STIME VALUTAZIONI TENDENZE DEL MERCATO DEL LAVORO DI MILANO - economia territoriale in pillole-

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1 STIME VALUTAZIONI TENDENZE DEL MERCATO DEL LAVORO DI MILANO - economia territoriale in pillole- A cura del dipartimento mercato del lavoro Formazione Ricerca della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano Bollettino n. 11 anno 5 - dicembre 2014 Premessa Prosegue fiaccamente la dinamica degli avviamenti, da cui si evidenzia il netto declino dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Anche le alte professionalità, i giovani che hanno terminato gli studi universitari, faticano a valorizzare i loro sforzi a causa di una domanda di lavoro sempre più appiattita verso bassi livelli di competenza, e il tutto alimenta un circolo vizioso all interno del quale diventa sempre più difficile cogliere qualche elemento di incoraggiamento e di qualificazione del sistema produttivo. Il 2014 rischia di concludersi con il segno negativo e con scarse prospettiva di ripresa per i mesi a venire. Pure la dinamica della cassa integrazione, sebbene attenuata rispetto alla cifra record 1 dello scorso mese di ottobre, si conferma su valori importanti, sia per quantità che per qualità, poiché insistono a supporto di rilevanti processi di ristrutturazione. In altre parole, il 2014, dopo aver manifestato qualche lieve segnale di interesse, si conclude nel modo peggiore, rischiando di condizionare gli esiti dei prossimi mesi. La cassa integrazione guadagni Il mese di novembre mantiene valori elevati che fanno alzare l asticella delle linee tendenziali, siano esse riferite alla cifra totale, sia per quanto riguarda il solo dato della straordinaria, a proposito della quale occorre sottolineare il peso sostenuto dal settore metalmeccanico che, da solo, assorbe oltre il 50% delle ore autorizzate. Il dato è in incremento, anche rispetto allo stesso mese dello scorso anno, nonostante il 2013 si caratterizzasse per un certo equilibrio tra le diverse tipologia di cassa, al contrario del 2014, nel quale assume maggior evidenza il valore a sostegno dei processi di ristrutturazione, per lo più destinati a rappresentare la premessa per futuri licenziamenti. 1 Per la cronaca, è bene considerare che le oltre 10 milioni di ore autorizzare nello scorso mese di ottobre rappresentano un record assoluto, mai raggiunto a Milano dall inizio dalla crisi e il fatto che la maggior parte sia rappresentata dalla straordinaria, testimonia la pesantezza dei processi di ristrutturazione, concentrata sulle maggiori attività manifatturiere, soprattutto del settore metalmeccanico. 1

2 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 CIGO CIGS CIG DEROGA TOTALE Totale delle ore di cassa integrazione, suddiviso per tipologia, autorizzate nella provincia di Milano -dati INPS La crescita della linea di tendenza, sia quella rossa continua che rappresenta il totale delle ore autorizzate, sia quella più scura, tratteggiata, che rappresenta il valore della straordinaria, è costante e si muove parallelamente lungo l intero semestre di riferimento CIGO CIGS CIG deroga TOTALE Raffronto novembre 2014 con novembre 2013 di CIGO CIGS CIG in deroga e totale per: industria, edilizia, artigianato e commercio - Dati INPS La conferma della rappresentazione circa la differenza tra il 2013 e il 2014, sta nello squilibrio che questi ultimi mesi dell anno ha caratterizzato le diverse tipologia di cassa, in passato equamente ripartite. 2

3 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 METALMECCANICO TESSILE CHIMICO ore autorizzate nella provincia di Milano: raffronto mensile tra i comparti metalmeccanico, tessile, chimico/plastica - dati INPS L unico dato che tende a riequilibrare è la distribuzione settoriale, che vede un incremento dei comparti tessile e chimico a tutto svantaggio del metalmeccanico, il quale, mantiene, tuttavia, il 50% del totale delle ore autorizzate, soprattutto della straordinaria. Gli avviamenti La dinamica degli avviamenti, nelle aziende della provincia di Milano, non sta presentando una particolare vivacità, dopo l incremento registrato nei mesi estivi, il valore si assesta su valori conformi, superiori al 100%, ma purtuttavia insufficienti a invertire il tasso di disoccupazione alimentato da una crescente pressione sul lato dell offerta di lavoro. Anche le aziende attive sul mercato del lavoro seguono la medesima traccia, testimoniando l esaurimento dell energia che aveva portato le imprese milanesi su valori interessanti feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 avviamenti complessivi aziende con almeno 1 avviamento 3

4 Raffronto a partire dal mese di febbraio 2013 fino a novembre 2014: aziende attive sul mercato del lavoro milanese e totale degli avviamenti nello stesso periodo. 2 - fonte: Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Milano IL rallentamento trova conferma ulteriore dalla dinamica dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, la cui curva declinante si presenta in termini ancor più significativa. Su questo dato non è da escludere il peso rappresentato dal comportamento delle imprese, visibilmente orientato ad attendere gli esiti della nuova legge sul lavoro, che, se da un lato attenua le garanzie e le tutele dei lavoratori assunti, dall altro offre sgravi e sconti sui costi complessivi del lavoro. Una simile condotta, che è non difficile definire speculativa, non fa che aggravare un mercato del lavoro asfittico e oppresso da una domanda interna inadeguata avviamenti a tempo indeterminato Avviamenti a tempo indeterminato nella provincia di Milano: confronto % mensile sul dato dello stesso mese dell anno precedente. - fonte: Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Milano Il lavoro dei laureati 3 E lecito chiedere se le laurea conservi ancora un valore aggiunto nell attuale situazione di crisi e se questo valore rappresenti un vantaggio capace di favorire l occupazione giovanile, supportato dalla capacità del sistema produttivo milanese di cogliere il patrimonio di conoscenze e di competenze espresso dagli esiti degli studi universitari. Due domande che procedono parallelamente, ponendosi in relazione all evoluzione regionale e nazionale, dal momento che Milano, nonostante tutto, continua ad occupare il 60% dei laureati lombardi, trainando la domanda di lavoro, e condizionandone le dinamiche, sia sotto il profilo della qualità occupazionale, sia dal 2 Il grafico va letto quale confronto percentuale del dato rispetto alla cifra rilevata lo stesso mese dell anno precedente, sicché il raffronto non risente degli effetti stagionali. Il riferimento pari a 100 significa che è stata riscontrata la stessa cifra dello stesso mese nell anno precedente; > 100 indica un dato incrementale; < 100 in diminuzione. 3 Tutti i dati e le tabelle riportate un questa parte del documento provengono da area ricerca Formaper Specula Lombardia, elaborazioni su dati Università Osservatorio Mercato del Lavoro della provincia di Milano e Infocamere. 4

5 punto di vista delle competenze richieste e che orientano le scelte delle famiglie e le prospettive dei giovani nell attuale fase di crisi. Anche da questo punto di vista, le notizie non sono confortanti: la domanda di lavoro qualificato espresso dalle imprese e dalla pubblica amministrazione milanese, ancorché modesta rispetto ai maggiori competitori internazionali, tende a diminuire progressivamente, erodendo velocemente il valore della laurea nel mercato del lavoro locale avviamenti dei laureati nella provincia di Milano La diminuzione del 9,1% dei laureati avviati dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione di Milano, sta determinando, tra le altre conseguenze, i seguenti esiti: L allungamento dell attesa del primo impiego dopo la laurea, che supera abbondantemente il semestre; tempi lunghi nel processo di stabilizzazione, che si traduce in un accentuata precarizzazione del lavoro dei laureati; una divaricazione delle condizioni di genere, la diminuzione degli avviamenti colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini; un ulteriore spinta a cercare sbocchi più vantaggiosi fuori dall Italia, contribuendo ad impoverire ulteriormente l apparato produttivo italiano e milanese, che, per qualità e dimensioni, è già oggi poco sensibile all apporto creativo proveniente dagli studi accademici. Nel 2013, i laureati avviati al lavoro, hanno trovato impiego nei seguenti settori: 5

6 10 0,4 8,7 2 13,9 5,8 6 1,5 2,8 48,9 servizi alle imprese servizi prevalentemente pubblici servizi alle persone agricoltura manifattura costruzioni commercio all'ingrosso Destinazione % dei laureati avviati nei principali settori di lavoro a Milano Scomponendo le principali destinazioni settoriali, confrontate con il dato regionale e con l evoluzione temporale, è senz altro utile analizzare il peso delle attività di servizio alle imprese, per il volume che rappresenta rispetto al totale dei neolaureati avviati. Tra questi, la pubblicità e le ricerche di mercato, con i suoi avviati nel 2013, rappresenta l 85,4% del dato lombardo, nonostante la contrazione del 6,4% rispetto al 2010; la direzione e la consulenza aziendale con quasi avviati rappresenta l 85% del dato regionale, sebbene diminuisca del 2,4% rispetto al 2010; le attività editoriali, da sempre la punta più avanzata nel panorama nazionale, riduce di oltre il 25% gli avviati; le attività degli studi professionali riducono gli avviamenti amenti per una quota attorno al 10%. Al contrario, i servizi alle imprese che incrementano gli avviati sono i servizi finanziari che con laureati impiegati, rappresentano l 84,5% della Lombardia, con un incremento del 5,1%; informatica a telecomunicazioni, cazioni, con 2,247 avviati pari all 80% del dato lombardo e in incremento del 2,9% rispetto al 2010 e, infine, il cinema e TV, con 742 persone pari al 91% del dato regionale, segna un incremento nel corso dell anno pari 6,8%. Altro settore degno di essere segnalato è quello del commercio all ingrosso, con la significativa presenza milanese di multinazionali straniere, avvia al lavoro neolaureati, con una contrazione rispetto al 2010 del 5,6%, rappresentando quasi il 70% della presenza regionale. 6

7 Da segnalare il drastico ridimensionamento degli avviati nei settori pubblici, soprattutto l istruzione che cala di oltre il 20% rispetto al Interessante è il risultato della manifattura, che conferma la propria scarsa vocazionale rispetto sul dato lombardo con il suo 41% degli avviati a Milano, accentuata da una diminuzione del 10%, mentre il resto della Lombardia presenta un dato positivo. A questo risultato si arriva, nonostante l incremento della moda che segna un +27%, seguito dalla chimica farmaceutica che incrementa del 12%, ma a cui fa da contrappunto il calo del 11,8% della meccanica e dell elettronica. Un ultimo sguardo che può completare il panorama dei neolaureati assunti dalle imprese milanesi può essere rappresentato dalla forma di lavoro offerta ai giovani. Questa la sintesi: Neolaureati avviati a Milano per tipologia contrattuale Tipologia contrattuale Variazione % Tempo indeterminato Tempo determinato ,7 Apprendistato ,8 Contratto di inserimento Lavoro somministrato ,8 Lavoro intermittente ,7 Co.co.co/pro ,7 Stage ,8 lavoro occasionale ,7 Altro Totale ,9 Qualche sottolineatura può aiutare a cogliere gli elementi più significativi, come la massiccia presenza dello stage, che a Milano pesa nella misura del 70% del totale degli stage attivati in Lombardia, e questo per la presenza di settori fortemente sensibili a questa forma, come la pubblicità e la ricerca di mercato, l informatica e le telecomunicazioni, il cinema e la tv. Presenza solo in parte mitigata dal significativo incremento dell apprendistato, poiché spesso lo stage differisce le proprie scadenze, si ripete, generando scoraggiamento e disagio tra i giovani e scarsa capacità di trattenimento delle competenze da parte delle imprese. Analizzando il livello di reddito percepito nel corso del 2012, in relazione alla forma di lavoro impiegata, si deduce il basso impatto realizzato dalle innovazioni legislative, a cominciare dalla legge Fornero, sulle condizioni economiche dei laureati. Il risultato è riassunto dalla figura seguente: 4 E opportuno precisare l abrogazione di questa forma contrattuale in esito alla Legge 92/ La somma può non coincidere con i totali delle tabelle precedenti, poiché è possibile che alcuni lavoratori abbiano avuto più occasioni di lavoro. 7

8 CoCoCo/pro lavoro a tempo determinato lavoro a tempo indeterminato % di laureati occupati in relazione al reddito percepito nel 2012 e suddiviso per forma di lavoro La corretta lettura della figura indica che il 40% dei lavoratori occupati a tempo determinato percepisce un compenso mensile nella fascia , percentuale che scende sensibilmente con l aumentare del reddito; il picco più remunerato dai Co.Co.Co/pro è attorno per declinare con maggior gradualità, mentre il rapporto di lavoro a tempo indeterminato è più distribuito tra i 1000 e 2000, mantenendo una relazione significativa anche nelle fasce più remunerate. In conclusione si può affermare che anche i laureati risentono della crisi e ne avvertono il peso. Milano non si differenzia dal resto del Paese, rischiando di dissipare quel patrimonio di competenze e di entusiasmo che aveva caratterizzato altre fasi storiche. Il risultato è che i giovani rivolgono altrove il proprio interesse professionale, spesso all estero, contribuendo a impoverire ulteriormente un tessuto già fortemente provato dalla scarsa capacità di valorizzare i talenti. Il nanismo delle nostre imprese, che raramente sanno valorizzare la possibilità di crescita indotta dall innovazione, fa da sfondo ad una realtà asfittica e ripiegata su se stessa, capace soprattutto di speculare sulle forme contrattuali meno impegnative e scommettendo sul contenuto costo del lavoro proposto dalle prossime innovazioni legislative, anziché scommettere sul talento dei giovani, ormai disillusi circa la possibilità di sviluppare nel nostro paese la propria creatività e la voglia di crescita. Frammenti normativi I richiami normativi qui elencati non hanno la pretesa di rappresentare una guida completa alle novità di legge e alle circolari, ma hanno lo scopo di richiamare l attenzione su alcuni interventi che meritano interesse. 8

9 Ovviamente tutto questo non sostituisce l attenzione che i gruppi dirigenti devono quotidianamente alla produzione normativa che li riguarda, ma vuole essere solo un utile contributo. A questo proposito possono essere di estrema utilità anche le segnalazioni che perverranno dai vari punti dell organizzazione in modo da conferire a questo strumento un valore sempre più significativo e meno VARIANO A PARTIRE DAL 1 GENNAIO 2015 LE DURATE DI ASPI E INDENNITA DI MOBILITA Come è noto, la Legge 28 giugno 2012 n. 92 prevede la variazione delle durate di ASPI e indennità di mobilità, secondo le seguenti tabelle: Per i titolari di indennità di mobilità - dipendenti da aziende destinataria di CIGS nel 2013 nel 2014 nel 2015 nel 2016 < 40 anni da anni > 50 anni 13 Per i lavoratori titolari di ASPI nel 2013 nel 2014 nel 2015 < 50 anni anni > 55 anni 14 Conseguentemente, i lavoratori licenziati e iscritti alle liste di mobilità a partire dal 1 gennaio 2015, avranno diritto ad un indennizzo della durata pari a 24 mesi se di età superiore ai 50 anni, 18 mesi se di età compresa tra i 40 e i 50 anno, mentre rimane invariata la durata di indennizzo a favore dei lavoratori di età inferiore ai 40 anni. Percorso inverso per i lavoratori titolari di ASpI, che, qualora licenziati a partire dal 1 gennaio 2015 e in possesso dei requisiti soggettivi, potranno godere di una durata pari a 10 mesi se di età inferiore al 50 anni, 12 mesi se di età compresa tra 50 e i 55 anni, 16 mesi se di età superiore ai 55 anni. 9

10 ESTESA AI DIRIGENTI LA DISCIPLINA RELATIVA AI LICENZIAMENTI COLLETTIVI Per effetto della Legge 30 ottobre 2014 n. 161, relativamente alle disposizioni per l adempimento degli obblighi derivanti dall appartenenza dell Italia all Unione europea, sono state abrogate, in quanto incompatibili con la normativa europea, le norme che escludevano i dirigenti dalle procedure di licenziamento collettivo previste per gli altri lavoratori, a seguito della disciplina della legge 223 del Gli effetti pratici di questa novità, che va a modificare l art. 24 della legge 223 /1991, sono principalmente i seguenti: a) i dirigenti rientrano nel conteggio dei 15 dipendenti, quale requisito occupazionale in capo all azienda che intende procedere, b) in relazione alla quantità di personale da coinvolgere nella procedura di licenziamento collettivo, che non deve essere inferiore a 5, vanno compresi anche i dirigenti; c) negli adempimenti procedurali (comunicazione alle OO.SS. esame congiunto ecc. ) vanno ricomprese le organizzazioni di rappresentanza della dirigenza, dando luogo, in questo modo, ad una doppia consultazione, una per i dirigenti e una per il restante personale, con l obiettivo di completare correttamente la procedura secondo le modifiche intervenute; d) relativamente ai criteri di scelta dei dirigenti da licenziare, si fa, in ogni caso, riferimento alla normativa vigente per il personale non dirigente che privilegia, in carenza di diversi criteri stabiliti contrattualmente, quanto stabilito dalla legge e cioè le esigenze tecnico produttive, l anzianità aziendale e il carico familiare, in concorso tra loro. DISPOSTE LE NUOVE REGOLE DI ACCESSO AGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA PER IL 2015 L accordo regionale sottoscritto il 16 dicembre 2014, stabilisce le modalità di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per le aziende e i lavoratori delle Lombardia. Come è noto, l accordo lascia poco spazio ai bisogni espressi nel territorio regionale, dovendosi conformare al decreto interministeriale, di cui è stata data ampia informazione nelle passate pubblicazioni del bollettino. In sintesi si possono riassumere i seguenti principi: le aziende che possono accedere alla cassa integrazione in deroga sono le imprese di cui agli artt e 2083 del CC e non più i datori di lavoro, come in precedenza consentito (in pratica la nuova normativa esclude gli studi professionali, istituzioni culturali, ONLUS, fiere, parrocchie ecc.); per tutto il 2015 può essere autorizzato un periodo complessivo di CIGD non superiore a 5 mesi. Allo scopo di favorire l effettivo utilizzo di quanto autorizzato, l accordo regionale consente di inoltrare più domande, corredate dai rispettivi accordi, per durate che vanno da un minimo di 30 gg. ad un massimo di 90 gg; i lavoratori che accedono alla CIGD devono possedere un anzianità di almeno 12 mesi al momento dell avvio dell intervento; l intervento di cassa integrazione non è possibile qualora l impresa abbia deciso la cessazione, anche parziale, dell attività; le nuove disposizioni in merito alla mobilità in deroga stabiliscono una durata massima di 6 mesi a favore dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo e in possesso del requisito soggettivo pari ad un anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui almeno 6 mesi di effettivo lavoro. Non spetta la mobilità in deroga nel caso in cui il lavoratore sia destinatario di diverso indennizzo, a qualsiasi titolo, relativo allo al proprio stato di disoccupazione (indennità di mobilità, ASpI, miniaspi, indennità di disoccupazione agricola, sia ordinaria che ridotta). LAVORO INTERMITTENTE NEL SETTORE DEL TURISMO Il Ministero del Lavoro rispondendo ad un interpello del 7 novembre 2014 n. 26, a sua volta inoltrato dal Consiglio Nazionale dell ordine dei consulenti del lavoro, ha precisato che il limite delle 400 giornate nell arco del triennio, con decorrenza 28 giugno 2013, non opera nel settore del turismo, definito tale dal codice di attività ATECO, nonché tutti coloro che, pur privi delle relativa iscrizione al codice di attività 10

11 ATECO, svolgano attività proprie nel settore del turismo, pubblici esercizi e spettacolo, applicando i rispettivi contratti collettivi. LEGGE DELEGA IN MATERIA DI RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, DI SERVIZI PER IL LAVORO E DELLE POLITICHE ATTIVE, NONCHE IN MATERIA DI RIORDINO DELLA DISCIPLINA DEI RAPPORTI DI LAVORO E DELL ATTIVITA ISPETTIVA E DI TUTELA E CONCILIAZIONE DELLE ESIGENZE DI CURA, DI VITA A DI LAVORO. 6 Si da conto, in sintesi, della Legge 10 dicembre n. 183, in vigore dal 16 dicembre u.s. sebbene,, come è noto, non produca effetti immediati nella disciplina del lavoro, affidando a successivi decreti le disposizioni destinate a modificare concretamente le condizioni di lavoro; purtuttavia, è senz altro utile conoscerne i percorsi, per interpretare meglio le conseguenze sul mercato del lavoro e sulle condizioni complessive del rapporto di lavoro. Si coglie l occasione altresì per riferire degli ulteriori cambiamenti alla Legge Fornero. Le disposizioni sono riassunte su 5 deleghe, per ciascuna delle quali il Governo è autorizzato ad emanare, entro sei mesi, uno o più decreti su ciascuna materia oggetto della delega, che sono: ammortizzatori sociali; politiche attive del lavoro; costituzione e gestione del rapporto di lavoro; modalità di ingresso nel mondo del lavoro e riordino della disciplina dei contratti di lavoro; conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e sostegno alla genitorialità. Andando con ordine, e con particolare riferimento alle principali norme relative al mercato del lavoro, si propongono le seguenti sottolineature, sicuramente non esaustive circa i contenuti della legge, ma utili a suggerire le future ipotesi di lavoro: ammortizzatori sociali. Si conferma l impossibilità di procedere ad integrazioni salariali in costanza di rapporto di lavoro (CIGO, CIGS, CIGD) qualora l attività aziendale, o di un ramo di essa sia definitivamente cessata, per liquidazione, chiusura o procedura concorsuale. A questo scopo, si intende favorire la rotazione tra i dipendenti, dopo aver esaurito tutte le possibilità contrattuali di riduzione d orario e avendo cura di privilegiare il ricorso ai contratti di solidarietà, anche mediante norme a sostegno di quelli di tipo espansivo. Relativamente alle risorse, si fa cenno ad un riequilibrio del contributo dovuto dal datore di lavoro, con la possibile riduzione dei contributi dovuti per alimentare la gestione ordinaria delle diverse casse integrazioni, congiuntamente ad un incremento del contributo di compartecipazione, nel caso di reale utilizzo. A seguito della cessazione dell attività aziendale, si fa esclusivo rifermento all ASpI, seguita da norme orientate a rendere obbligatoria l attivazione individuale nella ricerca di un nuovo lavoro, anche mediante la revisione delle sanzioni nei confronti di chi rifiuta tale opportunità. La Legge fa riferimento all estensione del beneficio ai titolari di contratti di collaborazione (esclusi i sindaci e gli amministratori). Si dispone altresì l eliminazione della certificazione dello stato di disoccupazione per poter accedere alle integrazioni. Politiche attive del lavoro. La disposizione più rilevante è quella riferita alla costituzione di un Agenzia nazionale per l occupazione ( ) al cui funzionamento si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente. Altre norme danno impulso alla necessità di rivedere l intera disciplina degli incentivi all assunzione, all autoimprenditorialità, anche nelle forme dell acquisizione delle imprese in crisi da parte degli stessi dipendenti. 6 La descrizione contenuta nella presente nota, tende a mantenere un approccio didascalico che esclude gli argomenti oggetto dell attuale confronto politico e della mobilitazione che ne consegue. E intenzione di chi scrive supportare la conoscenza delle disposizioni quale contributo alla conoscenza dei processi in corso. 11

12 Allo scopo di favorire il collegamento tra le misure di sostegno al reddito con i principi di politica attiva, sono previsti i contratti per la ricollocazione, stipulati con le agenzie per il lavoro o altri operatori accreditati. Costituzione e gestione del rapporto di lavoro. La Legge raccomanda l emanazione di provvedimenti mirati alla semplificazione delle procedure, all unificazione delle comunicazioni e all abrogazione delle norme interessate da rilevanti contrasti interpretativi. Si prevede l introduzione di un unico modello del libretto formativo del lavoratore anche con riferimento al sistema di apprendimento permanente. Modalità di ingresso nel mondo del lavoro e riordino della disciplina dei contratti di lavoro. L obiettivo è quello di riordinare le diverse forme di lavoro esistenti nella prospettiva di ridurre le tipologie contrattuali. In questa ottica si dispone che il contratto di lavoro a tempo indeterminato sia forma comune di contratto di lavoro, proposto in maniera conveniente rispetto alle altre tipologie, in termini di oneri diretti e indiretti. Questa parte della legge prevede che, per le nuove assunzioni a contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, sia esclusa la possibilità di reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, qualora il licenziamento avvenga per motivi economici. In sua vece si prevede un indennizzo rapportato all anzianità aziendale. La reintegrazione, anche per questi rapporti di lavoro, sarà limitata ai licenziamenti nulli e discriminatori, nonché specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato. Altro elemento che andrà ad incidere sulla legge 300 /1970 è quello relativo alla revisione della disciplina delle mansioni, in caso di riorganizzazione o conversione aziendale, allo scopo di tutelare il posto di lavoro, contemperato con l interesse dell impresa. Ulteriori revisioni alla disciplina attuale, oltre a quelle già previste dalla norma, possono essere introdotte con la contrattazione collettiva. Con le medesime caratteristiche sarà possibile rivedere la disciplina relativa ai controlli a distanza, tenuto altresì conto dell evoluzione tecnologica nel frattempo intervenuta. Sempre in relazione alla gestione del rapporto di lavoro, la Legge prevede l introduzione, sebbene in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile ai rapporti di lavoro subordinato per i comparti non disciplinati dalla contrattazione collettiva Tale disciplina avrà valore anche per le collaborazioni coordinate e continuative, fino al loro esaurimento. Per una forma di lavoro di cui si ipotizza l esaurimento (collaborazione coordinata e continuativa), un'altra si appresta ad essere estesa e cioè il lavoro accessorio di tipo occasionale, già oggetto di restrizioni attraverso la Legge Fornero. Per ultimo, la Legge delega, introduce norme a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di sostegno alla genitorialità Vengono indicate norme volte ad estendere l indennità di maternità a tutte le categorie di donne lavoratrici, anche occupate con forme parasubordinate. Si prevedono norme a sostegno della contrattazione collettiva di forme flessibili dell orario di lavoro, con la finalità di favorire la genitorialità o l assistenza a famigliari disabili con l attività lavorativa. Allo scopo di favorire nuove forme di solidarietà all interno dell impresa, la legge delega propone la possibilità di trasferire volontariamente giornate di riposo tra dipendenti della medesima impresa, in favore del lavoratore, genitore di figlio minore, che necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute. E prevista, infine, la possibilità di introdurre congedi dedicati alle donne inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere certificati dai servizi sociali. 12

13 Su tutte le disposizioni contenute all interno della Legge, pesa il vincolo dell invariabilità delle risorse disponibili, nel senso che non si prevede 1 di finanziamento aggiuntivo rispetto alla spesa storica. La procedura di emanazione dei diversi decreti, uno o più per ciascun capitolo affrontato, prevede tempi contingentati e rapide modalità di emanazione. A vigilare sull intero processo legislativo, e sui rispettivi esiti, rimane attiva la commissione costituita dalla Legge Fornero (e che prevede la partecipazione delle rappresentanze sociali). Per approfondimenti, chiarimenti o ulteriori informazioni, rivolgersi a: Antonio Verona Responsabile Dipartimento Mercato del Lavoro, Formazione, Scuola, Ricerca Camera del Lavoro Metropolitana di Milano C.so di Porta Vittoria Milano tel fax cell antonio.verona@cgil.lombardia.it 13

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