LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012
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1 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012 Centro Regionale di Radioprotezione Dicembre 2013 ARPA LOMBARDIA
2 Relazione predisposta da: Maurizio Forte, Stefania Costantino, Daniela Lunesu con il contributo di: Giuseppe Abbate, Silvia Arrigoni, Pietro Badalamenti, Annamaria Cugini, Giovanni Gadaleta, Michelino Palermo, Marco Romanelli, Bruno Sacchi, Alberto Ziliani. si ringrazia inoltre per il contributo cartografico: Alessandro Menin Verificata da: Rosella Rusconi Responsabile CRR Approvata da: Silvana Angius Responsabile U.O.C. Agenti Fisici e Radioprotezione Emessa il 15 dicembre 2013
3 LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012 Indice 1. La misura della radioattività: perché? Le reti di monitoraggio La radioattività negli alimenti Il latte vaccino Le acque potabili La radioattività nell ambiente Ambiente: l aria Ambiente: le acque superficiali Ambiente: i boschi Valutazione dei risultati e stime di dose... 44
4 La misura della radioattività: perché? La misura della radioattività ambientale Il controllo della radioattività ambientale, sia di origine naturale che di origine antropica, è stabilito a livello di regolamentazione europea, recepita successivamente sia a livello nazionale che regionale. In Lombardia la Rete di Monitoraggio della Radioattività è gestita da ARPA Lombardia, ed in particolare dal Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo. Il monitoraggio della radioattività è richiesto dalla normativa nazionale e da quella europea e riguarda soprattutto la radioattività artificiale. Anche la radioattività naturale (ad esempio il radon), tuttavia, è oggetto di specifici controlli. Nell ambiente che ci circonda sono presenti sostanze radioattive naturali di origine primordiale (legate alla nascita dell universo) e cosmogenica (prodotte dall interazione della radiazione cosmica con l atmosfera terrestre). Nel nostro ambiente quotidiano possiamo trovare anche sostanze radioattive artificiali introdotte dall uomo a seguito di immissioni controllate (come ad esempio quelle legate all uso di composti radioattivi a scopo sanitario) o di eventi incidentali (come l incidente di Chernobyl del 1986 e quello di Fukushima del 2011). I controlli sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia naturali che artificiali: sostanze radioattive naturali: lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle matrici più significative dal punto di vista della qualità dell ambiente e dell esposizione della popolazione; sostanze radioattive artificiali: i controlli sono finalizzati alla valutazione puntuale dello stato dell ambiente e all individuazione di eventuali situazioni di contaminazione di origine antropica dovute ad eventi incidentali nonché alla valutazione dell esposizione della popolazione. Questo tipo di verifiche rientra dalla fine degli anni ottanta nel piano di monitoraggio della radioattività ambientale previsto in tutte le regioni italiane e coordinato, a livello nazionale, dall ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale). Riferimenti normativi Il Trattato Euratom (EC, 1957) dispone che tutti gli Stati membri dell Unione eseguano il controllo permanente del grado di radioattività dell ambiente e delle principali derrate alimentari e che i risultati di tali rilevazioni siano regolarmente comunicati alla Commissione Europea. La legislazione nazionale riprende tale obbligo nell articolo 104 del Decreto Legislativo 230/95 (DL, 1995) Controllo sulla radioattività ambientale, il quale prevede l esistenza di reti di sorveglianza nazionali dei livelli di radioattività nell ambiente, negli alimenti e nelle bevande e demanda alle singole Regioni la gestione delle reti uniche regionali attraverso il ricorso a strutture pubbliche idoneamente attrezzate. 1
5 In Lombardia la rete di monitoraggio della radioattività, che opera costantemente dal 1988, è gestita dall Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente. Con decreto n del della D.G. Ambiente, Energia e Reti, nel 2010 la Regione ha riconosciuto in tale rete la rete unica regionale di cui all art. 104 del decreto legislativo 230/95. A partire dal settembre 2012, con decreto del D.G. n. 533 del 2/08/2012, è stato istituito presso ARPA Lombardia il Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), individuato come struttura specialistica di riferimento per la gestione dei casi e dei problemi attinenti le radiazioni ionizzanti e la radioprotezione. A tale struttura è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale, comprese le attività che confluiscono nella Rete Nazionale e successivamente nella Rete Europea istituita ai sensi del Trattato Euratom. ARPA Lombardia ha in carico la gestione dell area analitica, che viene svolta presso le due sedi laboratoristiche del CRR di Milano e di Bergamo, e garantisce direttamente l esecuzione del monitoraggio radiometrico comprendente sia i controlli ambientali (prelievi ed analisi) che quelli sugli alimenti. In particolare, la sorveglianza sugli alimenti è condotta in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia e con il supporto delle ASL per quanto riguarda l attività di campionamento. Nella sede di Milano è attivo anche un laboratorio di radiochimica per le misure dei radionuclidi non rilevabili mediante la spettrometria gamma come lo stronzio 90, il plutonio ecc. 2
6 Dal D.Lgs 230/95, Art Fermo restando quanto disposto dall'articolo 54, nonché le competenze in materia delle regioni, delle province autonome e dell'anpa*, il controllo sulla radioattività ambientale è esercitato dal Ministero dell'ambiente; il controllo sugli alimenti e bevande per consumo umano ed animale è esercitato dal Ministero della sanità. I ministeri si danno reciproca informazione sull'esito dei controlli effettuati. Il complesso dei controlli è articolato in reti di sorveglianza regionale e reti di sorveglianza nazionale. 2. La gestione delle reti uniche regionali è effettuata dalle singole regioni, secondo le direttive impartite dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente. Le regioni, per l'effettuazione dei prelievi e delle misure, debbono avvalersi, anche attraverso forme consortili tra le regioni stesse, delle strutture pubbliche idoneamente attrezzate. Le direttive dei ministeri riguardano anche la standardizzazione e l'intercalibrazione dei metodi e delle tecniche di campionamento e misura. 3. Le reti nazionali si avvalgono dei rilevamenti e delle misure effettuati da istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati. 4. Per assicurare l'omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità di esecuzione dei prelievi e delle misure, relativi alle reti nazionali ai fini dell'interpretazione integrata dei dati rilevati, nonché per gli effetti dell'articolo 35 del Trattato istitutivo della CEEA, sono affidate all'anpa* le funzioni d coordinamento tecnico. A tal fine l'anpa*, sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente: a) coordina le misure effettuate dagli istituti, enti o organismi di cui sopra, riguardanti la radioattività dell'atmosfera, delle acque, del suolo, delle sostanze alimentari e bevande e delle altre matrici rilevanti, seguendo le modalità di esecuzione e promuovendo criteri di normalizzazione e di intercalibrazione; b) promuove l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e l'effettuazione delle relative misure di radioattività, quando ciò sia necessario per il completamento di un'organica rete di rilevamento su scala nazionale, eventualmente contribuendo con mezzi e risorse, anche finanziarie; c) trasmette, in ottemperanza all'articolo 36 del Trattato istitutivo della CEEA, le informazioni relative ai rilevamenti effettuati. 5. Per quanto attiene alle reti nazionali, l'anpa* provvede inoltre alla diffusione dei risultati delle misure effettuate. 6. La rete di allarme gestita dal Ministero dell'interno ai sensi della legge 13 maggio 1961, n. 469, concorre autonomamente al sistema di reti nazionali. *NDR: oggi ISPRA 3
7 Le reti di monitoraggio La rete regionale, nazionale ed europea La rete Nazionale di sorveglianza discende da esigenze di monitoraggio della radioattività nell ambiente e negli alimenti a seguito dell adesione al Trattato Euratom e dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli evidenziata a fronte dell incidente di Chernobyl (1986). Ad ARPA Lombardia ed in particolare al Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo, è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale, comprese le attività che confluiscono nella Rete Nazionale e successivamente nella Rete Europea istituita ai sensi del Trattato Euratom. La struttura della rete di monitoraggio della radioattività è stata definita in sede europea con l emanazione della Raccomandazione 2000/473/Euratom (EC, 2000) che richiama gli obblighi sanciti dal Trattato Euratom (1957). In questo documento sono elencate le matrici, alimentari ed ambientali, da sottoporre ad analisi, con quale periodicità effettuare i campionamenti, quali radionuclidi tenere in considerazione e che sensibilità analitica raggiungere (tabella 1). La stessa Raccomandazione propone la suddivisione degli stati europei in aree macroregionali: la Lombardia appartiene all area macroregionale Nord (figura 2). A livello regionale le reti di monitoraggio, che derivano dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli della radioattività ambientale, sono definite in modo tale da soddisfare sia le richieste dell Unione Europea che quelle Nazionali e sono gestite dalle Agenzie Regionali o Provinciali per la Protezione dell Ambiente, le cui attività sono coordinate dall Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). ARPA Lombardia, come attuatore della rete unica regionale, ha definito il piano annuale di monitoraggio includendo matrici e punti di prelievo che afferiscono alla rete nazionale ed ulteriori matrici, punti di prelievo, e/o osservazioni ritenuti necessari o utili ai fini della sorveglianza ambientale locale (tabella 2). La composizione della Rete Regionale di monitoraggio per l anno 2012 è stata sancita dalla Regione Lombardia con il decreto n. 4036/2012. ARPA Lombardia, inoltre, effettua campagne straordinarie per il monitoraggio di altre matrici, normalmente con cadenza pluriennale, in relazione ad altri tipi di regolamentazione (ad esempio la misura della radioattività naturale nelle acque potabili, radon negli edifici) o legate alle peculiarità ed alle problematiche specifiche della nostra regione. Il piano di monitoraggio regionale deve garantire il controllo dei seguenti comparti: alimenti, aria, ambiente acquatico e ambiente terrestre per i quali si rimanda alle schede di dettaglio. 4
8 Tabella 1 - Requisiti minimi delle reti di monitoraggio della radioattività secondo la Raccomandazione 2000/473 Matrice Parametro analitico Livello Notificabile (*) ARIA BETA GLOBALE (**) 0,005 BQ/M 3 Cs-137 0,03 BQ/M 3 ACQUE SUPERFICIALI BETA RESIDUO (**) 0,6 BQ/L Cs BQ/L ACQUE POTABILI H BQ/L Sr-90 0,06 BQ/L Cs-137 0,1 BQ/L RADIONUCLIDI NATURALI NON SPECIFICATO LATTE Sr-90 0,2 BQ/L Cs-137 0,5 BQ/L DIETA MISTA Sr-90 0,1 BQ/D.P. (***) (*) Livello notificabile: concentrazione minima di cui si richiede notifica (**) Misura non obbligatoria (***) Becquerel/giorno persona Cs-137 0,2 BQ/D.P. C-14 (*) NON SPECIFICATO Ricadute Figura 1 - Comparti controllati dalla rete di monitoraggio regionale Dose gamma in aria Particolato - gas Muschi Bacche Selvaggina Funghi Suolo Acqua potabile Carne Latte Latticini Frutta Verdura Cereali ecc. Acqua superficiale DMO Sedimenti Pesci d acqua dolce 5
9 Tabella 2 - Piano annuale di campionamento ed analisi 2012 Regione Lombardia Matrice Frequenza di campionamento Parametri analitici Punto di prelievo DOSE GAMMA AMBIENTALE Giornaliera Dose gamma Centri urbani ARIA - PARTICOLATO ATMOSFERICO Giornaliera Cs-137, Be-7 ARIA FASE GASSOSA Settimanale I-131 DEPOSIZIONI AL SUOLO RICADUTE ATMOSFERICHE Mensile Cs-137, Sr-90, Pu, Be-7 Centri urbani SEDIMENTI E DMO Trimestrale Cs-137, K-40 Corsi d acqua superficiali ACQUE SUPERFICIALI Semestrale Cs-137, beta residuo ACQUE REFLUE, DEPURATE, FANGHI Trimestrale Cs-137, I-131, K-40 Impianti di depurazione PESCI DI LAGO Trimestrale Cs-137, K-40 Corpi idrici superficiali FUNGHI SPONTANEI Stagionale Cs-137, K-40 FRUTTI DI BOSCO Stagionale Cs-137, K-40 MUSCHI / ALTRI BIOINDICATORI Triennale Cs-137, K-40 Ambiente boschivo naturale LATTE VACCINO DI CENTRALE Mensile Cs-137, Sr-90, K-40 Centrali di produzione CARNE BOVINA Mensile Cs-137, K-40 CARNE SUINA Trimestrale Cs-137, K-40 POLLAME Trimestrale Cs-137, K-40 PASTA Trimestrale Cs-137, K-40 RISO Trimestrale Cs-137, K-40 FARINA Trimestrale Cs-137, K-40 LATTICINI Mensile Cs-137, K-40 FRUTTA Settimanale Cs-137, K-40 VERDURA A FOGLIA LARGA Settimanale Cs-137, K-40 VERDURA NON A FOGLIA LARGA Mensile Cs-137, K-40 MOLLUSCHI Trimestrale Cs-137, K-40 Centri di produzione rilevanti o grandi centri di smercio Grandi centri di smercio FUNGHI COLTIVATI E IMPORTAZIONE Secondo necessità Cs-137, K-40 Grandi centri di smercio PASTO MEDIO Mensile Cs-137, Sr-90, K-40 Mense aziendali ACQUA POTABILE Mensile H-3, Sr-90, Cs-137 radionuclidi naturali Rete di distribuzione 6
10 Figura 2 - Definizione delle aree macroregionali (cartina aggiornata al 2000) Sono visualizzate le aree macroregionali individuate dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom. L Italia è divisa in tre aree (nordcentro-sud). A ciascuna area macroregionale corrisponde un punto della rete diradata che deve garantire prestazioni elevate e un controllo approfondito. 7
11 La radioattività negli alimenti Gli alimenti Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee viene monitorata la radioattività presente nei principali alimenti distribuiti in Lombardia. Ogni anno sono sottoposti a misura radiometrica oltre 400 campioni degli alimenti più comuni, scelti in base alle indicazioni del piano regionale di monitoraggio. Gli alimenti sono prelevati in grandi centri di distribuzione e non sono necessariamente prodotti in Lombardia in quanto viene privilegiato il criterio del campionamento al consumo. Il monitoraggio degli alimenti è condotto in collaborazione con le ASL e la Sanità Regionale. Si ricercano i gamma emetitori, come il cesio-137, e in alcuni casi lo stronzio-90. Gli alimenti Le matrici alimentari, indicate nella Raccomandazione 2000/473/Euratom, da analizzare nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono: Acqua potabile componente dell alimentazione umana il cui controllo è previsto dal D.L.vo 31/01 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, che prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività non solo di origine artificiale. Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda acque potabili. Latte - componente importante nell alimentazione umana e dei bambini in modo particolare, indicatore di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. Il latte viene trattato più diffusamente in una specifica scheda (vedi: il latte vaccino). Alimenti solidi alimenti costituenti (o componenti) della dieta umana rappresentativi della dieta nazionale e regionale; per le derrate alimentari, la Raccomandazione 2000/473 prevede l esecuzione di misure sui singoli ingredienti selezionati tra i più importanti (CEVAD, 1998) del pasto medio italiano (elenco e consumi medi sono riportati in Tabella 1) assicurando, in questo modo, la rappresentatività del campionamento rispetto alla dieta tipo della popolazione lombarda. È prevista, inoltre, la misura del pasto completo che si consuma in una mensa scolastica o aziendale. Il monitoraggio degli alimenti viene eseguito di concerto con le ASL che si occupano del prelievo degli alimenti secondo uno schema concordato tra ARPA e la Direzione Generale Sanità della Regione. Il piano di monitoraggio della radioattività negli alimenti prevede l esecuzione di controlli dei principali componenti della dieta umana (per lo più prodotti non derivati) allo scopo di stimare la dose alla popolazione. Il criterio di selezione dei prodotti da sottoporre a controllo è pertanto quello del largo consumo: 8
12 vengono prelevati presso grossi centri di distribuzione (tipicamente mercati generali) gli alimenti pronti per la vendita sul territorio regionale, anche se prodotti in altre regioni. La scelta del tipo di frutta e verdura da analizzare viene effettuato secondo il criterio della stagionalità. Le analisi sono dirette principalmente alla misura dei radionuclidi gamma emettitori, compreso il cesio 137, che costituiscono la stragrande maggioranza delle sostanze radioattive esistenti. In alcuni casi specifici viene effettuata anche la misura dello stronzio 90, che oltre al cesio 137 è l altro elemento radioattivo che è ancora possibile misurare in tracce in alcuni tipi di alimenti. Riportiamo di seguito una breve sintesi dei risultati delle misure effettuate (principalmente riferite al cesio 137). CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio degli alimenti di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2012 sono stati analizzati 425 campioni alimentari per la ricerca di gamma-emettitori (in particolare cesio 137). In 28 campioni (principalmente di latte vaccino) è stato ricercato anche l isotopo stronzio 90. Nella maggior parte dei campioni la radioattività artificiale è risultata inferiore a quanto misurabile. Nei casi in cui sono stati rilevati i radioisotopi artificiali cesio 137 e stronzio 90, le concentrazioni misurate sono così piccole da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. Le quantità rilevate sono compatibili con gli strascichi lasciati in ambiente dall incidente di Chernobyl e dai test nucleari in atmosfera degli anni 60. 9
13 Tabella 1 - Consumi medi giornalieri per i principali alimenti della dieta italiana (grammi) Alimento Lattanti Bambini Adulti CEREALI LATTE DERIVATI DEL LATTE CARNI BOVINE CARNI OVINE CARNI SUINE PESCE POLLAME UOVA VEGETALI A FOGLIA ALTRI VEGETALI FRUTTA OLIO ACQUA POTABILE VINO Figura 1 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione per matrice del tipo di campioni analizzati (anno 2012) BACCHE: 3 PESCI E MOLLUSCHI: 32 PASTO MEDIO: 22 ACQUA: 30 CARNE: 50 FRUTTA E VERDURA: 94 CEREALI E DERIVATI: 32 LATTE E DERIVATI:
14 Figura 2 - Cesio 137 negli alimenti: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2012) ACQUA CARNE LATTE E DERIVATI CEREALI E DERIVATI 40 FRUTTA E VERDURA PESCI E MOLLUSCHI BACCHE PASTO MEDIO BG BS CO CR LC LO MB MI MN PV SO VA Figura 3 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2012) VA: 13 BG: 47 SO: 62 BS: 30 PV: 27 CO: 28 MN: 22 CR: 56 MI: 113 MB: 0 LC: 13 LO: 14 11
15 Tabella 2 - Riassunto delle determinazioni di cesio 137, stronzio 90 attività alfa e beta totale effettuate nel 2012 sugli alimenti e sull acqua potabile Sono riportate le macrocategorie e le singole matrici analizzate (prima e seconda colonna), il numero di campioni analizzati per singola matrice (terza colonna) e il numero di campioni che hanno dato risultati rispettivamente inferiori e superiori alla minima attività rivelabile (MAR) in quarta e quinta colonna. Nelle ultime due colonne sono riportati i valori medi e massimi di concentrazione dei radionuclidi, considerando i soli risultati superiori alla MAR. Cesio 137 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. media ( > MAR) Att. max. (> MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,0003 0,0003 CARNE BOVINA ,66 7,2 CARNE CARNE POLLAME CARNE SUINA ,08 0,09 LATTE E DERIVATI CEREALI E DERIVATI LATTE ,14 0,23 DERIVATI DEL LATTE CEREALI DERIVATI DEI CEREALI FRUTTA FRUTTA E VERDURA ORTAGGI VERDURA FOGLIA LARGA ,07 0,11 PESCI E MOLLUSCHI PESCE ACQUA DOLCE ,45 4 MOLLUSCHI COZZE PRODOTTI SPONTANEIBACCHE ,47 1,57 PASTO PASTO COMPLETO ,4 0,4 Stronzio 90 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR ACQUA ACQUA POTABILE RETE Att. media ( > MAR) Att. max. (> MAR) LATTE E DERIVATI LATTE ,024 0,057 PASTO PASTO COMPLETO ,026 0,0315 Attività α totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. media ( > MAR) Att. max. (> MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,099 0,118 Attività β totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. media ( > MAR) Att. max. (> MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,076 0,087 12
16 Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nella carne bovina Il valore di riferimento per tutti i campioni di alimenti, indicato nel Regolamento Europeo 733/2008 modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 600 per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1998 quasi tutte le misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile (vedi anche Fig. 5 in cui è riportato il dettaglio dei risultati relativi al 2012) Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 5 - Concentrazione di cesio 137 nella carne bovina nell anno ,35 0,30 Valori misurati Valori inferiori alla sensibilità analitica 0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 gen-12 feb-12 mar-12 apr-12 mag-12 giu-12 lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 13
17 Figura 6 - Concentrazione di cesio 137 nella carne suina e nel pollame nell anno 2012 Nel 2012 tutte le misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile, sia nei campioni di carne suina che in quelli di pollame. 0,35 0,30 0,25 SUINA <MAR POLLAME <MAR 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre Figura 7 - Concentrazione di cesio 137 e stronzio 90 nel pasto medio nell anno 2012 Nei campioni di pasto medio la concentrazione di cesio 137 è sempre risultata inferiore alla minima attività rivelabile. La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile, ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio. 0,060 0,050 Cs-137 (Valori <MAR) Sr-90 0,040 0,030 0,020 0,010 0,000 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre 14
18 Il latte vaccino Il latte vaccino Il latte vaccino è l alimento monitorato con la frequenza più elevata data la sua importanza nella dieta, in particolar modo quella infantile e la sua caratteristica di marcatore ambientale. Il metabolismo dell animale infatti può concentrare nel latte in modo specifico alcuni radionuclidi. Per questo motivo viene analizzato, in un numero selezionato di campioni, anche lo stronzio 90, chimicamente analogo al calcio. Contrariamente a quanto avviene per gli alimenti, nel caso del latte fresco, i campionamenti si svolgono alle centrali di produzione e, in alcuni casi, direttamente alle stalle. Il latte fresco infatti tende ad avere una catena di distribuzione prevalentemente locale. Il latte vaccino Tra gli alimenti, un attenzione particolare è da sempre posta nel controllo del latte vaccino fresco perché è un componente importante nell alimentazione umana (e dei bambini in modo particolare) oltre a risentire immediatamente di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. I campionamenti di latte sono pertanto effettuati nelle principali centrali di produzione (17 in totale) che si trovano nel territorio lombardo (figura 1). In questo caso sono sottoposte a controllo le concentrazioni di cesio 137 e di stronzio 90, entrambi radionuclidi artificiali immessi in ambiente sia dall incidente di Chernobyl che a seguito dei test nucleari in atmosfera degli anni sessanta. Il latte vaccino fresco è una delle poche matrici alimentari (insieme ai pesci di lago ed ai funghi spontanei vedi schede specifiche) legate al luogo di produzione, in quanto il latte fresco commercializzato in Lombardia è per lo più prodotto nelle immediate vicinanze della centrale di produzione. Per tale motivo sono ancora visibili, ad esempio, differenze tra il latte prodotto nel nord della Lombardia (figura 2), che è stato interessato in modo più pesante dalle ricadute di Chernobyl, e quello prodotto nella zona centromeridionale. CONCLUSIONI Il monitoraggio del latte vaccino fresco effettuato nel 2012 ha fornito risultati coerenti con l andamento storico della radiocontaminazione. La maggior parte delle analisi di cesio 137 hanno dato esiti inferiori alla soglia di rilevazione, specialmente per i campioni di latte della zona meridionale pianeggiante della regione. I valori di stronzio 90 misurati sono simili a quelli del triennio precedente e più alti per i campioni provenienti dalla fascia prealpina e alpina. Queste tracce di radiocontaminazione sono ascrivibili alle ricadute del passato e inferiori per diversi ordini di grandezza ai valori fissati dalla Comunità Europea. Nessun danno alla salute è pertanto ipotizzabile. 15
19 Figura 1 - Punti di prelievo del latte vaccino di centrale in Lombardia Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel latte delle Centrali di Milano e Varese tra gli anni 1986 e 1999 I valori di concentrazione di cesio sono riportati in scala logaritmica per permettere di apprezzare la differenza nei latti di provenienza diversa. Questo scarto è imputabile a differenze nell alimentazione dei bovini, in particolare rispetto all uso di foraggio fresco: quello prodotto nella zona delle Prealpi lombarde ha risentito in modo particolare della contaminazione prodotta dall incidente di Chernobyl del ,00 10,00 Latte Centrale di Milano Latte Centrale di Varese 1,00 0,10 0,
20 Figura 3 - Concentrazione di cesio 137 nel latte della Centrale di Milano Il valore di riferimento indicato nel Regolamento Europeo 733/2008, modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 370 per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1992 la maggior parte delle misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile (vedi anche i dati in Figura 4) Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nel latte della Centrale di Postalesio (SO) Attività Cesio 137 Valori <MAR
21 Figura 5 - Andamento della concentrazione di stronzio 90 nel latte della Centrale di Milano tra gli anni 1986 e 2012 La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile in tutti i campioni analizzati (vedi anche Figura 6 con il dettaglio delle misure effettuate nel 2012), ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio. 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 0, Figura 6 - Concentrazione di stronzio 90 nel latte delle Centrali di Peschiera Borromeo, Varese, Vernate e Villa Guardia per l anno 2012 PESCHIERA BORROMEO (MI) 0,076 VARESE (VA) VERNATE (MI) VILLA GUARDIA (CO) 0,051 0,026 0,001 I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre 18
22 Le acque potabili Le acque potabili L acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale e può contenere sostanze radioattive di origine artificiale. ARPA esegue da anni controlli sulle acque destinate al consumo umano al fine di escludere possibili rischi per la salute coerentemente alla normativa italiana ed europea vigente (D.L.vo 31/01, attuazione della Direttiva Europea 98/83/CE; Direttiva 2013/51/Euratom). I controlli sono effettuati in continuo sull acqua di rete di tre città (Milano, Bergamo e Sondrio), mentre campagne di misura più estese sono state condotte sull intero territorio regionale. L acqua potabile proveniente sia dalla falda che da acque di superficie contiene normalmente sostanze radioattive naturali. La presenza di radionuclidi di origine naturale nelle acque, infatti, è un fatto usuale dovuto a fenomeni di natura geologica e prescinde nella maggior parte dei casi da ipotesi di inquinamento antropico. Il contatto dell acqua con le rocce dell acquifero fa sì che vengano solubilizzati i composti che le costituiscono, compresi quelli radioattivi. Poiché anche le sostanze radioattive naturali possono costituire un rischio per la salute il problema della loro presenza nelle acque potabili non può essere trascurato. La presenza di radioattività di origine artificiale è più probabile nelle acque superficiali che possono essere più facilmente contaminate da ricadute di materiale radioattivo di quanto accada per falde profonde. l controlli sulle acque sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia artificiali che naturali. Lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle acque utilizzate a scopo potabile e stimare la dose alla popolazione, anche alla luce del D.L.vo 31/01 Attuazione della Direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, che prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività quali la Dose Totale Indicativa (DTI) e la concentrazione di trizio. Il Consiglio dell Unione Europea ha recentemente emesso la Direttiva 2013/51/Euratom (22 ottobre 2013) che stabilisce requisiti per la tutela della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano e che indica i livelli di riferimento per una vasta serie di radionuclidi sia naturali che artificiali. La Direttiva inoltre individua come criterio di screening la misura dell attività alfa e beta totale, fissando rispettivamente in 0,1 Bq/L (alfa) e 1 Bq/L (beta) i valori al di sotto dei quali non sono necessari approfondimenti ulteriori e l acqua può essere considerata sicura dal punto di vista radiometrico. Per valori superiori devono essere effettuate indagini di approfondimento determinando le concentrazioni dei singoli radionuclidi presenti e calcolando la dose totale. Il valore di riferimento per quest ultima è fissato in 0,1 msv/anno. 19
23 I controlli in continuo ARPA Lombardia effettua da diversi decenni un monitoraggio in continuo in tre punti degli acquedotti di Milano, Bergamo e Sondrio, misurando l attività gamma su elevati volumi di acqua adeguatamente concentrati. Nel punto rete di Milano viene inoltre misurata mensilmente l attività alfa e beta totale (tabella 1). In nessun caso è stata riscontrata l esistenza di situazioni di contaminazione da radionuclidi artificiali di qualche importanza. Le campagne di misura periodiche Il monitoraggio della risorsa idrica su scala più estesa, data l estensione del problema (in Lombardia esistono circa 2000 reti acquedottistiche ed un numero totale di prese d acqua pubbliche pari a 7578, sia sotterranee che superficiali), è stato condotto nel corso di diversi anni attraverso campagne mirate. Inizialmente è stato strutturato come uno screening regionale condotto su circa 30 città lombarde selezionate tra le più popolose, seguito da indagini di approfondimento motivate dalla presenza di anomalie emerse nella campagna di screening o legate a fattori geologici e alla elevata densità di abitazione di aree urbane specifiche (tabella 2). In tutti i casi è stata effettuata la misura del contenuto di radioattività alfa e beta totale; come previsto dalla Direttiva, sono state effettuate indagini di approfondimento nei casi in cui la misura dell attività alfa totale è risultata superiore al valore di parametro (0,1 Bq/L). In tutti i casi la radioattività misurata è risultata ascrivibile agli isotopi naturali dell uranio, che è un elemento poco radiotossico: il calcolo della dose ha pertanto sempre restituito valori di molto inferiori a 0,1 msv/anno (valore di riferimento indicato dal D.Lgs. 31/01). Per conoscere in dettaglio i risultati delle campagne di indagine condotte sulle acque di rete (e sulle più diffuse acque imbottigliate) è possibile consultare il sito di ARPA Lombardia 1. CONCLUSIONI La radioattività presente nelle acque potabili lombarde è di origine naturale, ed è dovuta prevalentemente agli isotopi dell uranio. I livelli misurati sono tali che si ha sempre il rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, sia europea che nazionale
24 Figura 1 - Cartina con punti di prelievo delle acque potabili Sono evidenziati in nero i punti di controllo fissi ed in continuo dell acqua di rete (Milano, Bergamo, Sondrio). In rosso i prelievi effettuati nel corso delle diverse campagne come elencate in Tabella 2. Tabella 1 - Analisi effettuate nel 2012 sulle acque potabili di Milano, Bergamo e Sondrio Sono riportati il numero di campioni totali analizzati e quelli che hanno dato risultati rispettivamente inferiori e superiori alla minima attività rivelabile (MAR) in terza e quarta colonna. Nelle ultime due colonne sono riportati i valori medi e massimi di concentrazione dei radionuclidi, considerando i soli risultati superiori alla MAR. Radionuclide N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR MAR media Bq/L Att. media ( > MAR) Bq/L Att. max. (> MAR) Bq/L ATTIVITA' ALFA TOTALE ,010 0,099 0,118 ATTIVITA' BETA TOTALE ,050 0,076 0,087 CESIO ,0005 0,0003 0,0003 STRONZIO ,
25 Tabella 2 - Campagne di indagine condotte da ARPA sulle acque potabili effettuate in Lombardia Denominazione Criterio selezione punti N. punti analizzati Lago di Garda (2001) Territoriale (prese ad uso potabile) 8 Parametri analitici Alfa e Beta totale Uranio Campagna Regionale (2003) Demografico/Territoriale (3 città più popolose di ogni provincia 25% della popolazione lombarda) 34 Trizio Alfa e Beta totale Radio 226 Alfa e Beta totale Parabiago e comuni limitrofi (MI) (2003) Territoriale/Idrogeologico (prelievo ai pozzi) 20 Uranio Radio 226 Radon 222 Alfa e Beta totale Val Staffora (PV) (2003) Territoriale/Idrogeologico (prelievo ai pozzi/sorgenti, aree termali) 15 Uranio Radio 226 Radon 222 Potassio 40 Trizio Provincia di Sondrio (2006) Demografico/Idrogeologico 29 Alfa e Beta totale Uranio Radio 226 Territoriale Città di Milano (2007) (1 punto di prelievo per ciascuna centrale di 31 Alfa e Beta totale Radon 222 distribuzione) Val Brembana (BG) (2007) Territoriale/Idrogeologico (acque ad elevata mineralizzazione) 15 Alfa e Beta totale Uranio Radio 226 Trizio 22
26 Figura 2 - Concentrazione di attività alfa totale nell acqua potabile (stazione di Milano) L attività alfa e beta totale (vedi anche figura 3) è una misura del contenuto totale di radioattività dell acqua; gli approfondimenti effettuati hanno dimostrato che la radioattività misurata è di origine esclusivamente naturale, i livelli misurati sono piccoli e non comportano alcun rischio per la salute. 0,200 0,180 0,160 Attività Alfa tot 0,140 0,120 0,100 0,080 0,060 0,040 0,020 0,000 apr-08 mag-09 set-09 dic-09 mar-10 giu-10 set-10 dic-10 mar-11 giu-11 set-11 dic-11 mar-12 giu-12 ott-12 Figura 3 - Concentrazione di attività beta totale nell acqua potabile (stazione di Milano) 0,200 0,180 0,160 Attività Beta tot Valori <MAR 0,140 0,120 0,100 0,080 0,060 0,040 0,020 0,000 apr-08 mag-09 set-09 dic-09 mar-10 giu-10 set-10 dic-10 mar-11 giu-11 set-11 dic-11 mar-12 giu-12 ott-12 23
27 La radioattività nell ambiente L ambiente Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee, viene monitorata la radioattività presente in ambiente tramite misure di dose gamma e del particolato atmosferico, il controllo dei gas in atmosfera e delle deposizioni al suolo, delle acque superficiali (acque, vegetazione, pesci, sedimenti), dei reflui fognari e depuratori, dei prodotti dell ambiente boschivo e selvatico (funghi, bacche selvatiche, muschi ). I prelievi sono estesi alla Lombardia e comportano circa analisi all anno. Le matrici Le matrici ambientali analizzate nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono: Aria: sono analizzati sia la frazione gassosa dell aria che il particolato atmosferico totale sospeso (PTS), sono inoltre raccolte e analizzate le ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche. Si effettua in continuo la misura della dose gamma in aria, finalizzata alla pronta individuazione di eventi incidentali anche di origine transfrontaliera (vedi scheda Ambiente: l aria). Acque superficiali: il monitoraggio comprende non solo le acque di fiume e di lago ma anche la vegetazione acquatica, la fauna ittica, i sedimenti ed il detrito minerale organico (DMOS). Le misure hanno lo scopo di quantificare il contenuto di radioattività dei corpi idrici, che possono essere interessati da immissione locale di reflui contaminati, ed alla valutazione dell entità dell eventuale contaminazione trasferibile agli altri comparti ambientali. Vengono controllate anche le acque reflue urbane, in ingresso agli impianti di depurazione, e le acque in uscita da questi ultimi, il cui controllo fornisce utili informazioni sull eventuale immissione locale di reflui contaminati in corpi idrici (vedi scheda: Ambiente le acque superficiali). Ambiente boschivo naturale: comprendente funghi, bacche selvatiche, muschi e selvaggina. In questi ambienti, tendenzialmente indisturbati, la contaminazione delle passate ricadute si è conservata in modo più marcato. CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio ambientale di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2012 sono stati analizzati 973 campioni ambientali per la misura di radioattività. I risultati sono riportati in dettaglio nelle schede specifiche. 24
28 Tabella 1 - Matrici ambientali: punti di campionamento e numero di campioni analizzati (ogni tipo di determinazione) n. punti campionamento n. campioni DOSE GAMMA ARIA ACQUE SUPERFICIALI PARTICOLATO SOSPESO (PTS) 3 ARIA FRAZ. GASSOSA 1 RICADUTE UMIDE E SECCHE 5 ACQUA DI FIUME 6 SEDIMENTI E DMO 4 ALGHE DI FIUME 5 ACQUA DI ALGO 4 SEDIMENTI DI LAGO 1 PESCI D'ACQUA DOLCE DEPURATORI BOSCHI FUNGHI 5 BACCHE 3 33 Figura 1 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del tipo di campioni analizzati (anno 2012) I campioni sono suddivisi per macrocategorie. Rispetto alla tabella 1 sono assenti naturalmente i dati riferiti alla dose gamma ARIA: 183 DEPURATORI: 269 BOSCHI: 33 FIUMI E LAGHI:
29 Figura 2 - Cesio 137 in ambiente: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2012) 160 ARIA FIUMI E LAGHI PRODOTTI SPONTANEI DEPURATORI BG BS CO CR LC LO MB MI MN PV SO VA Figura 3 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2012) MN: 21 PV: 29 SO: 25 VA: 2 MI: 116 BG: 262 MB:12 LO: 5 LC: 24 CR: 60 CO: 27 BS: 6 26
30 Ambiente: l aria L aria Il monitoraggio della radioattività dell aria in Lombardia prevede misure di radionuclidi che si trovano sia nel particolato (es. cesio 137) che nella fase gassosa (es. iodio 131). Sono monitorati anche radionuclidi artificiali quali lo stronzio 90 e gli isotopi 238, 239 e 240 del plutonio nelle ricadute atmosferiche umide e secche. Viene inoltre misurata, in continuo e con sistemi semiautomatici, la dose gamma in aria. La misura della radioattività in aria è il più precoce indicatore di incidenti nucleari, anche con origine esterna al territorio nazionale. I dati relativi a questo monitoraggio sono raccolti quotidianamente ed inviati alla Sala Operativa del Centro Emergenza Nucleare di ISPRA a Roma. La misura della radioattività in aria viene effettuata da ARPA Lombardia con le diverse tecniche, complementari fra loro, qui descritte. La dose gamma in aria La misura della dose gamma in aria è un rapido indicatore di incrementi di radioattività dovuti a rilasci di sostanze radioattive in aria, anche come conseguenza di eventi incidentali di origine transfrontaliera. Il principale limite della tecnica è la limitata sensibilità che consente di riconoscere solo anomalie di dimensioni rilevanti: l incidente di Fukushima, ad esempio, non ha prodotto alcuna variazione dei valori di intensità di dose in aria mentre è stato rilevato dalla rete per la misura del particolato atmosferico (vedi nel seguito). Sul territorio nazionale sono presenti più reti per il monitoraggio in continuo dell intensità di dose gamma in aria, come la Rete Gamma di ISPRA, costituita da 55 centraline di monitoraggio automatico che forniscono in tempo reale una misura del rateo di dose gamma assorbita in aria, e quella gestita dai Vigili del Fuoco. ARPA Lombardia effettua le misure di dose gamma in aria con sistemi semiautomatici presso le sedi di Milano e Bergamo. Il particolato sospeso (PTS) La misura del particolato totale sospeso (PTS) viene effettuata in continuo tramite il prelievo del particolato sospeso in aria, tra cui anche quello radioattivo immesso in atmosfera in seguito ad eventuali incidenti. Il filtro su cui viene raccolto il particolato viene periodicamente sostituito e analizzato in laboratorio. In Lombardia sono attive, nel 2012, tre stazioni di prelievo del particolato presso le sedi ARPA di Milano, Bergamo e Cremona. A Milano è attiva, dal 1988, la prima stazione a livello nazionale per il controllo ad alta sensibilità della radiocontaminazione del particolato atmosferico. I prelievi sono condotti in continuo e le determinazioni analitiche 27
31 effettuate giornalmente; ciò consente l individuazione precoce di eventi incidentali di qualsiasi origine anche di modestissima entità. L elevata sensibilità del sistema (tra le migliori in Europa) ha giustificato l inserimento della stazione di Milano nella rete di allarme di ISPRA per l individuazione di incidenti nucleari. In figura 2 si riporta l andamento della concentrazione media mensile di cesio 137 nel particolato atmosferico (polveri totali sospese) prelevato nella città di Milano. Il cesio 137 visibile nell aria è ancora conseguenza principalmente dell incidente di Chernobyl. Le concentrazioni sono diminuite costantemente nel tempo con un andamento di tipo esponenziale ed attualmente si sono attestate su valori dell ordine del µbq/m 3. Il picco di concentrazione relativo al mese di giugno 1998 è stato causato dall incidente presso un acciaieria ad Algeciras, nel sud della Spagna, in cui è stata involontariamente fusa una sorgente di cesio 137 che ha prodotto una nube radioattiva che, anche se di modesta entità, ha investito buona parte dell Europa. In Europa il primo laboratorio ad avvistare la nube e a dare l allarme, prima ancora che fosse stato notificato l incidente, è stato quello del Dipartimento di Milano di questa Agenzia. Aria frazione gassosa ARPA Lombardia ha aggiunto al sistema di captazione del particolato una trappola specifica, sviluppata all inizio degli anni 2000 presso il laboratorio di Milano, in grado di catturare lo iodio 131 presente come gas e non fissato sulle particelle sospese in aria. Questo ha permesso, ad esempio, una stima molto accurata della concentrazione di radioiodio in atmosfera nel corso dell incidente di Fukushima. In figura 3 si riporta l andamento della concentrazione di iodio 131 gassoso nell aria della stazione di Milano nel primo semestre del 2011 (incidente di Fukushima). Le ricadute atmosferiche La misura delle deposizioni al suolo o fallout - viene effettuata tramite la raccolta in vasche delle ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche (polvere risospesa). Tale monitoraggio, condotto in 5 stazioni, si aggiunge ai precedenti per garantire un sistema completo di controllo della radioattività in aria. In particolare per il fallout le misure sono dirette all individuazione, oltre che dei gamma emettitori come il cesio 137, anche di radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio 238, 239 e 240 (figure 5, 6 e 7), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni 60. CONCLUSIONI In Lombardia viene costantemente monitorata la radioattività artificiale nell aria. Le misure effettuate nel 2012 hanno evidenziato valori di radioattività artificiale inferiore alla minima attività rilevabile o comunque in concentrazioni tali da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. 28
32 Figura 1 - Punti di controllo della dose gamma, del particolato e delle ricadute. Tabella 1 - Sintesi dei risultati delle analisi di aria (particolato e frazione gassosa) e ricadute nel 2012 Matrice PARTICOLATO SOSPESO (PTS E PM10) Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 3 Att. min. (> MAR) Bq/m 3 Att. media( > MAR) Bq/m 3 Att. max. (> MAR) Bq/m 3 Cs ,6E-05 3,3E-07 1,3E-06 2,4E-06 I ,3E ARIA (FRAZIONE GASSOSA) I ,4E-05 6,1E-06 6,3E-06 6,5E-06 Matrice RICADUTE UMIDE E SECCHE Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 2 Att. min. (> MAR) Bq/m 2 Att. media( > MAR) Bq/m 2 Att. max. (> MAR) Bq/m 2 Cs ,2E-01 2,4E-02 1,1E-01 3,6E-01 Sr ,0E-03 3,5E-03 5,4E-03 7,3E-03 Pu ,0E Pu ,0E-04 1,5E-04 2,0E-04 2,5E-04 29
33 Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel particolato della stazione di Milano La misura è estremamente sensibile e consente di rilevare quantità di radioattività molto piccole e irrilevanti dal punto di vista del rischio per la salute, come quelle immesse in atmosfera a seguito dell incidente di Algeciras del 1998 o di quello di Fukushima del Bq/m 3 1,2E-04 1,0E-04 Incidente di Algeciras Attività CS-137 Valori <MAR 8,0E-05 6,0E-05 4,0E-05 2,0E-05 Incidente di Fukushima 0,0E Figura 3 - Concentrazione di iodio 131 gassoso nell aria della stazione di Milano nel primo semestre del 2011 Nei mesi di marzo-aprile è evidente l innalzamento delle concentrazioni di iodio 131 dovuto all incidente di Fukushima. In rosso tratteggiato i valori inferiori alla minima attività rivelabile che risulta più elevata nel periodo dell emergenza perché è stato ridotto il tempo di campionamento (da una settimana ad un giorno) e quello di misura per una più rapida disponibilità dei dati. Bq/m 3 8,0E-04 7,0E-04 6,0E-04 Attività Iodio 131 Valori <MAR 5,0E-04 4,0E-04 3,0E-04 2,0E-04 1,0E-04 0,0E+00 06/01/11 24/02/11 18/03/11 25/03/11 01/04/11 08/04/11 16/04/11 05/05/11 23/06/11 30
34 Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nel fallout della stazione di Milano dal 1987 ad oggi Le rilevazioni partono dal febbraio 1987, circa 9 mesi dopo l incidente di Chernobyl. In rosso i valori inferiori alla minima attività rivelabile. Bq/m 2 1,0E+02 1,0E+01 1,0E+00 1,0E-01 1,0E Figura 5 - Concentrazione di stronzio 90 e plutonio nel fallout della stazione di Milano dal 2006 ad oggi Le barre vuote si riferiscono a valori inferiori alla minima attività rivelabile. La presenza di stronzio 90 e plutonio è dovuta prevalentemente alle conseguenze dei test nucleari in atmosfera degli anni 60. Bq/m 2 1,0E-01 Stronzio 90 Plutonio 1,0E-02 1,0E-03 1,0E-04 apr-06 set-06 apr-07 set-07 apr-08 set-08 apr-09 set-09 apr-10 set-10 apr-11 set-11 apr-12 set-12 31
35 Ambiente: le acque superficiali Acque superficiali e depuratori Il monitoraggio delle acque superficiali prevede il controllo dei principali corsi d acqua (laghi e fiumi) tramite la misura delle acque, della vegetazione acquatica, dei sedimenti e del detrito minerale organico sedimentabile (DMOS). I pesci, ed in particolare le specie carnivore, sono in grado di accumulare i radionuclidi presenti e forniscono utili indicazioni sulla qualità delle acque superficiali. Vengono controllati anche i principali depuratori misurando le acque in ingresso (reflui fognari), le acque depurate in uscita ed i fanghi usati per i trattamenti di depurazione. Il monitoraggio radiometrico delle acque superficiali prevede il controllo dei principali laghi e fiumi tramite la misura delle acque, della fauna e della vegetazione acquatica, dei sedimenti e del detrito minerale organico sedimentabile. Vengono controllati anche i principali impianti di depurazione delle acque reflue urbane, allo scopo di verificare la qualità delle acque immessa nei corpi idrici a valle della depurazione e controllare nel contempo la presenza di eventuali accumuli di radioattività presso gli impianti (in particolare nei fanghi di depurazione). Le acque superficiali Il controllo delle acque di lago e di fiume prevede la misura della concentrazione di attività alfa e beta totale, dei gamma emettitori (tra cui cesio 137 e iodio 131) nonché, in alcuni casi, analisi di approfondimento per la ricerca dei radioisotopi artificiali stronzio 90 e plutonio 238, 239 e 240. Nel 2012 sono stati monitorati i principali laghi lombardi (laghi Ceresio, Lario, Maggiore, Endine, Iseo,) mentre il lago di Garda era già stato oggetto di una campagna specifica dato l esteso uso delle sue acque a scopo potabile. Sono state inoltre campionate e misurate le acque dei fiumi Brembo, Cherio, Lambro, Mincio, Oglio, Serio, Po, Ticino. I sedimenti e il Detrito Minerale Organico Sedimentabile (DMOS) Il Detrito Minerale Organico Sedimentabile (DMOS) è il materiale in sospensione nell acqua di un fiume che tende a sedimentarsi nell alveo del fiume stesso. A differenza dei sedimenti, il DMOS è in fase di sospensione, concentra i radionuclidi presenti in acqua e fornisce quindi informazioni sulla storia recente del corso d acqua superficiale, permettendo l individuazione di eventuali recenti contaminazioni. Per tale motivo le misure previste sono quelle dei radionuclidi gamma emettitori a vita breve, oltre alla misura del cesio 137. I pesci d acqua dolce I pesci d acqua dolce costituiscono, oltre che un alimento, anche un buon bioindicatore della contaminazione delle acque superficiali, in particolare per quanto riguarda i laghi che sono spesso caratterizzati da fattori di ricambio delle acque 32
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