Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle imprese della trasformazione dei cereali

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1 Panel agroalimentare Indagini monografiche Panel Agroalimentare Ismea Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle imprese della trasformazione dei cereali Novembre 2006 Introduzione Attraverso le aziende del Panel Industria Agroalimentare Ismea afferenti al settore della trasformazione dei cereali è stata condotta un indagine sulle problematiche affrontate nelle fasi di approvvigionamento della materia prima e di commercializzazione della produzione aziendale (per maggiori approfondimenti sul Panel Ismea si rimanda alla Nota metodologica). Nel presente report si riportano i principali risultati dell analisi campionaria, il cui field di lavoro è conciso con il primo semestre del Composizione e caratteristiche del Panel Risultati dell indagine per settore Industria molitoria Approvvigionamento Il campione utilizzato per l indagine è composto da 115 imprese, appartenenti a tre diversi comparti produttivi: 50 aziende dell industria molitoria, 20 del comparto del riso e 45 dell industria mangimistica. Dal punto di vista territoriale, il campione è ripartito sulle quattro aree geografiche nazionali in base a criteri di rappresentatività del settore nel suo complesso; ne consegue che le quote del Nord Ovest e del Nord Est sono nettamente preponderanti in tutti e tre i comparti: in particolare, per il riso non sono considerate aziende nelle aree centro-meridionali, mentre per l industria mangimistica è escluso dall analisi solo il Centro (tabella 1). Per quanto concerne la stratificazione per dimensione aziendale (1), il Panel dell industria della trasformazione dei cereali si caratterizza per la prevalenza di imprese di piccole dimensioni, che rappresentano circa il 45% del totale; seguono per consistenza numerica le grandi imprese, la cui incidenza è pari a circa il 3 del campione, e le aziende di medie dimensioni, con un quota pari al 19%. Tabella 1 - Composizione del campione (numero aziende) Settore Dimensione (n. addetti) Molitoria Riso Mangimistica Totale Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale Poiché si riscontrano dinamiche e scenari parzialmente diversi, i risultati dell indagine sono stati elaborati nel presente report distinguendo fra i tre comparti produttivi di cui il campione è costituito sia per la fase di approvvigionamento sia per la fase di commercializzazione. Per l industria molitoria risulta che l acquisto di materia prima da parte delle 50 aziende del campione è interamente indirizzato verso la granella, sebbene si evidenzino diversi orientamenti produttivi: esistono, infatti, molini a frumento tenero, molini a duro e molini alternati che lavorano entrambe le tipologie. In

2 linea generale, i molini a frumento duro producono semole più omogenee rispetto ai molini a tenero, in quanto l industria pastaria richiede partite standardizzate; la stessa esigenza si rileva per i molini a tenero, ma solo per la parte delle farine destinate all industria dolciaria. La principale categoria di operatori a cui le industrie molitorie si rivolgono per l acquisto della granella è rappresentata dagli commerciali (84% del campione), che possono trattare all interno del mercato nazionale anche prodotto d importazione (grafico 1). L acquisto diretto presso le aziende agricole risulta più limitato (3 del campione) e, vista la frammentazione e la ridotta dimensione delle singole unità produttive, molto spesso l acquisto della granella avviene presso le cooperative o i consorzi agrari che svolgono la funzione di concentrazione dell offerta e offrono il servizio di stoccaggio per i soci. L offerta di granella risulta molto frammentata, poiché dall indagine emerge che i molini si approvvigionano da un numero piuttosto elevato di fornitori (oltre il 70% ha dichiarato di riferirsi a più di 20 fornitori) e i tre principali fornitori hanno un incidenza sull approvvigionamento complessivo mediamente pari ad appena il 5% (come ha affermato il 74% degli intervistati). Grafico 1 Industria molitoria: tipologia di fornitori di granella 84% singole aziende agricole 3 cooperative, associazioni 3 soci conferenti Risposta multipla Base di riferimento: aziende del comparto molitorio (50 casi) I rapporti esistenti tra l industria molitoria e gli operatori a monte della filiera sono di natura strettamente locale e presentano una durata molto variabile, che va dai contratti pluriennali a quelli di durata inferiore all anno. Da notare che esiste anche una quota di operatori non trascurabile (12%) che fissa le modalità di fornitura attraverso accordi verbali. Il prezzo per la liquidazione dei fornitori viene fissato al momento della stipulazione del contratto (o accordo verbale) in base alle quotazioni dei principali mercati di riferimento, rappresentati dalle borse merci di Milano e Bologna; talvolta il prezzo può essere anche determinato in base a trattative tra le parti (20% dei casi). L affidabilità è il fattore che maggiormente incide sulla scelta dei fornitori per le aziende molitorie (3 dei casi); seguono, per importanza, il livello del prezzo, la possibilità di garantire forniture costanti nel tempo e la rispondenza a determinati standard qualitativi, soprattutto nel caso di aziende che aderiscono a specifici disciplinari di produzione (grafico 2).

3 Grafico 2 Industria molitoria: fattori critici in fase di approvvigionamento volume della fornitura 8% costanza della fornitura 24% livello del prezzo 2 tempi di dilazione rispondenza a standard qualitativi 20% affidabilità altro 2% 3 non so, n.r. 14% Risposta multipla- Base di riferimento: aziende del comparto molitorio (50 casi) Commercializzazione Per quanto concerne la fase della commercializzazione si evidenzia che il fatturato delle aziende considerate è costituito quasi esclusivamente da farine. Considerando solo le aziende che commercializzano farine (48 casi), dall analisi dei questionari emerge: un elevata frammentazione della domanda, poiché la quasi totalità delle aziende del campione ha affermato di avere oltre 50 clienti e che i primi tre incidono sul fatturato aziendale mediamente per il 10-15%; dal punto di vista geografico, i mercati di sbocco presentano una certa dispersione sul territorio nazionale; Grafico 3 Industria molitoria: canali di commercializzazione industria 67% gdo dettaglio trad./spec. 13% 19% 21% horeca vendita diretta 10% altro 27% Risposta multipla - Base di riferimento: aziende del comparto molitorio che vendono farine (48 casi)

4 la principale categoria di clienti delle aziende molitorie è costituita dall industria di seconda trasformazione (industria pastaria, dolciaria, panetteria, ecc); seguono per importanza i clienti inclusi nella categoria altro, rappresentata soprattutto da imprese di tipo artigianale (panifici, pasticcerie, ecc.), e i punti vendita del dettaglio tradizionale o specializzato (grafico 3); il prezzo risulta il principale fattore di criticità per la fase della commercializzazione, indicato dal 65% dei rispondenti; seguono, per importanza, le condizioni di pagamento offerte ai clienti (29% dei casi). Industria del riso Approvvigionamento Il campione d indagine per l industria del riso è costituito da 20 aziende, che per l 80% acquistano risone, per il 15% autoproducono ciò che necessita al processo produttivo industriale e per il restante 5% lavorano materie prime fornite in conto terzi (grafico 4). Grafico 4 Industria del riso: approvvigionamento della materia prima risone 80% conto terzi 5% produzione propria 15% Base di riferimento: aziende del comparto riso (20 casi) Riferendosi, quindi, all acquisto di risone, che rappresenta la tipologia prevalente di approvvigionamento per l industria (sub campione costituito da 16 casi), l indagine Ismea evidenzia che: l offerta di risone presenta due situazioni contrapposte, poiché, metà delle industrie si approvvigiona da un numero ridotto di fornitori (meno di 20 fornitori), mentre l altra metà, costituita perlopiù da realtà di piccole dimensioni, presenta un elevato numero di fornitori (il 31% delle aziende del Panel Ismea ha dichiarato di avere un numero di fornitori addirittura superiore a 50); la fornitura di risone presenta caratteristiche piuttosto omogenee, poiché sono principalmente interessate le singole aziende agricole (81% dei rispondenti) e più marginalmente i soci conferenti (nel caso di aziende di trasformazione in forma cooperativa); piuttosto ridotti risultano, invece, i rapporti con altre industrie - che forniscono riso greggio o semilavorato -, o con commerciali (grafico 5); i rapporti esistenti tra industria e aziende agricole sono di natura quasi esclusivamente locale, poiché l approvvigionamento di risone avviene soprattutto nell ambito della stessa provincia o della stessa regione; per l acquisto della materia prima dalle aziende agricole vengono generalmente stipulati contratti di durata inferiore all anno, ma è frequente anche la contrattazione di volta in volta;

5 il prezzo per la liquidazione dei fornitori viene fissato al momento della stipulazione del contratto in base alle quotazioni dei principali mercati di riferimento (Milano, Pavia, Novara, Vercelli), talvolta anche con aggiustamenti alla consegna in base alla qualità del prodotto; il fattore prezzo è il criterio fondamentale che incide sulla scelta dei fornitori di risone (50% del sub campione); seguono per importanza la costanza delle forniture (38%), i tempi di dilazione dei pagamenti e la rispondenza a determinati standard qualitativi (in entrambi i casi il 12%). Inoltre, nel caso in cui l azienda si avvale di specifici disciplinari di produzione, come risulta dalla quasi totalità degli operatori intervistati (87% del sub campione), la scelta del fornitore è inevitabilmente condizionata dalle caratteristiche merceologiche della materia prima (varietà, dimensione dei chicchi, resistenza alla rottura, ecc.). Grafico 5 Industria del riso: tipologia di fornitori di risone singole aziende agricole 81% soci conferenti 13% altre industrie Risposta multipla - Base di riferimento: aziende che acquistano prevalentemente risone 16 casi) Commercializzazione Per quanto concerne la fase della commercializzazione (in cui non si considerano i risultati riferiti alle aziende che vendono prodotti diversi dal riso, come legumi scatolame, semole) si evidenzia: l esistenza di un elevato numero di acquirenti, costituito essenzialmente da punti vendita della GDO, dalla ristorazione e dal dettaglio tradizionale/specializzato (grafico 6); la frammentazione degli sbocchi finali è confermata da una moderata incidenza dei primi tre clienti sul fatturato aziendale (mediamente pari al 30%), così come indicato da oltre il 60% delle aziende del campione; la ristrettezza geografica dei mercati di sbocco, sebbene tale dato potrebbe essere influenzato dalle ridotte dimensioni economiche delle aziende del campione (fatturato mediamente pari a 2,5 milioni di euro); l importanza del prezzo quale fattore critico nella fase di commercializzazione (72% dei rispondenti), soprattutto in considerazione dei margini di profitto imposti dai moderni circuiti della distribuzione; il potere contrattuale della controparte incide, infatti, sulla scelta dell acquirente nel 22% dei casi.

6 Grafico 6 Industria del riso: canali di commercializzazione industria 17% 22% gdo 5 dettaglio trad./spec. 33% horeca 39% vendita diretta 22% Risposta multipla - Base di riferimento: aziende che vendono riso (18 casi) Industria mangimistica Approvvigionamento Il campione d indagine per l industria mangimistica è costituito da 45 aziende, con attività prevalentemente indirizzata alla lavorazione del mais (67%); seguono per importanza il frumento tenero (13%), altri cereali (11%) e il frumento duro (9%). Dall indagine è emerso che, in fase di approvvigionamento, la materia prima acquistata dalle industrie mangimistiche è prevalentemente rappresentata da granella (78% degli operatori intervistati). Per il 31% degli intervistati, invece, la tipologia di materia prima prevalentemente acquistata è rappresentata dalle farine di semi oleosi d estrazione, da impiegare nella produzione di mangimi composti; per il restante 4% si parla di autoapprovvigionamento o di materia prima fornita in conto lavorazione categoria altro (grafico 7). L approvvigionamento di granella risulta molto più frammentata rispetto a quella delle farine: nel primo caso, infatti, le aziende mangimistiche si riforniscono da un numero piuttosto elevato di fornitori (quasi la metà ha dichiarato di riferirsi a più di 20 fornitori), mentre per le farine il numero di fornitori risulta mediamente pari a 12 (57% dei rispondenti). Grafico 7 Industria mangimistica: approvvigionamento della materia prima granella 78% farine 31% altro 4% Risposta multipla - Base di riferimento: aziende mangimistiche (45 casi)

7 Il fenomeno dell intermediazione commerciale risulta piuttosto diffuso, poiché in fase di approvvigionamento le aziende mangimistiche che acquistano granella si rivolgono soprattutto a grossisti oppure, nel caso di materia prima proveniente dall estero, ad importatori nazionali e/o esportatori esteri (grafico 8). L acquisto della granella è, inoltre, effettuato presso i singoli produttori (24% dei rispondenti) o da cooperative/associazioni di produttori (17%); meno frequente il ricorso ad altre industrie della filiera produttiva (8%) o a conferimenti di soci (5%). Anche per quanto concerne le forniture di farine risulta importante il ruolo dell intermediazione commerciale (71% dei casi) e, in misura meno incisiva, quello dei singoli produttori agricoli (3). Grafico 8 Industria mangimistica: tipologia di fornitori di granella e farina singoli produttori 43% 3 soci conferenti cooperative, associazioni 7% 31% 71% 83% altre industrie 14% granella farine Risposta multipla Base di riferimento: aziende mangimistiche che acquistano prevalentemente granella (35 casi) o farina (14 casi) I rapporti esistenti tra l industria mangimistica e gli operatori a monte della filiera sono molto forti ed evidenziati dal fatto che gli stabilimenti produttivi sono prevalentemente dislocati nelle regioni con maggiore presenza di seminativi zootecnici (mais, frumento tenero e orzo); leggermente diversa la situazione per l approvvigionamento delle farine che viene effettuato anche all estero, seppure entro i confini dell UE. I contratti per l acquisto della materia prima hanno generalmente una durata inferiore all anno, spesso semestrale, sia per la granella sia per le farine, e per entrambe il prezzo per la liquidazione dei fornitori viene fissato al momento della stipulazione del contratto in base alle quotazioni dei principali mercati di riferimento. Il fattore qualità è il criterio fondamentale che incide sulla scelta dei fornitori per le industrie mangimistiche, soprattutto quando l azienda si avvale di specifici disciplinari in cui sono particolarmente importanti le caratteristiche merceologiche della produzione.

8 Commercializzazione Per quanto concerne, invece, la fase della commercializzazione si evidenzia, in primo luogo, che i mangimi rappresentano la quota prevalente del fatturato aziendale per il 78% degli intervistati; nei rimanenti casi il prodotto destinato alla vendita è rappresentato da farine oppure da sementi. Considerando solo le aziende che commercializzano mangimi (35 aziende), dall analisi dei dati disponibili emerge un elevata frammentazione della domanda, poiché la quasi totalità delle aziende del campione ha affermato di rivolgersi ad oltre 50 acquirenti; tale affermazione è confermata anche dal fatto che i primi tre clienti incidono sul fatturato aziendale mediamente per il 10-15%. La principale categoria di clienti delle aziende mangimistiche è costituita da allevatori (83% dei casi) e, solo in misura inferiore, la produzione è collocata sul mercato attraverso commerciali (17% dei rispondenti). Altri elementi che caratterizzano la fase di commercializzazione sono rappresentati da: NOTE la ristrettezza geografica dei mercati di sbocco, poiché nel 65% dei casi i mangimi prodotti dall industria sono venduti ad aziende zootecniche localizzate nella stessa provincia o in province limitrofe; la rilevanza del prezzo quale fattore di criticità, indicato dal 57% dei rispondenti; seguono, per importanza, le condizioni di pagamento offerte ai clienti (45% dei casi) e le modalità di consegna della merce (20%). (1) Per quanto concerne la stratificazione del campione per dimensione aziendale si specifica che, ai fini dell indagine, è stata utilizzata una classificazione diversa da quella prevista dal decreto MAP del 18/04/2005 e, pertanto, si considerano piccole le imprese fino a 9 addetti, intermedie quelle con addetti e grandi le imprese con 30 e più addetti. Ismea Direzione Mercati e Risk Management Unità operativa Osservatori e Panel Maria Ronga (+39)

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