La residenzialità psichiatrica

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1 La residenzialità psichiatrica Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche Conferenza dei Servizi aprile 2015

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8 Le residenze psichiatriche attuali sono il frutto di un percorso di cambiamento Tre decreti definiscono la riconversione

9 DCA 15 del 5/9/2008 Pone un tetto al fabbisogno della residenzialità (4 posti letto ogni residenti) Prende atto della carenza degli SPDC Dà un idea di che cosa si intende per residenzialità psichiatrica, cioè il passaggio da una struttura ad alta protezione a situazioni residenziali meno protette. Prevede situazioni croniche che necessitano di lungodegenza Individua 4 cliniche che storicamente non lavorano con pazienti acuti (Villa Giuseppina, Castello della Quiete, Sorriso sul Mare, Mendicini). Alle altre assegna un modulo per acuti di 30 pl

10 DCA 48 del 7/7/2009 Recepisce il precedente DCA 15 Introduce il termine di REPARTO PSICHIATRICO OSPEDALIERO TERAPEUTICO RIABILITATIVO per pazienti dimessi dal SPDC che devono prolungare il ricovero o per situazioni meno gravi rispetto al SPDC Revisiona il sistema tariffario Divide i 240 posti per acuti in 8 moduli da 30 e assegna il 54% dei pl alle SRTR intensive Prevede un sistema informatizzato per il flusso dei dati della residenzialità psichiatrica

11 DCA 101 del 9/12/2010 Revoca parzialmente e integra il DCA 48 Cambia il nome di RPO terapeutico-riabilitativo in STRUTTURA PER TRATTAMENTI PSICHIATRICI INTENSIVI TERRITORIALI (STPIT) Negli STPIT prevede l abbattimento delle tariffe a partire dal 31 giorno con un ulteriore diminuzione dal 61 giorno Istituisce in ogni DSM una UNITA VALUTATIVA MULTIDISCIPLINARE Stabilisce che l accesso alle strutture residenziali avvenga tramite autorizzazione del DSM su ricettario del SSR

12 TIPOLOGIA DELLE STRUTTURE STPIT Struttura per Trattamenti Psichiatrici Intensivi Territoriali SRTR Struttura Residenziale Terapeutico Riabilitativa Intensiva SRTR Struttura Residenziale Terapeutico Riabilitativa estensiva SRSR Struttura Residenziale Socio Riabilitativa h 24, h 12, a fasce orarie

13 UNITA VALUTATIVA MULTIDISCIPLINARE Il suo scopo è di consentire un uso appropriato delle risorse per tutte le tipologie assistenziali presenti e un trasparente accesso alla residenzialità psichiatrica E costituita da diverse figure professionali (psichiatra, psicologo, infermiere, assistente sociale) e da un rappresentante degli erogatori privati L UVM autorizza l accesso alle strutture basandosi sulla scheda regionale compilata dall équipe inviante del CSM, contenente i dati clinici del paziente Valuta la congruità tra la tipologia della struttura richiesta e il quadro clinico del paziente

14 CRITICITA Rischio di rendere la prassi di inserimento una procedura burocratica Permanenza troppo prolungata nelle strutture residenziali di pazienti con scarse risorse familiari e sociali Scarsa attenzione agli aspetti terapeutici peculiari della terapia di comunità

15 CRITICITA Incongruenza tra la normativa regionale che regola le strutture residenziali sociosanitarie (l.r.n.4/2003) e quella che regola le strutture residenziali socioassistenziali (l.r. 41/2003). In particolare, tra le diverse tipologie di strutture socio-assistenziali, comprese le case-famiglia, non è prevista l assistenza per fasce orarie. Separazione tra fondo sanitario e fondo sociale, che comporta la non sostenibilità del costo della retta per la gran maggioranza dei pazienti e impossibilità per il Servizio Sanitario di sostenerne l onere (pur rappresentando questa possibilità un notevole risparmio)

16 AZIONI DA COMPIERE Focalizzare l attenzione sul momento dell inserimento considerando che il trattamento residenziale è un processo attivo e non un autorizzazione passiva (Conferenza delle Regioni del 13/6/2013) (analisi congiunta dei bisogni del paziente) Impegno sulla formulazione del PIANO di TRATTAMENTO INDIVIDUALE (PTI) che dovrebbe contenere la sottoscrizione di un accordo/impegno di cura tra DSM e utente, con la partecipazione delle famiglie e il possibile coinvolgimento della rete sociale,al fine di consentire la volontarietà e l adesione del paziente al trattamento

17 AZIONI DA COMPIERE Avere una visione dettagliata dei pazienti residenti, del tempo di permanenza nella struttura, della possibilità di un reale re-inserimento nel contesto sociale Per facilitare la dimissione potenziare ulteriormente la collaborazione continuativa con la struttura residenziale per quanto riguarda l abitazione, il lavoro o lo studio per i pazienti più giovani Individuare indicatori di esito e di processo per valutare il percorso del paziente

18 AZIONI DA COMPIERE Studiare programmi per pazienti non/parzialmente autosufficienti che richiedono livelli di assistenza elevati e continuativi Elaborare linee guida dipartimentali per la predisposizione e l attuazione di progetti di sostegno all abitare indipendente, potenziando e diffondendo le esperienze già attuate in diversi distretti

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