IL TUBO DI PITOT PUNTO DI RISTAGNO.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL TUBO DI PITOT PUNTO DI RISTAGNO."

Transcript

1 IL TUBO DI PITOT Henri Pitot (695-77) realizzò uno strumento per la misura della velocità in un canale, formato da due tubi: uno era semplicemente un tubo rettilineo aperto ad una estremità ed immerso nell acqua in movimento (in senso trasversale al moto, per la misura della pressione statica), mentre il secondo era un tubo piegato ad angolo retto con l estremità aperta allineata al flusso, ma in senso contrario ad esso, al fine di misurare la pressione totale del liquido. Pitot associò per la prima volta la differenza di pressione misurata nei due tubi (sotto forma di dislivello di liquido in un tubo ad U che li univa) alla velocità del fluido in moto.

2 IL TUBO DI PITOT Facendo riferimento alla figura, una particella di fluido localizzata in posizione incontra l estremità aperta del tubo ed entra all interno del condotto fino a giungere al contenitore B. Seguitando a far fluire il fluido, ad un certo punto, tutto il canale ed il contenitore sarà pieno di fluido e quindi ogni particella presente all imbocco verrà bloccata; in questo modo tutte le particelle che transitano sulla linea di flusso che collega a verranno rallentate fino ad avere velocità nulla in. L ipotesi importante che viene fatta a questo punto è che il processo di rallentamento sia isotermo ed isoentropico e che il fluido sia incomprimibile. Il punto caratterizzato da velocità nulla viene chiamato PUNTO DI RISTAGNO. Per le ipotesi sulla trasformazione subita da a è possibile applicare l equazione di Bernoulli sulla linea di flusso percorsa.

3 IL TUBO DI PITOT cos. p + ρv = t p + ρv = p : pressione di ristagno Per conoscere la velocità è necessario quindi conoscere la pressione statica nel punto : è per questo motivo che si utilizza il secondo condotto nell apparato di Pitot, che essendo posto ortogonalmente alla direzione del flusso non risente del contributo cinematico della velocità ma solo del contributo statico della pressione.

4 IL TUBO DI PITOT Nel campo delle misure fluidodinamiche si fa una distinzione fra: il tubo di Pitot, che è solo il ramo ad angolo retto atto a misurare la pressione di ristagno del fluido Il tubo di Pitot STATICO, (Pitot Static Tube) che invece è fornito di ambedue le prese di pressione (statica e di ristagno) e che permette una misura diretta della differenza fra le due pressioni Mediante il tubo di Pitot Statico è possibile misurare la velocità di un fluido incomprimibile (Mach<0.3) mediante l applicazione della equazione di Bernoulli, ma per valori del numero di Mach compresi fra 0.3 e.0 (flusso subsonico) non è possibile trascurare la comprimibiltà del fluido: questo effetto modifica il modo con cui da un Pitot Static Tube viene dedotta la velocità. V = ( p p ) rist ρ

5 Effetto della comprimibilità Considerando un fluido non viscoso, in assenza di forze di massa, l equazione di Eulero assume la forma finale seguente: dp = ρ V dv Ipotizzando ancora una volta la trasformazione da a come adiabatica reversibile è possibile ottenere, dal primo principio della termodinamica: q= dh vdp= Sostituendovi la relazione di Eulero e ricordando che v =/ρ si ha: ( ) dh + VdV = dh + d V = h + V = 0 0 Cost. L equazione vale su una linea di flusso; equivale a scrivere: V ct+ P 0

6 Effetto della comprimibilità Applicando la formula appena vista alla trasformazione da a si può scrivere: ct V ct P Ora, poiché + = P da cui: = + T cpt γ R c P = c = γ RT γ T γ V γ = + = + M T c T e (vel. del suono) si ottiene: Con M : numero di Mach nel punto. Come accennato in precedenza il processo da a è stato ipotizzato isoentropico. Per questo è possibile esprimere il rapporto tra le temperature in funzione del rapporto tra le pressioni: γ / γ p p T = T ( ) V

7 Effetto della comprimibilità Sostituendo il rapporto delle temperature ed esplicitando la variabile velocità si ha: V γ γ c p p = + γ p Poiché un tubo di Pitot statico è in grado di misurare solo (p -p ) non può essere utilizzato da solo per la determinazione della velocità nel punto ; infatti dalla formula sopra si nota che è necessario conoscere anche la pressione statica in. Per misure di velocità in flussi comprimibili è perciò necessario dotarsi di due tubi di Pitot: uno di tipo statico ed uno standard. Un confronto utile da fare è verificare quali differenze sussistano nell equazione di Bernoulli qualora venisse estesa a flussi comprimibili. Nel Caso di fluido incomprimibile si ha: p + ρv = p

8 Effetto della comprimibilità Nel Caso di fluido Comprimibile si ottiene dalle precedenti: p ( γ ) γ / γ ρv + = p γ p Questa, riscritta riprendendo la definizione di velocità del suono e numero di Mach conduce alla seguente: ( γ ) γ / γ + = p M p Espandendo la relazione in serie binomiale si ottiene: 4 M M p = p+ ρv

9 Effetto della comprimibilità Mediante la relazione appena ricavata è più facile identificare la differenza fra l espressione della pressione di ristagno per un fluido incomprimibile e comprimibile; per un numero di Mach pari a circa 0., che corrisponde ad una velocità dell aria di circa 60 m/s ad una velocità del suono di circa 340 m/s, il secondo termine dell espansione in serie diventa uguale a 0.0 volte la pressione cinematica nel punto e gli altri termini sono trascurabili. In altre parole per velocità inferiori a 60 m/s il valore di p dato dall espansione in serie differisce da quello di un flusso incomprimibile di una quantità minore dell % della pressione cinematica. Da un punto di vista dell errore introdotto sul calcolo della velocità abbiamo che il rapporto dei valori di velocità, quello considerando il flusso incomprimibile con quello comprimibile, può essere ottenuto dall espressione seguente: ( ) V, incomp p p ρ 4 = = + M M V, comp ( p p) ( ρ )( + M 4+ M )

10 Effetto della comprimibilità Considerando come in precedenza un numero di Mach pari a 0. si ottiene: V, incomp 4 V, comp = Questo significa un errore pari a circa lo 0.5% sul valore della velocità. Per velocità dell aria maggiori di 60 m/s è necessario usare l equazione per flussi comprimibili eccetto nei casi in cui il tubo di Pitot può causare la formazione di onde d urto (ossia a velocità Transoniche e Supersoniche)

11 Misure tramite Tubo di Pitot Statico Stelo Raccordo Prese Statiche Naso Presa di Ristagno In realtà si assume che un tubo di Pitot Statico misuri la pressione dinamica secondo la formula a lato: Costruttivamente un tubo di Pitot è realizzato da due tubi concentrici, uno interno che termina nel punto di ristagno ed uno esterno su cui vengono ricavate le prese di pressione statica. In questo modo viene misurata la differenza fra la Pressione di Ristagno (o Totale) e la pressione statica all interno del tubo esterno. Per questo motivo, poiché il tubo ha dimensioni finite e le prese di pressione sono poste in posizioni diverse si avrà che la pressione cinematica misurata non risulta esattamente pari a quella reale. p K ρv =

12 Effetto del Naso e dello Stelo Il fattore K dipende da molti fattori, quali la posizione delle prese statiche, la forma del naso e del raccordo, etc. La posizione delle prese statiche lungo il tubo è importante in quanto esse devono essere poste in una regione in cui la pressione statica è pari a quella del flusso a monte del Pitot; però sia la presenza del naso che quella dello stelo alterano il profilo di velocità e di pressione in prossimità del tubo e solo mediante una indagine sperimentale è possibile individuare la posizione ottimale delle prese statiche. La presenza del Naso porta ad una accelerazione del fluido e di conseguenza (caso incomprimibile) riduce la sua pressione statica, che in prossimità delle prese statiche sarà quindi minore di quella a monte del tubo.

13 Effetto del Naso e dello Stelo Viceversa la presenza dello Stelo porta ad un riaumento delle pressione a monte di esso, a causa del fatto che si comporta come un ostacolo al flusso e di conseguenza ne diminuisce la velocità riaumentando la pressione Poiché i due effetti sono contrapposti è prevedibile che esista una posizione delle prese che annulla l errore risultante dai due contributi. In tale posizione vengono effettuati i fori per le prese statiche. N.P.L. : National Physical Laboratories Standard emisferical nose pitot static tube Per questo motivo esiste una standardizzazione sulla costruzione dei tubi di Pitot statici, che impone la posizione delle prese statiche in funzione della forma del naso, del raccordo e del diametro del tubo.

14 Pitot a naso rastremato Nel 9 la N.P.L. propose un tubo a naso rastremato; tale sonda si dimostrò migliore di quella a naso emisferico ma di contro presentava una maggiore sensibilità ai danneggiamenti. Il confronto fra i due Pitot statici è basato sul valore di K al variare del numero di Reynolds calcolato con il diametro del tubo. N.P.L. standard tapered nose Pitot static tube Rastremato Re tubo d=3.8 mm K Emisferico Re tubo d=3.9 mm K

15 Pitot a naso ellissoidale Legando K al Reynolds ci si è svincolati dal diametro del tubo e dal tipo di fluido utilizzato: due Pitot statici dello stesso tipo ma con di diametri diversi avranno lo stesso K se il Reynolds è uguale (in misure in aria, ipotizzando che non vi siano grosse variazioni di temperatura e pressione, K dipenderà solo dal prodotto v D ) Successivamente la N.P.L. adottò un tipo di tubo a naso ellissoidale, notando che in misure in aria la sonda non presentava dipendenze dai fattori di scala (ossia K rimaneva invariato) per un range di velocità compreso fra 3 e 60 m/s. Per una sonda avente un diametro esterno di 8 mm ciò corrisponde ad un numero di Reynolds di tubo compreso fra 6500 e

16 Effetto del raccordo Si osservò inoltre sperimentalmente che qualora lo stelo presenti un raccordo circolare anziché ad angolo retto, il valore di K varia in modo diverso. Dall analisi dei valori di K delle tabelle, si può dedurre che qualora sia accettabile un errore sulla stima della velocità dello 0.5%, e nell ipotesi che si utilizzi un Pitot statico come quelli visti finora, si può assumere K= per velocità comprese fra, e 60 m/s. Al di sotto di. l errore raggiunge l %. Num diametri (A) K raccordo ad angolo K raccordo circolare

17 Misure in flussi turbolenti Finora si è ipotizzato un flusso a basso livello di turbolenza. In realtà questo incide sulla misura effettuata tramite il tubo di Pitot in quanto le componenti di velocità turbolente incidono sulla pressione cinematica del fluido. p = p+ ρ V + V Per questo motivo la pressione di ( p ) rist = p+ ρv + ρ Vx + Vy + Vz ristagno subirà la seguente correzione: La presa statica invece leggerà una pressione pari a: ( ) statica y z Qualora la turbolenza sia distribuita in modo isotropo si può assumere che: - x - : direzione del flusso medio V = V = V x y z Combinando le relazioni precedenti è possibile determinare la lettura di un Pitot Statico in questo modo: V = + p ρv V x Questa relazione vale per tutte le rilevazioni in cui la turbolenza è su piccola scala, ovvero il diametro dei vortici risulta piccolo se comparato al diametro del tubo. Per turbolenze su grossa scala viene utilizzata una formula più generale in cui il fattore viene sostituito con un parametro α che varia da a 5.

18 Effetto di un gradiente di velocità Quando si utilizza un Pitot Statico per rilevare la distribuzione di velocità in zone in cui la stessa presenta forti gradienti, ad esempio la velocità all interno di un condotto o di uno strato limite, è necessario apportare alcune correzioni al valore letto. L errore risiede non tanto nel valore letto quanto nella posizione geometrica vera di tale valore, infatti il baricentro della distribuzione di velocità risulta spostato rispetto all asse del tubo; poiché quest ultimo viene preso come riferimento geometrico per la ricostruzione del profilo di velocità, ne consegue un erroneo posizionamento della velocità locale. Una formula generale per la valutazione dello scostamento Z è difficile da fornire in quanto dipende fortemente dal tipo di sonda usata. Un valore indicativo può essere stimato tramite la: Z D = d D

19 Effetto di un gradiente di velocità Per tubi di Pitot aventi naso a spigolo vivo, come quello precedente, esiste una formula empirica, dovuta a Sami: Z =.05 β 4.05 β D Z = 0.95 D per per β < 0.3 β > 0.3 D β = V V y -y -: distanza dalla parete solida Nella rilevazione della distribuzione di velocità in uno strato limite si utilizzano molte volte dei Pitot con imbocco Ovale; in questo l effetto del gradiente di velocità risulta più contenuto e, per tubi aventi h/h pari a 0.6 e W/H pari a.6, può essere espresso dalla relazione seguente: Z H = 0.9 ± 0.0

20 Effetto di parete in flussi viscosi Un altro tipo di errore che si commette nell uso del tubo di Pitot è quando lo stesso viene utilizzato per misurare la pressione dinamica in prossimità di una parete solida; in questo caso la presenza della sonda disturba lo strato limite aderente alla parete inducendo un errore che risulta funzione del rapporto fra la distanza dell asse del Pitot dalla parete ed il diametro stesso della sonda. In particolare la velocità misurata dalla sonda risulterà inferiore a quella reale e quindi il valore misurato dovrà essere aumentato di una quantità ricavabile dal grafico a fianco. Dalla curva emerge inoltre che l influenza del Pitot è rilevante solo per distanze adimensionali minori di.9. Questo vuol dire che nel caso di una sonda da mm di diametro la distanza dalla parete alla quale l effetto del disturbo diventa trascurabile è di 3.8 mm. Ciò indica che solo in condotti di piccolo diametro l errore indotto dalla presenza del Pitot è rilevante.

21 Effetto di disallineamento Quando un Pitot statico è immerso nel flusso è difficile sapere a priori sa il suo asse è ben allineato alla direzione del moto del fluido; infatti non bisogna dimenticare che il Pitot statico misura una differenza di pressione: non è possibile affermare che quando quest ultima è massima il tubo si trova allineato con il flusso. In genere per sonde N.P.L. standard esistono delle curve di influenza dell angolo di disallineamento, riportate nel grafico sotto. Si può notare che se l incertezza sull angolo di disallineamento arriva a 0-5, la sonda a naso emisferico sembra preferibile, in quanto il massimo errore commesso è all interno del ±5% sul calcolo della pressione cinematica (che corrisponde a circa ±% sulla velocità). Se invece la direzione del flusso è nota con uno scarto di 5 è preferibile la sonda ellissoidale. Per la sonda a naso rastremato il corretto allineamento corrisponde al minimo valore di p: per essere sicuri che la sonda sia allineata si può pensare di ruotarla fino ad ottenere la minima lettura.

22 Prese di pressione statica Non necessariamente le prese statiche e di ristagno devono stare sulla stessa sonda. E possibile, ad esempio, utilizzare un tubo di Pitot per la rilevazione della pressione totale ed una presa statica separata per la componente statica della pressione. Nelle rilevazioni di velocità in strati limite, all esterno di una superficie o all interno di un canale, le prese statiche vengono realizzate effettuando dei fori sulla parete bagnata del fluido. E fondamentale quindi che il foro sia di piccole dimensioni al fine di non disturbare il flusso; purtroppo non sempre è possibile agire con precisione nella foratura ed oltretutto un foro molto piccolo rallenta la risposta dello strumento alla variazione di pressione. E dimostrato che quando il fluido lambisce la parete ed incontra il foro, subisce una deflessione ed una parte di esso penetra all interno dell orifizio; il risultato è che la presa statica rileverà anche una componente cinematica della pressione. L entità dell errore dipende sia dalle dimensioni del foro che dalla sua profondità, nonché dal tipo di collegamento della presa con il misuratore di pressione. Da studi effettuati l errore di pressione statica è legato al rapporto L/d (fig.sopra) aumentando con esso fino a valori di L/d pari a.5.

23 Prese di pressione statica Per valori di L/d >.5 l errore non sembra dipendere più da tale parametro e l unica variabile di rilievo rimane la condizione fluidodinamica in prossimità del foro. Questa condizione è ben evidenziata dalla distribuzione degli sforzi viscosi alla parete e viene spesso caratterizzata mediante un parametro chiamato shear velocity o fricition velocity, definito come: Shear Velocity = τ 0 ρ τ 0 rappresenta lo sforzo viscoso alla parete, definito come: dv τ 0 = µ = f ρv dy f: fattore di Fanning, è calcolabile tramite correlazioni sperimentali esistenti in letteratura. y= 0 Nel grafico è possibile calcolare l errore di pressione statica dato in funzione del numero di Reynolds del foro, calcolato con la shear velocity e il diametro del foro: * Re d ' τ 0 d' = ν ρ

24 Prese di pressione statica E evidente che la trattazione fatta finora prevedeva che il foro fosse privo di asperità dovute a lavorazione meccanica e che i suoi bordi fossero a spigolo vivo. In realtà è pressoché impossibile effettuare una foratura a spigolo vivo e perfettamente perpendicolare. Perciò sono stati fatti studi per valutare l effetto della forma degli angoli del foro rispetto alla configurazione ideale (figura a lato). In aggiunta è stata introdotta una differente configurazione di presa, dotata di una camera di calma. In questo modo si permette un grosso recupero di pressione al fluido entrante nel foro. In tal modo viene ridotta la quantità di flusso entrante nella presa migliorando la lettura della pressione statica.

25 Effetto di bloccaggio della sonda Quando un tubo di Pitot è utilizzato per la misura in un condotto, l inserimento della sonda riduce la sezione effettiva di passaggio del flusso e, quindi, la velocità misurata sarà superiore a quella reale in assenza del tubo. L errore è denominato Probe Blockage Error. Il Probe Blockage Factor è definito come il rapporto fra la variazione di velocità indotta della presenza della sonda sul valore vero di velocità: ε = V V Da studi effettuati si è visto che tale parametro influenza la pressione statica, cinematica, la densità e la temperatura secondo le relazioni seguenti: p ρ p ρ p ( = γ M ε ) v = M ε { p } v = ρv M ε = ( ) p v T = γ T Conoscendo il valore ed il segno del fattore di bloccaggio ed il numero di Mach del flusso fluido, si è in grado di valutare come vengono modificate le varie quantità termodinamiche dall inserimento del tubo di Pitot nel condotto. M ε

26 Effetto di bloccaggio della sonda E stato dimostrato in passato che in flussi subsonici il Probe Blockage Factor può essere ricavato dalla seguente relazione: ( / ) C D S C ε = ( M ) Dove C D è il fattore di attrito di forma ed è correlato nel caso riportato in figura al numero di Mach, nella forma: C D = ( M 0.) Mentre S/C non è altro che il rapporto fra l area frontale della porzione di tubo di Pitot inserito nel condotto e l area del flusso del condotto stesso. Nel caso di Pitot cilindrici immersi fino all asse centrale del condotto si ottiene: Sostituendo il tutto nelle formule precedenti è possibile calcolare l errore commesso nella lettura della pressione cinematica: p v S/ C ( D ) d = = π D 4 ( M ) d π D ( ) + d = M pv M π D

Pillole di Fluidodinamica e breve introduzione alla CFD

Pillole di Fluidodinamica e breve introduzione alla CFD Pillole di Fluidodinamica e breve introduzione alla CFD ConoscereLinux - Modena Linux User Group Dr. D. Angeli diego.angeli@unimore.it Sommario 1 Introduzione 2 Equazioni di conservazione 3 CFD e griglie

Dettagli

IDRAULICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO

IDRAULICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO A - IDRAULICA IDRAULICA STUDIA I FLUIDI, IL LORO EQUILIBRIO E IL LORO MOVIMENTO FLUIDO CORPO MATERIALE CHE, A CAUSA DELLA ELEVATA MOBILITA' DELLE PARTICELLE CHE LO COMPONGONO, PUO' SUBIRE RILEVANTI VARIAZIONI

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO CONTINUE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO CONTINUE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO CONTINUE 1 PERDITE DI CARICO CONTINUE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

Illustrazione 1: Sviluppo dello strato limite idrodinamico in un flusso laminare interno a un tubo circolare

Illustrazione 1: Sviluppo dello strato limite idrodinamico in un flusso laminare interno a un tubo circolare 1 Flusso interno Un flusso interno è caratterizzato dall essere confinato da una superficie. Questo fa sì che lo sviluppo dello strato limite finisca per essere vincolato dalle condizioni geometriche.

Dettagli

Dinamica dei Fluidi. Moto stazionario

Dinamica dei Fluidi. Moto stazionario FLUIDODINAMICA 1 Dinamica dei Fluidi Studia il moto delle particelle di fluido* sotto l azione di tre tipi di forze: Forze di superficie: forze esercitate attraverso una superficie (pressione) Forze di

Dettagli

il ciclo di Ericsson (1853) caratterizzato da due isoterme e due isobare; il ciclo di Reitlinger (1873) con due isoterme e due politropiche.

il ciclo di Ericsson (1853) caratterizzato da due isoterme e due isobare; il ciclo di Reitlinger (1873) con due isoterme e due politropiche. 16 Il ciclo di Stirling Il coefficiente di effetto utile per il ciclo frigorifero di Carnot è, in base alla (2.9): T min ɛ =. (2.31) T max T min Il ciclo di Carnot è il ciclo termodinamico che dà il maggior

Dettagli

Esercizi di Esame.mcd (1/8)

Esercizi di Esame.mcd (1/8) Esercizi di Esame.mcd (/8) Un ugello convergente è collegato ad un condotto circolare (D : 3.99mm) nel quale è imposto un flusso di energia nel modo calore Q 2. All'uscita del condotto vi è un ugello divergente

Dettagli

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 16 luglio 2013

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 16 luglio 2013 Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 16 luglio 013 Problema 1 Un cubo di legno di densità ρ = 800 kg/m 3 e lato a = 50 cm è inizialmente in quiete, appoggiato su un piano orizzontale.

Dettagli

4. Esercitazione 4: Dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale

4. Esercitazione 4: Dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale 4. Esercitazione 4: Dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale Lo scopo della presente esercitazione è il dimensionamento del primo stadio di un compressore assiale. Con riferimento alla

Dettagli

Lezione 9. Statica dei fluidi

Lezione 9. Statica dei fluidi Lezione 9 Statica dei fluidi Meccanica dei fluidi Un fluido e un corpo che non ha una forma definita, ma che, se e contenuto da un contenitore solido, tende a occupare (riempire) una parte o tutto il volume

Dettagli

Densita. FLUIDI : liquidi o gas. macroscop.:

Densita. FLUIDI : liquidi o gas. macroscop.: 6-SBAC Fisica 1/10 FLUIDI : liquidi o gas macroscop.: microscop.: sostanza che prende la forma del contenitore che la occupa insieme di molecole tenute insieme da deboli forze di coesione (primi vicini)

Dettagli

CONDIZIONI DI RISTAGNO DI UN FLUIDO

CONDIZIONI DI RISTAGNO DI UN FLUIDO CONDIZIONI DI RISTAGNO DI UN FLUIDO La condizione di ristagno (detta anche condizione totale) di una particella di fluido in moto è definita come la condizione TERMODINAMICA che la particella raggiungerebbe

Dettagli

PRIMI ELEMENTI DI TERMODINAMICA. La termodinamica studia le leggi con cui i sistemi scambiano (cedono e ricevono) energia con l ambiente.

PRIMI ELEMENTI DI TERMODINAMICA. La termodinamica studia le leggi con cui i sistemi scambiano (cedono e ricevono) energia con l ambiente. PRIMI ELEMENTI DI TERMODINAMICA Un sistema è un insieme di corpi che possiamo immaginare avvolti da una superficie chiusa, ma permeabile alla materia e all energia. L ambiente è tutto ciò che si trova

Dettagli

Moto Monodimensionale in Condotti. Esercizi

Moto Monodimensionale in Condotti. Esercizi Moto Monodimensionale in Condotti Fluido Comprimibile Esercizi 2D axisymmetric, ideally contoured nozzle upon startup. http://flowgallery.stanford.edu/research.html Moti Monodimensionali - Applicazioni

Dettagli

ESAME DI AERODINAMICA 11/02/2015

ESAME DI AERODINAMICA 11/02/2015 ESAME DI AERODINAMICA 11/02/2015 In un profilo alare non simmetrico, al diminuire dell angolo di incidenza, la coordinata del centro di pressione: (a) tende verso il bordo di attacco (b) tende verso il

Dettagli

I D R O S T A T I C A

I D R O S T A T I C A I D R O S T A T I C A Caratteristiche stato liquido (descr.) FLUIDI Massa volumica (def. + formula) Volume massico (def. + formula) Peso volumico (def. + formula) Legame massa volumica - peso volumico

Dettagli

Corso di Laurea Ingegneria Civile e Ambientale

Corso di Laurea Ingegneria Civile e Ambientale Corso di Laurea Ingegneria Civile e Ambientale UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ENNA KORE FACOLTÀ DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA Complementi di Idraulica Ambientale Prof. Mauro De Marchis 10/03/2014 Programma del

Dettagli

Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI. Prof. Ing. Francesco Zanghì ELEMENTI DI IDRAULICA AGGIORNAMENTO 26/11/2013

Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI. Prof. Ing. Francesco Zanghì ELEMENTI DI IDRAULICA AGGIORNAMENTO 26/11/2013 Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI Prof. Ing. Francesco Zanghì ELEMENTI DI IDRAULICA AGGIORNAMENTO 26/11/2013 L'idraulica è la scienza che studia l'utilizzazione dei

Dettagli

Corso di MECCANICA DEL VOLO Modulo Prestazioni. Lezione N. 3. Prof. D. P. Coiro

Corso di MECCANICA DEL VOLO Modulo Prestazioni. Lezione N. 3. Prof. D. P. Coiro Corso di MECCANICA DEL VOLO Modulo Prestazioni Lezione N. 3 Prof. D. P. Coiro coiro@unina.it www.dias.unina.it/adag/ Corso di Meccanica del Volo - Mod. Prestazioni - Prof. D. Corio - Intro Il Velivolo

Dettagli

Bilancio di energia: il Primo Principio della Termodinamica. Termodinamica dell Ingegneria Chimica

Bilancio di energia: il Primo Principio della Termodinamica. Termodinamica dell Ingegneria Chimica Bilancio di energia: il Primo Principio della Termodinamica Termodinamica dell Ingegneria Chimica 1 I Sistemi termodinamici Un sistema è definito da una superficie di controllo, reale o immaginaria, che

Dettagli

5. Calcolo termodinamico e fluidodinamico di progetto di un riscaldatore d aria con fluidi in controcorrente.

5. Calcolo termodinamico e fluidodinamico di progetto di un riscaldatore d aria con fluidi in controcorrente. 5. Calcolo termodinamico e fluidodinamico di progetto di un riscaldatore d aria con fluidi in controcorrente. Si vuole effettuare il dimensionamento di un riscaldatore d aria con fluidi in controcorrente

Dettagli

CARATTERIZZAZIONE DEL FLUSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA. G.V. Iungo, G. Lombardi

CARATTERIZZAZIONE DEL FLUSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA. G.V. Iungo, G. Lombardi CARATTERIAIONE DEL FLSSO DELLA GALLERIA DEL VENTO DALLARA G.V. Iungo, G. Lombardi DDIA 2008-3 Marzo 2008 Indice Pagina 1 Misure d anemometro a filo caldo e di Pitot statico 2 1.1 Set-up 2 1.2 Analisi dei

Dettagli

COMPITO DI MECCANICA DEI FLUIDI del 12 gennaio 2007

COMPITO DI MECCANICA DEI FLUIDI del 12 gennaio 2007 OMPITO DI MENI DEI FLUIDI del 12 gennaio 2007 Docente TEM 1 0.5 m 1.0 m Δh ESERIZIO 1. Il serbatoio di figura, di profondità unitaria, contiene. La paratoia, incernierata in, è composta da due superfici

Dettagli

Facoltà di Farmacia - Anno Accademico A 18 febbraio 2010 primo esonero

Facoltà di Farmacia - Anno Accademico A 18 febbraio 2010 primo esonero Facoltà di Farmacia - Anno Accademico 2009-2010 A 18 febbraio 2010 primo esonero Corso di Laurea: Laurea Specialistica in FARMACIA Nome: Cognome: Matricola Aula: Canale: Docente: Riportare sul presente

Dettagli

Esperienza 1/3: viscosità. della glicerina. Laboratorio di Fisica 1 A. Baraldi, M. Riccò. Università di Parma. a.a. 2012/2013

Esperienza 1/3: viscosità. della glicerina. Laboratorio di Fisica 1 A. Baraldi, M. Riccò. Università di Parma. a.a. 2012/2013 Esperienza 1/3: viscosità Università di Parma della glicerina a.a. 2012/2013 Laboratorio di Fisica 1 A. Baraldi, M. Riccò Coefficiente di viscosità La viscosità è quella grandezza fisica che ci permette

Dettagli

Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui

Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui Docente: Ing. Demetrio Antonio Zema Lezione n. 10: Idrometria Anno Accademico 2012-2013 2013 1 Apparecchi di misura della pressione 2 Misura della pressione

Dettagli

INTRODUZIONE ALLA TERMODINAMICA. Supponiamo di voler studiare il comportamento di una determinata quantità di gas contenuta

INTRODUZIONE ALLA TERMODINAMICA. Supponiamo di voler studiare il comportamento di una determinata quantità di gas contenuta INTRODUZIONE ALLA TERMODINAMICA Supponiamo di voler studiare il comportamento di una determinata quantità di gas contenuta in un recipiente, ad esempio 5g di ossigeno. Dato l elevato numero di molecole

Dettagli

CORSO DI FISICA dispensa n.2 MECCANICA DEI FLUIDI

CORSO DI FISICA dispensa n.2 MECCANICA DEI FLUIDI CORSO DI FISICA dispensa n.2 MECCANICA DEI FLUIDI Meccanica dei fluidi La meccanica dei fluidi si occupa sia della statica (idrostatica) sia del movimento (idrodinamica) dei fluidi. Per fluidi si intendono

Dettagli

Esercitazione dei corsi di Misure e Collaudo delle Macchine e Macchine

Esercitazione dei corsi di Misure e Collaudo delle Macchine e Macchine Esercitazione dei corsi di Misure e Collaudo delle Macchine e Macchine Anno Accademico 0-0 Prof. Pier Ruggero Spina Prof. Michele Pinelli Ing. Alessio Suman Ing. Enrico Barbieri Determinazione della curva

Dettagli

Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia. Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia

Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia. Protezione Civile - Regione Friuli Venezia Giulia 1 Principi di idraulica Definizioni MECCANICA DEI FLUIDI È il ramo della fisica che studia le proprietà dei fluidi, cioè liquidi, vapori e gas. Idrostatica Studia i fluidi in quiete Idrodinamica Studia

Dettagli

Corso di MECCANICA DEL VOLO. Prof. F. Nicolosi. Corso di Meccanica del Volo - Mod. Prestazioni - Prof. F. Nicolosi

Corso di MECCANICA DEL VOLO. Prof. F. Nicolosi. Corso di Meccanica del Volo - Mod. Prestazioni - Prof. F. Nicolosi Corso di MECCANICA DEL VOLO Modulo Prestazioni CAP 1 Atmosfera e Misura della Velocità Prof. F. Nicolosi 1 ARIA Proprietà del gas: - Pressione - Temperatura - Densità 2 ATMOSFERA DRY ATMOSHERE Atmosfera

Dettagli

VELOCITA DI PROPAGAZIONE DEI PICCOLI DISTURBI DI PRESSIONE

VELOCITA DI PROPAGAZIONE DEI PICCOLI DISTURBI DI PRESSIONE VELOCITA DI PROPAGAZIONE DEI PICCOLI DISTURBI DI PRESSIONE Un piccolo disturbo di pressione viaggia in un condotto alla velocità a (verso destra) attraverso un fluido in quiete. Dopo il tempo t a t VELOCITA

Dettagli

15/04/2014. Serway, Jewett Principi di Fisica IV Ed. Capitolo 15

15/04/2014. Serway, Jewett Principi di Fisica IV Ed. Capitolo 15 Serway, Jewett Principi di Fisica IV Ed. Capitolo 15 Un fluido è un insieme di molecole tenute insieme da deboli forze di coesione e da forze esercitate dalla parete del contenitore (possono essere sia

Dettagli

IDRODINAMICA. Si chiama portata, il volume di fluido che defluisce attraverso una sezione nell unità di tempo; si indica con il simbolo Q [L 3 /T].

IDRODINAMICA. Si chiama portata, il volume di fluido che defluisce attraverso una sezione nell unità di tempo; si indica con il simbolo Q [L 3 /T]. IDRODINAMICA Portata e velocità media Si chiama portata, il volume di fluido che defluisce attraverso una sezione nell unità di tempo; si indica con il simbolo Q [L 3 /T]. In una corrente d acqua la velocità

Dettagli

Pezzani Gian Maria matr de Padova Pasquale matr Lezione del 30/3/2010 ora 8:30-11:30 Indice

Pezzani Gian Maria matr de Padova Pasquale matr Lezione del 30/3/2010 ora 8:30-11:30 Indice Pezzani Gian Maria matr. 219464 de Padova Pasquale matr. 220329 Lezione del 30/3/2010 ora 8:30-11:30 Indice Moto esterno...1 Relazioni di per la determinazione del numero di Nusselt...2 Valutazione della

Dettagli

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Docente: Prof. Santo Marcello Zimbone Collaboratori: Dott. Giuseppe Bombino - Ing. Demetrio Zema Lezione n. 7: Il moto dei fluidi reali Anno Accademico 008-009

Dettagli

Fluidi (FMLP: Cap. 11 Meccanica dei fluidi)

Fluidi (FMLP: Cap. 11 Meccanica dei fluidi) In un fluido Fluidi (FMLP: Cap. 11 Meccanica dei fluidi) le molecole non sono vincolate a posizioni fisse a differenza di quello che avviene nei solidi ed in particolare nei cristalli Il numero di molecole

Dettagli

Idraulica e Idrologia: Lezione 16 Agenda del giorno

Idraulica e Idrologia: Lezione 16 Agenda del giorno Idraulica e Idrologia: Lezione 16 Agenda del giorno Conservazione dell energia Applicazioni del teorema di Bernoulli alle correnti rettilinee Tubo di Pitot Efflusso libero da luci: luce di fondo, luce

Dettagli

Macchine termiche: ciclo di Carnot

Macchine termiche: ciclo di Carnot Macchine termiche: ciclo di Carnot Una macchina termica (o motore termico) è un dispositivo che scambia calore con l ambiente (attraverso un fluido motore) producendo lavoro in modo continuo, tramite un

Dettagli

CALCOLO DELLA RESISTENZA DI UN PROFILO

CALCOLO DELLA RESISTENZA DI UN PROFILO CACOO DEA RESISTENZA DI UN PROFIO A cura di: Andrea Fogante Davide Gambarara Emanuel Gomez Antonio Grande Ivan Josipovic Anwar Koshakji allievi aerospaziali del anno, corso di Fluidodinamica I 1 Prefazione

Dettagli

FISICA per SCIENZE BIOLOGICHE A.A. 2013/2014 1) FLUIDI V= 5 dm3 a= 2 m/s2 aria = g / cm 3 Spinta Archimedea Tensione della fune

FISICA per SCIENZE BIOLOGICHE A.A. 2013/2014 1) FLUIDI V= 5 dm3 a= 2 m/s2 aria = g / cm 3 Spinta Archimedea Tensione della fune FISICA per SCIENZE BIOLOGICHE A.A. 2013/2014 II Compitino 26 Giugno 2014 1) FLUIDI Un bambino trattiene un palloncino, tramite una sottile fune. Il palloncino ha volume V= 5 dm 3. La sua massa, senza il

Dettagli

Meccanica dei fluidi. ! definizioni; ! statica dei fluidi (principio di Archimede); ! dinamica dei fluidi (teorema di Bernoulli).

Meccanica dei fluidi. ! definizioni; ! statica dei fluidi (principio di Archimede); ! dinamica dei fluidi (teorema di Bernoulli). Meccanica dei fluidi! definizioni;! statica dei fluidi (principio di Archimede);! dinamica dei fluidi (teorema di Bernoulli). [importanti applicazioni in biologia / farmacia : ex. circolazione del sangue]

Dettagli

ATTRITO VISCOSO NEI FLUIDI

ATTRITO VISCOSO NEI FLUIDI ATTRITO VISCOSO NEI FLUIDI DOWNLOAD Il pdf di questa lezione (0319a.pdf) è scaricabile dal sito http://www.ge.infn.it/ calvini/scamb/ 19/03/2012 VISCOSITÀ La viscosità è un fenomeno che si manifesta in

Dettagli

è completamente immerso in acqua. La sua

è completamente immerso in acqua. La sua In un tubo scorre in regime stazionario un liquido ideale con densità 1.00 10 3 kg/m 3 ; in un punto A il tubo ha raggio R A = 2.00 cm, la velocità di scorrimento è v A = 5.00 m/se la pressione è P A =

Dettagli

Università di Roma Tor Vergata

Università di Roma Tor Vergata Università di Roma Tor Vergata Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale Corso di: TERMOTECNICA 1 FLUIDODINAMICA: MOTO IN CONDOTTI E ATTRITO Ing. G. Bovesecchi gianluigi.bovesecchi@gmail.com

Dettagli

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf.

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf. ESERCIZI 1) Due sfere conduttrici di raggio R 1 = 10 3 m e R 2 = 2 10 3 m sono distanti r >> R 1, R 2 e contengono rispettivamente cariche Q 1 = 10 8 C e Q 2 = 3 10 8 C. Le sfere vengono quindi poste in

Dettagli

( pi + σ ) nds = 0 (3)

( pi + σ ) nds = 0 (3) OLUZIONE IMULAZIONE EAME 0 DICEMBRE 05 I Parte Domanda (5 punti) Un fluido incomprimibile viene pompato in tubo orizzontale di lunghezza L e diametro D. La differenza di pressione agli estremi del tubo

Dettagli

Esercitazione 2. Soluzione

Esercitazione 2. Soluzione Esercitazione 2 Esercizio 1 - Resistenza dell aria Un blocchetto di massa m = 0.01 Kg (10 grammi) viene appoggiato delicatamente con velocità iniziale zero su un piano inclinato rispetto all orizziontale

Dettagli

FISICA E LABORATORIO INDIRIZZO C.A.T. CLASSE PRIMA. OBIETTIVI U. D. n 1.2: La rappresentazione di dati e fenomeni

FISICA E LABORATORIO INDIRIZZO C.A.T. CLASSE PRIMA. OBIETTIVI U. D. n 1.2: La rappresentazione di dati e fenomeni FISICA E LABORATORIO INDIRIZZO C.A.T. CLASSE PRIMA Le competenze di base a conclusione dell obbligo di istruzione sono le seguenti: Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà

Dettagli

Idraulica e Idrologia: Lezione 19 Agenda del giorno

Idraulica e Idrologia: Lezione 19 Agenda del giorno Idraulica e Idrologia: Lezione 19 Agenda del giorno Il regime turbolento Distribuzione di velocità e leggi di resistenza: diagramma di Moody Equazione di Gauckler Strickler per il moto uniforme in canali

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI INGEGNERIA MODULO DIDATTICO N 5

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI INGEGNERIA MODULO DIDATTICO N 5 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI INGEGNERIA Esercitazioni di Fisica Tecnica Ambientale 1 CORSO DI LAUREA INGEGNERIA CIVILE EDILE E AMBIENTE E TERRITORIO (Dott. Ing. Paolo Cavalletti) MODULO

Dettagli

Calore, lavoro e trasformazioni termodinamiche (1)

Calore, lavoro e trasformazioni termodinamiche (1) Calore, lavoro e trasformazioni termodinamiche (1) Attraverso scambi di calore un sistema scambia energia con l ambiente. Tuttavia si scambia energia anche quando le forze (esterne e interne al sistema)

Dettagli

Meccanica dei Fluidi: statica e dinamica

Meccanica dei Fluidi: statica e dinamica Meccanica dei Fluidi: statica e dinamica Stati della materia (classificazione assai approssimativa!) Solido: ha una forma propria, poco compressibile, alta densità Liquido: non ha una forma propria, poco

Dettagli

Le valvole e il moto nei condotti di aspirazione e scarico (da G. Ferrari, Motori a Combustione Interna)

Le valvole e il moto nei condotti di aspirazione e scarico (da G. Ferrari, Motori a Combustione Interna) Le valvole e il moto nei condotti di aspirazione e scarico (da G. Ferrari, Motori a Combustione Interna) Le valvole regolano il flusso dei fluidi in entrata e uscita dal cilindro dei motori a 4 tempi,

Dettagli

PERDITE DI CARICO. Gianluca Simonazzi matr Michael Zecchetti matr Lezione del 28/03/2014 ora 14:30-17:30

PERDITE DI CARICO. Gianluca Simonazzi matr Michael Zecchetti matr Lezione del 28/03/2014 ora 14:30-17:30 Gianluca Simonazzi matr. 3969 Michael Zecchetti matr. 390 Lezione del 8/03/04 ora 4:30-7:30 PERDITE DI CARICO Le perdite di carico distribuite (in un tubo liscio, dritto e privo di ostacoli) dipendono

Dettagli

RESISTENZA E PORTANZA. P. Di Marco Termofluidodinamica Appl. RP-1

RESISTENZA E PORTANZA. P. Di Marco Termofluidodinamica Appl. RP-1 RESISTENZA E PORTANZA P. Di Marco Termofluidodinamica Appl. RP-1 DISTACCO DELLO STRATO LIMITE Al di fuori dello strato limite: nelle zone in cui la pressione aumenta (gradiente di pressione avverso), il

Dettagli

Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale

Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale TEOREMA DI BERNOULLI FLUIDI NON PERFETTI Materia: Idraulica agraria (6 CFU) docente:

Dettagli

Il vento in galleria

Il vento in galleria Modulo di formazione La Fisica del Volo: Un approccio didattico alla fluidodinamica A.A. 2010-2011 Il vento in galleria Progetto Lauree Scientifiche Nella scorsa puntata.. La portanza come reazione alla

Dettagli

Università di Roma Tor Vergata

Università di Roma Tor Vergata Università di Roma Tor Vergata Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale Corso di: TERMOTECNICA TRASMISSIONE DEL CALORE: RESISTENZA DI CONTATTO Ing. G. Bovesecchi gianluigi.bovesecchi@gmail.com

Dettagli

Un modello per il gas ideale

Un modello per il gas ideale Un modello per il gas ideale Un gas ideale consiste di particelle (atomi o molecole) che hanno le seguenti proprietà 1. Il volume proprio delle particelle è trascurabile rispetto al volume occupato dal

Dettagli

McGraw-Hill MECCANICA DEI FLUIDI. Mc Graw Hill. Education SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI CAPITOLO

McGraw-Hill MECCANICA DEI FLUIDI. Mc Graw Hill. Education SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI CAPITOLO g l i e s e r c i z i a r i d i McGraw-Hill Yunus A. Çengel John M. Cimbala per l'edizione italiana Giuseppe Cozzo Cinzia Santoro MECCANICA DEI FLUIDI III EDIZIONE SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI CAPITOLO Mc

Dettagli

INDICE XIII. Ringraziamenti dell Editore. Presentazione dell edizione italiana. Prefazione all edizione americana. Guida alla lettura

INDICE XIII. Ringraziamenti dell Editore. Presentazione dell edizione italiana. Prefazione all edizione americana. Guida alla lettura Ringraziamenti dell Editore Presentazione dell edizione italiana Prefazione all edizione americana Guida alla lettura XI XIII XV XX 1 Introduzione e concetti di base 1 1.1 Introduzione 2 Cos è un fluido?

Dettagli

Lecture 18. Text: Motori Aeronautici Mar. 26, Mauro Valorani Università La Sapienza. Analisi dimensionale delle turbomacchine

Lecture 18. Text: Motori Aeronautici Mar. 26, Mauro Valorani Università La Sapienza. Analisi dimensionale delle turbomacchine Lecture 18 Analisi Text: Motori Aeronautici Mar. 26, 2015 Analisi Mauro Valorani Università La Sapienza 18.331 Agenda Analisi 1 Numero di giri e 18.332 Analisi L analisi e il confronto tra le turbomacchine

Dettagli

PERDITE DI CARICO CONTINUE

PERDITE DI CARICO CONTINUE PERDITE DI CARICO CONTINUE La dissipazione di energia dovuta all'attrito interno ed esterno dipende da: velocità del liquido [m/s] dal tipo di liquido e dalle pareti della vena fluida, secondo un coefficiente

Dettagli

Test Esame di Fisica

Test Esame di Fisica Test Esame di Fisica NOTA: per le domande a risposta multipla ogni risposta corretta viene valutata con un punto mentre una errata con -0.5 punti. 1) Una sola delle seguenti uguaglianze non e corretta?

Dettagli

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Docente: Prof. Santo Marcello Zimbone Collaboratori: Dott. Giuseppe Bombino - Ing. Demetrio Zema Lezione n. 11: Idrometria delle correnti in pressione ed a pelo

Dettagli

Fisica Generale I (primo e secondo modulo) A.A , 2 settembre 2009

Fisica Generale I (primo e secondo modulo) A.A , 2 settembre 2009 Fisica Generale I (primo e secondo modulo) A.A. 2008-2009, 2 settembre 2009 Esercizi di meccanica relativi al primo modulo del corso di Fisica Generale I, anche equivalente ai corsi di Fisica Generale

Dettagli

CALORIMETRO DELLE mescolanze

CALORIMETRO DELLE mescolanze CALORIMETRO DELLE mescolanze Scopo dell esperienza è la misurazione del calore specifico di un corpo solido. Il funzionamento del calorimetro si basa sugli scambi di energia, sotto forma di calore, che

Dettagli

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE BIOLOGICHE Secondo Compitino di FISICA 15 giugno 2012

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE BIOLOGICHE Secondo Compitino di FISICA 15 giugno 2012 CORSO DI LAUREA IN SCIENZE BIOLOGICHE Secondo Compitino di FISICA 15 giugno 01 1) FLUIDI: Un blocchetto di legno (densità 0,75 g/ cm 3 ) di dimensioni esterne (10x0x5)cm 3 è trattenuto mediante una fune

Dettagli

Corso di Tecnica ed Economia dei Trasporti Docente: Michele Ottomanelli

Corso di Tecnica ed Economia dei Trasporti Docente: Michele Ottomanelli RESISTENZE ORDINARIE Resistenza del Mezzo R 2 Un veicolo che si muove in un fluido incontra delle resistenze che possono essere scomposte in tre aliquote: la resistenza frontale, posteriore e laterale.

Dettagli

8 - Dimensionamento del piano di coda

8 - Dimensionamento del piano di coda 8 - Dimensionamento del piano di coda 8.1 Piano di coda orizzontale Si è scelto un piano di coda orizzontale di tipo stabilizzatore equilibratore, di profilo NACA 0012 con un rapporto di rastremazione

Dettagli

Università degli studi di Trento Corso di Laurea in Enologia e Viticoltura. Prof. Dino Zardi Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica

Università degli studi di Trento Corso di Laurea in Enologia e Viticoltura. Prof. Dino Zardi Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica Università degli studi di Trento Corso di Laurea in Enologia e Viticoltura Prof. Dino Zardi Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica Agrometeorologia 5. Caratteristiche dei moti atmosferici

Dettagli

1. Introduzione 1.1 Scopo della tesi

1. Introduzione 1.1 Scopo della tesi 1. Introduzione 1.1 Scopo della tesi Fluidizzare un letto di particelle solide con un gas è un ottima tecnica per assicurare il mescolamento delle particelle ed il contatto intimo tra le due fasi. Di conseguenza,

Dettagli

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale

Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Corso di Idraulica ed Idrologia Forestale Docente: Prof. Santo Marcello Zimbone Collaboratori: Dott. Giuseppe ombino - Ing. Demetrio Zema Lezione n. 6: Teorema di ernoulli moto in condotta dei liquidi

Dettagli

Problemi di Fisica per l ammissione alla Scuola Galileiana Problema 1

Problemi di Fisica per l ammissione alla Scuola Galileiana Problema 1 Problemi di Fisica per l ammissione alla Scuola Galileiana 2015-2016 Problema 1 Un secchio cilindrico di raggio R contiene un fluido di densità uniforme ρ, entrambi ruotanti intorno al loro comune asse

Dettagli

Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui

Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui Corso di Idraulica Agraria ed Impianti Irrigui Docente: Ing. Demetrio Antonio Zema Lezione n. 6: Idrodinamica (parte seconda) Anno Accademico 0-0 0 Perdite di carico concentrate (o localizzate) Perdite

Dettagli

Pompe Centrifughe - 1

Pompe Centrifughe - 1 Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica A.A. 2009/2010 II Periodo di lezione Corso di: Macchine B Docente: Prof. Stefano Fontanesi Pompe Centrifughe

Dettagli

Richiami sulle trasformazioni di scambio di energia sotto forma di lavoro e calore Gli impianti motori termici: Definizioni Rendimenti

Richiami sulle trasformazioni di scambio di energia sotto forma di lavoro e calore Gli impianti motori termici: Definizioni Rendimenti Sommario Definizione di macchina e impianto motore Fonti energetiche geotermica solare Combustibili: solidi, liquidi, gassosi idraulico nucleare previsioni future Richiami sulle trasformazioni di scambio

Dettagli

Sollecitazioni semplici Il Taglio

Sollecitazioni semplici Il Taglio Sollecitazioni semplici Il Taglio Considerazioni introduttive La trattazione relativa al calcolo delle sollecitazioni flessionali, è stata asata sull ipotesi ce la struttura fosse soggetta unicamente a

Dettagli

Esame di Fisica per Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni (Parte I):

Esame di Fisica per Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni (Parte I): Esame di Fisica per Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni Parte I: 06-07-06 Problema. Un punto si muove nel piano xy con equazioni xt = t 4t, yt = t 3t +. si calcolino le leggi orarie per le

Dettagli

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana)

Derivata materiale (Lagrangiana) e locale (Euleriana) ispense di Meccanica dei Fluidi 0 0 det 0 = [ (0 ) + ( ( ) ) + (0 0 ) ] = 0. Pertanto, v e µ sono indipendenti tra loro e costituiscono una nuova base. Con essi è possibile descrivere altre grandezze,

Dettagli

Magnete in caduta in un tubo metallico

Magnete in caduta in un tubo metallico Magnete in caduta in un tubo metallico Progetto Lauree Scientifiche 2009 Laboratorio di Fisica Dipartimento di Fisica Università di Genova in collaborazione con il Liceo Leonardo da Vinci Genova - 25 novembre

Dettagli

Le tensioni di alimentazione +Va e Va devono essere applicate rispetto alla zona di massa.

Le tensioni di alimentazione +Va e Va devono essere applicate rispetto alla zona di massa. 4.2 Sul calcolo del guadagno di un microamplificatore Uno schema elettrico che mostra il più semplice impiego di un circuito integrato è tracciato in figura 4.4, in essa è riportato un microamplificatore

Dettagli

Unità didattica 4. Quarta unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Unità didattica 4. Quarta unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia Unità didattica 4 Fisica dei fluidi Stati della materia 2 Condizione di riposo di un liquido 3 La pressione idrostatica. 4 Principio di Pascal. 5 Esercizio 7 Variazione di pressione con la profondità..

Dettagli

Esercizio (tratto dal Problema 3.35 del Mazzoldi 2)

Esercizio (tratto dal Problema 3.35 del Mazzoldi 2) 1 Esercizio (tratto dal Problema 3.35 del Mazzoldi 2) Un corpo sale lungo un piano inclinato (θ 18 o ) scabro (µ S 0.35, µ D 0.25), partendo dalla base con velocità v 0 10 m/s e diretta parallelamente

Dettagli

BILANCIA ANALITICA. La leva consente quindi di equilibrare la forza R con la forza P.

BILANCIA ANALITICA. La leva consente quindi di equilibrare la forza R con la forza P. BILANCIA ANALITICA Scopo dell esperienza è studiare la curva di sensibilità della bilancia analitica, analizzandone l eventuale dipendenza dal carico, e determinare il valore della massa di un corpo. La

Dettagli

delle curve isoterme dell anidride carbonica

delle curve isoterme dell anidride carbonica COMPORTAMENTO DEI GAS REALI l andamento delle curve isoterme dell anidride carbonica mostra che: a temperature elevate le isoterme assomigliano a quelle di un gas perfetto Diagramma di Andrews a temperature

Dettagli

Scambio termico per convezione

Scambio termico per convezione Scambio termico per convezione La convezione forzata Equazione di Newton T s >T v T T s * q Equazione di Newton q c q ( T ) = h A T * c s ( T ) = h T s Flusso Flusso specifico v T h = T s >T q * f T s

Dettagli

Moto dei fluidi: equazione di bilancio energetico

Moto dei fluidi: equazione di bilancio energetico Lezione XIX - 03/04/003 ora 4:30-6:30 - Bilancio di energia, perdite di carico, esperienza di Reynolds - Originale di Berti Sara. Introduzione alla fluidodinamica Lo studio dei fluidi in movimento è l

Dettagli

Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico

Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico G. Bosia Universita di Torino G. Bosia Introduzione alla fisica del plasma Lezione 15 1 Disuniformità con gradiente in direzione del campo ( ) Una

Dettagli

TERMODINAMICA. Studia le trasformazioni dei sistemi in relazione agli scambi di calore e lavoro. GENERALITÀ SUI SISTEMI TERMODINAMICI

TERMODINAMICA. Studia le trasformazioni dei sistemi in relazione agli scambi di calore e lavoro. GENERALITÀ SUI SISTEMI TERMODINAMICI TERMODINAMICA Termodinamica: scienza che studia le proprietà e il comportamento dei sistemi, la loro evoluzione e interazione con l'ambiente esterno che li circonda. Studia le trasformazioni dei sistemi

Dettagli

Introduzione alla Fluidodinamica Computazionale (CFD)

Introduzione alla Fluidodinamica Computazionale (CFD) Introduzione alla Fluidodinamica Computazionale (CFD) Gianni Orsi g.orsi@centropiaggio.unipi.it Fluidodinamica Computazionale (CFD) CFD è l analisi dei sistemi che involvono movimento di fluidi, scambio

Dettagli

SVUOTAMENTO DI UN CILINDRO

SVUOTAMENTO DI UN CILINDRO PROBLEMA: Dati due serbatoi cilindrici pieni di acqua, aventi le altezze: H1 = 3 metri e H2 = 1,5 metri, ed i diametri d1 1 = 1 m e d1 2 = 1,41 m, ricavare il grafico dello svuotamento (altezza in funzione

Dettagli

Ai fini della comprensione e risoluzione corretta de problema risulta molto utile rappresentarne la trasformazione su un diagramma SY.

Ai fini della comprensione e risoluzione corretta de problema risulta molto utile rappresentarne la trasformazione su un diagramma SY. Silvia Tosini matr. 146697 Lezione del 31/1/3 ora 1:3-1:3 (6(5&,,' (6$( &RQVLJOLSHUXQDJLXVWDOHWWXUDGHLGDWL Si ricorda che le cifre in lettere: A B C D E F dei dati si riferiscono rispettivamente al primo,

Dettagli

La costante (p 0 0 /273) la si riesprime come n R dove R è una costante universale il cui valore dipende solo dalle unità di misura usate: R8.31 Joule/(K mole) e n è il numero di moli L equazione di stato

Dettagli

Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale

Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale Corsi di laurea di I livello: Scienze e tecnologie agrarie Gestione tecnica del territorio agroforestale e sviluppo rurale Perdite di carico nelle condotte in pressione Materia: Idraulica agraria (6 CFU)

Dettagli

Analisi sismica di un sistema lineare viscoso a più gradi di libertà con il metodo dello Spettro di Risposta

Analisi sismica di un sistema lineare viscoso a più gradi di libertà con il metodo dello Spettro di Risposta Analisi sismica di un sistema lineare viscoso a più gradi di libertà con il metodo dello Spettro di Risposta Prof. Adolfo Santini - Dinamica delle Strutture 1 Analisi sismica con lo spettro di risposta

Dettagli

Concetti di base. Sistemi ideali Sistemi reali SOLIDI CORPI LIQUIDI/GASSOSI (FLUIDI) SOLIDI DEFORMAZIONE ELASTICA

Concetti di base. Sistemi ideali Sistemi reali SOLIDI CORPI LIQUIDI/GASSOSI (FLUIDI) SOLIDI DEFORMAZIONE ELASTICA Reologia Concetti di base CORPI SOLIDI LIQUIDI/GASSOSI (FLUIDI) Sistemi ideali Sistemi reali SOLIDI DEFORMAZIONE ELASTICA FLUIDI DEFORM. IRREVERSIBILI (SCORRIMENTO) SOLIDI DEFORMAZIONI PERMANENTI FLUIDI

Dettagli

Laboratorio di Simulazione Atomistica e Fluidodinamica. Equazione di Stokes e soluzione numerica col metodo degli elementi di contorno

Laboratorio di Simulazione Atomistica e Fluidodinamica. Equazione di Stokes e soluzione numerica col metodo degli elementi di contorno Laboratorio di Simulazione Atomistica e Fluidodinamica Equazione di Stokes e soluzione numerica col metodo degli elementi di contorno Equazione di Stokes Struttura della lezione: Equazione di Navier Stokes

Dettagli