SCHEDA INFORMATIVA PER PROCEDURE ANESTESIOLOGICHE
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- Ornella Donati
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1 Pagina 1 di 5 SCHEDA PER PROCEDURE ANESTESIOLOGICHE Atto Sanitario proposto Per non farle sentire dolore e per assisterla nella maniera più appropriata esistono diverse tecniche di anestesia. Il medico anestesista farà la scelta in base al Suo stato di salute, alle Sue particolari caratteristiche fisiche e psicologiche, al tipo di intervento a cui deve sottoporsi e, quando possibile, alle Sue eventuali preferenze. Riportiamo di seguito le principali tecniche da noi adottate, dandone una sintetica descrizione e riportando i principali effetti collaterali e complicanze possibili. Ricordando che l anestesia moderna è una pratica medica attualmente molto sicura, tuttavia, come per tutte le altre discipline mediche, anche se attuata con diligenza, prudenza e perizia, può comportare ancora oggi, in rarissimi casi, complicanze mortali o gravi danni permanenti, in particolare di tipo neurologico. Elementi descrittivi generali La Sedazione è una tecnica che comporta l uso di farmaci ipnotici che causano una perdita della coscienza (cioè una specie di sonno). Spesso vengono somministrati insieme anche farmaci per diminuire o annullare il dolore. Spesso la sedazione condotta dall anestesista si associa ad una anestesia locale praticata dal chirurgo. L Anestesia locale consiste in più iniezioni di liquido anestetico intorno alla zona del corpo che deve essere operata, causando la perdita di sensibilità della parte, senza alterare lo stato di coscienza. Essa è generalmente effettuata dal chirurgo. L'Anestesia loco-regionale consiste nella iniezione di liquido anestetico vicino a nervi periferici piccoli o grandi posti a distanza dalla sede dell intervento causando la perdita della sensibilità della parte del corpo su cui si interviene. In genere è utilizzata per interventi su braccia, gambe, viso, piede, mano, ma anche addome e organi genitali. Le tecniche di anestesia loco-regionale sono molteplici e generalmente provocano paralisi temporanea delle parti del corpo interessate: si usano medicinali più leggeri, non si causa paralisi muscolare. a) anestesia tronculare o plessica. Iniezione intorno ad un tronco o a un plesso nervoso, garantendo un'area di insensibilità ampia, come ad esempio l'anestesia di un intero arto; b) anestesia spinale o subaracnoidea. Iniezione nel liquido spinale, all interno della colonna vertebrale; c) anestesia peridurale. Iniezione nello spazio posto intorno al liquido spinale, all interno della colonna vertebrale. In questi due ultimi casi l area di anestesia è ampia, interessando una gamba o entrambe le gambe e parte del busto e degli organi genitali. Anche con questi tipi di anestesia si causa una paralisi muscolare degli arti interessati che però è di breve durata. In più con la puntura peridurale è possibile mettere un cateterino (un piccolo tubicino flessibile nella sede della puntura) attraverso il quale vengono somministrati farmaci analgesici al fine di ottenere il controllo del dolore nel periodo post operatorio. Il catetere peridurale viene usato anche solo al fine di praticare la terapia del dolore, senza che esso serva a ottenere l anestesia in sala operatoria; in questo caso, poiché L'Anestesia generale è ottenuta con l uso di farmaci somministrati per via endovenosa o respiratoria. Produce una totale perdita della coscienza e l'assenza di dolore, oltre al completo rilasciamento muscolare, se necessario. L'anestesia generale spesso richiede l'introduzione di un piccolo tubo sterile nelle vie respiratorie all interno dei polmoni (attraverso naso o bocca) per garantire un adeguata ossigenazione e l assistenza nella respirazione mediante un apparecchio chiamato respiratore
2 Pagina 2 di 5 automatico. Se l anestesia è di breve durata, può essere sufficiente l uso di una maschera facciale (su naso e bocca) o laringea (in gola, ma non nei polmoni). Valutazione di Rischio di Eventi Avversi Perioperatori Le condizioni generali di salute del paziente, anche e soprattutto quelle non direttamente correlate con l intervento chirurgico o diagnostico previsto, vengono valutate dall anestesista durante la visita. Questa valutazione viene sintetizzata in un punteggio secondo una classificazione internazionale chiamato punteggio ASA (American Society of Anesthesiology Physical Status). Esso serve ad inquadrare il paziente in una classe di rischio, in base alla possibilità che si verifichino complicanze legate all intervento. Il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è il punteggio (da 1 a 5). Di seguito è riportata la tabella utilizzata per la classificazione. 1 Normale, in buona salute, nessun disturbo organico, fisiologico, biochimico o psichiatrico. La malattia per la quale viene effettuato l'intervento è localizzata e non può ingenerare disturbi sistemici. 2 Paziente con malattia sistemica da lieve a moderata, causata sia dalla condizione morbosa per la quale viene effettuato l'intervento che da altre patologie. Ipertensione arteriosa ben controllata, storia di asma, anemia, uso di sigarette, diabete ben controllato, obesità lieve, età < 1 anno >70 anni, gravidanza 3 Paziente con disturbo sistemico severo o malattia di qualunque natura, anche se non è possibile definirne con certezza la gravità Angina, stato post-infartuale, ipertensione arteriosa non controllata, malattia respiratoria sintomatica (asma, BPCO = bronco- pneumopatia cronica -ostruttiva) 4 Paziente con disturbo sistemico severo che lo pone in pericolo di vita, non sempre correggibile dall'intervento quando la causa è la malattia per la quale viene operato Angina instabile, insufficienza cardiaca congestizia, malattia respiratoria debilitante, insufficienza epatica e/o renale 5 Paziente moribondo che ha poche possibilità di sopravvivenza, ma viene comunque sottoposto ad intervento per un estremo tentativo In caso di intervento in urgenza al punteggio ASA del paziente viene aggiunta la lettera E (Emergenza). Ogni paziente, appartenente ad una qualsiasi classe ASA, che venga operato in emergenza ha un ulteriore aumento del rischio di mortalità o di complicanze. Nonostante la sua apparente semplicità l ASA resta una delle classificazioni più usate per valutare il rischio dell anestesia. Comunque non tiene conto di tutti gli aspetti del rischio anestesiologico e non considera, se non in maniera semplice, alcuni fattori come l età e le possibili difficoltà nel posizionamento del tubo nelle vie aeree. E però estremamente utile e applicabile a tutti i pazienti, al punto da essere universalmente utilizzato, anche al di fuori del campo anestesiologico. In base alla classe ASA il rischio, in percentuale, di complicanze dopo anestesia e intervento chirurgico è il seguente: ASA % ASA % ASA % ASA % ASA % ( classificazione secondo Aitkenhead ) L anestesista che la visiterà le comunicherà la sua classificazione secondo il punteggio ASA.
3 Pagina 3 di 5 POSSIBILI COMPLICANZE ANESTESIA ED EFFETTI COLLATERALI DELLE TECNICHE DI In seguito all anestesia si possono verificare dei disturbi che in genere scompaiono dopo un breve periodo di tempo e che chiamiamo effetti collaterali perché, anche se non voluti, possono accadere con una certa frequenza. Se alcuni di questi disturbi sono di più lunga durata, o magari sono disturbi più gravi e che normalmente non accadono li chiamiamo complicanze. I principali effetti collaterali e complicanze in corso di anestesia sono di seguito elencate. Tutte le anestesie loco-regionali, ed in particolare i blocchi tronculari o plessici (cioè l iniezione di anestetico vicino ai nervi), possono causare (in 1,9 casi su anestesie effettuate) (6) lesioni dei nervi con conseguenti alterazioni prolungate della sensibilità nell area interessata (formicolio, dolore, assenza di sensibilità, paralisi muscolare). Una durata dell effetto dell anestesia per qualche ora, anche sino al mattino seguente, è invece un evento possibile. Ciò più frequentemente accade quando si usa il catetere peridurale per l analgesia continua per il controllo del dolore, ma termina con la sospensione o la riduzione della terapia. Le anestesie spinale e peridurale si associano spesso a calo della pressione arteriosa (in 33 casi su 100), riduzione della frequenza cardiaca (in 13 casi su 100), nausea (in 18 casi su 100). Il mal di testa si verificava in 3,9 casi su 100) (6,7,8) è una complicanza fastidiosa, ma il più delle volte transitoria. La frequenza del mal di testa si è ridotta negli ultimi anni (7) grazie all uso di aghi più piccoli e meno traumatici. Con queste anestesie, raramente, anche la vescica può rimanere addormentata, cioè si perde la capacità di urinare spontaneamente e, in questo caso, si mette temporaneamente un catetere vescicale per fare uscire l urina. La complicanza più grave, l ematoma peridurale (sanguinamento intorno al midollo), si può manifestare in 1 caso su anestesie peridurali (9) e dà, come conseguenza della compressione del midollo spinale, alterazioni della funzione della vescica, della sensibilità e della forza muscolare agli arti inferiori. Per questo è indispensabile che il paziente abbia una buona funzione della coagulazione e delle piastrine, se si vogliono praticare questi tipi di anestesia e che ci escluda malattie in atto o pregresse del sangue. L anestesia generale può raramente comportare conseguenze di varia gravità. Fra gli effetti collaterali meno gravi, la nausea ed il vomito si manifestano con una frequenza che cambia in relazione al tipo di intervento e alla parte del corpo operata (da 1 caso su 10 a 1 caso su 100) (1). Altre complicanze possono essere: cardiocircolatorie (es. calo della pressione arteriosa, aritmie cardiache più o meno gravi, insufficienza cardiaca sino all edema polmonare, infarto cardiaco, arresto cardiocircolatorio); oppure legate alla necessità di intubazione tracheale ed all impiego di ventilazione meccanica (es. lesioni ai denti, difficoltà respiratorie, traumi alle vie aeree); oppure metaboliche (es. disturbi della glicemia, alterazioni elettrolitiche); o, molto raramente, neurologiche (es. danni cerebrali come conseguenza di gravi abbassamenti di pressione del sangue o difficoltà alla ossigenazione o intubazione). Reazioni allergiche gravi e impreviste sono possibili, ma fortunatamente rare. La possibilità del verificarsi delle complicanze più gravi causata dalla sola anestesia varia tra 1,5 e 5 ogni anestesie (2), ma risulta più alta nei casi in cui i pazienti abbiano altre malattie, ad esempio cardiache, oltre a quella per cui vengono operati e/o se l intervento è complicato (3). Durante l anestesia generale o la sedazione, anche se correttamente eseguite, possono raramente accadere risvegli intraoperatori che causano nel paziente la percezione di suoni o voci durante l intervento. Nel periodo postoperatorio può rimanere il ricordo, spesso spiacevole, di ciò. Tale fenomeno ha una frequenza di 0,2-0,4 % casi su 100 anestesie. (4). A volte, se per l intervento che il paziente deve affrontare, sono previste grosse perdite di sangue, e/o le vene sono piccole e difficili da prendere, può essere necessario inserire un piccolo catetere nei grossi vasi venosi al collo o al torace o all inguine. Queste pratiche vengono effettuate in fase preoperatoria (cioè in sala operatoria prima dell intervento) ma con paziente cosciente (cioè prima di effettuare l anestesia prevista per l intervento chirurgico) e per evitare il dolore viene praticata un anestesia locale. Anche le tecniche di posizionamento delle vene centrali possono causare complicanze quali ematomi, pneumotorace (aria nel torace), traumi al tessuto polmonare, infezioni, con una frequenza che oscilla tra 2 e 15 casi su 100. (5).
4 Pagina 4 di 5 Talvolta l intervento chirurgico è seguito da un ricovero in Terapia Intensiva al fine di ridurre il rischio per la vita o di complicanze. Il trasferimento in Terapia Intensiva può essere programmato (ad esempio in caso di interventi molto complessi in cui si stabilisce in precedenza che il periodo postoperatorio potrà essere particolarmente difficile) o di necessità (cioè nel caso in cui durante o dopo l intervento si verifichino delle condizioni per cui il paziente necessita di assistenza continua e intensiva). La Terapia Intensiva e un reparto che consente la cura di persone affette da malattie gravi che possono mettere a rischio la vita. In questo reparto, con la cura di personale qualificato e apparecchi che controllano continuamente le funzioni vitali, come la respirazione e il battito cardiaco, e possibile superare problemi e difficoltà inerenti al tipo di intervento oppure a malattie precedenti. Nel caso in cui per il suo intervento sia previsto il trasferimento in Terapia Intensiva l anestesista provvederà a comunicarglielo durante l incontro che avrà con Lei. Altri compiti del Medico Anestesista Fra i compiti dell'anestesista vi è anche quello di controllare le perdite di sangue che si verificano durante l'intervento, ed intervenire con liquidi artificiali, dalla composizione simile al plasma umano ed eventuali trasfusioni di sangue e plasma. Per quanto la trasfusione di sangue oggi possa essere praticata con elevati livelli di sicurezza, è buona politica ricorrervi solo quando e se è necessario. Nel nostro ospedale, seguendo una politica del buon uso del sangue, si mettono in pratica tecniche finalizzate a ridurre la necessità di trasfusioni da donatore. Queste sono le metodiche in grado di ridurre il ricorso alle trasfusioni di sangue omologo (da donatore): il predeposito o autodonazione, il recupero intraoperatorio e postoperatorio del sangue, l emodiluizione normovolemica Con il predeposito è possibile, in tempi diversi, e comunque in genere nel corso del mese precedente l intervento, prelevare e mettere da parte sino a un massimo di circa un litro e mezzo del proprio sangue, che verrà raccolto e conservato in sacche e trasfuso (trasfusione autologa) nel caso la perdita di sangue intra e postoperatoria lo richieda. Il prelievo di sangue per il predeposito si inizia in genere la mattina, subito dopo la visita anestesiologica. La legge prevede che in nessun caso l autodeposito possa essere usato per altri malati. Il predeposito viene effettuato solo in preparazione di quegli interventi in cui è prevedibile, sia intra che post operatoriamente, la perdita di una elevata quantità di sangue. Tuttavia non in tutti i casi è possibile effettuarlo. la possibilità di effettuare il predeposito e quindi anche la quantità di sangue prelevabile dipende dai valori basali di emoglobina e dalle condizioni fisiche del paziente Alcune condizioni di salute già presenti nel paziente prima dell intervento controindicano il predeposito. Per questo un altro medico, diverso dall anestesista, cioè il medico del Centro Trasfusionale, che è il responsabile della procedura di prelievo e della conservazione del sangue, effettua una valutazione preventiva sul malato al fine di verificarne l idoneità. Il recupero del sangue consiste nel raccogliere, lavare e trasfondere il sangue che esce dalla ferita chirurgica usando un apposita macchina sotto il controllo dell anestesista e di personale infermieristico specializzato. Questa metodica non si può eseguire se la parte del corpo da operare è sede di un tumore maligno o di una infezione. L emodiluizione normovolemica è oggi una metodica poco usata, riservata in genere a casi particolari. Essa consiste nel prelievo di elevate quantità di sangue del paziente, direttamente in sala operatoria, sostituendolo con liquidi artificiali, dalla composizione simile al plasma umano. Alla fine dell intervento il sangue auto donato viene ridato al paziente.
5 Pagina 5 di 5 Indicazioni bibliografiche 1) Van Vlymen JM, White PF. Cap 65 in: Anesthesia di R.D.Miller, ) Tikkanen J and Hovi-Viander M. Acta Anesth Scand 1995,262,39 3) Lunn JN, Devlin HB. Lancet 1987,2,1384 4) Domino K.B. Anesthesiology 2004,100, ) McGee DC and Gould MK. New England J Med 2003,348,1123 6) Carpenter et al. Anesthesiology 1992,76,90 7) Auroy Y et al. Anesthesiology 2002,97,1274 8) Pan PH et al. South Med J 2004,97,359 9) Colò et al. Minerva Anestesiol 2003, Data Firma del Medico che informa. Firma Paziente (o genitori in caso di minore o legale rappresentante in caso di incapace) (*).. (*) in tal caso allegare alla cartella clinica copia del provvedimento di nomina del tutore o dell amministratore di sostegno dal quale deriva il potere per il soggetto di prestare il consenso in nome e per conto dell incapace.
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