QUESTIONARIO N. 3 ELEMENTO SOGGETTIVO DEL REATO E TENTATIVO
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- Alberta Papi
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1 QUESTIONARIO N. 3 ELEMENTO SOGGETTIVO DEL REATO E TENTATIVO 1) Che cosa si intende per suitas della condotta? A) La coscienza e volontà della condotta. B) Lo status personale di imputabilità. C) L elemento soggettivo che sorregge la condotta. D) La capacità giuridica dell agente. 2) Che cosa si intende per colpa generica? A) Una condotta imprudente non penalmente rilevante. B) Colpa derivante dall inosservanza di norme cautelari destinate alla generalità dei consociati e non soltanto ad alcune categorie professionali. C) Colpa derivante dall inosservanza di regole cautelari non scritte. D) Colpa derivante dall inosservanza dei principi generali di diritto penale. 3) Cosa si intende per colpa propria? A) I reati colposi che possono essere commessi solo da soggetti che rivestono determinate cariche. B) I reati nei quali si riscontra la mancanza di volontà dell evento. C) I reati previsti dal legislatore esclusivamente come colposi. D) I reati colposi che sono configurabili solo in danno di soggetti che rivestono determinate cariche. 4) Che cosa si intende per responsabilità oggettiva? A) L essere chiamato a rispondere anche del fatto commesso da altri ed al cui verificarsi non si è dato alcun contributo personale. B) L essere chiamato a rispondere di un fatto proprio ma psicologicamente riferibile a sé stessi solo nella forma della colpa.
2 130 Libro Secondo - Diritto penale C) L essere chiamato a rispondere di un fatto proprio sulla base del solo nesso causale tra condotta ed evento. D) L essere chiamato a rispondere del fatto commesso dai propri dipendenti. 5) Che cosa si intende per reati aggravati dall evento? A) Reati in cui alla condotta antigiuridica di ogni agente corrisponde il verificarsi di un evento dannoso. B) Reati in cui il verificarsi dell evento rappresenta una condizione oggettiva di punibilità. C) Reati in grado di ledere una pluralità di beni giuridici. D) Reati in cui la pena è aumentata per il verificarsi di un evento ulteriore che viene posto a carico del soggetto agente indipendentemente da ogni previsione o volontà. 6) Qual è la caratteristica essenziale dell elemento psicologico nei delitti colposi? A) La volontà sia del fatto materiale, sia degli eventi dannosi conseguenti. B) La volontà del fatto materiale. C) La volontà non deve riguardare tutto il fatto materiale. D) La mancanza di volontà del fatto materiale. 7) Che configurazione assume l elemento psicologico nel furto? A) Coscienza e volontà di impossessarsi della cosa mobile altrui. B) Coscienza e volontà della condotta con il fine specifico. C) Dolo generico. D) Colpa impropria. 8) Che cosa si intende per aberratio ictus? A) L ipotesi in cui il soggetto agente commette un reato di tipo diverso da quello originariamente voluto. B) L ipotesi in cui il soggetto agente commette il reato in danno di una persona diversa da quella originariamente designata. C) L ipotesi in cui l evento lesivo viene prodotto con modalità diverse da quelle previste dal soggetto agente. D) L ipotesi in cui il soggetto agente cagiona un evento diverso da quello voluto.
3 Questionario n. 3 - Elemento soggettivo del reato e tentativo 131 9) Che cosa si intende per colpa cosciente? A) L ipotesi in cui il soggetto agente si è rappresentato ed ha voluto l evento lesivo. B) L ipotesi in cui il soggetto agente, pur non volendo l evento lesivo, ne ha previsto la possibilità accettando il rischio del suo verificarsi. C) L ipotesi in cui il soggetto agente, pur non volendo il fatto, ne ha previsto la possibilità escludendo però che, in concreto, si sarebbe verificato. D) L ipotesi in cui l evento dannoso non è né voluto né previsto dall agente. 10) È ammissibile il tentativo nei delitti colposi? A) No. B) Sì. C) No, ma solo nelle ipotesi di colpa con previsione. D) Sì, solo nei casi previsti dalla legge. 11) Che cosa si intende per tentativo incompiuto? A) L ipotesi in cui, pur avendo il soggetto agente realizzato l intera condotta, l evento non si è verificato. B) L ipotesi in cui il soggetto agente, per cause non dipendenti dalla sua volontà, cessa l esecuzione del reato prima di completare la condotta. C) L ipotesi in cui il soggetto agente decide di arrestarsi nell attività criminosa prima di completare la condotta. D) L ipotesi in cui il comportamento del soggetto passivo ha impedito il verificarsi dell evento. 12) In che cosa consiste l elemento soggettivo del delitto tentato? A) Nella coscienza e volontà di compiere un tentativo di delitto. B) Nella coscienza della possibilità della realizzazione del delitto. C) Nella coscienza e volontà di realizzare una condotta, indipendentemente dalla volontà dell evento dannoso. D) Nella volontà di realizzare un delitto perfetto in tutti i suoi elementi.
4 132 Libro Secondo - Diritto penale 13) Che cosa si intende per reato permanente? A) Reato in cui l offesa al bene giuridico consiste nella sua irreversibile distruzione (ad es. omicidio). B) Reato rispetto al quale non è configurabile il tentativo. C) Reato nel quale l offesa al bene giuridico si protrae nel tempo. D) Reato nel quale sono lesi più beni giuridici da una sola condotta che si realizza istantaneamente. 14) Il «recesso attivo» o «pentimento operoso» si realizza quando: A) Il soggetto agente, pur essendosi verificato l evento, si adopera per eliminarne gli effetti dannosi o pericolosi. B) Il soggetto agente, pur avendo intrapreso la condotta criminale si arresta prima di completarla. C) Il soggetto agente, pur avendo completato la condotta criminale, si adopera in modo da impedire l evento. D) Il soggetto agente, pur avendo completato la condotta e pur essendosi verificato l evento, risarcisce i danni al soggetto leso. 15) Quale trattamento viene riservato dalla legge all autore di un reato impossibile? A) Pena prevista per il reato tentato ridotta di un terzo. B) Nessun trattamento sanzionatorio. C) Pena prevista per il reato consumato ridotta di un terzo. D) Misura di sicurezza, ma solo in caso di accertata pericolosità sociale.
5 RISPOSTE COMMENTATE AL QUESTIONARIO N. 3 1) Risposta esatta: A La condotta tipica del reato deve essere almeno cosciente e volontaria. L art. 42 cod. pen. stabilisce, infatti, che: «Nessuno può essere punito per un azione od omissione preveduta dalla legge come reato se non l ha commessa con coscienza e volontà». La condotta, dunque, può essere attiva od omissiva, ma in ogni caso deve essere accompagnata dalla coscienza e volontà di chi la compie. Vi è coscienza e volontà in primo luogo quando l azione o l omissione sono sostenute da un impulso volontario cosciente. Inoltre devono considerarsi coscienti e volontarie tutte le condotte che derivano dall inerzia ma che con uno sforzo del volere potevano essere impedite. In questa prospettiva si è giunti all inclusione, nell area degli atti volontari e coscienti, di tutti gli atti cd. automatici che non sono preceduti da un impulso cosciente (ad es. gesto del fumatore che dopo aver acceso la sigaretta butta il cerino etc.) e delle omissioni dovute a dimenticanze. 2) Risposta esatta: C La colpa generica consiste nella colpa derivante dall inosservanza di regole cautelari non scritte. La colpa infatti si collega alla violazione di norme cautelari ed è a seconda del tipo di norma violata che la dottrina distingue tra: a) colpa generica: deriva dall inosservanza di regole cautelari non scritte, ma dettate dalla coscienza sociale; si tratta delle regole di diligenza (che prescrivono una condotta positiva), di prudenza (che vietano certe azioni) o di perizia (che impongono certe regole tecniche nello svolgimento di determinate attività); b) colpa specifica: deriva dall inosservanza di regole cautelari scritte, cioè contenute in leggi (ad esempio: il codice della strada), regolamenti (ad esempio: il regolamento di esecuzione del codice della strada), ordini (norme individuali poste da un autorità pubblica o privata) e discipline (ad esempio: i regolamenti di fabbrica). 3) Risposta esatta: B La colpa propria riguarda tutti i casi in cui si riscontra quella che è una caratteristica normale della colpa: la mancanza di volontà dell evento. Si contrappone a questa la colpa impropria, che ricorre in alcuni casi eccezionali nei quali l evento è voluto, ma l agente risponde ugualmente a titolo di colpa: eccesso colposo nelle cause di giustificazione (art. 55); erronea supposizione della presenza di cause di giustificazione (art. 59, ult. comma); errore di fatto determinato da colpa (art. 47).
6 134 Libro Secondo - Diritto penale Alcuni Autori ritengono che in tali casi si ha un reato doloso parificato quod poenam ad un reato colposo. Altra dottrina ritiene, invece, che ricorre in tali casi un reato colposo, perché il rimprovero che si muove all agente non è di avere voluto l evento, ma piuttosto di avere agito con leggerezza e negligenza. 4) Risposta esatta: C Si parla di responsabilità oggettiva quando l agente è chiamato a rispondere dei risultati della sua condotta anche se rispetto ai medesimi nessun rimprovero, neppure di semplice leggerezza, gli può essere mosso: egli risponderà del fatto realizzato sulla base del solo rapporto di causalità, indipendentemente dal concorso del dolo o della colpa. Si pensi ai delitti aggravati dall evento, ai reati di stampa, alle ipotesi di aberratio, al delitto preterintenzionale e alle discusse ipotesi contemplate dagli artt c.p. Tale forma di responsabilità trova un riferimento normativo nell art. 42 c.p. che, dopo aver posto il principio generale secondo il quale la responsabilità penale non può prescindere dalla colpevolezza, ossia dalla presenza del dolo o della colpa, aggiunge, al terzo comma, che «la legge determina i casi nei quali l evento è posto altrimenti a carico dell agente, come conseguenza della sua azione od omissione». La dottrina tradizionale, muovendo dal presupposto che l art. 27, 1 comma, Cost. si limita ad escludere l ammissibilità della responsabilità oggettiva per fatto altrui, riteneva che la responsabilità oggettiva non fosse in contrasto col dettato costituzionale, trattandosi di una responsabilità per fatto proprio, sia pure imputata sulla base del solo nesso causale. La dottrina attualmente prevalente, ritenendo che l art. 27, 1 comma, Cost. sancisca il principio della responsabilità per fatto proprio colpevole, afferma che tutti i casi di responsabilità oggettiva sono costituzionalmente illegittimi e dovrebbero essere banditi dal nostro ordinamento. La Corte Costituzionale, con la storica sentenza n. 364/1988, ha ormai assunto una posizione definitiva sul problema della responsabilità oggettiva. Con tale sentenza la Corte ha dichiarato l illegittimità costituzionale dell art. 5 c.p. nella parte in cui non esclude dall inescusabilità della legge penale l ignoranza inevitabile. La Corte ha preso le mosse da una interpretazione storico sistematica dell art. 27, 1 comma, della Costituzione, relativo al carattere personale della responsabilità. Tale principio, correlato al terzo comma dello stesso articolo (che sancisce la funzione rieducativa della pena), evidenzia che l ordinamento non ha ragione di punire un soggetto il quale, pur avendo realizzato un comportamento penalmente illecito non possa però per lo stesso essere rimproverato neppure di leggerezza. Questa storica sentenza, che evidentemente è destinata a ripercuotersi sull intero sistema penale, afferma, dunque, l avvenuta costituzionalizzazione del principio di colpevolezza. Di conseguenza, anche per i reati punibili a titolo di responsabilità oggettiva, non può prescindersi dall elemento soggettivo della colpevolezza, sia pure quale minimum di attribuibilità psichica costituita dalla prevedibilità dell evento. In altri termini intanto esiste responsabilità penale nella misura in cui l agente avrebbe potuto non solo rappresentarsi, ma anche concretamente prevedere le conseguenze lesive della sua condotta.
7 Risposte commentate al questionario n Il ragionamento seguito dalla Corte è stato dunque finalizzato ad assicurare una maggiore garanzia del cittadino, poiché infliggere al soggetto agente la sanzione penale senza alcuna prova circa la sua reale volontà di violare una norma incriminatrice equivale a sopprimere le fondamentali garanzie che uno Stato democratico deve offrire a ciascun consociato. 5) Risposta esatta: D I reati aggravati o qualificati dall evento sono quelli che subiscono un aumento di pena per il verificarsi di un evento ulteriore, rispetto al fatto che già costituisce reato: evento che viene posto a carico dell agente come semplice conseguenza della sua azione od omissione. Sono tali, ad esempio, i reati previsti dall art. 368 u.c. (calunnia), dagli artt. 571 (abuso di mezzi di correzione e di disciplina), 572, 2 comma (maltrattamenti in famiglia). La natura giuridica dei reati aggravati dall evento è oggetto di discussioni in dottrina. Alcuni autori ritengono che si tratti di reati circostanziati, ai quali sarebbe quindi possibile applicare il giudizio di comparazione delle circostanze ex art. 69 c.p. Altri autori ritengono, invece, che la natura di tali reati non sia unitaria: accanto ad ipotesi riconducibili al reato circostanziato, ne esistono altre qualificabili come reato autonomo, ed in particolare come ipotesi di reato preterintenzionale e quindi di responsabilità oggettiva. 6) Risposta esatta: D Il codice penale definisce la colpa all art. 43, 1 comma, secondo il quale il delitto «è colposo, o contro l intenzione, quando l evento, anche se preveduto, non è voluto dall agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline». Secondo la dottrina prevalente, il fondamento della responsabilità per colpa è costituito da due elementi: a) la realizzazione involontaria di un fatto di reato attraverso la violazione di regole doverose di condotta; b) la possibilità di pretendere dal soggetto l osservanza di tali regole. Secondo parte della dottrina, sono tre gli elementi costitutivi della colpa: 1) l elemento negativo della mancanza della volontà del fatto materiale tipico; 2) l elemento oggettivo della inosservanza delle regole di condotta, dirette a prevenire danni a beni giuridicamente protetti; 3) l elemento soggettivo della attribuibilità di tale inosservanza al soggetto agente, avendo egli la possibilità di adeguarsi a tali regole. 7) Risposta esatta: B L elemento psicologico richiesto per il reato di furto è il dolo specifico, cioè la coscienza e volontà della condotta tipica compiuta al fine di trarre profitto dalla cosa per sé o per altri.
8 136 Libro Secondo - Diritto penale Dottrina e giurisprudenza concordano per una nozione molto ampia della finalità specifica richiesta nel reato di furto, ritenendo che nella nozione di profitto rientri qualsiasi utilità o soddisfazione, anche puramente morale, che l agente intenda ricavare dall impossessamento della cosa. 8) Risposta esatta: B Si parla di aberratio ictus quando, per errore nei mezzi di esecuzione del reato o per altra causa, l agente cagiona un offesa a persona diversa da quella che voleva offendere. Si realizza invece un ipotesi di aberratio delicti quando l agente cagiona un evento diverso da quello voluto. Accanto a queste due figure legislativamente disciplinate (artt. 82 e 83 c.p.), la dottrina ha poi individuato una terza figura di aberratio, la cd. aberratio causae, che si ha quando il soggetto agente ha realizzato proprio quel reato avuto di mira, ma il processo causale si è svolto in maniera diversa da quella prevista e voluta (es. chi spinge altri nel fiume per farlo affogare e costui muore perché batte la testa su una roccia). L aberratio causae è irrilevante per i reati a condotta libera, rispetto ai quali è essenziale solo la causazione dell evento e non il modo in cui è causato; è rilevante, invece, per i reati a condotta vincolata per i quali il tipo o la modalità della condotta sono elementi essenziali. 9) Risposta esatta: C La colpa cosciente (o colpa con previsione) si realizza quando l evento, pur non essendo voluto, è previsto dall agente. Questa forma di colpa si distingue dal dolo eventuale o indiretto, perché l agente agisce nella sicura convinzione che l evento non si verificherà e, pertanto, non vi è alcuna accettazione del relativo rischio (elemento caratterizzante il dolo eventuale). Dalla colpa cosciente si distingue inoltre quella incosciente, che è la forma ordinaria di colpa, in cui l evento non è né voluto né previsto. 10) Risposta esatta: A L elemento psicologico del delitto tentato quale risulta dalla combinazione tra l art. 56 c.p. e le singole norme incriminatrici di parte speciale consiste nella volontà di realizzare il delitto perfetto in tutti i suoi elementi costitutivi ed è, dunque, incompatibile con la struttura soggettiva dei delitti colposi; ciò si deduce sia dall espressione «atti diretti a commettere il delitto» utilizzata dall art. 56, sia dalla regola generale dell art. 42, comma 2, mancando ogni espressa previsione del tentativo colposo. 11) Risposta esatta: B Nel tentativo l incompletezza della fattispecie criminosa si può manifestare in due forme: a) talvolta non è condotta a termine l attività che era diretta a commettere il delitto. Esempio: il ladro sorpreso da terzi che si dà alla fuga (ricorre, in questo caso, il tentativo incompiuto: il codice lo descrive con le parole «se l azione non si compie»);
9 Risposte commentate al questionario n b) altre volte l agente ha condotto a termine l attività esecutiva, ma l evento richiesto per l esistenza del reato non si è verificato. Esempio: Tizio spara contro Caio un colpo di fucile che va a vuoto (abbiamo allora il tentativo compiuto: art. 56 «se l evento non si compie»: esso rappresenta uno stadio successivo rispetto al tentativo incompiuto). 12) Risposta esatta: D Come ogni reato, anche il tentativo è costituito da un elemento oggettivo e un elemento soggettivo. Sotto il profilo soggettivo, il delitto tentato è sempre un delitto doloso, non essendo logicamente configurabile un tentativo per colpa (l art. 56 c.p. parla, infatti, di atti «diretti» a commettere un delitto), e mancando ogni espressa previsione di un tentativo colposo. Il dolo consiste nella intenzione di commettere il delitto perfetto in tutti i suoi elementi costitutivi. Secondo una diffusa opinione si tratta di dolo sostanzialmente identico a quello del delitto perfetto che si voleva compiere. Altra dottrina ritiene che, benché si tratti di «dolo di consumazione», non può dirsi, tuttavia, che il dolo del delitto tentato è identico al dolo del delitto perfetto. Tale opinione ritiene infatti che nel tentativo non è configurabile il dolo eventuale, in quanto «chi mirando ad altri fini accetta il rischio che si verifichi un altro delitto non si rappresenta e non vuole gli atti come diretti alla commissione del delitto perfetto». Il dolo del delitto tentato è solo quello intenzionale. 13) Risposta esatta: C È permanente quel reato nel quale l offesa al bene giuridico si protrae nel tempo per effetto della persistente condotta del soggetto. Per la sussistenza di tale reato, occorrono dunque due presupposti: a) che la situazione dannosa o pericolosa derivante dalla condotta del reo abbia carattere continuativo; b) che il protrarsi di essa sia dovuto alla condotta volontaria del soggetto che quindi può porvi fine in ogni momento. Ad esempio, sono reati permanenti: il sequestro di persona, l associazione per delinquere, la banda armata, la riduzione in schiavitù, la renitenza di leva, l invasione di terreni etc. 14) Risposta esatta: C A differenza della desistenza, il recesso attivo (o pentimento operoso) si verifica allorché il colpevole, avendo realizzato la condotta tipica, agisce per impedirne l evento e riesce effettivamente ad impedirlo (esempio: Tizio, dopo aver gettato Caio nel fiume, lo salva). Il recesso in particolare: ha carattere positivo, in quanto esige una nuova attività; anche per esso, come per la desistenza, occorre il requisito della volontarietà. Il recesso non importa l impunità, ma solo una diminuzione della pena (da un terzo alla metà della pena stabilita per il reato tentato).
10 138 Libro Secondo - Diritto penale Il recesso attivo può aversi solo nei delitti in cui tra la realizzazione della condotta ed il verificarsi dell evento intercorre un certo lasso di tempo. Con il recesso attivo di cui all ultimo comma dell art. 56, che è pentimento operoso post actionem ma prima del verificarsi dell evento, non va confuso il ravvedimento post delictum di cui all art. 62, n. 6. Quest ultimo si ha dopo il verificarsi dell evento, cioè quando il colpevole, dopo la consumazione del reato, si attiva per eliminare o attenuare gli effetti dannosi e pericolosi. Il ravvedimento post delictum costituisce una circostanza attenuante (art. 62, n. 6) e la pena può essere diminuita fino a un terzo. Talvolta il ravvedimento «post delictum» è motivo di impunità, come nel caso di ritrattazione nella falsa testimonianza. 15) Risposta esatta: D Il reato impossibile non è punito. Il giudice, tuttavia, può ordinare l applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata quando il soggetto agente risulti socialmente pericoloso (art. 49, 4 comma, c.p.). Inoltre, secondo il 3 comma dell art. 49 c.p., «se concorrono nel fatto gli elementi costitutivi di un reato diverso, si applica la pena stabilita per il reato effettivamente commesso»: ad esempio, colui che ha cercato di rubare una cosa che non esisteva nel luogo, ma ha arrecato danni, risponde di danneggiamento.
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