Insegnamento di Psicologia sociale dei gruppi

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1 Università degli Studi di Enna Kore CdL in Scienze e Tecniche Psicologiche Insegnamento di Psicologia sociale dei gruppi Prof.ssa Irene Petruccelli irene.petruccelli@unikore.it Enna, 10 maggio 2016 A.A

2 Tipologie di Famiglie! Famiglie ricostituite! Famiglie di prima costituzione

3 Compiti di sviluppo dei genitori Riuscire a coordinarsi nella plurinuclearità. Esercitare una genitorialità sociale. Rapportarsi con il contesto più allargato. Essere genitori GL significa andare oltre la genitorialità biologia, oltre il legame di sangue figli-genitori. Il supporto più forte per i genitori GL è la rete degli amici (Kurdek, 2004).

4 Compiti di sviluppo dei bambini cresciuti in contesti omogenitoriali Capacità di muoversi all interno di contesti molteplici. Capacità di introiettare modelli di ruolo di genere. Capacità di costruire storie positive che includono il terzo elemento (il donatore nel caso dell inseminazione artificiale o la famiglia biologica nei casi di adozioni). Capacità di gestire la relazione con i pari (Borghi & Chiari, 2009).

5 Analogie e differenze fra coppie Livello di soddisfazione della relazione di coppia: analoghi. Sfera dei lavori domestici: nelle coppie omosessuali avviene secondo una continua riorganizzazione quotidiana basata sulle esigenze dei partner, sulle loro attitudini e in base ai loro impegni, nelle coppie eterosessuali secondo modelli dettati dagli stereotipi di genere. Gestione delle risorse economiche: comunione dei beni nella coppia omosessuale, divisione dei beni per la coppia eterosessuale. Distribuzione di potere e presa di decisioni: le coppie omosessuali si gestiscono secondo variabili caratteriali e di personalità, in base al reddito e all investimento nella relazione affettiva, le coppie eterosessuali fanno capo al modello tradizionale di divisione di genere. Motivi di conflitto e frequenza: analoghi. Modalità di gestione del conflitto: più funzionale per le coppie omosessuali per via di una migliore gestione del potere, minore presenza di stereotipi di genere che assicura maggiore flessibilità durante una discussione e facilita la comprensione del punto di vista dell altro, per le modalità interattive e comunicative condivise.

6 Le coppie GL: Studi nel contesto italiano! Coppie! Su! Su GL a confronto con coppie eterosex su variabili quali l adattamento familiare, di coppia e le percezioni delle proprie competenze genitoriali: Le madri lesbiche riferiscono un elevata soddisfazione di coppia ed una valutazione più favorevole degli esiti di sviluppo dei bambini. I genitori gay e lesbiche mostrano un impegno di coppia molto elevato (Baiocco et al. 2013). un campione di GL senza figli: I giovani adulti riportano bassi livelli di desiderio di sposarsi e di avere un bambino. GL pensano di possedere bassi livelli di competenze genitoriali (Baiocco, Laghi, 2013). campione GL: Omofobia interiorizzata, bassi livelli di svelamento alla famiglia, conservatorismo politico producono più atteggiamenti negativi verso l omogenitorialità (Baiocco, Argalia & Laghi, 2014).

7 Crescita e sviluppo dei figli Dai dati provenienti da numerose ricerche internazionali empiriche comparate, sulla genitorialità gay e lesbica e sullo sviluppo dei figli, emerge che nelle coppie gay e lesbiche l orientamento sessuale del figlio non influisce in senso disfunzionale sull identità di genere e neppure sull orientamento sessuale dei figli. I figli di coppie omosessuali non hanno più probabilità di manifestare problemi emotivi rispetto ai figli di coppie eterosessuali, né di sviluppare un comportamento sessuale atipico, né di diventare a loro volta omosessuale. Inoltre, i bambini cresciuti da coppie GL non mostrano problemi di adattamento e instaurano relazioni positive con il gruppo dei pari e con gli adulti di entrambi i sessi (per una rassegna si veda ad es. Fruggeri, 2012).

8 I bambini cresciuti da generatori gay o lesbiche sono meno legate ai ruoli di genere (APA, 2005). Hanno relazioni positive con i coetanei e con gli adulti di ambo i sessi (Golombok et all., 1983). I b. cresciuti in coppie gay o lesbica hanno buoni rapporti con i nonni (Patterson et. all, 1998). I bambini cresciuti in coppie gay o lesbiche non hanno confusione in merito all identità di genere (Golombok, Spencer & Rutter, 1983). Non esistono differenze di attività ludiche fra bambini cresciuti in coppie eterosessuali o lesbiche (Huggins, 1989; Brewaeys et. all,1997). I bambini cresciuti in coppie GL non hanno più probabilità di manifestare disagi psicologici rispetto ai bambini cresciuti in coppie eterosessuali (Golombok et. all., 1983;Wainwright et. all,2004). I b. che apprendono dell orientamento sessuale del genitore nell infanzia riportano livelli di autostima più alti rispetto a quelli che lo hanno appreso durante l adolescenza (Huggins, 1989).

9 Padri gay e madri lesbiche: Diversi da chi? Le donne lesbiche e i padri gay non differiscono con le coppie eterosessuali nella cura dei figli (Anderssen, Ampie & Ytteroy, 2002; Johnson & O Connor, 2002). Nello specifico, si è visto che i genitori gay e lesbiche ricorrevano meno alla punizione e più al ragionamento (Johnson & O Connor, 2002).

10 Occorre educare alla non differenza! Occorre ricordare l'importanza degli incontri e dei rapporti affettivi con i coetanei di entrambi i sessi, la necessità di non indurre né rafforzare stereotipi di genere, la positività della coeducazione ed il valore dell'esperienza di una varietà di una assunzione di ruoli (Decreto Ministeriale, 3 Giugno 1991).

11 Per un approfondimento sul tema! Petruccelli I., Baiocco R., Ioverno S., Pistella J., D Urso G. (2015). Famiglie Possibili: Uno studio sugli Atteggiamenti verso la Genitorialità di Persone Gay e Lesbiche. Giornale Italiano di Psicologia, 42(4), DOI: / (Scaricabarile dal sito della rivista online, tramite connessione Sapienza o avendo accesso con vostre credenziali da studente Sapienza).

12 collante richiamo centripeto coesione conformità o conformismo Devianza interna ConfliO intragruppo o intergruppi Scisma

13 Conformità EffeQo dell influenza maggioritaria Turner (1991): movimento di 1 o più persone discrepanx verso le posizioni normaxve di un gruppo come funzione di una pressione implicita o esplicita da parte dei membri del gruppo Mucchi Faina (1996): adesione ad un opinione o a un comportamento prevalente anche quando quesx sono in contrasto con il proprio pensiero Pensiero di gruppo per evitare discussioni Bisogno di conservare l uniformità del gruppo Groupthink e regole affiliaxve Compiacenza acceqazione convergenza

14 La comunicazione efficace Il metodo Gordon 1. ascolto attivo 2. messaggio in prima persona o messaggio Io 3. metodo senza perdenti 4. metodo del problem solving

15 usare un nuovo vocabolario caratterizzato dall uso di parole quali collaborare, ascoltare, confrontarsi, andare d accordo, ecc. attivare un ascolto empatico. - ascolto passivo (prestare attenzione totale all altro) - messaggi di accoglienza verbali e non verbali (informano l altro che lo sto ascoltando) - inviti calorosi (incoraggiano l altro a proseguire) - ascolto attivo (cerco di riflettere il vissuto dell altro senza giudicare). - rispecchiare il linguaggio dell altro.

16 Tecniche per facilitare l ascolto reciproco! Ascoltare chi parla (ascolto attivo, attending):! Porsi di fronte a chi parla,! Guardare chi parla,! Mantenere una postura aperta,! Restare appena fuori del suo spazio personale ( zona cuscinetto circa cm),! Riconoscimento! Invitare l altro a parlare (domande aperte, apriporte, frasi-invito )! Feedback!

17 Messaggio Io! Tecnica di comunicazione efficace che facilita l ascolto e che permette lo scambio di vissuti personali. Il soggetto deve applicare un linguaggio in prima persona, usandolo per comunicare i propri sentimenti di fronte all altro (NON "tu sei", MA "Io sento, io provo "). L altro sentirà che sto comunicando il mio stato d animo con autenticità e non assumerà atteggiamenti di difesa.

18 Metodo senza perdenti! Quando l ascolto attivo o il Messaggio Io non hanno dato risultati, il metodo senza perdenti può risolvere alcuni conflitti interpersonali trovando una soluzione utile per entrambi. L obiettivo è quello di rispettare i diritti di ciascuno senza sopraffazione.

19 Metodo senza perdenti! Definire il problema in termini di bisogni non soddisfatti! Brainstorming! Valutazioni! Prendere una decisione/scegliere una soluzione! Programmare! Realizzare! Accordarsi! Verificare! Valutare!

20 Problem solving Passi:! 1. Problem finding, rendersi conto del problema! 2. Problem setting, definire e inquadrare il problema! 3. Problem analysis, analizzare il problema! 4. Problem solving, ridurre la distanza tra situazione reale e ideale! 5. Decision making, scegliere le! linee di azione più adeguate!

21 Metodo del problem solving! Esposizione del problema Individuazione di uno o più modelli rappresentanti il problema Definizione del modello prescelto Simulazioni/ottimizzazioni effettuate sul modello Proposte di soluzioni Valutazione degli aspetti negativi e positivi delle proposte Scelta della proposta più idonea Attuazione dell alternativa ritenuta migliore per risolvere il problema Verifica dei risultati

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