MODULO RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 14/15/16 Gennaio Lodigiano e Sudmilano nella morsa del freddo, corsa al pronto

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Benedetta Grilli
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1 Pagina 1 di 6 rassegna stampa 14/15/16 Gennaio 2017 IL CITTADINO Lodigiano e Sudmilano nella morsa del freddo, corsa al pronto (14/01/2017) Ospedali sotto assedio : l emergenza non è finita (16/01/2017) Tumore al seno, i dati: oltre 160 i casi trattati all ospedale maggiore (16/01/2017) IL GIORNO

2 Pagina 2 di 6 Lodigiano e Sudmilano nella morsa del freddo, corsa al pronto soccorso di Federico Gaudenzi TUTTI IN CODA Sopra, sotto e a lato la situazione del pronto soccorso di Lodi ieri verso le 12 n Una vera situazione di emergenza ieri mattina negli ospedali del territorio, dal Sudmilano al Lodigiano: tra influenza ed eventi traumatologici a causa del ghiaccio, i presidi di pronto soccorso sono stati presi d assalto, con un numero di accessi ben superiore alla media già alta di questa stagione. La situazione, a tratti, è diventata caotica. A Lodi intorno alle 11 c erano oltre cento accessi e la sala d attesa era gremita di persone oltre il limite, tanto da attirare l attenzione del presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il governatore, infatti, seppur presente in ospedale per questioni personali (un esame medico) e non in visita ufficiale, si è reso conto della situazione anomala e ha incontrato brevemente il direttore generale dell Asst Giuseppe Rossi e i referenti del dipartimento Emergenza Urgenza. «Per far fronte a questa situazione di emergenza spiega il direttore Rossi c è stata una grande collaborazione tra la Direzione Sanitaria e Socio Sanitaria, i presidi e la Rianimazione». Tutti hanno fatto il doppio lavoro: «Molti medici di turno durante la notte - secondo quanto conferma il referente della Direzione Socio Sanitaria sono rimasti in servizio anche nel corso della mattinata per riuscire a smaltire gli accessi, mentre i pazienti a bassa intensità di cura sono stati spostati in presidi periferici; sono stati rimandati gli interventi chirurgici non urgenti, ed è stata attivata una diagnostica in più per le radiografie». Soltanto nella giornata di ieri, infatti, sono stati fatti quasi trecento

3 Pagina 3 di 6 esami radiologici per trauma. In giornata poi sono arrivati i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni), per accertamenti. Nel frattempo, all accettazione del pronto soccorso c erano parecchie decine di persone in coda e la situazione appariva decisamente fuori dal comune. Il 50 per cento circa delle persone si è presentata per via di cadute legate al ghiaccio, con sospette fratture a clavicole, femori e polsi. A ciò si sono aggiunti influenzati, reduci di incidenti stradali e casi di tutti i tipi. Qualcuno, a causa di capogiri o debolezza, cercava un posto dove sedersi, mentre la maggior parte era costretta ad attendere in piedi e gli infermieri chiamavano ad alta voce i nomi dei presenti e dei loro parenti per convocarli all interno del reparto o indirizzarli per gli esami radiologici o altre cure. Il caldo asfissiante della stanza contrastava con il freddo gelido dell esterno, dove qualcuno al telefono informava i congiunti della situazione e li preparava a una lunga attesa, mentre anche cinque o sei ambulanze alla volta erano in coda all accesso carrabile senza possibilità di scaricare i pazienti. Oltre al collasso del pronto soccorso, anche il 118 ha avuto difficoltà a smaltire un numero di richieste d intervento doppio rispetto al solito. Il servizio di pronto intervento (che copre le province di Lodi, Cremona, Pavia e Mantova) ha ricevuto dalla mezzanotte al mezzogiorno di ieri ben seicento chiamate, confermando che in alcuni casi gli utenti hanno dovuto aspettare ben due ore prima di essere soccorsi da un ambulanza. Anche al pronto soccorso di Codogno le cose non sono andate meglio: intorno alle in sala d attesa c erano una trentina di persone e altre continuavano ad arrivare, tanto che versomezzogiorno il personale ha dovuto riesaminare le posizioni dei pazienti che erano lì da quattro ore, per aggiornare l ordine delle visitemediche. Anche lì lamaggior parte dei problemi sanitari era legata a cadute sul ghiaccio. Naturalmente la precedenza è stata data ai casi più gravi entrati in pronto soccorso in codice rosso

4 Pagina 4 di 6 Previsti interventi ortopedici aggiuntivi Ospedali sotto assedio : l emergenza non è finita di Cristina Vercellone Fino all una, nella notte tra venerdì e sabato, allarme rosso in ospedale a Lodi. E la situazione di emergenza non è ancora rientrata, visto oltre 30 persone scivolate sul ghiaccio sono in lista d attesa per essere operate. Quasi 450 malati venerdì, soprattutto a causa delle cadute, hanno preso d assalto il Pronto soccorso di Lodi e Codogno.Nessun operatoreavevamaivisto10ambulanze in coda davanti al presidio di Lodi. Tutte le barelle dei reparti sono state portate in Ps, 12 in più di quelle presenti. Una ventina in tutto. Il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, in ospedale per ragioni personali, si è riunito per un mini summit sulla situazione con il primario del Ps Stefano Paglia, il direttore generale Giuseppe Rossi, il responsabile del dipartimento emergenza urgenza Costantino Bolis e il primario della terapia intensiva Enrico Storti. Nelle stesse ore i Nas hanno fatto ingresso al Maggiore e hanno redatto un verbale sulla gestione del maxi afflusso. Nelle giornate di sabato e ieri la situazione è migliorata,ma è rimasto il sovraffollamento per il picco influenzale. A dirlo sono i dati snocciolati da Paglia e dai suoi collaboratori,quelli rimasti come lui e i colleghi degli altri reparti,per oltre 18 oredi fila a soccorrere i pazienti anche dopo il turno della notte. Dalla mezzanotte alle di venerdì13 gennaio i radiologi hanno effettuatoben290 lastre per fratture. «Venerdì - annota il primario dell ortopedia ErikaViola,che per l occasione ha fatto aprire una sala operatoria in più e raddoppiato il personale - abbiamo operato 14 persone. Insieme a Bolis e Storti abbiamo selezionato i pazienti più urgenti. Quelli giovani, sani e con fratture agli arti superiori sono stati inviati a casa. Abbiamo ancora una coda di 30 persone a casa da operare. Sabato si sono presentate poi altre 6 persone a Lodi e 4 a Codogno con fratture che, consapevoli della situazione,non si erano nemmeno recate in Ps. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) chiederò alla direzione delle sale operatorie in più, perché abbiamo davanti SanBassiano e il giovedì che di solito non è il nostro giorno per la chirurgia. So già che

5 Pagina 5 di 6 troverò sostegno dalla direzione». «Il12, nei 2 Pronto soccorsoannotano Paglia e i suoi collaboratori - abbiamo visitato 275 persone, il 13 quasi 450, il e oggi (ieri, ndr), ma il dato è aggiornato alle prime ore del pomeriggio, 204.Lasituazione è sempre di sovraffollamento, ma non più di emergenza. Venerdì, alle 9, siamo stati avvisati dal 118 che erano in arrivo numerosi feriti, quindi insieme a Bolis, Storti e la dottoressa Angela Bocconi abbiamo attivato la prima unità di crisi e il piano della maxi emergenza.lepostazionimedichesonopassateda3a 7 a Lodi. Le forze dell ordine hanno fatto vigilanza in Pronto soccorso. Tra le9 e le 10 abbiamo capito che la situazione era bollente anche a Codogno, quindi abbiamo chiesto al 118 di dirottare i malati a Lodi. Le dirigenti Bocconi e Romana Coccaglio hanno preso in mano la situazione. Il direttore sociosanitario Paolo Bernocchi ha disposto i ricoveri straordinari, spostato 5 pazienti dall area medica a Casale e Sant Angelo. I due ospedali avevano tutti i letti pieni e hanno effettuato ricoveri straordinari,per liberare anche i letti dell ortopedia. Molti cittadini hanno avuto l intelligenza di lasciare spontaneamente il Pronto soccorso da soli per fare spazio agli altri. Sono stati davvero bravi. È successo a 22 persone a Lodi e 9 a Codogno. Ringrazio pubblicamente gli operatori del Pronto soccorso che hanno affrontato con professionalità e tenacia la situazione anomala. Non è scontato. Eravamo già d accordo con il responsabile del 118 :se fosse arrivata la seconda ondata di malati, avremmo allertato il prefetto».

6 Pagina 6 di 6 Tumore al seno, i dati: oltre 160 i casi trattati all ospedale maggiore di (A. R.) Dal 2014 ad oggi l Azienda ospedaliera di Lodi ha trattato più di 160 casi di tumore al seno. I dai forniti da Mario Passamonti, medico dell equipe di senologia del Maggiore, non sono confortanti, ma grazie alla Breast Unit (unità di senologia) attivata dall azienda, oggi le donne possono contare su un centro ad alta specializzazione. Passamonti è stato invitato, sabato pomeriggio, ad approfondire il tema della prevenzione e della cura al centro civico di Bargano (Villanova). Le associazioni Amici del Borio, La teoria dei colori e Amici nuovi hanno organizzato l evento in ricordo di Federica Sabadini, una concittadina 27enne scomparsa l autunno scorso dopo essere stata a lungo malata. Insieme al medico, sono intervenuti altri colleghi della senologia, in particolare Mariateresa Bernini che ha trattato specificamente i metodi di prevenzione, Marco Placucci che si è concentrato sugli aspetti legati all intervento chirurgico e Paola Sagrada che è entrata nel merito della malattia. Tra i motivi di vanto della senologia di Lodi, da ricordare il recente acquisto di tre nuovi mammografi dotati di termosintesi, una nuova modalità di esecuzione dell esame presente in pochi centri lombardi, e la donazione (dicembre 2016), da parte di un istituto di credito e dell associazione Alao, del Mammotome. La conferenza, promossa in collaborazione con la Banca di credito cooperativo di Borghetto Lodigiano, è stata introdotta da Danilo Gatti, presidente di Amici del Borio, che ha ricordato alle donne presenti in sala la possibilità di essere contattate, su richiesta, per svolgere un attività di screening.

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