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3 Impegno, decisionismo e serietà: anche così si affronta una pesante crisi che toccherà tutti noi Il presidente Alberto Scanu, si chiede se stiamo per passare da una sorta di mitizzazione del capitalismo a una sua repentina e ingiustificata demonizzazione. Per il leader della Confindustria regionale, Massimo Putzu, in linea di principio siamo contrari a un intervento pubblico in economia. Basterebbero queste due frasi, che ritrovate in servizi più ampi all interno del giornale, per sottolineare come anche la nostra Isola sia investita dai temi economici e finanziari di rilievo nazionale e internazionale. Tra gli altri pezzi troverete argomenti sempre verdi per noi come il ruolo della ricerca nello sviluppo e nella competitività delle imprese, in un intervista con Giuliano Murgia, presidente di Sardegna Ricerche, che conferma che la spinta va in direzione dell attivazione delle piattaforme tecnologiche da estendere anche nei settori manifatturiero e metalmeccanico. A proposito di tecnologia e di politica che guarda al futuro, alcune pagine le abbiamo dedicate al progetto Galsi per la metanizzazione, con un intervista al presidente Roberto Potì. Un progetto in fase avanzata di realizzazione e di importanza fondamentale per togliere alla Sardegna l ostacolo che maggiormente frena la crescita e la diffusione delle imprese. Sempre più impresa fa rima con tutela e impegno per l ambiente e il benessere dei territori sui quali sorge; anche l Alcoa è sensibile al tema e attraverso le parole del suo nuovo direttore Sergio Vittori, vedremo quali sono state le ultime iniziative in questo senso del colosso dell alluminio. Spazio alle piccole ma solide realtà dell imprenditoria sarda come la Dedoni Travel e lo storico laboratorio ortopedico Incerpi. I Giovani edili hanno incontrato il loro presidente Simona Leggeri con la quale hanno discusso le strategie per il settore. Il ruolo, le capacità delle donne nel mondo del lavoro e gli incentivi per fare impresa sono stati trattati in un convegno a Cagliari. Porte aperte alla Heineken, di Macchiareddu, che produce anche la birra Ichnusa, l azienda di audiovisivi Karel e la conferenza stampa organizzata dalla Confindustria Sardegna sulle priorità sulle quali concentrare l azione della Regione prima delle elezioni della prossima primavera, chiudono questo ricco numero di Industria Oggi. In questo numero l.m. Editoriale 4 di Alberto Scanu Intervista al presidente della Confindustria sarda 6 L era del metano: la grande sfida ingegneristica 8 Roberto Potì, Galsi 10 Appalti pubblici: varate le modifiche e le integrazioni 12 Viaggio nelle officine Incerpi, parla Enrico Marrazzi 14 Alla scoperta della nostra regione e dell Europa su gomma 16 Incontro con il presidente nazionale Simona Leggeri 17 Rubriche Intervista con Giuliano Murgia 18 L impegno e le iniziative di Alcoa 20 La responsabilità amministrativa 22 Donne e impresa: il fattore D 24 I vertici regionali di Confindustria 25 Visita nello stabilimento Heineken 26 Karel: Tecnica e Professionalità 27 Vita Associativa 28 I testi sono stati rivisti da Tiziana Deonette, titolare della Visto si stampi Periodico edito dall Associazione Industriali Province della Sardegna Meridionale Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano CONFINDUSTRIA Direttore Alberto Scanu Direttore responsabile Laura Mameli Progetto grafico Puntotif Impaginazione e grafica Antonio Ingrassia Stampa Grafiche Ghiani S.S. 131 km Monastir Produzione e Pubblicità IGIA srl via Roma, Cagliari Anno XXXIII - Dicembre 2008 Reg.Tribunale di Cagliari n. 312 del 28/02/1975 Sped. in A.P. 70 per cento Cagliari Distribuzione gratuita industriaoggi@tiscali.it 3

4 4 L editoriale di dicembre di Alberto Scanu L editoriale La crisi del sistema finanziario Libero mercato in una solida economia reale Stanno riemergendo, in questo periodo nel quale la crisi finanziaria ed economica sembra voler travolgere e stravolgere l intero pianeta, tesi, teorie, ideologie delle quali, fino all altro giorno, sembrava dovesse rimanere traccia unicamente nei libri di storia. Con la caduta del muro di Berlino, l apertura al mercato dei Paesi dell ex blocco sovietico, della Cina e, addirittura, della Cuba post Castrista, sembravano ormai metabolizzati, pur con variabili tipo Venezuela o Corea del Nord, concetti come libero mercato, concorrenza, e via dicendo. E invece sempre più numerose sono le voci che tendono a far sorgere il dubbio: il capitalismo è fallito? È questa la domanda che, con sempre maggiore frequenza, emerge nei dibattiti, si legge nei giornali o capita qua e là di sentire. Il quesito, alla luce del liberalismo, da molti definito selvaggio,che, in qualche modo, sembra aver governato l economia mondiale negli ultimi decenni ed alla luce del precipitare dei mercati finanziari degli ultimi mesi, non sembra, in effetti, del tutto peregrino e campato per aria. E la crisi che pervade il pianeta, spandendosi a macchia d olio, colpendo anche Paesi fino ad ieri insospettabili e considerati non a rischio sembra, in qualche modo, dare ragione ai sostenitori della tesi. Ma è veramente così? Oppure siamo, come sempre più spesso accade in questa nevrotica ed esagerata società nella quale viviamo, al cospetto di un nuovo eccesso, opposto a quello che ha caratterizzato gli ultimi decenni? Siamo cioè in procinto di passare da una sorta di mitizzazione del capitalismo ad una sua repentina ed ingiustificata demonizzazione? Come sempre non esiste una verità incontrovertibile e nessuno può dire di avere la ricetta capace di guarire questo nostro mondo da ogni male. Una risposta al quesito di fondo, tuttavia, si può incominciare a dare, con chiarezza e serenità. E la risposta, credo traspaia anche da quanto appena detto, è altrettanto chiara e semplice. Non è il capitalismo, il capitalismo democratico, che ha dimostrato a più riprese di essere, pur con i suoi difetti, il sistema migliore per governare l economia del mondo, ad essere fallito. Quelli che sono falliti sono gli eccessi conseguenti alla finanziarizzazione spinta della economia. Il dubbio tuttavia, proprio alla luce delle ultime vicissitudini, ha ragione di essere. Non ci troviamo qui davanti al solito bivio: più Stato o più mercato? Dobbiamo, piuttosto, cercare di dare risposta ad una domanda più complessa ed articolata. Se sia meglio cioè, lasciare al libero mercato la soluzione di ogni problema (accettando perciò anche il verificarsi di situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo) o se sia più saggio (anche al fine di prevenire crisi violente come quella attuale) prevedere, in talune situazioni e nei settori considerati strategici, l intervento dello Stato come agente regolatore e calmieratore del mercato. Le risposte sono, ovviamente, molte e non necessariamente in contrasto o alternative tra di loro. Credo che debbano, comunque, sempre ispirarsi ad alcune considerazioni di fondo. Il mercato, lo abbiamo appena detto, deve continuare a disciplinare le vicende economiche. E deve essere libero ed aperto alla concorrenza. Appare tuttavia indispensabile un tempestivo ritorno dal mondo della finanza a quello della economia reale. L unica veramente in grado di sostenere una crescita continua, equilibrata e diffusa del benessere. L economia di mercato si è dimostrata la migliore possibile. Non è tuttavia il caso di essere radicali. Ed è bene considerare che in taluni casi sia possibile, opportuno o necessario l intervento dello Stato. È il caso, ad esempio, degli ultimi provvedimenti, varati anche dai regimi più liberisti, a sostegno degli Istituti di credito in difficoltà; ma potrebbe anche essere il caso del mercato delle fonti energetiche, nel quale la competizione sui mercati internazionali si svolge su un piano tutt altro che paritario. Vi concorrono infatti imprese occidentali private, anche se di grandi dimensioni, con il cartello degli Stati possessori delle quasi totalità delle fonti energetiche mondiali, nei quali l apertura al mercato è solo teorica o in fase appena embrionale. Lo stesso discorso, pur se con diverse motivazioni, potrebbe farsi anche in altri campi: penso, ad esempio, al settore trasporti ed alla vicenda Alitalia ed a tanti altri ancora. In molti casi invece, vedi ad esempio la proliferazione selvaggia e non necessaria delle municipalizzate, l intervento del pubblico, sia esso Stato, Regione, Provincia o Comune, appare non solo improprio, ma addirittura dannoso e pregiudizievole per gli interessi della collettività. In tutti i casi non sembra superfluo auspicare un tempestivo recupero del vecchio, caro buon senso. Di quella cosa cioè che, come semplicemente ed efficacemente sostiene Giovanni Sartori, fa dire e fare cose sensate e che si contrappone all insensato, all insensatezza, al dementismo e, aggiungo io, alla cultura dell eccesso fino ad oggi imperanti. Sono, si badi bene, concetti applicabili a tutti i settori della nostra società. All economia come alle relazioni sociali, alla politica come allo sport, ai rapporti internazionali ed alla vita delle comunità locali. Significano, ad esempio, che non bisogna confondere il decisionismo con il rifiuto del confronto o con la paura del contradditorio. Significano saper ascoltare anche le ragioni degli altri; avere il coraggio di ammettere i propri errori, di fare un passo indietro; non lasciarsi travolgere dai falsi miti o dal vortice delle mode e così via. Sono concetti semplici, forse banali, ma che, penso, se cercassimo di applicare quotidianamente al nostro agire, ci aiuterebbero a non compiere tanti errori.

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6 Se l aspetto conta qualcosa nella valutazione di un personaggio diventato (suo malgrado) pubblico, allora Massimo Putzu comincia veramente bene. Da qualche settimana alla guida di Confindustria sarda ha un viso che comunica cordialità e dei modi che accompagnano adeguatamente la prima impressione. Quarant anni esibiti con allegria, è il più giovane presidente dell associazione degli industriali di una regione dove l industria conta, ogni giorno che passa, un nuovo ostacolo da saltare sul suo percorso. Olbiese doc, sposato e con due bambine, fa parte di una famiglia a capo di uno dei principali gruppi di concessionarie auto della Sardegna e, a chi gli chiede cosa pensi di un settore che vive un momento di grande crisi, risponde sollevando lo sguardo al cielo e rivelando di aver aperto proprio di recente un nuovo punto vendita a Cagliari. Ammette che andare avanti e indietro tra il capoluogo e la Gallura, con puntate sempre più frequenti a Roma, costituisce un grande sacrificio, ma si vede subito che non ci tiene a passare per vittima costretto a trascorrere gran parte del tempo lontano dalla famiglia e rivela di essere assurto ai livelli confindustriali più alti quasi per caso, partendo dalla defezione di un collega che lasciò l incarico per una candidatura politica. La crisi finanziaria che ha sconvolto le borse è, naturalmente, l argomento principe di discussione ma, al di là degli obblighi del suo ruolo istituzionale, sembra davvero convinto del fatto che il periodo nero non durerà molto e che, comunque, la Sardegna ha le potenzialità e la volontà per tirarsene fuori. Il flop del referendum sulla legge salvacoste non sembra averlo sorpreso e nei confronti della giunta regionale e del suo presidente ha un atteggiamento 6 dubbioso, anche se poi sottolinea con favore l azione regionale che ha portato a nuova vita l ex cartiera di Arbatax. Crisi che si aggiunge a crisi. La tempesta finanziaria che ha sconvolto le borse farà sentire i suoi effetti in Sardegna in modo più pesante? Io credo che questa crisi, anche se così violenta, non possa durare molto a lungo. Certo è una delle più pesanti di quelle registrate negli ultimi trenta, quaranta anni; credo che in questa situazione ci siamo trovati altre due, tre volte nel dopoguerra. Intanto, però ci attendiamo un andamento negativo del PIL. Sta già comunque pesando. Ha generato un atteggiamento da parte delle banche non ancora ammesso, ma di più stringente valutazione dell imprenditore con conseguente restrizione del credito e aumento dell indebitamento correlato al momento di difficoltà; ti danno di meno e quel che ti danno lo fanno pagare più caro. È la storia che ci dice che queste crisi sono possibili, ma è la storia stessa che ci insegna che da queste situazioni si vien fuori. È giusto che i soldi della gente Economia Intervista al presidente della Confindustria sarda La crisi si può arginare con iniziative nel settore delle piccole imprese di Andrea Frailis vadano a ripianare i debiti delle banche? In linea di principio siamo contrari a un intervento pubblico in economia. Sotto la presidenza di Montezemolo ci opponemmo a questo fenomeno anche a livello locale, contestando con forza il proliferare di aziende municipalizzate passate da 70 a oltre 700 in dieci anni. Però, obiettivamente, in questa situazione di grande emergenza, di crisi generalizzata ammettiamo questo tipo di intervento che, però, non ci deve portare alla nazionalizzazione delle banche. Il cittadino deve capire che questo tipo di intervento alla lunga tutela il piccolo risparmiatore; salvare una banca significa che, in parte, vengono salvati anche i risparmi degli italiani. Il fatto che le banche ritrovino respiro e serenità riflette effetti positivi sul modo di agire del sistema delle imprese, restituendo fiducia e sostegno. Il vostro presidente nazionale, Emma Marcegaglia, ha detto che si può anche fare a meno della CGIL, e cioè del sindacato più rappresentativo, per cambiare la contrattazione collettiva. È la fine della concertazione?

7 Economia No, non è la fine. Io credo che questa vicenda, però, abbia evidenziato un atteggiamento della Cgil di ostilità a prescindere da tutto. La componente della trattativa aziendale però non è fine a sé stessa, bensì è parte di quella nazionale. Io credo, peraltro, che una maggior attenzione alla contrattazione aziendale debba rappresentare uno stimolo per ciascun lavoratore. Una delle difficoltà più grosse che un imprenditore deve affrontare è quella di trovare le persone giuste, i collaboratori più adatti; perché le aziende le fanno le persone, se non c è una squadra di persone motivate i risultati non arriveranno mai. Proprio in questi giorni sono stati anticipati ai sindacati i contenuti della finanziaria regionale per il prossimo anno. Ci sono una cinquantina di milioni in più di incentivi alle imprese, rimangono tasse sul lusso e anticipazioni sui crediti vantati con lo Stato. Voi siete stati molto critici con i provvedimenti della giunta Soru, sarà ancora così? Siamo stati ricevuti da Soru prima dei sindacati, quindi abbiamo avuto anche noi come rappresentanti delle imprese le prime notizie sui documenti finanziari. Sul metodo di inserire in bilancio anticipazioni sui crediti siamo stati molto critici è vero, e da una prima valutazione dei documenti di quest anno sembrerebbe che la giunta regionale non abbia cambiato strada, ma dobbiamo valutare meglio. Temo che si stia commettendo il medesimo errore seppure con l obiettivo di ripartire su più annualità la manovra di rientro dall indebitamento accumulato negli anni passati. Per le tasse sul lusso ci chiediamo a cosa servano, quali vantaggi hanno portato al nostro sistema economico. E poi, dal punto di vista dell immagine, si poteva benissimo farne a meno. Per due milioni di euro che hanno portato nelle casse regionali non valeva la pena, a mio avviso, produrre un danno di immagine all esterno così evidente. Il referendum sulla legge salvacoste che voi avevate appoggiato si è rivelato un flop. Ci siete anche voi tra gli sconfitti? No, perché riteniamo che il referendum rimanga l unico strumento di democrazia diretta che abbiamo a disposizione. Non ci siamo schierati apertamente, ma siamo stati coerenti con le nostre posizioni e rimaniamo contrari a quella legge che riteniamo negativa. Forse non si è capito bene il quesito che era stato posto, e anche per le altre due domande sull acqua la non conoscenza era grande. Comunque adesso la partita si gioca in Consiglio Regionale con la legge urbanistica. Abbiamo fatto delle proposte sostanziali di modifica e auspichiamo vengano accolte. Ma lei ha capito su quale ipotesi di sviluppo si lavori per la Sardegna? Tutti quanti, maggioranza, opposizione, imprenditori e sindacati? La nostra contestazione all atteggiamento di Soru è proprio questo. All inizio abbiamo condiviso alcuni principi, come la tutela dell ambiente. La gabbia di ferro poteva andar bene per un certo periodo poi, però, andava fatto ben altro. Dove dobbiamo andare? In primo luogo dobbiamo consolidare l esistente, chiudere alcune partite importanti come quella della chimica che non trova ancora soluzione. Il turismo, inoltre, va interpretato in un ottica di sistema, un sistema moderno allargato a tutti i settori collegati, che ci porti a sviluppare l artigianato, il commercio, la nautica. Ecco, una cosa molto positiva che ha fatto la giunta Soru è l operazione di riconversione industriale della cartiera di Arbatax in un polo per la nautica. Un operazione che non solo riuscirà a recuperare quel numero di addetti che la fabbrica di carta aveva, ma che darà vita a un comparto che si svilupperà ulteriormente e porterà benessere e lavoro in quella zona, oggi caratterizzata da un grande deficit di sviluppo e di presenza di attività imprenditoriali. Io credo che la ricerca e l innovazione siano alla base della cultura di impresa come valore economico; è importante investire in alta formazione, ma è dalla base che dobbiamo partire, dobbiamo intervenire fin dagli anni della scuola. Cosa pensa del federalismo fiscale? Secondo alcuni è un regalo alla Lega. Io non lo credo. Ritengo, però, che sia un opportunità, ma un opportunità che va gestita. D altra parte siamo ancora nella fase di lavoro sui decreti attuativi. Può essere un occasione per avere autonomia maggiore, ma soprattutto per lavorare in termini di efficienza e quindi riuscire a liberare risorse da reimmettere, poi, nel sistema economico e delle imprese. Penso che tutto questo comporti una maggior responsabilità da parte di tutti, anche nostra. I vostri colleghi del Nuorese e delle altre zone interne hanno lanciato l allarme sulla emergenza sicurezza per gli imprenditori di quelle parti. La serenità è una delle infrastrutture immateriali che stanno alla base della nostra attività. Ma non vorrei che ci facessimo prendere da fattori contingenti; il tutto, però, va visto in un ottica di numeri, in un contesto più generale. Poi, però, alla fin fine non è che possiamo dire che in Sardegna esista un ambiente ostile per gli imprenditori. In Sicilia abbiamo messo fuori da Confindustria chi paga il pizzo. Da noi non abbiamo più sequestri e questo è un fattore decisivo; molti imprenditori trent anni fa rinunciarono a impiantare aziende in Sardegna proprio per paura dei sequestri, allora il rischio era elevatissimo. Oggi le statistiche ci dicono che anche gli assalti ai furgoni portavalori sono in calo; dall esame di dati oggettivi risulta che in Sardegna ci sono le condizioni di tranquillità sufficienti a fare impresa. Ci manca il resto, però. Siamo agli ultimi posti della graduatoria de Il Sole 24 ore come dotazione di infrastrutture, quello è il vero freno allo sviluppo. Infortuni nei cantieri. È una vera emergenza, ma voi ritenete che il decreto del precedente governo abbia inasprito troppo le sanzioni. Non è che volete fare i controllori dei controllati? Siamo tutti assolutamente interessati al fatto che questi episodi non accadano. Lavoriamo insieme ai sindacati per divulgare la cultura della sicurezza, dobbiamo essere capaci di trasmettere sensibilità ed è interesse soprattutto dell imprenditore la sicurezza. Nell ente bilaterale costituito insieme ai sindacati stiamo lavorando molto bene. Ma inasprire le sanzioni non serve a risolvere il problema, peggiora solo il clima. 7

8 Il ruolo e la posizione strategica della Sardegna L era del metano: la grande sfida ingegneristica e tecnologica Avanti tutta!!! Direzione della rotta da tempo affannosamente ricercata, Algeria, Sardegna, Italia. L approdo, il punto di arrivo è davvero unico: la disponibilità anche per i sardi del gas metano, che dovrebbe finalmente aprirci una nuova era. Parliamo della rotta del Galsi naturalmente, del Gasdotto Algeria- Sardegna-Italia, di cui tanto si è discusso nel corso degli anni, ed ora finalmente, si scongiura, dovremo farcela davvero a colmare quel divario, quel gap energetico che sino ad oggi ci ha contraddistinto da tutte le altre regioni d Italia, penalizzando le nostre imprese, la nostra economia, l intero sistema socio-economico nel suo complesso. Il Galsi, insomma, è un bel tubone non poi così tanto comune, come ben sanno i nostri imprenditori che auspicavano di poter prender parte agevolmente alla realizzazione della singolare opera, e che invece sono incappati in una maglia fittissima di requisiti per la qualifica che non lascia il minino spiraglio. Sarà lungo circa 900 km tra off shore ed on shore e con i suoi metri di profondità massima consentirà l importazione in Italia di gas naturale proveniente dall Algeria. Dal 2012 permetterà di trasportare ben 8 miliardi di metri cubi di metano all anno, e dall Algeria arriverà a Porto Botte, nel Sulcis, per toccare lungo il tracciato ben 40 dei nostri comuni, uscendo nella zona di Olbia per poi tuffarsi nuovamente in mare e raggiungere Piombino. Ma sia ben chiaro, il Galsi ha una valenza prettamente strategica, che con la rotta alternativa che attraversa la nostra isola, consentirà di far giungere il metano perfettamente nel baricentro della domanda italiana a costi competitivi, consentendo al contempo la metanizzazione della Sardegna, attualmente non fornita dalla rete nazionale. Opportunità, benefici, 8 Energia e ambiente di M. Cristina Rivara certo ma anche aumento della sicurezza degli approvvigionamenti per la rete Trans europea dell Energia. Ovvero, diciamocela davvero tutta, non possiamo ritenerci gli unici e veri beneficiari dell opera, realizzata per il bene del popolo sardo, ma l iniziativa va intesa come un coacervo di interessi tra i quali rientra l opportunità di metanizzare l isola, perché le sorti di anime sono davvero ben poca cosa in uno scenario di respiro internazionale. Presa coscienza della reale situazione e sgombrato il campo da false illusioni, sappiamo che dalla disponibilità di fonti energetiche dipende lo sviluppo ed il benessere di qualsiasi territorio; bene, la Sardegna dipende per quasi il 75 per cento dal petrolio, per il 23 per cento dal carbone, tutte fonti esauribili e per il restante 2 e qualcosa per cento dalle Fer, una dipendenza energetica quasi totale, che mal si concilia con la necessità di diversificare le fonti energetiche, con un giusto mix bilanciato, per evitare situazioni a senso unico che portano ad un collasso e paralisi totale. E poi, che dire dei nostri consumi? Il nostro settore industriale è energy intensive, assorbe circa il 40 per cento di quel 44 per cento di energia utilizzato dalle industrie che sino ad oggi sono state costrette ad operare in costante difficoltà e nonostante abbiano combattuto sino allo stremo, non sono riuscite ad ottenere agevolazioni sotto alcuna forma, aiuti alla mancata metanizzazione compresi. Ora con Galsi giungerà il metano, fonte di energia considerata tra le più pulite ed accessibili, che contribuirà al miglioramento della qualità dell aria e dell ambiente, consentendo anche il più facile raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e speriamo che il nostro bilancio energetico possa cambiare con questa grande sfida ingegneristica e tecnologica. Attenzione però a non oltrepassare la fatidica data del 2012 che segna l operatività del metanodotto, data già tante volte posticipata in un cronoprogramma che subisce continui slittamenti, perché altrimenti rischiamo davvero di restar per sempre fuori da quello scenario nazionale, europeo, internazionale dell energia e quindi fuori dal mondo. Chi ha memoria, sa che la metanizzazione dell isola è datata 23 aprile 1997, cioè parliamo di ben 11 anni fa, di quando a seguito dell approvazione del piano di metanizzazione del Mezzogiorno d Italia, ad opera del Comitato delle Regioni meridionali, venne stipulato un Protocollo d intesa Stato-Regione, nel quale vennero definiti gli impegni per lo sviluppo e la concretizzazione del Progetto di metanizzazione della Sardegna, che prevedeva la realizzazione dell iniziativa in 5 anni. E mentre gli altri gasdotti sono stati realizzati, a noi oggi non resta altro che ancorarci bene e puntare su questa società, Galsi Spa, appositamente costituita per lo scopo nel 2003 e che vanta una compagine societaria di primarie aziende internazionali e nazionali che operano nel mercato energetico, come Sonatrach 41.6 per cento, Edison 20.8 per cento, Enel Produzione 15.6 per cento, SFIRS 11.6 per cento ovvero leggi Regione Sardegna, Gruppo Hera 10.4 per cento. Intanto, recenti ed importanti steps come l accordo del novembre 2007 firmato con Snam Rete Gas, la società leader in Italia nel trasporto del gas naturale, che diverrà realizzatore operatore e proprietario del tratto italiano del gasdotto e la recentissima di riconferma degli impegni assunti da Snam firmata questo 30 settembre, nonché la chiusura dei termini per la procedura di valutazione ambientale, ci fanno sentire in dirittura d arrivo, con un inizio dei lavori previsto entro il 2010 ed una messa in gas nel Ed allora, viene spontaneo urlare a gran voce: avanti tutta, a tutto gas. E che l incitamento sia davvero di buon auspicio per il raggiungimento immediato della provvidenziale rotta.

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10 che potrebbe imprimere una svolta alle problematiche energetiche L opera italiane segue una tabella di marcia piuttosto veloce ed efficiente: già dal 2012 infatti il metano dovrebbe cominciare ad arrivare nelle condotte italiane, attraverso il gasdotto sottomarino più profondo mai realizzato, quello della rete che dall Algeria arriverà fino in Toscana, passando per la Sardegna. Il Galsi è la società di sviluppo, realizzazione e gestione del nuovo gasdotto che con il suo percorso lungo quasi 900 chilometri di cui circa 600 in mare, e i suoi metri dalla superficie, rappresenta una sfida tecnologica e di sviluppo per i territori coinvolti e per le aziende e istituzioni partner (Sonatrach, Edison, Enel Gruppo Hera, la Regione Sardegna e la Sfirs, la Snam Rete Gas che sarà realizzatore, operatore e proprietario del tratto italiano del gasdotto). Roberto Potì è il presidente di Galsi: laureato e specializzato in ingegneria nucleare a Torino, ha lavorato nell Ansaldo Meccanico Nucleare, è stato Resident Engineer presso la General Electric Nuclear Division di San Josè in California e Direttore Generale della Ansaldo do Brasil (1981/1985) e Direttore Commerciale della Ansaldo Aerimpianti. 10 Il metano sbarcherà sull Isola nel 2012 Roberto Potì, Galsi: In Sardegna il gasdotto porterà sviluppo e benefici per l ambiente Presidente, il Galsi sarà il gasdotto più profondo mai realizzato. Una grande sfida tecnologica ed ingegneristica per il team di esperti impegnati nella progettazione: quali sono gli strumenti impiegati e quali le differenze rispetto alle opere di questo tipo realizzate in passato? Per la posa del gasdotto a mare Galsi utilizzerà navi di posa tecnologicamente all avanguardia, con posizionamento dinamico ed equipaggiate di potenti macchinari e sofisticate strumentazioni per permettere la posa della tubazione in fondali molto profondi, come nel caso del Galsi, garantendo la massima sicurezza. Le navi utilizzate saranno di stazza superiore alle tonnellate. I metodi di posa potranno essere posa a J e posa a S, che rappresentano tecnologie già ampiamente collaudate in altri importanti progetti quali il Medgaz ed il BlueStream. La realizzazione del gasdotto che dall Algeria arriverà fino Italia, passando per la Sardegna, rappresenta certamente un opportunità per molte ma non per tutte le imprese sarde: quali sono i requisiti non solo formali (in riferimento al volume del fatturato richiesto per la partecipazione ai bandi, ad esempio), ma anche sostanziali (in competenze, esperienza, aggregazione, risorse disponibili, ecc.) che dovrebbero possedere queste imprese? Un progetto della portata del Galsi rappresenta certamente una significativa opportunità per numerose realtà industriali nelle aree interessate dal progetto. In tale ambito, nel mese di luglio scorso si è tenuto a Cagliari un incontro tra la Regione Sardegna, Galsi, SnamReteGas e le associazioni delle imprese sarde durante il quale è stato anticipato il quadro di riferimento generale in cui si potrà configurare la partecipazione al progetto da parte delle imprese sarde. Grandi opere di Francesca Madrigali In particolare è prevista nel corso della prossima estate la pubblicazione da parte di SnamreteGas - che sarà responsabile della realizzazione della sezione italiana del progetto - dei bandi per le gare di appalto: in termini generali, considerata la strategicità e l alta visibilità del progetto, sarà necessaria un elevata affidabilità delle imprese coinvolte volta a garantire il successo del progetto nei tempi e costi previsti. In aggiunta a quanto sopra, sempre in termini di opportunità per le realtà locali sarde, mi interessa ricordare che è stato recentemente sottoscritto un accordo tra Galsi e l Università di Cagliari per promuovere la cultura e la formazione nei settori scientifici e tecnologici legati alla realizzazione dell opera. Quali sono i vantaggi dell opera per il sistema produttivo italiano nel suo complesso e delle regioni direttamente coinvolte, e in che modo il singolo cittadino potrà concretamente fruirne? I vantaggi della nuova infrastruttura per il sistema produttivo italiano e per le regioni coinvolte sono svariati e sono stati più volte sottolineati dalla stampa e dagli studiosi del settore. Per il sistema energetico italiano, il gasdotto Galsi, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas (pari a circa il 10% dell attuale fabbisogno nazionale), rappresenterà una rotta alternativa per il gas algerino, contribuendo a migliorare significativamente la sicurezza di approvvigionamento energetico nazionale. Per la regione Sardegna, il progetto ne permetterà la metanizzazione, con importanti benefici innanzitutto di carattere ambientale. Inoltre, l arrivo del gasdotto comporterà ricadute positive sulle economie locali, con opportunità di sviluppo per le realtà imprenditoriali locali sia durante la fase di costruzione che nella successiva fase di esercizio.

11 Grandi opere Quali secondo lei le possibili soluzioni per fronteggiare la crisi energetica globale? Integrazione fra le fonti rinnovabili e il petrolio, fra questo e il gas naturale, il ritorno al nucleare o la necessità di una era di austerity? L equilibrio del mix delle fonti di energia, associato ad una migliore razionalizzazione dei consumi, rappresentano lo strumento necessario per fare fronte alle attuali difficoltà. In tale quadro, risulta imprescindibile il ricorso alle fonti di energia rinnovabile e nel medio termine al nucleare circa il quale l Italia ha la necessità di riequilibrarsi: mi sembra che il nuovo Governo stia positivamente accelerando in questa direzione. Nel breve e nel medio termine, comunque, il gas rappresenta la fonte più affidabile e ambientalmente compatibile. Galsi ha prodotto uno Studio di Impatto Ambientale per valutare le ricadute dell opera sull ambiente e i territori interessati. Quali sono le principali criticità che sono emerse e come verranno gestite? Lo Studio di Impatto ambientale del Galsi ha analizzato con cura tutti gli aspetti ambientali implicati: in particolare il tracciato proposto è stato individuato valutando, tra le differenti alternative, le soluzioni che garantissero il massimo rispetto delle aree sensibili e dei vincoli ambientali. Lo Studio è stato presentato alle autorità competenti il 31 luglio scorso: considerata l attenzione con cui è stato preparato il dossier, siamo fiduciosi che l iter si concluderà positivamente, nei tempi previsti. Dopo il recente inserimento del Galsi nella Rete Nazionale Gasdotti, quali saranno i prossimi passi nella realizzazione del gasdotto? In attesa della conclusione dell iter autorizzativo avviato a luglio, con l ottenimento dell Autorizzazione Unica alla costruzione e all esercizio del gasdotto, Galsi completerà a breve l ingegneria di dettaglio per l intero progetto (sezione nazionale e sezione internazionale) e procederà con le gare di appalto per l approvvigionamento dei materiali e la realizzazione della sezione internazionale del gasdotto. La decisione finale di investimento degli azionisti è prevista nel corso del Società Finanziaria Industriale Rinascita Sardegna S.p.A Via Santa Margherita, Cagliari Tel Fax info@sfirs.it Lavoriamo per una Sardegna migliore. 11

12 12 Novità nella normativa di settore Appalti pubblici: varate le modifiche e le integrazioni al Codice dei contratti Gare pubbliche Con l entrata in vigore del decreto legislativo n.152 dell 11 settembre 2008 si conclude il lungo iter delle modifiche ed integrazioni al Codice dei contratti pubblici. Si potrebbe così considerare completata la complessa disciplina degli appalti pubblici, anche se qualche modifica sarebbe, forse, ancora opportuna. Inoltre non è ancora stato pubblicato il Regolamento generale, la cui pubblicazione sembrava già imminente nello scorso mese di marzo. Quanto al decreto preme evidenziare che è stato un provvedimento molto atteso e che, nel complesso, è da valutare positivamente in quanto contiene disposizioni di grande interesse per il comparto dei lavori pubblici. Su alcuni punti, in particolare, pare opportuno formulare alcune brevi riflessioni. In primo luogo circa la previsione che, ampliando il periodo di attività documentabile in sede di qualificazione, consente alle imprese, anche se transitoriamente, per alcuni requisiti, di estendere il periodo di attività documentabile ai migliori cinque anni dell ultimo decennio, mentre per altri requisiti permette di considerare l ultimo decennio. Si tratta di una disposizione da tempo richiesta dall Ance, indispensabile per consentire alle imprese il mantenimento della qualificazione in un mercato da tempo caratterizzato da una eccessiva scarsità di lavori. Un aspetto positivo è da riscontrare nella disciplina definitiva delle offerte anomale. Infatti, lo schema del decreto sopprimeva la facoltà per le amministrazioni di prevedere nel bando, per gli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria, l esclusione automatica di tali offerte. L Ance ha invece sempre sostenuto che l introduzione generalizzata della valutazione dell anomalia è di difficile applicazione concreta, in virtù del fatto che le Amministrazioni, soprattutto se di piccole dimensioni, potrebbero non essere strutturate per l espletamento di tale valutazione. Sembra pertanto corretto che il provvedimento reintroduca la possibilità dell esclusione automatica delle offerte anomale per gli appalti di importo inferiore o pari a 1 milione di euro. Un altra novità che va considerata positivamente è, in tema di project financing, la scelta operata dal legislatore che, nel prevedere diverse procedure di affidamento, ha anche ripristinato il diritto di prelazione a favore del promotore, anche se limitatamente ad alcune ipotesi procedurali. Si tratta di una norma che ha avuto una gestazione travagliata. Ricordiamo che precedentemente la disciplina dell istituto prevedeva un iter complesso, così che sembrava destinata a fallire il suo obiettivo principale: quello di attirare capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche. Per quanto complesso il meccanismo era però supportato dalla prelazione. Abolita quest ultima il meccanismo non poteva evidentemente più avere nessun appeal per gli imprenditori. Le modifiche apportate nel terzo decreto correttivo tengono conto delle osservazioni della Commissione europea, che aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell Italia per il non corretto recepimento delle direttive in diversi punti, tra cui quello relativo alla disciplina del promotore finanziario. Non solo: è stata anche recepita la generale esigenza di semplificazione della disciplina, manifestata dagli operatori del settore, tra cui l Ance, che ne ha più volte denunciato la farraginosità e l inadeguatezza. Le modifiche ora introdotte prevedono diverse procedure utilizzabili, che possono essere attivate sia per iniziativa dell amministrazione, mediante la pubblicazione di un bando, sia su iniziativa di soggetti privati, mediante la formulazione di una proposta per la realizzazione di opere non previste dal programma dell amministrazione. La nuova discipli- di Lucia Zedda na può certamente essere ancora migliorata e snellita nelle sue diverse fasi. Tuttavia bisogna dare atto che, con la seconda possibilità suesposta, viene di nuovo riconosciuta l importanza della iniziativa e dei contributi collaborativi dei privati. Sarà poi la pratica a testimoniare quale delle procedure previste per il P.F. sia maggiormente funzionale e conveniente. Altra importante novità introdotta dal decreto è quella relativa ai consorzi stabili. È stato infatti rimosso il divieto secondo cui alla medesima gara cui partecipa il consorzio stabile non può partecipare anche il singolo consorziato. Tale preclusione è ora limitata ai consorziati per conto dei quali il consorzio partecipa alla gara, ed è stata così eliminata quella che costituiva una forte causa ostativa alla costituzione dei consorzi tra imprese. Il diritto di prelazione invece non può più essere esercitato nel caso delle opere di urbanizzazione a scomputo totale o parziale degli oneri concessori. Secondo la disciplina precedentemente vigente, l Amministrazione poteva prevedere una modalità di affidamento consistente in una procedura simile a quella del project financing con il diritto di prelazione in capo al titolare del permesso promotore, in virtù del quale questi poteva eseguire direttamente le opere. Secondo la nuova disciplina, se queste sono di importo comunitario l Amministrazione può prevedere il loro affidamento con gara sulla base di un progetto preliminare predisposto dal titolare della concessione; sotto tale soglia l affidamento avviene con una procedura negoziata tra almeno cinque offerenti. Un altra novità riguarda le cosi dette opere super specializzate. Dopo i rilievi comunitari in tema di subappalto, nello schema di decreto legislativo era prevista la possibilità di subappaltare tali lavori con il limite che non si poteva praticare al subappaltatore un ribasso superiore all 8 per cento.

13 Gare pubbliche La disposizione di questo tetto massimo di ribasso, fortemente criticata dalla nostra Organizzazione, è stata eliminata nel testo varato dal governo ed è stata introdotta la disposizione secondo cui tali lavorazioni sono subappaltabili nel limite del 30% della categoria specialistica. Le categorie super specializzate hanno quindi, ora, una disciplina simile a quella della categoria prevalente, con la reintroduzione parziale del divieto di subappalto. Un altra novità positiva per le nostre imprese, fortemente sostenuta dall Ance, è la disposizione che innalza da a 1 milione di euro la soglia per il ricorso alla licitazione privata semplificata. Ancora, una importante previsione introdotta nel decreto è quella volta a contrastare il rilevante aumento del prezzo di alcuni materiali da costruzione registrato in quest ultimo anno. Questo problema, ormai è evidente a tutti, ha assunto dimensioni drammatiche, e sta determinando la fuoriuscita dal mercato di numerose imprese del nostro settore. Settore, quello delle costruzioni, unico a non godere di un vero e proprio meccanismo di revisione prezzi, nonostante sia particolarmente esposto a forti e repentini aumenti. Come sappiamo, la nuova disposizione consente al committente, al verificarsi di certe condizioni, di erogare all esecutore del lavoro somme a copertura delle spese sostenute per l acquisto di specifici materiali indicati nel bando. Si tratta in sostanza di un anticipazione del pagamento, meccanismo alternativo a quello del prezzo chiuso ed a quello della cosiddetta compensazione del prezzo d appalto. È una misura importante, che in alcuni casi può tamponare il problema, ma non adeguata a risolverlo, sia per le condizioni e per la procedura stabilita, sia perché operativa solo in relazione ai materiali da costruzione individuati nel bando. Peraltro, la nostra Organizzazione continua ad essere impegnata sull argomento, interloquendo con il governo sulle misure da adottare. E delle scorse settimane la pubblicazione del decreto legge recante Interventi urgenti in materia di adeguamento dei prezzi dei materiali da costruzione, per il quale l Ance ha condotto una lunga e decisa azione nei confronti del Governo. Il provvedimento non recepisce completamente le nostre istanze (per esempio, il campo di applicazione è limitato agli aumenti del 2008), ma è già un passo avanti. Nel testo vengono riconosciute le variazioni oltre l 8% e, contrariamente a quanto il ministero voleva fare in un primo momento (solo amministrazioni dello Stato), è esteso a tutte gli enti appaltanti. Tornando al decreto correttivo, vi sono inserite diverse altre novità da approfondire: mi riferisco alle disposizioni relative all avvalimento, alla procedura di interpello, al leasing in costruendo e ad altre ancora. Per problemi di spazio mi fermo tuttavia qui. Lasciando ancora aperti alcuni dubbi su due problemi. Il primo riguarda la posizione di alcuni giuristi secondo i quali la situazione che si è venuta creare sarebbe di dubbia costituzionalità: infatti il decreto è stato adottato in attuazione della delega attribuita al Governo con la Legge comunitaria del 2004, delega che veniva a scadere a fine giugno Il Governo ha approvato prima di tale scadenza solo lo schema del terzo decreto correttivo. Nel corso del mese di luglio, poi, il Governo ha raccolto i pareri favorevoli dei due rami del Parlamento, quello della Conferenza Unificata Stato-Regioni e quello del Consiglio di Stato. L approvazione del decreto legislativo vero e proprio da parte del governo è intervenuta solo il 1 agosto e quindi, secondo taluni, sarebbe incostituzionale perché fuori termine rispetto alla delega data dal Parlamento. Confermerebbe questa posizione anche il fatto che, in effetti, il Decreto Legislativo 11 settembre n.152 contiene non poche differenze, e non solo di stile, rispetto allo schema di decreto trasmesso a giugno 2008 alle Camere per i pareri. Quindi il Governo avrebbe emesso un provvedimento delegato, avente forza di legge, addirittura in parte riscritto dopo che la delega del Parlamento era scaduta. L altro elemento di dubbio riguarda in particolare, ma non solo, la nostra regione che, come è noto, lo scorso anno si è dotata di una propria legge sulle procedure di aggiudicazione degli appalti (n.5/2007). Si ripropone, dunque, l annoso problema del rapporto tra la normativa nazionale e quella regionale, ora accentuato dalle ulteriori modifiche al testo nazionale. È opportuno, mi sembra, richiamare ancora una volta l attenzione su questo aspetto, sia per un problema di equità (discipline diverse a seconda dell ente appaltante) sia per le difficoltà applicative che le stesse amministrazioni potranno avere. Su ambedue i problemi si potrà tornare in futuro per un utile approfondimento. 13

14 14 Viaggio nelle officine Incerpi, parla Enrico Marrazzi La storia delle Officine ortopediche dottor Amedeo Incerpi, risale alla fine della prima guerra mondiale, esattamente nel 1922, quando il futuro Commendatore Giulio Incerpi a seguito della Croce Rossa cominciava la sua attività. In seguito l attività venne proseguita dal figlio Amedeo che fondava la prima officina ortopedica in Sardegna nella storica sede in Viale San Vincenzo. Oggi l azienda ha i suoi uffici in via Simeto, che vennero inaugurati nel Al posto della vecchia officina, entrò in funzione quella più moderna. I locali sono grandi e razionali con gli artigiani che visibilmente mostrano come viene eseguito un manufatto ortopedico sanitario sotto lo sguardo attento e vigile dell ingegnere e tecnico ortopedico Enrico Marrazzi direttore responsabile e consulente dell organizzazione Incerpi. Il clima aziendale, è di grande entusiasmo e serenità questi maestri specializzati nei prodotti di ausilio sanitario, hanno una grande esperienza e professionalità: c è chi fabbrica scarpe ortopediche, chi prende le misure per le protesi e chi cuce i busti. Complessivamente l operato è coadiuvato dall Ingegnere Marrazzi che offre ai clienti un supporto aggiornato tecnico continuo. La ditta Incerpi, inoltre nella propria sede offre valutazioni posturali, l esame baropodometrico che consente di rilevare le pressioni plantari in maniera computerizzata sia in statica che in dinamica, permettendo al medico prescrittore una diagnosi più accurata e fa si che il tecnico ortopedico realizzi dei plantari di contenuto tecnologico più elevato. Molto importante sempre da parte dell azienda, il disbrigo delle pratiche Asl cioè le informazioni e la consulenza su come e dove ottenere i presidi, la prassi da eseguire e la documentazione da produrre, il tutto sempre aggiornati secondo le leggi vigenti in materia. C è inoltre la possibilità di affidarsi alla ditta per il completamento effettivo di tutta la procedura burocratica; tra le diverse mansioni garantite c è anche l assistenza ai ricoverati negli ospedali. Ingegnere quali sono i vostri principali clienti e che tipo di attività svolgete? Fondamentalmente nelle nostre officine realizziamo presidi ortopedici che vengono commissionati dalle Asl e dall Inail che ci mandano quasi sempre i loro assistiti. Altri invece si rivolgono a noi privatamente. Ovviamente dipende dal prodotto o dalla patologia: un plantare costa sui 70 euro o il prezzo di un busto si aggira intorno ai 150 euro, ma quando si tratta di protesi, la cifra sale e inoltre c è un percorso specifico da affrontare. Può spiegare qual è la prassi che il paziente che presenta questo tipo di problema deve seguire? Una protesi costa intorno ai 3000 euro. Il cliente tramite assistenza sanitaria pubblica viene seguito totalmente dalla nostra azienda e poi noi fatturiamo direttamente con le ASL, in base a dei tariffari nazionali, nei quali sono inseriti tutti gli articoli, i codici e i prezzi che forniamo. Il paziente viene che ha già l autorizzazione medica per la realizzazione del prodotto che deve utilizzare. Una volta che abbiamo consegnato l ausilio sanitario, il medico si accerterà che il lavoro sia eseguito a dovere e che venga indossato bene senza nessun genere di problemi, una volta che il lavoro è stato completato, collaudato e testato, l azienda viene pagata. Fortunatamente questo servizio di assistenza è garantito completamente dallo Stato a prescindere dal reddito personale e dal prodotto ortopedico sanitario. Tale procedura non è rivolta solamente a chi necessità di protesi ma anche chi richiede carrozzine, letti o sollevatori per spostare persone cioè quelli che vengono definiti prodotti commerciali già pronti. Quali sono i prodotti che vengono venduti maggiormente? Come ho già evidenziato, gli articoli già commercialmente pronti sono L azienda Negli storici laboratori cagliaritani i presidi ortopedici frutto della tecnologia di Sonia Meloni quelli che nel mercato hanno più richiesta: letti, materassi antidecubito, guanciali, carrozzine, stampelle, tripodi e montascale. Mentre i presidi sanitari ortopedici da officina ne usufruiscono un altro genere di utenza cioè gli invalidi in seguito ad incidenti stradali, gli anziani è in numero sempre minore i poliomielitici o chi ha problemi vascolari o diabetici. A prescindere dalla causa, quali materiali vengono utilizzati per eseguire una protesi e tecnicamente come viene adeguata all arto amputato? Quando la ferita si rimargina, viene messa una protesi provvisoria, composta però da elementi definitivi. L arto artificiale che è in contatto con la parte mutilata non è risolutivo. Dopo l operazione, l arto amputato non è sempre perfetto, tende a gonfiarsi e ad assumere una posizione che non è quella naturale, quindi si fanno dei bendaggi post-chirurgici che hanno il compito di riportare per quanto possibile l elemento fisico amputato al suo stato originale per riuscire ad inserire la protesi. Infatti chi a subito un trauma del genere, deve avere poi un arto artificiale che appaia il più normale possibile, quindi se ad esempio si parla di gamba, bisogna valutare che nella postura ci sia il giusto allineamento. Oltre le medicazioni

15 L azienda appropriate, il paziente verrà seguito con una ginnastica ed una fisioterapia appropriate. Senza questi presupposti non è possibile creare una protesi: il cliente dovrà portare l apparecchio sostitutivo provvisorio per molti mesi in modo tale che si adegui alla forma del suo corpo. Quando il chirurgo o il fisiatra reputano che sia giunto il momento di realizzare la protesi definitiva, si prende come base quella temporanea ed in alcuni casi si sostituisce la parte a contatto con il moncone: ad esempio, se si tratta di un arto inferiore, ginocchia e piede rimangono, altrimenti quando è necessario, l arto artificiale viene costruito dal principio, senza preservare nessun elemento che costituiva quello precedente. Per quanto riguarda i materiali utilizzati, inizialmente questi prodotti sanitari venivano costruiti in acciaio, poi si è passati all alluminio, adesso vengono adoperate leghe come il titanio, e le fibre di carbonio; vengono impiegati materiali resistenti ma allo stesso tempo leggeri. Quali sono le zone della Sardegna a cui vi rivolgete? Principalmente il nostro bacino d utenza, è nella provincia di Cagliari. In città oltre la sede in via Simeto numero 13, abbiamo altri due negozi, uno in via Azuni 120, e l altro in via Petrarca 28, poi se eventualmente lo richiedono arriviamo in tutta la Sardegna. La strategia dell azienda è stata quella di focalizzare la propria fetta di mercato nel campidano, perché ormai è consolidata la nostra presenza in questa zona. Quanti dipendenti conta l Azienda Officine ortopediche Incerpi? In tutto sono dieci dipendenti, tra officine e negozi. Consiglierebbe questa professione ad un giovane ingegnere che vuole trovare uno sbocco anche nel campo della progettazione dei presidi ortopedici sanitari? Non so quanti ingegneri si dirigono verso questo sbocco professionale. A Cagliari ad esempio, è stata istituita la facoltà di bio ingegneria, che riguarda più la costruzione di protesi interne che la creazione di arti artificiali o supporti esterni. La patria leader del settore ortopedico sanitario sia a livello di tecnologia che a livello di progettazione è tutto il nord Italia ma specialmente la regione Emilia Romagna. Oggi chiunque voglia fare il mestiere di tecnico ortopedico deve frequentare un corso universitario apposito che in Sardegna manca. Sono informato del fatto che esistono per questo settore ottime facoltà in tutta Italia supportate da bravissimi professori che provengono sia dal campo dell ingegneria, che da quello della medicina, ma il problema è che questi studenti preparati teoricamente devono poi recuperare dal punto di vista pratico, in quanto i loro studi non sono supportati sufficientemente dalle strutture a livello di laboratori. Oggi, dunque, la figura dell ingegnere è presente in tutti i settori e non solo in quello della progettazione. Personalmente credo che la Sardegna nel campo dell officina ortopedica si debba aggiornare e adeguarsi ai tempi di oggi e sia ancora molto indietro rispetto ad altre regioni italiane. Quindi suggerirei di andare fuori a chi voglia prepararsi ad affrontare questa professione. Quali sono le problematiche e le difficoltà che un azienda come la vostra deve quotidianamente affrontare? Le aziende che si occupano della costruzione di questo genere di prodotti nella nostra isola sono aumentate a dismisura, ecco perché noi preferiamo una politica aziendale dei piccoli passi. Inoltre noi lavoriamo con dei tariffari nazionali che non vengono aggiornati da molto tempo, comunque riusciamo con tanti sacrifici e sforzi a sopravvivere e ad avere una buona clientela. Quali sono i punti di forza dell Azienda? Oltre all esperienza, consideriamo i nostri punti di forza la buona qualità dei prodotti offerti, l affidabilità dell Azienda e, ove occorra, uno stretto rapporto di collaborazione con i medici per avere la certezza di fornire ad ogni cliente la migliore soluzione al suo caso. A conferma e garanzia della validità della nostra organizzazione, nel 1998, abbiamo ottenuto la certificazione del sistema di qualità aziendale. Brevemente il suo curriculum professionale. Sono stato fuori dalla Sardegna circa dieci anni sia per motivi di studio che per motivi professionali. Ho lavorato per grandi industrie meccaniche e di progettazione a Milano, Roma e a Torino. Nell ultima città nominata ho appreso molto ovviamente alla FIAT: ero affiancato da persone che lavoravano molto ed in serenità con ritmi lenti ma alla fine arrivavano all obiettivo prefissato. Mi sono laureato nel 1965 poi trent anni dopo, nel 1995, ho preso il diploma di tecnico ortopedico. Mi ricordo che lavoravo anche dieci o dodici ore al giorno, poi il fine settimana partivo per frequentare il corso di tecnico. Quando ho preso il diploma in questo settore ero emozionato per tutti i sacrifici fatti, ed inoltre avevo una paura estrema di non farcela perché ovviamente studiavo nei ritagli di tempo dal lavoro. Alla fine ho raggiunto anche questo obiettivo e per me è stata una grande soddisfazione. 15

16 Alla scoperta della nostra regione e dell Europa su gomma L azienda Dedoni, dai primi autobus quarant anni fa, ad azienda leader in un settore in evoluzione Simpatia, qualità e trasparenza queste sono le caratteristiche di Giulio Dedoni fondatore e dirigente dell omonima ditta sarda Gruppo Dedoni Turismo che opera nel mercato del trasporto passeggeri in ambito pubblico e privato. La sua specialità sono i viaggi organizzati a bordo dei suoi autobus in collaborazione delle agenzie di viaggio Intorno al Mondo e Sardivet. I cataloghi proposti fanno capire che si può andare alla scoperta dell isola ma anche in tour in tutta Europa e pellegrinaggi: insomma c è una vasta scelta per ogni esigenza e tipologia di viaggiatore. Giulio Dedoni modestamente parla di piccola e media realtà produttiva nell ambito del panorama economico sardo, ma si può azzardare a dire che il gruppo è nel proprio settore un azienda leader sia in ambito locale che nazionale. Oggi l imprenditore, superata la soglia dei sessanta anni, può vantare anche della collaborazione preziosa dei suoi tre figli: la primogenita Daniela che con un diploma in ragioneria ma anche un buon inizio di studi nella facoltà di economia e commercio all Università Bocconi abbandonati poi per iniziare a lavorare da giovanissima nell azienda, si occupa della parte amministrativa; la secondogenita Simona laureata in lingue straniere, gestisce il reparto marketing e pubbliche relazioni. Infine il più piccolo Antonio che insieme al braccio destro il caposervizio movimento Paolo Piras, collabora nella gestione operativa dei mezzi. Nel racconta Giulio Dedoni - mi trasferii da Gerrei mio paese d origine a Cagliari con tutta famiglia. Inizialmente con i miei fratelli, cominciammo a lavorare nell edilizia, poi nel 1967 comprai dalla ditta trasporti Bayre di Capoterra cinque autobus. Una volta ottenuti i permessi regionali iniziammo a trasportare gli operai che lavoravano nella zona industriale di Macchiareddu e successivamente Giulio prosegue da solo in quanto i fratelli scelgono altre strade professionali. In quarant anni la ditta cresce: diversi riconoscimenti nel settore trasporto e turismo, uno staff di cinquantaquattro persone fra personale vario e i conducenti degli autobus. La sede operativa è a Cagliari in viale Monastir al chilometro 6,500 zona industriale Casic strategicamente collocata a soli tre minuti dall aeroporto e a dieci minuti dal porto; dotata di spaziosissimi uffici e ampi capannoni con un parco granturismo di mastodontici automezzi pronti ad intraprendere i viaggi più affascinanti e misteriosi. Autobus a due piani con 72 posti, minibus da 20 e 2 posti, monovolume e vetture di rappresentanza. Il fiore all occhiello della flotta sono i Mercedes Travego che permettono di offrire un servizio di alta qualità, ottimale in occasione di grandi eventi. Certo, tutto questo comporta grandi sacrifici: più di venti ore al giorno di lavoro, sabati e domeniche sacrificati, ma Giulio Dedoni è stato ampiamente ripagato. Oltretutto la filosofia dell azienda è quella di considerare il proprio personale non alla stregua di dipendenti ma dei veri e propri collaboratori. Lo staff dei conducenti è formato con periodici e ripetuti aggiornamenti sull uso dei mezzi di servizio ed è tutelato da orari di lavoro formulati secondo le normative vigenti, in modo da assicurare una costante attenzione alla guida. Questa attività prevede grossi investimenti come sottolinea Giulio Dedoni: Oltre al sacrificio, ci vogliono anche grosse risorse economiche per portare avanti un impresa del genere. In questo periodo nel trasporto pubblico locale si sta andando incontro ad una serie di cambiamenti che riguardano anche noi privati che operiamo nel settore. Presto per lavorare su una determinata linea, non si parlerà più di ottenere concessioni ma contratti di servizio. Come azienda privata stiamo operando con la Regione sarda per avere gli spazi adeguati. Infatti è aumentata la competizione con la concorrenza del trasporto pubblico, poiché il servizio è nettamente migliorato grazie al fatto che si è deciso di investire sull acquisto di autobus ecologici e dalle prestazioni avanzate. La conseguenza è che per restare anche noi sulla piazza dobbiamo adeguarci ai tempi che si evolvono e che si sviluppano in una certa direzione. Devo dire che il sistema dei contratti di servizio garantirebbe una migliore programmazione dell attività. Infatti, se la concessione dev essere rinnovata annualmente, il contratto una volta che si vince la gara d appalto dovrebbe durare dai sei ai nove anni. Oggi Giulio Dedoni occupa incarichi importanti e di grossa responsabilità nel suo settore: dal luglio 2008 è infatti presidente dell Associazione nazionale viaggiatori su strada affiliata a Confindustria. Una sfida ulteriore per il gruppo Dedoni è quella di organizzare tour all interno della Sardegna: Facciamo parte di diversi consorzi, tra i quali è annoverato il Consorzio dei laghi che comprende la zona del Sarcidano, la Barbagia di Seulo e Orroli. Con questo strumento stiamo cercando di valorizzare anche questa parte dell isola. 16

17 Confindustria A Cagliari l incontro con il presidente nazionale Simona Leggeri Pianificazione, preparazione e collaborazione L impegno dei Giovani Imprenditori Edili La costituzione del gruppo giovani imprenditori sezione costruttori edili, è avvenuta lo scorso 20 maggio 2008 nella sede di Cagliari in viale colombo. Il motivo che ha spinto a formare questo nuovo gruppo è stato quello di coinvolgere i giovani che già operano nelle aziende di famiglia nella conoscenza diretta a approfondita del sistema associativo, rendendo tutti partecipi di un progetto di ricambio generazionale, di crescita qualitativa e di sviluppo quantitativo del sistema stesso, favorendo parallelamente l arricchimento delle loro esperienze e delle capacità personali ma anche con l obiettivo di stimolare nei giovani imprenditori edili lo spirito associativo e la libera iniziativa; esaminare i problemi specifici del settore; promuovere iniziative e ricerche per la qualificazione dell immagine della categoria, contribuendo alla vita dell Associazione con l apporto di idee e progetti; mantenere contatti con organismi similari nazionali e stranieri, nonché con quelli del mondo accademico, socio-culturale e scientifico. L elezione, avvenuta con la presenza di tutti i membri associati, ha fatto sì che si formasse un gruppo formato dal Presidente Simona Pellegrini eletto all unanimità, il Vicepresidente Stefano De Pascale e i consiglieri Maria Angius, Elena Buccellato, Efisio Fa, Federica Menga e Andrea Pavan. Il gruppo giovani, compatto sin dall inizio, ha dato inizio nell immediato alla pianificazione delle attività da svolgere per il primo anno di mandato, formando diversi gruppi di lavoro con relativi tavoli di discussione, atti a formare strategie di arricchimento tecnicoculturale per i propri iscritti. Per dare ai membri un idea più concreta del lavoro da svolgere, si è organizzato un incontro con il Presidente del Gruppo giovani Nazionale, Simona Leggeri che con il gruppo Cagliaritano, dopo aver fatto i migliori auguri per la neo costituzione, ha affrontato gli argomenti caratterizzanti i gruppi di tutte le altre regioni d Italia, al fine di trasmettere tutte le esperienze e le metodologie di lavoro effettuate dagli stessi. Nell occasione il Presidente del Gruppo Giovani di Cagliari, Simona Pellegrini ha illustrato il programma di attività e le iniziative che il gruppo intende sviluppare, attraverso un percorso che mira a dare una formazione di base ai giovani sulle diverse attività attuali e future svolte sia nell`ambito delle proprie aziende edili sia in quello associativo. Simona Leggeri ha espresso apprezzamento per gli obiettivi esposti ed ha illustrato per grandi linee l`articolazione del sistema Ance e i principali obiettivi da questa perseguiti. Si e` soffermata in particolare sull`organizzazione del gruppo giovani, sul ruolo di proposizione associativa che questo svolge e sulle diverse iniziative che vengono realizzate nel territorio. Il Presidente Simona Leggeri ha sollecitato inoltre la massima partecipazione dei giovani di Cagliari alla vita associativa, sia a livello locale che a livello centrale, quale importante occasione di crescita, ed ha invitato ad utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione presenti all`interno del sistema che, oltre di Efisio Fà a fungere da veicolo di aggiornamento tecnico, consentono di diffondere e far conoscere le attività svolte dai vari gruppi territoriali. All`incontro hanno partecipato anche Fabio Esposito e Filippo Delle Piane presidenti, rispettivamente, del gruppo giovani di Milano e della Liguria, che hanno esposto le rispettive esperienze associative svolte sia a livello locale che nazionale. Successivamente, finiti i lavori del gruppo, i giovani del gruppo di Cagliari, hanno offerto ai loro ospiti, una cena consumata in un ristorante caratteristico sito nel territorio di Castello, antico quartiere cagliaritano circondato dalle antiche mura erette dal popolo Pisano in epoca medioevale di sicuro effetto scenografico per posizionamento e per veduta panoramica.la cena, momento di maggiore comunicazione informale, ha fatto sì che i conviviali, abbandonassero i ruoli ricoperti, per trasformare il tutto in un incontro tra giovani che parlavano delle proprie esperienze lavorative e non, sia a livello familiare, per i problemi incontrati durante la fase di ricambio generazionale, che locale, per la diversità che ogni regione presenta sia a livello antropico che culturale. Si è parlato anche di collaborazione future sia a livello associativo che lavorativo, coinvolgendo tutti i presenti a discostarsi da tutte quelle abitudini che le precedenti generazioni hanno sempre avuto, incitando tutti ad una maggiore collaborazione e ad oltrepassare il mare e annullare finalmente le distanze che la nostra terra ha da sempre dalle altre regioni d Italia, sia per caratteristiche geografiche che culturali. Il presidente nazionale, positivamente impressionato dalla vivacità del gruppo incontrato, ha invitato i presenti a partecipare ai meeting organizzati dal gruppo nazionale nelle varie sedi, per poter meglio comprendere anche il modus organizandi delle altre realtà regionali partecipandovi attivamente. 17

18 18 Innovazione Intervista con Giuliano Murgia presidente di Sardegna Ricerche Impresa e tecnologia, così la Sardegna può competere nel mercato globale I risultati finora ottenuti sono buoni: ora gli obiettivi sono quelli di spendere i fondi europei secondo i termini prestabiliti e portare sempre avanti la cultura di avvicinamento dell imprenditoria alla tecnologia e all innovazione, indispensabili per competere nel mercato globale. Giuliano Murgia è il presidente di Sardegna Ricerche, l organo creato dalla Regione nel 1985 con il nome di Consorzio Ventuno. Un nome diverso, ma la stessa mission di promozione della ricerca e del trasferimento tecnologico e nello sviluppo dell economia della conoscenza, nonché una attività di intermediazione e consulenza alle imprese che vogliono svoltare, attraverso i numerosi bandi pubblici dedicati ai più vari settori dell economia sarda. Sardegna Ricerche si avvale di una struttura operativa che ha la sede principale nel Parco tecnologico, a Pula, in provincia di Cagliari. Sono inoltre presenti uffici a Nuoro presso l AILUN e a Iglesias presso l AUSI, Associazione per l Università del Sulcis Iglesiente. Il Parco tecnologico ha anche una sede ad Alghero gestita dalla società Porto Conte Ricerche. Per il presidente Murgia il primo impegno professionale preciso è stato quello di animatore culturale alla Società Umanitaria di Cagliari, poi c è stato l impegno nella formazione sindacale della FLM nazionale (sindacato metalmeccanici). Per tre anni ha diretto il sindacato in Emilia, e dopo il suo ritorno in Sardegna nel 1993 ha lavorato in CGIL come membro della segreteria regionale prima e come segretario poi. È stato assessore all Industria e ha poi svolto attività di consulenza e supporto per progetti di innovazione. In CGIL sono stato uno dei propugnatori di una nuova idea di nuova qualità dello sviluppo che partisse dall innovazione e il sostegno alle attività di ricerca e di alta formazione, già nel Si potrebbe fare di meglio in Italia e in Sardegna per quanto riguarda di F. M. le risorse destinate alla ricerca, all Università, all innovazione tecnologica? Intanto va detto che il tema dell innovazione e della ricerca ha visto crescere la sua importanza nel tempo, nel senso che la globalizzazione ha fatto sì che anche in Sardegna, come in tutto l Occidente, la competitività sulla base della riduzione dei costi sia diventata sempre più difficile, per cui o si smette di fare certe attività e si va a farle in Paesi a basso costo, o si cerca di affinare la produzione in modo tale da avere un incremento di valore delle merci e dei servizi tale da compensare il più alto costo dei fattori di produzione qui da noi. L impegno per la formazione e l innovazione non è un optional, ormai è diventato una necessità per la sopravvivenza delle imprese. L Italia investe poco nella ricerca, lo Stato investe poco e l impresa pochissimo, e questo è uno dei più grossi problemi, confermato da tutti gli indici europei. Bisogna distinguere tra spese per la ricerca e spese per l innovazione: in teoria in Sardegna si può fare innovazione anche senza fare ricerca, perché l impresa sarda può attingere tutto il sapere che c è in tutto il mondo, è indifferente cioè per una impresa che una nuova tecnologia venga da Boston, da Quartucciu o da Monserrato. Quindi c è il tema di mettere le imprese sarde allo stesso livello dei loro competitori esterni dal punto di vista delle tecnologie e quello di investire su alcuni elementi peculiari di ricerca in Sardegna per risolvere dei particolari problemi, come quello di malattie autoimmuni come diabete, sclerosi multipla, talassemia, per le quali i ricercatori, hanno raggiunto livelli di eccellenza notevoli rispetto al resto del mondo. In altri casi, possono essere problemi specifici della nostra regione, come ad esempio il ripristino ambientale della miniere dimesse, e qui il trasferimento tecnologico non basta, ma si tratterebbe di sviluppare la ricerca per trovare soluzione adeguate. Ci sono poi i settori come l ICT, che sono a livello avanzato nella nostra regione, come Tiscali. In questo caso è utile sviluppare la ricerca per creare nuovi prodotti che aumentino la competitività. E per quanto riguarda invece le piccole e medie imprese di dimensioni e anche possibilità inferiori a quelle di Tiscali, quali sono le loro disponibilità a spendere parte delle loro risorse in innovazione tecnologica e che risposte ha Sardegna Ricerche sul territorio rispetto alle sue proposte e i suoi bandi? C è un problema di scarsa domanda di innovazione, credo dipenda un po dalla dimensione dell impresa sarda e un po anche da una certa diffidenza: si pensa forse che intraprendere la strada dell innovazione tecnologica sia più complicato di quanto non sia, che i costi siano eccessivi. In realtà, se ben congegnata, la quota di co-finanziamento che spetta all impresa è abbastanza bassa e può essere in larga misura anche fornita in natura: l attrezzatura, il tempo dei dipendenti ecc.. Qui ci sono una serie di attrezzature e di esperti, quelle che noi chiamiamo le piattaforme tecnologiche, cioè laboratori che forniscono alle imprese servizi di innovazione e di ricerca a

19 Innovazione costi veramente bassi e con un atteggiamento molto collaborativo e partecipativo. Inoltre l attività di ricerca spesso coincide con una alta formazione dei dipendenti dell impresa. Io riscontro un fatto curioso: la propensione all innovazione è quasi più diffusa nei settori più tradizionali che non in certe aree manifatturiere o metalmeccanico. Ci sono progetti di ricerca nel settore della vitivinicoltura, nel lattiero caseario e anche nel settore edile per quanto riguarda, ad esempio, il risparmio energetico. Fino a qualche anno fa il fatto di essere un isola poteva essere un elemento di protezione dalla concorrenza, mentre oggi non ci sono più nicchie protette, per cui bisogna imparare a nuotare in mare aperto. Cosa deve fare una impresa che vuole rivolgersi a Sardegna Ricerche per una consulenza o un aiuto? Ci sono diversi livelli di rapporto con le imprese: ci sono delle attività di servizio, forme di partecipazione, delle attività di studio e ricerca su fi - loni specifi ci sulla base di valutazioni nostre e della Regione e sul confronto delle organizzazioni imprenditoriali. Si tratta dei cosiddetti progetti cluster: le imprese vengono invitate a partecipare ad attività collegiali nelle quali si affrontano i problemi di un determinato settore e si ricorre a competenze esterne. Normalmente, l impresa che desidera sviluppare un suo fi lone di ricerca particolare lo fa in proprio, anche perché non deve condividere le sue strategie e i suoi prodotti con gli altri, per cui si ha una assistenza individuale. L impresa che tiene d occhio il nostro portale trova una serie di fi loni di sviluppo interessanti, come le biotecnologie o il riciclo delle scorie industriali. Poi ci sono, periodicamente, i bandi di ricerca: ad esempio nell ICT, nelle energie rinnovabili, c è stato un grosso bando de minimis rispetto al quale ci sono un ottantina di progetti ancora in corso. Oggi possiamo stimare in i soggetti impegnati a vario titolo in qualche attività di ricerca nella nostra regione. Ci sono poi dei settori molto specializzati che riguardano il sostegno agli spin-off universitari e accademici, o i bandi per le imprese innovative di giovani laureati, con una trentina di progetti già approvati. In quale proporzione i fondi europei, nazionali e regionali concorrono alla organizzazione e gestione di queste attività? In generale cerchiamo di considerare i nostri fondi di dotazione come fonte di co-fi nanziamento. Direi che secondo una stima prudente il rapporto è di un terzo di fondi regionali reperiti in Sardegna, e due terzi recuperati sul mercato, fra fondi europei e nazionali del Ministero e fondi dei privati. Stiamo investendo molto sulle attrezzature e le piattaforme tecnologiche perché entro dicembre dobbiamo riuscire a spendere i fondi del vecchio POR, ma comunque in futuro, nonostante l uscita dall Obiettivo 1, ci saranno delle risorse notevoli. Sono abbastanza ottimista perché vedo segnali nuovi nelle imprese e l interesse dei giovani imprenditori, e nelle stesse organizzazioni di categoria come la Confi ndustria il livello di interlocuzione è molto interessante, così come il rapporto con l Università. Quali le prossime iniziative a breve scadenza? Per Sardegna Ricerche le prossime scadenze tecnico-amministrative saranno quelle relative alla gestione della nuova legge sulla ricerca in Sardegna e l avvio di un Piano specifi co, e la programmazione comunitaria. Sardegna Ricerche inoltre in ottobre parteciperà alla V edizione di Bioforum 2008 a Milano, e allo ZeroEmission Rome 2008, l evento internazionale dedicato alle energie rinnovabili, oltre che allo SMAU 2008 e al Cebit di Hannover nel

20 I dodici mesi di attività della Fondazione del colosso dell alluminio L impegno e le iniziative di Alcoa per migliorare la qualità della vita di Alberto Urgu Il mese dei servizi Alcoa, svoltosi in ottobre, ha concluso l attività di un anno dell Alcoa Foundation, la fondazione aziendale del colosso mondiale dell alluminio che nel Sulcis Iglesiente, così come in tutti i territori in cui sono presenti gli stabilimenti Alcoa, si occupa di iniziative destinate al volontariato e all impegno nel sociale. Nata nel 1952 a Pittsburgh, in Pennsylvania, l Alcoa Foundation estende il suo raggio d azione praticamente in tutto il mondo, grazie all impegno dei contatti locali e regionali. La missione della Fondazione è di quelle decisamente impegnative: migliorare la qualità generale della vita nelle comunità dove Alcoa opera, puntando su nuove opportunità educative, servizi medici e sanitari, impegni culturali. Non un semplice stanziamento di fondi però, ma una vera strategia di inserimento nel tessuto sociale, attraverso l impegno diretto dei dipendenti Alcoa. Attraverso alcune linee guida, i progetti finanziati dall Alcoa Foundation si sviluppano principalmente nei settori dell Ambiente e della Sicurezza, nella crescita professionale dei giovani, nella partnership con il territorio. Due i tipi di progetti finanziati; BIG, che superano un investimento di 15mila dollari e Small, con un budget inferiore ai 15mila euro. I finanziamenti attraversano una tripla valutazione e approvazione, direttamente in loco, in seguito nella direzione europea e la terza e ultima nella casa madre di Pittsburgh. Progetti importanti che hanno un immediato riscontro nel territorio, come - fra i più recenti - la donazione all Istituto nautico di Carloforte di un avveniristico simulatore di navigazione o la creazione, nell Istituto agrario di Villamassargia, di un Laboratorio Caseario all avanguardia, che permetterà agli studenti di mettere in pratica le conoscenze teoriche acquisite in aula sui processi di produzione del formaggio, di un ecografo di ultima generazione alla Asl di Carbonia, di un laboratorio di fisica all istituto superiore di Portoscuso. Il senso della comunità, spiega il direttore dello stabilimento Alcoa di Portoscuso Sergio Vittori, si crea attraverso 20 le persone. Questa è la nostra filosofia, che abbiamo portato avanti in questi dieci anni. Noi sosteniamo l intervento dei nostri dipendenti nei progetti legati al sociale, mettendo a disposizione alcune ore del loro tempo libero. Non si tratta mai di indicazioni che arrivano gerarchicamente, dall alto, ma che si sviluppano all interno della comunità dei dipendenti( gli alcoani), che spontaneamente sviluppano idee, progetti e occasioni di intervento nel sociale. Come il progetto Action, in cui una squadra di dieci dipendenti si mette insieme per un intervento diretto che può riguardare il restauro di una chiesa o la sistemazione di un campo sportivo e di un centro sociale polivalente. L ambiente, come già detto, rappresenta storicamente uno degli ambiti in cui l Alcoa Foundation è maggiormente impegnata. Entro il 2020 la Fondazione ha preso l impegno di piantare dieci milioni di alberi. A livello locale, lo stabilimento di Portoscuso ha già contribuito con l impianto di 10mila arbusti in dieci anni e conta di arrivare a 50mila entro il Ma il progetto che forse maggiormente rispecchia lo spirito dell Alcoa Foundation è il progetto Bravo, con cui l azienda corrisponde un contributo ad ogni associazione di volontariato nella quale operi un suo dipendente per almeno 50 ore/anno. Un sistema che stimola gli stessi dipendenti a partecipare e che crea una fidelizzazione tra le associazioni operanti nel territorio e l Alcoa stessa. Oggi su Iniziative un organico di circa 570 dipendenti ben 148 aderiscono al progetto BRA- VO operando in oltre 45 Associazioni di Volontariato. Subito dopo l insediamento di Alcoa a Portovesme abbiamo iniziato a coinvolgere i dipendenti nelle attività a sostegno del sociale, dandoci anche una struttura organizzativa, gestionale e finanziaria interna di modo che gli stessi dipendenti si sentissero protagonisti in prima persona del valore della Comunity attraverso una struttura gestionale precisa, in cui si sentissero essi stessi protagonisti delle iniziative. Ovviamente l inizio è stato difficile, perché partivamo praticamente da zero, ma adesso abbiamo un team per ogni reparto (circa 50 persone in totale) impegnato a portare avanti iniziative sociali nel territorio; Sergio Vittori è dal giugno del 2008 il direttore dello stabilimento sulcitano. Una nomina che va a coronare una carriera trentennale all interno dello stabilimento di Portoscuso, attraverso le diverse trasformazioni societarie dalle Partecipazioni Statali all arrivo della multinazionale americana, datato Lo stabilimento Alcoa di Portoscuso è il maggiore dei due siti di alluminio primario in Italia. Realizzato fra il 1968 e il 1972, si estende su mq, di cui coperti. Al suo interno lavorano 600 dipendenti diretti, cui vanno aggiunti altri 200 provenienti dall indotto. Un fatturato di 250 milioni di euro, per un impianto che ha il record nell utilizzo di energia elettrica in Italia e che consuma il 20% di tutta l energia prodotta in Sardegna. Un azienda importante, che agisce in un territorio complicato e depresso come quello del Sulcis-Iglesiente, in cui le attività di sostegno al territorio hanno un senso e un significato sicuramente diverso. In dieci anni di attività a Portoscuso, l Alcoa Foundation ha speso circa 2 milioni di euro in progetti sociali sul territorio, nel 2008 sono oltre 600 i progetti che saranno avviati e conclusi. Il mese dei servizi in realtà è solamente un momento di condivisione e comunicazione degli eventi che proponiamo, tiene a precisare Sergio Vittori, ma che riguardano un attività che non ha sosta praticamente in tutto l anno.

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