IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento _ CAPITOLO 4

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1 IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento _ CAPITOLO 4

2 Indice Capitolo 4 Quanti rifiuti produciamo La produzione di rifiuti in Italia La produzione di rifiuti in Emilia-Romagna 6 Riferimenti bibliografici 8 Riferimenti web 8 L'ITINHERARIO INVISIBILE Il Ciclo Ambiente Materiali di approfondimento tutti i diritti riservati Gruppo Hera Testi realizzati da: Catia Musolesi / Divisione Ambiente Hera S.p.A. Simona Nasolini e Sandra Vandelli per Anima Mundi, Nicoletta Borghini, Felicia Cannillo e Kristian Tazzari per Atlantide. Supervisione impianti: Andrea Carletti / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Roberto Ravelli / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Ruggero Panizzolo / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Peppino Sassu / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Michele Corli / Akron S.p.A, Luca Bussolari / Ecosfera s.r.l, Giuseppe Lazzazara / Recupera s.r.l. Supervisione testi: Ing. Claudio Galli, Direttore della Divisione Ambiente di Hera S.p.A. Coordinamento Redazionale: Catia Musolesi per Hera, Simona Nasolini e Daniele Vignatelli per Anima Mundi. Impaginazione: Simona Nasolini per Anima Mundi. Edizione giugno

3 Capitolo 4 Quanti rifiuti produciamo 4. 1 L a p r o d u zi o n e d i rif iu t i i n I t al i a. La quantità dei rifiuti prodotti è ormai, nelle società industrializzate, indice della crescita economica e della misura dei consumi. Si può affermare che la produzione di rifiuti urbani è proporzionale alla ricchezza, o meglio, al Prodotto Interno Lordo (PIL - il valore di tutti i beni e servizi prodotti all'interno di un determinato Paese) procapite. Generalmente gli abitanti dei paesi più ricchi e industrializzati, producono più rifiuti degli abitanti dei paesi in via di sviluppo. Nei primi, la produzione pro-capite di rifiuti solidi urbani (RSU) ha ormai abbondantemente superato il chilogrammo/giorno. Anche in Italia il rapporto fra produzione dei rifiuti e PIL deve essere oggetto di particolare attenzione. Nel Rapporto CNEL 2007 viene valutato il trend : i rifiuti tendono a crescere del 1,7% ad ogni 0,1 punto % di crescita del PIL. Fonte: Rapporto CNEL pag. 25 L ISPRA, l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ex APAT, Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i servizi Tecnici, che ogni anno raccoglie ed elabora dati relativi alla produzione, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti), ha stimato che nel 2007 ogni italiano ha prodotto, mediamente, 546 kg di rifiuti urbani, pari a 1,5 Kg al giorno, quantità comunque inferiore rispetto ai 550 del Rispetto al 2006 si ferma anche la crescita nella produzione totale nazionale, che nel 2007 si è attestata a 32,5 milioni di tonnellate, 3

4 Figura 1 Andamento della produzione di rifiuti urbani, anni Tratta dal Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA cap. 2 pag. 9 Dalla tabella di ISPRA notiamo che tra il 2006 e il 2007 si verifica un incremento di 40 mila tonnellate (pari ad appena lo 0,1 per cento) mentre tra il 2000 e il 2006 la produzione nazionale è aumentata del 12,3% circa, corrispondenti a oltre 3,5 milioni di tonnellate! Va rilevato che l andamento della produzione dei rifiuti urbani può essere legato a diversi fattori; si riscontra, ad esempio una correlazione tra crescita della produzione di RU e andamento degli indicatori socio economici, quali il Prodotto Interno Lordo e le spese delle famiglie residenti, come dimostrano i valori illustrati dalla Tabella 2: maggiore quantità di beni prodotti, cioè maggiore sfruttamento delle risorse esistenti, significa maggior consumo, e quindi aumento dei rifiuti prodotti. Regione Nord Centro Tabella 1 - Produzione totale di rifiuti urbani (milioni di tonnellate) per macroarea geografica dal 2003 al 2007 (tratta dal Rapporto Rifiuti 2008 di ISPRA estratto della tabella 2.1 cap. 2 pag. 8) Un ulteriore fattore che può incidere sull andamento delle stime sui rifiuti urbani è il criterio adottato dai diversi contesti territoriali, di assimilare agli urbani stessi, alcune tipologie di rifiuti speciali derivanti dai circuiti produttivi. Alcuni rifiuti, infatti, si possono considerare urbani o speciali a seconda della soglia di assimilazione ammessa da ciascun Comune. Si può generalmente affermare che: più rifiuti vengono assimilati agli urbani (gestiti dai Comuni) e meno rifiuti speciali rimangono in circolazione (gestiti dai privati). 4

5 Stando al Rapporto APAT 2006, la Regione Emilia Romagna, in linea con il centro Italia, riporta 666 Kg per abitante/anno di urbani e 2660 Kg per abitante/anno di speciali, mentre altre Regioni del Nord non arrivano a 500 Kg per abitante/anno di urbani, ma superano abbondantemente i 3000 Kg di speciali, ciò significa che il criterio di assimilazione è più basso e che si lasciano più rifiuti alla gestione privata. Questa condotta può essere rischiosa: il Rapporto 2007 di Legambiente sulle Ecomafie evidenzia che 18 milioni di tonnellate di rifiuti speciali spariscono ogni anno. Complessivamente la produzione di rifiuti speciali cresce: nel 2006 (Rapporto ISPRA 2008) erano 73,4 milioni di tonnellate quelli non pericolosi, 9,2 milioni quelli pericolosi e 52 milioni i rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione, per un totale di oltre 134 milioni. Se li sommiamo agli urbani, si superano abbondantemente i 160 milioni di tonnellate di rifiuti che complessivamente il nostro paese produce ogni anno. Produzione rifiuti in Italia Fonte ISPRA: RU 2008 RS 2006 (Valori in milioni di tonnellate) Speciali non pericolosi; 73,4 Urbani; 32,5 Pericolosi; 9,2 Attività di costruzionedemolizione; 52 Sempre l ultimo Rapporto Rifiuti ISPRA porta notizie positive per la raccolta differenziata, che nel Paese ha raggiunto il 27,5% della produzione totale di rifiuti, in aumento dell 1,7% rispetto al 2006, anche se siamo ancora lontani dai target fissati dalla Legge Finanziaria 2007 (comma 1108) che fissa al 60% la percentuale di raccolta differenziata da assicurare entro il 31 dicembre

6 Come conseguenza del miglioramento della raccolta differenziata, diminuisce la quantità di rifiuti conferita in discarica, che pure continua ad essere la forma più diffusa di gestione, raccogliendo nel 2007 il 46,7% del totale, con un calo del 2,4% rispetto al Resta indietro l incenerimento, che interessa il 10,3% dei rifiuti prodotti nell anno Ruolo importante per il compostaggio di matrici selezionate, con un incremento del 4,7% e una quantità di rifiuti trattati che arriva a 2,4 milioni di tonnellate; altrettanto significativo il risultato del recupero dei rifiuti da imballaggio, con oltre 7,1 tonnellate di rifiuti provenienti da superfici pubbliche e private, con il recupero del 68% dell immesso al consumo, percentuale che a livello nazionale ha superato l obiettivo del 60% previsto dalla legge L a p r o d u zi o n e d i rif iu t i i n E mi li a- R o m ag n a. La regione Emilia Romagna, è fra i primi posti nella classifica dei maggiori produttori di rifiuti in Italia. Nel 2007 in tutta l Emilia Romagna sono state prodotte tonnellate di rifiuti urbani e assimilati (+1,3% rispetto all anno precedente) e 676 chili all anno per persona: circa un chilo e 850 grammi al giorno! Bisogna però sottolineare che la cifra comprende anche i rifiuti prodotti dalle migliaia di turisti che affollano il litorale romagnolo e le città d arte. Ma buone notizie vengono dalla raccolta differenziata che sale al 39,8%: aumentano infatti in Emilia-Romagna i rifiuti avviati al recupero e al riciclo, e scendono quelli non recuperabili. Nel 2007, la raccolta differenziata ha interessato in Emilia-Romagna tonnellate di rifiuti, con un aumento del 3,5% rispetto all anno precedente. Di fatto ha raggiunto l obiettivo del 40% di raccolta differenziata previsto dalle leggi nazionali per l anno Fra le province più virtuose servite dal Gruppo Hera troviamo Ravenna, 43,7%; Modena, 42% e Ferrara, 40,4%. 6

7 Nel 2008 è cresciuta ulteriormente la raccolta differenziata in Emilia-Romagna, infatti ha toccato quota 45%, centrando appieno l obiettivo fissato dalla legislazione nazionale e mettendo a segno un +5% rispetto all anno precedente. (Fonte: Regione Emilia-Romagna, dati illustrati nel corso del convegno "Rifiuti, l'innovazione necessaria. Le buone pratiche dalla riduzione al recupero : 7

8 Riferimenti bibliografici AA.VV, La Gestione dei rifiuti urbani nel Gruppo Hera. Contesto, numeri, impegno, posizionamento, strategie, progetti operativi, Hera spa, S. Amaducci, K. Laffi, marzo disponibile sul sito (link diretto: AA.VV, Arpa rivista, Speciale Rifiuti, Marzo-Aprile 2007 AA.VV, Rapporto rifiuti 2008, ISPRA (ex APAT) 2008 disponibile sul sito IT/APAT/Pubblicazioni/Rapporto_rifiuti/Documento/rapporto_rfi08.html AA.VV, La gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna. Report 2008, Regione Emilia-Romagna e Arpa 2008 disponibile sul sito CNEL, Rapporto sulla competitività del settore dei rifiuti urbani in Italia, febbraio 2007 Consiglio Nazionale Economia Lavoro CNEL n.22, Qualità, competitività e lavoro per lo sviluppo sostenibile, Roma, Direttiva 2008/99/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla tutela penale dell ambiente. Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive. Legambiente, Rapporto Ecomafia, 2007 Riferimenti Web

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