Buone pratiche per la valutazione della genitorialità
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- Giacinta Carlini
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1 Buone pratiche per la valutazione della genitorialità Bologna, venerdì 11 dicembre 2009 La valutazione della genitorialità nella pratica privata Alessandro Vassalli
2 situazioni che abitualmente si presentano allo studio privato Consultazioni e terapie familiari o di coppie in crisi, con figli minori Consultazioni e psicoterapie richieste per un minore in difficoltà Consultazioni e terapie richieste per sè da adulti che sono anche genitori Consultazioni e terapie richieste per sè da adulti che soffrono per difficoltà di vivere, amare, sentire, essere che affondano le radici in qualche grado di disturbo o insufficienza nella relazione con i propri genitori
3 Disturbi dell alleanza nella consultazione i genitori hanno intenti, aspettative e finalità implicite differenti, e tra loro conflittuali stati dissociati e contraddittori, identificazioni primitive dissociate profondo disturbo della fiducia nei confronti dell aiuto e della cura, primario o secondario, connesso a disturbate esperienze di cura di sé
4 Le insidie corrispondenti Reticenza a fornire informazioni adeguate sulle relazioni familiari Tentativi di strumentalizzazione dei disturbi del figlio e della stessa consultazione Richiesta, incongrua rispetto a quel contesto di consultazione, di avere una relazione da usare a fini giudiziari
5 La diagnosi psicologica del minore è indispensabile per esprimersi in merito al suo funzionamento ha come obiettivo la valutazione delle risorse, dei fattori di protezione e dei fattori di rischio
6 La diagnosi psicologica del minore attraverso l anamnesi psicologica raccolta con entrambi i genitori, o altre figure significative; i colloqui clinici; le osservazioni di gioco del minore da solo e nell interazione diadica e/o triadica; i test proiettivi e di sviluppo cognitivo; i disegni del minore; le osservazioni delle relazioni del minore con i familiari; la raccolta di informazioni sui contesti significativi di vita.
7 Si raccomanda accertare se il genitore è o meno separato o in via di separazione e se l altro genitore è informato del colloquio psicologico, per quale motivo non è presente verificare gli obiettivi e le indagini che il genitore vuole siano effettuate e se di competenza dello psicologo
8 Si raccomanda Differenziare tra emergenza (urgenza oggettiva), urgenza emotiva da sovraccarico emozionale, fretta (pressioni indebite, manipolazione, impulsività) in presenza di sospetta violenza nelle relazioni familiari: referto alla AG (Procura presso TO), segnalazione alla Procura presso T.M. per la protezione del minore e al Giudice della separazione, se è in corso il procedimento
9 Si raccomanda Attenzione al divieto per lo psicologo di comunicare a chicchessia, ivi compresi i genitori, notizie di reato per non pregiudicare l esito delle indagini o violare il segreto istruttorio prestare particolare attenzione al rischio di manipolazione dei bisogni/necessità del minore, e al possibile uso distorto/strumentale della consultazione soprattutto in situazioni di elevata conflittualità tra gli adulti
10 Codice Deontologico le prestazioni professionali a persone minorenni sono, generalmente, subordinate al consenso di chi esercita sulle medesime, la potestà genitoriale o la tutela in tutti i casi in cui il committente ed il destinatario dell intervento di sostegno o di psicoterapia non coincidano, lo psicologo tutela prioritariamente il destinatario dell intervento stesso lo psicologo esprime valutazioni e giudizi professionali solo se fondati sulla conoscenza professionale diretta ovvero su documentazione adeguata ed attendibile
11 E fortemente sconsigliato (forza della raccomandazioni di tipo D) vedere/valutare/esaminare e redigere relazione conclusiva su un minore senza il preventivo e scritto consenso informato di entrambi i genitori, se non decaduti dalla potestà, fatte salve le esigenze di tutela del minore così come previste e disciplinate dall Ordinamento Giuridico (escluso CTU e/o l operatore dei Servizi Territoriali che agisce su incarico dell Autorità Giudiziaria)
12 E fortemente sconsigliato (forza della raccomandazioni di tipo D) esprimere valutazioni e giudizi professionali relative a persone (genitore non committente o nonni) in assenza di conoscenza professionale diretta delle stesse ovvero senza documentazione adeguata ed attendibile
13 Forte consenso degli esperti (forza delle raccomandazioni di tipo A) Lo psicologo deve prestare particolare attenzione al rischio di manipolazione dei bisogni/necessità del soggetto più debole, cioè del minore, e al possibile uso distorto/strumentale della consultazione soprattutto in situazioni di elevata conflittualità
14 Prevenire il burn out non decidere in condizioni di isolamento non esitare a rivolgersi ai colleghi del proprio gruppo di riferimento cercare aiuto da un supervisore chiedere aiuto e consiglio agli uffici dell Ordine condividere incertezza e riflessione
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