IL CONTESTO SOCIOECONOMICO DELLA MONTAGNA FRIULANA NEGLI ANNI DELLA CRISI

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1 IL CONTESTO SOCIOECONOMICO DELLA MONTAGNA FRIULANA NEGLI ANNI DELLA CRISI Luglio 2012

2 INDICE: 1. LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE IL TESSUTO PRODUTTIVO IL MERCATO DEL LAVORO ALCUNI ELEMENTI DI RIFLESSIONE...22 Appendice: I COMUNI DELL AREA MONTANA

3 1. LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE L area montana della provincia di Udine comprende 37 comuni 1, occupa il 43% del territorio provinciale e il 27% di quello regionale; la densità della popolazione è pari a circa 1/5 di quella dell intera provincia (Tabella 1). Si precisa che, per una questione di maggiore omogeneità del territorio, si è scelto di circoscrivere l analisi alle seguenti aree della provincia di Udine: Carnia, Val Canale, Canal del Ferro, Val Resia (Figura 1). Figura 1 Il territorio dell area montana della provincia di Udine FORNI DI SOPRA FORNI DI SOTTO PRATO CARNICO SAURIS FORNI AVOLTRI AMPEZZO LIGOSULLO RIGOLATO CERCIVENTO PAULARO RAVASCLETTO COMEGLIANS TREPPO CARNICO OVARO RAVEO SOCCHIEVE PREONE LAUCO PALUZZA SUTRIO ENEMONZO VILLA SANTINA ZUGLIO ARTA TERME TOLMEZZO VERZEGNIS CAVAZZO CARNICO AMARO BORDANO MOGGIO UDINESE RESIUTTA PONTEBBA MALBORGHETTO VALBRUNA DOGNA CHIUSAFORTE RESIA TARVISIO n. comuni superficie kmq Tabella 1 Popolazione residente 2 densità 2011 (ab./kmq) var. ass var. % Montagna UD ,0 24, ,7 Pianura UD ,3 175, ,4 Totale prov. UD ,3 110, ,3 GO ,0 305, ,4 PN ,3 138, ,1 TS 6 211, , ,2 FVG ,4 157, ,4 Fonte: elaborazioni Ires-FVG su dati Istat 1 Per l elenco dei comuni considerati si rimanda all Appendice. 2 I dati demografici sono aggiornati al 01/01 di ogni anno. 3 Per semplicità, con la denominazione Pianura si intende tutta l area della provincia non considerata come montana nella presente analisi. 3

4 Nell ultimo decennio l area della montagna friulana evidenzia una netta diminuzione della popolazione residente, mostrando che i fenomeni di spopolamento ed erosione del tessuto sociale e produttivo sono continuati anche negli anni più recenti. La popolazione residente nelle aree montane della provincia di Udine, in base ai dati dell Istat e delle anagrafi comunali, è infatti diminuita di oltre unità dal 2002 al 2011 (-4,7%), scendendo quasi a quota abitanti, pari al 9,5% della popolazione provinciale. A livello regionale solo la provincia di Trieste denota una tendenza negativa nello stesso periodo, anche se di minore entità in termini percentuali (-2,2%). Tabella 2 Le differenti dinamiche demografiche a livello comunale, I comuni in cui la popolazione è aumentata (var.%) I comuni in cui la popolazione è fortemente diminuita (var.%) Amaro 6,2 Prato Carnico -10,0 Sauris 3,6 Ravascletto -11,1 Raveo 3,5 Forni Avoltri -11,2 Bordano 3,3 Moggio Udinese -12,0 Verzegnis 2,4 Pontebba -12,9 Arta Terme 1,7 Chiusaforte -13,5 Villa Santina 1,6 Resia -14,1 Tolmezzo 0,6 Comeglians -15,4 Treppo Carnico 0,6 Rigolato -19,8 Enemonzo 0,4 Dogna -21,9 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat All interno dell area montana ci sono alcuni comuni, tra i più periferici, che presentano un decremento molto marcato (Tabella 2), tra cui: Dogna (-21,9%), Rigolato (-19,8%), Comeglians (- 15,4%), Resia (-14,1%), Chiusaforte (-13,5%), Pontebba (-12,9%), Moggio Udinese (-12%), Forni Avoltri (-11,2%), Ravascletto (-11,1%), Prato Carnico (-10%). Sono invece pochi quelli che presentano una variazione positiva, tra cui: Amaro (+6,2%), Sauris (+3,6%), Raveo (+3,5%), Bordano (+3,3%). Figura 2 L andamento della popolazione residente secondo i Censimenti ,0 8,7 4,4 3,3 3,1 2,6 var. % var. % ,1-2 -0,7-1,2-1, ,5-3,8-6,1-6,7 PN Pianura UD Prov. UD FVG GO TS Montagna UD Fonte: elab. Ires-FVG su dati Censimenti della popolazione Istat. Dati 2011 provvisori 4 Si tenga presente che i dati dei Censimenti non coincidono quelli elaborati dall Istat e relativi alle anagrafi comunali sia per la difformità delle fonti, sia perché si riferiscono a periodi diversi. 4

5 I dati forniti dalle ultime rilevazioni censuarie, che permettono di esaminare un arco temporale più ampio, indicano che la diminuzione della popolazione registrata nell ultimo decennio è quasi analoga a quella del precedente periodo. Tra il 1991 e il 2001, infatti, la popolazione della montagna friulana è diminuita del 6,7% e la flessione registrata tra il 2001 e il 2011 è stata pari al 6,1%. Pertanto si può osservare che il declino demografico è proseguito ad un ritmo costante negli ultimi venti anni. Rispetto al resto del territorio regionale l area montana non ha beneficiato di rilevanti flussi migratori e si connota per una modesta presenza della componente straniera. Tabella 3 Popolazione straniera residente var. ass var. % Montagna UD ,5 Pianura UD ,8 Totale prov. UD ,5 GO ,3 PN ,6 TS ,4 FVG ,2 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat Tabella 4 Incidenza % della popolazione straniera residente, Montagna UD 1,4 3,2 Pianura UD 2,8 7,7 Totale prov. UD 2,6 7,3 GO 2,8 7,6 PN 3,9 11,4 TS 4,1 8,1 FVG 3,2 8,5 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat La popolazione straniera residente negli ultimi dieci anni è comunque raddoppiata, passando da circa 750 a oltre unità. L incidenza della popolazione straniera residente in montagna è la più bassa a livello regionale, attestandosi al 3,2% nel Tale valore è pari a meno della metà rispetto all incidenza rilevata nel complesso del territorio provinciale (7,3%). Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri residenti in montagna, al primo posto si trovano i cittadini della Romania (quasi il 25% di tutti gli immigrati presenti sul territorio), in maniera analoga a quanto avviene anche a livello provinciale. La comunità albanese riveste un ruolo decisamente più contenuto rispetto a quanto si rileva nel resto della provincia; al contrario si riscontra un incidenza più elevata sul totale degli stranieri dei cittadini provenienti dal Marocco, dall Ucraina e soprattutto dalla Polonia (5,5% contro 2%). L importanza di questi ultimi paesi di provenienza, assieme all osservazione che la percentuale di donne tra gli stranieri è sensibilmente più elevata in montagna rispetto al contesto provinciale (58,9% contro 52,6%), fa concludere che una gran parte di esse siano 5

6 impegnate nell attività di cura e assistenza agli anziani (le cosiddette badanti ). La montagna della provincia di Udine presenta peraltro un elevato indice di invecchiamento, che contribuisce a spiegare l andamento demografico negativo che è stato illustrato. Figura 3 - Incidenza % della popolazione straniera residente, , ,5 8,1 7,7 7,6 7, ,9 3,2 4,1 2,8 2,8 2,6 3,2 2 1,4 0 PN FVG TS Pianura UD GO Prov. UD Montagna UD Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat Tabella 5 La popolazione straniera per paese di provenienza (% sul totale degli stranieri residenti) Montagna UD Provincia UD Romania 24,6 Romania 20,7 Marocco 9,4 Albania 14,3 Ucraina 8,1 Ucraina 6,6 Polonia 5,5 Serbia 5,7 Albania 4,4 Marocco 5,1 Bosnia-Erzegovina 4,3 Bosnia-Erzegovina 4,4 Altri paesi 43,7 Altri paesi 43,1 Totale 100,0 Totale 100,0 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat Tabella 6 Variazione della popolazione nell area montana per classi anagrafiche Classi di età var. ass var. % , ,4 65 e più ,8 Totale ,7 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat La scomposizione della popolazione in classi anagrafiche mostra innanzitutto che nell ultimo decennio la popolazione è diminuita sensibilmente sia nella classe under 15 (-7,7%), sia nella fascia tra i 15 e i 64 anni (-8,4%); al contrario è cresciuta solo la popolazione al di sopra dei 65 anni (+8,8%). Tali andamenti mostrano pertanto che si sta decisamente riducendo il ricambio demografico così 6

7 come la popolazione in età lavorativa, e hanno delle importanti implicazioni in termini di sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo. La popolazione anziana, per convenzione considerata tale sopra i 65 anni, in montagna presenta uno dei valori maggiori a livello regionale, ormai vicino al 25% (esattamente il 24,2% nel 2011, pari a quasi unità in termini assoluti). In regione solo le due province isontino-giuliane presentano un indice maggiore di invecchiamento; in particolare Trieste fa registrare un incidenza che si avvicina al 30%. Si può infine osservare che l indice di invecchiamento nell area montana della provincia di Udine è cresciuto di ben 3 punti percentuali nell ultimo decennio. Tabella 7 Popolazione anziana (over 65), var. ass var. % Montagna UD ,8 Pianura UD ,1 Totale prov. UD ,2 GO ,2 PN ,1 TS ,5 FVG ,0 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat Figura 4 - Incidenza % della popolazione anziana (over 65), , ,5 22,6 24,7 24,2 23,4 22,9 22, ,2 21,4 20,6 20,5 20, , TS GO Montagna UD FVG Prov. UD Pianura UD PN Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat 7

8 2. IL TESSUTO PRODUTTIVO Parallelamente al fenomeno del decremento demografico, nell area montana è possibile ravvisare una tendenza ormai di lungo periodo che ha portato all impoverimento del tessuto produttivo. Da questo punto di vista il numero di imprese attive con sede nei territori montani dal 2009 al 2011 è diminuito di 76 unità, pari a una flessione del 2%. Solo in pochissimi comuni si è avuto un modesto incremento, come a Forni di Sopra (+7 unità) e a Bordano (+5 unità). Si tratta del peggior risultato a livello regionale, analogo a quello registrato nella provincia di Gorizia (-2,2%). Evidentemente le difficoltà legate alla crisi economica hanno prodotto degli effetti tangibili anche in aree già decisamente fragili come quella montana. Nel complesso nell area montana ha sede l 8% delle imprese attive in tutta la provincia di Udine (3.764 su , Tabella 8). Tabella 8 Numero totale di imprese attive, var. ass. var. % Montagna UD ,0 Pianura UD ,7 Totale prov. UD ,8 GO ,2 PN ,6 TS ,8 FVG ,9 È interessante osservare che anche nell area montana della provincia di Udine si sta verificando una tendenza in atto a livello regionale e nazionale, ossia una crescita dell incidenza delle imprese con forme giuridiche strutturate, in particolare le società di capitali, a scapito delle società di persone e delle ditte individuali. A tale proposito in diversi settori si può rilevare che queste tipologie di impresa sono riuscite ad affrontare meglio i recenti periodi di difficoltà. Le piccole imprese risultano invece particolarmente penalizzate, ad esempio sul versante dell accesso al credito; a tale proposito appaiono importanti gli interventi istituzionali che favoriscono i processi di aggregazione e innovazione delle imprese (es. in reti, filiere, ecc.). La dinamica descritta è maggiormente significativa in contesti come quello regionale e del Nordest, che hanno basato il proprio successo economico su un tessuto produttivo fortemente caratterizzato da un assetto proprietario individuale o familiare. Risulta invece nel complesso stabile l andamento delle altre forme societarie, raggruppamento residuale e con un modesto peso in termini numerici (3%), che comprende soprattutto le società cooperative e i consorzi. Nel periodo si può pertanto notare che il numero di società di capitali (il 95% sono Srl) nell area montana è rimasto costante, a fronte di una contrazione delle società di persone e delle ditte individuali (Tabella 9). 5 I dati relativi alle imprese attive sono riferiti al 31/12 di ogni anno. 8

9 Tabella 9 - Imprese attive nella montagna friulana per forma giuridica, var. ass. var. % Soc. di capitali ,2 Soc. di persone ,9 Ditte individuali ,3 Altre forme ,7 Totale ,0 Si può comunque osservare (Tabella 10) che il peso delle società di capitali risulta molto minore nell area montana rispetto al resto del territorio provinciale (10,7% contro 16% nel 2011), mentre l incidenza delle imprese individuali è più elevato (66,8% contro 63,4%). Tabella 10 - Imprese attive per forma giuridica, (val.%) Montagna UD Provincia UD Soc. capitali 10,7 16,0 Soc. persone 19,5 18,9 Ditte individuali 66,8 63,4 Altre forme 3,0 1,7 Totale 100,0 100,0 A livello settoriale si evidenzia innanzitutto un netto calo del numero di imprese attive nel comparto primario. Si tratta di un processo generale di ristrutturazione, particolarmente accentuato nelle aree montane dove le condizioni per svolgere l attività agricola sono spesso più complesse, che interessa da lungo tempo il settore causando l espulsione di un elevato numero di imprese ogni anno, soprattutto le più marginali. Tabella 11 Numero totale di imprese attive nella montagna friulana per settore, var. ass. var. % Agricoltura ,9 Silvicoltura ,8 Industria ,1 Costruzioni ,9 Commercio ingrosso ,9 Commercio dettaglio ,9 Alberghi e ristoranti ,5 Altre attività di servizi ,2 Non class nc Totale ,0 Anche le dinamiche negative relative all industria e all edilizia riflettono delle tendenze più generali, legate all attuale fase di crisi che ha colpito duramente il comparto manifatturiero. Per quanto riguarda l edilizia occorre ricordare che, dopo anni di crescita del numero di imprese, soprattutto 9

10 individuali, nell ultimo periodo il comparto denota una sensibile inversione di tendenza. Il settore delle costruzioni in montagna presenta una variazione negativa di maggiore entità rispetto alla media provinciale e regionale (Tabella 16). Il commercio evidenzia una netta diminuzione del numero di imprese attive, scontando il forte ristagno dei consumi e la perdita del potere d acquisto delle famiglie negli ultimi anni; a questi elementi bisogna aggiungere le specificità dell area montana, dove sopravvivono con sempre maggiori difficoltà i piccoli esercizi commerciali che svolgono anche una funzione sociale in aree più lontane dalle direttrici della grande distribuzione. Nel commercio al dettaglio solo la provincia di Gorizia presenta un risultato peggiore nel biennio Gran parte dei punti vendita sono venuti meno nel 2010, quando il saldo negativo è stato pari a 27 unità, pari a -4,1% in un solo anno. Il settore alberghiero e della ristorazione fa segnare una flessione del 2,5% del numero di aziende operanti sul territorio; si tratta di un dato in controtendenza, che sicuramente non appare in linea con il rafforzamento del settore turistico nell area montana. Infine si può osservare che si registrano degli incrementi solamente nelle imprese che svolgono l attività di silvicoltura, una specificità produttiva dell area montana, e nei servizi, in particolare nei servizi alla persona (lavanderie, parrucchieri, centri estetici, centri benessere, ecc.). Tabella 12 Imprese attive per settore, 2011 (ripartizione %) Montagna UD Provincia UD Regione FVG Agricoltura 11,8 20,4 17,5 Silvicoltura 2,4 0,5 0,3 Industria 12,4 10,9 10,9 Costruzioni 18,3 16,2 16,2 Commercio ingrosso 5,5 10,5 11,3 Commercio dettaglio 16,6 10,7 11,6 Alberghi e ristoranti 15,5 7,9 7,9 Altre attività di servizi 17,5 22,7 24,2 Non class. 0,1 0,1 0,1 Totale 100,0 100,0 100,0 Rispetto al contesto provinciale e a quello regionale, si può inoltre osservare (Tabella 12) che la montagna friulana presenta un incidenza pari alla metà rispetto alla provincia di Udine in termini di imprese agricole. Come detto il comparto della silvicoltura presenta invece un numero di imprese molto più significativo nell area montana (nel 2011 sono 92, pari al 2,4%): si tratta in prevalenza di ditte individuali (nel 69,6% dei casi), seguono le società di persone (18,5%), le altre forme (9,8%, soprattutto società cooperative), mentre le società di capitali sono appena 2 (il 2,2%). L attività prevalente è quelle dell utilizzo di aree forestali, ad esempio per la produzione di energia o di legname per l industria. Anche il commercio e il terziario nell area montana mostrano dei valori percentuali meno elevati, mentre il settore alberghiero e della ristorazione, sempre in termini di numero di imprese attive, evidenzia un incidenza doppia (15,5% contro 7,9%). Nelle tabelle che seguono viene proposto un confronto a livello settoriale e territoriale relativo alle imprese attive nel triennio

11 Tabella 13 Numero di imprese attive, Agricoltura var. ass. var. % Montagna UD ,9 Pianura UD ,0 Totale prov. UD ,9 GO ,4 PN ,8 TS ,2 FVG ,7 Tabella 14 Numero di imprese attive, Silvicoltura var. ass. var. % Montagna UD ,8 Pianura UD ,8 Totale prov. UD ,4 GO ,2 PN ,1 TS ,0 FVG ,8 Tabella 15 Numero di imprese attive, Industria var. ass. var. % Montagna UD ,1 Pianura UD ,1 Totale prov. UD ,0 GO ,2 PN ,5 TS ,2 FVG ,6 Tabella 16 Numero di imprese attive, Costruzioni var. ass. var. % Montagna UD ,9 Pianura UD ,3 Totale prov. UD ,5 GO ,5 PN ,0 TS ,0 FVG ,7 11

12 Tabella 17 Numero di imprese attive, Commercio all ingrosso var. ass. var. % Montagna UD ,9 Pianura UD ,8 Totale prov. UD ,0 GO ,8 PN ,8 TS ,3 FVG ,9 Tabella 18 Numero di imprese attive, Commercio al dettaglio var. ass. var. % Montagna UD ,9 Pianura UD ,0 Totale prov. UD ,6 GO ,0 PN ,0 TS ,3 FVG ,2 Tabella 19 Numero di imprese attive, Alberghi e ristoranti var. ass. var. % Montagna UD ,5 Pianura UD ,8 Totale prov. UD ,7 GO ,6 PN ,2 TS ,4 FVG ,4 Tabella 20 Numero di imprese attive, Altre attività di servizi var. ass. var. % Montagna UD ,2 Pianura UD ,4 Totale prov. UD ,3 GO ,8 PN ,3 TS ,8 FVG ,2 12

13 Ulteriori indicatori permettono di analizzare lo stato di salute del sistema produttivo della montagna friulana. In media nell ultimo periodo ci sono state circa 220 iscrizioni ogni anno nel Registro delle Imprese nel territorio montano in provincia di Udine; il numero di cessazioni dell attività è stato però costantemente superiore, pertanto i saldi risultano sempre negativi (Tabella 21). Tabella 21 Iscrizioni e cessazioni nel R.I. della montagna friulana per forma giuridica, Iscrizioni Cessazioni non di ufficio Saldo tra iscrizioni e cessazioni Il tasso di imprenditorialità dell area montana in esame, misurato in termini di imprese attive ogni abitanti, mostra un valore costante negli ultimi anni (Tabella 22), come risultato della contrazione del numero di imprese che procede di pari passo con la diminuzione della popolazione residente. Nel 2001 tale valore era pari a 73,4 e risultava decisamente inferiore sia al tasso di imprenditorialità provinciale che regionale; solo le province di Gorizia e Trieste presentano degli indici meno elevati. Tabella 22 - Tasso di imprenditorialità (imprese attive per ab.) Montagna UD 73,7 73,5 73,4 Pianura UD 90,3 89,7 89,2 Totale prov. UD 88,7 88,1 87,7 GO 69,9 69,3 68,3 PN 83,7 83,1 82,4 TS 62,8 62,6 62,3 FVG 80,3 79,8 79,2 6 Si ricorda che, a partire dal 2005, in applicazione del D.p.r. 247 del 23/07/2004 e successiva circolare n 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, le Camere di commercio possono procedere alla cancellazione d ufficio dal Registro delle imprese di aziende non più operative da almeno tre anni. 13

14 3. IL MERCATO DEL LAVORO Una fonte informativa molto importante per analizzare il mercato del lavoro a livello territoriale è costituita dai dati di flusso relativi alle comunicazioni obbligatorie di assunzione e cessazione effettuate dai datori di lavoro ai Centri per l Impiego competenti. Tabella 23 Assunzioni nell area montana, Var. % Per genere Femmine ,9 Maschi ,8 TOTALE ,6 Per classe di età anni , anni , anni , anni ,1 55 anni e oltre ,7 TOTALE ,6 Per cittadinanza Italiani ,5 Altri UE ,9 Extra UE ,2 TOTALE ,6 Per settore di attività Agricoltura e pesca ,8 Industria ,7 Costruzioni ,8 Commercio ,6 Servizi ,8 n.d ,6 TOTALE ,6 Per tipologia contrattuale Apprendistato e f.l ,5 Tempo determinato ,9 Tempo indeterminato ,0 Parasubordinato ,9 Somministrato ,8 Intermittente ,9 Tirocinio ,0 Lavoro domestico ,4 Lsu, Lpu ,9 TOTALE ,6 Fonte: elaborazioni Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine 8 7 Si precisa che le assunzioni, le cessazioni dei rapporti di lavoro e le richieste di ingresso in mobilità sono state attribuite all ambito distrettuale in esame in base al domicilio dei lavoratori interessati. 8 I dati forniti dall Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine provengono dalla banca dati Ergon@t e l estrazione risale ad aprile

15 Come si può notare, dopo il crollo registrato nel 2009, l anno finora più drammatico della crisi, l ultimo biennio ha fatto registrare una moderata inversione di tendenza relativamente alla domanda di lavoro. Nel 2011 nell area montana della provincia di Udine gli avviamenti sono cresciuti dell 8,6% e le cessazioni del 4,7%, a riprova della ripresa del turnover occupazionale. I saldi tra assunzioni e cessazioni, comunque, rimangono negativi in tutto il triennio (Tabella 28). Per quanto riguarda le assunzioni suddivise per classi di età, si può notare che anche nell area montana i giovani incontrano delle difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro; tra il 2009 e il 2011, infatti, il numero di assunzioni nella classe degli under 25 è l unica che è rimasta stabile (-0,1%). La ripresa più sostenuta delle assunzioni ha riguardato la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni. Gli over 45, invece, rispetto al contesto provinciale sembrano beneficiare di meno degli incentivi all assunzione e degli sgravi legati agli ammortizzatori sociali. Si pensi alla convenienza per le imprese di assumere a tempo determinato i lavoratori in mobilità, portatori rispetto ai giovani non solo di sgravi contributivi ma anche di un esperienza lavorativa pregressa. Infatti in provincia di Udine la crescita delle assunzioni nelle fasce di età over 45 è stata sensibilmente più elevata (Tabella 25). Gli over 45 costituiscono peraltro un target particolarmente debole alla luce delle recenti evoluzioni normative, in quanto presentano dei saldi tra assunzioni e cessazioni decisamente negativi, inoltre vedono allontanarsi sempre di più il momento del pensionamento. Tabella 24 Avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro, variazione % ,6 Avviamenti 8 7,6 7,4 Cessazioni 6 4 4,7 4,2 4,1 2 0 Montagna UD Provincia UD FVG Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine Tabella 25 Variazione % delle assunzioni per classe di età Montagna UD Provincia UD anni -0,1 4, anni 11,8 3, anni 15,1 10, anni 8,1 17,8 55 anni e oltre 3,7 5,7 TOTALE 8,6 7,6 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine 15

16 Tabella 26 Assunzioni nell area montana per tipologia contrattuale (val. %) e confronto con la provincia di Udine Prov. UD 2011 Apprendistato e f.l. 5,6 4,1 4,0 3,5 Tempo determinato 46,9 44,6 48,3 43,3 Tempo indeterminato 18,3 15,3 11,3 11,7 Parasubordinato 9,7 10,8 9,1 10,9 Somministrato 8,7 11,7 11,5 14,9 Intermittente 5,9 8,8 10,2 8,7 Tirocinio 1,5 2,0 2,0 2,4 Lavoro domestico 3,2 2,3 2,6 3,8 Lsu, Lpu 0,4 0,4 1,0 0,8 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine I nuovi rapporti di lavoro sono ormai sempre più di rado a tempo indeterminato (erano l 11% nel 2011 contro il 18% di due anni prima), mentre prevalgono sempre di più i contratti a termine o le forme contrattuali cosiddette atipiche come il lavoro interinale e il lavoro parasubordinato. Negli ultimi anni è inoltre degna di nota la crescita molto sostenuta dei contratti di lavoro intermittente (o a chiamata), che si rileva soprattutto nel terziario per soddisfare i fabbisogni professionali particolarmente flessibili espressi dalle aziende, principalmente nel comparto alberghiero e della ristorazione, soprattutto per le qualifiche di camerieri, baristi e cuochi. Si tratta di un contratto mediante il quale un lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per svolgere determinate prestazioni di carattere discontinuo o intermittente (individuate dalla contrattazione collettiva nazionale o territoriale) o per svolgere prestazioni in determinati periodi nell'arco della settimana, del mese o dell'anno. L espansione del ricorso a tale tipologia contrattuale, utilizzata soprattutto per i lavoratori più giovani, può in certi casi sottintendere fenomeni di emersione del lavoro sommerso, proprio per il carattere di estrema flessibilità. Anche la rilevante incidenza del lavoro domestico può assumere delle sfumature analoghe, in quanto riguarda soprattutto il lavoro di cura e assistenza delle cosiddette badanti, su cui in regione sono state fatte da tempo diverse sperimentazioni. L analisi dei movimenti di assunzione mostra una crescita delle assunzioni dei lavoratori italiani dall 88% al 90%, mentre diminuiscono quelle degli stranieri, peraltro già poco rilevanti in termini quantitativi. L osservazione dei saldi tra assunzioni e cessazioni a livello settoriale conferma come in questi anni siano stati particolarmente penalizzati i comparti dell industria e delle costruzioni (Tabella 28), mentre si rileva una sostanziale tenuta del terziario. 16

17 Tabella 27 Cessazioni nell area montana, Per genere Var. % Femmine ,5 Maschi ,6 TOTALE ,7 Per classe di età anni , anni , anni , anni ,9 55 anni e oltre ,0 TOTALE ,7 Per cittadinanza Italiani ,8 Altri UE ,4 Extra UE ,0 TOTALE ,7 Per settore di attività Agricoltura e pesca ,1 Industria ,2 Costruzioni ,0 Commercio ,8 Servizi ,3 n.d ,4 TOTALE ,7 Per tipologia contrattuale Apprendistato e f.l ,0 Tempo determinato ,4 Tempo indeterminato ,3 Parasubordinato ,9 Somministrato ,0 Intermittente ,7 Tirocinio ,6 Lavoro domestico ,2 Lsu, Lpu ,3 TOTALE ,7 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine I saldi tra assunzioni e cessazioni mostrano anche una migliore performance della componente femminile, legata al migliore andamento del comparto terziario e al fatto che l industria, maggiormente colpita dalla crisi, comprende settori generalmente a maggiore intensità di lavoro maschile. Inoltre si possono osservare dei saldi particolarmente negativi in corrispondenza delle fasce di età più elevate e dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. 17

18 Tabella 28 Saldi tra assunzioni e cessazioni nell area montana, somma Per genere Femmine Maschi TOTALE Per classe di età anni anni anni anni anni e oltre TOTALE Per cittadinanza Italiani Altri UE Extra UE TOTALE Per settore di attività Agricoltura e pesca Industria Costruzioni Commercio Servizi n.d TOTALE Per tipologia contrattuale Apprendistato e f.l Tempo determinato Tempo indeterminato Parasubordinato Somministrato Intermittente Tirocinio Lavoro domestico Lsu, Lpu TOTALE Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine I flussi di ingresso nelle liste di mobilità, che corrispondono ad altrettanti posti di lavoro persi, costituiscono un sensibile indicatore dello stato di salute di un sistema produttivo, in particolare del settore industriale. Da questo punto di vista l area montana risulta in controtendenza, in quanto dal dal 2009 al 2011 crescono gli ingressi in mobilità (da 358 a 365). A livello provinciale e regionale, invece, si è toccato un picco nel 2009, mentre negli ultimi due anni i nuovi ingressi in mobilità sono diminuiti. Interessante notare che, tra le richieste di ingresso in mobilità, nell area montana hanno un peso maggiore gli over 45 rispetto al resto del territorio provinciale (Tabella 30). Come è prevedibile, inoltre, questo ammortizzatore sociale interessa quasi esclusivamente i lavoratori italiani (91% dei casi contro l 84% nella provincia di Udine) e soprattutto gli uomini (nel triennio in montagna il 65% degli ingressi, contro 60% provincia di Udine). Prevalgono infine gli ingressi in mobilità in base alla L.236/93 (64,5% nel triennio) rispetto alla L.223/91 (35,5% contro 28,4% in provincia di Udine). 18

19 SI ricorda che la mobilità in base alla L.223/91 riguarda le imprese di maggiori dimensioni, prevede un sostegno al reddito per il lavoratore e fa seguito a: esaurimento della cassa integrazione straordinaria, licenziamento per riduzione di personale o trasformazione di attività o di lavoro, licenziamento per cessazione dell attività da parte dell azienda. La seconda tipologia di lista di mobilità (L.236/93) prevede invece l iscrizione volontaria da parte di soggetti espulsi da piccole imprese (per riduzione di personale o cessazione di attività), privi di indennità, per i quali sono previsti incentivi rivolti alle imprese che li assumono. Nella Tabella 31 si può notare che aumentano soprattutto le richieste di iscrizione in base alla L.223/91 (sia in termini assoluti che relativi), mentre sono in diminuzione quelle relative alla L.236/93, sintomo dell allargamento della crisi sempre più a imprese di grandi dimensioni. Tabella 29 - Le richieste di ingresso in mobilità per residenti in età lavorativa 12,0 11,5 11,6 11,0 10,5 10,6 11,0 10,1 10,0 10,1 10,0 9, , ,0 7,0 6,0 MONTAGNA UD PROVINCIA UD REGIONE FVG Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine Tabella 30 - Le richieste di ingresso in mobilità per classe di età (ripartizione %) 40,0 35,0 35,1 PROVINCIA UD MONTAGNA UD 30,0 25,0 24,9 24,7 30,3 27,2 25,5 20,0 15,0 10,0 11,0 14,3 5,0 3,6 3,5 0, anni anni anni anni 55 anni e oltre Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine 19

20 Tabella 31 Richieste di ingresso in mobilità nell area montana, Var. % Per genere Femmine ,7 Maschi ,7 TOTALE ,0 Per classe di età anni , anni , anni , anni ,5 55 anni e oltre ,5 TOTALE ,0 Per cittadinanza Italiani ,8 Altri UE ,7 Extra UE ,7 TOTALE ,0 Per settore di attività Agricoltura e pesca n.c. Industria ,0 Costruzioni ,5 Commercio ,8 Servizi ,5 n.d ,0 TOTALE ,0 Per tipologia di lista Mobilità L.223/ ,8 Mobilità L.236/ ,5 TOTALE ,0 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine Per completare l analisi proposta, risulta interessante osservare l andamento del tasso di disoccupazione negli ultimi anni a livello di sistemi locali del lavoro. I sistemi locali del lavoro rappresentano aggregazioni territoriali geograficamente e statisticamente comparabili, costituite da più comuni contigui fra loro, costruite sulla base di un analisi degli spostamenti giornalieri della popolazione per motivi di lavoro, i quali vengono rilevati in occasione dei Censimenti della popolazione. I sistemi locali del lavoro sono pertanto uno strumento di analisi appropriato per indagare la struttura socioeconomica secondo una prospettiva territoriale. Ai primi posti a livello regionale per tasso di disoccupazione, come si può vedere, a parte Latisana ci sono Tarvisio e Ampezzo, con dei valori decisamente elevati nel 2010 (l ultimo anno attualmente disponibile), superiori al 6,5%. Anche i sistemi locali del lavoro di Tolmezzo e Gemona del Friuli presentano una difficile situazione occupazionale; nel 2010 il tasso di disoccupazione di tali aree erano infatti superiori al 6%. Anche in questo caso gli effetti della crisi in atto sono particolarmente evidenti nell area della montagna friulana, mettendo alla prova il suo già fragile tessuto sociale ed economico. 20

21 Tabella 32 Tasso di disoccupazione per sistema locale del lavoro, Latisana 3,9 4,4 6,4 7,7 Tarvisio 9 3,7 4,3 6,1 7,0 Ampezzo 10 3,6 4,1 5,7 6,6 Pordenone 2,8 3,8 4,9 6,4 Tolmezzo 11 3,2 3,6 5,2 6,2 Gemona del Friuli 12 3,1 3,5 5,1 6,1 Cervignano del Friuli 3,9 4,0 5,2 5,8 Friuli Venezia Giulia 3,4 4,3 5,3 5,7 Udine 3,4 4,1 5,8 5,6 Maniago 3,0 4,3 5,0 5,6 Gorizia 3,2 5,7 5,8 5,5 Trieste 4,3 4,5 4,7 4,4 Fonte: elab. Ires-FVG su dati Istat 9 Comprende i seguenti comuni dell area montana: Chiusaforte, Dogna, Malborghetto Valbruna, Pontebba, Tarvisio. 10 Comprende i seguenti comuni dell area montana: Ampezzo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Preone, Sauris, Socchieve. 11 Comprende i seguenti comuni dell area montana: Amaro, Arta Terme, Cavazzo Carnico, Cercivento, Comeglians, Enemonzo, Forni Avoltri, Lauco, Ligosullo, Moggio Udinese, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Ravascletto, Raveo, Resia, Resiutta, Rigolato, Sutrio, Tolmezzo, Treppo Carnico, Verzegnis, Villa Santina, Zuglio. 12 Comprende il comune di Bordano appartenente all area montana. 21

22 4. ALCUNI ELEMENTI DI RIFLESSIONE L analisi svolta ha permesso di evidenziare l intensità con cui sono proseguiti di pari passo il declino sociodemografico e quello economico dell area montana della provincia di Udine. Dal punto di vista demografico è possibile osservare come lo spopolamento tuttora in atto abbia colpito soprattutto i comuni e i territori più periferici della montagna, costituendo pertanto un motivo di particolare preoccupazione. La montagna friulana è stata appena sfiorata in questi anni dal fenomeno dell immigrazione, che a livello provinciale e regionale ha permesso di contrastare il marcato invecchiamento della popolazione residente e il calo della natalità. Gli stranieri in montagna sono pochi, sia in termini assoluti che relativi, e sono cresciuti in misura inferiore rispetto al resto del territorio provinciale e regionale (ad eccezione della provincia di Trieste). È chiaro che i flussi migratori si dirigono soprattutto nelle aree in cui ci sono maggiori opportunità lavorative; in montagna gli stranieri, soprattutto donne provenienti dall Europa centro-orientale, sono impiegati spesso nell assistenza e nella cura degli anziani. Questi ultimi costituiscono ormai il 25% della popolazione residente nell area montana e tale incidenza è fortemente cresciuta nell ultimo decennio. La crisi economica che ha portato all impoverimento del tessuto produttivo provinciale e regionale è risultata particolarmente marcata in montagna. Nello specifico appaiono maggiormente in difficoltà le piccole imprese e alcuni settori produttivi: l industria, l edilizia e il commercio. È chiaro che tali dinamiche penalizzano un territorio già particolarmente fragile, basti pensare al settore del commercio e al ruolo che i piccoli esercizi svolgono nelle aree più lontane dalla grande distribuzione organizzata. Nell ultimo biennio sono diminuite anche le imprese attive nel settore alberghiero e della ristorazione, un dato in controtendenza rispetto a quanto avviene a livello provinciale e regionale, che non appare in linea con le strategie di rilancio del settore turistico in montagna, che rimane ancora una potenzialità parzialmente inespressa del territorio in esame. I dati relativi alle imprese mostrano delle tendenze positive solo per il settore dei servizi alla persona e per il settore della silvicoltura. L utilizzo delle aree boschive per la produzione di energia e di legname per l industria è sicuramente un attività da valorizzare in un territorio ricco di questa materia prima; si consideri inoltre che una parte rilevante delle aziende attive in montagna operano nell industria del legno (taglio e piallatura del legno, fabbricazione di prodotti in legno, falegnameria per l edilizia). A tale proposito esiste uno specifico progetto per far rinascere una filiera forestalegno al fine di utilizzare adeguatamente il patrimonio boschivo e creare nuova occupazione. Per quanto riguarda infine il mercato del lavoro, l analisi ha mostrato che anche nell area montana la crisi ha colpito soprattutto l occupazione maschile nell industria. Inoltre è stata illustrata la forte crescita delle tipologie contrattuali atipiche, le difficoltà che incontrano i giovani ad entrare nel mercato del lavoro e l emergere della classe di età al di sopra dei 45 anni come particolarmente debole, anche alla luce delle recenti evoluzioni normative in materia pensionistica. Ulteriore elemento di preoccupazione è infine costituito dall aumento degli ingressi nelle liste di mobilità di 22

23 lavoratori dell area montana, al contrario di quello che avviene a livello provinciale e regionale dove tali flussi sono sensibilmente diminuiti dal 2009 a oggi. La riduzione della base occupazionale sia nella dimensione del lavoro dipendente che in quella della funzione imprenditoriale, data anche la più bassa propensione all imprenditorialità che il territorio montano esprime, costituisce un significativo impoverimento del capitale sociale, influenzando la capacità di recupero post-crisi. L esame del contesto della montagna friulana ha dunque mostrato un territorio che presentava già notevoli criticità dal punto di vista sociale e produttivo e che è stato messo in ulteriore difficoltà dall attuale crisi economica. È chiaro infine che esiste il pericolo di trascurare le problematiche e le specificità dell area montana, poiché la crisi ha colpito duramente anche il resto del territorio provinciale e regionale e dunque le emergenze a cui fare fronte in questi difficili anni sono molteplici. Infine vengono proposte alcune riflessioni su un possibile approccio dedicato con cui affrontare le problematiche della montagna friulana. Innanzitutto appare opportuno applicare il concetto di filiera corta tipico dell agricoltura a tutti i settori produttivi, cercando di massimizzare la quota di valore aggiunto derivante dai processi produttivi locali, anche perché il peso della montagna come area di consumo finale è estremamente basso. Ciò appare possibile partendo da due risorse fondamentali: Le imprese di maggiori dimensioni insediate nell area, che possono attivare una filiera di subfornitura, di prestazione di servizi, di seconda lavorazione, ecc. in grado di alimentare catene locali del valore. Le risorse naturali presenti nel territorio come il legname. In questa direzione, oltre a risolvere i problemi relativi ad una migliore programmazione degli interventi e ad un efficientamento delle tecniche di taglio, allestimento ed esbosco del legname, si pone il problema di come valorizzare la materia prima nell ambito di filiere produttive locali. Oltre agli usi energetici, per i quali sono utili gli scarti e il materiale di minore qualità, si deve puntare a valorizzare i materiali di buona qualità, ad esempio attraverso un progetto di filiera edilizia volto a specializzare alcune imprese dell area nella bioedilizia e nell edilizia ad elevato risparmio energetico (tra i pochi comparti del settore delle costruzioni a risentire meno della crisi), con un utilizzo intensivo della risorsa legno. Al fine di tradurre in risultati concreti tutte le idee e le progettualità presenti nel territorio, risulta inoltre indispensabile applicare un approccio integrato sia a livello preventivo (che si concretizza in un analisi di fattibilità dei progetti di filiera) sia in fase esecutiva. Troppo spesso nel passato, infatti, progetti di sviluppo settoriali non hanno considerato fin dall inizio la disponibilità di tutti i fattori necessari, con il risultato che si sono realizzate delle infrastrutture ma poi è venuta a mancare l imprenditoria, oppure mancavano le professionalità e le risorse umane (i lavoratori) in grado di sostenere i processi produttivi. In sostanza si propone l applicazione di un modello di intervento che consideri complessivamente la presenza sia dei fattori infrastrutturali, sia di quelli economicofinanziari, sia di quelli umani (imprenditori e lavoratori professionalmente preparati), sia di quelli istituzionali, attivando se necessario processi di accompagnamento a medio termine in grado di orientare le risorse umane del futuro, cioè i pochi giovani rimasti in montagna, verso scelte scolastico-professionali coerenti con le progettualità e le potenzialità del sistema economico locale. 23

24 Appendice: I COMUNI DELL AREA MONTANA Elenco dei comuni che nell analisi sono stati compresi nell area della montagna in provincia di Udine: Amaro Ampezzo Arta Terme Bordano Cavazzo Carnico Cercivento Chiusaforte Comeglians Dogna Enemonzo Forni Avoltri Forni di Sopra Forni di Sotto Lauco Ligosullo Malborghetto Valbruna Moggio Udinese Ovaro Paluzza Paularo Pontebba Prato Carnico Preone Ravascletto Raveo Resia Resiutta Rigolato Sauris Socchieve Sutrio Tarvisio Tolmezzo Treppo Carnico Verzegnis Villa Santina Zuglio 24

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