RASSEGNA STAMPA PROTEZIONE CIVILE del 29/09/2010

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1 RASSEGNA STAMPA PROTEZIONE CIVILE del 29/09/2010

2 Salone Nazionale della Protezione Civile Vigili del Fuoco e Volontari Soccorso Alpino Centrali Operative 118 Corpo Forestale Polizia Locale e Provinciale Veicoli, Attrezzature Sanitarie e Antincendio Sicurezza del Lavoro Orari di apertura: Venerdì 8 - Sabato 9 Ottobre ore 9:30 alle 18:00 - Domenica 10 Ottobre - ore 9:30-17:00 Scarica il tuo BIGLIETTO OMAGGIO registrandoti in Organizzazione: Centro Fiera del Garda - Via Brescia, Montichiari - Brescia - Tel Fax reas@centrofiera.it -

3 Sommario Rassegna Stampa dal al L'Adige: Ridimensionato il centro della protezione civile... 1 L'Arena: La Protezione civile si rafforza Arrivano le prime donazioni... 2 L'Arena: La Protezione civile al lavoro... 3 L'Arena: Fiumi e impianti in crisi Mezza città danneggiata... 4 Bresciaoggi(Abbonati): Appello del parroco per le chiese dopo il terremoto... 5 Bresciaoggi(Abbonati): Sos della gente di Andrista: Isolati per i lavori sulla Sp Cittàdellaspezia.com: Maltempo/ Bocchia: "Situazione sotto controllo, in valdurasca la strada rimane chiusa"... 7 Cittàdellaspezia.com: E stato recuperato nella notte il fungaiolo disperso sul crinale del monte Gottero a partire... 8 Cittàdellaspezia.com: Maltempo/ Val di Magra, Galazzo: "Il fiume non è preoccupante ma spaventa l'inverno"... 9 Corriere del Veneto (Ed. Venezia): «Disastro ambientale nell'incendio di Polimeri» Corriere delle Alpi: frana collina: forse un migliaio di vittime L'Eco di Bergamo: Valtorta Scivola mentre cerca funghi Ferito un pensionato di Alzano Il Friuli.it: Nuovo fondo per la prevenzione sismica Il Gazzettino (Belluno): Protezione civile, a Pullir è in arrivo la nuova sede Il Gazzettino (Pordenone): Emanuele Minca Il Gazzettino (Udine): Fondo antisismico con dote da 950 milioni Il Gazzettino (Udine): Il Soccorso alpino ha la sua sede anche nel capoluogo Il Giornale della Protezione Civile.it: Domande per il servizio civile: entro il 4 ottobre Giornale di Brescia: Concesio Esercitazione notturna per la Procivil Giornale di Brescia: Olio di gomito per... i fondali dei laghi Oltre duemila studenti sono coinvolti nell'iniziativa Giornale di Carate: Le piene del Lambro? «Troppe edificazioni, servono due polmoni» Giornale di Merate: Alluvione 2009: destinati a Merate meno di 7mila euro Il Giorno (Como): Protezione civile: si discute di ricerca e innovazione Il Giorno (Legnano): Il Magentino tende una mano al Pakistan Aperti tre luoghi per la raccolta degli aiuti Il Giorno (Legnano): Cordone di sicurezza anche per il Bozzente Il Giorno (Milano): Sui treni della linea 3 un faticoso ritorno alla normalità Il Giorno (Milano): «Vogliamo essere risarciti. Ma nonsappiamo a chi chiedere» Il Mattino di Padova: la protezione civile sceglie casotto Il Mattino di Padova: cinque milioni di danni ad albignasego Il Messaggero Veneto: maltempo, volontari all'opera Il Messaggero Veneto: alluvione, in arrivo 148 mila euro c'è il decreto del commissario Il Messaggero Veneto: allagamenti, chiesto l'aiuto della protezione civile La Nuova Ferrara: vigarano fa la conta dei danni La Nuova Venezia: l'aja chiede lo stato di calamità naturale - (giovanni cagnassi) / La Nuova Venezia: la conferenza dei sindaci bussa alla regione - (marta camerotto) / La Nuova Venezia: festa del volontariato domani e domenica Il Piccolo di Trieste: via libera alla sede della protezione civile in borgo basiol Il Piccolo di Trieste: "giochi di scienze", ventitrè laboratori studiati per i bimbi delle elementari Il Piccolo di Trieste: fondo prevenzione sismica quaranta milioni per il La Provincia di Lecco: Operazione senza precedenti La Provincia di Lecco: Da Morterone un aiuto prezioso per il recupero dello speleologo La Provincia di Varese: Esercito e scuola insieme per «allenare alla vita» La Provincia di Varese: Il Valle Luna ora fa paura E c'è l'incubo esondazione Trentino: evita per un soffio un masso da 10 quintali Varesenews: Esercitazione riuscita alla Flint Varesenews: Terremoto:Cassazione,resta all'aquila processo casa studente... 46

4 L'Adige Ridimensionato il centro della protezione civile Adige, L' "" Data: 29/09/2010 Indietro DIMARO / Da 14 mila e 10 mila metro cubi, costerà 4,13 milioni. Un defibrillatore per le piste Ridimensionato il centro della protezione civile DIMARO - Via libera unanime da parte del consiglio comunale di Dimaro al progetto preliminare per la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco e centro di protezione civile. La votazione si è resa necessaria in quanto per un primo progetto preliminare, redatto dall'architetto Franco Pretti e già approvato dal consiglio comunale nel 2006 per un importo di 6,8 milioni, in fase di finanziamento la Provincia di Trento ha ridotto notevolmente la spesa ammissibile. Di conseguenza anche l'amministrazione comunale ha dovuto rivedere la propria previsione. Il nuovo progetto viene ridotto dai metri cubi iniziali a circa e la spesa prevista cala così a euro. In consiglio comunale, il gruppo di minoranza, pur riconoscendo la necessità di dotare il locale corpo dei vigili del fuoco di duna idonea caserma, ha invitato a considerare l'impatto che una struttura di tali dimensioni produrrebbe. L'intento dell'amministrazione è quello di creare una struttura che dia risposta non solo ai 28 vigili del fuoco e alla squadra allievi, ma che funga anche da sede dignitosa ai volontari del Soccorso alpino e della Croce Rossa. La richiesta di finanziamento va inoltrata entro il prossimo 1 ottobre. Approvata con modifiche, da parte del consiglio comunale, anche la mozione presentata dal consigliere di minoranza Mauro Albasini con la quale si impegna il sindaco ad acquistare un defibrillatore da mettere a disposizione degli addetti al soccorso piste nella stagione invernale, ad un migliore utilizzo dell'area Malghet Aut realizzando un punto per l'elisoccorso ed a cercare un luogo da adibire ad ufficio per i carabinieri in servizio sulle piste. Il consiglio ha incaricato sindaco e giunta di verificare la possibilità di dotare di un secondo defibrillatore (uno è già a disposizione presso l'ambulatorio di Folgarida bassa) i medici in servizio turistico, di individuare un'area per l'elisoccorso in accordo con la società impianti ed privati. Per quanto riguarda la sede per i carabinieri, la maggioranza ha spiegato come per ora non esiste la conformità urbanistica che possa dare risposte a tale richiesta. P. M. 29/09/2010 NORD Pag. 1

5 Estratto da pagina: L'Arena La Protezione civile si rafforza Arrivano le prime donazioni Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA VALEGGIO. I volontari fanno parte del distretto 7 Mincio. Hanno già operato per le forti piogge La Protezione civile si rafforza Arrivano le prime donazioni Il nuovo gruppo locale continua con interventi e addestramento S'erano visti in azione durante gli allegamenti di Salionze a giugno ed il fortunale di luglio, ma hanno debuttato ufficialmente con la manifestazione «Tortellini e dintorni». Sono i volontari del gruppo locale della protezione civile che fa parte del distretto 7 Mincio e che, dopo l'acquisto di un po' d'attrezzatura, s'appresta a diventare pienamente operativo. «In queste prime uscite», commenta l'assessore delegato, Andrea Molinari, «siamo stati di supporto alla polizia municipale, che d'ora in avanti sarà l'ufficio comunale competente per il settore, con referente il vicecomandante, Amelia Dessi. In particolare per Tortellini e dintorni", tenutasi dal 4 al 6 settembre, è stato utilizzato un ex Ducato della polizia municipale di Trento che abbiamo acquisito per 4mila euro, dotandolo di torre-faro, generatore, radio vhf, pannello luminoso per le segnalazioni e di tutta l'attrezzatura necessaria per i nostri interventi. Questo anche grazie a diverse donazioni pervenuteci da imprese valeggiane. È il primo mezzo della Protezione civile valeggiana e ed è stato utilizzato come base mobile di coordinamento dei volontari della protezione civile, del Sos 118, e della polizia Locale. L'allestimento è facilmente smontabile, così possiamo utilizzarlo anche per trasportare i materiali utili alla Protezione civile. Come secondo mezzo, è stata assegnata al gruppo una Fiat Panda con carrello, precedentemente utilizzata dall'ufficio tecnico». Il gruppo, la cui nascita venne sollecitata già nel 2006 dall'allora vicesindaco, Giovanni Pizzamiglio, è stato fortemente voluto dall'attuale amministrazione e ha partecipato, dal 24 al 26 settembre, alle esercitazioni del distretto 7 di Protezione civile, che coordina i Comuni del Villafranchese. I volontari hanno preso parte alle attività di addestramento nei campi base di Povegliano veronese e Castelnuovo del Garda. Per l'occasione è stato attivato, per la prima volta nel Comune di Valeggio, il Coc (Centro operativo comunale) previsto dal nuovo piano di protezione civile e che è stato allestito nella stanza dell'orologio del Municipio. In attesa della ristrutturazione dell'ex macello (costo totale 1 milione e 195 mila euro) destinato a sede della polizia municipale, dell'archivio storico, ma anche della protezione civile, il gruppo avrà la sede alla casa albergo e, per le attrezzature, usufruirà anche di locali alla baita degli alpini. Sulle perplessità che il proliferare di gruppi locali di protezione civile a volte solleva, per i costi e l'efficienza, Molinari, replica: «Abbiamo speso mila euro per attrezzarci, ma avremo in paese dei volontari che hanno fatto corsi interni e provinciali e, pur essendo io stesso un alpino, non credo che l'ana (Associzione nazionale alpini) possa coprire un territorio così vasto come quello del Villafranchese». NORD Pag. 2

6 Estratto da pagina: L'Arena La Protezione civile al lavoro Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA CASTELNUOVO. Le esercitazioni di sabato nella zona dal basso lago a Garda e nell'entroterra fino al Villafranchese Era presente anche il vice di Bertolaso, Nicola Dall'Acqua Il sindaco: «È importante capire concretamente cosa fare» Tre giorni di «grandi manovre», che hanno coinvolto centinaia di volontari delle squadre di Protezione civile Ana (Associazione nazionale alpini) dei Comuni del Distretto 7 «Verona Mincio» che comprende il territorio da Garda sino al basso lago e il suo entroterra sino al Villafranchese, per verificare sul campo e in condizioni di tranquillità la validità delle procedure operative da attuare in caso di emergenza. Un'esercitazione che ha coinvolto operativamente anche tutti gli enti che collaborano con la Protezione civile: Regione, Prefettura, Provincia, i dieci Comuni dell'area del Distretto, Vigili del fuoco, Forze dell'ordine; e ha avuto il supporto di Croce Verde, Croce Rossa, Sos Sona, Sos Villafranca. Sotto gli occhi di osservatori particolari: a cominciare da Nicola Dall'Acqua, direttore della Protezione civile nazionale e vice di Guido Bertolaso; con lui il responsabile regionale Alessandro De Sabbata, Antonio Riolfi per la Provincia, Luca Castellani, direttore operativo gestione emergenze. Tra i territori più interessati dal punto di vista operativo quello di Castelnuovo del Garda, dove sabato mattina è stata effettuata l'evacuazione della scuola secondaria e nel pomeriggio è stata simulata quella degli abitanti di via Casaline come accadrebbe nel caso in cui le abitazioni venissero colpite da frane. «È bene che ci sia la possibilità di sperimentare direttamente il Piano di protezione civile per capire se e cosa è necessario modificare: perché una cosa è ciò che è scritto sulle carte, altro è ciò che avviene nella realtà», ha detto il sindaco Maurizio Bernardi che, insieme al consigliere Alessandro Deamoli, delegato alla Protezione civile, ha preso parte all'esercitazione accompagnando i cittadini dalle abitazioni al punto di raccolta che era stato posizionato in via Alberetti come previsto dal Piano comunale di Protezione civile. «Tutti», ha aggiunto il sindaco, «speriamo di non dover mai ricorrere a queste procedure; ma credo sia importante che la gente si renda conto di cosa si deve fare e come: mi dispiace che non tutti i residenti della zona abbiano aderito nonostante gli avvisi con largo anticipo». In compenso i partecipanti hanno accolto non solo con interesse ma anche con piacere l'iniziativa che hanno addirittura proposto di ripetere su tutto il territorio comunale. «Non è così semplice», ha detto Deamoli, «ma valuteremo la proposta. Di sicuro organizzeremo altri progetti con l'istituto comprensivo scolastico che ringraziamo, a partire dalla dirigente Emilia Bressanelli, per la disponibilità nelle iniziative importanti». Dall'Acqua si è detto «molto contento di queste esercitazioni: qui, ad esempio, abbiamo verificato che la zona indicata per il punto di raccolta non è così idonea come si pensava e quindi verrà cambiata. La Protezione civile nazionale non può che complimentarsi con la struttura regionale, provinciale e le amministrazioni comunali che si impegnano per fare prevenzione vera». Tutte le operazioni sono state seguite dall'alto da un velivolo della Protezione civile dotato di telecamera collegata con il Centro operativo misto». «Stiamo sperimentando, come Regione Veneto, questo progetto, importantissimo perché consente a chi è in sala operativa di vedere e valutare cosa c'è nel luogo dove occorre intervenire», ha detto Castellani complimentandosi con tutte le squadre e gli enti coinvolti «per la risposta molto professionale riscontrata in questi giorni». RIPRODUZIONE RISERVATA NORD Pag. 3

7 Estratto da pagina: L'Arena Fiumi e impianti in crisi Mezza città danneggiata Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA Fiumi e impianti in crisi Mezza città danneggiata Danni da allagamenti e il maltempo c'entra fino a un certo punto perché è la rete fognaria che sta mostrando, quando piove, tutti i suoi limiti. Ed è pesante il bilancio dei danni dei tre forti temporali alluvionali che si sono scaricati su Bovolone in meno di un mese, provocando allagamenti di strade, cantine e sottopassi. Lo ammette il sindaco Riccardo Fagnani: «Abbiamo eseguito una verifica sulle caditoie ostruite e risulta che c'è un problema idraulico complesso. A Canton-Aie-Bellevere il problema pare essere il Seresin che non riesce a scaricare in Menago per il suo livello troppo alto, mentre alle Crosare i guai paiono arrivare dalla rete, che con le modifiche degli ultimi anni, ha diminuito la capacità di allontanare l'acqua. Ci stiamo attivando perché tutto si risolva, anche se ci rendiamo conto che gli interventi sono costosi e complicati». Le vie più colpite da allagamenti sono state, appunto, nelle zone Canton, Casella, Piazza Pozza ma anche Crosare e Bellevere e poi, di conseguenza, i sottopassi, oltre a decine di cantine e scantinati. Nel primo nubifragio, il più potente, l'esondazione del Seresin ha causato l'allagamento del sottopasso ferroviario di San Pierino, dove un'auto è rimasta bloccata e semisommersa ed alcuni cedimenti degli argini del Menago - subito riparati - hanno fatto temere il peggio. Alle Crosare, la forza dell'acqua delle condotte fognarie ha fatto saltare i chiusini in ghisa e i tombini aperti hanno provocato danni alle auto. Anche la pista ciclabile che arriva fino a Salizzole è stata smossa dalla forza dell'acqua. Per svuotare le cantine sono dovuti intervenire Protezione civile e vigili del fuoco di Bovolone con le idrovore. Molti hanno fatto da soli, con mezzi di fortuna. Dai resoconti dei vigili del fuoco risulta che sono 20 le cantine che hanno richiesto interventi. Il sindaco Fagnani, dopo il primo acquazzone ha inoltrato in Regione la richiesta di attivazione della procedura dello stato di calamità naturale per ottenere uno stanziamento di fondi. Le domande riguardano sia privati cittadini che le attività produttive e agricole: quelle presentate entro il 15 settembre sono state 38, con richieste danni che vanno dalle poche decine di euro a qualche migliaio di euro per chi ha avuto l'auto sommersa. Tuttavia per ora i risarcimenti, finché lo stato di calamità non sarà riconosciuto dalla Regione, sono solo ipotetici.ro.ma. NORD Pag. 4

8 Estratto da pagina: Bresciaoggi(Abbonati) Appello del parroco per le chiese dopo il terremoto Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA VOBARNO. La parrocchia ha acceso un mutuo Appello del parroco per le chiese dopo il terremoto Sono state restaurate pure quelle delle frazioni, come Pompegnino Il parroco di Vobarno ha lanciato un appello per i cantieri alle chiese danneggiate dal terremoto del 2004: oltre 4 milioni di spese sostenute, un debito residuo di quasi 2,4 milioni, oltre euro ricevuti dall'assicurazione contro i danni da terremoto, da togliere dal debito, così come altri euro di contributo regionale, per una cifra finale di circa euro. E per questa cifra don Giuseppe Savio lancia l'appella ai parrocchiani. Le chiese restaurate sono S. Rocco all'immacolata, quella della Rocca e S. Maria Assunta, le chiese di Teglie, Carpeneda e Pompegnino, oltre alla Canonica e al Centro sociale. Per fortuna la parrocchiale vobarnese aveva un' assicurazione che copriva anche contro i danni da terremoto; ma pur con i euro di indennizzo, il debito resta alto. Per chiuderlo definitivamente don Giuseppe ha deciso, in accordo con chi lo supporta, di accendere un mutuo bancario da circa un milione di euro. «Chi ha lavorato merita di essere ricompensato senza troppa attesa - osserva il parroco -. E il mutuo, aperto presso Ubi Banca, dispone di condizioni favorevoli ed è autorizzato dal vescovo». In questo modo la parrocchia di Vobarno sarà impegnata per 10 anni nella restituzione delle rate. «Le offerte parrocchiali, le elargizioni di enti ed aziende, le iniziative per raccogliere fondi, i euro di contributo ricevuti dalla Comunità Montana, i sostenitori della Rocca che non si sono tirati indietro: tutto ha aiutato ad estinguere in fretta i 2 terzi del debito contratto per i danni del terremoto di quel 24 novembre Ma lo sforzo - sottolinea il parroco - deve continuare. Con la speranza, anche se il mutuo ha durata decennale, di poter estinguere ogni debito ben prima del 2020». Timori sui tempi di estinzione del debito? «Certo, a Vobarno come dovunque gioca un ruolo non indifferente la crisi economica in atto. Ma la comunità vobarnese ha sempre dimostrato di esserci. E pur se la preoccupazione c'è ed è tanta, è forte la speranza che alla fine la soluzione arrivi, anche con l'intervento della divina Provvidenza».M.P. NORD Pag. 5

9 Estratto da pagina: Bresciaoggi(Abbonati) Sos della gente di Andrista: Isolati per i lavori sulla Sp 6 Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA CEVO. Fino a venerdì 8 ottobre la strada sarà interessata dall'attività di messa in sicurezza, col disgaggio delle rocce Sos della gente di Andrista: «Isolati per i lavori sulla Sp 6» «In caso di necessità, i mezzi di soccorso potrebbero raggiungerci solo con un lungo tragitto di circa 20 chilometri...». Il sindaco ha girato l'appello Per arrivare in Valsaviore ci sono due strade: la provinciale 84, dal bivio di Berzo Demo, e la provinciale 6, che sale da Andrista di Cedegolo verso Fresine. Quest'ultima resterà chiusa al transito dei veicoli fino all'8 ottobre, per effetto di un'ordinanza della Provincia di Brescia. Poche centinaia di metri oltre le ultime case di Cedegolo sono in corso i lavori di allargamento della carreggiata e di messa in sicurezza del versante montuoso, con il disgaggio della parete rocciosa e la posa di reti paramassi. Il progetto è suddiviso in tre lotti e questa fase rappresenta l'ultimo stralcio del primo, per ora l'unico ad avere ricevuto i fondi. La roccia ha una composizione geologica instabile: non per caso il massiccio che sovrasta la zona si chiama Monte Marsèr. L'escursione termica, il maltempo e altri fattori contribuiscono ad aumentare il rischio idrogeologico. Smottamenti e distacchi di frammenti di roccia sono frequenti, in particolare nei periodi di piovosità elevata. Il tratto da Cevo a Cedegolo negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi interventi di ripristino, stabilizzazione e ampliamento delle corsie, con conseguenti ripercussioni sulla viabilità. ORA sono gli abitanti di Andrista a subire il disagio maggiore; per questo hanno sottoscritto una petizione rivolta ai Comuni di Cevo e Cedegolo, alla Provincia di Brescia e alle due stazioni locali dei Carabinieri. In caso di necessità, denunciano, i mezzi di soccorso potrebbero raggiungere il paese solo attraverso la SP 84, con un tragitto di circa venti chilometri e in un tempo di percorrenza di almeno 35 minuti, mentre salendo da Cedegolo la distanza è di soli due chilometri. Adesso l'unica via di collegamento con la Statale 42 della Vallecamonica è via Semida, stretta e tortuosa, che impedisce il passaggio di ambulanze e vigili del fuoco. La preoccupazione è dovuta al timore che, in caso di necessità, non sarebbe possibile garantire la sicurezza dei cittadini, in prevalenza persone anziane. Si chiede quindi che la strada sia aperta ai mezzi di pronto intervento almeno durante la notte e il sabato e la domenica. Il sindaco di Cevo, Silvio Marcello Citroni, ha raccolto l'appello, inviando la richiesta all'assessorato provinciale ai Lavori Pubblici, al comune di Cedegolo, al presidente dell'unione Comuni di Valsaviore, alle imprese interessate ai lavori. Sollecita il completamento delle opere nel minor tempo possibile, senza interruzioni il sabato e la domenica, e l'apertura al transito per eventuali mezzi di soccorso nelle ore notturne, quando l'elicottero non potrebbe operare. I lavori intanto procedono e, meteo permettendo, potrebbero comunque concludersi prima del termine indicato. NORD Pag. 6

10 Cittàdellaspezia.com Maltempo/ Bocchia: "Situazione sotto controllo, in valdurasca la strada rimane chiusa" Maltempo/ Bocchia: Situazione sotto controllo, in valdurasca la strada rimane chiusa La Spezia. Le abbondanti piogge di oggi hanno causato alcuni eventi franosi ma non sono di grande entità. Ha detto Maurizio Bocchia responsabile della protezione civile della provincia della Spezia. La strada al Bivio della Valdurasca- prosegue Bocchia- rimarrà chiusa ancora per un giorno, un giorno e mezzo. L'evento si è verificato all'inizio della scarpata, comunque il paese non è rimasto isolato ed è possibile raggiungerlo anche dagli altri versanti. Per quanto riguarda la frana a Legnaro di Levanto, spiega Bocchia: La viabilità è stata messa a senso unico alternato. Il responsabile della protezione civile spiega: Per i prossimi giorni la situazione si placherà, fino alla fine della settimana, infatti sono previste nuove perturbazioni. NORD Pag. 7

11 Cittàdellaspezia.com E stato recuperato nella notte il fungaiolo disperso sul crinale del monte Gottero a partire dalla serata di ieri. L'uomo, un 30enne di Brescia, era partito nel pomeriggio di ieri Fungaiolo disperso sul Gottero, recuperato dopo una notte di ricerche Val di Magra - Val di Vara. da Albareto per cercare funghi. Poi a causa anche del maltempo si era perso nella zona tra il Gottero e Zum Zeri a una quota circa di 1400 metti e chiamava quindi col cellulare i soccorsi. Sul posto circa 40 uomini del soccorso alpino di Emilia Romagna, Toscana e Liguria con unità cinofile ma l'oscurità e la pericolosità della zona rendevano difficile la sua localizzazione. Intorno all una di questa notte e intervenuto anche in elicottero ab 212 della Marina Militare di Luni che, equipaggiato con visori notturni, riusciva ad individuare il fungaiolo e quindi ad indicare alle squadre del Soccorso Alpino la zona che veniva raggiunta dai soccorritori che recuperavano verso le 4 della notte il disperso infreddolito ed impaurito ma in buone condizioni di salute. Il felice esito dell'operazione è stato dovuto alla perfetta sintonia tra soccorso alpino ed elicottero della Marina Militare che, con grande professionalità, ha operato nell'oscurità della notte permettendo l'individuazione del fungaiolo oramai sfinito e in ipotermia. Una volta recuperato il giovane è stato portato all'ospedale di Pontremoli. NORD Pag. 8

12 Cittàdellaspezia.com Maltempo/ Val di Magra, Galazzo: "Il fiume non è preoccupante ma spaventa l'inverno" Maltempo/ Val di Magra, Galazzo: Il fiume non è preoccupante ma spaventa l'inverno La Spezia. Il Sindaco di Ameglia Umberto Galazzo, raggiunto da Cds, interviene sull'ondata di maltempo. La situazione oggi è abbastanza tranquilla Il sindaco fa il punto della situazione: Il fiume è gonfio, il nostro timore purtroppo è per la stagione invernale. Gli eventi di oggi non sono stati di grande entità, ma il rischio per i prossimi mesi fanno rimanere sull'attenti il comune. Nell'alluvione dell'inverno 2009 circa 500 cittadini sfollarono dalla zona di Ameglia e passarono il Natale in locali allestiti dalla Protezione civile. La notte della piena del Magra fu un vero e proprio incubo, la paura di molti è che si ripeta. NORD Pag. 9

13 Corriere del Veneto (Ed. Venezia) «Disastro ambientale nell'incendio di Polimeri» 29 set 2010 VeneziaA.Zo. RIPRODUZIONE RISERVATA Il pm aggrava il reato per i sei imputati. Solo la Provincia e il governo si costituiscono parte civile VENEZIA A sollevare il velo sugli effetti di quell'incendio del 3 luglio 2007 era stata una relazione del Sama, il servizio anti-inquinamento del Magistrato alle Acque. La centralina di San Pietro in Volta aveva infatti rilevato livelli di diossina di 20 volte rispetto al valore medio e di Pcb (policlorobifenili) addirittura di 75 volte e il responsabile Giorgio Ferrari aveva detto che «l'unico evento che può spiegare un'anomalia simile è l'incidente a Porto Marghera del 3 luglio». Ora quei dati sono entrati nel processo a carico di sei dirigenti di Polimeri Europa, l'azienda in cui era andata a fuoco la centralina ad olio nella sezione CR2 del cracking. E nella prima udienza che si è tenuta ieri di fronte al gup Antonio Liguori, il pm Lucia D'Alessandro ha modificato il capo d'imputazione, contestando non solo l'incendio colposo, ma anche il «disastro innominato colposo» (laddove «innominato» significa non meglio specificato nel codice penale). Il giudice ha poi rinviato l'udienza al 12 ottobre, dove verranno discusse le questioni preliminari. La decisione del pm è dovuta proprio all'acquisizione del documento del Sama, da cui risultava chiaramente il danno ambientale conseguente. Sul banco degli imputati ci sono il direttore dello stabilimento Marco Riva, il vice Luca Bentivegna, il responsabile della prevenzione e della sicurezza Giancarlo Tagliapietra, oltre ai dirigenti che si occupavano di manutenzione e sicurezza: Cristiano Piccinin, Dante Viale e Saverio Albanese. Ieri si sono costituiti parti civili il Ministero dell'ambiente e la Presidenza del Consiglio con l'avvocatura dello Stato, oltre alla Provincia di Venezia con l'avvocato Sebastiano Tonon. Assenti invece il Comune di Venezia e la Regione Veneto, a cui però non era stata notificata l'udienza. NORD Pag. 10

14 Corriere delle Alpi frana collina: forse un migliaio di vittime TRAGEDIA IN MESSICO ROMA. Un migliaio di morti, fiumi straripati, centinaia di sfollati. Ma il bilancio della valanga di fango e terra che nella notte ha inghiottito una regione del Messico povera e abitata da indigeni dell'etnia Mixe, nello stato dell'oaxaca potrebbe essere ben più pesante. L'imponente frana si è abbattuta verso le due di notte, quando gli abitanti del villaggio di Santa Maria de Tlahuitoltepec dormivano. La Farnesina ha confermato che non ci sono italiani tra le vittime. Mentre nella zona continua a piovere e il meteo parla di precipitazioni per le prossime 48 ore nell'area della tragedia, il presidente messicano Felipe Calderon, non ha nascosto le difficoltà di raggiungere le popolazioni colpite dal disastro. Via Twitter ha parlato spiegato: «Gli aiuti inviati dal governo sono in corso, ma è molto difficile al momento arrivare nell'area di Tlahuitoltepec». A causare il crollo del «muro» di circa 200 metri quadrati che si è staccato dalla collina della Sierra Mixe è il passaggio della tempesta tropicale Mathew. Sui media messicani sono già partite le polemiche sul fatto che la tragedia poteva essere evitata. Il quotidiano «Oaxaca Hoy» quindici giorni fa aveva avvertito sui rischi esistenti a Tlahuitoltepec, visto che alcuni esperti avevano scoperto una «gigantesca crepa» proprio sulla collina crollata. «Quella collina può franare da un giorno all'altro, portandosi via decine di abitazioni», aveva scritto il quotidiano. Era il 13 settembre. NORD Pag. 11

15 Estratto da pagina: L'Eco di Bergamo Valtorta Scivola mentre cerca funghi Ferito un pensionato di Alzano Valtorta Scivola mentre cerca funghi Ferito un pensionato di Alzano None Mercoledì 29 Settembre 2010 PROVINCIA, print valtortaun pensionato di 65 anni, residente ad Alzano, si è ferito ieri in modo serio mentre andava in cerca di funghi per i boschi di Valtorta. L'episodio è accaduto intorno alle 10,30. L'uomo era in compagnia di un amico, che è riuscito a dare l'allarme. Il sessantacinquenne è stato soccorso con l'elicottero del 118 di Sondrio e portato agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dove è ricoverato con un trauma cranico. Il pensionato è scivolato su un ripido pendio di erba bagnata, perdendo l'equilibrio e cominciando a precipitare lungo un canalone per alcuni metri. È finito in un rio, battendo la testa su una pietra e procurandosi un trauma cranico definito serio, anche se non grave. È stato l'amico, che si trova a qualche decina di metri, a sentire le urla e ad accorrere. Capita la situazione, quest'ultimo ha telefonato ai carabinieri che hanno girato la richiesta di soccorso al 118. Visto che l'elicottero di Bergamo a quell'ora era fuori per un altro intervento (a Berbenno per soccorrere un sessantaseienne colto da malore in casa), è stata mobilitata l'eliambulanza di Sondrio. Allertato anche il Soccorso alpino di Clusone, che però è rimasto alla base, visto che il personale del velivolo di Sondrio è riuscito a recuperare il ferito senza bisogno di aiuto. Il sessantacinquenne è stato caricato a bordo e trasportato ai Riuniti dove è stato ricoverato nel reparto di neurochirurgia. Per lui un trauma cranico e una disavventura tutto sommato a lieto fine. Sorte ben peggiore era toccata a un altro pensionato di Alzano, appassionato fungaiolo. Giulio Caprini, 61 anni, che abitava nella frazione Nese, venerdì scorso è morto andando in cerca di funghi nei boschi sopra Monte di Nese. L'uomo era stato colto da malore nel pomeriggio, nei pressi del sentiero che porta alla località Salmeggia. Era stato uno dei due figli, preoccupato perché il padre non era rincasato per la cena, a inoltrarsi nei boschi e a trovarlo ormai senza vita. Erano le otto di sera: per portare a valle la salma, i volontari del Soccorso alpino avevano lavorato più di due ore. Accanto al corpo di Giulio Caprini era sempre rimasto il suo cagnolino Billy. Era stato l'animale, abbaiando, a far capire al figlio dove si trovava Giulio Caprini. NORD Pag. 12

16 Il Friuli.it Nuovo fondo per la prevenzione sismica L'assessore alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi ed il sottosegretario Guido Bertolaso hanno riunito oggi a Roma gli assessori alla Protezione civile di tutte le Regioni italiane per analizzare e discutere, in modo particolare, la ripartizione delle risorse finanziarie legate al nuovo ''Fondo per la prevenzione sismica''. Come illustrato da Bertolaso e Riccardi nel corso dell'odierna seduta della Commissione nazionale speciale di Protezione civile - ospitata nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia a Roma - con la legge n.77 del giugno 2009 per la prima volta in Italia è stato infatti creato un strumento finanziario per nuove iniziative destinate alla prevenzione dal rischio sismico. Il Piano nazionale di prevenzione rappresenta ''un primo organico passo'', hanno sottolineato il sottosegretario Bertolaso e l'assessore Riccardi, nella sua qualità di coordinatore degli assessori regionali alla Protezione civile, per fronteggiare nel modo più adeguato possibile una calamità naturale che, purtroppo, con frequenza scuote il nostro Paese. Da oggi al è stato ricordato - il Fondo è stato dotato di circa 950 milioni di euro, con una prima tranche 2010 di una quarantina di milioni. La parte più cospicua del Fondo sarà dedicata al rafforzamento antisismico degli edifici pubblici e privati a maggiore rischio sismico. Una parte non trascurabile è inoltre dedicata all'incentivazione dei programmi di microzonazione sismica del territorio (gli studi di microzonazione hanno la finalità di prevedere la distribuzione degli effetti di un terremoto in un'area urbana e di individuare i criteri di gestione del territorio volti a mitigare, in futuro, i danni di un sisma), nonché degli studi per la pianificazione urbanistica e dell'emergenza. 28 settembre 2010, NORD Pag. 13

17 Il Gazzettino (Belluno) Protezione civile, a Pullir è in arrivo la nuova sede Faccia a faccia i giorni scorsi tra i volontari delle squadre che operano nel territorio e l'assessore Dino Tonin Mercoledì 29 Settembre 2010, Proseguono i lavori per la sede della Protezione Civile a Cesio. Nei giorni scorsi l'assessore Dino Tonin ha incontrato i responsabili e i volontari delle squadre di protezione civile ANA di Cesiomaggiore e Pez per illustrare e analizzare il sistema di organizzazione della protezione civile comunale e per fare il punto della situazione sul completamento del sede di protezione civile presso le ex scuole di Pullir. Il Comune di Cesiomaggiore ha finora investito sui lavori già eseguiti 130 mila euro. È stata posta ora l'attenzione su alcune priorità che riguardano lo stabile ed è stato chiesto un elenco dei lavori ancora da eseguire. L'assessore si è impegnato a reperire le risorse già quest'anno parte delle risorse finanziarie necessarie avendo anche evidenziato che questo intervento è ritenuto dalla Giunta come strategico per il servizio di protezione civile comunale. È stato programmata anche una esercitazione che riguarderà tutti i plessi scolastici dell'istituto comprensivo. Seguiranno altri incontri con altre associazioni di volontariato riguardanti il piano comunale di protezione civile, quali ad esempio assistenza alla popolazione. L'amministrazione ha inoltre ringraziato la sezione ANA di Feltre per la collaborazione e tutti i volontari per l'importante opera a favore del territorio e della comunità. riproduzione riservata NORD Pag. 14

18 Il Gazzettino (Pordenone) Emanuele Minca Mercoledì 29 Settembre 2010, Per risolvere il rischio di esondazioni sul territorio di Fiume Veneto, ieri mattina in municipio si è tenuto un vertice straordinario tra l'amministrazione comunale (rappresentata dal sindaco Lorenzo Cella, il vice Guerrino Bozzetto e gli assessori Fabio Tonus e Maurizio Simonin), la Polizia locale, il gruppo fiumano della Protezione civile e il Consorzio di bonifica Cellina Meduna. È stato così fatto il punto di quanto successo in occasione dell'ondata di maltempo che si è abbattuta sulla cittadina lo scorso fine settimana. Un evento atmosferico ha permesso di collaudare i sistemi infrastrutturali realizzati in questi anni (e consegnati a febbraio) dalla Protezione civile regionale sul fiume Fiume. «Il sistema ha sostanzialmente retto- interviene Bozzetto- anche se sono state rilevate delle criticità. Manca ad esempio uno sgrigliatore meccanico sul canale di guardia: il canale si è riempito di foglie e ramaglie e il livello acqua è salito creando il rischio (evitato con l'utilizzo di una ruspa) di far esondare l'acqua». C'è poi il fatto dell'anomalia capitata ad una delle idrovore con una scheda che non ha funzionato ed è dovuto entrare in funzione il generatore d'emergenza. Black out completo inoltre per il sistema di monitoraggio del livello delle acque del fiume che in caso di emergenza dovrebbe avvisare sia i tecnici del Consorzio Cellina Meduna che quelli comunali del pericoloso e invece non c'è stato alcun avviso. «Inoltre -continua Bozzetto-è necessario che la Protezione civile regionale insegni al gruppo locale di volontari come chiudere la paratoia in corrispondenza del Mortol». E rispetto all'esondazione in alcuni tratti del fiume Sile? «Le problematiche in questo caso sono di altra natura. Tra le soluzioni ipotizzate, c'è quella di creare uno sbarramento dell'attuale ramo che si trova vicino alle abitazioni affinchè fluisca su un'altra diramazione». È stato quindi annunciato un nuovo vertice per venerdì in municipio: sono stati chiamati i responsabili della Protezione civile regionale, i progettisti e l'impresa che ha eseguito i lavori di sistemazione idraulica del territorio per sottoporre la lista delle «magagne» e trovare una soluzione. riproduzione riservata NORD Pag. 15

19 Il Gazzettino (Udine) Fondo antisismico con dote da 950 milioni RICCARDI A ROMA CON BERTOLASO Mercoledì 29 Settembre 2010, ROMA - Prende il via il Fondo nazionale per la prevenzione antisismica. L'assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi e il sottosegretario Guido Bertolaso hanno riunito a Roma gli assessori alla Protezione civile di tutte le Regioni italiane per analizzare e discutere, in modo particolare, la ripartizione delle risorse finanziarie legate al nuovo Fondo. Come illustrato da Bertolaso e Riccardi, con la legge 77 del giugno 2009 per la prima volta in Italia è stato creato un strumento finanziario per nuove iniziative destinate alla prevenzione dal rischio sismico. Il Piano nazionale di prevenzione rappresenta «un primo organico passo», hanno sottolineato il sottosegretario Bertolaso e l'assessore Riccardi, nella sua qualità di coordinatore degli assessori regionali alla Protezione civile, per fronteggiare nel modo più adeguato possibile una calamità naturale che, purtroppo, con frequenza scuote il Paese. Da oggi al è stato ricordato - il Fondo è stato dotato di circa 950 milioni di euro, con una prima tranche 2010 di una quarantina di milioni. La parte più cospicua del Fondo sarà dedicata al rafforzamento antisismico degli edifici pubblici e privati a maggiore rischio sismico. Una parte non trascurabile è, inoltre, dedicata all'incentivazione dei programmi di microzonazione sismica del territorio. riproduzione riservata NORD Pag. 16

20 Il Gazzettino (Udine) Il Soccorso alpino ha la sua sede anche nel capoluogo TOLMEZZO Il Soccorso alpino ha la sua sede anche nel capoluogo Mercoledì 29 Settembre 2010, TOLMEZZO. (d.z.) Anche la squadra di Tolmezzo del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha la sua sede, intitolata alla memoria di Andrea Cargnelutti. L'inaugurazione nei giorni scorsi presso i locali dell'ex Ersa nella zona industriale nord di Tolmezzo. Al taglio del nastro sono intervenuti, oltre a molti volontari della stazione di Forni Avoltri (da cui dipende direttamente la squadra di Tolmezzo), con il capostazione Alvise Di Ronco, e di altre stazioni limitrofe, i rappresentanti del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, del Soccorso Alpino dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco di Tolmezzo, della Croce Rossa e della Protezione Civile. Presenti inoltre i vertici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico regionale con il presidente Graziano Brocca, il vice Spartaco Savio e il delegato Vladimiro Todesco. Per il Comune di Tolmezzo, che ha messo a disposizione del Cnsas i locali nella struttura «ex Carniacque», situata a nord di Tomezzo, c'erano l'assessore Mario Cuder e il consigliere Renzo De Prato. Dai volontari del Soccorso Alpino è arrivato il grazie all'amministrazione comunale per essere riuscita a trovare gli spazi idonei dove riunirsi e depositare i materiali necessari per le operazioni di soccorso. Dopo i discorsi di rito, la sede è stata ufficialmente inaugurata dai genitori di Andrea Cargnelutti, volontario della squadra di Tolmezzo perito tragicamente in montagna mentre affrontava una scalata nel gruppo del Peralba nel La squadra del Cnsas di Tolmezzo è nata nel 1988 per volere dell'allora delegato regionale Cirillo Floreanini; il primo caposquadra fu Luciano Querini al quale si succedettero negli anni Celso Craighero, Alberto Cella, Mirko Di Ronco, Fabio Sbrizzai, Omar Gubeila e Cristian Busolini ultimo responsabile, in ordine di tempo, dei 15 volontari che compongono la squadra. La squadra si inserisce perfettamente nella stazione di Soccorso Alpino di Forni Avoltri che, con le altre quattro carniche (Paluzza, Paularo, Prato Carnico e Forni Avoltri), copre il territorio di competenza. NORD Pag. 17

21 Il Giornale della Protezione Civile.it Domande per il servizio civile: entro il 4 ottobre Domande per il servizio civile: entro il 4 ottobre Mancano pochi giorni alla scadenza del bando per il servizio civile. Martedi 28 Settembre Istituzioni Le domande vanno presentate entro il 4 ottobre 2010, ore I giovani dai 18 ai 28 anni che vogliono sfruttare l'opportunità di dedicare un anno a favore di un impegno solidaristico potranno presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto. Questo dovrà essere scelto tra quelli inseriti nel bando nazionale o nei bandi regionali e delle Provincie autonome. I settori nei quali è possibile prestare il Servizio Civile sono quelli dell'assistenza, la protezione civile, l'ambiente, il patrimonio artistico e culturale, l'educazione e la promozione culturale e il servizio civile all'estero. Gli enti di servizio civile sono le amministrazioni pubbliche, le associazioni non governative (ONG) e le associazioni no profit che operano negli ambiti specificati dalla Legge 6 marzo 2001, n. 64. La scelta d'impegnarsi per un anno nel servizio civile volontario permette di aggiungere al proprio bagaglio di conoscenze un'esperienza umana e qualificante. Inoltre, grazie ad una minima autonomia economica assicurata per dodici mesi, quest'occasione potrà essere sfruttata anche in una prospettiva lavorativa. Bandi dell'ufficio Nazionale per il Servizio Civile Sara Anifowose NORD Pag. 18

22 Giornale di Brescia Concesio Esercitazione notturna per la Procivil Concesio Esercitazione notturna per la Procivil dai volontari della Protezione civile di Concesio, License: N/A' height='132' usemap='' style='' alt='brescia_455' name='' width='174' class='' src=' cape_174/ jpg' /> Una fase dell'esercitazione notturna effettuata dai volontari della Protezione civile di Concesio CONCESIOI volontari della Protezione civile di Concesio si sono cimentati in una prova di soccorso in notturna sul fiume Mella. Il luogo scelto per l'esercitazione è stato il tratto di fiume nella zona del centro sportivo Aldo Moro, uno dei punti di raccolta in caso di emergenza. L'obiettivo principale dell'esercitazione è stato quello di rafforzare la conoscenza tra i componenti del gruppo e la capacità di lavorare in squadra seguendo ognuno il proprio compito, cimentandosi nella tecnica della «sacchettattura» e applicandola a un tratto di fiume. La «sacchettatura» consiste nel riempire dei sacchi di juta con della sabbia fine. Questi sacchi vengono poi posizionati vicino alle sponde del fiume creando un argine sopraelevato nel tentativo di non fare esondare o di deviare il corso d'acqua in caso di piena. L'esercitazione, iniziata alle 20, ha visto impegnati circa trenta volontari. La prima operazione ha previsto il montaggio di una tenda in un campo adiacente alla zona dell'esercitazione. Tale tenda, in caso di calamità, rappresenta il punto di coordinamento delle operazioni; al suo interno ospita il punto ristoro, l'infermeria e il punto radio. Vicino alla tenda è stata creata un'area logistica con tutte le attrezzature e i mezzi necessari per l'intervento. L'esercitazione pratica è stata preceduta da una parte teorica in cui il responsabile dei volontari Angelo Marino ha fornito alcune informazioni e nozioni tecniche. Il gruppo di Protezione civile è aperto a nuovi volontari, la sede è in via Mattei vicino alla biblioteca; la del gruppo è: protezionecivile@comune.concesio.brescia.it. ra.bo. NORD Pag. 19

23 Giornale di Brescia Olio di gomito per... i fondali dei laghi Oltre duemila studenti sono coinvolti nell'iniziativa dedicata ai bacini lacustri del territorio Olio di gomito per... i fondali dei laghi Oltre duemila studenti sono coinvolti nell'iniziativa dedicata ai bacini lacustri del territorio A Sassabanek i primi due appuntamenti con la manifestazione Il lago, un ambiente «abbandonato per troppo tempo» torna ad essere rivalutato e studiato da oltre 2mila studenti grazie all'operazione «Fondali Puliti». Il lago inteso come risorsa da conoscere e rispettare: questo il tema fondamentale dell'iniziativa messa in campo dal Consorzio di Gestione del lago d'iseo, Endine e Moro, in collaborazione con numerose associazioni di sub e protezione civile. Oltre alla parte operativa, che vede in calendario quattro date di «pulizia dei fondali», dall'anno scorso «Fondali Puliti» ha assunto una dimensione didattica con il coinvolgimento di moltissimi studenti ed istituti comprensivi del lago d'iseo. Ecco dunque che venerdì e sabato scorsi, il lido di Sassabanek a Iseo ha ospitato oltre duemila ragazzi, provenienti da otto istituti comprensivi, che sono stati coinvolti nel progetto di studio dell'ecosistema lacuale. La tradizionale attività di pulizia dei fondali, sviluppata con il coordinamento del Gruppo Sommozzatori Iseo e dell'ysei Diving Club, si è svolta parallelamente alle attività formative dal titolo «Conoscere il lago», un programma promosso dal Consorzio nelle scuole primarie e secondarie in collaborazione con l'università di Brescia e l'asl di Bergamo. Mentre le giornate di pulizia dei fondali si articoleranno tra la fine del mese di settembre e l'inizio di ottobre, (la prima, a Monteisola, si è svolta domenica 12 settembre, la seconda a Iseo sabato, la terza è prevista sul lago Moro sabato 9 ottobre e l'ultima a Pisogne domenica 17 ottobre) le lezioni in aula si sono svolte durante tutto l'anno scolastico ma saranno riproposte per quello appena iniziato. Positivo il bilancio dei primi due appuntamenti: lo scorso week end, nelle giornate di venerdì e sabato, a Sassabanek, il programma della manifestazione ha implicato dimostrazioni operative di pulizia dei fondali, coordinate dal Gruppo Sommozzatori Iseo e Ysei Sub Diving Club, preparazione alle immersioni, laboratori didattici e teatrali. «Il successo e la partecipazione dell'iniziativa hanno triplicato il numero degli studenti - spiega Simone Franzoni, dell'ysei Diving Club che ha svolto il progetto didattico - oggi gli istituti comprensivi aderenti sono otto con oltre duemila ragazzi coinvolti che hanno ricominciato a conoscere l'ecosistema lago». «I gruppi, le scuole e le istituzioni mostrano una sensibilità attiva alle tematiche ambientali - afferma Giuseppe Faccanoni, presidente del Consorzio di gestione dei laghi -; ecco perché portiamo avanti il progetto, indispensabile per creare una cultura di rispetto per l'ambiente e l'ecosistema lacustre». Veronica Massussi NORD Pag. 20

24 Giornale di Carate Le piene del Lambro? «Troppe edificazioni, servono due polmoni» L'analisiDaniele Giuffrè, ingegne-re e responsabile del Par-co Valle Lambro. E' stato relatore della interessan-te serata organizzata mercoledì sera dalla Pro-tezione civile nel salone della Bcc in via Pellico. Sopra, il sindaco Marco Pipino controlla le para-tie mobili montate a pro-tezione delle case in via Borgo San dazio in oc-casione di una delle ul-time piene del fiume Lambro richiedi la foto Carate Brianza - Una serata per capire come gestire il fiume nei momenti critici. Mercoledì l'incontro «Lambro: risorsa o minaccia?» ha raccolto nell'auditorium della Banca di Credito Cooperativo in via Silvio Pellico i rappresentanti delle associazioni di Protezione Civile di tutta la provincia di Monza e Brianza e numerosi cittadini. In cattedra per spiegare i motivi delle sempre più frequenti ondate di piena Daniele Giuffrè, responsabile per il Parco della Valle del Lambro della diga di Pusiano. «In passato il fiume scorreva in libertà tra i laghi di Alserio e Pusiano - ha spiegato l'ingegnere - poi è stato deviato nel lago di Pusiano e quella zona è stata edificata. La stessa cosa è successa tra Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, oggi il Lambro non ha più le zone di espansione che aveva due secoli fa».il Lambro quindi era una risorsa ma interventi umani lo hanno trasformato in una minaccia. «Al momento manca un sistema di controllo a valle - ha continuato Giuffrè - servirebbero almeno due zone di espansione, stiamo lavorando per realizzare della vasche di laminazione nella cava di Brenno e a Inverigo ma sono progetti che richiedono anni».il tecnico ha quindi spiegato che i danni provocati dal fiume lo scorso agosto non sono dipesi dalla diga di Pusiano, chiusa da inizio mese fino alla tarda sera del 15, ma da una situazione più a valle legata ai piccoli affluenti che, complici piogge centenarie in aree molto limitate, si sono ingrossati velocemente. Da qui dunque l'invito a tutti i volontari di Protezione Civile ad analizzare sempre con cura le previsioni meteo, a fare attenzione alle allerte lanciate dalla sede centrale della Regione Lombardia e a monitorare idrometri e pluviometri. Un utile strumento in tal senso è il sito internet dove è possibile scaricare in tempo reale i dati sul livello delle acque.un controllo costante di questo genere potrebbe dare in caso di emergenza delle ore di vantaggio sull'onda di piena e permettere per esempio il montaggio delle paratie mobili ad Agliate. «Vorrei sottolineare che dall'alluvione del 2002 sono stati fatti dei grandi passi in avanti - ha detto il sindaco Marco Pipino - c'è una miglior comunicazione tra le associazioni e intendiamo dotarci di una struttura stabile di Protezione Civile comunale».qualche perplessità tra i cittadini. Molti che vivono a pochi metri dal fiume hanno fatto notare la scarsa frequenza degli interventi di pulizia e manutenzione. Per risolvere il problema le associazioni del territorio che vogliano contribuire possono rivolgersi al Parco della Valle del Lambro per istaurare un rapporto di collaborazione come già avviene per alcuni tratti di sponda. Articolo pubblicato il 28/09/10 NORD Pag. 21

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