenti esterni provenienti dal mondo delle imprese, per lo più Finmeccanica, e 600 ore di stage in azienda destinate a diplomati delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Dense sono le relazioni di ricerca tra università e imprese, soprattutto con quelle più grandi; coinvolgono direttamente circa 500 ricercatori e 400 addetti in attività in R&S. In particolare, nel distretto si sono consolidate competenze scientifiche e industriali considerevoli nella filiera dei materiali compositi (ricerca, test, prototipizzazione, produzione, riciclaggio) importanti per le imprese aeronautiche ma di potenziale utilizzo in altri settori industriali. Intorno alle imprese campane dell aereospazio è cresciuta nel tempo una ricca e articolata trama di infrastrutture formative e centri di ricerca, pubblici e privati. Nel sistema universitario sono attivi ben 19 corsi di laurea in ingegneria (elettronica, meccanica, automazione, logistica e altri) che forniscono alle imprese core e a quelle meccaniche ed elettroniche del distretto abbondanza di capitale umano adeguatamente formato. Negli ultimi anni, inoltre, sono state avviate in collaborazione da Itis, Università e imprese grandi e medie anche diverse iniziative rivolte a formare figure tecniche intermedie, come quelle di disegnatore progettista strutturale aeronautico, di tecnico della produzione aeronautica e di tecnico superiore per disegno e progettazione industriale. Molte e variegate sono le reti tra università e altre istituzioni di ricerca e imprese leader per sviluppare e sperimentare progetti innovativi, come nel caso del CIRA (Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale), un centro di ricerca pubblico-privato, a cui collabora tra l altro la Tecnam per la realizzazione di una macchina che possa volare in assenza del pilota, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 16

17 e dell IMAST (Distretto Tecnologico sull Ingegneria dei Materiali Polimerici e Compositi e Strutture). Diversi sono anche i laboratori e i centri promossi autonomamente da dipartimenti universitari, CNR e singole imprese. L attore rilevante è il Centro Ricerche Aerospaziali Italiano, che associa tutti i principali centri di ricerca pubblici che hanno sede in Campania e alcune società private di ricerca. Anche per il distretto delle meccatronica barese, la presenza di capitale umano qualificato è un sicuro punto di forza. Il Politecnico di Bari laurea oltre ingegneri all anno, un numero più che doppio rispetto ai primi anni duemila, di cui un quarto in ingegneria industriale. Ad un anno dal conseguimento del titolo lavora il 43% dei laureati al Politecnico, un valore non molto lontano da quello registrato per i laureati al Politecnico di Torino (49%), di cui più di uno su quattro nell industria manifatturiera, l 11% nel comparto meccanico. Nell anno scolastico , nell ITS Cuccovilo di Bari è partito l Istituto tecnico superiore per la meccanica e la meccatronica per la formazione biennale di tecnici superiori per la produzione e di tecnici superiori di automazione integrata e meccatronica. Alla progettazione e alla realizzazione dei corsi hanno contribuito ampiamente le imprese del settore, per cui è assai probabile l assorbimento dei nuovi tecnici nei cicli produttivi locali. Alquanto densa è la presenza di laboratori e centri di ricerca orientati alle attività di ricerca nel campo della meccatronica. Spiccano, innanzitutto, i Dipartimenti di ingegneria meccanica e gestionale, elettrotecnica ed elettronica, civile ed ambientale del Politecnico di Bari, nei quali si concentrano competenze scientifiche e tecniche in aree cruciali della meccatronica. Molti importanti sono pure le attività di ricerca realizzata nei sette Laboratori direttamente collegati alle problematiche della meccatronica del Dipartimento Interateneo di Fisica tra Università e Politecnico di Bari, nonché quelle realizzate nel Dipartimento di ingegneria dell innovazione dell Università del Salento e negli Istituti del CNR di tecnologie industriali e automazione, sui Sistemi intelligenti per l automazione e di Microelettronica e microsistemi. Grande impresa e indotto. La grande impresa dei distretti è spesso un catalizzatore di nuove imprese esterne e di nuove piccole imprese locali. Sovente, grandi imprese favoriscono una molteplicità di medie e piccole imprese locali focalizzate sui circuiti e gli spazi di mercato della subfornitura di componenti, subsistemi complessi e servizi specifici e generali; altre volte su competenze di processo legate alla costruzione e manutenzione degli impianti. Alcune imprese locali di medie dimensioni nate come subfornitrici di parti o componenti di una grande industria con il passare degli anni riescono a conseguire livelli tecnologici e organizzativi tali da diventare fornitrici di più stabilimenti, anche esteri, e talvolta a trasformarsi in imprese finali. In questi casi, si attivano nuovi spazi di subfornitura di secondo e terzo livello per nuove imprese locali, replicando così i processi diffusivi di imprenditorialità tipici delle grandi imprese. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 17

18 Tuttavia, la grande impresa esogena in diversi casi non favorisce la nascita di nuove imprese locali di subfornitura. Perché gli stabilimenti sono verticalmente integrati, oppure perché strettamente integrati nelle reti lunghe di subfornitura internazionale o in quelle esclusive del gruppo di appartenenza; oppure perché sono troppo alte le barriere tecnologiche per le capacità locali, anche nei segmenti della produzione di singoli componenti. Complessivamente modesti sono i legami delle imprese dei distretti con imprese high-tech del Nord; più intensi sono invece i collegamenti con altre aziende estere localizzate nel distretto e con imprese localizzate in altri parti del mondo. A Catania, la crescita dimensionale, l ammodernamento e la diversificazione della STM nel corso del tempo ha determinato nuove esternalità che hanno consentito il rafforzamento dei fornitori locali di attrezzature, gas e fluidi ultra puri, prodotti chimici e l avvio di nuove imprese in grado di sfruttare le opportunità emergenti. Alla fine degli anni novanta ben 23 filiali di multinazionali e oltre 200 fornitori locali sono ubicati nei pressi o dentro lo stabilimento STM. Imprese, nuove e preesistenti, molto eterogenee tra loro per dimensioni e attività, ma accomunate dall essere coinvolte, direttamente o indirettamente, nella rete generata dal big player. La presenza di STM in sè rappresenta inoltre un importante economia di localizzazione per altre imprese esterne, in primo luogo Nokia e IBM e, da ultimo, Micron, ma anche per la nascita di nuove iniziative imprenditoriali nella produzione di beni e servizi high tech non direttamente legate ad essa ma che possono sfruttare le favorevoli condizioni di contesto. Molto sviluppate sono le relazioni produttive nell aereospaziale campano. Il nucleo di imprese core, mediamente più grandi e prime contractor a livello globale, è intimamente interconnesso, secondo una logica di prime partner, con numerose e vitali aziende locali di medie dimensioni specializzate nella produzione di parti, componenti o interi gruppi funzionali. Diverse di queste ultime hanno raggiunto livelli tecnologici tali da diventare partner di riferimento diretto dei principali assemblatori aeronautici mondiali. Ciò determina nuove opportunità di subfornitura per le imprese locali e per la diffusione nel distretto di nuovi processi di upgrading progettuali e tecnologici. Le imprese core e le prime partner inoltre praticano dense collaborazioni funzionali con numerose piccole aziende campane di subfornitura di terzo livello che, nonostante lavorino su disegni e specifiche dei committenti, presentano elevate capacità tecniche. Più problematica la crescita di piccole e medie imprese locali indotte dalle grandi imprese del distretto meccatronico barese. L elevato livello tecnologico delle imprese leader e il loro inserimento in catene del valore internazionale non ha consentito lo sviluppo di imprese subfornitrici di componenti di qualità, anche se nel segmento dell automazione alcune imprese locali sono riuscite a stabilire connessioni produttive con i grandi stabilimenti di proprietà delle multinazionali. Col tempo si sono affermate diverse Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 18

19 imprese locali a media tecnologia nel campo dell automazione industriale, dei macchinari oleodinamici da perforazione, dei dispositivi di controllo delle reti ferroviarie, cioè in comparti ad elevata specializzazione sebbene non della componentistica auto. Modeste sono anche le connessioni tra le imprese del distretto ICT di Cagliari. Tiscali, nel suo primo quinquennio di leader europeo nel settore delle telecomunicazioni, ha impatti rilevanti sul mercato locale del capitale umano qualificato e, indirettamente, sul contesto sociale e culturale, ma non svolge un ruolo trainante per le piccole imprese e nella creazione di un indotto locale. Con la sua recente riconversione - incentrata sull'offerta di servizi ad alto valore aggiunto per la comunicazione digitale integrata - da un lato e la crescente specializzazione nel campo del software delle imprese innovative locali dall'altro, sembrano crearsi ora le condizioni per una maggiore collaborazione della grande impresa con i fornitori locali, anche se le relazioni sono ancora limitate ad alcuni contratti di fornitura. Più sviluppate sono le interconnessioni tra le imprese innovative di più piccola dimensione, il networking è molto diffuso anche se spesso in forme implicite e non codificate e più raramente sotto forma di fornitura di servizi e di coproduzione. Nel distretto abruzzese, ad eccezione dei servizi generali e di qualche sparuta produzione di nicchia, le grandi imprese a controllo esterno si approvvigionano di input intermedi e collocano i loro output pressoché unicamente in circuiti internazionali, soprattutto nelle reti interaziendali interne ai gruppi multinazionali. Si configura così un modello di internazionalizzazione duale: grandi imprese proiettate sui mercati internazionali e piccole imprese locali confinate negli spazi dei mercati locali. Abbastanza rigide e stabili sono le relazioni di subfornitura tra grandi e piccole imprese del distretto aerospaziale pugliese. La particolare complessità tecnologica della produzione spinge a rapporti di fornitura dominati dai committenti, che impongono ai fornitori stringenti specifiche tecniche. Contano molto le agevolazioni pubbliche. Per la nascita e lo sviluppo dei distretti sono determinanti le politiche pubbliche, dirette e indirette. Questo non è sorprendente, con investimenti connotati da grandi dimensioni, massa critica di conoscenze rare, elevate capacità innovative, standard competitivi globali, ampio riferimento a capitale umano qualificato. Gli ingenti investimenti realizzati da imprese a partecipazione statale e da gruppi industriali misti pubblico-privato incidono in modo diretto e cruciale nell avvio dei distretti tecnologici del Mezzogiorno. Meno rilevante è il peso e l influenza diretta nelle fasi successive di trasformazione ed evoluzione dei sistemi produttivi locali. L intervento pubblico è altrettanto decisivo indirettamente. Grande importanza hanno giocato gli incentivi finanziari erogati a sostegno degli investimenti e, in particolare, la contrattazione programmata tra Stato e grandi gruppi industriali. L avvio di nuovi impianti produttivi nei distretti è stato sostenuto da rilevanti agevolazioni pubbliche sotto forma di incentivi in conto Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 19

20 capitale e in conto interesse per le immobilizzazioni tecniche, di sostegno economico della formazione professionale dei dipendenti, di opere infrastrutturali pubbliche dedicate, di contributi finanziari a programmi di ricerca applicata tarati sui fabbisogni specifici delle nuove produzioni. Nel 1952, il primo insediamento elettronico abruzzese, quello della Marconi Italiana, usufruisce di importanti contributi finanziari da parte dell Isveimer, l Istituto di credito per lo sviluppo economico dell Italia meridionale fondato dal Banco di Napoli nel 1938 e partecipato dal ministero del Tesoro. Trentacinque anni dopo, la nascita dell altro polo elettronico abruzzese avviene ad opera del gruppo statunitense Texas Instruments che realizza ad Avezzano il più grande stabilimento fuori dagli Usa di semiconduttori e chip di memoria, le materie-base dei computer, investendo circa miliardi di lire, di cui quasi 600 a carico dello Stato erogati nell ambito di uno specifico Contratto di programma. Decisivi sono i finanziamenti pubblici nello sviluppo della STM nel distretto catanese. Grazie al Contratto di programma del 1996 lo stabilimento, che sino ad allora era dedito al mero assemblaggio di componenti a basso valore aggiunto, si trasforma in un sito di produzione ad alto contenuto tecnologico e di ricerca strategica per l intero gruppo. Determinate è pure il finanziamento sotto forma di credito d imposta concesso nel 2001 alla STM per la realizzazione di un nuovo investimento per la produzione di memorie a 12 pollici (modulo M6), così come del successivo Contratto di programma del 2006, anche se il progetto di modulo M6 verrà drasticamente ridimensionato. L insediamento di diverse imprese esterne nel distretto della meccatronica barese è stato accompagnato e sostenuto da notevoli risorse finanziarie pubbliche, nazionali e regionali. La multinazionale tedesca Getrag a fronte di un investimento industriale di circa 188 milioni di euro, nel 1996 sottoscrive con il Ministero delle attività produttive e la Regione Puglia uno specifico Contratto di programma che prevede l erogazione di 117 milioni sotto forma di contributo in conto capitale. Successivamente, nel 2005, stipula un altro Contratto con la Regione Puglia ricevendo 17 milioni di euro, 12,6 per un nuovo investimento industriale e i rimanenti 4,6 milioni per investimenti in R&S, a fronte di un investimento complessivo di poco più di 37 milioni. Anche la Magneti Marelli usufruisce di risorse pubbliche regionali nell ambito di due Contratti per un importo complessivo pari a poco meno di 40 milioni di euro. Nel 2002, la Bosch stipula un Contratto di programma con il Ministero delle attività produttive per realizzare un programma di investimenti e ricerca di 198 milioni di euro nei sistemi di alimentazione dei motori diesel ottenendo circa 91 milioni di euro sotto forma di agevolazioni pubbliche. Nel 2007, invece, sottoscrive due Contratti di localizzazione, ricevendo oltre 26 milioni di lire sotto forma di incentivi a copertura di un investimento di 117 milioni. Nell ambito del POR Puglia , quattro imprese del Consorzio Sud Space ottengono circa 2,5 milioni di euro a fronte di poco più di 4 milioni di investimenti industriali e 2,1 milioni a sostegno di 3,3 milioni di investimenti in ricerca. Diverse imprese e centri di ricerca aziendali e Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 20

21 accademici hanno inoltre beneficiato di risorse pubbliche nell ambito del PON Ricerca e Competitività I contributi pubblici sono determinanti anche nel distretto aerospaziale della Puglia. E il caso dell insediamento dell Alenia nel nuovo grande stabilimento di Grottaglie; poi, nel solo triennio sono stati finanziati ben 7 Contratti di programma e 1 Piano integrato di agevolazione: circa 80 milioni di euro di agevolazioni pubbliche a fronte di 270 milioni di investimenti rivolti ad avviare nuove produzioni o migliorare e diversificare produzioni preesistenti proposti da Alenia, Agusta Westland, Avio, Space Software Italia, Costruzione Motori Diesel e da un Consorzio di piccole e medie imprese. Altre risorse pubbliche significative di provenienza regionale sono state erogate a sostegno dei processi di innovazione e di internazionalizzazione di diverse imprese del distretto, singole e associate. Nel distretto ICT di Cagliari gli investimenti high tech di Tiscali non beneficiano di incentivi finanziari ma si avvalgono del know how e delle capacità tecniche sedimentate nel contesto locale grazie al centro di ricerca pubblico CSR4, collegato al CERM, l'istituto di ricerca svizzero dove è nato il web. Il CSR4, avviato a Cagliari nel 1991 sotto la presidenza del Nobel Carlo Rubbia, diventa subito uno dei più grandi centri di calcolo nazionali, si focalizza su web e simulazione diventando un istituzione attrattiva per giovani sardi laureati in informatica, soprattutto nell Università di Pisa, che contribuiranno alla realizzazione del primo sito web italiano ( Inoltre, sempre grazie alla collaborazione con il CSR4, l editore Niki Grauso fonda nel 1994 Video On Line (VOL) - dopo aver sperimentato la pubblicazione on line, uno dei primi al mondo, del quotidiano locale L Unione Sarda - che nell anno successivo, a seguito di una massiccia campagna pubblicitaria, diffonde l'accesso ad Internet con circa abbonati, il 30% degli utenti italiani dell epoca. Quando, nel 1998, Tiscali, si affaccia sul mercato delle telecomunicazioni può dunque giovarsi delle migliori competenze accumulate nel CSR4 e di quelle transitate in Video On Line che, dopo la sua crisi e fusione in Telecom nel 1996, trasmigrano in gran parte nella nuova impresa. Nello sviluppo di alcuni distretti contano molto anche le commesse pubbliche. Come nel caso delle apparecchiature elettromeccaniche per la telefonia prodotte nel distretto aquilano e acquistate dalla Sip, per decenni monopolista pubblico, e delle produzioni dell aviazione militare campane e pugliesi, in larga parte dipendenti da commesse statali. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 21

22 5. I distretti oggi Nonostante gli intensi cambiamenti negli assetti proprietari, nelle specializzazioni produttive, nelle geometrie imprenditoriali, nelle tecnologie dominanti, i distretti tecnologici meridionali mostrano oggi un apprezzabile densità di imprese diversificate e un patrimonio di produzioni, competenze tecnologiche e quote di mercato di rilevante importanza per l intero paese. Il distretto catanese dell elettronica. Il distretto si identifica con la STM. La multinazionale italofrancese, infatti, non solo è il sito industriale più grande del sistema locale, circa addetti, l 80% di quelli totali, dediti alla produzione di semiconduttori, ma è anche il centro gravitazionale di gran parte dell indotto, locale e non, produttivo e non. La STM inoltre è un impresa performante del contesto socioistituzionale catanese, che influenza ampiamente i processi formativi e di ricerca universitari, le prospettive occupazionali, la stessa identità urbana. Un altra importante presenza è la Micron Techology Inc., che arriva a Catania nel 2010 acquistando il ramo d azienda memorie della Numonyx. Occupa 350 dipendenti, in gran parte laureati, impiegati in un laboratorio di analisi e misura dei sistemi di controllo di processi produttivi di stabilimenti Micron diffusi nel mondo. Altra impresa giovane e rilevante è la 3Sun, che nasce nel 2009 da una joint venture tra STM, Enel Green Power e Sharp nell ambito delle vicende del Contratto di programma per l investimento nel modulo M6 e diventa operativa nel 2011 nella produzione di pannelli fotovoltaici a film sottili. Occupa 285 lavoratori, di cui 37 ex dipendenti STM, e si stima che altrettanti siano gli addetti nelle attività indotte locali. Meridionale Impianti è invece un impresa più antica, che nasce negli anni ottanta, e cresce molto sulla scia dell evoluzione di STM come fornitore di facilities per l accesso ai servizi esterni, dall acqua ai gas, dall energia elettrica ai gas speciali, alle saldature orbitali che utilizzano gas ultrapuri. Col passare degli anni, la Meridionale Impianti ha costruito attorno a sé una piccola galassia di aziende in grado di fornire ogni tipo di attrezzatura, da quelle più semplici, come l allaccio alle reti di distribuzione, a quelle più complesse, come le camere bianche, e ha accumulato al suo interno un bagaglio di professionalità e di know how in grado di offrire servizi diversificati a stabilimenti sparsi in tutto il mondo. Nel frattempo, l impresa ha aperto sedi in Francia, Singapore e Marocco, arrivando ad occupare direttamente circa 400 dipendenti. Nell orbita della STM e delle imprese più grandi del distretto sono nate e si sono sviluppate nel corso del tempo alcune centinaia di piccole e medie imprese locali, nei comparti della produzione di componenti elettronici, delle telecomunicazioni, della produzione e dei servizi software e informatici. Il distretto aereospaziale campano. Il distretto è uno dei principali poli aerospaziali italiani. Fattura oltre 2,1 miliardi di euro, circa un quarto del fatturato del settore in Italia, esporta 750 milioni di euro, quasi un quinto dell intero export settoriale nazionale, ed occupa circa lavoratori, di cui nell indotto. E composto da circa 30 imprese core, che progettano e realizzano componenti complessi per i grandi gruppi multinazionali, e da un centinaio di piccole e medie aziende di subfornitura di primo, secondo e terzo livello, localizzate in gran parte nell area metropolitana napoletana e, in misura meno consistente, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 22

23 nell area di Caserta e Benevento. Alle imprese core (Alenia Aeronautica, Alenia Aeronavali, Avio, Selex Sistemi Integrati, Piaggio Aeroindustries, Agusta Westland, Carlo Gavazzi Space, Telespazio), quasi tutte appartenenti al gruppo Finmeccanica, è funzionalmente legato un discreto nucleo di imprese di media dimensione specializzate nella produzione di componenti o di interi gruppi funzionali (Magnaghi, Dema, Oma Sud, CDM, Geven, Ompm, La Gatta) e un cospicuo numero di aziende di piccola dimensione, per lo più officine meccaniche, che pur non lavorando in via esclusiva per il settore sono tuttavia caratterizzate da elevati standard di qualità e precisione. L impresa leader del comparto dell aviazione civile e militare è l Alenia Aermacchi (Finmeccanica), che occupa circa dipendenti negli stabilimenti di Pomigliano, Nola, Casoria e Capodichino, specializzati nella progettazione e produzione di componenti strutturali per aerei ed elicotteri. L Alenia è coinvolta come prime contractor nell assemblaggio, nello stabilimento di Capodichino, della fusoliera dell aereo tattico militare C27-J, e nel programma ATR per la produzione di componenti strutturali nell impianto di Pomigliano. Inoltre, è fornitore di primo livello di componenti strutturali per Boeing e Airbus. Diverse sono le aziende che nell apprendistato come subfornitrici dell Alenia sono riuscite a diventare fornitori diretti di subsistemi complessi dei grandi player internazionali. Spicca tra queste la Dema, nata nel 1986, che accanto alla partnership con Alenia ha saputo affiancare la collaborazione come fornitore di primo livello della Bombardier, arrivando a fatturare 52 milioni di euro e ad occupare 750 lavoratori nei due stabilimenti campani di Pomigliano e Somma Vesuviana e quelli di Brindisi, Piacenza, Tunisi e Montreal. Altre medie imprese che sono riuscite a diventare fornitori diretti dei grandi asemblatori internazionali sono la Magnaghi Aeronautica, specializzata nella progettazione, sviluppo, realizzazione e certificazione di carrelli di atterraggio, la Costruzione Motori Diesel, impegnata nella costruzione di motori per aeroplani, la Geven, specializzata nella produzione di poltrone e interni per aerei che ha ottenuto commesse da Airbus e Boeing, la Foxbit, che lavora nel campo dei sistemi avanzati di ingegneria aeronautica. Il comparto dell aviazione generale, composto da imprese di medie dimensioni che producono, assemblano e commercializzano, in prevalenza per clienti esteri, aerei leggeri e ultraleggeri, è molto piccolo ma molto dinamico e con prospettive incoraggianti di crescita futura. Tre sono le imprese leader del distretto: la Tecnam, un impresa eccellente dell intero comparto aereonautico nazionale, con una flotta viaggiante di velivoli nel mondo e una capacità produttiva di circa 250 velivoli all anno; la Vulcan Air, in grado di produrre un aereo bimotori a pistoni al mese per clienti privati e la Oma Sud, nata da uno spin off da Alenia, produce lo Sky Car, un veicolo particolarmente innovativo. Un altra impresa innovativa è la K4A, impegnata nella produzione di elicotteri leggeri ma non ancora in commercializzazione. La produzione di queste imprese leader ha favorito la nascita di un indotto di alcune decine di piccole imprese locali di fornitura, molte di elevato standard qualitativo e tecnico, tant è che alcune stanno entrando nei circuiti della subfornitura di componenti per l Alenia. Di una certa rilevanza strategica è il comparto della manutenzione aeronautica e della costruzione di parti di ricambio, caratterizzato dalla presenza di diverse imprese leader (OAN, AtiTech, Avio e Magnaghi) e da un significativo gruppo di piccole imprese subfornitrici, che complessivamente occupano intorno a dipendenti specializzati e producono circa il 10% del fatturato totale del distretto. Identico peso in termini di fatturato è coperto dal comparto spazio, animato da un numero limitato di imprese medio-grandi (MARS-Telespazio, MBDA, Carlo Gavazzi Space e Selex Sistemi Integrati), da un consorzio di piccole imprese (Antares) e da un nucleo ridotto di imprese Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 23

24 piccole ma innovative (Technosystem, Euro.Soft, Merlino Technology, ITS, Marotta AT, Geosystem), specializzati nella produzione di servizi connessi alla progettazione e integrazione di mini/micro satelliti e, in alcuni casi, anche alla realizzazione di piccoli satelliti. Il distretto cagliaritano dell ICT. Tiscali è ancora l impresa leader del distretto e anche la più grande, sebbene notevolmente ridimensionata rispetto ai primi anni duemila. Occupa circa 950 lavoratori (di cui il 35% laureati, prevalentemente in ingegneria ed informatica) e fattura poco più di 270 milioni di euro con circa 720 mila clienti, di cui circa 572 mila ADSL. Tiscali è oggi un impresa che guarda prevalentemente al mercato italiano, pubblico e privato, fornendo ai suoi clienti un ampia gamma di servizi innovativi di accesso alla rete, di telefonia Mobile e via internet, di contenuti multimediali, di servizi ad alto valore aggiunto per la comunicazione digitale integrata. Ha in cantiere un nuovo motore di ricerca e ha lanciato recentemente due prodotti (Indoona e Streamago) su cui conta di conquistare anche quote di mercato internazionale. La curvatura del business di Tiscali verso servizi avanzati di comunicazione ha creato le condizioni per una maggiore valorizzazione della capacità tecnologica delle imprese locali, alcune delle quali già operano con contratti di fornitura, anche se i principali fornitori di web applications rimangono grandi gruppi come Accenture ed Engeneering. Akhela, del gruppo Saras Moratti, recentemente rilevata da Solgenia (una delle maggiori realtà italiane nel settore informatico con circa 500 dipendenti, un fatturato atteso nel 2012 di oltre 50 mln, e piu' di clienti in Italia e all'estero) è un'impresa di medie dimensioni, cresciuta a tassi elevati negli ultimi anni, con investimenti importanti in R&S e specializzazione elevata nelle aree dei sistemi embedded, con focalizzazione delle attività sull'automotive, e sviluppo software. Gioca un ruolo importante nel distretto anche per il suo orientamento a fare rete locale. A Cagliari occupa attualmente circa 200 addetti e fattura circa 26 milioni di euro nel mercato nazionale. I suoi prodotti sono rivolti ad imprese di medie e grandi dimensioni. Abbeynet, con 30 addetti diretti e numerosi altri consulenti, è tra i più importanti operatori nazionali di telefonia VoIp con prodotti all avanguardia rivolti ad operatori di telecomunicazioni, system integrator, pubbliche amministrazioni, catene alberghiere, gruppi editoriali, banche e piccole e medie imprese. Negli ultimi anni, il distretto si è arricchito di un buon numero di nuove piccole imprese avviate prevalentemente da giovani sardi nell area dell ideazione e sviluppo di prodotti e servizi innovativi ICT, sfruttando sia l humus digitale cagliaritano che le politiche regionali a sostegno delle start up innovative. Nonostante l elevata turbolenza alimentata da alti tassi di natalità-mortalità, nuove iniziative continuano a proporsi e affermarsi. Diverse sono l esito di spin off universitari e non (Karalit, Xorovo, ReiLabs), molte altre sono start up di imprenditori singoli o associati e più raramente di gemmazione di imprese preesistenti (Agitelec da cui è nata Entando, Apps Builder, Paperlit, Porcovino, Prossima Isola, Sardegna.com, Sardex e diverse altre), una di queste (Applix) start up di successo focalizzata sullo studio, sviluppo e realizzazione di Applicazioni Mobile per tutti i nuovi device, non è sarda ma intende potenziare a Cagliari il suo centro di ricerca e sviluppo; un'altra start up (Twimbow) - che si sta affermando per un prodotto innovativo nel mercato del social networking è sarda ma ha sede a San Francisco. Imprese più consolidate ed affermate sono Softfobia, una Internet business solution con competenze specialistiche nel campo dei prodotti destinati al web 2.0 e per la creazione di social network, e Axis Strategic Vision, una knowledge company focalizzata in Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 24

25 applicazioni avanzate per il web. Spesso le strategia di queste giovani imprese è quella di assicurare ai nuovi prodotti una quota di mercato in tempi molto rapidi in modo da essere appetibili ai grandi gruppi nazionali e stranieri, senza tuttavia rinunciare al radicamento territoriale. Il distretto aquilano dell elettronica. E articolato nei due poli produttivi territoriali dell Aquila e della Marsica, in particolare Avezzano. Il comparto più denso sotto il profilo imprenditoriale è quello degli apparecchi elettronici, delle antenne per veicoli spaziali e degli strumenti per il controllo del traffico aereo, localizzato a L Aquila. L impresa principale è la Thales Alenia Space Italia, di proprietà per il 67% del gruppo francese Thales e per il rimanente 33% della Finmeccanica; occupa circa 300 lavoratori, di cui poco meno di 100 ingegneri elettronici e il resto periti elettronici; fattura più di 600 milioni di euro e produce, in collaborazione con le maggiori imprese e istituzioni del settore aereospaziale, componenti di satelliti per telecomunicazioni e altre strutture orbitanti. Attualmente è in costruzione un nuovo stabilimento in sostituzione di quello seriamente danneggiato dal terremoto del Sempre nel comparto delle telecomunicazioni è la Selex Elsag, interamente controllata da Finmeccanica, dedita alla produzione di sistemi di identificazione in ambito avionico, piattaforme per le comunicazioni militari, per la sicurezza interna e per la protezione civile e di altre produzioni di elevato livello tecnologico; occupa 145 addetti, per lo più ingegneri, e attualmente è in fase di ristrutturazione e ampliamento a causa dei danni subiti dal terremoto. Un altra impresa rilevante è la Technolabs, di proprietà della Intecs, un gruppo privato nazionale con diversi impianti in Italia e in Francia, focalizzato sulla progettazione e sullo sviluppo di sistemi elettronici per lo spazio, la difesa, i trasporti e le telecomunicazioni; occupa circa 160 lavoratori, per lo più ingegneri. Inoltre, sono attive nel polo due aziende del gruppo multinazionale italiano Compel (una ventina di imprese sparse nel mondo e 1250 dipendenti) e altre due imprese locali di proprietà locale, tutte di più modeste dimensioni: Inter-Compel che produce componenti elettroniche per l interconnessione; P&A Service che offre servizi integrati di assemblaggio e collaudo di schede elettroniche; Elital che produce in subfornitura circuiti stampati per la Thales Alenia Space con 34 dipendenti e Hi-Tech Electronics che produce componenti elettronici per applicazioni spaziali e militari con 68 dipendenti. Lo stabilimento più grande del distretto è quello dell impresa statunitense Micron Technology Italia localizzata nel polo di Avezzano; occupa dipendenti, di cui un terzo circa laureati e il resto diplomati, e fattura circa 250 milioni di dollari all anno nella produzione di sensori per immagini con tecnologia CMOS destinate a svariate applicazioni industriali e nel campo della comunicazione mobile. Nello stabilimento è situato anche un centro di ricerca e sviluppo, nel quale circa 40 tecnici progettano e testano memorie non volatili di tipo NAND Flash con applicazioni nell informatica, nella fotografia e audiovisivi. La produzione dell impianto di Avezzano è esportata interamente verso la statunitense Aptina, impresa partecipata da Micron Technology Inc.; ad eccezione dei servizi generali e dei gas tecnici acquistati localmente, gli approvvigionamenti di input di materie prime, beni intermedi e macchinari avvengono tutti in stabilimenti localizzati in paesi extraeuropei. Nella Marsica operano altri quattro presidi imprenditoriali di una certa rilevanza: Telespazio-Centro Spaziale del Fucino, una società mista Finmeccanica (67%) e Thales (33%) con sede centrale a Roma, che rappresenta il più grande teleporto mondiale per usi civili e al cui interno è stato creato uno dei due centri di controllo del progetto Galileo, il principale programma di navigazione satellitare europeo; Selex Galileo, un impresa Finmeccanica ubicata a Carsoli e specializzata in rivestimenti ottici, prodotti con tecnologie del vuoto per Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 25

26 applicazioni militari, civili e aerospaziali; Elco, specializzata nei circuiti stampati con 110 addetti nella sede centrale a Carsoli e affiliate in altri paesi europei e negli Stati Uniti e la G&A Engineering, di piccole dimensioni ma specializzata nella microelettronica per impieghi avanzati in campo militare e spaziale. Il distretto aereospaziale pugliese. E animato da più di 70 imprese con circa occupati diretti, di cui poco meno di 700 nelle attività di R&S, e più di 400 ricercatori esterni che lavorano in dipartimenti delle università del Salento e di Bari e in centri di ricerca pubblici. Il fatturato oscilla tra i 700 e i milioni di euro all anno, di cui più di 200 destinati all export, soprattutto Stati Uniti. Ben sette addetti su dieci fanno capo a grandi imprese della galassia Finmeccanica e i rimanenti tre a piccole e medie imprese prevalentemente locali. Le attività manifatturiere di parte di aeromobili sono quelle più consistenti per fatturato e occupazione. Sono localizzate soprattutto a Brindisi, Grottaglie e Foggia e dominate dalle grandi imprese a partecipazione pubblica, in primis Agusta Westland a Brindisi, dedito alla produzione di componenti e sistemi per elicotteri con più di 500 addetti, e Alenia Composite a Grottaglie e Alenia Aeronautica a Foggia, focalizzate nella produzione di componenti in materiali compositi per aereomobili, con circa 1500 addetti. Rilevante è pure la presenza dell impianto Avio di Brindisi, occupa più di 600 addetti specializzati nella produzione e revisione dei motori aeronautici e navali. La maggior parte delle piccole medie imprese dipende strettamente dalle grandi imprese, anche se un numero crescente ha avviato percorsi di upgrading tecnologico e diversificazione dei committenti (Boeing, Embraer e Bombardier). Interessante il recente sviluppo di una nuova impresa locale in grado di produrre e vendere in tutto il modo piccoli veivoli completi, la Blackshape Aircraft. Il comparto dello spazio è molto più piccolo, una decina di imprese di media e piccola dimensione disperse nella regione e specializzate nelle produzioni di sistemi hardware e software per satelliti, lanciatori, attrezzature di terra e nei servizi di gestione delle operazioni, acquisizione e distribuzione dei dati satellitari. L impresa principale è la SSI - Space Software Italia di Taranto, focalizzata sulla produzione di sistemi di software spaziali. Il distretto pugliese della meccatronica. E composto da un tessuto diversificato di grandi e piccole imprese di elevato livello tecnologico localizzate per lo più nel barese. Nel segmento automotive, per lo più componentistica per auto (sistemi frenanti, apparati di iniezione, pompe, cambi), operano impianti di proprietà di gruppi imprenditoriali leader nel mondo. Bosch Tecnologie Diesel e Sistemi Frenanti occupano nel complesso circa lavoratori distribuiti nelle due divisioni per la produzione di pompe e di sistemi frenanti; altri 160 dipendenti, il 60% ingegneri, lavorano nel Centro Studi Componenti per Veicoli; Magneti Marelli, attiva nella produzione di iniettori per applicazioni benzina, collettori di aspirazione e dispositivi di robotizzazione cambio, occupa circa dipendenti; Getrag, con poco più di 700 addetti, produce cambi per automobili di nuova generazione e svolge attività di ricerca e sviluppo con 30 addetti tra ingegneri e tecnici. Altri impianti importanti controllati da gruppi industriali esterni sono quelli che fanno capo a Oerlikon Graziano e SKF. Accanto alle imprese leader è presente un buon numero di medie imprese locali di elevata specializzazione che producono per i mercati finali di diversi settori. Spiccano la MASMEC, che produce macchinari e sistemi complessi automatizzati per montaggi di precisione per le industrie automotive, farmaceutica e idraulica; la MERMEC, leader di mercato nel Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 26

27 comparto dei sistemi di monitoraggio e diagnostica delle infrastrutture ferroviarie; la ITEL Telecomunicazioni, impresa leader a livello internazionale nell utilizzo, protezione e misurazione dei campi elettromagnetici e magnetici. Nel distretto è attivo inoltre un discreto tessuto di aziende meccaniche di notevole capacità tecniche, di dimensioni medio-piccole e piccole e localizzate soprattutto nel molfettese, che lavorano in subfornitura sia per imprese committenti pugliesi che per imprese del Centro-nord. Negli ultimi anni, nel distretto è in atto il tentativo di far evolvere più decisamente la specializzazione meccanica verso la meccatronica, testimoniata anche dalla costituzione, nel 2007, del Distretto della Meccatronica (MEDIS), promosso dall Agenzia regionale per la tecnologia e l innovazione e da Confindustria Bari e partecipato dalle principali imprese leader. Vanno in questa direzione anche la costituzione del MOLMEC, un consorzio di 12 piccole e medie imprese locali operanti nei settori della meccanica, elettronica e informatica, e del Distretto produttivo della meccanica pugliese riconosciuto dalla Regione Puglia. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 27

28 6. Gli impatti della grande crisi. La crisi economico-finanziaria dell ultimo quadriennio ha ovviamente inciso sugli assetti strutturali e sulle performance dei distretti tecnologici meridionali. Seppure con diversa intensità inter e infra-distrettuale le difficoltà si sono accresciute ovunque. Nell insieme, però, i distretti hanno tenuto, anche nei picchi congiunturali più negativi degli anni post Non ci sono stati tracolli produttivi, perdite accentuate di quote di mercato, né drastici ridimensionamenti occupazionali e neppure fughe, disimpegni e mortalità imprenditoriali da grande crisi. Nel quadro complessivamente molto debole dell industria italiana, la tenuta dei distretti tecnologici meridionali è un risultato importante e non scontato. Il distretto abruzzese dell elettronica soffre maggiormente gli impatti della recessione. La caduta è molto forte nel comparto aquilano delle apparecchiature per le telecomunicazioni, dove alla conseguenze della crisi si sommano le difficoltà strutturali pregresse delle imprese e gli effetti distruttivi del terremoto del Perde poco invece il polo elettronico marsicano, grazie soprattutto alla tenuta della Micron ad Avezzano. Contrariamente a ciò che accade altrove in Italia, le perdite di occupazione manifatturiera non sono compensate in Abruzzo dalla crescita nei comparti dei servizi ITC. La crisi si fa sentire anche nel distretto catanese, anche perché si somma alle difficoltà attraversate negli anni precedenti dalla STM per il sostanziale fallimento del rilevante investimento nel progetto modulo M6 e ai recenti trend regressivi dell intero settore elettronico italiano ed europeo. La STM dopo un ventennio è costretta a ricorrere nuovamente, nel 2009 e nel 2011, alla cassa integrazione per lavoratori seppure per pochi giorni. Le ripercussioni più pesanti però riguardano gli impatti sull indotto della politica di riduzione dei costi aziendali da parte dello stabilimento italo-francese. Le commesse si riducono, si allungano i tempi di pagamento, si risparmia sui servizi mensa, pulizia, vigilanza. Le imprese più piccole, quelle meno robuste finanziariamente e quelle monocommesse soffrono di più, diverse soccombono. Tutto l indotto subisce un forte ridimensionamento; solo le imprese di maggiori dimensioni e con committenti diversificati riescono a reggere meglio l urto. La crisi sembra gelare l effervescenza dell Etna Valley. La crisi non sembra coinvolgere invece gli altri comparti tecnologicamente avanzati, come le telecomunicazioni e l informatica. Meno dipendenti dai grandi gruppi multinazionali e molto di più dalla qualificazione universitaria dei giovani, questi comparti sperimentano, anche nel biennio orribile della crisi, una discreta vivacità imprenditoriale. La crisi ha coinvolto anche il distretto meccatronico barese. Dal 2008 si è assistito ad una flessione delle esportazioni, ad un incremento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria e in deroga, alla chiusura di diverse imprese, di subfornitura e non, a causa della contrazione delle commesse. Ciò nonostante, nel suo insieme il distretto ha retto. Alcune imprese hanno subito contrazioni significative dei livelli Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 28

29 produttivi, altre, come sempre accade nelle crisi, hanno rafforzato la loro posizione competitiva e di mercato. La produzione delle multinazionali non è stata delocalizzata e molte imprese hanno realizzato nuovi importanti investimenti e diversificato o aumentato la produzione e stabilizzato i livelli occupazionali: Bosch ha avviato la produzione di una nuova pompa a bassa pressione; Getrag ha programmato l aumento della capacità produttiva dei cambi di nuova generazione a secco grazie alle nuove commesse Ford e Mercedes; ITEL ha realizzato investimenti innovativi nel comparto biomedicale. Qualche segno di crisi si è manifestato anche nel distretto aereospaziale della Campania. Nel 2011, in controtendenza rispetto agli altri poli aeronautici nazionali, le esportazioni hanno subito una flessione, soprattutto verso il mercato statunitense. Tuttavia, il sistema locale non subisce perdite significative né sotto profilo produttivo che occupazionale. La crisi non sembra aver influenzato le dinamiche del distretto aereospaziale pugliese, anche perché il settore è caratterizzato da cicli lunghi e da portafoglio ordini che comportano più anni di produzione. Il fatturato complessivo è rimasto sostanzialmente stabile mentre sono cresciuti export e livelli occupazionali, nonostante gli esuberi connessi alla chiusura di alcuni impianti, grazie agli elevati investimenti pubblici e privati e all avvio di nuove commesse, tra le quali spicca quella per lo stabilimento Alenia Aermacchi di Foggia per la produzione dei nuovi jet regionali C-Series della Bombardier. Rilevante è stato l incremento produttivo a Grottaglie. Nel distretto cagliaritano gli impatti della crisi sono modesti e, soprattutto, non sono generalizzati. Vanno meglio le imprese, anche piccole, che hanno diversificato i prodotti e investito in innovazione in mercati emergenti. Meno bene quelle specializzate nei segmenti meno innovativi, male quelle che lavorano esclusivamente per la Pubblica Amministrazione. Nel complesso il sistema locale tiene, appare capace di generare al suo interno nuove e promettenti esperienze imprenditoriali e di attrarre l'attenzione di investitori esterni grazie soprattutto alla sua focalizzazione sullo sviluppo del software che, anche negli anni di crisi, ha potuto contare su una domanda sostenuta di nuove applicazioni per i diversi dispositivi di accesso alla rete internet. E difficile individuare le prospettive future dei distretti tecnologici meridionali. Non solo perché sono molto diversi tra loro e perché al loro interno convivono imprese assai diverse per dimensione, dinamismo e potenzialità. E difficile perché la grande crisi degli ultimi anni ha affievolito e ridimensionato investimenti e spinte all innovazione, soprattutto nei gruppi industriali e nelle imprese più esposte al ciclo economico, e ha reso ancora più incerto il domani. E difficile inoltre perché il loro futuro dipende moltissimo da centri decisionali esterni, dalle strategie dei gruppi multinazionali a cui fanno capo gli impianti locali e dalle Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 29

30 configurazioni emergenti nei mercati globali e negli assetti organizzativi delle filiere produttive di appartenenza. Le prospettive dei distretti dell aereospazio sono fortemente condizionate dai processi di cambiamento strutturale che stanno attraversando i grandi attori del sistema internazionale. Il comparto dell aviazione militare è interessato da una contrazione drastica della domanda che provoca un inasprimento della competizione basata sulla capacità delle imprese di ridurre i costi di produzione e di diversificare verso mercati collaterali. Il comparto civile è invece in crescita, soprattutto nel comparto dei veicoli ad ala fissa, grazie alla domanda di mobilità aerea nei mercati emergenti. Opportunità interessanti per nuovi spazi nelle reti di subfornitura si potranno determinare dall ingresso di nuovi airframe manufacturers nell attuale duopolio globale Boeing-Airbus. La strategia competitiva delle grandi imprese va verso una riduzione dei fornitori per limitare i nodi del processo ed esercitare un maggior controllo sulla qualità e i tempi di realizzazione. Ciò implica una più decisa spinta verso la verticalizzazione di sub-sistemi anche per i fornitori di primo e secondo livello e all aggregazione tra imprese. Nel contempo, si assiste ad maggiore condivisione dei rischi tra le imprese della filiera e alla correlata maggiore stabilizzazione delle reti di collaborazione. Tutto ciò porta ad un ulteriore innalzamento delle barriere all ingresso per nuovi produttori e a un necessario processo di aggregazione tra imprese di minori dimensioni. I rilevanti investimenti realizzati negli anni scorsi dalle principali imprese del distretto aerospaziale pugliese hanno consentito il loro rafforzamento e la loro tenuta nonostante la congiuntura negativa della crisi. Tuttavia, le modifiche strutturali in atto e attese nel settore pongono nuove sfide, in particolare alle imprese più piccole, in direzione del potenziamento della capacità produttiva, di innovazione e progettazione, di competenze strategiche per gestire i nuovi processi di verticalizzazione e di integrazione funzionale con altre imprese. Le prospettive del distretto aerospaziale campano dipendono, invece, principalmente dalle traiettorie di sviluppo del gruppo leader, l Alenia Aermacchi, e dunque dalle strategie del gruppo Finmeccanica, che realizza oltre i tre quarti del fatturato del sistema locale. D altro canto, il futuro di Alenia e delle altre imprese Finmeccanica sono strettamente legate alla loro partecipazione attiva ai grandi programmi internazionali di progettazione e realizzazione di nuovi velivoli. Sotto questo profilo, la situazione attuale mostra criticità. Con riferimento al segmento dell aviazione militare, la scelta dell Amministrazione Obama di ridurre gli investimenti militari ha determinato la dismissione della produzione del C27-J al termine della consegna degli ultimi 38 velivoli programmati, il che implica la chiusura della produzione in subfornitura delle componenti strutturali (cellula) da parte di Alenia. Sul versante dell aviazione civile, la subfornitura Alenia nell ambito del programma 787 della Boeing potrebbe avere difficoltà a causa dei ritardi del programma e dei ridimensionamenti delle vendite programmate dell aereo, per cui si paventa il rischio per Alenia di un sovradimensionamento degli investimenti specifici realizzati e di un connesso squilibrio finanziario. L altro programma importante per Alenia, la costruzione del velivolo regionale ATR, appare oggi in stallo a causa della maturità dell ATR che ha comportato negli ultimi anni un calo delle vendite. In questa congiuntura non favorevole, assai rilevante è l acquisizione da parte di Alenia di una commessa per la vendita al Governo australiano di 10 C-27J per un valore complessivo di 1,4 miliardi di dollari. Tuttavia, il futuro dell aeronautica campana è Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 30

31 strettamente dipendente dall avvio di nuovi progetti e dalla partecipazione delle grandi imprese del distretto ai nuovi programmi dei principali costruttori di aerei del mondo. Un nuovo progetto ambizioso in cantiere da tempo è la realizzazione da parte di Finmeccanica di un nuovo ATR da 92 posti che potrebbe contare su un potenziale di sostituzione di 300 velivoli, pari ad una prospettiva produttiva di almeno un quindicennio. Nel frattempo, l Alenia ha avviato una partnership con il costruttore russo Sukhoi per la realizzazione di un nuovo bi-jet regionale da 100 posti (che potrebbe essere però in antitesi con il progetto di produzione di un nuovo ATR). Stretta tra la necessità di entrare nei nuovi programmi internazionali e di definire a breve il proprio posizionamento competitivo nel segmento dell aviazione regionale, l Alenia sembra attraversare una crisi d identità, aggravata in Campania dalla scelta di chiudere lo stabilimento di Casoria entro il 2012 e, soprattutto, dallo spostamento della sua sede legale da Pomigliano a Venegono in provincia di Varese, che potrebbe comportare la riallocazione delle commesse verso gli stabilimenti lombardi. Più promettenti sembrano le prospettive del segmento dell aviazione generale, anche a ragione dell attesa espansione della domanda mondiale ma pure delle capacità innovative delle imprese del distretto. Le prospettive dell Etna Valley dipendono molto dall evoluzione del settore mondiale dei componenti microelettronici ma anche dalle strategie delle principali imprese localizzate nel distretto. Il settore attraversa una fase storica molto interessante, testimoniata dalla crescente pervasività della microelettronica nei sistemi elettronici finiti, nei nuovi beni di largo consumo (smart phone, tablet, fotocamere e videocamere digitali) e nuovi settori di applicazione come l energia, la salute, lo sport, la cosmetica e la farmaceutica. Queste potenzialità si associano però ad una persistente instabilità del mercato dei semiconduttori e delle dinamiche regionali e aziendali. In particolare, le caratteristiche di industria delle industrie, cioè fornitore di componenti ad altre industrie, rendono il settore particolarmente sensibile agli andamenti del ciclo economico: il primo a rallentare nelle fasi di crisi e il primo a ripartire nelle fasi di ripresa. L instabilità è accentuata anche dai mutamenti delle gerarchie tra le principali macroaree produttive globali. Nell ultimo decennio si è verificata una significativa perdita di importanza del mercato europeo, e anche di quello statunitense e giapponese, e una contemporanea crescita di quello cinese, coreano e dei paesi del Sud-est asiatico. Questo cambiamento del baricentro spaziale a favore dell Est trascina con se un analogo spostamento dei mercati di approvvigionamento e di sbocco. Una ulteriore causa di instabilità è connessa alla performance delle grandi corporation, a sua volta intimamente legata alle oscillazioni del costo dei bit per memoria e alle loro capacità di sostenere elevatissimi investimenti in impianti di produzione e in ricerca e sviluppo. Per tali ragioni, il settore è interessato da un evidente variabilità delle perfomance annuali dei maggiori produttori mondiali e da molteplici processi di fusione, acquisizione e cessione di ramo d azienda, che implicano spesso cambiamenti drastici nella distribuzione delle quote di mercato. Inoltre, il settore è da tempo interessato a significativi processi di diversificazione organizzativa, con una sistematica diffusione delle cosiddette fabless, fabbriche senza capacità produttiva che esternalizzano l intera produzione manifatturiera alle foundries, ossia fabbriche make-to-order che realizzano prodotti progettati dai committenti. Le fabless e le foundries hanno determinato un intenso processo di disintegrazione verticale dell industria dei Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 31

32 semiconduttori, anche se è ancora importante la presenza di grandi imprese integrate. Lo spostamento verso Oriente dell industria dei semiconduttori e la crescente differenziazione e complessità organizzativa delle grandi imprese, influenzano l intero sistema produttivo globale con riflessi tangibili anche sui singoli sistemi locali e sui singoli stabilimenti. Per i gruppi industriali e per le imprese, fronteggiare il nuovo scenario competitivo e, a maggior ragione, cogliere le nuove opportunità significa soprattutto capacità di nuovi e massicci investimenti innovativi e organizzativi, nonché possibilità di fare rifermento a nuove conoscenze scientifiche e di ricerca, private e pubbliche. Non sembrano questi gli attuali orientamenti strategici delle grandi imprese leader del distretto catanese. La Micron non manifesta intenzioni di realizzare investimenti aggiuntivi rispetto alle attuali attività di ricerca e di laboratorio di analisi, design e di misura nel campo delle memorie. L investimento Micron è molto importante per gli oltre 350 tecnici e ricercatori che vi lavorano e per l apporto alla diversificazione della filiera produttiva, tuttavia si tratta pur sempre di un investimento rigidamente confinato dentro la rete interna alla multinazionale statunitense e, dunque, a bassissimo radicamento locale. Neppure la STM sembra orientata ad investimenti aggiuntivi significativi nel sito di Catania. Nell ambito della strategia localizzativa della multinazionale italo-francese, lo stabilimento siciliano non è coinvolto attualmente in nuovi programmi industriali innovativi. Dopo l occasione mancata del Modulo M6 di metà anni dieci, che avrebbe segnato il passaggio ai 12 pollici nell intero gruppo STM, con tutte le conseguenze in termini indotto locale, sembra piuttosto che la strategia dominante sia quella del mantenimento delle attuali produzioni catanesi. Prospettive più interessanti per il futuro potrebbero forse venire dagli investimenti collaterali realizzati in joint-venture da STM, come nel caso della 3Sun, focalizzata sulla produzione di pannelli fotovoltaici a film sottile, anche se il nuovo investimento è tuttora in corso di realizzazione e non ha ancora raggiunto la soglia tecnologica e finanziaria per l autonomia. Incerte appaiono le prospettive della meccatronica pugliese. I due principali settori utilizzatori delle produzioni meccatroniche, meccanica e automotive, attraversano infatti una forte crisi, anche se con intensità differente tra i vari comparti di attività. Le severe difficoltà della meccanica europea e italiana sono legate soprattutto alle fluttuazioni di mercato e dai bassi investimenti in macchinari da parte delle imprese. La caduta della produzione automobilistica è invece connessa al crollo della domanda dei consumatori. Fare delle previsioni dunque è particolarmente difficile proprio perché le prospettive dei settori della meccanica e dell automotive dipendono strettamente dall andamento del ciclo economico. Nell ipotesi che la crisi duri ancora a lungo, il rischio di regresso esiste. A maggior ragione se si considera che nel distretto sono attive imprese multinazionali automobilistiche di primaria importanza, le cui prospettive future sono intimamente legate all andamento dell industria automotive a livello mondiale. D altro canto, l elevato contenuto tecnologico delle produzioni che finora ha fatto da freno alla delocalizzazione nei paesi a più basso costo del lavoro, non è scontato che continuerà ad essere determinante nei prossimi anni. Non solo per le difficoltà finanziarie dell innalzamento continuo dei livelli tecnologici delle produzioni, quanto per le prospettive di crescita dei volumi esportati verso i paese emergenti, Cina in primo luogo, che potrebbero accrescere le convenienze alla delocalizzazione produttiva in tali paesi. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 32

33 Moderatamente positive risultano le prospettive di sviluppo future del distretto ITC cagliaritano. Tiscali, l impresa motrice, è stata risanata. Nel 2012 è attesa una inversione di tendenza che farà registrare, dopo otto anni, un utile netto. Il rilancio dell'impresa è perseguito attraverso il progressivo riposizionamento sull offerta di servizi ad alto valore aggiunto e di prodotti competitivi nel mercato del social networking nonché sul lancio di un nuovo motore di ricerca. Una impresa ICT in fase di crescita, Solgenia, molto attiva in Italia e all estero nel mercato del software innovativo, ha recentemente acquisito l impresa cagliaritana Akhela dal gruppo Saras, dotata di un centro di competenza per lo sviluppo di software embedded e per dispositivi mobili, di un Data Center di proprietà e presente in mercati emergenti dell'automotive e della domotica che la posizionano tra le prime 100 nella classifica nazionale delle società ICT. Un ruolo importante potrebbe essere giocato dalla galassia delle piccole imprese ICT fondate da giovani sardi negli ultimi anni, alcune delle quali stanno acquisendo una dimensione internazionale, operando su tecnologie di frontiera con prodotti innovativi ma che stentano a fare rete tra loro e più in generale a fare sistema locale (contiscali ed altre imprese di maggiori dimensioni) per affrontare con basi più solide la sfida competitiva. Riguardo le prospettive future del distretto elettronico abruzzese, i problemi creati dal terremoto e dai ritardi della ricostruzione sono concentrati nell area dell Aquila, dove peraltro Thales Alenia Space ha annunciato un aumento dell occupazione del 20% con l apertura del nuovo stabilimento. Anche le aspettative di Selex Elsag e Technolabs sono orientate positivamente, nei limiti consentiti dal contesto economico difficile. Si può sperare che le politiche di rilancio dello sviluppo locale rese ancor più necessarie dal terremoto facciano leva su queste presenze imprenditoriali per promuovere o attrarre nuove iniziative. Nella Marsica molto dipende dal destino dello stabilimento Micron, per il quale si oscilla periodicamente tra ipotesi di raddoppio degli investimenti e paure di chiusura. A riguardo appare cruciale un iniziativa di politica industriale, basata su una valutazione accurata delle esigenze poste dall impresa, che in passato sono state frustrate dalla mancanza di interlocutori istituzionali affidabili ai diversi livelli. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 33

34 7. Riflessioni sulle politiche pubbliche Le politiche pubbliche sono un elemento essenziale, e al tempo stesso molto complesso, nei processi di sviluppo di concentrazioni territoriali produttive ad alta tecnologia. Nei sei casi, le politiche pubbliche sono essenziali, almeno per due motivi. In primo luogo vi sono evidenti fallimenti del mercato. Parte dalla competitività delle imprese dipende da attività di ricerca e sviluppo, per propria natura ad alto rischio ed incertezza sui tempi e sui risultati, che presentano rilevanti esternalità e quindi problemi di appropriabilità da parte delle imprese, e che pongono rilevanti problemi per i meccanismi di finanziamento (Bugamelli, Cannari, Lotti e Magri 2012). In secondo luogo perché un ruolo decisivo nello sviluppo delle aree è giocato dalle scelte localizzative, produttive e di ricerca delle grandi imprese, che hanno una interazione continua con i decisori di politica economica. A ciò si aggiunga che in tre dei sei casi qui studiati l attore principale del sistema è un azienda a partecipazione pubblica. Politiche pubbliche per i settori a più alta tecnologia, e per le aree territoriali in cui essi si addensano, sono difatti comuni nei grandi paesi avanzati dell Europa e del NordAmerica. Al tempo stesso, queste politiche sono particolarmente complesse, ad alto rischio di fallimenti delle politiche. Per i decisori è estremamente difficile stabilire modalità, tempi e dimensione degli interventi. Vi sono asimmetrie informative molto forti, per cui i soggetti imprenditoriali dispongono di conoscenza molto maggiori rispetto ai decisori pubblici; vi sono conseguenti rischi di free-riding, di richiesta di contributi finanziari per attività già in parte svolte e quindi di efficacia assai ridotta degli interventi (che non riescono a determinare nuove attività); vi può essere un asimmetria di potere contrattuale fra alcuni soggetti in particolare le imprese di maggiori dimensioni e i decisori pubblici, con rischi di situazioni in cui si innesca una concorrenza localizzativa nelle incentivazioni che determina possibili rendite per le imprese. L efficienza, la rapidità, la certezza degli interventi sono in questi casi ancora più rilevanti che nella generalità delle politiche pubbliche, dati i tempi molto serrati della concorrenza internazionale e la necessità di poter programmare in archi temporali ristretti e certi le scelte delle imprese. E del tutto evidente poi, come una parte assai rilevante delle politiche pubbliche debba indirizzarsi non al sostegno delle singole imprese o delle loro attività quanto piuttosto a sostenere e rafforzare le relazioni fra le imprese, o fra di esse e il sistema dell università e della ricerca, dato che processi di sviluppo innovativo assai spesso richiedono capacità e conoscenze che sono al di là dei confini delle imprese, anche di Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 34

35 maggiore dimensione; cosa non semplice. Infine, ancora, è compito delle politiche pubbliche intervenire sulla fornitura di beni e servizi pubblici a cominciare dalla formazione del capitale umano che assumono un ruolo centrale per il successivo sviluppo delle imprese. Da tutto ciò emergono alcune rilevanti implicazioni: che le politiche siano realizzate da soggetti con un elevato grado di competenza, e con la possibilità di mettere in concorrenza più proposte nell accesso alle risorse; che le politiche siano organizzate con un mix diversificato di interventi, e che riescano ad evitare sia vuoti di azione sia duplicazioni e ridondanze; che le politiche, ancor più essendo per le considerazioni già espresse, altamente sperimentali, siano soggette ad un continuo processo di monitoraggio e di valutazione dei risultati. Per di più, i casi sottoposti ad esame sono di concentrazioni produttive ad alta tecnologia localizzate in regioni complessivamente deboli. Questo è un elemento rilevante, dato che esse possono scontare, e scontano nella realtà, difficoltà aggiuntive connesse alla loro localizzazione, in termini di perifericità e lontananza dai grandi centri, nazionali e ancor più internazionali, dell innovazione, di costi e tempi di trasporto e di comunicazione, di più difficili interazioni con le grandi reti internazionali della conoscenza; e, su un altro piano non meno importante, di ordinarie carenze nella disponibilità di beni e servizi pubblici. Ciò rende ancora più importanti le politiche pubbliche. Esse non possono non essere più intense rispetto ad pari interventi in aree a maggior livello di sviluppo. E un tema fondamentale è quello del raccordo, quantitativo e qualitativo, fra le politiche pubbliche aggiuntive, o comunque destinate al sostegno e allo sviluppo di queste concentrazioni, e le politiche pubbliche ordinarie. Esaminate alla luce delle considerazioni appena svolte, le politiche pubbliche degli ultimi anni nei sei casi oggetto di questa analisi presentano rilevanti criticità. Le prima è connessa al quadro complessivo delle politiche industriali e tecnologiche nel nostro paese. A differenza di quanto avvenuto negli altri grandi paesi europei, l Italia è da tempo sostanzialmente priva di una propria strategia di politica industriale e tecnologica, nella quale inserire, e in base alla quale valutare gli interventi in queste aree. L unica esperienza di una certa rilevanza, quella del progetto Industria 2015 approvato nel settembre 2006, ha conosciuto un attuazione parziale e tardiva, sia nell attuazione delle misure sia nell effettiva erogazione delle risorse (Cappellani, Padovani e Servidio 2012). Dei cinque progetti di innovazione industriale previsti ne sono stati attuati solo tre; le reti d impresa hanno avuto una concretizzazione assai limitata. A fianco ad essi sono stati usati tradizionali strumenti di incentivazione fiscale, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 35

36 tra cui i crediti d imposta per la R&S: tuttavia i rilevanti benefici (1,6 miliardi di euro per il per spese di ricerca già sostenute) sono stati tutti concessi in 35 secondi nel giorno 6 maggio 2009, con il sistema non particolarmente avanzato del click-day. Resta viceversa attivo, su importi rilevanti, il finanziamento dell industria aereonautica italiana (a valere sulla legge 808), che si configura come l unica politica industriale, di taglio settoriale, attiva nel nostro paese, e su dimensioni particolarmente ampie e crescenti rispetto all insieme degli interventi (Brancati 2011). Si consideri, tra l altro, che la documentazione ufficiale del Ministero dello sviluppo sugli interventi di politica industriale non è stata più aggiornata dopo il Complessivamente, stando agli ultimi dati disponibili, di fonte comunitaria, certificata e comparata, la spesa dell Italia in aiuti di stato per l industria e servizi, tradizionalmente assai ampia, è stata per tutto lo scorso decennio significativamente inferiore alla media comunitaria e fortemente decrescente. La seconda criticità è connessa all intensità, aggiuntività e rapidità degli interventi specificamente destinati alle regioni italiane a minor sviluppo, nel quadro europeo (regioni convergenza) o nazionale (ex fondo per le aree sottoutilizzate). Come noto, rispetto alle programmazioni parallele alle Prospettive Finanziarie comunitarie - approvate per il e poi per il , l addizionalità degli interventi è stata sistematicamente ridotta; da ultimo la verifica intermedia del principio, effettuata nel giugno 2011, ha evidenziato che il profilo di addizionalità a suo tempo negoziato e formalizzato nel QSN non è stato rispettato (Barca 2011). La programmazione nazionale FAS è stata completamente stravolta (Viesti e Prota 2012), e in questo ambito è stato totalmente cancellato nel 2009 il Programma Attuativo Nazionale FAS Ricerca e Competitività, che disponeva di una dotazione assai ampia, pari a 7,2 miliardi di euro in grado potenzialmente di innescare un forte processo di convergenza industriale e tecnologica. Al 2012 non risultano (Svimez) attivi strumenti nazionali di politica industriale e tecnologica con finalità di convergenza. Sistematico, al contrario, è l indirizzo per il quale le risorse nazionali sono utilizzate esclusivamente per le aree del CentroNord. Ulteriore certificazione dell uso sostitutivo delle risorse aggiuntive è il recentissimo bando del MIUR, per 408 milioni per i distretti tecnologici, finanziato per il CentroNord per 368 milioni da fondi nazionali del fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR) e per le 4 regioni convergenza per 40 milioni del PON ricerca e competitività. Così, alle politiche per queste aree restano esclusivamente fondi comunitari; caratterizzati, cosa non banale, da procedure, tempistiche e soprattutto normative particolarmente complesse e assai più articolate rispetto alle risorse nazionali. Al 31 ottobre 2011 il PON Ricerca e Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 36

37 competitività, cioè l unico intervento a scala sovraregionale residuo per politiche nelle aree oggetto della presente indagine, presentava a quasi 5 anni dal suo avvio una spesa di solo l 11,5% delle risorse complessivamente programmate (6,2 milioni di euro) (Barca 2011). Questo quadro tra l altro determina una possibilità assai minore di intervento nei due casi localizzati in regioni non convergenza (Abruzzo e Sardegna), rispetto a Campania, Puglia e Sicilia. La terza criticità appare come la più rilevante. E connessa alle precedenti. Con una tendenza fortemente crescente, le politiche industriali e tecnologiche per queste aree sono state affidate pressocché totalmente alle Amministrazioni regionali, a valere su risorse comunitarie. Si tratta di un trend connesso al quadro delle politiche sopra disegnato e pienamente confermato dai dati consuntivi di cassa sulle erogazioni (Brancati). La regionalizzazione delle politiche di sviluppo industriale e tecnologico è assai opinabile. In questi casi non si tratta dell opportuna attuazione del dettato costituzionale (art. 117) per cui vi è competenza concorrente fra Stato e Regioni nella ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all innovazione nei settori produttivi ; e dunque possono collocarsi al livello nazionale nel quadro delle grandi scelte comunitarie come è il caso ora di Europa 2020 le grandi scelte di programmazione e intervento, con il concerto del livello regionale e locale per la specifica definizione e adattamento locale delle politiche e la fornitura di essenziali beni pubblici di carattere locale. Si è trattato di una vera e propria fuga del centro dalle proprie responsabilità di politica economica. Le complessive capacità delle amministrazioni regionali di disegno e di attuazione di interventi così complessi come quelli di cui qui si discute, possono essere limitate, per la loro stessa natura e per le competenze disponibili. Vi è una rilevante asimmetria informativa fra le amministrazioni regionale e le imprese, particolarmente intensa proprio in questi casi. Certamente difficile anche se non impossibile - per i decisori locali è effettuare attente valutazioni ex ante, per le quali sono spesso dirimenti informazioni che sono fornite direttamente dalle imprese. Ed è, ancora, evidente lo scarto di potere contrattuale tra le grandi imprese di queste aree e le amministrazioni regionali può essere molto ampio; già lo è con i governi nazionali. Le amministrazioni regionali possono disporre di rilevanti poteri in alcune materie (autorizzazioni, regolamentazioni), ma le grandi imprese hanno il potere di minacciare lo spostamento delle loro attività verso altre localizzazioni. La regionalizzazione di queste attività comporta poi il rischio di conflitti fra amministrazioni, o di azioni per lo sfruttamento della concorrenza localizzativa da parte delle imprese. Vi è il rischio di duplicare Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 37

38 interventi di sostegno ad attività, identiche o quantomeno simili, svolte da parte delle imprese. Manca la possibilità di comparare esperienze e situazioni diverse e di trarne utili insegnamenti, anche alla luce della scarsa collaborazione fra amministrazione e dell inesistenza di luoghi a questo deputati. Tuttavia non va mai dimenticato come l azione regionale abbia svolto un vero e proprio ruolo di supplenza di un centro che, nell ultimo decennio, è fuggito ; e vada quindi valutata, con attenzione, anche tenendo conto di questa circostanza. Gli studi di caso mostrano poi, come efficienza ed efficacia dell azione delle autorità regionali sia stata anche significativamente diversa da caso a caso. Può esservi a livello regionale un maggior rischio di cattura dei decisori da parte di interessi privati, o il verificarsi di conflitti di interesse (anche se le cronache mostrano con tutta evidenza come questo rischio, probabilmente in identiche proporzioni, esista anche a livello nazionale). E ad esempio rilevante, nei casi in questione, la circostanza che nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica sieda il Presidente di una Provincia sede di importanti attività aeronautiche, e con possibili conflitti localizzativi di attività industriali e terziarie con altre località italiane. Non pare una coincidenza che nel 2011, a seguito della fusione di Alenia con la Aermacchi (di minori dimensioni) la sede legale della società sia stata spostata da Napoli in provincia di Varese, a Venegono. L azione degli ultimi anni può essere disegnata in quattro grandi ambiti: incentivazione diretta delle imprese; creazione e sostegno di attività consortili, ed in particolare dei distretti tecnologici; sostegno ad attività di ricerca extra-aziendali; creazione di competenze scolastiche e universitarie. L incentivazione diretta delle imprese ha storicamente rappresentato, come messo in luce in precedenza, il canale principale di intervento. Nel caso dell Aquila, il grande stabilimento ora di Micron nasce attraverso un contratto di programma con la multinazionale Texas Instruments, anche se all epoca la stessa Micron fece scalpore, rinunciando, al momento del suo insediamento, ad ereditarne i benefici ancora disponibili. Nel caso dell aerospazio campano vi è evidenza di contratti di programma anche in tempi recenti, sia a livello regionale che nazionale: ma sono stati raccolti molti dubbi sull efficienza di questi strumenti, specie per quanto riguarda la tempistica. In Puglia il ruolo dell incentivazione è stato molto importante, come dimostrato dalla localizzazione del nuovo impianti per le fusoliere del B787 a Grottaglie; in quel caso in cui vi è stata concorrenza localittiva fra Puglia e Campania il giudizio sull efficacia dell intervento, e anche sulla sua efficienza, appare piuttosto positivo. In tempi più recenti vi è stato un uso molto intenso di contratti di programma regionali, in entrambi i casi analizzati, negli ultimi anni. Essi hanno comportato l impegno di Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 38

39 significative risorse pubbliche. Non è possibile formulare un giudizio completo sulla loro efficacia, anche se essi appaiono orientati in diversi casi più a garantire la permanenza delle attività già esistente che a indurne sviluppi. A Catania due grandi contratti di programma, del 1997 e del 2007 sono all origine dell investimento della ST e quindi del recente sviluppo dell area; le imprese hanno poi benificiato di una serie di incentivi nazionali e regionali. Solo nel caso di Cagliari non svolgono un ruolo importante i contratti di programma o altri tipi di incentivi finanziari pubblici. In diverse delle aree analizzate negli scorsi anni si sono venute formando aggregazioni di imprese ed istituzioni, variamente definibili come distretti tecnologici. La valutazione di queste esperienze non è semplice. Essa è fisiologicamente caratterizzata da un alta variabilità dei risultati, a seconda delle specifiche circostanze, dei soggeti presenti, della capacità di includere gli attori rilevanti e di disegnare programmi e obiettivi delle attività. Strutture consortili del genere sono fisiologicamente destinate ad avere effetti molto diversi a seconda dei casi, e quindi non possono rappresentare uno strumento di semplice e diffusa attuazione. I rischi e le difficoltà di questi processi sono chiari: possono ad esempio rappresentare strumenti collettivi formali per perseguire, mascherandoli, obiettivi individuali; i vantaggi potenziali sono simmetricamente molto ampi, e particolarmente forti nelle aree caratterizzate da produzioni a maggiori tecnologie, diminuendo i costi di informazione e transazione, creando possibilità di azioni complementari e collaborative. In ogni caso, per produrre risultati apprezzabili occorre un azione lunga e costante nel tempo. La situazione è assai differenziata, e per questo degna di attenzione. Nell esperienza abruzzese non vi è un distretto tecnologico. Tuttavia, cosa interessante per rimarcarne la possibile utilità, la Fondazione Mirror, creata nel 2004 dalla Micron, ha dato vita al Polo ICT Abruzzo. Esso è un organismo di intermediazione fra i suoi 55 partner con l obiettivo di valorizzare le opportunità di affari e attrarre altre iniziative; tra i suoi programmi vi è oggi quello di una scuola di alta formazione, in partnership con l università. Campania il processo di genesi del distretto aerospaziale è stato particolarmente lungo e complesso e non privo di criticità. Al contrario in Puglia, il distretto aerospaziale sembra assai bene avviato, e capace di contemperare le esigenze delle sue diverse componenti e di proporre una strategia di sviluppo, specie sui temi della formazione e della ricerca. Il distretto pugliese della meccatronica ha ottenuto buone adesioni e un processo di avvio piuttosto rapido, ma non ha finora prevalentemente per i ritardi delle politiche nazionali svolto un ruolo particolarmente importante. Anche in Sicilia, come in Campania, lo sviluppo del distretto tecnologico è stato particolarmente complesso. In base ad un accordo di programma del 2003 è stata data vita ad una prima compagine distrettuale che, tuttavia, non ha beneficiato dei fondi del Miur, gestiti impropriamente dalla Regione Sicilia. Il distretto si è poi formalmente costituito in società consortile Distretto Sicilia Micro e Nano Sistemi per poter partecipare al nuovo round di finanziamenti dedicati ai distretti tecnologici. A fianco ad esso ha poi Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 39

40 operato, dal 2004 con riconoscimento regionale nel 2007, il distretto produttivo Etna Valley, con scarse ricadute concrete. Nel caso di Cagliari, nel Parco Scientifico e Tecnologico Polaris sono attivi uno dei sei distretti tecnologici italiani ufficialmente riconosciuti dal MIUR e un distretto ICT, con 21 imprese. Il loro ruolo sembra però non centrale nello sviluppo delle imprese, e l attività stessa del Parco, come emerso nel corso dell indagine di campo mostra non poche criticità. I soggetti consortili e universitari attivi nelle attività di ricerca si sono rivelati importanti in tutti i casi. Il ruolo delle Università non è stato privo di problemi (di massa critica, di tutela della proprietà intellettuale, di rapporti con la cultura d impresa); e tuttavia va sottolineato come esse abbiano assunto con tutti i propri limiti, e ancora una volta con un grado variabile di successo da caso a caso il ruolo di importanti istituzioni radicate sul territorio. Nel caso abruzzese appare di rilevante importanza, oltre ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (con la recente istituzione del Gran Sasso Science Institute), anche l attività del centro di eccellenza DEWS dell Università, attivo nelle applicazioni sociali dell elettronica avanzata. Al contrario, appare come una storia di insuccesso quella della Scuola Superiore Reiss Romoli, nata nel 1972 e divenuta uno dei più qualificati centri di formazione nell ICT e facilitatore dei contatti fra Università e imprese; poi abbandonata dalla nuova gestione privatistica. Dopo la chiusura della vecchia gestione alcuni dipendenti ne hanno tuttavia ripreso le attività, facendo rinascere un centro di formazione specialistica nell ICT che mantiene un buon rapporto di collaborazione con la Facoltà di Ingegneria. Estremamente articolato è il quadro dei soggetti che operano nel sistema campano dell aerospazio, descritti in precedenza. Più modesta invece la presenza di organismi intermedi nei due casi pugliesi, in cui le attività sono prevalentemente giocate dalle imprese e dalle Università. A Catania viene ritenuto molto significativo il ruolo giocato dall Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi, IMM (e di altri istituti) del CNR e dai Laboratori Nazionali del Sud dell Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. In Particolare l IMM è stato all origine di consorzi di ricerca e laboratori pubblici all interno della STM. Nell esperienza di Cagliari, grande importanza viene annessa ai soggetti che nel tempo sono nati per attuare una politica di sostegno all innovazione alla società dell informazione. Attualmente al CRS4 lavorano 180 persone, di cui 160 fra ricercatori e ingegneri per oltre il 70% sardi, anche se le sue attuali attività, pur in presenza di elevate competenze, sono oggetto di riflessione, soprattutto per il rapporto, relativamente limitato, con le imprese del territorio. Particolarmente importante appare il ruolo del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell Università di Cagliari in progetti di ricerca congiunta con diverse imprese del distretto. Il ruolo del sistema scolastico e soprattutto delle Università nella formazione di professionalità richieste dalle imprese nei territori di insediamento appare centrale in tutti i casi. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 40

41 In Abruzzo è ritenuto di notevole importanza il lavoro svolto dalle Facoltà di Ingegneria e di Scienze dell Università de L Aquila, che hanno saputo progressivamente adattare la loro offerta didattica alle esigenze del sistema produttivo. Nel sistema dell aerospazio campano l offerta formativa è molto articolata, centrata in modo particolare sui corsi di ingegneria aerospaziale. Nei due casi pugliesi è fondamentale l offerta tecnica di diplomati, ed appare positivo l avvio degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) sia per la meccatronica a Bari sia per l aeronautica in provincia di Brindisi. Le diverse articolazioni universitarie appaiono in grado di fornire le professionalità, a livello di laurea, richieste. A Catania, il ruolo dell Università nel formare laureati in materie ingegneristiche è stato un fattore fondamentale, anche per assicurare la competitività della STM soprattutto nel periodo (seconda metà degli anni Novanta) di massima espansione. A Cagliari, lo stesso è avvenuto, nell ambito di informatica e soprattutto di ingegneria, da cui provengono anche alcuni degli attuali imprenditori di imprese locali. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 41

42 8. Qualche considerazione di sintesi; qualche proposta Da quanto detto emergono alcune considerazioni di sintesi. La prima e più importante è relativa al ruolo delle politiche nazionali: appare velleitario un processo di sviluppo di queste aree e appare addirittura in dubbio il loro mero mantenimento, senza che le loro prospettive future siano inquadrate in un disegno nazionale di politica industriale e sviluppo tecnologico. E già molto difficile per l Italia avere una strategia nazionale, seppure coordinata con le grandi iniziative comunitarie, in presenza dei tanti vincoli e limitazioni che pongono le condizioni economiche internazionali e i gradi di libertà nelle scelte delle grandi imprese. Appare del tutto irrealistico che la definizione di queste strategie sia delegata a livelli subnazionali, per i motivi ampiamente illustrati in precedenza. In questo senso, l intervento nazionale così come oggi realizzato, attraverso politiche formalmente aggiuntive basate principalmente sull utilizzo di fondi europei, può raggiungere alcuni risultati in termini di rafforzamento di alcune delle componenti dei sistemi produttivi, come nel caso dei finanziamenti per i distretti tecnologici, ma difficilmente può influenzare i complessivi processi di cambiamento. Per quanto sia evidentemente molto difficile, la strada che appare più produttiva è quella di provare a raccogliere in un unico contenitore gli impegni e le iniziative reciproche dei diversi attori, centrali e locali, pubblici e privati. Un accordo di programma quadro. Ovvero una forma di contratto fra diversi livelli di governo, con l assunzione di impegni reciproci e la previsione di condizionalità. Come sottolineato anche dal Rapporto Barca, i contratti, sia verticali che orizzontali e le condizionalità per la concessione di fondi sono una caratteristica fondante della governance multilivello. Contenuti, impegni e condizionalità di questi accordi dovrebbero essere sottoposti ad un continuo, fisiologico, processo di revisione, per tener conto via via con flessibilità delle condizioni che si creano, e monitoraggio. Le esperienze mostrano quanto accordi e contratti siano complessi e non privi di rischi. Eppure essi sembrano ancora rappresentare, soprattutto nei casi di produzioni a più alta tecnologia, una cornice indispensabile. Per più motivi. Perché è proprio in questi casi che gli effetti di sistema (cioè la compresenza di più attori e attività, con la relativa produzione di esternalità incrociate) sono più rilevanti, anche per l azione sulle aspettative. Sono più evidenti i fallimenti del mercato, e delle singole iniziative di politiche pubbliche, nel produrre l insieme delle condizioni necessarie per il rafforzamento e lo sviluppo. Singoli interventi slegati rischiano di avere un rapporto costi/benefici negativo. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 42

43 Perché in questi casi è necessario una attenta suddivisione di competenze e responsabilità fra gli attori pubblici e locali, che tenga il più possibile conto delle loro asimmetrie informative, del loro potere contrattuale nei confronti delle grandi imprese, delle loro capacità di monitorare, valutare e correggere le strategie (condizioni che si riscontrano più facilmente al centro) e allo stesso tempo della necessità di raccordo continuo con gli attori, di adattamento dei singoli strumenti (condizioni che si ritrovano più facilmente a livello regionale). Perché le posizioni degli attori sono asimmetriche, e il ruolo dei maggiori soggetti di impresa è decisivo, e la loro interazione con i pubblici poteri non può essere delegato ai livelli subnazionali. L esperienza di queste aree nel Mezzogiorno e in particolare questa circostanza fa emergere due grandi domande, alle quali nel nostro paese non si fornisce risposta da molto tempo, e che invece richiedono urgentemente risposta, quale che essa sia. La prima è relativa alle condizioni e alle scelte che il nostro paese intende offrire alle grandi imprese multinazionali (nei nostri casi da Bosch a Micron) affinchè esse considerino l Italia una base produttiva di alta qualità su cui investire. Appare evidente che una possibile strategia di rilancio della localizzazione in Italia di grandi attività di produzione e ricerca ad alta intensità di capitale umano qualificato non può che partire dalla difesa e dal rilancio degli insediamenti già esistenti. La seconda è relativa al residuo, ma assai importante, sistema delle imprese a partecipazione pubblica (nei nostri casi Finmeccanica e ST): esse hanno un ruolo nelle politiche di sviluppo industriale tecnologico? Dalle lunghe e non rimpiante esperienze del passato in cui alle Partecipazioni Statali venivano attribuiti una pluralità di obiettivi e oneri impropri si passa necessariamente ad uno scenario di totale privatizzazione o comunque di delega totale ai manager aziendali nella ricerca della profittabilità? Ovvero, come nelle esperienze di altri paesi europei, a cominciare da Francia e Germania, è possibile tornare a definire per queste imprese obiettivi di sistema nazionale? Ciò che accade oggi è che in molti casi queste imprese ricevono cospicui sostegni pubblici ma nessuna indicazione strategica. I soggetti consortili ed in particolare i distretti tecnologici possono svolgere in questi casi un ruolo importante, a condizione che la loro attività sia strettamente valutata e monitorata, e che si cerchi di evitare l evidente rischio che essi rappresentino unicamente una formale cornice comune per perseguire, in misura più agevolata, obiettivi individuali. Va però attentamente evitato l errore di pensare che i distretti possano rappresentare l unico o il prevalente soggetto di riferimento dell area, attraverso il quale debbano essere definite le complessive strategie e soprattutto attraverso il quale debba transitare la gestione degli interventi. I distretti possono essere una parte, pregiata, del tutto. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 43

44 Gli ambiti di intervento dell insieme delle politiche pubbliche (nell ipotesi che qui viene avanzata: degli accordi di programma di ciascuna area) non possono che essere naturalmente diversificati da caso a caso. E l individuazione degli specifici contenuti per ciascuna area, al di là delle parziali indicazioni che sono contenute nelle conclusioni di ciascuno studio di caso, vanno al di là degli scopi di questa sintesi. Tuttavia tre elementi appaiono rilevanti in tutti i casi, e attengono alla possibilità di aumentare il numero degli attori presenti in ciascuna area. Il primo elemento attiene all attrazione di nuovi investitori, italiani e stranieri, nelle sei aree. In queste aree, con tutti i problemi che sono stati sottolineati, vi sono condizioni localizzative uniche e preziose, a cominciare dalla loro storia (e quindi dalla diffusa cultura industriale e tecnologica), dalla loro massa critica, dalle compresenze produttive, dalla disponibilità di capitale umano ad alta qualificazione tecnica e scientifica e dai meccanismi che ne garantiscono la riproduzione. Questa aree rappresentano un offerta localizzativa di qualità per nuovi investimenti. E sono al Sud, cioè nel territorio che, proprio per l ampia disponibilità di risorse sottoutilizzate o non utilizzate, può produrre i massimi benefici per l intera economia nazionale nel caso di nuovi investimenti. Nel quadro dell economia globale contemporanea, tutti i paesi hanno attive politiche di attrazione, strumenti e iniziative dalla diplomazia internazionale agli interventi di semplificazione e controllo delle specifiche fasi di investimento per attrarre investimenti. Per molti motivi, dalla concorrenza localizzativa esistente in Europa ai problemi strutturali di competitività dell Italia, tale azione nel caso del nostro paese è particolarmente difficile e impegnativa. Tuttavia è necessaria, e, alla luce delle condizioni di queste sei aree, con margini di concreta possibilità. Gli strumenti disponibili (contratti di localizzazione, con la grande incertezza e le ripetute modifiche della loro operatività negli ultimi anni) e la stessa attenzione nella politica economica per questi interventi oggi sono in Italia su livelli particolarmente bassi. E un tema che va rilanciato come elemento importante nell ambito delle politiche di sviluppo dell Italia, e del Sud in particolare. Il secondo elemento attiene ad un più continuo e forte sostegno ai processi di sostegno di nuova impresa. Come ben dimostrato nell evidenza presentata, in queste aree, pur con barriere all entrata spesso elevatissime, si sono concretizzati non pochi processi di nascita e sviluppo di nuove imprese, sia sotto forma di spin-off dalle imprese esistenti o dalle università, sia sotto forma di iniziative di nuovi imprenditori ad alta qualifica. Politiche di sostegno di queste realtà esistono. Ma esse sono incredibilmente frammentate, in una miriade di interventi Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 44

45 pubblici sotto varia forma, e in iniziative private e collettive. La pluralità degli interventi ha vantaggi, ma presenta anche gli indiscutibili, prevalenti, svantaggi di non avere massa critica, di avere un operatività limitata, di dover affrontare ex novo costi di insediamento e di apprendimento già sperimentati altrove, di avere costi fissi di struttura o variabili di intervento (istruttorie) elevati, di non avere possibilità di adeguata comparazione e valutazione. Ciò su cui si può intervenire è ben chiaro. Da un lato tutto ciò che attiene alla cultura e alla prassi di impresa, in esperienze che sono sempre caratterizzate da una forte componente tecnicoscientifica (nascono per ciò che i soggetti fondatori sanno fare) e da una debolissima componente organizzativo-aziendale. Dall altro tutto ciò che attiene ai meccanismi di acqusizione del capitale iniziale di rischio, che devono essere gestiti da intemediari privati che abbiano capacità di selezione e condividano il rischio, ma con interventi pubblici di garanzia, sostegno, mitigazione del rischio. Al momento non c è un soggetto in grado di farlo, quantomeno per il Mezzogiorno e con specifico riferimento a queste aree. Verso un soggetto con adeguata reputazione, massa critica e capacità intervento potrebbero indirizzarsi, con varie forme di collaborazione, anche i molti che oggi operano. Un tale soggetto, come appare dalle esperienze italiane delle Fondazione con il Sud per il terzo settore, o del Fondo di investimento della Cassa Depositi e Prestiti e da tantissime esperienze internazionali, avrebbe però indubbi vantaggi di dimensione di intervento, reputazione, efficienza, costi; potrebbe svolgere con l intervento nel capitale di rischio un duplice ruolo di finanziamento e sostegno tecnico-operativo. Sulla falsariga di queste esperienze, riprendendo anche e innovando profondamente l esperienza della Società per l Imprenditorialità Giovanile attiva negli ultimi due decenni del XX secolo, potrebbe nascere un Fondo per il seed capital di nuove iniziative imprenditoriali, con fondi pubblici nazionali su cui potrebbero convergere ulteriori risorse regionali, locali, private e, per quanto la cosa sia difficile per evidenti motivi congiunturali, delle stesse Fondazioni di origine bancaria, la cui quasi totale assenze nelle regioni meridionali rappresenta un vincolo di non poco conto proprio per iniziative collettive innovative. Tale fondo potrebbe, di concerto con le singole Regioni, specializzare e focalizzare differentemente le proprie attività sul territorio. Il terzo ed ultimo elemento attiene alla presenza di istituzioni pubbliche, o pubblico-private, non universitarie. Come è stato più volte ricordato, esso hanno svolto in diversi casi un ruolo importante, ad esempio di interconnessione fra imprese e università, o in attività di ricerca e di formazione specialistiche. La presenza permanente di queste istituzioni sul territorio, nel tempo, è importante; dà continuità occupazionale a manodopera qualificata; radica Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 45

46 nell ambiente saperi e conoscenze: entrambi questi fenomeni sono alla base dei successi registrati in queste aree. Queste istituzioni rappresentano un elemento importante dei sistemi regionali dell innovazione. Politiche pubbliche orientate al lungo periodo, e volte a sostenere la competitività complessiva di queste aree, dovrebbero puntare a sostenere l azione o ad accrescere la presenza di queste istituzioni, pur nei limiti delle disponibilità di bilancio. L esperienza mostra che questi interventi sono tanto più positivi, quanto i soggetti sono dotati di una minima massa critica, e sono sottoposti a processi di valutazione costanti, volti a misurarne sia l efficacia nella ricerca sia la capacità nel trasferimento tecnologico e nell interazione con le università e soprattutto con le imprese. Sarebbe necessario superare la maledizione dello straordinario, per cui risorse anche cospicue, sono destinati a nuovi progetti da parte degli attori esistenti, e a loro nuove attività, ma rigorosamente a termine entro il ciclo di programmazione (e molto spesso nel limitato periodo residuo del ciclo di programmazione, dati i notevoli ritardi nell avvio). Più difficilmente si riesce invece ad usare queste risorse per interventi davvero strutturali, volti ad accrescere il numero degli attori o ad aumentare significativamente e permanentemente la dimensione di quelli esistenti, e quindi l impatto di lungo periodo. Interventi che richiedono un accorto mix fra risorse (prevalentemente in conto capitale) per gli investimenti iniziali e risorse (prevalentemente correnti) per il funzionamento a regime. L indispensabile interconnessione fra interventi straordinari e ordinari. Le politiche di sviluppo per il Mezzogiorno stanno conoscendo una nuova fase con l attuazione del Piano di Azione Coesione (e i conseguenti aggiornamenti); una fase importante, che potrebbe portare a progressi proprio per meglio legare interventi straordinari e ordinari, incidendo sia sulla residua programmazione sia sulla successiva con un unica strategia. Nell ambito del Piano di Azione Coesione sono previsti ambiti ed interventi rilevanti per i temi qui trattati. Sul piano infrastrutturale è previsto il completamento al Sud del Piano Nazionale per la banda larga (unitamente agli altri interventi già definiti), e l avvio di un programma straordinario per l Agenda Digitale (infrastrutture di rete a banda ultralarga e data center come passo essenziale per la creazione di un sistema di cloud computing), per mettere in moto un circuito virtuoso investimenti sulla rete/servizi digitali. Per le politiche industriali sono indicati interventi da meglio definire rilevanti alla luce di quanto appena detto: 1) per la creazione d impresa e le start up; 2) per favorire l attuazione di contratti di sviluppo, progetti strategici di particolare rilevanza, per migliorare le condizioni di attrattività dei territori delle regioni Convergenza; Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 46

47 3) promuovendo una nuova azione di sostegno all innovazione, nella logica del precommercial public procurement. Inoltre, in tale contesto viene anche riqualificata l azione di sostegno ai distretti tecnologici e ai laboratori di ricerca, riaggregando le diverse iniziative si selezionate aree tematiche. Una nota finale. L insieme di queste azioni di sviluppo non può che interagire con il mantenimento di decenti livelli di ordinarietà nell azione pubblica centrale e locale nel Mezzogiorno. Da un lato questo è compito preciso e irrinunciabile proprio delle autorità regionali e locali. Dall altro incrocia i temi del finanziamento e della regolazione di grandi servizi pubblici nazionali. Il caso più rilevante è evidentemente quello delle Università. Esse sono da tempo investite da processi di cambiamento che ne stanno progressivamente limitando le possibilità di azione: rischiano di rendere il loro ruolo nel futuro, non più incisivo ma assai più debole rispetto al passato. In molte università, specie del Sud, è in corso un pericolosissimo processo di blocco del turn-over, che provoca l invecchiamento del personale, la sua riduzione quantitativa e soprattutto toglie ogni possibilità al fattore che è emerso come decisivo nei sei storie analizzate: quello del radicamento in loco di giovani professionalità. Non si tratta certo di difendere l esistente; ma di accrescere con misura e intelligenza la loro qualità. Valutare per migliorare. Ben poco, purtroppo, è considerata nei meccanismi di valutazione e funzionamento oltre alla ricerca l importanza cruciale della didattica nelle discipline scientifiche in queste aree, così come il ruolo della terza missione delle Università in regioni economicamente deboli. Esso si va riducendo. All esito proprio di attenti processi di valutazione - che sappiano però ben misurare i risultati rispetto alle oggettive condizioni locali, e gli output rispetto agli input investiti alcune delle strutture che sono state descritte negli studi di caso e qui in parte ricordate, potrebbero al contrario svolgere un ruolo assai più importante e incisivo come ovunque nel mondo accade nei processi di sviluppo tecnologico. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 47

48 Capitolo 2 Il sistema produttivo territoriale dell ICT all Aquila Lelio Iapadre Università dell Aquila e Johns Hopkins University, Bologna Center Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 48

49 L'autore ringrazia Gloria Cicerone e Giovanni Mastronardi per la collaborazione preziosa a varie fasi di questa ricerca. Esprime inoltre la sua gratitudine a tutti coloro che hanno accettato di farsi intervistare per la realizzazione della ricerca, offrendo contributi essenziali di dati e interpretazioni. L elenco dei soggetti intervistati è riportato in allegato. ***** Premessa Questo rapporto presenta i risultati di un indagine sul sistema produttivo legato alle tecnologie dell informazione e della comunicazione (ICT) nella provincia dell Aquila, condotta nell ambito del progetto CERPEM sui sistemi produttivi del Mezzogiorno. Per ICT si intende essenzialmente il comparto manifatturiero dell industria elettronica (divisione 26 della classificazione ATECO 2007, denominata fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi ), ma si farà riferimento anche ad alcuni comparti dei servizi: telecomunicazioni (divisione 61), produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (divisione 62) e servizi d informazione e altri servizi informatici (divisione 63). Lo studio si basa sull elaborazione delle statistiche disponibili a diversi livelli di disaggregazione territoriale e su una serie di interviste condotte tra marzo e aprile 2012 a un insieme di rappresentanti delle imprese, delle istituzioni e dei centri di ricerca che costituiscono il sistema locale dell ICT (cfr. Appendice). Il par. 1 ripercorre brevemente la storia del sistema produttivo e ne delinea i confini geografici. Nel par. 2 vengono presentate le elaborazioni statistiche realizzate per descrivere le tendenze recenti delle variabili economiche che caratterizzano il sistema. Il par. 3, basato in gran parte sulle interviste realizzate, è dedicato alla descrizione delle imprese principali e delle loro connessioni interne ed esterne. Segue, nel par. 4, un tentativo di delineare i rapporti tra le imprese e il sistema locale di formazione e diffusione delle competenze. Nel par. 5 si presentano sinteticamente le politiche industriali e dell innovazione che hanno influito sul sistema, con particolare riferimento a quelle regionali. Il rapporto si conclude con un paragrafo di sintesi sulle prospettive di sviluppo del sistema e sulle condizioni per il suo rilancio. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 49

50 1. Storia e geografia del sistema ICT nella provincia dell Aquila A partire dagli anni cinquanta, la storia economica e sociale del territorio aquilano è stata profondamente segnata dalla parabola di un polo elettronico di grande rilievo nazionale, che ha costituito a lungo l unico insediamento manifatturiero significativo in una struttura economica caratterizzata da piccole produzioni tradizionali, commercio, libere professioni e Pubblica Amministrazione. Basato essenzialmente sulla presenza delle Partecipazioni statali, il polo elettronico aquilano era arrivato a contare oltre addetti nel periodo della sua massima espansione, alla metà degli anni settanta. Dopo una lunga serie di ristrutturazioni, smembramenti e cambiamenti proprietari, oggi il polo è fortemente ridimensionato e presenta ancora crisi aziendali irrisolte, preludio di ulteriori chiusure. Tuttavia, nel contesto difficile creato dal terremoto del 2009 e dai ritardi della ricostruzione, sopravvivono alcune imprese importanti, che operano principalmente nell orbita del gruppo Finmeccanica. Inoltre, a pochi chilometri di distanza, nella Marsica, si trova una realtà produttiva ancora più rilevante, in cui primeggia lo stabilimento della Micron Technology Italia di Avezzano. Le origini del polo elettronico aquilano possono essere ricondotte al processo di attuazione del piano Marshall, nel cui ambito si decise di installare un impianto della Marconi Italiana, società a capitale misto inglese e italiano (gruppo IRI) nelle strutture precedentemente occupate dalle Officine Carte e Valori della Banca d Italia, distrutte da un bombardamento americano nel L impianto fu inaugurato nel 1952, produceva valvole termoioniche e arrivò a occupare circa 800 persone, sviluppandosi con il contributo finanziario dell Isveimer. Negli anni successivi ci furono vari passaggi proprietari (Ates, Sit-Siemens, Italtel) e la produzione fu orientata verso le apparecchiature elettromeccaniche per la telefonia, destinate al monopolio pubblico della SIP. L occupazione salì progressivamente e il polo si affermò come la principale realtà produttiva dell area aquilana, influenzandone anche l evoluzione culturale e politica. La crisi cominciò a manifestarsi al principio degli anni ottanta, quando emersero problemi di competitività e difficoltà di adattamento tecnologico. Le caratteristiche organizzative e i vincoli gestionali tipici delle imprese a partecipazione statale si rivelarono presto incompatibili con le tendenze dei mercati internazionali. Il passaggio dall elettromeccanica all elettronica fu accompagnato da una serie di ristrutturazioni e riduzioni dell occupazione. 1 A. Esposito, La città nella fabbrica la fabbrica nella città. Un cammino lungo 60 anni, in Unione Provinciale degli Industriali di L Aquila, 60 anni di storia, One Group Edizioni, L Aquila, 2006, pp Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 50

51 Le privatizzazioni degli anni novanta nella telefonia fecero venir meno il sostegno privilegiato della domanda pubblica e comportarono l ingresso di partner stranieri (prima la Siemens e poi la Flextronics) interessati ad acquisire il mercato, giovandosi anche dei benefici derivanti da strumenti di politica industriale difensiva, ma orientati comunque a spostare la produzione in altri paesi, dove la manifattura di componenti elettronici poteva essere realizzata a costi più bassi 2. La collaborazione con il sistema universitario locale, che pure aveva iniziato a svilupparsi già dagli anni settanta, come si vedrà meglio nel par. 4, non si traduceva in innovazioni capaci di difendere la competitività delle produzioni manifatturiere standardizzate che si realizzavano nel sito aquilano. La fase finale della crisi è segnata dall ingresso in scena della Finmek, gruppo privato italiano presente anche in altre regioni, e dal suo fallimento, decretato nel 2004, a cui hanno fatto seguito vicende giudiziarie ancora in corso e problemi sociali molto gravi per i lavoratori rimasti privi di strumenti di sostegno e ancora lontani dalla pensione. Il sito industriale del polo elettronico aquilano era stato ceduto nel 2003 dalla Flextronics a una società appositamente costituita, Aquila Sviluppo (partecipata per il 90% da Sviluppo Italia - ora Invitalia - per due quote del 5% dal Comune e dalla Provincia dell Aquila). Aquila Sviluppo non è riuscita a svolgere efficacemente il ruolo che le era stato assegnato e si è limitata alla gestione e manutenzione degli impianti e a fornire input intermedi alle imprese già insediate (gas, luce, vigilanza, mensa, ecc.), senza integrarli con servizi più avanzati volti a favorirne lo sviluppo e a promuovere o attrarre nuove iniziative. Per di più non è riuscita a mantenere i suoi bilanci in equilibrio e ha rapidamente esaurito il suo patrimonio sociale, fino a essere posta in liquidazione nel Malgrado questo epilogo, la storia travagliata del polo elettronico aquilano ha fatto emergere altre realtà produttive, che sopravvivono ancora oggi e lasciano intravedere possibilità di sviluppo, pur nel contesto difficile della crisi economica globale, del terremoto e dei ritardi della ricostruzione, come si vedrà meglio nel par. 3. Si tratta principalmente della Technolabs, un centro di ricerca e progettazione staccato e poi venduto dalla Siemens a compimento del suo disimpegno dall area aquilana, e di due stabilimenti partecipati in misura diversa dal gruppo Finmeccanica (Selex Elsag e Thales Alenia Space), che ereditano le produzioni di elettronica per usi militari e civili svolte fin dai primi anni ottanta dalla Selenia, una delle imprese pubbliche che avevano assorbito parte dei lavoratori licenziati dall Italtel. 2 M. Pelliccione e F. Venanzi, L Aquila e il Polo Elettronico. Retroscena di una crisi, Edizioni Libreria Colacchi, L Aquila, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 51

52 Recentemente il Comune dell Aquila ha acquisito la proprietà del sito ex Italtel, assumendosi la responsabilità della sua valorizzazione, nel contesto del programma di ricostruzione e sviluppo dopo il terremoto. Come già accennato, inoltre, il sistema ICT della provincia dell Aquila non si limita al polo elettronico cittadino, ma include una sezione più importante localizzata nella Marsica. Si tratta in primo luogo del grande stabilimento di Avezzano della Micron Technology Italia, controllato dal gruppo statunitense omonimo e attualmente specializzato nella produzione di sensori d immagine. All origine l impianto era stato costruito da un altra multinazionale statunitense, la Texas Instruments, che alla fine degli anni ottanta era stata attratta ad Avezzano con un generoso contratto di programma. La Micron subentrò nel 1998, quando acquisì tutta la divisione memorie della Texas nel mondo, e da allora ha continuato a investire in tecnologia e competenze nel sito di Avezzano, portando l occupazione vicino alle unità. La Micron si è inoltre impegnata nel tentativo di consolidare i suoi rapporti con il sistema locale, dando vita prima alla Fondazione Mirror 3 e più recentemente al Polo di innovazione ICT Abruzzo, che sarà descritto nel par. 5. Nella Marsica opera anche un piccolo gruppo di altre imprese dell ICT, sia pubbliche (Finmeccanica) sia private, con caratteristiche e prospettive interessanti. Nel resto della provincia, dopo la chiusura degli impianti di ACE-Siemens e di Finmek a Sulmona, il settore è ormai praticamente assente, almeno nel comparto manifatturiero. Da questo breve profilo storico emergono dunque con sufficiente chiarezza i confini geografici di un sistema produttivo dell ICT collocato in due aree della provincia, corrispondenti ai sistemi locali del lavoro (SLL) dell Aquila (n. 365) e di Avezzano (n. 362). Secondo il censimento del 2001, il SLL dell Aquila comprende 29 comuni, con una popolazione residente di circa persone (superficie kmq), addetti, di cui nel manifatturiero, mentre in quello di Avezzano, anch esso con 29 comuni, la popolazione residente è di circa persone, con addetti, di cui nel manifatturiero (superficie kmq). I dati dei censimenti, ricollegabili a quelli del registro statistico delle imprese (ASIA), consentono di delineare il profilo storico dell occupazione nel sistema ICT dell Aquila tra il 3 S. Galbiati, G. Giaccardi e M. Perego, MIRROR, un modello di lavoro nell economia della conoscenza, Il Mulino, Bologna, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 52

53 1971 e il 2006, in base alla classificazione ATECO Le divisioni manifatturiere rilevanti sono la 30 (fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici) e la 32 (fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni), mentre nei servizi va considerata la divisione 62 (informatica e attività connesse). Figura Occupati nel settore ICT della provincia dell'aquila (addetti nelle unità locali delle divisioni 30, 32 e 62 della classificazione ATECO 2002) Fonte: elaborazioni su dati Istat. Manifattura Servizi Dalla figura 1 emerge nettamente il forte ridimensionamento subito negli anni ottanta dal settore ICT nella provincia dell Aquila, dovuto essenzialmente alla crisi dell Italtel (nel SLL dell Aquila l occupazione passò da a addetti), non bilanciata dall espansione del polo marsicano (nel SLL di Avezzano gli addetti aumentarono da 698 a 1.225). Quest ultima, tuttavia, continuò negli anni novanta (fino a addetti nel 2001), più che compensando l ulteriore flessione degli occupati all Aquila (scesi a 2.608). Nella prima metà dell ultimo decennio è nuovamente prevalsa una tendenza negativa. Il comparto dei servizi, sviluppatosi principalmente nel corso degli anni novanta, è rimasto tuttavia al di sotto dei addetti. Le produzioni manifatturiere dell ICT hanno sempre rappresentato, nel periodo osservato, un settore di specializzazione molto forte della provincia dell Aquila, con una quota sull occupazione nazionale che, pur oscillando fortemente (tra il 2,5 e il 4,1 per cento) si è Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 53

54 comunque mantenuta molto superiore al peso della provincia sul totale dell occupazione manifatturiera (0,3 per cento in media). Viceversa nel comparto dei servizi informatici la quota della provincia (0,2 per cento) è sempre rimasta inferiore a quella registrata nel totale dei servizi (0,4 per cento). Visto nel suo complesso, il sistema ICT della provincia dell Aquila sembra almeno in parte gravitare verso l area romana, dato il ruolo centrale svolto dal gruppo Finmeccanica e la facilità del collegamento autostradale. Più limitate appaiono, almeno finora, le interazioni con le province costiere dell Abruzzo e in particolare con le imprese del terziario avanzato presenti nella zona di Pescara. Le principali imprese del sistema fanno parte di gruppi multinazionali pienamente inseriti nei mercati globali e con una limitata propensione a creare collegamenti produttivi con le imprese locali. 2. Tendenze recenti dell occupazione e delle esportazioni I dati Istat-ASIA relativi al 2007 consentono di delineare un quadro dettagliato delle dimensioni del sistema ICT nella provincia dell Aquila, alle soglie della crisi economica globale. Malgrado la crisi in corso da molti anni, il territorio aquilano mostrava ancora i segni della sua forte specializzazione nell ICT. Considerando la divisione 26 della classificazione ATECO 2007 (fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi), risultavano nella provincia dell Aquila 54 unità locali, pari al 32 per cento del totale regionale e allo 0,6 per cento di quello nazionale. In termini di addetti (3.717) l incidenza della provincia era molto più elevata, con quote del 72 per cento sull Abruzzo e del 3 per cento sul totale nazionale 4. 4 Le cifre corrispondenti, riferite alle sole unità economiche, erano di 35 imprese con addetti. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 54

55 Figura 2 Industria elettronica - Addetti nelle unità locali della provincia dell'aquila (distribuzione percentuale per gruppo ATECO) 0% 1% 2% 1% 24% 261: fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche 262: fabbricazione di computer e unità periferiche 2% 70% 263: fabbricazione di apparecchiature per le telecomunicazioni 264: fabbricazione di prodotti di elettronica di consumo audio e video 265: fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione, orologi 266: fabbricazione di strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche 267: fabbricazione di strumenti ottici e attrezzature fotografiche La figura 2 mostra con chiarezza la forte concentrazione dell occupazione in due soli gruppi ATECO, quello dei componenti elettronici, con circa addetti, di cui fanno parte quelli della Micron, e quello delle apparecchiature per le telecomunicazioni, con circa 900 addetti, tra i quali i lavoratori del polo elettronico aquilano. Nei servizi ICT si contavano nel 2007 a livello provinciale 373 unità locali con oltre addetti, distribuiti tra le telecomunicazioni (449 addetti, per due terzi nel SLL di Avezzano), la produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (456 addetti) e i servizi d'informazione e altri servizi informatici (521 addetti). Nel complesso si trattava del 3,3 per cento dell occupazione provinciale nei servizi, una quota inferiore alla media nazionale (4,1 per cento), a conferma del fatto che la specializzazione nella manifattura elettronica non si era ancora tradotta in un indotto significativo nel comparto dei servizi avanzati. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 55

56 Figura 3 20 Addetti nel settore ICT- variazioni percentuali SLL Avezzano SLL L'Aquila SLL Sulmona Provincia dell'aquila Abruzzo Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat. Manifattura Servizi La figura 3 consente di vedere l impatto esercitato dalla crisi economica globale e dal terremoto del 2009 sull occupazione nel settore ICT della provincia dell Aquila. Le cadute più forti sono state registrate nel SLL dell Aquila, dove sono stati persi circa 600 posti di lavoro nell industria e 200 nei servizi, e in quello di Sulmona, dove il settore è ormai sostanzialmente sparito. Il polo marsicano ha subito invece una flessione contenuta, di dimensioni inferiori anche rispetto alla regione, al Mezzogiorno e alla media nazionale. Si rileva inoltre che, diversamente da quanto è accaduto in altre parti d Italia, le perdite di occupazione manifatturiera non sono state compensate da aumenti nel settore dei servizi ICT. Nelle altre province abruzzesi l importanza del settore è molto minore. Nel comparto manifatturiero perdite di occupazione sono state registrate a Chieti e Pescara, mentre a Teramo il numero degli addetti è salito leggermente. A livello regionale il settore ha perso il 19 per cento in termini di addetti, una flessione superiore a quella subita dall insieme dell industria manifatturiera (-9 per cento) e dall occupazione totale (-4 per cento). Nell insieme si può quindi parlare di una grave crisi settoriale, particolarmente evidente nel SLL dell Aquila, ma parzialmente compensata dalla tenuta della Micron ad Avezzano e dalla crescita nel Teramano. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 56

57 Per cercare di delineare le tendenze più recenti del settore, si può fare ricorso ai dati INPS sulla Cassa integrazione guadagni (CIG), disponibili fino al 2011 nella classificazione ATECO Nel triennio il numero totale di ore di CIG concesse in provincia dell Aquila nella divisione 32 (Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni) 5 aveva oscillato tra i 2 e i 3 milioni, pari in media al 28 per cento del totale nazionale di comparto, come riflesso della crisi grave in cui versavano le imprese del polo elettronico. Dopo un consistente calo nel 2008, le ore di CIG sono tornate a livelli molto elevati (2,8 milioni) l anno successivo, per effetto della crisi economica e del terremoto. Il biennio è caratterizzato da un miglioramento progressivo, fino a 1,3 milioni di ore e l incidenza sul totale nazionale si è abbassata al 10 per cento. Quella che alla metà del decennio appariva come una grave crisi settoriale, si è successivamente diluita nella crisi che ha investito tutto il comparto manifatturiero, anche in conseguenza del terremoto: l incidenza dell industria ICT sul totale della CIG manifatturiera provinciale, pari in media al 78 per cento nel biennio , è scesa progressivamente negli anni successivi fino al 23 per cento del 2011, anno in cui l uso della CIG è diminuito del 24 per cento nel comparto ICT, a fronte di un aumento del 38 per cento nel totale degli altri settori manifatturieri. Qualche informazione ulteriore sulle tendenze più recenti del comparto manifatturiero ICT può essere ricavata dai dati sulle esportazioni, disponibili a livello provinciale fino al Nel comparto dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (la divisione ATECO 26, qui identificata con il totale ICT) le esportazioni della provincia dell Aquila, che oscillavano intorno ai 500 milioni di euro nella prima metà dello scorso decennio, sono scese ininterrottamente a partire dal 2005, arrivando fino a un minimo di 228 milioni nel La ripresa del 2010 è stata relativamente modesta (11 per cento) e si è interrotta nel Dalla figura 4 appare con evidenza l intensità della specializzazione provinciale nel settore ICT: le quote dell Aquila sulle esportazioni nazionali sono sempre rimaste a livelli molto superiori a quelli detenuti sul totale delle esportazioni di merci. Tuttavia, mentre nella seconda metà degli anni novanta la provincia esibiva vantaggi comparati in tre comparti (componenti elettronici, computer ed unità periferiche e apparecchi per le telecomunicazioni), nello scorso decennio la specializzazione si è concentrata nel solo gruppo dei componenti elettronici 5 Nelle altre divisioni ICT della classificazione ATECO 2002 le ore di CIG sono sempre rimaste a livelli molto bassi. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 57

58 (Micron). La scomparsa degli altri due comparti si è tradotta in una progressiva flessione della quota provinciale sul totale ICT, malgrado il rafforzamento del comparto dei componenti elettronici, giunto fino a una quota del 15 per cento nel 2008 e poi entrato anch esso in una fase discendente. Analogamente a quanto si può osservare nel settore farmaceutico, che è il secondo polo di specializzazione delle esportazioni aquilane, la tendenza declinante assunta dalle quote provinciali sulle esportazioni nazionali sembra confermare i limiti di un modello di internazionalizzazione duale, in cui la forte proiezione sui mercati esteri di alcune grandi imprese a controllo esterno perde colpi e non riesce a diffondersi tra le imprese locali. Figura 4 16,00 Quote della provincia dell'aquila sulle esportazioni italiane 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0, TOTALE MERCI TOTALE ICT COMPONENTI ELETTRONICI E SCHEDE ELETTRONICHE COMPUTER ED UNITA' PERIFERICHE APPARECCHIATURE PER LE TELECOMUNICAZIONI Dalle interviste condotte, come si vedrà nel par. successivo, emerge che le esportazioni di componenti elettronici della provincia dell Aquila, che pure rappresentavano nel 2011 il 38 per cento del totale merci, sono in realtà trasferimenti interni al gruppo Micron, diretti esclusivamente verso gli Stati Uniti (in passato una parte delle cessioni era destinata anche a Singapore, ma sempre come commercio intra-aziendale). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 58

59 3. Le imprese del sistema ICT nella provincia dell Aquila Come già accennato nel par. 1, il polo elettronico dell Aquila era basato sulle produzioni dell Italtel di apparecchi per la telefonia su rete fissa e mobile, civile e militare. Con l abbandono della Siemens, che aveva acquisito il controllo dello stabilimento Italtel nel 1999, e successivamente della Flextronics, che ne aveva rilevato la produzione di apparati di trasmissione, il settore ha subito un drastico ridimensionamento. La vicenda è culminata pochi mesi fa con la messa in liquidazione della Finmek Solutions, che era subentrata alla Flextronics ed era presente con un suo stabilimento anche a Sulmona. Malgrado l intervento pubblico di salvataggio, si è rivelato impossibile mantenere in vita gli stabilimenti del gruppo. Resta ancora aperto il problema di come consentire agli ultimi 150 lavoratori della Finmek Solutions dell Aquila di passare dalla mobilità alla pensione. Nella fase attuale la produzione più rilevante dell area aquilana nel comparto ICT è quella di apparecchi elettronici e antenne per veicoli spaziali, nonché di strumenti per il controllo del traffico aereo con usi civili e militari. L impresa principale è la Thales Alenia Space Italia, partecipata per il 67 per cento dal gruppo francese Thales e per il residuo 33 per cento dal gruppo Finmeccanica. L azienda, erede dello stabilimento della Selenia Spazio, creato nel 1983, concorre alla produzione di satelliti per telecomunicazioni e altre strutture orbitanti, in collaborazione con le maggiori imprese e istituzioni del settore aero-spaziale. Le sue linee produttive vanno dalla progettazione alla produzione di apparecchi elettronici e antenne per varie applicazioni spaziali, con l uso di tecnologie innovative in campo microelettronico e materiali compositi. Il suo fatturato consolidato è stato nel 2010 di 618 milioni di euro e i preconsuntivi del 2011 indicano una crescita. Lo stabilimento aquilano fu seriamente danneggiato dal terremoto e il 14 dicembre 2011 è iniziata la costruzione di un nuovo impianto, su un area di oltre m 2. Gli addetti sono attualmente circa 300, di cui il 30 per cento ingegneri elettronici (il 70 per cento dei quali laureati all Aquila) e il 65 per cento periti elettronici. Nei programmi annunciati l occupazione dovrebbe crescere del 20 per cento nel nuovo stabilimento. Il gruppo Finmeccanica è presente all Aquila anche con uno stabilimento di una società interamente controllata, la Selex Elsag, nata nel 2011 dalla fusione di Selex Communications (specializzata nei settori dei sistemi avionici, soluzioni per la difesa, comunicazioni professionali) e Elsag Datamat (operante nei settori dell automazione, sicurezza logica e Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 59

60 fisica, ICT, logistica e mobilità). Si tratta di produzioni ad alto livello tecnologico in comparti come i sistemi di identificazione in ambito avionico, le piattaforme per le comunicazioni militari, per la sicurezza interna e per la protezione civile, i sistemi di cifratura delle informazioni e di protezione delle reti contro gli attacchi informatici. Attualmente la Selex Elsag vanta un portafoglio di circa 160 famiglie di brevetti e destina il 7 per cento del fatturato alla spesa per Ricerca e Sviluppo. A livello consolidato la Selex Elsag realizza un fatturato di milioni di euro e conta circa addetti, dei quali lavorano nelle sedi italiane, 725 nel Regno Unito e gli altri nelle sedi di Germania, Romania, Turchia e USA. La società si rivolge al mercato internazionale, ma i maggiori clienti sono quelli interni (in Italia e nel Regno Unito); si tratta in particolare di istituzioni governative, della difesa, aziende di telecomunicazioni, trasporti, poste e corrieri, utilities. In Abruzzo la Selex Elsag ha sedi nelle città dell Aquila, Chieti e Pescara e conta attualmente 279 dipendenti. Nella sede dell Aquila lavorano 145 addetti, in gran parte ingegneri; in particolare, 120 addetti lavorano nelle attività di progettazione e sistemistica, 6 nel controllo della qualità, 6 nelle attività di project management e gli altri svolgono servizi di supporto. Le attività nel sito coprono tutto il ciclo di sviluppo dei vari prodotti e sistemi a partire dall analisi dei requisiti sino alla verifica funzionale e ambientale. Anche in questo caso lo stabilimento è stato reso inagibile dal terremoto e la società aveva annunciato l intenzione di costruirne uno nuovo 6. Negli ultimi tempi è prevalsa invece l opzione di ristrutturare e ampliare la sede attuale, collocata all interno del sito ex Italtel. Un altra impresa superstite del vecchio polo elettronico aquilano è la Technolabs, erede del laboratorio di ricerca dismesso dalla Siemens, che progetta prodotti e servizi per le reti di telecomunicazione. L impresa è stata recentemente acquisita dalla Intecs, un gruppo privato con sette insediamenti in Italia e uno in Francia, per un totale di circa 500 dipendenti, che progetta e sviluppa sistemi elettronici per lo spazio, la difesa, i trasporti e le telecomunicazioni. La Technolabs ha 158 addetti, in gran parte ingegneri e quasi tutti laureati all Aquila. L impresa sembra aver superato la fase più difficile della crisi: nel 2011 ha realizzato un fatturato di 11 milioni di euro, in forte aumento rispetto al 2010, generato prevalentemente dalle attività di progettazione, che sono il suo core business. Le esportazioni 6 I sindacati hanno recentemente scritto una lettera aperta nella quale denunciano il mancato rispetto di questo impegno e segnalano il rischio di un abbandono da parte dell impresa. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 60

61 incidono per il 50 per cento sul fatturato di servizi e per il 90 per cento su quello relativo ai prodotti, pari a circa 2,5 milioni. La Technolabs era in precedenza controllata dal gruppo Compel, una multinazionale italiana con sedi in Europa, Asia e America. Il gruppo conserva all Aquila due insediamenti, la Inter- Compel, che produce componenti elettroniche per l interconnessione, e la P&A Service, che offre servizi integrati di assemblaggio e collaudo di schede elettroniche, ma sta attraversando una periodo di crisi. Nell area dell ex stabilimento Italtel operano anche due aziende locali, che lavorano principalmente per le maggiori imprese superstiti del polo elettronico aquilano. Si tratta della Elital (34 dipendenti), che opera tra l altro per conto di Thales Alenia Space nella produzione di circuiti stampati per l Agenzia Spaziale Italiana, e della Hi-Tech Electronics (68 dipendenti). Nonostante le due aziende vantino produzioni ad alto livello tecnologico, il carattere familiare dell assetto proprietario e della gestione implica una forte sottocapitalizzazione, che costituisce un cruciale fattore di debolezza competitiva. Come già accennato, nel resto della provincia il centro manifatturiero più importante dell ICT è la Micron Technology Italia di Avezzano, controllata dalla Micron Technology Inc. di Boise (Stati Uniti), che è una società quotata al Nasdaq e uno dei maggiori fornitori mondiali di prodotti a semiconduttore. Il sito di Avezzano realizzava nel 2005 circa il 15 per cento della produzione totale del gruppo. Ad Avezzano si producono attualmente sensori per immagini con tecnologia CMOS. I prodotti hanno svariate applicazioni, dal campo della comunicazione mobile (telefonia cellulare, smart phones, tablets, ecc.), a quello dell impiego industriale (sensori per automobili, strumenti medicali, lettori di codici a barre, strumenti di sorveglianza, ecc.), a quelli delle macchine fotografiche, delle videocamere, dei PC e degli apparecchi per videoconferenze. Inoltre nel sito Micron di Avezzano si trova un centro di ricerca e sviluppo, con circa 40 tecnici, in cui vengono progettate e testate memorie non volatili di tipo NAND Flash, con diverse applicazioni nell informatica, nella fotografia e negli audiovisivi (lettori Mp3). In totale lavorano nel sito circa dipendenti a tempo indeterminato, di cui circa il 30 per cento laureati e gli altri con diploma di scuola superiore. Le università di provenienza sono principalmente quelle del Centro-Sud Italia (L Aquila, Roma e Napoli). Le tendenze degli Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 61

62 ultimi anni vedono una sostanziale stabilità dell occupazione, con il ricorso a lavoratori temporanei per far fronte alle oscillazioni della domanda. Il fatturato, tendenzialmente stabile negli ultimi anni, si aggira sui 250 milioni di dollari ed è totalmente esportato verso un unico committente interno al gruppo, che è la statunitense Aptina, società partecipata da Micron Technology Inc., proveniente dallo spin off della sua divisione operante nel campo dei sensori per immagini. Fino al 2007 la destinazione principale era invece Singapore, dove si trovano gli impianti della Micron per la produzione di memorie NAND Flash. Le importazioni di macchinari, materie prime e beni intermedi provengono quasi esclusivamente da produttori non europei, che l impresa considera più affidabili per ragioni di qualità. Esistono rapporti di fornitura locali per molti servizi generali, ma non per gli input specifici per il settore. Fa eccezione la produzione di gas tecnici, curata da un fornitore con un piccolo impianto nel perimetro del sito di Avezzano. Malgrado ciò, come si vedrà meglio nei paragrafi seguenti, la Micron Technology Italia dedica un attenzione particolare allo sviluppo dei rapporti con il sistema locale, e in particolare alla collaborazione con l Università dell Aquila. In Abruzzo Finmeccanica aveva in totale 587 addetti al 31 dicembre Oltre agli stabilimenti aquilani, il gruppo è presente anche nella Marsica, a Ortucchio con il Centro Spaziale del Fucino (Telespazio) e a Carsoli con la Selex Galileo 7. Telespazio è una società mista Finmeccanica (67 per cento) e Thales (33 per cento), con sede centrale a Roma, circa dipendenti e 437 milioni di fatturato (2010). Si tratta di uno dei principali produttori mondiali di servizi satellitari, con una rete di società controllate in Europa e in America e partecipazioni in importanti programmi spaziali internazionali, come Galileo, EGNOS, GMES, COSMO-SkyMed, SICRAL e Göktürk. Il Centro Spaziale del Fucino è il più grande teleporto mondiale per usi civili. Al suo interno è stato creato uno dei due centri di controllo del progetto Galileo, il principale programma di navigazione satellitare europeo, con un impiego previsto di oltre 100 tecnici. La Selex Galileo è un impresa del gruppo Finmeccanica con circa dipendenti e sedi principali nel Regno Unito, in Italia e negli Stati Uniti. Il fatturato consolidato è di milioni di euro, realizzato principalmente nel settore dell elettronica per la difesa. Il centro di 7 La Finmeccanica è presente anche a Chieti, con un sito del gruppo Selex Elsag attivo nel settore delle telecomunicazioni militari, in cui lavorano circa 120 dipendenti. A Chieti è presente anche il gruppo Thales. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 62

63 Carsoli è specializzato in rivestimenti ottici, prodotti con tecnologie del vuoto per applicazioni militari, civili e aerospaziali, e vanta importanti contratti con l Agenzia Spaziale Europea. Altre due imprese rilevanti del sistema ICT marsicano sono la Elco, specializzata nei circuiti stampati, con 86 addetti nella sede centrale di Carsoli e affiliate in Francia, Spagna, Cina e Stati Uniti e la G&A Engineering, di Oricola, una piccola impresa che opera nella microelettronica per impieghi militari e spaziali, con un centro di ricerca e un impianto produttivo. L impresa vanta grandi capacità innovative e ha sviluppato un piano spaziale autonomo, basato su microsatelliti disponibili anche per usi privati. Dagli studi già pubblicati e dalle interviste realizzate emerge complessivamente che le imprese manifatturiere dell ICT, in gran parte inserite in gruppi a controllo esterno, non hanno finora generato collegamenti significativi con le imprese locali. Gli input intermedi vengono spesso da altre imprese del gruppo, localizzate anche all estero e i mercati di sbocco sono quelli internazionali. I pochi subfornitori locali operano spesso in segmenti a basso valore aggiunto e stentano a trovare sbocchi di mercato aggiuntivi rispetto ai loro committenti locali. Tuttavia, qualche opportunità nuova potrebbe emergere per i servizi alla produzione. 4. Imprese, università e centri di ricerca: creazione di competenze e conoscenze nel sistema dell ICT aquilano Dall insieme delle interviste realizzate emerge con chiarezza la convinzione diffusa nel sistema locale dell ICT che il valore delle competenze professionali disponibili localmente sia il fattore cruciale che spiega la persistenza nel territorio di un nucleo importante di imprese, malgrado la lunga crisi sofferta dal polo elettronico aquilano e le difficoltà del contesto internazionale. Questo risultato si deve in misura notevole al lavoro svolto dalle Facoltà di Ingegneria e di Scienze dell Università dell Aquila, che hanno saputo progressivamente adattare la loro offerta didattica alle esigenze del sistema produttivo e che sono riuscite a stabilire forme abbastanza efficaci di collaborazione con le imprese a diversi livelli, che includono i tirocini formativi pre- e post-laurea, la partecipazione delle imprese alle attività didattiche, i servizi di Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 63

64 collocamento post-laurea, il finanziamento di borse di dottorato e la realizzazione di progetti congiunti di ricerca applicata. Il rapporto con le imprese ha rafforzato e valorizzato anche le attività di ricerca svolte autonomamente dall Ateneo. Tra queste, un rilievo particolare spetta all attività del centro di eccellenza su Design methodologies for Embedded controllers, Wireless interconnect and System-on-chip (DEWS), riconosciuto dal Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca nel 2001 e orientato alle applicazioni sociali dell elettronica avanzata, in campo ambientale, sanitario e alimentare. Il DEWS è membro della rete europea di eccellenza HYCON sui sistemi ibridi e ha stabilito altre collaborazioni internazionali di ricerca con partner molto prestigiosi. Inoltre coopera con le principali imprese del sistema locale dell ICT e ha dato vita a uno spin off industriale, la West Aquila 8. All origine del rapporto molto stretto tra l Università dell Aquila e il sistema locale dell ICT va collocato un altro attore fondamentale della storia del polo elettronico aquilano: la Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli, nata nel 1972 come ente di formazione superiore per le aziende del gruppo STET e presto divenuta famosa come uno dei più qualificati centri europei di formazione e innovazione nel campo dell ICT. La Reiss Romoli svolse un ruolo di stimolo molto proficuo per orientare il giovane Ateneo aquilano verso questo settore e gli scambi di docenti tra le due istituzioni furono sempre frequenti. Anche la Scuola, come l Italtel, è tra le vittime del processo di privatizzazione della telefonia italiana. Dopo alcuni anni di sopravvivenza faticosa nell ambito della Telecom Italia Learning Services (TILS), la Scuola è stata oggetto di una serie di passaggi proprietari molto controversi, che l hanno portata sulla via della liquidazione. Il terremoto del 2009 sembrava averle dato il colpo di grazia, creando le condizioni perché nella struttura immobiliare in cui sorgeva la Scuola venisse ricollocata la sede centrale dell Università dell Aquila. E tuttavia, malgrado tutte le difficoltà, una parte degli ex dipendenti della Scuola ha deciso di ricostituire un impresa di formazione e consulenza nell ambito dell ICT, mantenendo la denominazione di Reiss Romoli e riprendendo a svolgere attività qualificate di formazione tecnica e manageriale nel campo delle telecomunicazioni. La nuova Reiss Romoli continua ad avere buoni rapporti di collaborazione con la Facoltà di Ingegneria, che ha anche ereditato il suo patrimonio di attrezzature per la ricerca. Altri esempi rilevanti di collaborazione tra le imprese e l università includono i laboratori di ricerca congiunta che saranno realizzati nel nuovo stabilimento della Thales Alenia Space con 8 Alcune informazioni sugli spin off dell Università dell Aquila sono disponibili nel cosiddetto incubatore virtuale Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 64

65 il Consorzio CREO (Centro di ricerche elettro-ottiche) dell Università e la Space Academy Foundation, costituita da Selex Elsag, Telespazio, Thales Alenia Space e Università dell Aquila, per svolgere attività di formazione specialistica e collaborazione internazionale in campo spaziale. Può essere infine inquadrata in questa prospettiva la recentissima istituzione del Gran Sasso Science Institute, una scuola di dottorato internazionale gestita dall Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, che lavorerà nel campo delle scienze di base e dell'intermediazione tra ricerca e impresa (fisica, matematica e informatica, gestione dell'innovazione e dello sviluppo territoriale). Qualche informazione più precisa sul ruolo dell Università dell Aquila nel processo di formazione delle competenze necessarie allo sviluppo del sistema locale dell ICT può essere ottenuta esaminando le statistiche disponibili sugli studenti e sui laureati. I dati presenti sul sito del MIUR consentono di delineare un quadro dettagliato dell offerta di laureati nelle discipline tecnico-scientifiche nell Università dell Aquila e, in particolare, nelle discipline più propriamente legate all ICT. All interno del più ampio insieme dei corsi di laurea in discipline tecnico-scientifiche, per corsi di studio ICT si fa qui riferimento essenzialmente a quelli in Ingegneria elettronica, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria informatica e automatica e ai corsi di laurea in Informatica e Scienze dell informazione della Facoltà di Scienze. Nel 2010 il numero dei laureati ICT provenienti dall Università dell Aquila è stato di 262, pari al 35 per cento del totale dei laureati in discipline tecnico-scientifiche e all 8 per cento del totale dei laureati nell ateneo. La quota dei laureati ICT sul totale dei laureati in discipline tecnico-scientifiche e sul totale dei laureati mostra una tendenza declinante nella prima metà dell ultimo decennio, che appare arrestarsi ma non ancora invertirsi negli ultimi anni (figura 5) 9. 9 Occorre specificare che i dati riportati includono nella definizione di laureati anche una piccolissima quota di studenti che hanno conseguito un diploma universitario del vecchio ordinamento (antecedente al 509/1999) della durata di tre anni. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 65

66 Figura 5 I laureati si concentrano principalmente in due corsi di studio, quello di Informatica della Facoltà di Scienze e quello di Ingegneria elettronica (in calo dal 2007). Negli ultimi anni è aumentato il flusso di laureati in Ingegneria informatica e automatica e in Ingegneria delle telecomunicazioni. La provenienza dei laureati in discipline ICT riflette quella dei laureati nelle altre discipline che completano l offerta formativa dell ateneo. Nel periodo che va dal 2001 al 2010 il numero dei laureati ICT residenti all Aquila non ha mai superato il 50 per cento del totale (figura 6). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 66

67 Figura 6 L indagine di Alma Laurea sulla condizione occupazionale dei laureati negli atenei italiani offre qualche informazione sull inserimento lavorativo dei laureati ICT dell Università dell Aquila. I dati disponibili relativi all indagine 2010 indicano che, a tre anni dalla laurea, la quota di laureati ICT che lavora è superiore all 80 per cento del collettivo indagato; tra i laureati in Ingegneria delle telecomunicazioni tale quota arriva al 90 per cento. A un anno dalla laurea la quota dei laureati ICT che ha trovato occupazione oscilla tra il 42 per cento dei laureati in Ingegneria delle telecomunicazioni e il 71 per cento dei laureati in Ingegneria informatica e automatica. Le statistiche mostrano anche il settore di attività in cui i laureati trovano occupazione. Mentre i laureati in Ingegneria elettronica, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria informatica e automatica (a tre anni dal conseguimento del titolo) lavorano prevalentemente nelle industrie manifatturiere, con quote del 40, 56 e 38 per cento, la maggior parte dei laureati in Informatica è occupata nei servizi (91 per cento degli intervistati). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 67

68 5. Le politiche regionali per lo sviluppo e per l'innovazione La Regione Abruzzo ha elaborato un ambizioso sistema di programmazione e attuazione delle politiche di sviluppo del sistema produttivo regionale, basato su una legge di recente approvazione e sul ruolo tecnico di Abruzzo Sviluppo, la società di promozione industriale della Regione. Il sistema è articolato nel modo seguente: in primo luogo si promuove la costituzione di poli regionali di innovazione, definiti come aggregazioni di imprese, università e centri di ricerca, che operano in filiere specifiche dello sviluppo regionale; i diversi poli di innovazione trovano un centro di coordinamento in una piattaforma di raccordo dei poli di innovazione, guidata da Abruzzo Sviluppo; al tempo stesso, tramite l Accordo di Programma Abruzzo 2015, si promuove la costituzione di reti d impresa, a cui possono partecipare soltanto imprese private legate da un contratto di rete per realizzare progetti specifici di interesse comune, e che, diversamente dai poli di innovazione, possono avere anche partner di altre regioni e tendono a valorizzare le possibili complementarità tra filiere diverse. Il nuovo sistema mira inoltre a ridefinire in modo organico gli strumenti della programmazione negoziata disponibili a livello regionale (intese-quadro istituzionali, accordi di programma regionali, contratti di sviluppo locale, contratti di riqualificazione produttiva), nonché gli interventi a sostegno dell internazionalizzazione delle imprese e dell innovazione. Nell ambito di questo nuovo sistema, sono stati finora costituiti otto Poli di innovazione, tra i quali uno nel settore ICT e un altro in quello dei servizi avanzati. Il Polo ICT Abruzzo è stato creato su impulso principale della Fondazione Mirror, ente senza fini di lucro creato nel 2004 dalla Micron Technology Italia per contribuire allo sviluppo della sua area di insediamento, favorendo la diffusione della cultura d impresa e affiancando le istituzioni nelle attività di programmazione. Il Polo ICT Abruzzo si presenta come organismo di intermediazione tra i suoi partner, volto a creare e far conoscere opportunità di sviluppo, lasciando a ciascuno di loro la responsabilità di valorizzarle. Al polo aderiscono attualmente 55 soggetti, distribuiti in tutto il territorio regionale, con una prevalenza della provincia dell Aquila (24), seguita da quelle di Teramo (19), Pescara (6) e Chieti (5). C è anche un impresa di servizi con sede a Roma. Si tratta in gran parte di piccole imprese di servizi, ma i soggetti più grandi sono alcune delle principali Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 68

69 aziende regionali dell ICT (Micron, Telespazio e Selex Elsag del gruppo Finmeccanica, Technolabs) e la sede regionale di Fastweb. Inoltre ne fanno parte il consorzio Radiolabs dell Università dell Aquila e tre spin-offs universitari (uno all Aquila e due a Chieti). Il polo è articolato in quattro divisioni: a) conoscenza: osservatorio sui fabbisogni di ricerca/innovazione e di formazione del sistema territoriale; b) servizi: albi dei fornitori di servizi per i soggetti del polo; c) futuro: gruppi di lavoro per l identificazione di progetti innovativi nel settore ICT; d) sviluppo: realizzazione di quattro obiettivi: (1) Sviluppo di reti di partenariato con altri attori del settore ICT in Italia e all estero; (2) Ricerca di finanziamenti per le attività del Polo; (3) Sostegno alle nuove imprese; (4) Servizi di commercializzazione dei prodotti e servizi delle imprese del Polo. Tra i programmi del Polo è indicata la creazione di una scuola di alta formazione diretta a sviluppare le capacità imprenditoriali e innovative nel sistema locale, in collaborazione con il sistema universitario. Tra le questioni aperte c è quella dei rapporti tra questo progetto e il Gran Sasso Science Institute (cfr. par. 4). Oltre ai poli di innovazione, la Regione ha cercato di articolare ulteriormente la sua politica industriale con una serie di iniziative, tra cui: a) il progetto Fabbrica Abruzzo, che si propone di raccogliere in un unico quadro di riferimento le più importanti iniziative progettuali di immediata realizzabilità; b) interventi specifici per le aree di crisi individuate all interno della Regione. Queste attività sono sostenute da un Patto per lo sviluppo dell Abruzzo, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali. Uno dei problemi della Regione è il modesto tasso di utilizzazione dei fondi strutturali europei. Recentemente Confindustria Abruzzo ha proposto la costituzione di un laboratorio per accelerare la soluzione di questo problema. Il metodo della concertazione tra le parti sociali ha anche ispirato il recente rilancio del processo di elaborazione partecipata di un programma di sviluppo per l area dell Aquila e per l intera regione, con il supporto dell OCSE e di un gruppo di esperti coordinati dall Università di Groningen. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 69

70 Tra le linee-guida presentate al dibattito pubblico su questo programma, un ruolo centrale spetta all innovazione e in particolare all uso delle ICT sia nel processo di ricostruzione dei centri storici distrutti dal terremoto, sia nella creazione di nuove opportunità di sviluppo nel turismo e in altri settori. Il programma prevede inoltre il coinvolgimento e la valorizzazione del sistema scolastico e universitario locale, per migliorare i suoi servizi di formazione delle competenze necessarie allo sviluppo del territorio. Si auspica infine l intensificazione dei rapporti tra università, centri di ricerca e sistema produttivo. 6. Conclusioni e indicazioni politiche Da quanto presentato finora, sia pure in modo approssimativo e preliminare, emerge l immagine di un sistema produttivo dell ICT aquilano in difficoltà, per l effetto combinato del terremoto e della crisi economica globale, che hanno aggravato una tendenza declinante visibile già negli anni precedenti al Ne sono testimonianza i dati sull occupazione e sulle esportazioni, nonché le notizie sulle crisi aziendali. Eppure, proprio la gravità della situazione sembra indicare con forza la necessità di ridefinire i percorsi di sviluppo e stimola i soggetti più innovativi a impegnarsi in questo compito. Il potenziale per una ripresa dello sviluppo non manca. Malgrado i problemi degli ultimi anni, la provincia dell Aquila è ancora caratterizzata da una dotazione di capitale umano relativamente elevata (la quota di laureati tra i giovani in età compresa tra i 25 e i 30 anni era nel 2010 pari a 72 su 1.000, al 12 posto nella graduatoria delle province italiane) 10. La sua specializzazione manifatturiera resta orientata verso settori ad alta intensità di ricerca, e in particolare l ICT e la farmaceutica. Persino all interno dell area del polo elettronico aquilano sopravvivono alcune imprese importanti, principalmente ma non esclusivamente legate al gruppo Finmeccanica, che basano la loro competitività sull uso di tecnologie avanzate, sulla valorizzazione delle competenze disponibili tra i lavoratori del sistema locale e su rapporti consolidati e ben funzionanti con l università. Accanto a queste, nell area marsicana della provincia, operano altre piccole e medie imprese vitali e soprattutto il grande stabilimento della Micron Technology Italia che, 10 Il Sole 24 Ore, Indagine sulla qualità della vita 2011, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 70

71 oltre a rappresentare in se stesso una realtà produttiva avanzata di grande interesse, si muove da tempo in modo attivo per promuovere la diffusione della cultura d impresa e rafforzare i suoi legami con le istituzioni e gli altri soggetti del sistema locale. Novità interessanti sembrano profilarsi anche tra i centri di ricerca e innovazione, con la nascita del Gran Sasso Science Institute e la costituzione di laboratori di ricerca congiunta con l università all interno del nuovo stabilimento in costruzione da parte della Thales Alenia Space. Anche le politiche regionali per lo sviluppo industriale e l innovazione sono sottoposte a un processo di riorganizzazione, che punta principalmente su strumenti di sostegno alla collaborazione tra i diversi soggetti dei sistemi produttivi, come i poli di innovazione e le reti d impresa. In questo ambito, la nascita del Polo di innovazione ICT Abruzzo, promosso dalla Micron, conferma la volontà di alcuni attori locali di individuare nuovi percorsi di sviluppo. Questi fermenti si scontrano con difficoltà vecchie e nuove. Il deficit di concorrenzialità dei mercati italiani, combinandosi con i limiti dell intervento pubblico, riduce l offerta di molti beni e servizi intermedi necessari allo sviluppo produttivo. Un esempio eloquente è offerto proprio dallo stabilimento della Micron di Avezzano, costretto a dotarsi di un impianto di cogenerazione per ovviare all alto costo e alla bassa qualità delle forniture di energia elettrica. Un altro esempio significativo è dato dalla fase finale della crisi del polo elettronico aquilano, nella quale nemmeno la società Aquila Sviluppo, appositamente costituita da Sviluppo Italia e dalle istituzioni locali, è riuscita a svolgere in modo efficace il suo compito di promozione industriale. L approccio prevalente degli strumenti adottati in Abruzzo resta quello del sostegno alle imprese esistenti, più che della creazione di condizioni favorevoli alla nascita di nuove iniziative o all attrazione di investimenti esterni, che valorizzino le risorse e le competenze locali. Eppure il nucleo di aziende e centri di formazione e ricerca esistente nel sistema ICT dell Aquila potrebbe consentire di impostare iniziative volte a favorire l insediamento di altre imprese, purché i principali attori del sistema riescano a trovare, ai livelli istituzionali appropriati, interlocutori affidabili, capaci di comprendere le tendenze dei mercati internazionali e di ascoltare e valutare le esigenze degli investitori. Un disegno regionale di politica industriale, infatti, per quanto ben congegnato, non può fare a meno, soprattutto in una regione piccola come l Abruzzo, di inserirsi in un programma più ampio definito a livello nazionale e coerente con gli indirizzi comunitari. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 71

72 Il superamento di questi problemi è reso ancora più necessario dal prolungarsi della crisi economica globale e dai problemi creati nell area aquilana dal terremoto del 2009 e dai ritardi della ricostruzione. Eppure, anche in quest ultimo caso, non mancano le opportunità. Il sito industriale una volta occupato dal polo elettronico aquilano potrebbe tornare a essere un area vitale, se il Comune che ne ha assunto la proprietà riuscirà a interpretare correttamente il suo ruolo, affidando la gestione degli immobili a specialisti del settore e costituendo un agenzia specializzata nell offerta di servizi alle imprese, che svolga in maniera professionale l attività di promozione e attrazione di nuove iniziative. L integrazione tra imprese, università e altri centri di ricerca è indicata da diversi soggetti come la via principale per identificare un percorso di ripresa dello sviluppo nell area colpita dal terremoto. La versatilità delle ICT consente di ipotizzare progetti importanti anche in collegamento con altre attività, come il polo farmaceutico presente all Aquila, quello automobilistico della Val di Sangro, i cantieri della ricostruzione dei centri storici colpiti dal sisma, i programmi di valorizzazione delle risorse naturali e culturali della regione. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 72

73 Appendice Elenco delle interviste realizzate 1. Imprese e sindacati Marco Bentivogli (FIM-CISL) Antonio Cappelli (Confindustria L Aquila) Giuseppe Cappiello e Damiano Russo (Polo ICT Abruzzo) Giovanni Del Maestro (Selex Elsag) Alfredo Fegatelli e Umberto Trasatti (CGIL Abruzzo) Bruno Guardiani (Technolabs) Fabrizio Famà e Riccardo Martorelli (Micron Technology Italia) Nicola Travaglini (Thales Alenia Space Italia) 2. Università e centri di ricerca Alberto Bazzucchi (CRESA) Marco Faccio (Dipartimento di Ingegneria elettrica e dell informazione, Università dell Aquila) Pierugo Foscolo (Preside della Facoltà di Ingegneria, Università dell Aquila) Fortunato Santucci (Dipartimento di Ingegneria elettrica e dell informazione, Università dell Aquila) 3. Altre istituzioni David Iagnemma (Fondazione Carispaq) Sergio Natalia (Sviluppo Italia Abruzzo) Nello Rapini (Abruzzo Sviluppo) Lorenzo Santilli (Camera di Commercio dell Aquila) Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 73

74 Capitolo 3 Il sistema aerospaziale pugliese Nicola D. Coniglio Università degli Studi di Bari e CERPEM Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 74

75 Premessa Il sistema produttivo dell aerospazio in Puglia vanta oltre 70 imprese con un bacino di occupazione che supera le 4 mila unità e rappresenta la quarta realtà regionale per importanza dopo Lombardia, Piemonte e Campania. L aerospazio Pugliese è fortemente incentrato sulla manifattura di parti di aeromobili con una notevole specializzazione nell utilizzo di nuovi materiali compositi - sebbene non sia trascurabile la capacità del sistema produttivo di progettazione e sviluppo di componenti e sub-sistemi sia in campo aeronautico che nel comparto spazio. Il settore ricomprende in prevalenza il comparto manifatturiero dell aeronautica ( Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi, divisione della classificazione ATECO 2007) nonché alcune imprese orientate prevalentemente a produzioni di beni e servizi per l industria dello spazio (con produzioni principali classificate nella divisione 27 apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche, divisione 61 servizi delle telecomunicazioni, divisione 62 produzione di software, consulenza informatica e attività connesse e divisione 63 relativa ai servizi d informazione e altri servizi informatici. L origine del comparto dell aeronautica in Puglia va ricercata nella storia della SACA (Società Anonima Costruzioni Aerei) fondata a Brindisi nel 1934 dall Avv. Marcello Indraccolo per fornire assistenza tecnica e logistica alla Compagnia Aerea Ala Littoria. La SACA conclude la sua storia nel 1977 dopo aver occupato nel suo picco circa 3 mila dipendenti. Dalle sue ceneri si sviluppa l assetto attuale del settore. La Fiat Avio oggi Avio - ne rileva le attività di costruzione e manutenzione dei motori nel 1979 mentre Agusta ne rilevò nel 1977 la divisione aerostrutture. L ingresso di Alenia, oggi principale player del sistema produttivo, si ha negli anni settanta con la realizzazione di uno stabilimento a Foggia. Presenza che si rafforza negli anni novanta attraverso l acquisizione delle Officine Aeronavali di Venezia che da Agusta avevano a loro volta rilevato le attività di manutenzione di velivoli ad ala fissa a Brindisi. Lo sviluppo recente è stato tracciato in buona parte da Alenia e più in generale dalle imprese del gruppo Finmeccanica. Il futuro del settore in buona parte dipenderà dalle strategie di questo grande player e, pertanto, dagli indirizzi di politica industriale che il nostro paese vorrà darsi negli anni a venire. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 75

76 Questa nota ha l obiettivo di descrivere le recenti dinamiche del sistema aerospazio pugliese e si basa sull elaborazione desk di statistiche e documenti disponibili e su una serie di interviste condotte tra marzo e aprile 2012 a un insieme di qualificati rappresentanti delle imprese, delle istituzioni e dei centri di ricerca che costituiscono il sistema dell Aerospazio regionale (cfr. Appendice). La nota è organizzata nel seguente modo. Il paragrafo 1 descrive sinteticamente le origini storiche del sistema produttivo. Il paragrafo 2 e 3 delineano rispettivamente le caratteristiche e dinamiche globali del settore e l assetto attuale dell industria aerospaziale italiana. Nel paragrafo 4 vengono presentate le caratteristiche e le recenti dinamiche del sistema aerospazio pugliese. Viene inoltre fornita una descrizione delle imprese principali e delle loro tendenze e connessioni interne ed esterne al sistema basata in larga parte dalle interviste realizzate nel territorio. Le politiche pubbliche a supporto del settore realizzate negli ultimi anni sono presentate nel paragrafo 5. Nel paragrafo 6 si mettono in evidenza le caratteristiche principali del circuito del capitale umano innestato dalle relazioni tra le imprese del settore e la rete scuola-università-centri di ricerca del territorio. Una sintesi sulle prospettive di sviluppo del sistema e sulle condizioni per il suo rilancio è riportata nel paragrafo Le origini del sistema dell aerospazio in Puglia La storia dell aeronautica in Puglia ha inizio negli ultimi anni della Prima Guerra Mondiale. L idroscalo di Brindisi, per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, è uno snodo importante già negli anni venti. Durante il ventennio fascista furono realizzati gli aeroporti militari di Brindisi, Grottaglie, Galatina, Bari e Foggia. Nel 1934 l'avvocato Marcello Indraccolo fondò la Società Anonima Costruzione Aerei, SACA; un'azienda che con 3 mila dipendenti arrivò a occupare al suo interno tutta la filiera dell'aeronautica. La SACA nasce con la finalità di dare assistenza tecnica e logistica alla Compagnia Aerea Ala Littoria che aveva iniziato i collegamenti da Roma e Trieste con Atene Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 76

77 e Rodi, con scalo a Brindisi. La società ha operato sino al 1977 a Brindisi con attività manifatturiera nei settori delle aero-strutture (partecipazione a programmi multinazionali quali F-104, Falcon 10, Tornado, L-1011) e nella costruzioni di motori (J-79, J-85, RB-199) e nella manutenzioni sia di motori che dei velivoli. Sulle ceneri della divisione della SACA impegnata nella costruzione di motori iniziò nel 1979 l attività di produzione di motori a Brindisi di Fiat Aviazione, oggi Avio, che rappresenta una delle realtà principali del distretto produttivo. Le attività della divisione aerostrutture e manutenzione della SACA nel 1977 vennero rilevate dall Agusta che ampliò l attività all ala rotante. L ingresso di Alenia oggi il principale player del distretto è più recente. Negli anni settanta avvia uno stabilimento a Foggia che in seguito viene dedicato alla manifattura di parti strutturali di aeromobili in materiale composito. La presenza a Brindisi è legata alla cessione negli anni novanta da parte di Agusta alle Officine Aeronavali di Venezia (in seguito assorbite nel gruppo Alenia Aeronavali) delle attività di manutenzione di velivoli ad ala fissa con i relativi hangar ubicati all interno del sedime aeroportuale. In quegli anni Agusta mantiene a Brindisi, e le espande nei decenni seguenti, le attività relative alla produzione e manutenzione di elicotteri. E intorno a questi tre principali players che nascono e si sviluppano piccole e medie imprese spesso fondate da ex-dipendenti focalizzate sulle sub-forniture aeronautiche e insediate, in buona parte, nell area industriale di Brindisi e nelle province di Brindisi e Lecce. Una tappa significativa della storia del settore aerospazio in Puglia è la creazione di un ulteriore stabilimento Alenia a Grottagle (Taranto) favorito da un accordo di programma con la Regione Puglia (che finanzia l adeguamento delle infrastrutture aeroportuali). In quest ultimo stabilimento, parte dell Alenia Composite, si realizzano grandi assiemi strutturali in composito (quali le sezioni di fusoliera, denominati in gergo barrel ) per il nuovo velivolo B787 della Boeing e le cui consegne sono cominciate all inizio del Questa tappa consolida fortemente la partecipazione degli stabilimenti pugliesi alla catena del valore globale nel settore aeronautico. Nel settore spazio, uno dei principali player è la Space Software Italia (SSI) con sede a Taranto e parte del Gruppo Finmeccanica che nasce nel 1988 a seguito della joint venture tra Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 77

78 l allora Aeritalia (60%) e la Computer Sciences Corporation (40%). L azienda si occupa di sistemi software spaziali e di sistemi software real-time integrati ed oggi ha ampliato la gamma produttiva con software basati su sistemi di swarm intelligence (logica a sciame). La storia delle altre PMI nel settore è più recente e spesso legata alla presenza di Università e Centri di ricerca. 2. Caratteristiche generali e tendenze del settore Aerospazio Il settore dell aerospazio sta attraversando una fase di cambiamento strutturale in parte legata alla crisi finanziaria globale ed in parte ad un processo di trasformazione del modello di business dei grandi attori del settore con conseguenze che si ripercuotono sull intera struttura della supply chain. Il comparto legato alla difesa ha delle prospettive a breve-medio termine negative. Secondo alcune stime gli investimenti militari nel settore nuove acquisizioni e R&S potrebbero passare dai 253 Mld di US$ del 2008 a 150 Mld US$ nel La competizione nel settore della difesa sarà prevedibilmente più acuta in questa fase di contrazione della domanda e fortemente basata sulla capacità delle imprese di ridurre i costi di produzione e di generare opportunità di business in mercati adiacenti (sia nel settore dell aviazione commerciale che in altri settori produttivi). Il comparto commerciale continua a sperimentare un trend positivo grazie alla crescita della domanda di mobilità aerea soprattutto nei mercati emergenti. Si stima che la dimensione del mercato ecceda i 200 Mld di US$ annui con un tasso di crescita annuo previsto pari al 3,8% nei prossimi 20 anni. Le previsioni al 2020 per il mercato aeronautico (velivoli ad ala fissa militari e commerciali e velivoli ad ala rotante) sono positive; il mercato globale è stimato crescere ad un tasso medio annuo pari a circa il 4,5%, nel decennio In particolare per i velivoli ad ala fissa, si stima una crescita annua media del 4,9% per i prossimi 10 anni. In valore assoluto il peso dei nuovi ordini di aeromobili per uso commerciale dovrebbe superare quello per usi militari. Meno sostenuta dovrebbe essere l espansione del mercato degli elicotteri (1,8% medio annuo). (fonte Alenia Aermacchi 2012). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 78

79 Il duopolio globale Boeing-Airbus che ha caratterizzato il mercato dei vettori ad ala fissa di lungo raggio è contestato dall ingresso di nuovi players con un forte supporto statale (Cina, Russia, Brasile e India). Il superamento del duopolio può creare opportunità interessanti per la rete di sub-fornitori e portare ad un ulteriore stimolo all innovazione nel settore. In particolare, secondo alcuni analisti del settore l aumento del numero di airframe manufacturers rafforzerà le capacità contrattuali della rete di subfornitori (di primo, secondo e terzo livello) e incrementerà accordi di risk-sharing 11 tra fornitori di primo livello e imprese airframe manufacturers. Alcune importanti aggregazioni societarie tra sub-fornitori ad esempio la recente acquisizione della Goodrich Corporation da parte della United Technologies Corporations sono emblematiche di una maggiore posizione di forza nel mercato da parte dei sub-fornitori di primo livello. La maggiore competizione nel mercato fino ad oggi occupato da Boeing ed Airbus sta spingendo l industria nella direzione di modelli più efficienti. Questo trend genera opportunità per i fornitori che hanno indirizzato in questa direzione le loro attività di ricerca e innovazione. L evoluzione strategica in corso della supply chain può essere sintetizzata dalla figura 1. Si assiste ad una forte tendenza nel settore aeronautico ad una maggiore verticalizzazione del prodotto. La strategia delle grandi imprese che gestiscono i processi di sviluppo di nuovi vettori è quella di ridurre il numero di fornitori al fine di ridurre i nodi del processo di produzione ed avere una maggior controllo sulla qualità ed i tempi di realizzazione. (intervista a responsabile Alenia Aermacchi) Questa strategia implica un forte incentivo alla verticalizzazione di sub-sistemi anche per i fornitori first e second tier e sta spingendo il settore verso strategie di aggregazione tra imprese nella supply chain. Allo stesso tempo, come ricordato sopra, si assiste ad un processo di maggiore condivisione dei rischi (risk-sharing) tra prime contractor e prime-partners, ed in parte tra questi ultimi e partner di primo livello. 11 Tali accordi prevedono una maggiore compartecipazione al rischio insito nello sviluppo di nuovi aeromobili da parte dei sub-fornitori. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 79

80 Figura 1. L evoluzione della supply-chain nel settore aeronautico Fonte: Alenia Aermacchi Questo processo di maggiore verticalizzazione del processo produttivo e di riduzione di nodi nella supply chain implica un costo di ingresso per nuovi players sempre più elevato e rende pertanto necessario un processo di aggregazione tra imprese di medio-piccole dimensioni. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 80

81 Box 1. Principali caratteristiche del settore aerospaziale Elevato livello tecnologico Il settore è caratterizzato da prodotti aeromobili e i sub-componenti hardware e software ad elevato livello tecnologico. Lievi miglioramenti rispetto alla frontiera tecnologica esistente richiedono significativi impegni in termini di risorse finanziarie ed umane. La matrice tecnologica del settore è piuttosto rigida e generalmente dettata dai big player (top-down) con scarsa capacità di autonomia tecnologica da parte delle singole imprese, in particolare PMI. I rischi di errore rispetto al posizionamento nella matrice tecnologica di sviluppo di un prodotto sono alti e al fine di ridurre tali rischi le imprese operano attraverso reti di collaborazione con altre imprese (compresi i potenziali concorrenti). Le barriere all ingresso nel settore sono elevate e le reti di collaborazione tendono ad essere piuttosto stabili nel tempo. Complessità tecnologica La natura complessa di un prodotto/processo aerospaziale è un ostacolo all'innovazione poiché implica limitate possibilità di controllare tutte le tecnologie e le interdipendenze. Secondo alcuni intervistati la complessità tecnologica genera un atteggiamento conservatore dei big players rispetto alle nuove tecnologie. I rapporti di sub-fornitura sono pertanto caratterizzati dall imposizione da parte dei committenti di stringenti specifiche tecnologiche. Un corollario di tale caratteristica strutturale del settore è la difficoltà per le imprese subfornitrici di imporre/proporre nuovi standard tecnologici (con un inevitabile riduzione dell incentivo a perseguire ambiziosi progetti di R&S al di fuori delle tecnologie dominanti). Le imprese quindi concentrano i loro know-how in particolari aree per spingere la frontiera tecnologica. Il sistema di relazioni tra imprese specializzate è alla base della realizzazione di un prodotto/processo aerospaziale. Il raggruppamento delle imprese in cluster caratterizzati da relazioni dense tra gli attori può pertanto rappresentare un fondamentale elemento di competitività. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 81

82 Tempi lunghi per il break-even e dimensione del mercato La soglia di pareggio per un nuovo modello di aeromobile è generalmente molto elevata. Questo implica che difficilmente un singolo paese è in grado di assorbire nel suo mercato interno il numero di aerei necessari per raggiungere il break-even. Il mercato, sia commerciale che militare, è caratterizzato da forti distorsioni di mercato imposte dai Governi attraverso differenti strumenti di policy (dalle politiche commerciali all uso della politica estera per assicurarsi commesse). Molti governi in particolare impongono barriere dirette ed indirette all'acquisto di aerei non costruiti con il contributo di aziende locali (ovvero impongono soglie più o meno esplicite di contenuto nazionale ). Queste barriere hanno indotto i grandi produttori a frammentare i processi produttivi facendo accordi che coinvolgono imprese di diversi paesi. Questa strategia ad esempio caratterizza fortemente il modello produttivo che la Boieng ha seguito negli ultimi decenni. L'industria aerospaziale è inoltre caratterizzata da elevati investimenti iniziali e programmi a lungo termine, che portano ad un profilo di cash flow molto problematico che spesso vede un diretto intervento degli Stati a supporto delle imprese soprattutto nelle fasi iniziali del ciclo di vita dei nuovi prodotti (supporto che ha generato lunghissimi e ancora aperti contenziosi tra USA ed alcuni paesi Europei, si veda la documentazione disponibile sul sito dell Organizzazione Mondiale del Commercio Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 82

83 I tempi lunghi del processo di sviluppo si ripercuotono lungo tutta la supply-chain ed implicano la notevole importanza della leva finanziaria per le imprese del settore. Il finanziamento pubblico e/o privato del processo di sviluppo è pertanto un fattore molto critico per il successo dello sviluppo di un nuovo prodotto e diviene sempre più ampio il numero delle aziende più piccole coinvolte in una ripartizione di rischi e di costi di sviluppo allo stesso modo dei prime contractor. I legami di ripartizione dei rischi tendono a consolidare ancora di più le reti di produzione e limitare le potenzialità di ingresso di nuovi concorrenti. L ingresso nel mercato di nuovi players globali nel settore rappresenta probabilmente una finestra di opportunità unica per nuove imprese con adeguati capitali e tecnologie per inserirsi nelle reti produttive che si delineeranno nei prossimi anni. Alta interdipendenza tra il mercato commerciale e quello della difesa I mercati militari seguono generalmente una propria logica. Le aziende coinvolte sopportano rischi limitati poiché i costi di sviluppo sono generalmente sostenuti dagli Stati. Le barriere all ingresso sono ancora più elevate rispetto al settore commerciale per motivi legati alla sicurezza oltre che alle elevate barriere di tipo tecnologico sopra ricordate. Le aziende che operano nel settore militare, in genere, beneficiano di ricadute in termini di competitività nel mercato civile/commerciale grazie all utilizzo delle tecnologie di nuova concezione sviluppate per i committenti del comparto militare. Negli USA, il Dipartimento della Difesa (DoD) finanzia esplicitamente lo sviluppo di tecnologie duali ovvero tecnologie che presentano importanti ricadute commerciali - al fine di sostenere l'obiettivo strategico della leadership economica per l'industria statunitense. Fonte principale: DTA s.c.a.r.l. (2011) Studio di fattibilità per il riconoscimento del Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 83

84 3. Il settore Aerospazio in Italia L Italia 12 è il settimo paese nel mondo e il quarto in Europa per importanza dell industria dell Aerospazio e della difesa. Nel 2009 il giro d affari complessivo è stato pari a circa 12 miliardi di e ad una forza lavoro diretta di circa 64 mila unità (quella indiretta è stimata tra le mila unità). Una larga fetta dell industria è legata alla produzione di componenti per l industria aeronautica; la manifattura aeronautica occupa circa l 80% della forza lavoro del settore in impianti produttivi dislocati in Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia nonché, in parte minore, in Lazio, Abruzzo, Friuli, Liguria, Sicilia, Toscana and Veneto. Secondo alcune stime (rapporto Methorios 2011) il settore rappresenta circa l 1% del PIL nazionale ma contribuisce per circa l 8-10% dell attivo di bilancia commerciale. Il contenuto tecnologico della produzione italiana è di livello molto elevato, soprattutto in alcuni subcomparti del settore. Il settore è concentrato su due players principali in ordine di rilevanza Finmeccanica e Avio (a questi vanno aggiunti Fincantieri e IVECO se si considera il settore difesa nel suo complesso, incluso difesa navale e terrestre). Nel settore operano centinaia di PMI che partecipano nella supply chain sia dei 2 players nazionali che di altri grandi players internazionali. La proiezione internazionale delle imprese italiane è in continua crescita anche grazie alla dimensione globale delle attività del gruppo Finmeccanica 13 ed alla strategia di acquisizione ed espansione in altri mercati; nel 2010 il gruppo è divenuto il 9 player mondiale. Un numero crescente di imprese italiane è parte di network internazionali grazie alla partecipazione in programmi innovativi in mercati ad alto potenziale di crescita come quello Russo, Indiano, Cinese e dei Paesi del Golfo. La presenza italiana all estero con stabilimenti di produzione in prevalenza in Europa e USA - rappresenta circa 1/3 della dimensione dell industria nazionale. 12 Le imprese italiane del settore sono rappresentate dallo AIAD (Aziende Italiane per l Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza; si veda che è parte della AeroSpace and Defence (ASD) Industries Association of Europe; la lobby europea del settore che rappresenta 28 associazioni in 20 paesi pari a circa 2mila imprese con 80mila fornitori nei settori difesa, aeronautica, spazio e sicurezza. Si noti che la legislazione europea e i fondi europei per la ricerca in forte crescita rispetto al passato nell ambito del programma Horizon sono particolarmente rilevanti per il settore. 13 I tre pilastri strategici del gruppo Finmeccanica sono i sistemi elettronici per la difesa, gli elicotteri e l aeronautica. I tre segmenti generano sinergie e alimentano un network regionale ed interregionale di imprese di piccole e medie dimensioni ad elevate competenze tecnologiche. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 84

85 Nel segmento aeronautico l Italia partecipa a numerose partnership internazionali in una ampia gamma di attività e una crescente diversificazione produttiva. In particolare nel settore dell aeronautica commerciale le imprese italiane sono first suppliers di materiali avanzati come i compositi e sono impegnate nella produzione del nuovo B787 Dreamliner, in partnership con la Boeing. L Italia è leader anche nel segmento dei vettori regionali ATR. La produzione di aerei militari e loro parti è significativa, negli ultimi anni il comparto ha assistito ad una crescente numero di ordini e significativi sviluppi tecnologici (European Eurofighter / tactical transporter C27J / partecipazione nel programma internazionale JSF). Nel segmento degli elicotteri l Italia grazie al ruolo di Agusta-Westland del gruppo Finmeccanica - è uno dei principali leader mondiali. L Agusta-Westland nel 2009 ha acquisito il controllo della polacca PZL- Swidnik, produttore di elicotteri e aerostrutture e siglato un accordo con l indiana Tata Sons per iniziare la produzione di elicotteri in India. Negli ultimi anni gli investimenti italiani nel settore sono stati concentrati su sistemi di volo verticale (tilt-rotor), fly-by-wire flight control, materiali compositi, sistemi integrati (modular architectures, data fusion, situational awareness, Active Electronically Scanned Array AESA Radars, nanostrutture, sensoristica e software). La partecipazione delle imprese italiane nel segmento spazio è significativa e vede accanto ai grandi gruppi un ampio numero di PMI altamente competitive in alcune nicchie del mercato. Negli ultimi cinque anni il MIUR e il Ministero della Difesa hanno investito in modo significativo nel sistema duale Cosmo SkyMed che ha consentito al paese di assumere una posizione di primo piano nel segmento di mercato dell osservazione della terra (analisi di rischio sismico, monitoraggio di disastri ambientali, agricultural mapping e osservazione della terra per obiettivi di difesa). Le imprese italiane hanno partecipato al Sicral Program nell ambito del segmento delle comunicazioni satellitari. Nel settore spazio, l Italia ha partecipato per il 65% al VEGA Program che ha consentito alle imprese nazionali di guadagnare posizioni significative. La presenza italiana è molto importante anche in altri programmi spaziali e di osservazione nazionali ed internazionali (Italsat satellites system), piattaforme satellitari MITA (prodotta da Carlo Gavazzi Space per satelliti tra 300 e 1,000 kg;), piattaforma satellitare PRIMA (prodotta da Alenia Spazio per satelliti di circa 1,500 kg), nuovo progetto Cosmo SkyMed. Oltre 600 imprese operano nel settore e sono prevalentemente localizzate in Piemonte, Lombardia (in prevalenza nel settore difesa), Campania e Puglia. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 85

86 In Lombardia operano oltre 180 imprese per una forza lavoro complessiva di circa 15 mila addetti ed un fatturato di circa 4 miliardi di. Circa la metà degli addetti sono concentrati nella provincia di Varese che presenta una forte tradizione produttiva nel settore della difesa. I principali attori prime contractors - del distretto Lombardo sono Agusta-Westland, Alenia Aermacchi, CGS Compagnia Generale per lo Spazio, Selex Galileo, Thales Alenia Space. In Piemonte i principali attori sono Alenia Aeronautica, Alenia Space e Galileo Avionica (Torino), e la Avio (Rivalta). Operano inoltre circa 200 PMI che generano un fatturato complessivo di circa 2,2 miliardi di annui e occupano oltre 10 mila unità. In Campania sono Alenia ed Avio (Pomigliano) le iprese di maggiori dimensioni affiancate da oltre 130 PMI per un giro d affari di 1,3 miliardi di ed un numero di occupati di 9 mila unità. In Puglia (vedi maggiore dettaglio in seguito) i grandi players sono Agusta Westland (Brindisi) e Alenia (Grottaglie e Foggia). Sono inoltre presenti circa una decina di imprese di medie/grandi dimensioni e oltre 30 PMI. Nel complesso il settore genera un giro d affari di tra i 700 milioni e 1 miliardo di e occupa attorno alle 4,6 mila unità. 4. Il Distretto Aerospaziale Pugliese: struttura e dinamica recente La Puglia è la quarta regione italiana per numero di addetti nel settore aerospazio (dopo Lombardia, Piemonte e Campania) e rappresenta poco meno del 10% del settore in termini di ricavi (circa l 8% in termini di occupati). Nel settore aerospaziale pugliese oggi operano oltre 70 imprese con circa 4200 addetti, dei quali 688 nella ricerca e sviluppo, oltre a 410 ricercatori esterni che portano a circa 4600 il numero delle risorse umane impegnate (dati gennaio 2010). Circa il 70% degli occupati lavora nelle grandi imprese in prevalenza del gruppo Finmeccanica (Alenia Aermacchi, Avio, Alenia Composite, Agusta-Westland, Space Software Italia, ELSAG Datamat) mentre il restante 30% è equamente suddiviso tra piccole e medie aziende. La maggior parte delle imprese del comparto aeronautica è concentrata a Brindisi, Grottaglie e Foggia. La dipendenza delle PMI dalle imprese maggiori è elevata sebbene un numero crescente di esse abbia intrapreso da alcuni anni un importante percorso di upgrading tecnologico e una maggiore diversificazione del portafoglio di clientela (che include già oggi grandi players internazionali Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 86

87 come Boeing, Embraer e Bombardier). Il comparto dello spazio (circa 10 aziende) rappresenta il 10% del settore aerospaziale regionale, e il 5% del comparto spazio a livello nazionale (dati 2010). Sono presenti aziende nei seguenti segmenti: software spaziali, propulsione, prodotti e servizi a valore aggiunto da dati satellitari, elettronica per l aerospazio, sensoristica di bordo, hardware e software di trasmissione e ricezione. La partecipazione delle imprese pugliesi alla filiera dell industria dello spazio va dalla fornitura all industria manifatturiera dello spazio - sistemi hardware e software per satelliti, lanciatori e attrezzature di terra - all industria a valle specializzata nei servizi - gestione delle operazioni di lancio, acquisizione e distribuzione dei dati satellitari, servizi ad alto valore aggiunto di elaborazione delle informazioni satellitari. L'organizzazione della filiera è molto meno dipendente dalle grandi imprese rispetto a quella dell'aeronautica; difatti alcune piccole imprese sono in grado di gestire un prodotto verticalizzato e di operare direttamente su mercati internazionali. Le imprese del settore spazio sono geograficamente più diffuse sul territorio regionale. La presenza del settore ha sedimentato nel territorio regionale un capitale umano significativo. L attività di ricerca e sviluppo è di dimensioni rilevanti circa 500 ricercatori nei centri di ricerca pubblici e privati secondo una stima ARTI del 2007 a cui bisogna aggiungere circa 400 addetti nelle imprese occupati in attività di ricerca e sviluppo e vede una densa collaborazione tra centri di ricerca pubblici (prevalentemente dell Università del Salento e del Politecnico di Bari) e privati che si concentra in prevalenza su tre tecnologie: (i) progetto, testing e produzione di strutture in materiale composito; (ii) sensori e sistemi meccanici in composito e sistemi intelligenti motoristici, aeronautici e spaziali; (iii) progetto, testing e produzione di strutture in materiale metallico e ceramico. Su questi tre assi tecnologici si fonda la visione strategica del distretto produttivo (figura 2). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 87

88 Figura 2 Fonte: DTA s.c.a.r.l. (2011) Studio di fattibilità per il riconoscimento del Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 88

89 Figura 3. La filiera dell industria dello spazio in Puglia Fonte: DTA s.c.a.r.l. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 89

90 Figura 4. Il sistema della ricerca* Aerospaziale Pugliese: numero di ricercatori e principali ambiti tecnologici delle strutture. Fonte: ARTI Puglia (2007) * Escluso gli addetti R&S delle imprese stimati dall ARTI nel 2007 a circa 400 unità. Nel settore aeronautico Finmeccanica (Alenia) è il key player e, pertanto, la dinamica delle imprese del gruppo svolge un effetto trainante per gran parte delle imprese regionali del settore. Il triennio passato ha visto un andamento sostanzialmente stabile del fatturato (figura 5). L occupazione negli stabilimenti pugliesi di Alenia Aeronautica e Composite in Puglia è cresciuta nel periodo da circa 600 a oltre 1500 unità (ad aprile 2012, 849 occupati nello stabilimento di Foggia e 677 nello stabilimento di Monteiasi-Grottaglie) nonostante la chiusura nel 2011 di Alenia aeronavali (Brindisi) specializzata nella manutenzione ai velivoli delle principali compagnie aeree europee. 14 Gli investimenti di Alenia in Puglia sono stati piuttosto elevati negli ultimi anni; la strategia del gruppo sembra andare nella direzione di una maggiore valorizzazione degli impianti 14 La manutenzione è un processo produttivo relativamente intensivo di lavoro e pertanto la chiusura dello stabilimento è frutto della bassa competitività dell impianto brindisino. Le ricadute occupazionali sono state limitate poiché gran parte della forza lavoro è stata riassorbita nello stabilimento di Grottaglie. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 90

91 pugliesi in particolare rispetto alle competenze nella manifattura dei componenti in materiale composito. A Brindisi la Avio ha il suo centro di eccellenza per la produzione e revisione dei motori aeronautici e navali e occupa oltre 600 addetti. La società ha effettuato consistenti investimenti circa 50 milioni di euro nell ambito di un recente contratto di programma e intrattiene dense relazioni con il sistema universitario regionale. In Puglia, a Brindisi, è presente anche la produzione di componenti e sistemi per velivoli ad ala rotante grazie allo stabilimento di Brindisi dell Agusta Westland, punta di diamante del settore elicotteristico del Gruppo Finmeccanica che occupa più di 500 addetti. Figura 5. Dalle interviste effettuate con i principali attori del settore l occupazione nel complesso del distretto sembra registrare una dinamica positiva frutto di un elevato tasso di investimenti pubblici e privati nell ultimo triennio e di nuove commesse (significativo in tal senso il coinvolgimento nella produzione dei nuovi jet regionali C-Series della Bombardier dello stabilimento di Foggia di Alenia Aermacchi che è coinvolto assieme ad altre imprese come DEMA e Salver). Il distretto ha fame di risorse umane specializzate e per alcuni profili professionali le imprese del settore evidenziano difficoltà di reclutamento Una evidenza indiretta del buon andamento della variabile occupazione è il pressoché totale riassorbimento nel distretto della forza lavoro espulsa dalla società I.A.S. (Brindisi) a causa dello shock esogeno legato a vicende di tipo giudiziario. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 91

92 Le esportazioni 16 del comparto aeronautico nel periodo mostrano una tendenza positiva passando da 143,8mln a 204,5mln (+42%). Nei primi 3 trimestri del 2011 l export si attesta a poco meno di 200mln di euro: + 30,6% rispetto ai primi 3 trimestri del Circa l 80% dell export è destinato al mercato USA. 17 Si assiste ad un forte dinamismo negli accordi con partner internazionali; si segnala, ad esempio, l intensificarsi dei rapporti di alcune imprese del territorio con imprese aerospaziali canadesi. Gli investimenti produttivi sono stati notevoli negli ultimi anni: 225 milioni di euro grazie ad agevolazioni pubbliche per quasi 71 milioni di euro attraverso contratti di programma e programmi integrati di agevolazione della nuova programmazione. Il posizionamento competitivo della Puglia nel settore è apprezzabile in alcune nicchie produttive/tecnologie che presentano una dinamica di crescita significativa. Titanio e carbonio, in generale i materiali compositi, sembrano essere le parole chiave su cui si fondano le principali sfide attuali e future e che presentano interessanti potenzialità di spillovers in altri segmenti del comparto aeronautico (ad esempio la realizzazione di aeromobili leggeri da diporto di piccole dimensioni come nel caso della Blackshape, vedi box 3). Nel comparto delle aerostrutture si registra infatti una crescente tendenza alla sostituzione degli elementi di struttura in materiali tradizionali (i.e. leghe di alluminio), con quelli in carbonio e titanio, la cui produzione comporta, in specie per le fibre di carbonio, investimenti significativi. Il Boeing 787 è il primo aeromobile di certe dimensioni che prevede, nella realizzazione delle sue parti strutturali, l utilizzo di materiali compositi in una misura decisamente superiore rispetto agli altri modelli di velivoli. In Puglia si sono sedimentate competenze scientifiche e industriali considerevoli nella filiera dei materiali compositi (ricerca, test, prototipizzazione, produzione, riciclaggio) che presentano un elevato valore oggi nell industria aeronautica ma possono verosimilmente rappresentare un valore in futuro anche altri settori industriali (nautica, automotive, ecc.). [intervista realizzata ad una grande impresa del settore] 16 Il dato sull export non tiene conto del consistente flusso di semilavorati diretti ad altre regioni italiane e da lì esportati. Per il solo 2010, Ambrosetti (2011) stima l export del settore aeronautico pugliese corretto per i componenti del programma Boeing-787 realizzati negli stabilimenti di Foggia e Grottaglie in 433mln di ; più del doppio rispetto alle statistiche ufficiali ICE-Istat. Il dato riportato è pertanto fortemente sottostimato. 17 Istat Coeweb. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 92

93 Le interviste effettuate hanno rilevato una intensa attività di R&S nelle imprese anche di piccola/media dimensione. I processi innovativi sono stati fortemente alimentati dalle politiche pubbliche di supporto in particolare da misure regionali. Alcuni nuovi processi/prodotti sono al momento in stadi avanzati di sperimentazione e la realizzazione di prototipi è già terminata. Si avverte una maggiore difficoltà nel passaggio dalle fasi di laboratorio/ricerca alla realizzazione di impianti pilota e ancor di più al salto successivo verso l industrializzazione dei prodotti delle attività di R&S. [intervista realizzata ad una media impresa del settore] I passaggi intermedi che vanno dalla realizzazione del prototipo alla industrializzazione del nuovo prodotto/processo richiedono elevati capitali fattore produttivo la cui disponibilità vincola fortemente le imprese innovative nell attuale congiuntura e sono connaturati da rischi imprenditoriali considerevoli. Difatti, come sottolinea un intervistato, nei processi produttivi caratterizzati da un forte grado di innovazione come quelli del settore in oggetto la realizzazione dei prototipi fornisce limitate informazioni utili all analisi costi/benefici; solo lo scaling up, ad esempio attraverso la realizzazione di un impianto pilota consente una piena valutazione della convenienza economica dell industrializzazione del nuovo processo/prodotto. I risultati in termini di scaling-up di prodotti degli investimenti in R&S nel distretto sono misti. Da un lato alcune imprese hanno avviato la fase di commercializzazione (es. l ultraleggero in fibra di carbonio Prime della Blackshape di Monopoli, BA) o sono in fase di commercializzazione (es. un modello di mini-aereo di circa 5kg con tecnologia UAV unmanned aerial vehicle - per missioni civili e militari della società IAS di Brindisi) o sperimentazione (es. applicazioni di sistemi di intelligenza a sciami per la bonifica delle aree minate sviluppati dalla Space Software Italia di Taranto). In altri casi le tecnologie sviluppate e con interessanti prospettive industriali (es. il riciclo delle fibre di carbonio) restano inutilizzate. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 93

94 Box 2. Il Sistema di governance del distretto Il Distretto Aerospaziale Pugliese DAP (riconosciuto nel gennaio 2010 dalla Regione Puglia ai sensi della legge regionale 3 agosto 2007, n. 23 Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi ) conta oggi 70 aderenti (7 grandi imprese, 47 PMI, 8 Enti di ricerca pubblici e privati, 7 istituzioni e associazioni). L analisi della attività svolte dal DAP in questi anni mette in luce un forte dinamismo ed una grande capacità di promuovere il distretto (e le relazioni tra gli aderenti) e di interlocuzione con le Istituzioni Pubbliche (in primis la Regione Puglia). Il dinamismo è dimostrato anche dalla crescita delle imprese aderenti. Il 29/07/2009 è stato costituito il Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) scarl tra le principali imprese del settore e centri di ricerca universitari e non (ALENIA, AGUSTA, AVIO, CMD, DEMA, SALVER, IAS, PLANETEK, ENGINSOFT, TECHNOLOGYCOM e ancora Università del Salento, Politecnico di Bari, Università di Bari, OPTEL, ENEA, CNR, CETMA). Il DTA il braccio operativo del Distretto Aerospaziale Pugliese DAP - ha di recente presentato uno studio di fattibilità al fine del riconoscimento come Distretto ad Alta Tecnologia 18. Attività principali: formazione, organizzazione di missioni incoming e outgoing presso le principali fiere internazionali di settore, partecipazione a bandi di ricerca nazionali ed internazionali, partenariato con altri distretti (Campania, Piemonte). Presidente in carica: Dott. Giuseppe Acierno 5. Le politiche pubbliche di supporto negli ultimi anni Gli attori del distretto, sia le imprese che gli enti di ricerca aderenti, hanno beneficiato di una serie di misure di supporto in larga parte finanziate attraverso bandi della Regione Puglia che vanno dalla promozione dell occupazione e degli investimenti produttivi, al finanziamento delle attività di ricerca e formazione e alla promozione dell internazionalizzazione attraverso numerose missioni outgoing (in tutte le principali fiere internazionali del settore) e incoming (buyers/operatori del settore). 18 Bando del decreto direttoriale n.713/ric. Del 29 ottobre 2010 art Programma Operativo Nazionale "Ricerca e Competitività" (PON R&C) per le Regioni della Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), Azioni rispettivamente denominate "Distretti tecnologici e relative reti" e "Laboratori pubblico-privati e relative reti". Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 94

95 Il giudizio degli operatori del settore intervistati è positivo sul ruolo svolto dalle politiche pubbliche, in particolare viene riconosciuta alla Regione Puglia una rilevante ed efficace azione di supporto rispetto a numerose leve aziendali: ricerca e innovazione, capitale umano, infrastruttura, oneri burocratici, azioni di supporto all internazionalizzazione. Rispetto alle politiche di incentivo dell attività di ricerca e innovazione gran parte degli intervistati sottolineano una maggiore tempestività delle misure regionali rispetto alle misure di carattere nazionale (es. PON ricerca). Qui di seguito si descrivono le principali azioni di supporto agli attori del distretto regionale. Politiche di investimento e occupazione L intervento di policy più rilevante negli ultimi anni è stata l attivazione di contratti di programma e, in minor misura, dei Piani Integrati di Agevolazione. Nel settore sono stati attivati a partire dal 2009 investimenti in capacità produttiva e di ricerca su nuovi componenti e prodotti innovativi stimati in circa 270 milioni di euro attraverso 7 Contratti di Programma ed 1 P.I.A. Box 3. Contratti di programma e PIA attivati nel Contratti di programma: - Alenia Aeronautica S.p.A. nella sede di Foggia (in partenariato con S.C.S.I. di Capitanio Salvatore & C. S.a.s. a Brindisi). L investimento complessivo previsto è pari a circa 53milioni di euro. L obiettivo è quello di allargare e migliorare le capacità produttive per la realizzazione dello stabilizzatore orizzontale del velivolo B 787 "Dreamliner". La PMI partner realizzerà un investimento di circa 3 mln di per la progettazione e costruzione di attrezzature per parti meccaniche e parti in composito. - Alenia Composite S.p.A., per lo stabilimento di Grottaglie (associata con G.S.E. Ground Support Equipment S.r.l. che opera a Brindisi). Anche in questo CdP l investimento previsto è di circa 53milioni di euro grazie al quale acquisterà macchinari e attrezzature per la fabbricazione e l'assemblaggio di tronchi di fusoliere del velivolo B787 da realizzare con l'utilizzo di materiale composito e una modalità di fabbricazione fortemente innovativa. E difatti previsto un progetto di ricerca (LAMI- TECH) che mira allo sviluppo e realizzazione di un sistema di laminazione Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 95

96 prototipale per preimpregnati ibridi per la multifunzionalità includenti materiali termoset, termoplastici, visco-elastici. - Agusta S.p.A. a Brindisi (in partenariato con Giannuzzi S.r.l. a Cavallino in provincia di Lecce). L investimento previsto è di circa 19milioni di euro per realizzare un nuovo reparto di produzione di componenti in materiali compositi per aeromobili di propria produzione. La Giannuzzi srl si doterà di un nuovo reparto per la lavorazione dei compositi sui quali avvierà attività di R&S per implementare nuove tecnologie costruttive. - Avio S.p.A. sempre a Brindisi (associata con Processi Speciali S.r.l. della stessa città). L investimento previsto è di oltre 48milioni di euro finalizzato ad implementare linee di produzione e manutenzione e innovare le tecnologie per aumentare capacità produttiva e competitività. - Design manufacturing Dema S.p.A (insieme con Arseni Davide Ditta individuale di Mesagne in provincia di Brindisi). Il contratto prevede oltre 51milioni di euro per realizzare a Brindisi uno stabilimento per la produzione verticalizzata di aerostrutture. Il nuovo stabilimento consentirà di fornire gruppi finiti e componenti strutturali ai maggiori produttori mondiali di aerei da trasporto civile. L occupazione attesa è di 471 lavoratori. - Space Software Italia S.p.A nella sede di Taranto (con Consorzio Optel come partner che investirà a Brindisi e a Valenzano in provincia di Bari) ha avviato un investimento di circa 12milioni di euro finalizzati alla diversificazione della gamma produttiva. Particolarmente interessante lì attività di R&S prevista finalizzata alla realizzazione di un Sistema per la Bonifica di Aree Critiche basato su di uno Sciame di Robot in grado di apprendere le caratteristiche dell ambiente operativo ed ottimizzare l esecuzione delle attività in particolare. - Un consorzio di imprese che comprende diverse PMI del settore spazio realizzerà investimento per circa 16,6 milioni di euro per la produzione di un sensore termico infrarosso ad alta risoluzione Il Programma integrato di agevolazione riguarda la Costruzioni Motori Diesel. S.p.A. a Brindisi, associata con International Aviation Supply S.r.l. di Brindisi. L investimento previsto è di poco meno di 16 milioni di euro per creare una nuova unità produttiva dedicata alla produzione e commercializzazione di motori a pistoni per il mercato dei velivoli dell'aviazione generale e degli ultraleggeri. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 96

97 Le imprese del settore hanno beneficiato di altri bandi regionali di promozione dell innovazione (ci si riferisce, ad esempio ai bandi della Regione Puglia del 2011 destinati alle imprese innovative già costituite - 10 milioni di euro - e il rifinanziamento con 5milioni di euro dell'avviso destinato alle aziende innovative di nuova costituzione (PO FESR ) e di supporto all internazionalizzazione. Inoltre, la Regione ha finanziato misure di networking finalizzato ad attività di ricerca congiunta tra imprese e centri di ricerca attraverso il bando Aiuti a sostegno dei parternariati regionali per l'innovazione si rivolge a un numero minimo di 30 piccole e medie imprese e di 15 organismi di ricerca. Il sistema Aerospaziale pugliese ha presentato numerosi progetti nell ambito del PON Ricerca e Competitività Da un analisi 19 dei progetti ammessi a beneficio risultano progetti presentati da imprese e centri di ricerca pubblici e privati che operano in Puglia (incluso le Università) per un costo complessivo di circa 90 milioni di di cui 50 milioni di costi ammessi al finanziamento PON (al monitoraggio del 31/10/2011 risultano pagamenti per 3,4 milioni di euro). Il Distretto Tecnologico Aerospaziale è coinvolto in tre progetti (proponente e capofila in due progetti e partner in un altro progetto) ammessi dal Miur a finanziamento per un valore complessivo di 42,6 milioni di euro. Una piena valutazione dell efficacia dell intervento pubblico regionale e nazionale è ancora prematura, soprattutto in riferimento ai contratti di programma la cui realizzazione da parte delle imprese coinvolte è ancora in corso Si tratta di stime conservative dovute alla difficoltà di ripartizione territoriale di alcuni progetti di carattere nazionale. 20 Nell ambito del presente studio non è stato possibile effettuare un monitoraggio seppur parziale - sulla realizzazione degli interventi programmati dalle imprese. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 97

98 6. Il circuito del capitale umano Le ricadute in termini di capitale umano specializzato rappresentano uno degli elementi più virtuosi associati allo sviluppo del settore aerospazio pugliese. Difatti, l occupazione nel distretto dell Aerospazio Pugliese è significativa sia in termini quantitativi che qualitativi con una percentuale molto elevata di tecnici specializzati ed ingegneri occupati nelle imprese del settore; circa un quinto degli addetti al settore possiede una laurea (dato 2007, fonte ARTI). Nelle attività di R&S si stima un numero di occupati diretti di circa 400 unità. Il circuito del capitale umano nel distretto aerospaziale pugliese Il sistema produttivo aerospaziale è inserito in un virtuoso circuito del capitale umano che coinvolge il sistema universitario, il sistema della ricerca pubblico-privata e le imprese. Lo sviluppo del settore ha sicuramente beneficiato della presenza di un sistema universitario con elevate punte di eccellenza nell ingegneria, nelle scienze chimiche e dei materiali, nella fisica nelle tre realtà accademiche che maggiormente interagiscono con le imprese del distretto (Politecnico di Bari, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Università del Salento). L offerta di capitale umano di buon livello è difatti elevata. Il numero di laureati in ingegneria del sistema universitario pugliese è pari a oltre 1500 unità all anno (85% circa Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 98

99 presso il Politecnico di Bari e il restante 15% presso l Università del Salento) a cui bisogna aggiungere oltre 1300 laureati in scienze matematiche, fisiche e naturali (60% circa presso l Università degli Studi di Bari e il restante 40% presso l Università del Salento). Esistono ad oggi dei corsi di laurea in ingegneria aerospaziale (Università del Salento) tuttavia i profili richiesti dal distretto non sono legati alla progettazione di vettori ma alla progettazione di parti e sistemi. Il distretto assorbe pertanto ingegneri con specializzazioni eterogenee (meccanica, elettronica, informatica, gestionale ecc.) nonché fisici, chimici, informatici e tecnici/operai specializzati. La presenza del distretto ha dato vita alla formazione di figure tecniche intermedie. Da gennaio 2012 è partita la formazione di tecnici a supporto della produzione aeronautica presso ITS Aerospazio Fermi di Francavilla Fontana (BR); gli unici altri corsi di formazione tecnica specialistica nel settore sono offerti dall ITIS Fauser di Novara (Indirizzo Aeronautico) e all ITIS Grassi di Torino (Indirizzo Meccatronica per l Aerospazio). Il corso è a numero chiuso (20 corsisti, 5 uditori) e si articola su 4 semestri per un totale di 2000 ore di formazione (per circa la metà impartite da docenti esterni provenienti dal mondo delle imprese, in primis appartenenti al gruppo Finmeccanica). E previsto un periodo di stage in azienda di circa 600 ore. Finmeccanica fornisce la metà delle ore di insegnamento a titolo gratuito. Le imprese del settore e il Distretto Aerospaziale Pugliese sono state coinvolte in tutte le fasi dell attività dell ITS (a partire dalla pianificazione dei profili formativi). A settembre 2012 dovrebbe partire un secondo corso su un profilo professionale in via di definizione di concerto con le imprese del settore. Il bacino di utenza è prevalentemente composto da diplomati delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. E interessante notare la forte domanda del territorio: oltre 200 ragazzi hanno partecipato alle selezioni (le domande al corso simile offerto dall ITIS Grassi di Torino sono state poco più di 60 ed all ITIS Fauser di Novara la selezione ha coinvolto poco più di 30 ragazzi). Si noti inoltre che l'università del Salento ed il Distretto Aerospaziale Pugliese hanno avviato una collaborazione per la promozione, realizzazione e gestione di n 11 project work per lo sviluppo di progetti di innovazione e trasferimento tecnologico (project work innovazione - PWI) in imprese aderenti al Distretto. Si tratta di piccoli interventi se considerati in isolamento ma nel complesso rappresentano un importante segnale di rafforzamento del circuito del capitale umano nel quale il distretto si Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 99

100 inserisce. Le interazioni Imprese-Università/Enti di ricerca sono piuttosto dense anche grazie a iniziative di supporto poste in essere dalla Regione Puglia e dal PON Ricerca. Alcuni intervistati hanno espresso tuttavia dubbi sulla sostenibilità delle interazioni in assenza di tali contributi pubblici soprattutto tra grandi imprese e PMI, Università/Enti di ricerca. Un elemento critico nelle relazioni con le grandi imprese è rappresentato dalla definizione di contratti chiari e stringenti sulla proprietà intellettuale delle innovazioni prodotte da progetti congiunti; il design delle politiche dovrebbe tener conto esplicitamente di tale questione. Anche il Sistema Universitario, attraverso spin-off, ha favorito nel settore aerospaziale la nascita di PMI che, oltre ad operare con le grandi imprese, sono in grado di offrire al mercato, anche internazionale, propri prodotti e servizi 7. Prospettive La dinamica del distretto descritta nelle sezioni precedenti mette in luce una realtà in crescita nonostante la congiuntura negativa degli ultimi anni. In Puglia si sono sedimentati e consolidati numerosi elementi sul quale fondare uno sviluppo virtuoso del settore: tecnologie, capitale umano, visione strategica pubblico-privata sulle prospettive future, un buon sistema di governance del distretto. La trasformazione strutturale in corso nel settore aeronautico pone nuove sfide, soprattutto per le imprese di piccole/medie dimensioni. In particolare il nuovo modello di business dovuto ad una riduzione dei nodi nella global-supply-chain richiede interventi strategici quali: nuovi investimenti industriali per potenziare la capacità produttiva, di innovazione e di progettazione; lo sviluppo di competenze per gestire pacchi di lavoro verticalizzati in sinergia con le imprese più grandi; la standardizzazione e integrazione ICT degli strumenti/tecniche gestionali; una maggiore attenzione allo sviluppo delle competenze delle risorse umane; un crescente investimento da parte delle PMI nelle qualifiche di qualità (certificazioni) e nelle capacità di testing dei processi/prodotti. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 100

101 Ma allo stesso tempo genera nuove opportunità legate all ingresso di nuovi players - che implicano nuove opportunità di inserimento in supply-chain ad oggi meno consolidate - e alle buone prospettive di mercato nel medio termine. Il futuro delle imprese del distretto quelle esistenti e quelle che ci si auspica emergeranno dipende dal consolidamento nelle nicchie di mercato sulle quali si è innestata una dinamica di crescita positiva negli ultimi anni (il rafforzamento del meta distretto inter-regionale può andare in tale direzione). Data la specializzazione tecnologica attuale, le potenzialità di spillover in altri settori produttivi sembrano essere elevate. Le grandi imprese presentano allo stato una buona capacità di accesso alle risorse pubbliche. Le politiche possono far molto per innestare processi virtuosi in imprese medio-piccole anche grazie alle interazioni con le Università e agli enti di ricerca già presenti sul territorio. La vera sfida è quella di promuovere un processo di integrazione tra le imprese, ovvero aiutare le imprese a seguire la tendenza di trasformazione che si sta imponendo sul mercato globale. Inoltre l intervento pubblico dovrebbe rivolgere un attenzione maggiore nel rimuovere le barriere all ingresso per start-up innovative e le barriere che limitano il passaggio delle idee e dei prototipi innovativi dal laboratorio alla fabbrica (la storia di Blackshape, box 4, è emblematica di come gli ingredienti presenti nel distretto tecnologia e nuove idee, politiche di supporto pubbliche, imprese consolidate e capitali possono fertilizzare la nascita di nuove realtà competitive). L analisi condotta ha infine evidenziato l importanza dei tempi delle politiche industriali. E proprio la tempistica delle azioni di supporto l elemento ritenuto unanimemente critico per le imprese del settore. Questo è un elemento di policy che occorre migliorare al fine di evitare una sorta di selezione avversa che porta al rischio di finanziamento di idee già fuori mercato ed allo scoraggiamento di PMI che sono generalmente più sensibili al rischio di squilibri finanziari generati dai ritardi nell erogazione dei supporti alle attività di R&S. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 101

102 Box 4. La storia di Blackshape: idee che incontrano capitali e intuito imprenditoriale L idea - di un giovane pugliese con un amico ingegnere è quella di progettare, produrre e commercializzare aerei low wing (superleggeri) in fibra di carbonio. L idea incontra una misura regionale per promuovere progetti giovanili (Bando Principi Attivi; contributo pari a 25mila euro) e nasce la società Blackshape. La società coglie una seconda occasione, un altro bando regionale che stanzia quattrocentomila euro per ognuna delle imprese innovative vincitrici. Lo vincono, ma il regolamento prevede una fideiussione pari al cinquanta per cento dell'importo. L ostacolo finanziario viene superato dall incontro con la Angelo Investments (di Vito Pertosa, il patron della Mer Mec, l'azienda leader mondiale nei treni diagnostici) che acquisisce il 55 per cento della Blackshape, la cui quota di minoranza viene suddivisa tra i due giovani fondatori. Nel 2010 l'azienda vende diciassette modelli del suo aereo in fibra di carbonio chiamato Millennium Master, che attira l'attenzione della rivista francese Volez!. La start-up con la voglia di volare è un esempio di innovazione in Puglia. Ci sono due ragazzi di talento, c'è un imprenditore-investitore, c'è il distretto dell'aerospazio in seno al quale la nuova azienda crescerà. E c'è infine un supporto pubblico necessario ma non sufficiente - nella fase critica iniziale per dare all idea gambe sulle quali fondare un impresa di successo. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 102

103 Fonti principali Intesa San Paolo Servizio Studi e Ricerche, Monitor dei Distretti Dicembre 2011 DTA s.c.a.r.l. (2011) Studio di fattibilità per il riconoscimento del Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese; Database ORBIS Amadeus (dati di bilancio); Database COEWEB ISTAT; Database Factiva notizie di stampa su quotidiani nazionali ed internazionali (dal 1/1/2007 al 29/2/2012); La Filiera Aerospaziale in Puglia, ARTI Agenzia regionale per la tecnologia e l innovazione, Diembre 2007; Methorios, Lo space manufacturing italiano ed europeo, Settembre 2011; Appendice. Lista delle interviste effettuate 1. Distretto Aerospaziale Pugliese DAP Scarl - Dott. G. Acierno (Presidente) ; 2. Prof. Ficarella Preside della facoltà di Ingegneria Università del Salento; 3. Prof. Maffezzoli Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria dell Innovazione Università del Salento; 4. Alenia Aermacchi Ing. Ludovica Schneider; 5. International Aviation Supply srl (Brindisi). Ing. Ruggero Responsabile R&S; 6. International Aviation Supply srl (Brindisi). Dr. Stefano Grasso (Amministratore Delegato) 7. Enginsoft (Mesagne, BR) Ing. Vito Primavera (R&D); 8. ITS Aerospazio E. Fermi di Francavilla Fontana (Br.) Dott. G. Semeraro (Dirigente scolastico) 9. Xenia Materials Brindisi. Dott.ssa Lunardon (responsabile R&S) 10. SSI - Space Software Italia S.p.A.. Dott. Di Ninno 11. RAV srl. (Brindisi) Intervistato: Luigi Renna (proprietario); Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 103

104 Capitolo 4 Il Sistema dell aerospazio in Campania Pierfelice Rosato Università del Salento e Cerpem Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 104

105 Premessa La presente analisi mira a ricostruire la situazione strutturale, le dinamiche recenti, le prospettive e la domanda di politica industriale del sistema produttivo dell Aerospazio in Campania, condotta nell ambito del progetto CERPEM sui sistemi produttivi del Mezzogiorno. Il settore ricomprende in prevalenza il comparto manifatturiero dell aeronautica ( Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi, divisione della classificazione ATECO 2007) nonché alcune imprese orientate prevalentemente a produzioni di beni e servizi per l industria dello spazio (con produzioni principali classificate nella divisione 27 apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche, divisione 61 servizi delle telecomunicazioni, divisione 62 produzione di software, consulenza informatica e attività connesse e divisione 63 relativa ai servizi d informazione e altri servizi informatici ). Il rapporto si basa sull analisi desk dei documenti e dei dati disponibili e sulle risultanze emerse da talune interlocuzioni dirette (interviste) condotte nei mesi di marzo e aprile 2012 a differenti e qualificati stakeholders 21 (imprenditori, manager, ricercatori, rappresentanti delle Istituzioni) del sistema dell Aerospazio campano. La nota è organizzata nel seguente modo. Il paragrafo 1 descrive sinteticamente le origini storiche del sistema produttivo. Il paragrafo 2 e 3 delineano rispettivamente le caratteristiche, le dinamiche globali e l assetto attuale dell industria aerospaziale italiana. Il paragrafo 4 fornisce un analisi delle caratteristiche e delle recenti dinamiche del sistema dell aerospazio campano. Viene, inoltre, fornita una descrizione delle principali imprese, delle loro attuali prospettive di sviluppo e delle dinamiche relazionali attuali tra le differenti realtà del territorio e con i principali mercati di sbocco. Il paragrafo 5 fornisce una rappresentazione delle relazioni esistenti tra le imprese del settore, le Università e i centri di ricerca del territorio con significative conseguenza in termini di creazione di capitale umano specializzato e qualificato e la presenza di progetti di ricerca di significativa rilevanza. 21 Si ringraziano per la disponibilità l Ing. De Feo (VulcanAir), l Ing. Fogliano (Tecnam), l Ing. Bellamia (Dema), l ing. Ferrara (Aerospazio Campania;); il dott. Mazzarella (Assessorato Regionale attività produttive Regione Campania); l Ing De Bisio (CDM S.p.A.); L ing Russo (CIRA); il dott. Brancato (Fiom Cgil). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 105

106 Il paragrafo 6 fornisce un quadro sintetico delle politiche pubbliche a supporto del settore realizzate negli ultimi anni. Nel paragrafo 7 sono sviluppate alcune riflessioni di sintesi sulle prospettive di sviluppo del sistema locale nel prossimo futuro con uno specifico richiamo alle domande di politica industriale emersa dall analisi field effettuata. 1. Le origini storiche dell aerospazio campano. L industria aeronautica in Campania ha origini antiche che è possibile far risalire alla prima guerra mondiale allorquando le prime imprese campane iniziarono a lavorare per l approvvigionamento bellico. In quegli anni nascono le OFM (Officine Ferroviarie Meridionali) che iniziarono le prime costruzioni aeronautiche e le riparazioni dei biplani, il gruppo IAM (Industrie Aeronautiche Meridionali) per la produzione su licenza di idrovolanti e la IAR (Industrie Aeronautiche Romeo) per la costruzione e riparazione di motori aeronautici. Tuttavia, la nascita dell aerospazio in Campania può essere fatta coincidere con il progetto avviato nel 1939 ad opera dell IRI della costruzione dello stabilimento di Pomigliano affidato all Alfa Romeo nell ambito del complessivo processo di industrializzazione di aree del Mezzogiorno. Nel 1940 lo stabilimento Alfa di Pomigliano impiegava operai e 700 tecnici e produceva motori Alfa AR 115. Il sito di Pomigliano venne distrutto dai tedeschi sul finire della seconda guerra mondiale al momento della ritirata per essere poi ricostruito dopo la fine della guerra. Nel 1948 l IRI istituì la Finmeccanica e nel vecchio centro aeronautico di Pomigliano insediò le Officine di Pomigliano per le Costruzioni Aeronautiche e Ferroviarie (Aerfer) e l Alfa Romeo. Con l Aerfer l industria aeronautica campana ebbe un primo impulso significativo. Nel 1969 dalla fusione dell Aerfer con Fiat Aviazione e Filotecnica Salmoiraghi del Gruppo Finmeccanica nasce l Aeritalia. L azienda impiegava circa dipendenti negli stabilimenti campani (Pomigliano e Capodichino) in cui si iniziarono a produrre i pannelli del DC e, successivamente, del DC10. In pochi anni gli stabilimenti campani crebbero fino ad impiegare dipendenti. L Aeritalia ha avuto il merito di consentire l emersione di un sistema produttivo locale aeronautico. Si consideri che soltanto nel quinquennio gli stabilimenti di Pomigliano hanno affidato all esterno circa 4,5 milioni di ore di manodopera diretta, il 75% delle quali assorbite da imprese campane. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 106

107 Passaggio chiave per la storia dell aeronautica campana è la scelta dell Aeritalia di avviare nel 1982 una collaborazione con la francese Aerospatiale di Tolosa per la produzione di un velivolo regionale, il primo modello di ATR con la produzione di significativi componenti strutturali realizzati a Pomigliano. Il progetto ha avuto un grande successo commerciale ed ha consentito di consolidare la presenza aeronautica in Campania e soprattutto di creare un vero sistema produttivo locale. La pressoché totalità delle imprese dell attuale indotto Alenia hanno collaborato al progetto ATR. Nel 1990 l IRI decise di fondere la Aeritalia con la Selenia dando vita ad un impresa (Alenia) che nasceva con dipendenti. Il periodo tra la fine degli anni 80 e l inizio degli anni 90 si rivela molto complesso per l industria aeronautica italiana con la perdita di posti di lavoro di cui molti in Campania. Dalle difficoltà dei primi anni 90 la via d uscita è rappresentata, in un contesto aerospaziale in cambiamento con l affacciarsi di pochi grandi players in qualità di system Integratos, dalla capacità dell Alenia di entrare con ruoli di responsabilità (fornitore di primo livello) nei grandi programmi internazionali. Con l apertura dello stabilimento di Nola si apre la stagione della produzione di aerostrutture per i grandi committenti internazionali (Aerbus e Boeing) e per i propri programmi C27-J e ATR. A metà degli anni 90 si consolida la presenza di un numero crescente di imprese locali di medie dimensioni si pensi alla Dema - che sapranno consolidarsi quali attori chiave per lo sviluppo dell aerospazio in Campania. Sebbene la specializzazione produttiva principale del settore aeronautico campano è rappresentato dalla produzione di aerostrutture per l aviazione civile, l attività motoristica vanta un antica e consolidata tradizione in ragione della presenza dell Avio, la più importante realtà motoristica aeronautica della Campania. L Avio raccoglie l eredità dell Alfa Romeo, dell Alfa Avio e poi della Fiat Avio per rappresentare ad oggi una realtà produttiva consolidata e di eccellenza a Pomigliano per la produzione di sistemi di combustione con circa dipendenti. Discorso a parte merita il segmento dell aviazione generale che nasce in Campania per merito dell attività pioneristica dei fratelli Pascale che fondarono nel 1949 la Partenavia. Nel 1969 con la trasformazione dell azienda in S.p.A. e l ingresso di nuovi soci fu possibile investire nello sviluppo del P68. La realizzazione del P68, bimotore italiano di aviazione generale di eccellenza ha consentito di consolidare in Campania la presenza di un segmento aeronautico di grandissima tradizione. Si consideri che il Prof. Luigi Pascale, tutt ora impegnato nella sua attività di progettazione di aeroplani nella sua attuale azienda (Tecnam), rappresenta una Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 107

108 figura chiave per l intera aeronautica civile campana ed italiana in quanto nella sua attività accademica ha prima fondato l Istituto di Progetti Velivoli negli anni 60 e, successivamente, il Dipartimento di Progettazione Aeronautica dell Università Federico II di Napoli di cui è stato direttore per lunghi anni. Nella duplice veste di ricercatore ed imprenditoriale ha avuto ruolo centrale nel processo di sviluppo dell aeronautica civile campana. 2. Il sistema aerospaziale campano. Struttura e dinamica recente. La Campania ospita uno dei principali poli aerospaziali a livello nazionale con un incidenza sul fatturato nazionale complessivo di circa il 23%. In particolare, il polo aerospaziale campano è il primo nel mezzogiorno d Italia ed ha una rilevanza paragonabile al polo lombardo e al polo piemontese. In Italia gli altri poli aerospaziali sono localizzati in Puglia, nel Lazio e, con dimensioni e significatività inferiore, in Toscana e Umbria. Il settore aerospaziale campano si compone di circa 30 imprese core che si caratterizzano per un elevata specializzazione nella progettazione e nella realizzazione di differenti produzioni per il settore e sono rappresentate dai prime contractor delle grandi multinazionali e dai loro prime partners. Le imprese di maggiori dimensioni di tale cluster (poco oltre la decina) impiegano circa addetti e sviluppano un fatturato di circa 1.3 Miliardi di. Alle imprese aerospaziali core, in un interpretazione estensiva dei confini del settore aerospaziale regionale, si aggiungono un centinaio di piccole e medie imprese che lavorano per le imprese aerospaziali core in qualità di subfornitori di secondo e terzo livello (officine meccaniche, progettazione, elettronica, informatica, etc.) che impiegano circa addetti e sviluppano un fatturato di poco inferiore agli 800 milioni di. Nel 2011 il polo aeronautico campano ha fatto registrare esportazioni per un valore di 750 milioni di euro. Tale valore rappresenta il 19% circa dell export complessivo dei poli tecnologici dell aerospazio e la terza migliore performance dopo il distretto lombardo (1,3 miliardi di ) e il distretto piemontese (1,05 miliardi di ). La rilevanza del settore aerospazio in Campania trova conferma nella significativa rilevanza che le esportazioni del settore rappresentano, nel 2011, il 14% delle complessive esportazioni della Provincia di Napoli. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 108

109 Le esportazioni del comparto aeronautico campano hanno, tuttavia, fatto registrare una flessione nel 2011 rispetto al 2010 del 6,2% 22 in chiara controtendenza rispetto al complesso dei principali poli aeronautici italiani (+0,5%) e, soprattutto, rispetto alla positiva performance del polo pugliese che ha fatto registrare un incremento delle esportazioni nell ultimo anno (2011 su 2010 del 41,3%). La tabella 1. presenta l andamento del settore aerospazio in provincia di Napoli ed in Italia negli anni Variazioni % 2007/2008 Variazioni % 2008/2009 Variazioni % 2009/2010 Variazioni % 2010/2011 Italia + 23,6-4,6 + 7,2 + 1,4 Provincia di Napoli + 31,4-15,7 +31,1-6,1 Di seguito si riporta l andamento delle esportazioni del settore aerospaziale in Provincia di Napoli nel periodo con specifica evidenza del peso che le esportazioni aerospaziali campani assumono sul totale aerospazio Italia. 22 La fonte è il monitor dei distretti aprile 2012 (Intesa San Paolo) Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 109

110 Tabella 2. Peso percentuale delle esportazioni della provincia di Napoli sul totale delle esportazioni mondiali del settore in Italia ( Costruzioni di aeromobili e veicoli spaziali (Ateco 2007) valori espressi in milioni di ) valore esportazioni Italia valore esportazioni provincia di Napoli peso % della provincia ,8 16,8 14,8 18,1 16,8 fonte: ns. elaborazioni su dati Istat ( L 87,2 % delle esportazioni del polo aerospaziale campano si concentra negli Stati Uniti (51,6%) ed in Francia (35,6%). Nel periodo 2007/2011 le esportazioni verso la Francia sono cresciute del 76% mentre verso gli Stati Uniti sono aumentate del 46%. Nel periodo Con riferimento ai principali mercati di sbocco il polo campano sembra risentire per il secondo anno consecutivo di un calo delle esportazioni verso il mercato USA mentre ha fatto registrare buoni risultati verso Germania e Francia. Il sistema è costituito da un significativo e qualificato insieme di prime contractor a livello mondiale (Alenia Aeronautica, Alenia Aeronavali, Avio, Selex Sistemi Integrati, Piaggio Aeroindustries, Agusta, Carlo Gavazzi Space, Telespazio). Di tali realtà aziendali, soltanto Avio, Piaggio Aeroindustries e Carlo Gavazzi Space non appartengono alla galassia Finmeccanica 23 a dimostrazione della rilevanza che Finmeccanica tutt ora assume nei percorsi di sviluppo del sistema aerospaziale campano. Tali imprese lavorano in una logica di prime partner con aziende campane di dimensioni medie e medio piccole specializzate nella produzione di parti, componenti o interi gruppi funzionali (Magnaghi, Dema, Oma Sud, CMD, Geven, Ompm, La Gatta) e da un insieme cospicuo di aziende di piccola dimensione 23 Si consideri, tuttavia, che Finmeccanica detiene il 12% della Avio. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 110

111 (in massima parte officine meccaniche) che, pur non lavorando in via esclusiva per il settore, sono fornitori di terzo livello in quanto dispongono di tecnologie e processi produttivi di livello compatibile con gli standard di qualità, precisione e capacità di trattare materiali richieste dalle industrie aerospaziali e che operano su disegni e specifiche dei committenti. A tali imprese si aggiungono talune realtà di medie dimensioni che producono aerei leggeri ed ultraleggeri (Tecnam, VulcaAir, Oma Sud) ed operano nella nicchia dell aviazione generale con un prodotto a marchio proprio. Le imprese aerospaziali campane si concentrano per il 70% nell area metropolitana di Napoli e, per la restante parte, nell area di Caserta e di Benevento. Elemento caratterizzante del polo campano dell aerospazio è, come avremo modo di evidenziare nel paragrafo successivo, la presenza di un numero significativo e qualificato di centri di ricerca a supporto delle attività di R&S in ambito aerospaziale. Nello specifico, oltre alle sedi universitarie in cui un ruolo determinante lo svolgono le Facoltà di Ingegneria (Università Federico II e Seconda Università di Napoli) si contano circa 10 centri di ricerca differentemente in grado di supportare il sistema aerospaziale campano in cui lavorano circa 700 ricercatori. Tra questi i più significativi sono il CIRA (Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale), l IMAST (Distretto Tecnologico sull Ingegneria dei Materiali Polimerici e Compositi e Strutture) e il MARS Center. Su tali premesse, l analisi dell assetto strutturale e delle dinamiche recenti del sistema aerospaziale regionale può essere utilmente condotta attraverso la sua suddivisione nei 4 differenti e specifici comparti produttivi che lo compongono: 1. Aviazione Civile e militare. 2. Aviazione Generale. 3. Manutenzione. 4. Spazio. Il comparto dell aviazione civile e militare è riconducibile, in massima parte, alla progettazione e produzione di componenti strutturali di velivoli per aviazione civile e militare (aerei ed elicotteri). Il polo aeronautico campano è specializzato nella progettazione e costruzione delle componenti complesse del velivolo (cellule e propulsori), nella subfornitura specializzata di parti e componenti e nella lavorazione e attrezzature. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 111

112 Tale comparto ruota in massima parte attorno alla significativa presenza dell Alenia Aermacchi (Gruppo Finmeccanica) in Campania. L Alenia occupa in Campania dipendenti negli stabilimenti di Pomigliano d Arco (2541), Casoria (441), Nola (879) a cui si aggiungono i 516 dipendenti impegnati nell area di Capodichino. La significatività dell Alenia in Campania è riconducibile alla rilevanza delle attività che svolge con riferimento ai differenti programmi produttivi nei quali è coinvolta in qualità di Prime Contractor e/o di fornitore di primo livello. Nello specifico, Alenia in Campania assume il ruolo di Prime Contractor nella realizzazione del C27-J (aereo tattico militare) per il quale svolge l assemblaggio della fusoliera nell area di Capodichino. Svolge, inoltre, attività di Prime Contractor nel programma ATR che viene sviluppato attraverso la realizzazione di componenti strutturali (cellula) nello stabilimento di Pomigliano d Arco. Inoltre, l Alenia è risk partner sharing, in qualità di fornitore di primo livello di Boeing nel programma 787, 777,767 per il quale svolge attività di realizzazione di componenti strutturali ed è fornitore di primo livello di Aerbus per i programmi A380 e A321 per i quali produce in entrambi i casi una sezione di fusoliera (pari a circa il 5% dell intera cellula). La presenza dell Alenia ha favorito negli anni la nascita ed il consolidamento di un indotto di primo livello fortemente specializzato di imprese aeronautiche e il proliferare di differenti imprese di minori dimensioni a loro volta capaci di lavorare per il settore aeronautico. Nello specifico, la struttura produttiva del polo produttivo aerospaziale campano può essere analizzata attraverso differenti piramidi produttive (vedi fig.1) capaci di spiegare la varietà del contributo e della specifica suddivisione del lavoro tra le imprese del sistema locale e i grandi System Integrators internazionali con riferimento ai differenti programmi in cui il sistema produttivo campano è coinvolto. In tale prospettiva, Alenia assume alternativamente il ruolo di co-system Integrator (ATR e C27-J) e di fornitore di primo livello (Boeing e Airbus). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 112

113 Fig.1 La piramide produttiva nell impresa aerospaziale Fonte: Schiavone F., (2008), Conoscenza, imprenditorialità, reti, Cedam, Padova Negli anni, in considerazione della presenza significativa sul territorio regionale del soggetto leader dell aeronautica nazionale coinvolta nei principali programmi produttivi, è cresciuto e si è consolidato un tessuto di imprese ad oggi di medie dimensioni capace di porsi quali fornitori di prodotti complessi. Tali aziende rappresentano l elemento di maggiore vitalità del sistema produttivo campano in quanto, pur in una situazione ambientale complessa soprattutto in ragione delle dinamiche attuali di Alenia, sono impegnate in un ambizioso progetto di upgrading tecnologico e di posizionamento competitivo. L obiettivo strategico che perseguono consiste nel consolidarsi quali aziende aeronautiche capaci di progettare e realizzare sistemi complessi per l aviazione civile. Tale aspetto diviene centrale per poter divenire a loro volta partner di riferimento per i principali System Integrators dell Aeronautica mondiale senza dover necessariamente passare dal mondo Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 113

114 Alenia. L obiettivo è, pur continuando a lavorare in stretta partnership con Alenia, divenire essi stessi fornitori di primo livello per i principali players internazionali per la produzione di specifici sub-sistemi. In tal modo potranno ulteriormente consolidare il proprio ruolo quali soggetti leader nell organizzazione di specifici indotti verticalizzati di imprese di minori dimensioni coinvolte nella complessiva supply chain di uno specifico sub sistema. Il consolidamento di filiere verticali di imprese impegnate nella produzione di sub sistemi complessi coordinate da una media impresa locale che sappia rapportarsi direttamente anche con i principali System Integrators internazionali rappresenta, con ogni probabilità, uno degli elementi centrali in tema di prospettive di sviluppo per il polo aeronautico campano. Peraltro, la possibilità che le più strutturate imprese aeronautiche dell indotto campano di Alenia possano lavorare direttamente con i grandi players è vista come un opportunità interessante dalla stessa Alenia in quanto contribuisce a deresponsabilizzare l impresa rispetto ad una politica di allevamento del complessivo indotto e le consente di beneficiare delle tecnologie e delle logiche gestionali che tali imprese sono nelle condizioni di acquisire attraverso un rapporto di collaborazione che preveda anche attività di progettazione e co-progettazione con i grandi players internazionali. In tale prospettiva la Dema S.p.A. sembra rappresentare un perfetto esempio di impresa medio grande capace di perseguire una strategia di upgrading tecnologico e di posizionamento competitivo. La Dema è nata nel 1986 ed è cresciuta in maniera continuativa negli anni fino a conseguire nel 2011 un fatturato di oltre 52 milioni di con 750 dipendenti suddivisi tra i due stabilimenti produttivi campani (Pomigliano d Arco e Somma Vesuviana), il recente stabilimento di Brindisi, gli stabilimenti di Piacenza, Tunisi e Montreal. La Dema ha saputo affiancare al consolidato rapporto di partnership con l Alenia un significativo rapporto di collaborazione in qualità di fornitore di primo livello con Bombardier in ragione della specifica capacità di porsi quale azienda aeronautica in grado di svolgere attività di progettazione su larga scala e con competenze specifiche. Nel sistema locale campano operano altre imprese di medie dimensioni che producono alternativamente un semi-lavorato ovvero uno specifico sub-sistema che hanno le potenzialità per porsi quale nodo centrale di una verticalizzazione sul prodotto che consenta di lavorare direttamente con i grandi system Integrator internazionali. Si pensi a Magnaghi Aeronautica, specializzata nella progettazione, sviluppo, realizzazione e certificazione di carrelli di atterraggio; alla Costruzioni Motori Diesel S.p.A. impresa impegnata nella produzione di un Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 114

115 motore diesel per aeroplani che potrebbe rivoluzionare il comparto e consentire di produrre un aeroplano interamente in Campania; alla Geven, azienda specializzata nella fabbricazione delle poltrone e interni per aerei che negli ultimi anni ha saputo ottenere importanti commesse da Airbus, per il quale ha realizzato l isolamento termoacustico dell A380, e da Boeing, con il quale ha lavorato sugli interni del B767; alla Foxbit che opera nel campo della progettazione e ingegnerizzazione, offrendo sistemi avanzati di ingegneria anche per il comparto aeronautico. La crescita di tali aziende di medie dimensioni potrebbe consentire di muovere il sistema della fornitura di secondo e terzo livello verso processi di crescita nelle competenze e nelle specializzazioni produttive. Ad oggi, si palesa un basso grado di completezza e di integrazione dell apparato produttivo, in una situazione di eccessivo distacco tra il tessuto produttivo locale costituito da un insieme di piccole imprese e l impresa leader, le cui relazioni tendono ad esaurirsi nei semplici termini del rapporto di fornitura. Il consolidamento di filiere specializzate di fornitura potrebbe consentire di razionalizzare e qualificare il complessivo sistema delle piccole imprese e facilitare un processo di upgrading delle realtà più dinamiche e maggiormente orientate al settore aeronautico. Le prospettive future per il comparto dell aviazione civile e militare del sistema aerospaziale campano dipendono in maniera evidente dalle traiettorie di sviluppo di Alenia Aermacchi in quanto allo stato attuale il complessivo sistema delle piccole e medie imprese locali è fortemente dipendente dalle commesse provenienti dall Alenia. Si stima che oltre il 75% del complessivo fatturato del sistema produttivo locale oggetto d indagine dipenda dalle realtà produttive della galassia Finmeccanica (Alenia in primis). Tale elemento di criticità si palesa in tutta evidenza in relazione alle attuali difficoltà in cui appare versare l Alenia. In particolare, con riferimento al segmento dell aviazione militare (realizzazione della cellula del C27-J) si registra la conclusione del programma americano in virtù della scelta dell Amministrazione Obama di ridurre gli investimenti militari. Ciò determinerebbe la chiusura della produzione al termine della consegna dei due lotti pattuiti per complessivi 38 velivoli. In tal senso appare di straordinaria rilevanza la notizia dell acquisizione da parte di Alenia di una commessa per la vendita al Governo Australiano di 10 C- 27J per un valore complessivo di 1,4 miliardi di dollari australiani. Inoltre, il sistema della subfornitura Alenia impegnata sul programma 787 della Boeing è in difficoltà a causa dei ritardi e delle difficoltà del programma. Infatti, soltanto nel corso del 2010 il 787 ha fatto registrare 41 cancellazioni a fronte di 37 vendite realizzate. La subfornitura rischia di veder sovradimensionati gli investimenti realizzati e veder Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 115

116 compromesso il proprio equilibrio finanziario dai ritardi del programma e, di conseguenza, dei pagamenti. Tuttavia, con riferimento all aviazione civile il nodo principale attorno a cui probabilmente dipende il futuro del sistema campano per lo meno nella sua configurazione attuale - è riconducibile al programma ATR. L ATR è il consorzio italo francese per la produzione di un velivolo regionale realizzato nelle componenti strutturali (cellula) in Campania ed assemblato a Tolosa. L attuale sistema della subfornitura aeronautica core e correlata di Alenia è cresciuta e si è consolidata con il programma ATR. Allo stato attuale l ATR rappresenta un prodotto maturo che, a partire dal 2008, ha riscontrato evidenti difficoltà di mercato. Tuttavia, il 2011 ha fatto registrare un picco nelle vendite in quanto l ATR costando e consumando poco rispetto ai jet viene preferito dalle compagnie aeree nei periodi di crisi (prodotto anticiclico ). Cruciale appare, pertanto, la possibilità di dare avvio in termini brevi al progetto (già allo studio ed in fase di valutazione congiunta Finmeccanica EADS che dovrebbe chiudersi entro fine 2012) per un nuovo prodotto ATR da 92 posti che potrebbe contare, allo stato attuale, su un mercato potenziale di sostituzione di circa 300 velivoli. Si tratta di un progetto ambizioso di cui l intero sistema locale sente forte la necessità per dare una prospettiva di sviluppo al sistema produttivo locale. Si consideri, peraltro, che il costo di sviluppo complessivo ammonta a circa 2 miliardi di e garantirebbe per almeno 15 anni una prospettiva di sviluppo al sistema locale. Peraltro, l Alenia ha avviato una partnership con il costruttore russo Sukhoi per la realizzazione di nuovo bi-jet regionale da 100 posti SSJ100. Tale progetto sembra in antitesi alla scelta di procedere con un nuovo modello di ATR (i due velivoli coprono l identico segmento di mercato). Pertanto, sembra evidente che Finmeccanica dovrà decidere, in tempi brevi, su quale progetto puntare. I differenti soggetti intervistati propendono in maniera chiara per il nuovo ATR per una serie di ragioni addotte: 1. sarebbe ipotizzabile che per il nuovo ATR la linea finale di produzione venga realizzata a Pomigliano e non a Tolosa con straordinarie ricadute occupazionali, imprenditoriali e tecnologiche per il sistema campano; 2. il bi-jet regionale russo avrebbe probabilmente maggiori difficoltà di penetrazione commerciale sul mercato occidentale laddove l ATR può contare su di un generale apprezzamento e, come evidenziato precedentemente, su un mercato di sostituzione quantificabile in 300 velivoli; 3. in considerazione delle dinamiche del costo del lavoro in Italia e in Russia è elevato il rischio che nel processo di divisione del lavoro le attività Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 116

117 manifatturiere a più elevata intensità di lavoro vengano allocata in Russia determinando un minor impatto occupazionale sul territorio campano. Nella percezione dei soggetti intervistati l Alenia sembra attraversare una sorta di crisi d identità. Stretta tra la necessità di entrare nei nuovi programmi dei principali costruttori di aerei del mondo in maniera significativa e la necessità di definire a breve il proprio posizionamento competitivo nella progettazione di un proprio velivolo nel segmento dell aviazione regionale, sia pure attraverso un rapporto di partnership con un soggetto terzo (nuovo ATR, bi-jet con russi). Inoltre, le prospettive in Campania appaiono nebulose in ragione, in primo luogo, della scelta effettuata di chiudere lo stabilimento di Casoria impegnato nella realizzazione di lamiere al di sotto dei 15 metri a fine 2012 con conseguente riallocazione negli altri siti campani dei 441 dipendenti entro marzo 2013 e, in secondo luogo, in ragione dell avvio di un complesso accordo sindacale che prevede l accompagnamento alla pensione attraverso differenti specifici strumenti di un numero complessivo di dipendenti su base nazionale. Le prospettive future dello specifico comparto saranno, peraltro, fortemente influenzate dalle scelte di localizzazione che saranno effettuate dalle imprese della galassia Finmeccanica (in primis Alenia) e che, allo stato attuale, fanno temere una diminuzione del peso delle attività in Campania rispetto alla Lombardia (chiusura dello stabilimento Alenia di Casoria e spostamento della sede legale di Alenia da Pomigliano d Arco a Venegono (Varese) con rischio di riallocazione futura delle commesse verso gli stabilimenti lombardi). In particolare, sembra paventarsi il rischio che nei mesi passati logiche non strettamente riconducibili a scelte di politica industriale abbiano intravisto la possibilità di incrementare il peso del segmento dell aviazione civile in Lombardia in relazione alle migliori prospettive di sviluppo industriale rispetto alla componente militare (tradizionale specializzazione del sistema produttivo lombardo). Il rischio che si paventa è che questa fase di difficoltà possa determinare una maggiore 'marginalizzazione', sia qualitativa che quantitativa per gli stabilimenti campani di Finmeccanica e della filiera dei subfornitori e quindi dell'intero comparto. Il comparto dell aviazione generale è composto delle imprese che producono, assemblano e commercializzano aerei leggeri (certificati) e ultraleggeri. Si tratta di imprese capaci di arrivare alla produzione di un prodotto finiti (velivolo) che viene interamente realizzato in Campania per la componente strutturale mentre i motori e l avionica Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 117

118 provengono, in massima parte, dagli Stati Uniti. L aereo viene, quindi, assemblato in loco e venduto nel mondo a marchio proprio. Tale nicchia, per quanto ad oggi pesi per non oltre il 5% dell intero fatturato aeronautico campano (in valore assoluto poco meno di 100 milioni di ), appare molto interessante in ragione delle prevedibili dinamiche di sviluppo della domanda mondiale nel segmento dell aeronautica generale. Inoltre, un suo sviluppo in termini di iniziative imprenditoriali e di crescita delle aziende allo stato in esso impegnate - potrebbe consentire di limitare, nel prossimo futuro, la dipendenza delle piccole imprese campane del settore dalle scelte dell Alenia. Il comparto in Campania ruota attorno alla presenza di tre aziende principali con una consolidata presenza sul mercato (Tecnam, Vulcan Air, Oma Sud) e di 2 ulteriori aziende che in tale segmento si stanno recentemente affacciando con specifici progetti industriali (la Magnaghi Aeronautica e la K4A). La Tecnam rappresenta una realtà di eccellenza per l intero comparto aeronautico nazionale. Opera nella produzione di ultraleggeri e velivoli certificati per l aviazione generale. Ha una flotta viaggiante di velivoli nel mondo con un portafoglio prodotti che attualmente conta 20 differenti tipologie di velivolo. Impiega 150 dipendenti con un fatturato di circa 25 milioni e produce circa 250 velivoli all anno. Negli ultimi anni è cresciuta in maniera significativa con incrementi del fatturato a due cifre ed attualmente vive una fase di assestamento in ragione della necessità di continuare a trovare le risorse finanziarie per crescere. Per la prima volta negli ultimi 20 anni il fatturato (previsione 2012) non crescerà rispetto all anno precedente. Ha in essere un rapporto di collaborazione con un impresa spagnola per la realizzazione e commercializzazione di un velivolo che possa trasferire a terra dati per la sorveglianza delle coste. Nel 2011 ha avviato un significativo progetto di sviluppo. Un importante operatore statunitense che possiede una flotta molto ampia ha chiesto alla Tecnam di collaborare allo sviluppo di uno specifico velivolo di piccola e media tratta regionale che potesse sostituire la loro attuale flotta. In tale nicchia, stimata in circa 2000 velivoli nei prossimi 5 anni, esiste un buco d offerta. La Tecnam ha avviato la collaborazione scientifica per il progetto, è arrivata alla realizzazione del prototipo ma allo stato attuale non dispone di risorse finanziarie interne per finanziare la produzione. La Vulcan Air progetta, realizza ed assembla velivoli per l aviazione generale. Nello specifico, produce aerei bimotori a pistoni. Ha una capacità produttiva e commerciale di circa Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 118

119 1 aeroplano al mese che produce su commessa per clienti privati e professionali con un tempo di attraversamento complessivo (dalla ricezione dell ordine alla consegna) di circa un anno. Ha un fatturato 2011 di circa 9 milioni di ed impiega circa 65 dipendenti diretti. Di recente ha venduto il primo aereo alla polizia tedesca ed ha nel proprio portafoglio clienti 12 differenti Stati negli USA. L azienda ha di recente ampliato il proprio portafoglio prodotti attraverso la messa in produzione del Turboprop che consente di allargare in maniera significativa il complessivo mercato di riferimento e contrastare le recenti difficoltà di mercato che incontrano gli aerei bimotori a pistoni. La Oma Sud nasce su iniziativa di un ex dirigente Alenia che decide di uscire da Alenia e dar vita ad uno spin-off imprenditoriale iniziando a lavorare come sub fornitore Alenia. Successivamente ha scelto di operare nel segmento dell aviazione generale attraverso la progettazione e realizzazione di un specifico velivolo particolarmente innovativo (Sky Car). Allo stato attuale la Oma Sud può contare su ordinativi per 180 velivoli. La Magnaghi Aeronautica è una storica e consolidata impresa aeronautica campana che opera nel segmento dell aeronautica civile ed è specializzata nella progettazione, sviluppo, realizzazione e certificazione di carrelli di atterraggio, componenti idraulici e serbatoi. Di recente ha inteso diversificare la produzione scegliendo di entrare nel segmento dell aviazione generale. Nello specifico, ha rilevato la Iniziative industriali italiane, azienda di Monterotondo (in provincia di Roma) che produce tutta la gamma dei piccoli aerei per uso sportivo, idrovolanti e velivoli da due o quattro posti. La K4A è una start up imprenditoriale attualmente impegnata nella realizzazione di un elicottero leggero altamente innovativo. Tuttavia, allo stato attuale non è stata ancora avviata la commercializzazione. Le tre imprese finali del segmento hanno sviluppato un proprio indotto di piccole e medio piccole aziende specializzate nella subfornitura di parti dei componenti strutturali del velivolo. Nello specifico, la Tecnam ha creato un proprio indotto che si compone di circa 50 piccole e piccolissime aziende localizzate nella stragrande maggioranza dei casi in Campania (soltanto alcune localizzate in Piemonte e Lombardia). Con una decina di tali imprese i rapporti di collaborazione sono maggiormente strutturati e possono prevedere un coinvolgimento del subfornitore anche nella fase di ricerca e progettazione. Taluni di loro, anche grazie Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 119

120 all esperienza maturata nell aviazione generale, stanno iniziando ad entrare nella subfornitura Alenia. Vulcan Air ha perseguito una strategia simile per quanto il volume d affari sia inferiore. In tal caso l indotto è formato da una decina di imprese anch esse operanti nella lavorazione delle componenti strutturali del velivoli su progetti e stampi forniti dall azienda. La Vulcan Air svolge, pertanto, in prevalenza attività di progettazione e assemblaggio finale del velivolo. Vulcan Air e Tecnam condividono buona parte dei subfornitori ma non hanno nessuna forma di relazione tra loro (tecnologica, produttiva, di mercato). Operano come piccoli system integrator autonomi che contribuiscono a far crescere e consolidare uno specifico indotto di realtà produttive e di ingegneria specializzate nella progettazione e nella produzione dei componenti strutturali del velivolo nel segmento dell aviazione generale. Le ragioni di una totale assenza di strategie di collaborazione tra le principali imprese dello specifico segmento attiene in massima parte alle differenti specializzazioni produttive in cui le aziende sono impegnate. La scelta di ognuno dei principali players consiste nell ampliare quanto più possibile la propria gamma di modelli di proprietà e, soprattutto nel business degli ultraleggeri (in cui il costo medio unitario del prodotto è piuttosto basso e il margine di contribuzione esiguo), cercare di sviluppare nuovi prodotti in tempi brevi in quanto il ciclo di vita di un modello di velivolo ultraleggero è molto ridotto. Le principali imprese del segmento sono, pertanto, impegnate in assoluta autonomia ovvero con imprese di altre parti del mondo (ad esempio la Tecnam ha in piedi due differenti progetti per la costruzione di nuovi modelli di velivoli con partner austriaci e spagnoli) a sviluppare nuovi progetti industriali anche attraverso un significativo reinvestimento in R&S del fatturato conseguito (a livello aggregato di segmento in una misura pari a circa il 20-25%). Il segmento dell aviazione generale campano si caratterizza per la presenza di imprese aeronautiche di medie dimensioni che, in ragione di specifiche e consolidate competenze nelle fasi di progettazione, ingegnerizzazione, produzione e commercializzazione sui mercati finali internazionali sono in grado di sostenere la più agguerrita competizione internazionale. Tali aziende vendono in misura prevalente all estero (circa l 80% delle loro vendite sono effettuate su mercati esteri) e realizzano il prodotto quasi intermante in Campania con il contributo di un indotto che negli anni si è sempre più specializzato. Le prospettive per il segmento dell aviazione generale in Campania sono potenzialmente buone in ragione di una prevedibile domanda mondiale in espansione e delle consolidate capacità dimostrate dalle imprese locali nel leggere le trasformazioni in atto nel settore e Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 120

121 muovere verso nuove ed innovative scelte di posizionamento competitivo. Tuttavia, le potenzialità di sviluppo del segmento per essere colte necessitano di una inversione di rotta nelle politiche di sostegno al segmento. Appare indispensabile, in primo luogo, riconoscere le specificità di tale segmento, in termini di esigenze di politica industriale, rispetto al più ampio comparto dell aviazione civile. Le poche realtà di eccellenza del comparto necessitano di essere sostenute attraverso politiche che riconoscano un valore nei progetti industriali specifici individuati e che possono consentire di coinvolgere, per la loro realizzazione, un indotto di piccole e medie imprese locali capaci di beneficiare di tali mini programmi industriali. La non dipendenza dalla galassia Finmeccanica deve, pertanto, essere valorizzato quale elemento di forza potenziale e non continuare ad essere per lo meno nella percezione diffusa degli operatori la ragione di una scarsa visibilità nelle scelte di politica industriale. Il settore della manutenzione aeronautica, della costruzione di parti di ricambio rappresenta uno degli ambiti strategici in cui si compone il complessivo sistema produttivo aerospaziale della Regione Campania. Nel recente passato Lazio e Campania, rispettivamente con e addetti sono stati i principali poli nazionali per lo specifico segmento. A seguito della recente dismissione delle attività di manutenzione pesante ad opera di Alitalia, la Campania rimane l unica Regione italiana con un significativo di livello di concentrazione di risorse umane specializzate in tale ambito. Tale aspetto rappresenta, pertanto, un ulteriore opportunità di sviluppo per il sistema locale. Le attività manutentive in campo aeronautico pesano per circa il 10% sul fatturato del complessivo sistema aerospaziale campano ed impiegano circa addetti. Sul territorio campano le quattro principali aziende presenti nel settore manutentivo aeronautico sono OAN (Modification), Atitech (Aircraft Heavy Maintenance e Line Maintenance), Avio (Engine Overhaul) e Magnaghi (Components). Inoltre, si segnala la presenza di un significativo gruppo di piccole imprese subfornitrici specializzate in attività che riguardano la costruzione di attrezzature, la formazione e la logistica. Il sistema produttivo campano può vantare una lunga tradizione in tale comparto e, aspetto ancora più rilevante, anche una serie di aziende che complessivamente possiedono competenze, assets ed aree di eccellenza con capacità di progettazione e realizzazione tali da poter conseguire importanti posizioni sul mercato italiano ed estero. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 121

122 Tuttavia, le piccole e medie imprese del comparto sono orientate in via prevalente alla manifattura ed alla produzione di parti di veicoli aeronautici ed aerospaziali mentre sono soltanto marginalmente orientate ai fabbisogni specifici del settore manutentivo. Ciò ha determinato una presenza di imprese manutentive core per il settore aerospaziale inferiore alle potenzialità complessive del sistema produttivo locale. Tra i motivi di questa potenziale limitazione allo sviluppo dello specifico comparto si segnala l assenza di specifiche forme di sostegno nel supportare le fasi iniziali di ampliamento della tipologia dei servizi offerti dal sistema delle piccole e medie imprese. Lo sviluppo delle attività di manutenzione sul territorio ha, infatti, sofferto principalmente per la difficoltà nel realizzare economie di scala sui servizi offerti in un mercato internazionale governato principalmente dalle strategie delle grandi compagnie aeree. Il segmento spazio pesa per un 10% circa del fatturato complessivo espresso dal sistema aerospaziale campano ed è localizzato in misura prevalente nelle provincie di Napoli e Benevento. Il segmento è composto da imprese di maggiori dimensioni quali MARS-Telespazio, MBDA, la sede campana della Carlo Gavazzi Space (azienda lombarda) e Selex Sistemi Integrati. Si registra, inoltre, la presenza di un consorzio (Antares) e di un numero ridotto ma comunque degno di nota di piccole e medie imprese locali orientate al mercato spaziale (Technosystem, Euro.Soft, Merlino Technology, ITS, Marotta AT, Geosystem). Inoltre, un ruolo significativo viene svolto dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, il più importante centro di ricerca nazionale specializzato in campo aerospaziale. Infatti, il CIRA sviluppa progetti anche in ambito spaziale e, in tal modo, negli ultimi anni con alcuni programmi ha assunto il ruolo di catalizzatore per le PMI che hanno attivato anche una domanda regionale di tecnologie e servizi nel settore spazio. Il polo beneventano (Carlo Gavazzi Space, SAB, ANTARES, MARSec) negli anni scorsi si è concentrato sui servizi connessi alla progettazione ed integrazione di mini/micro satelliti. Con riferimento alla domanda, il mercato è generato dai programmi nazionali ed internazionali delle agenzie spaziali (ASI e ESA). Il ruolo della grande e media impresa nel settore spazio è spesso quello di partner tecnologico per alcune piccole e piccolissime imprese campane, che riescono pertanto a partecipare attivamente ai Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 122

123 programmi spaziali, offrendo servizi altamente specializzati ed apportando un reale contributo innovativo. In altri casi la grande e media azienda spaziale richiede servizi di consulenza specialistica offerta da alcune delle aziende con sede in Campania (ITS, INTECS, ALTRAN, ecc.). La Carlo Gavazzi Space, azienda milanese che ha una sede secondaria a Benevento, svolge il ruolo di system integrator sul territorio. L azienda realizza piccoli satelliti e partecipa a numerosi programmi delle agenzie spaziali. Per quanto concerne i servizi, una piccola parte di attività è affidata a fornitori sul territorio regionale. Alcune piccole aziende, in particolare quelle legate da rapporti consortili a CGS (SAB, Merlino, Technosystem) collaborano soprattutto su attività di tipo ingegneristico (progettazione di apparati elettronici e SW) e per servizi legati al testing. 3. Il sistema della ricerca e della formazione nell ambito del sistema aerospaziale campano Il settore aerospaziale si caratterizza per la necessità di un elevata scala di investimenti in ricerca e sviluppo e per l elevata qualificazione della forza lavoro necessaria. Pertanto, condizioni indispensabili per un suo sviluppo duraturo sono la presenza di un sistema della ricerca in grado di sostenerne le dinamiche evolutive attraverso attività di ricerca di base, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. E, pertanto, prioritario incentivare e sostenere relazioni di collaborazione tra il sistema della ricerca e il sistema delle imprese finalizzate ad attivare processi di trasferimento tecnologico e gestione dell innovazione di prodotto e di processo. Inoltre, appare determinante per le imprese aerospaziali la contestuale possibilità di accedere a risorse umane altamente qualificate e specializzate che possano sostenerne i processi d innovazione aziendale funzionali a mantenere il complessivo sistema in linea con le mutevoli esigenze del mercato. L esistenza di una rete di università e centri di ricerca di eccellenza rappresenta, pertanto, elemento centrale per garantire al sistema locale aeronautico prospettive di sopravvivenza nel lungo periodo. In tal senso la Campania si connota per la qualità e la credibilità internazionale delle infrastrutture di ricerca sia pubbliche che private e per un sistema di formazione universitaria a supporto del sistema aerospaziale particolarmente rilevante e qualificato. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 123

124 Con riferimento alle attività del sistema della ricerca regionale si rileva che le stesse sono incentrate su discipline scientifiche e tecnologiche di base, riguardano gli ambiti più significativi per il settore aeronautico e spaziale e, aspetto di particolare rilevanza, sono generalmente svolte attraverso collaborazioni con le principali realtà produttive locali e nazionali e con le più importanti Università e centri di ricerca internazionali che lavorano in ambito aerospaziale. La presenza di un siffatto sistema regionale della ricerca in ambito aerospaziale ha consentito che i progetti di ricerca nascessero attraverso la creazione di reti di collaborazione che coinvolgono Università, Centri di Ricerca altamente specializzati e le imprese di grandi dimensioni e di dimensioni medio piccole. L obiettivo è creare una interconnessione tra il sistema della ricerca e il sistema delle imprese che possa consolidare pratiche e modalità di networking per lo sviluppo di progetti innovativi. A titolo esemplificativo, si consideri un progetto di ricerca del CIRA a cui collabora la Tecnam per la realizzazione di una macchina che possa volare in assenza del pilota. Il sistema della ricerca in Campania ha nel Centro Ricerche Aerospaziali Italiano il key-player e comprende il Consorzio Technapoli (Parco Scientifico e Tecnologico), l INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica presso losservatorio Astronomico di Capodimonte), limast, lenea, il CNR, i Centri Regionali di Competenza (Trasporti, AMRA, CERICT, Nuove Tecnologie) e società private di ricerca quali: ELASIS, MARS (Centro di Microgravità) e MARSec. Di seguito un dettaglio di tali centri di ricerca con le principali aree di ricerca e di attività. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 124

125 Tabella 1a. I Key-players del sistema della ricerca aerospaziale in Campania Nome Localizzazione Aree di ricerca/attività Natura ALI S.car.l Napoli Progettazione, Consorzio privato prototipazzione e realizzazione di componentistica aerospaziale Innovativa. Centro Ricerche Portici Energia, Ambiente, Nuove Centro ricerca ENEA Tecnologie pubblici CIRA SCpA Capua (CE) Aerodinamica, Tecnologie Centro ricerche del Ghiaccio, Strutture e pubblico - privato Materiali, Vibrazioni ed Acustica, Tecnologie UAV, Crashworthiness, Spazio CNR - Istituto di Pozzuoli Sintesi di polimeri e Istituto del CNR Chimica e progettazione di sistemi Tecnologia dei polimerici innovativi ad Polimeri elevate prestazioni per lo sviluppo ecosostenibile Correlazioni struttura proprietà e metodologie innovative per la caratterizzazione dei materiali polimerici;sviluppo e caratterizzazione di materiali polimerici biodegradabili di origine sintetica e naturale CNR IMM Napoli Materiali e Processi per la Istituto del CNR (Istituto per la Microelettronica Microelettronica e Microsistemi) Microsistemi e Microsensori Intelligenti Optoelettronica e Fotovoltaico Sviluppo di Tecniche di Caratterizzazione CNR - Istituto di Pozzuoli Fisica e tecnologia dei Istituto del CNR Cibernetica E. sistemi coerenti. Visione Caianiello naturale e artificiale, modelli neurali e cognitivi, sistemi intelligenti. Sistemi informativi cooperanti. CNR IM (Istituto Motori) Neurobiologia Napoli Sistemi di combustione Combustibili; Veicolo ambiente Celle a combustibile Componentistica, Istituto del CNR Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 125

126 Nome Localizzazione Aree di ricerca/attività Natura Diagnostica ottica; Materiali, Vibroacustica Analisi chimiche CNR ICAR Napoli Sistemi di realtà virtuale Istituto del CNR (Istituto di altamente immersivi ed Calcolo e Reti ad algoritmi evoluti per l analisi alte Prestazioni) di immagini e griglie computazionali pervasive per il calcolo scientifico ad alte Consorzio Technapoli prestazioni. Napoli Erogazione di servizi telematici; Redazione e gestione di progetti di ricerca, innovazione, formazione e trasferimento tecnologico, nonché di piani di sviluppo industriale; Promozione dell'aggregazione di imprese. CORISTA Napoli Telerilevamento, radar, elettro-ottica CRdC AMRA (Analysis and Monitoring of Environmental Risk) CRdC - CERICT Scrl CRdC - Nuove Tecnologie ELASIS SCpA Napoli Early warning e rischio sismico - rischio da attività antropica Homeland security Vulnerabilità del sistema marino costiero; Rischio Parco Scientifico e Tecnologico Consorzio di ricerca Thales Alenia Space Italia Spa e SUN Società pubblica no-profit idrogeologico Napoli ICT avanzate Società consortile a responsabilità limitata Napoli Servizi tecnico-scientifici Trasferimento tecnologico Progettazione integrata nei settori: Materiali Polimerici, Energia, Elettronica, Biomateriali,Ingegneria. Pomigliano d Arco (Na) Ricerca di base & Advanced engineering; Progettazione/Prototipazione ; Sperimentazione virtuale e fisica; PLM/CAx, realtà virtuale e metodologie; Sistemi elettrici ed elettronici Centro di ricerca privato Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 126

127 Nome Localizzazione Aree di ricerca/attività Natura IMAST Scarl Portici (Na) Materiali polimerici e Distretto compositi e strutture tecnologico INAF - OAC Napoli Fisica del Sole; Fisica Centro di ricerca cosmica e planetologia; pubblico Fisica delle stelle e del mezzo interstellare; Tecnologia per l'astronomia da Terra; Tecnologia per l'astronomia spaziale; Fisica delle galassie e cosmologia MARS S.r.l. Napoli Operazioni a bordo di Piattaforme Spaziali ed Aeree; R&S in Informatica Avanzata che comprende. MARSec S.p.A Benevento Banca dati satellitare Change detection Monitoraggio mare Pansharpening. Centro di ricerca privato (100% Fimeccanica) Società pubblica A completare il quadro dei centri di ricerca pubblici e privati che operano a supporto del sistema aerospaziale campano, si segnala la presenza delle Facoltà e dei Dipartimenti degli Atenei campani che hanno maturato specifiche competenze e specializzazioni di ricerca funzionali al comparto aerospaziale quali la Facoltà di Ingegneria Aerospaziale della Seconda Università di Napoli; la Facoltà di Ingegneria Aerospaziale dell Università degli Studi Federico II; il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e delle Produzioni dell Università degli Studi Federico II; le facoltà di Ingegneria dell Università di salerno e della Parthenope. Il sistema aerospaziale campano può contare, come richiamato in precedenza, su un sistema formativo universitario che ha costruito specifici percorsi di laurea per supportarne le esigenze del sistema produttivo in termini di risorse umane qualificate e specializzate. Nello specifico, di seguito si presenta un dettaglio dei corsi di laurea promossi dalle Università Campane a supporto dello specifico settore: Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 127

128 Tabella 2a Corsi di laurea in ambito aerospazio promossi dalle Università della Campania. Corso di laurea Livello I Livello II Università Ingegneria Aerospaziale Ingegneria Aerospaziale Ingegneria Aerospaziale Ingegneria Aerospaziale Aeronautica e X X X X Università degli Studi di Napoli Federico II Seconda Università degli Studi di Napoli Seconda Università degli Studi di Napoli Università degli Studi di Napoli Federico II Di seguito si presenta l andamento delle iscrizione ai quattro corsi di laurea riconducibili in ingegneria aerospaziale nel periodo Tabella 3 Andamento degli iscritti ai corsi di laurea triennale in Ingegneria Aerospaziale della Federico II e della Seconda Università di Napoli nel periodo 2006/2011. a.a. 2006/07 a.a. 2007/08 a.a. 2008/09 a.a. 2009/10 a.a. 2010/11 Università degli Studi Federico II Seconda Università di Napoli Fonte: Nostra elaborazione su dati MIUR. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 128

129 Tabella 4 Andamento degli iscritti ai corsi di laurea specialistica in Ingegneria Aerospaziale della Federico II e della Seconda Università di Napoli nel periodo 2006/2011. a.a. 2006/07 a.a. 2007/08 a.a. 2008/09 a.a. 2009/10 a.a. 2010/11 Università degli Studi Federico II Seconda Università di Napoli Fonte: Nostra elaborazione su dati MIUR. Come si evince dalla lettura delle tabelle, i corsi di laurea in Ingegneria aerospaziale hanno evidenziato un complessivo trend positivo nelle iscrizioni. In particolare, si segnala la crescita costante nelle immatricolazioni alle specialistiche e gli ottimi risultati in termini d immatricolazione - della specialistica della Seconda Università di Napoli. Dalla lettura dei dati Almalaurea 2011 riferibili al corso di laurea specialistica della Seconda Università di Napoli si evince come ad un anno dalla laurea la quota dei laureati in ingegneria aerospaziale (LM-20) che trovano occupazione si attesta all'80% e l'ingresso nel mercato del lavoro avviene, mediamente, dopo 4 mesi dal conseguimento della laurea. Con riferimento al corso triennale in Ingegneria Aerospaziale, la quasi totalità degli studenti laureati si iscrive ad un corso di laurea specialistica. Ad un anno dal conseguimento della laurea, il tasso di occupazione si attesta al 20%; di questi, l 87% frequenta, contemporaneamente all'attività lavorativa, un corso di laurea specialistica. Oltre ai corsi di laurea in Ingegneria Aerospaziale, il sistema universitario campano promuove 6 corsi laurea in Ingegneria elettronica (3 di primo livello e 3 di secondo livello), 5 corsi di laurea in Ingegneria Meccanica (3 di primo livello e 3 di secondo livello), 2 corsi di laurea di secondo livello in Ingegneria dell Automazione, un corso di laurea di secondo livelli in Ingegneria meccanica per la progettazione e la produzione, un corso di laurea di primo livello in Ingegneria Gestionale della Logistica e della Produzione, un corso di laurea di primo livello in Scienza e Ingegneria dei Materiali, un corso di laurea di secondo livello in Ingegneria dei Materiali; un corso di laurea di primo livello in Logistica e Trasporti e, infine, un corso di laurea di secondo livello in Ingegneria dei Sistemi Idraulici e di Trasporto. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 129

130 Tali corsi di laurea, in particolar modo quelli in ingegneria meccanica ed elettronica, pur non essendo costruiti in via esclusiva per l industria aerospaziale svolgono un ruolo particolarmente rilevante nel fornire alle imprese aeronautiche core e soprattutto alle imprese non strettamente aeronautiche che lavorano per il settore (imprese meccaniche ed elettroniche) risorse umane adeguatamente formate. Dall analisi effettuata attraverso le interviste è emerso che la quasi totalità degli ingegneri che lavorano per le imprese del settore provengono dalle Università campane. Pertanto, la capacità del sistema universitario di costruire un offerta formativa qualificata ed in linea con le esigenze del sistema produttivo ha consentito di garantire opportunità occupazionali sul territorio a giovani altamente specializzati. Si consideri che la Dema nel suo stabilimento di Somma Vesuviana ha realizzato una intera palazzina di quattro piani adibita a centro di progettazione per i sistemi complessi che progetta e realizza per Bombardier ed Alenia e che conta circa 100 ingegneri. Peraltro, si segnala come i giovani ingegneri che provengono dalle Università campane siano sempre più ottimi ingegneri strutturalisti in ragione della chiara specializzazione del comparto aeronautico campano nella produzione di componenti strutturali (cellule) del velivolo laddove sembra essere meno coltivata la specializzazione in progettazione aeronautica, funzionale alla progettazione di nuovi velivoli. Tale aspetto, rilevato in massima parte dalle imprese impegnate nell aviazione generale, stride, per certi versi, con le antiche e consolidate competenze universitarie campane in tema di aerospazio che affondano le proprie radici proprio nella progettazione aeronautica. In Campania, nell ultimo periodo, sono state promosse differenti iniziative formative per figure tecniche intermedie in ambito aerospaziale. Tali iniziative nascono su collaborazioni tra Istituti Tecnici Industriali, Università ed imprese locali di grande e media dimensione e prevedono una parte di formazione teorica in aula ed un tirocinio formativo di natura pratica presso l azienda partner. Nello specifico si segnalano in seguenti corsi: (a) Disegnatore progettista strutturale aeronautico, promosso dall Istituto Tecnico Industriale Statale Galileo Ferraris"di Napoli con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, Università Federico II e della Piaggio Aeroindustries; (b) Tecnico per la produzione aeronautica, promosso dall Istituto Professionale per l'industria e l'artigianato Ambrogio Leone con la collaborazione dell Università Federico II, della Alenia Aeronautica e del Consorzio GESFOR; (c) Tecnico Superiore per disegno e progettazione industriale, promosso dall Istituto Tecnico Industriale Statale Eugenio Barsanti con la collaborazione del Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 130

131 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale della Federico II, del Centro di Ricerca IMAST e di Alenia Aeronautica. 4. Le politiche pubbliche Allo stato attuale non esiste un Distretto dell Aerospazio Campano riconosciuto. Nel 2009 è stata approvata una delibera regionale (DGR n 618 del ) che istituiva un Comitato Regionale a cui è assegnato il compito di realizzare, con il supporto del Tavolo tecnico per il distretto Aerospaziale (organismo istituito con la stessa deliberazione), un accordo consensuale tra le istituzioni pubbliche ed i soggetti collettivi coinvolti nel settore aerospaziale, per la definizione, e successiva realizzazione, di un concreto programma di iniziative preposte al riconoscimento del Distretto Aerospaziale Campano nei termini e nei modi stabiliti dalla normativa di merito. A tre anni di distanza il progetto è fermo per l oggettiva impossibilità di trovare un accordo di sistema sulla configurazione, la mission, le concrete strategie da perseguire nell ambito di un distretto produttivo dell aerospazio in Campania. Soltanto all inizio del 2012, su iniziativa dell Assessorato Regionale alla Ricerca ed in ragione dell opportunità offerta dal bando PON Ricerca e Competitività è stato presentato al MIUR lo Studio di Fattibilità per il riconoscimento del Distretto Tecnologico dell Aerospazio campano. Il progetto del DAC è attualmente in fase di valutazione presso il MIUR. Il progetto del DAC (Distretto Aeronautico Campano) riunisce 10 grandi imprese, fra cui Alenia Aermacchi, Avio, Mbda, 13 PMI, un investitore finanziario e 11 fra università e centri di ricerca, fra cui il Cira, l'enea e il Cnr. Lo studio prevede 11 grandi progetti di ricerca per un ammontare di 145 milioni di investimento funzionali al complessivo rilancio del comparto. La nascita di un distretto tecnologico viene percepita dagli operatori imprenditoriali come una straordinaria opportunità per finanziare progetti di ricerca di rilevanza strategica per i differenti comparti dell aerospazio campano (aviazione civile e generale, spazio, attività di manutenzione) ma non sufficiente nel supportare il rilancio del sistema produttivo campano aerospaziale. Viene percepita l evidente occasione persa in ragione dell incapacità di allineare la visione regionale in merito ai processi di sviluppo del comparto con le esigenze non sempre tra loro Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 131

132 riconducibili ad una visione unitaria delle grandi imprese (galassia Finmeccanica in primis) delle piccole e medie imprese locali che operano nel settore e delle medie imprese del comparto dell aviazione generale. Il giudizio espresso dai soggetti intervistati sull operato della Regione appare critico. Viene percepita una scarsa capacità del Governo Regionale nel trovare una sintesi adeguata tra le differenti anime ed esigenze del comparto aeronautico campano. Il paradosso evidenziato è che l aerospazio campano pur potendo contare su un sistema della ricerca qualificato e consolidato e su una buona dinamicità imprenditoriale nelle differenti anime che lo compongono sconta allo stato attuale la mancanza di centri di iniziativa e di vera promozione dello sviluppo industriale sia nell apparato istituzionale (che pure si è spesso proposto di averli) sia (e questo è forse ancor più grave) nel mondo della stessa industria interessata. Il Governo Regionale viene percepito incapace allo stato attuale di definire strategie ed interventi di sistema che possano, in una logica industriale e non soltanto riconducibili alle attività di ricerca, sostenere le prospettive di sviluppo del comparto. Si rileva che non è stata ancora approvata la Delibera che sblocca i fondi per i primi 12 Contratti di Programma Regionali che risalgono al Tra questi soltanto uno interessa il settore Aerospaziale. Si tratta di un progetto presentato dal Consorzio Aeronautico Caltec di Benevento che prevede un investimento di 22 milioni di con una previsione di 140 nuovi occupati. Nel 2008 sono stati presentati e ritenuti ammissibili 5 contratti di programma presentati da soggetti riconducibili al sistema aerospaziale campano. Allo stato non risulta chiaro se ed in quale misura i diversi contratti di programma presentati e ritenuti ammissibili saranno finanziati. Tale aspetto viene ritenuto dagli attori imprenditoriali del territorio come un evidente elemento di criticità soprattutto considerando i già lunghi tempi per un ritorno degli investimenti nel settore aerospaziale e quanto sia reale il rischio di veder approvati progetti d investimenti nel frattempo quasi obsoleti. Il risultato è che talune aziende che avevano presentato progetti per avviare la fase di produzione dopo aver beneficiato di finanziamenti per le attività di ricerca, proto tipizzazione e ingegnerizzazione di produzione hanno i progetti fermi non potendo contare sulle risorse finanziare necessarie a procedere con la messa in produzione con il rischio di disperdere i benefici associati al finanziamento delle fasi propedeutiche alla produzione. Con riferimento ai più recenti interventi si segnala il contratto di programma sottoscritto dal Ministero dello Sviluppo Economico con i rappresentati del consorzio SAM II di Napoli Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 132

133 (Società Aerospaziale Mediterranea) un contratto di programma che prevede la realizzazione di un articolato piano di investimenti nei settori ad alta tecnologia di carattere strategico dell industria aeronautica e aerospaziale. Il piano industriale coinvolge nove imprese delle province di Napoli e Caserta per un investimento complessivo previsto di oltre 46 milioni di, con una partecipazione della finanza pubblica di oltre 16 milioni di euro (equamente ripartiti tra lo Stato e la Regione Campania). Risale al 2007 l accordo di programma Regionale con il CIRA (Centro di Ricerche Italiano Aerospaziali) per lo sviluppo e la promozione del settore industriale e della ricerca in campo aerospaziale in Campania per un importo di 8 Milioni di. Con tale accordo di programma è stato creato campaniaerospace, un network che riunisce le oltre 100 imprese e i centri ricerca impegnati nel settore aerospazio in Campania. Campaniaerospace è tra i soci fondatori dell European Aerospace Cluster Partnership (EACP). Le aziende dell aerospazio dimostrano una buona propensione nel ricercare nuove opportunità di business sui mercati internazionali. A tal proposito, si segnala la significativa adesione di imprese dell aerospazio campano (15 aziende) alla missione prevista a maggio 2012 in Brasile nell ambito di ''Missione di Sistema Governo/Regioni/Sistema Camerale in Brasile'', prevista nella settimana compresa tra il 21 e il 25 maggio 2012, a cui partecipano 17 Regioni. La Campania è la Regione d Italia che porterà il maggior numero di imprese dell aerospazio tra tutte le Regioni italiane. Inoltre, si è registrata una significativa presenza delle imprese dell aerospazio campano alla terza edizione (2011) del 'Aerospace and Defense Meeting che si è tenuto a Torino ed ha ospitato oltre 60 aziende espositrici e accolto un migliaio di partecipanti tra buyer, trader e operatori dei settori aerospazio e difesa, per circa la metà provenienti da paesi esteri. In tema di formazione e Risorse Umane, la Regione Campania con un investimento di 2,5 Milioni di ha promosso la costituzione del Centro sperimentale di sviluppo delle competenze nel settore dell'aerospazio (Cssc). L iniziativa, presenta a fine gennaio 2012, può contare su diversi partner di progetto, quali Alenia Aermacchi, Magnaghi Aeronautica, le Universita' Federico II, Seconda Universita' e Parthenope, gli Itis 'Barsanti' di Pomigliano d'arco, il 'Fermi' di Napoli e il 'Villaggio dei ragazzi' di Maddaloni, i centri di formazione Sto a', il Consaer e l'elea. Nella percezione dei soggetti intervistati il sostanziale immobilismo della Regione Campania stride con il dinamismo percepito del Governo regionale della Puglia. Si consideri che taluni Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 133

134 imprenditori napoletani del settore operano anche in Puglia (ad esempio Dema e CMD Costruzioni Motori Diesel) ed evidenziano come abbiano lavorato alla nascita del Distretto Pugliese (l ing. Ballamia della Dema è componente del comitato strategico del distretto pugliese) senza, tuttavia, riuscire a replicarne l esperienza in Campania. 5. Le prospettive future Le prospettive dell aerospazio campano appaiono incerte e fortemente dipendenti dalle scelte di politica industriale che dovranno essere assunte nel prossimo futuro ai vari livelli di responsabilità (nazionale e regionale). In particolare, sembra emergere dal sistema imprenditoriale la richiesta di scelte tempestive e chiare sul futuro dell aerospazio campano che sappiano definire una traiettoria evolutiva per il comparto. Il settore appare al momento stretto tra la dipendenza dalla galassia Finmeccanica e il tentativo di far crescere un numero significativo di imprese medie e medio grandi dimensioni che possano contribuire ad affrancare il sistema nel suo complesso dalla mono committenza Alenia in ragione della capacità di operare quali piccoli system Integrators nell aviazione generale ovvero di stabilire relazioni dirette con i grandi produttori internazionali impegnati nell aviazione civile. In un simile contesto sembrano emergere tre elementi sui quali riflettere in chiave di prospettive di sviluppo 1. Il ruolo dell Alenia in Campania; 2. Il processo di upgrading tecnologico e di posizionamento competitivo delle imprese dell indotto; 3. Le strategie di crescita dei piccoli System Integrator dell aviazione generale. Con riferimento al punto 1 sembra emergere in maniera evidente che il sistema produttivo locale non possa prescindere da una forte e qualificata presenza dell Alenia in Campania. Pertanto, è indispensabile che l Alenia possa superare in tempi brevissimi l attuale fase d impasse strategico produttiva attraverso scelte chiare che valorizzino la Campania. In particolare, è indispensabile definire una strategia chiara per garantirsi la presenza in qualità di co-produttore di un velivolo regionale (ATR ovvero bi-jet italo-russo). Il vecchio ATR è Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 134

135 oramai un prodotto maturo e questo è il momento migliore in termini di mercato - per lanciare la nuova versione a 92 posti che, possibilmente preveda, la linea finale a Pomigliano e non più in Francia. L avvio di un simile programma garantirebbe al sistema locale un flusso di attività per almeno 15 anni con la conseguente possibilità di sviluppare ulteriori investimenti produttivi e tecnologici. Inoltre, è indispensabile che Alenia sappia rafforzare il proprio ruolo quale prime- contractor di Boeing e Airbus. In tale mercato la concorrenza cresce e all allorquando andranno in esaurimento le attuali commesse sarà indispensabile essere percepiti competitivi per consolidare i rapporti di collaborazione allo stato in essere. Peraltro, sarà indispensabile capire come Finmeccanica intenderà allocare i programmi in cui sarà coinvolta e le conseguenti produzioni tra i diversi sistemi produttivi locali (Piemonte, Lombardia, Campania, Puglia). In tal senso tali scelte tradizionalmente fortemente intermediate dalla politica e non sempre rispondenti a logiche di politica industriale si ritiene debbano derivare da un disegno di politica industriale nazionale e non ridotte a competizioni tra sistemi politici regionali. Per quanto appaia evidente l impossibilità di prevedere uno sviluppo del settore a prescindere dall Alenia, una seconda direttrice di politica industriale è rappresentata dalla necessità di prevedere strumenti e programmi specifici per far emergere reti di pmi impegnate nelle differenti filiere specialistiche dell aviazione civile. L idea è riconoscere nelle medie imprese in posizione intermedia tra l Alenia e le pmi dell indotto l elemento centrale del processo di crescita del complessivo sistema locale in quanto possono svolgere quel ruolo di allevamento del sistema in virtù di un evidente dinamismo imprenditoriale. L idea è consolidare attorno a tali medie imprese filiere produttive e tecnologiche fortemente verticalizzate e specializzate a regime - nella produzione di sub-sistemi per l aviazione civile. Tale scelta potrebbe consentire un complessivo processo di upgrading dell intero sistema della sub-fornitura consentendo alle realtà più piccole e dinamiche di crescere. Tale processo di sviluppo permetterebbe alle differenti filiere di presentarsi, in maniera strutturata, quale partner di primo livello per i grandi player internazionali consolidando quanto talune di queste medie imprese stanno facendo in quest ultimo periodo in quanto capaci di lavorare in maniera specialistica su tutte le fase della produzione aeronautica (dalla progettazione alla realizzazione). Infine, si rende indispensabile sostenere, con programmi mirati, i processi di sviluppo produttivo e non soltanto di ricerca, delle medie imprese che lavorano nell aviazione generale. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 135

136 Tali imprese necessitano di essere riconosciute nella propria specificità (system integratori di piccole dimensioni con un proprio indotto che lavorano sui mercati internazionali) attraverso programmi industriali che garantiscano fondi e tempi certi in ragione dell elevata rischiosità e della rapida obsolescenza dei programmi nell aviazione generale. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 136

137 Capitolo 5 Il sistema produttivo della meccatronica in Puglia Francesco Prota Università degli Studi di Bari Aldo Moro e CERPEM, Bari Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 137

138 Premessa La presente nota è stata redatta nell ambito del progetto di ricerca realizzato dal Cerpem sulle trasformazioni recenti in sei sistemi produttivi territoriali del Mezzogiorno e le loro prospettive di sviluppo. Essa ha come obiettivo l analisi del sistema produttivo della meccatronica pugliese e si basa sia su un attività di elaborazione e studio dei dati e dei documenti disponibili sia su una serie di interviste, condotte tra marzo e aprile 2012, ad alcuni dei soggetti chiave di questo polo produttivo 24. Prima di passare all analisi del sistema produttivo della meccatronica pugliese, due cose appaiono fondamentali: (1) chiarire cosa si intende con il termine meccatronica e (2) richiamare, seppur sinteticamente, alcuni elementi generali di contesto, indispensabili per interpretare al meglio le performance recenti e le prospettive future del sistema produttivo oggetto della presente analisi. La meccatronica, termine coniato in Giappone negli anni sessanta, rappresenta l incontro fra aspetti meccanici, elettrici ed informatici che vengono considerati congiuntamente e contemporaneamente (e non separatamente e sequenzialmente). Le soluzioni meccatroniche trovano applicazioni sia nell automazione industriale che nei comparti dell automotive e dell aerospace, interessando le filiere produttive più avanzate della meccanica. Si tratta, dunque, di un insieme di tecnologie abilitanti che aggiungono valore a prodotti e processi, contribuendo ad aumentarne la competitività sui mercati internazionali. Per interpretare l andamento di un sistema produttivo specializzato nella meccatronica occorre, dunque, guardare principalmente a cosa succede nell ambito dei settori della meccanica e dell automotive. Come ampiamente noto, l industria europea sta attraversando un momento di fortissima crisi che coinvolge tutti i settori produttivi anche se con intensità diversa. Particolarmente severe sono proprio le difficoltà della meccanica, in quanto si tratta di un settore che risente molto delle fluttuazioni di mercato e delle conseguenti decisioni di investimento delle imprese che acquistano macchinari. Ugualmente, si registra una forte caduta nella produzione nell industria automobilistica, un settore cruciale per i Paesi 24 Elenco degli intervistati: Vito Albino (Politecnico di Bari; Consigliere di amministrazione del MEDIS), Fabio Barsotti (Direttore di stabilimento della Magneti Marelli), Vittorio Colangiuli (Vice direttore di Confindustria Bari-BAT), Corrado Laforgia (Direttore Area Freni della Bosch Tecnologie Diesel e Sistemi Frenanti), Tina Luciano (Presidente sezione meccanica Confindustria Bari-BAT; Presidente del distretto produttivo della meccanica), Mario Ricco (Vice presidente del MEDIS; esperto indipendente), Gaetano Scamarcio (Università degli Studi di Bari Aldo Moro ; Presidente del MEDIS), Michele Vinci (Presidente di Confindustria Bari-BAT; MASMEC). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 138

139 dell Unione Europea sia per il suo peso in termini di occupazione e di contributo al PIL europeo sia perché in essa si effettuano i maggiori investimenti privati nel settore della ricerca e sviluppo a livello continentale. L impatto della crisi economica internazionale si sta rivelando particolarmente negativo per i Paesi a forte vocazione manifatturiera ed elevata propensione all export, come l Italia. La disaggregazione settoriale evidenzia i segni profondi lasciati dalla recessione sull industria italiana. Inoltre, il mancato recupero di produzione in alcuni importanti settori si sovrappone a un marcato aumento della penetrazione delle importazioni, che sono andate a sostituire l attività domestica 25. Fino a marzo 2011 nessun settore aveva colmato le perdite accumulate. Mezzi di trasporto e macchinari e apparecchiature sono stati i comparti più dinamici anche se restano lontani dal pieno recupero delle perdite (graf. 1). Di questa situazione di generale difficoltà, il sistema produttivo della meccatronica pugliese, ovviamente, non poteva non risentirne, anche se, come vedremo, si assiste ad una sua sostanziale tenuta (anche grazie al cospicuo sostegno pubblico). Fare delle previsioni sulle prospettive future dei settori della meccanica e dell automotive non appare semplice essendo, come già ricordato, due settori fortemente legati all andamento del ciclo economico, il primo con particolare riferimento alle decisioni di investimento degli altri settori produttivi ed il secondo all andamento della domanda di beni di consumo. È, però, facile attendersi che se l attuale situazione di crisi dovesse perdurare ancora a lungo (ed i segnali provenienti dall industria automobilistica in questo senso sono molto preoccupanti), il sistema produttivo della meccatronica pugliese rischia di essere messo definitivamente in ginocchio. La notevole rilevanza per il polo della meccatronica pugliese dell andamento a livello mondiale del settore automotive deriva dal fatto che, come vedremo, al suo interno giocano un ruolo di primo piano alcune imprese multinazionali (fra queste, principalmente, Bosch, Getrag, Magneti Marelli) operanti in questo settore che intorno al capoluogo regionale hanno importanti stabilimenti produttivi (con anche una piccola componente di attività di ricerca e sviluppo) con un rilevante impatto occupazionale sul territorio. 25 Centro Studi Confindustria, Effetti della crisi, materie prime e rilancio manifatturiero. Le strategie di sviluppo delle imprese italiane, Scenari industriali n. 2, giugno Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 139

140 Grafico 1 - Produzione: recupero difficile per molti settori (Italia, dati destagionalizzati, riferimento: marzo 2011) Caduta: var. % dal picco del ciclo precedente al minimo settoriale; distanza dal picco: var. % nel marzo 2011 rispetto al massimo del ciclo precedente. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT (graf. B in Scenari industriali n. 2, 2011) È, dunque, opportuno che vi sia grande attenzione dei policy makers, sia a livello nazionale che regionale, verso questo polo produttivo e che accanto agli interventi messi finora in atto, complessivamente positivi ma di natura prevalentemente difensiva, si implementino nuove misure volte a favorire l ispessimento del tessuto produttivo attraverso la nascita e/o l attrazione di imprese innovative (su questo punto si tornerà più diffusamente in seguito). La figura seguente illustra la collocazione geografica del polo produttivo pugliese all interno del complessivo sistema della meccatronica in Italia, che annovera altri importanti poli, in particolare, in Emilia Romagna (sede di un distretto tecnologico per la meccanica avanzata), Veneto e Piemonte (come nel caso pugliese si tratta di un polo fortemente legato all automotive). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 140

141 Figura 1 Il sistema della meccatronica in Italia Fonte: Confindustria, Mappa delle competenze delle imprese in Ricerca & Innovazione, gennaio 2012 Il lavoro è organizzato nel modo seguente. Il 2 delinea i confini geografici del sistema produttivo e ne ricostruisce brevemente la genesi. Il 3 ed il 4 sono dedicati alla descrizione, rispettivamente, delle imprese principali (oltre che del Distretto della Meccatronica) e del mondo della ricerca. Il 5 presenta un analisi dell evoluzione recente del polo produttivo della meccatronica pugliese alla luce della crisi economica internazionale. Nel 6 si discute del ruolo svolto dalle politiche pubbliche nella nascita e nella tenuta nel tempo del sistema produttivo. Segue un paragrafo finale in cui l analisi si focalizza sulle criticità e sulle potenzialità del sistema produttivo della meccatronica e sulla domanda di politiche pubbliche. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 141

142 1. Geografia e storia del sistema produttivo della meccatronica in Puglia Alla luce della definizione di meccatronica richiamata nel paragrafo precedente, è evidente che nel descrivere il polo produttivo pugliese non possiamo prescindere da costanti richiami ai settori della meccanica e della componentistica auto 26. Il sistema produttivo della meccatronica pugliese (e, più in generale, i settori della meccanica e della componentistica auto) è fortemente concentrato da un punto di vista geografico: le imprese principali sono localizzate nella provincia di Bari; in particolare, i grandi stabilimenti a capitale esterno operanti nel comparto dell automotive sono situati attorno al capoluogo regionale 27. Nel solo Sistema Locale del Lavoro (SLL) di Bari si contano, nel 2009, addetti, pari al 38% del totale degli addetti regionali nei comparti della meccanica e della fabbricazione di mezzi di trasporto (tab. 1). Le unità locali, sempre nel 2009, sono 184 (tab. 2). 26 È utile ricordare che nel quadro europeo l Italia riveste un ruolo di primo piano nel settore della meccanica: è seconda solo alla Germania in termini di quota di addetti sul totale manifatturiero (rispettivamente, 16,8% e 12,5%). Vi è, però, un deciso dualismo territoriale: nel Nord-Est e nel Nord-Ovest la quota di addetti di tale settore è notevolmente più alta che nel Centro ed è più che doppia rispetto al Mezzogiorno, con la parziale eccezione della Puglia. 27 La meccanica e la componentistica auto sono due dei principali settori industriali della Puglia: nel 2009, essi hanno generato un valore aggiunto leggermente superiore a 1,1 miliardi di euro, pari a poco più del 17% del valore aggiunto prodotto dal settore manifatturiero nel suo complesso. Sempre al 2009, gli occupati ammontavano a , il 14% degli occupati totali nell industria manifatturiera. Seppur rilevante, il peso in termini di occupati è inferiore al dato medio nazionale (in questo caso la percentuale è di poco superiore al 24%). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 142

143 Tabella 1 - Addetti alle unità locali delle imprese per sottosezione di attività economica e sistema locale del lavoro (valori assoluti) Fabbricaz. di macchine e apparecchi meccanici Fabbricaz. di mezzi di trasporto Altamura % % Bari 4,108 2, % 4,194 4, % Barletta % % Bisceglie % % Corato % % Gioia del Colle % Monopoli % % Putignano % % Rutigliano % Fonte: elaborazioni dell'autore su dati Istat Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 143

144 Tabella 2 - Unità locali delle imprese per sottosezione di attività economica e sistema locale del lavoro (valori assoluti) Fabbricaz. di macchine e apparecchi meccanici Fabbricaz. di mezzi di trasporto Altamura % % Bari % % Barletta % % Bisceglie % % Corato % % Gioia del Colle % Monopoli % % Putignano % % Rutigliano % Fonte: elaborazioni dell'autore su dati Istat Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 144

145 Guardando brevemente alla storia del polo produttivo, dobbiamo dire che il settore della meccanica barese è cresciuto particolarmente fra la metà degli anni sessanta e la metà degli anni settanta in virtù di cospicui flussi di investimento delle Partecipazioni Statali e di imprese private, italiane e straniere 28. Grazie alla preesistente cultura meccanica dell area, e a partire da questi insediamenti (sia per processi di spin-off sia per il crescere di un mercato locale delle forniture, anche di qualità), si è sviluppato un interessante tessuto di imprese locali. Nei primi anni novanta i processi di privatizzazione delle Partecipazioni Statali sono stati particolarmente rilevanti e si sono accompagnati a importanti ristrutturazioni; come conseguenza i grandi insediamenti hanno subito una fortissima contrazione occupazionale. Ciò nonostante, nuovi rilevanti investimenti si sono avuti intorno alla metà degli anni novanta, specie nella componentistica auto. Si è trattato sia di investimenti greenfield che di acquisizioni di imprese insediate nell area del capoluogo regionale da diversi decenni. Da importanti insediamenti della Fiat a Bari, dell inizio degli anni settanta, ad esempio, originano le attuali presenze della Magneti Marelli e della Bosch. Particolarmente interessante è la vicenda della localizzazione della multinazionale tedesca nell area industriale di Modugno che si spiega con le acquisizioni effettuate dal gruppo a metà degli anni novanta: nel 1994, rileva i diritti per l industrializzazione del sistema Common Rail, che era stato sviluppato a Bari in un centro di ricerca della Fiat (a tal fine viene creata la Tecnologie Diesel Italia, allora una joint venture tra Bosch e Magneti Marelli, oggi appartenente integralmente alla multinazionale tedesca) 29 ; nel 1996, acquista la Allied Signal (sistemi frenanti) che aveva tre stabilimenti in Italia di cui uno a Bari. Il consolidamento della presenza della Bosch in quest area passa anche dalla sottoscrizione, all inizio del decennio successivo, di un Contratto di Programma per la realizzazione di due progetti industriali e di un progetto di ricerca nel campo della evoluzione dei sistemi frenanti 30. Alla metà degli anni novanta risale anche l insediamento dello stabilimento del Gruppo Getrag. La storia di questo investimento inizia nel 1995 quando la multinazionale tedesca vince un appalto della General Motors Europe per la produzione di un nuovo cambio manuale 28 Un importante investimento greenfield degli anni settanta, tuttora presente a Bari, è quello della SKF Industrie (allora RIV- SKF). Nello stabilimento pugliese, uno dei cinque stabilimenti della Industrial Division, il secondo nell Italia centromeridionale dopo quello di Cassino, si producono cuscinetti radiali rigidi a sfera, destinati a quasi tutti i segmenti di mercato, da quello automobilistico a quello della meccanica generale. Attualmente lo stabilimento occupa circa 430 addetti. 29 Il sistema Common Rail è stato sviluppato da Mario Ricco, considerato il padre di questa tecnologia, un fisico laureatosi nell Università di Bari che nel 1989 è assunto al Centro di ricerca Elasis di Modugno (Gruppo Fiat) dove nel giro di qualche anno sono brevettati un pacchetto di componenti che passeranno allo storia dell industria meccanica ed elettronica appunto con il nome di Common Rail System. 30 La delibera CIPE di approvazione del Contratto di Programma è del 4 agosto La stipula del Contratto è del febbraio Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 145

146 a cinque marce; la commessa è vincolata alla condizione che la produzione avvenga nell Est Europa o in Italia. Il gruppo tedesco inizia, dunque, un esame delle diverse possibili localizzazioni e alla fine la scelta ricade sull Italia. A determinare la decisione della dirigenza tedesca concorrono diversi fattori. Un primo elemento rilevante è, sicuramente, l opportunità di poter accedere a contributi pubblici 31. Vi è, poi, la tradizione del nostro Paese nel settore meccanico e il ruolo svolto dalla Fiat 32. Si tenga anche presente che, alla metà degli anni novanta, il potenziale attrattivo dei Paesi dell Europa dell Est era sicuramente più basso di quello che hanno oggi, che, fra l altro, sono membri dell Unione Europea. Deciso che l investimento si sarebbe fatto in Italia, la dirigenza della Getrag prende in considerazione diverse ipotesi: Piemonte, Veneto, Campania, Puglia. La scelta finale di investire in provincia di Bari, è determinata dalla presenza di un contesto favorevole: una buona dotazione di infrastrutture primarie (in particolare, la vicinanza ad un aeroporto internazionale e al porto) e infrastrutture secondarie (all epoca dell investimento Bari è fra le prime città in Italia ad essere cablata); un ampia disponibilità di manodopera qualificata e a basso costo 33 ; la preesistenza di imprese tedesche localizzate nell area (effetto reputazione ). È interessante sottolineare come sia l insediamento della Bosch che quello della Getrag siano stati accompagnati da accordi con i sindacati per un organizzazione del lavoro assolutamente innovativi per quegli anni, in grado di garantire flessibilità alle imprese. In sintesi, è possibile dire che l attuale presenza intorno al capoluogo regionale di diverse imprese di grandi dimensioni, italiane ed estere, operanti nel comparto dei mezzi di trasporto, si spiega principalmente con ragioni storiche. In diversi casi gli attuali stabilimenti derivano da preesistenti realtà produttive risalenti alla fine degli anni sessanta che sono, poi, state interessate da diversi passaggi societari. History matters, come ben noto in letteratura i processi di crescita delle regioni dipendono in maniera rilevante dalla loro storia precedente 34. Inoltre, è stata sicuramente favorita dall affinità tecnologica degli insediamenti, dalla comune origine nazionale di diverse imprese (la presenza tedesca non è limitata solo alla Bosch ed alla 31 Per la realizzazione dell investimento la Getrag beneficia di un Contratto di Programma (cfr. 6). 32 Il gruppo torinese aveva, in quel periodo, contatti sia con la General Motors che con la Getrag e sostenne attivamente la candidatura del nostro Paese. È noto che la presenza di grandi imprese in un Paese è un fattore importante per attrarre aziende estere anche in virtù dei rapporti che spesso intercorrono fra queste. 33 Oltre alla qualità e al basso costo, in particolare degli ingegneri, un altro aspetto giudicato rilevante dall impresa tedesca è rappresentato dalla fedeltà della forza lavoro, che contribuisce ad abbassarne ulteriormente il costo, in quanto, una volta formati, gli addetti rimangono in azienda per un periodo di tempo lungo. Questo significa che l impresa non deve sostenere ripetutamente i costi di formazione del personale, cosa che, invece, avverrebbe in caso di forte turnover. 34 Il riferimento classico è Arthur W.B., Increasing returns and Path Dependence in the Economy, Ann Arbor, University of Michigan Press, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 146

147 Getrag, ricordiamo solo la Osram) e, quindi, dalla creazione di una cultura locale favorevole che ha promosso la crescita di una positiva reputazione regionale. Come ricordato, nel corso del tempo intorno alle grandi imprese e in virtù di una forte cultura industriale si è, poi, andato consolidando un ampio tessuto di medie imprese locali, attive in molti comparti della meccanica strumentale e specializzata, anche avanzata, e nella relativa componentistica. Fra di essi particolarmente interessanti sono i comparti dell automazione industriale, dei macchinari oleodinamici da perforazione, dei dispositivi di controllo delle reti ferroviarie. In termini generali si tratta di un sistema che potremmo definire a media tecnologia, con una collocazione intermedia fra una meccanica tecnologicamente più avanzata, come quella tedesca, ed una meno sofisticata ma a minor costo, come quella dei Paesi dell Europa orientale. Vedremo nel paragrafo successivo come una parte di questo sistema abbia, nel corso degli ultimi anni, intrapreso la strada di una evoluzione del modello di specializzazione finalizzato ad innalzare il livello tecnologico delle produzioni. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 147

148 2. Le imprese del sistema produttivo della meccatronica in Puglia Oggi il polo barese della meccanica e della componentistica auto si caratterizza per la presenza di un tessuto diversificato di grandi e piccole imprese, esterne e locali, con un rilevante peso in termini occupazionali, e per l elevato livello tecnologico di alcune produzioni. In particolare, come già ricordato, nel comparto dell automotive sono presenti aziende di primaria importanza internazionale. La tabella 3 contiene i dati relativi al fatturato ed al numero di addetti delle principali imprese del sistema produttivo della meccatronica pugliese. Nel 2010 il fatturato complessivo è di circa 650 milioni di euro, mentre gli addetti superano le unità. Il complesso produttivo della Bosch Tecnologie Diesel e Sistemi Frenanti, nel quale attualmente lavorano persone (prevalentemente personale diplomato), è composto da due divisioni produttive in cui si producono pompe ad alta pressione per il sistema diesel Common Rail e componenti per sistemi frenanti per autoveicoli. Bisogna, poi, considerare i circa 160 dipendenti (di cui il 60% è costituito da ingegneri) del Centro Studi Componenti per Veicoli, in cui si svolge attività di ricerca e applicazione per sistemi Common Rail su motore e su veicolo. Lo stabilimento della Getrag impiega poco più di 700 persone e produce, come abbiamo già ricordato, cambi per automobili di nuova generazione a secco. Sempre presso lo stabilimento di Modugno si svolgono anche attività di ricerca e sviluppo (a questo scopo sono impiegate circa 30 unità fra ingegneri e tecnici). È interessante sottolineare che l attività condotta sin dall inizio dal team di Modugno ha prodotto risultati (con riferimento ad un problema specifico che affligge le trasmissioni meccaniche) giudicati molto interessanti dalla multinazionale tedesca tanto da portare a numerosi brevetti e alla decisione di proseguire il lavoro in sinergia con due team di ricerca in Germania. Anche la Magneti Marelli è attiva nel campo della componentistica auto; in particolare, la produzione riguarda iniettori per applicazioni benzina, collettori di aspirazione e dispositivi di robotizzazione cambio. Attualmente i dipendenti sono circa Sempre interno al Gruppo Fiat è il CRF Centro Ricerche Fiat, nella cui sede di Valenzano lavorano 15 ricercatori (la maggior parte dei quali laureati in fisica ed ingegneria meccanica ed elettronica) e in cui si sviluppano sistemi avanzati di iniezione per motori diesel per migliorare le prestazioni e ridurre le emissioni nocive. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 148

149 Tabella 3 - Fatturato e addetti di alcune delle principali imprese del sistema produttivo della meccatronica pugliese Addetti Fatturato (migliaia di euro) Bosch Tecnologie Diesel e Sistemi Frenanti 2, ,237 Bosch Centro Studi Componenti per Veicoli ,075 Getrag ,671 Magneti Marelli * 1, ,000 MASMEC 100 6,079 MERMEC ** ,000 ITEL Telecomunicazioni 62 7,951 * Dati relativi al 2011; addetti: 130 sono indiretti ** I dati sul numero di addetti si riferiscono al 2007 Fonte: elaborazioni dell'autore su dati AIDA e indagine diretta Un elemento da sottolineare con riferimento alle produzioni realizzate negli stabilimenti di queste tre multinazionali è il loro elevato contenuto tecnologico. Si tratta, infatti, di uno dei fattori cruciali per spiegare la sopravvivenza di questi investimenti sul territorio pugliese e la circostanza che queste produzioni non siano state delocalizzate in Paesi con un più basso costo del lavoro. La loro complessità in termini di tecnologia impiegata fa sì che i costi di trasferirle in altri Paesi siano molto elevati (agiscono cioè come una barriera all ingresso ), tanto da non poter essere compensati dai risparmi che si otterrebbero in termini di minore costo del lavoro. Questo vantaggio non rappresenta, però, una garanzia per sempre. Per mantenerlo e, quindi, evitare la delocalizzazione occorre continuamente alzare il livello tecnologico delle produzioni realizzate in questi stabilimenti. Questo anche alla luce della considerazione che la prospettiva di crescita nei prossimi anni dei volumi di vendita nelle economie emergenti, in primis, ovviamente, la Cina, farà sì che i costi di trasporto diverranno una variabile non trascurabile e, quindi, ci potrà essere convenienza da parte delle multinazionali ad avvicinare la produzione ai clienti localizzati in quelle aree. È noto, inoltre, come nel contesto internazionale attuale vi sia una forte competizione fra stabilimenti produttivi appartenenti ad una medesima multinazionale localizzati in Paesi diversi. Naturalmente le scelte sulla localizzazione delle diverse produzioni rispondono a Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 149

150 logiche aziendali che si basano, fra l altro, su giudizi sulla produttività dei diversi stabilimenti. È, dunque, fondamentale garantire nel tempo un elevata produttività degli stabilimenti pugliesi in modo da attirare le produzioni con maggiori potenzialità di mercato. In questo senso un ruolo fondamentale è giocato dall organizzazione del lavoro (non a caso abbiamo ricordato come gli insediamenti della Bosch e della Getrag siano stati accompagnati da accordi con i sindacati che garantivano un elevata flessibilità alle imprese), ma anche dalla disponibilità di manodopera altamente qualificata. Sempre nell ambito di questa competizione interna alle multinazionali, un elemento di vantaggio, da non trascurare, può essere rappresentato dalla presenza di management locale all interno degli stabilimenti che, in virtù della propria origine, possa avere maggiori motivazioni nel lavorare per trattenere sul territorio le produzioni 35. Abbiamo appena detto dell elevato contenuto tecnologico delle produzioni delle multinazionali localizzate attorno al capoluogo regionale. Proprio questo elemento contribuirebbe a spiegare anche la circostanza che la presenza di queste grandi imprese non abbia contribuito all ispessimento del tessuto produttivo locale attraverso relazioni di subfornitura, in quanto non vi sarebbero imprese locali in grado di inserirsi nella supply chain di queste multinazionali proprio per l esistenza di un notevole gap tecnologico 36. Si tratta di un elemento difficile da valutare in modo univoco. Dalle testimonianze dei vari stakeholders intervistati sembrerebbe, comunque, trovare conferma questo elemento: le imprese multinazionali non hanno sviluppato un ampio indotto di qualità, non si è cioè creata una rete di fornitori locali di primo livello 37. Alcune eccezioni riguardano le relazioni che si sono instaurate fra alcune di queste multinazionali e un esiguo numero di imprese della provincia di Bari attive nel campo dell automazione. 35 A dimostrazione dell importanza di questo elemento possiamo fare riferimento a quanto successo nel caso della Bosch: fra i fattori che hanno contribuito a trasferire nello stabilimento barese una nuova produzione, importante nelle strategie complessive del gruppo industriale, vi è stato il forte impegno dei manager locali. 36 L assenza di queste relazioni è un elemento fortemente critico, in quanto la letteratura economica ha evidenziato come uno dei canali attraverso i quali avverrebbero i cosiddetti spillover tecnologici sia proprio attraverso i rapporti delle imprese multinazionali con i fornitori locali, ossia attraverso i cosiddetti backward linkages. La velocità e l estensione della diffusione degli spillover tecnologici è direttamente e positivamente correlata con il livello di pervasività delle attività delle multinazionali nel tessuto economico locale. Se le imprese estere stabiliscono rapporti economici con le imprese locali, i trasferimenti tecnologici saranno più rapidi come risultato del fatto che queste ultime, coinvolte nella supply chain delle multinazionali, sono esposte, e acquisiscono familiarità, alle nuove tecnologie, il che, ovviamente, ne favorisce l adozione e la diffusione. 37 Su questo aspetto si veda anche Prota F. e Rosato P., La presenza nel contesto economico della Puglia delle imprese multinazionali: il caso del polo della componentistica per auto di Modugno e di quello della chimica di Brindisi, in SRM e Istituto Affari Internazionali, L economia pugliese e le nuove sfide dell internazionalizzazione produttiva, Giannini, Napoli, Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 150

151 Accanto alle presenze nell automotive, troviamo imprese a capitale locale leader in alcuni comparti ad elevata specializzazione. Fra queste segnaliamo, in particolare, le seguenti aziende. La MASMEC, dal 1979, realizza e produce macchinari e sistemi complessi automatizzati per montaggi di precisione, prove funzionali e controlli sulla produzione. Essa lavora sia per grandi gruppi multinazionali che per piccole e medie aziende in diversi ambiti di produzione, quali il settore automotive, l idraulica, l industria farmaceutica. È un impresa molto attiva nel campo della ricerca e sviluppo, a cui destina ogni anno più del 15% del fatturato; il suo laboratorio di ricerca è certificato dal MIUR. Ha frequenti collaborazioni con Università, Politecnico ed enti scientifici nazionali ed internazionali. I ricercatori MASMEC sono impegnati principalmente nei settori dell automotive e del biomedicale, due aree diverse tra loro ma che condividono alcune tecnologie come la meccatronica 38. La MERMEC è una media impresa, leader di mercato per lo sviluppo di sistemi di monitoraggio e diagnostica delle infrastrutture ferroviarie, nonché delle nuove generazioni di sistemi per il segnalamento ferroviario. Si tratta di un gruppo la cui capofila è a Monopoli, con filiali in Italia (TECNOGAMMA), Stati Uniti, Francia, Turchia e Cina. È un impresa impegnata in attività di ricerca e sviluppo, attività nelle quali investe annualmente l 8% del fatturato; il suo laboratorio di ricerca è certificato dal MIUR. Nel campo della meccatronica le competenze specifiche dell impresa riguardano: la progettazione e realizzazione di componenti meccanici ed elettronici integrati attraverso software di controllo; la programmazione orientata agli oggetti e alle metodologie UML per il settore del controllo industriale; la progettazione e realizzazione di circuiti analogici e digitali basati su microprocessori, microcontrollori e DSP; lo sviluppo di sistemi a microprocessori; il controllo real-time; il controllo del movimento attraverso sensori, attuatori e azionamenti. La ITEL Telecomunicazioni ha iniziato la propria attività nel 1982 nel settore delle telecomunicazioni. È tra le prime realtà a livello internazionale nell utilizzo, controllo, protezione e misurazione dei campi elettromagnetici e magnetici. L azienda ha, poi, ampliato il proprio mercato nel settore medicale, radiofarmaceutico e della compatibilità elettromagnetica diversificando progressivamente l attività con prodotti e servizi accomunati dalla applicazione delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. In particolare, nel 1997 è stata creata la divisione Ricerca, Sviluppo ed Engineering per la messa a punto di tecnologie elettromagnetiche e meccatroniche per applicazioni medicali; nel 2000 avvia la divisione 38 Nel campo del medicale e del biomedicale ha ottenuto due brevetti. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 151

152 Progettazione Medicale per la progettazione di strutture sanitarie complesse; e nel 2009 avvia la divisione ITELPHARMA per la produzione di radiofarmaci e la fornitura di servizi per la medicina nucleare. La ITEL collabora con istituti di ricerca pubblici come il CNR, l ENEA, l ISS, l Istituto Nazionale Regina Elena-IFO e con università come l Università degli Studi di Bari, il Politecnico di Bari, l Università degli Studi di Napoli Federico II, l Università Politecnica delle Marche, l Università degli Studi di Lecce, l Università degli Studi dell Aquila. Vi è, poi, un tessuto ampio di imprese meccaniche caratterizzate da apprezzabili competenze tecniche e, quindi, buona qualità delle produzioni, ma che nella maggior parte dei casi non vanno sul mercato con un prodotto finale, ma piuttosto lavorano come contoterzisti, in molti casi per imprese centro-settentrionali. Una forte concentrazione di queste imprese è nell area di Molfetta (un comune del Nord barese). Nel corso degli ultimi anni accanto alle (e a partire dalle) tradizionali specializzazioni meccaniche, si assiste ad un tentativo di evoluzione del modello di specializzazione del sistema produttivo finalizzato ad innalzare il livello tecnologico dell offerta. La strada intrapresa è quella di focalizzarsi sulla meccatronica che, come abbiamo già ricordato nell introduzione, è alla base di due dei più importanti mercati a media e alta tecnologia: l automotive e i sistemi di produzione, e che, in Puglia, può contare oltre che su di un interessante tessuto imprenditoriale, che abbiamo appena descritto, anche su una buona disponibilità di manodopera qualificata e su potenzialità di collaborazione con il sistema della ricerca pubblico e privato che presenta significative competenze scientifiche e tecnologiche nell ambito della meccatronica. Tali competenze si ritrovano, in primis, all interno del Politecnico di Bari, che è da tempo attivo in numerosi progetti di collaborazione con le imprese, ma anche nell Università degli Studi di Bari Aldo Moro e nell Università del Salento (cfr. 4). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 152

153 2.1. Il distretto della Meccatronica La scelta di puntare sulla meccatronica si è concretizzata nella decisione di costituire un distretto tecnologico 39. Nasce così, nell ottobre 2007, il Distretto della Meccatronica (MEDIS), promosso dall ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l Innovazione) a da Confindustria Bari. Il MEDIS è una società consortile a responsabilità limitata in cui ritroviamo tutti gli attori principali del sistema produttivo che abbiamo elencato nel paragrafo precedente: le principali realtà industriali multinazionali dell automotive, le imprese locali con produzioni con forte contenuto meccatronico, leader in specifici segmenti di mercato, il mondo della ricerca pubblica e privata (il capitale sociale è detenuto per il 51% dai soci pubblici) 40 (fig. 2). Gli obiettivi del Distretto possono essere così sintetizzati: - aumentare la competitività delle imprese fondatrici; - creare le condizioni per attirare a Bari e in Puglia nuovi investimenti in ricerca, sviluppo e produzione basati sulle tecnologie meccatroniche, sia esogeni che endogeni; - potenziare e accrescere le competenze scientifiche e tecnologiche nella meccatronica del sistema della ricerca pugliese; - sostenere la crescita delle PMI della meccanica pugliese attraverso lo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto basati su tecnologie meccatroniche; - creare un eccellenza di rete che sia aggiuntiva rispetto alle eccellenze dei singoli attori del distretto in senso qualitativo e quantitativo; - implementare l interazione tra ricerca, ricerca applicata, trasferimento tecnologico; - attrarre risorse nazionali e comunitarie per lo sviluppo di programmi di ricerca, ricerca applicata, trasferimento tecnologico. 39 Ricordiamo che il Programma Nazionale della Ricerca individuava nei distretti tecnologici il principale strumento di collaborazione tra il Governo nazionale e le Regioni per uno sviluppo del territorio basato sull economia della conoscenza. Essi tendono ad accelerare la collaborazione scientifico-tecnologica tra imprese leader e attori pubblici che hanno raggiunto posizioni di eccellenza in un particolare dominio tecnologico. L attivazione dei distretti tecnologici in Puglia scaturisce dalla sottoscrizione di uno specifico Accordo di Programma Quadro tra la Regione Puglia ed il Ministero dell Università e della Ricerca avvenuta il 28 maggio del 2005, che prevede tra l altro la costituzione di un distretto della meccatronica. 40 Sono in corso dei contatti per l ingresso nella compagine societaria anche del CNR. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 153

154 Figura 2 I soci del MEDIS Il Distretto della meccatronica nasce, dunque, non tanto per fotografare una realtà esistente ampia e consolidata, quanto per indicare una possibile direzione di marcia, una evoluzione per il complessivo sistema regionale della meccanica. La scelta, poi, di costituire un distretto tecnologico individua chiaramente nella creazione di una filiera high-tech l unica soluzione che può assicurare in un ottica di medio-lungo periodo uno sviluppo sostenibile del settore della meccanica in Puglia attraverso una riqualificazione del suo tessuto imprenditoriale e uno sviluppo di un manifatturiero ad alto valore aggiunto, basato su R&S e competenze avanzate, per transitare da una competizione basata sul puro costo a quella fondata, prevalentemente, sul valore. È questa l unica strada in grado di consentire alle imprese pugliesi di sopravvivere nella competizione globale. Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 154

155 Figura 2 - Quadro complessivo della strategia di intervento del distretto meccatronico Fonte: figura 11 in ARTI, Il Distretto pugliese della Meccatronica. MEDIS, Quaderno 2, giugno 2007 A testimoniare della specializzazione del territorio e della percezione che la meccatronica possa essere la strada da percorrere ricordiamo altre due iniziative. La prima è la costituzione del Consorzio MOLMEC (Consorzio Nord Barese della Meccatronica), nato dall iniziativa di un gruppo di PMI a imprenditoria e capitale locale, operanti nei settori della meccanica, elettronica e informatica 41. La seconda riguarda il distretto produttivo della meccanica pugliese che è stato riconosciuto dalla Regione Puglia. In entrambi i casi, però, si 41 Attualmente il Consorzio è formato da 12 aziende che appartengono a settori diversi, ma complementari tra loro (progettazione e realizzazione di sistemi per l automazione; servizi di ingegneria integrata; produzioni meccaniche e meccanica di precisione; studio dei materiali). Esse sono: A&D (Molfetta); ALFA ENGINEERING (Terlizzi); BELLINO (Modugno); GERMINARIO (Molfetta); INDECO (Bari); MASTERMECH (Molfetta); MBL SOLUTIONS (Corato); MECTRONIK (Molfetta); MIT CONSULTING (Molfetta); PROMOVE (Molfetta); SITEC (Molfetta); TECNODEMA (Molfetta). Il Mezzogiorno tecnologico. Una ricognizione in sei distretti produttivi - Draft 155

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