ATC LU 12 PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE PER LA STAGIONE VENATORIA 2013/14

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1 ATC LU 12 PIANO DI GESTIONE DEL CINGHIALE PER LA STAGIONE VENATORIA 2013/14 Maggio

2 PREMESSA La soluzione di almeno una parte delle problematiche create dagli attuali livelli di consistenza raggiunti dalla popolazione di cinghiale in buona parte del territorio regionale hanno assunto un ruolo di grande importanza nell ambito della gestione faunistica portata avanti dall ATC LU12. Il cinghiale infatti esercita un forte impatto negativo sulle attività agricole e ciò determina il sorgere di contrasti tra diverse categorie sociali (cacciatori ed agricoltori), spesso caratterizzati da interessi divergenti. Il Cinghiale attualmente è distribuito su tutto il territorio agro-forestale della Provincia di Lucca e occorre evidenziare come quest anno purtroppo il fenomeno della presenza di questo selvatico in zone limitrofe alle aree agricole ed anche a quelle urbane si sia accentuato. A questo riguardo gli effetti del cinipide sulla fruttificazione del castagno hanno modificato quest anno, e potrebbero farlo sempre di più in futuro, l erratismo alimentare della specie con un possibile aumento dei rischi di danneggiamento delle produzioni agricole. Il problema dei danni, oltre che evidentemente alla densità della popolazione, è legato alle disponibilità alimentari del territorio ed in particolare a quella offerta dalle superfici forestali (risorse che sono variabili di anno in anno), alla disposizione territoriale dei campi nei confronti dei boschi, allo sviluppo del bordo forestale, alla vicinanza delle aree di rifugio per la specie (cespuglieti, superfici boscate, istituti faunistici a divieto o meno di caccia,ecc.) rispetto alle colture. E evidente quindi che la gestione faunistico venatoria di questo ungulato, secondo anche quanto emerge dall esame della normativa vigente, deve interessare l intero territorio provinciale, sia le aree soggette a regime di protezione o di vincolo (quindi con diretta competenza della Provincia o di altri eventuali Enti o soggetti gestori) sia quelle a gestione venatoria da parte dell A.T.C. ed è finalizzata al mantenimento delle densità sostenibili, anche interspecifiche definite a livello locale, tenuto conto dei danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi. In particolare l A.T.C. è chiamato direttamente alla gestione della porzione di territorio dichiarata vocata per la specie cinghiale durante il periodo previsto dal calendario venatorio attraverso l organizzazione della caccia in battuta, nella medesima zona in periodi non ricompresi nel calendario venatorio e nella restante parte di territorio (area non vocata) le disposizioni gestionali o gli eventuali interventi di controllo sono competenza della Provincia. Considerato che gli animali selvatici, alimentandosi in natura, possono interferire comunque con le attività agricole per cui anche un numero ridotto di animali, in assenza di opere di prevenzione e soprattutto di possibilità di alimentazione naturale può rappresentare un problema per il danneggiamento delle colture, è necessario che almeno nel breve periodo, il tema della prevenzione e della predisposizione di un piano di controllo numerico della popolazione assuma un ruolo di primaria importanza. 2

3 Ad oggi, viste le numerose segnalazioni di danneggiamenti e di presenza di animali che sono già pervenute all A.T.C e alla Provincia e sulla base delle suesposte considerazioni, ai fini del contenimento delle problematiche causate dalla presenza del cinghiale a ridosso delle aree urbane e dei possibili danni alle produzioni agricole, emerge la necessità di procedere ad attivare un tavolo di verifica dell attuazione del piano di gestione del cinghiale proposto per la stagione venatoria e degli effetti del piano di foraggiamento proposto dall ATC LU 12 ed approvato dalla Provincia. In tale sede si potrà procedere a: 1. una valutazione dell andamento e della localizzazione delle richieste di intervento (scaccia e controllo numerico); 2. una valutazione dell andamento e della localizzazione delle richieste di danneggiamento alle produzioni agricole (dentro e fuori le aree vocate); 3. una valutazione circa l efficacia degli interventi di foraggiamento eventuali dissuasori e abbattimenti; 4. l individuazione di forme di controllo a campione sui prelievi effettuati nel corso delle battute di caccia in quanto la verifica dei capi abbattuti è la base per la stesura di un piano di. Gli eventi prima ricordati possono essere costantemente monitorati attraverso la raccolta di informazioni sulla natura, la dislocazione e l'estensione dei singoli eventi mediante metodologie G.I.S. A questo proposito per velocizzare il lavoro relativo all inserimento delle aree danneggiate è necessario entrare in possesso da parte dell ATC di una password ARTEA. Il suddetto tavolo di verifica dovrà riunirsi a scadenza fissa (si propone ogni 2 mesi) ad iniziare dalla fine di luglio. Si ritiene inoltre necessario affrontare il problema del raggiungimento dell obiettivo gestionale primario di ciascun distretto di caccia al cinghiale (minor numero possibile di danni alle produzioni agricole) introducendo forme di premialità e/o di penalizzazione per le squadre in funzione dei danni che vengono rilevati tenendo conto anche della eventuale disponibilità ed efficacia manifestata nell effettuare anche azioni di contenimento e allontanamento dei selvatici quando richiesto, prescindendo in parte dall esatto raggiungimento del numero di animali da abbattere nel corso della stagione venatoria indicato nel piano di prelievo proposto per ciascun distretto allorchè comunque siano posti in essere forme di verifica dei prelievi effettuati con controlli a campione. Si tratta in pratica di integrare, e se necessario rivedere le forme e le modalità di effettuazione della caccia in battuta, qualora gli strumenti e le prescrizioni contenute nel piano in questione non dovessero produrre l efficacia prevista. Fermo restando che l obiettivo principale che l A.T.C. LU 12 si propone di conseguire è il contenimento e il riequilibrio numerico della popolazione di cinghiale in relazione alle caratteristiche 3

4 del territorio, esistono ancora da superare difficoltà nel attuare efficacemente gli interventi di contenimento numerico nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente. Al fine di accompagnare l efficacia del piano di gestione all interno dei distretti, l Amministrazione Provinciale, potrà predisporre un piano di interventi nelle aree non vocate, ed in particolar modo per quelle con grosse criticità da attuarsi con strumenti efficaci durante tutto l anno ed anche nel periodo della stagione venatoria. L'obiettivo anche per la prossima stagione venatoria è quello di proseguire nella ricerca di un ulteriore miglioramento della gestione del cinghiale finora attuata, dando il giusto rilievo alle attività gestionali svolte dalle squadre (interventi di prevenzione danni, effettuazione di interventi di controllo ecc.) con piena attuazione delle linee di gestione per le zone vocate alla specie e per quelle non vocate fissate dalla Provincia nei propri documenti programmatori. Molto del futuro della gestione del cinghiale passa da un pieno coinvolgimento dei distretti nella gestione sia in termini culturali che tecnico-operativi. Il ruolo dei distretti dovrà diventare sempre più importante per quanto riguarda l attività di prevenzione dei danni alle produzioni agricole e, quando necessario, soprattutto in sede di attività di controllo della popolazione di cinghiale diventando punti di riferimento per agricoltori nella ricerca di una soluzione ai problemi che in certe situazioni questa specie crea. Il piano di gestione del cinghiale per la stagione venatoria 2013/14, in considerazione della consistenza raggiunta dalla popolazione di questo selvatico, si è dunque posto come obiettivo prioritario la tutela e la salvaguardia delle attività agricole. In considerazione anche delle direttive e degli obiettivi gestionali a riguardo della specie cinghiale previsti dalla normativa vigente l obiettivo primario del presente piano è quello di promuovere una gestione della popolazione di cinghiale per tutte le diverse realtà territoriali e/o amministrative senza eccezione alcuna che punti a mantenere i danni ad un livello accettabile attuando tutte le misure di prevenzione (difese passive e controllo della popolazione) per la tutela e la salvaguardia delle attività agricole e di altra selvaggina. E necessario dunque che sia l A.T.C. che la Provincia operino ciascuno per le proprie competenze in modo pianificato e convergente verso obiettivi comuni sia per quanto riguarda le aree non vocate che per quelle vocate non dimenticando che l incremento della densità e dell areale distributivo di quasi tutti gli ungulati in genere e del cinghiale in particolare, è dovuto sì alle caratteristiche ecologiche del territorio e di queste popolazioni, ma anche alla rigida chiusura nei confronti della gestione faunistica di gran parte dei territori sottoposti a divieto di caccia a cui si contrappongono ambiti con forte pressione venatoria (Distretti di caccia). La gestione faunistico venatoria del cinghiale che si propone per le zone dichiarate vocate dal piano faunistico- venatorio provinciale non può dunque che essere finalizzata alla ricerca di un equilibrio tra 4

5 la popolazione di cinghiale ed il territorio in cui essa vive, tenuto conto delle tipologie colturali non dimenticando che la presenza del cinghiale, può determinare fisiologicamente il manifestarsi di un certo livello di danni alle colture incidendo anche su altre attività umane come la viabilità (problema incidenti stradali) ed è per questo che l A.T.C. ha iniziato il monitoraggio dell impatto della specie sulle coltivazioni agricole e sugli ambienti forestali tramite sistemi informatici. E evidente come gli aspetti gestionali di questo selvatico debbono basarsi principalmente su considerazioni tecnico-scientifiche anche se in questo settore le scelte si incrociano anche con aspetti di natura politica legate a strategie di ricerca del consenso delle diverse componenti sociali, a pressioni di gruppi di opinione, oltre che con le decisioni degli Enti pubblici che pianificano e decidono le strategie e gli interventi generali. La gestione del cinghiale anche per la prossima stagione non potrà che configurarsi come una gestione adattativa intendendo con essa l attuazione di una serie di azioni e soluzioni tecniche che consentano di risolvere in maniera dinamica le problematiche che di volta in volta si possono porre e che dovranno essere risolte per raggiungere l obiettivo prefissato: mantenere il livello dei danni al patrimonio agricolo al livello più basso possibile, per renderli socialmente ed economicamente accettabili. La gestione di questa specie non può infatti rispondere a spinte più o meno settoriali che di volta in volta possono coinvolgere l A.T.C., ma necessita di scelte operative impostate sul breve e sul lungo periodo che fissino in modo chiaro gli obiettivi che si vogliono raggiungere ed i tempi e le azioni da intraprendere annualmente per conseguirli. A piano concluso sarà possibile una valutazione critica circa l efficacia delle scelte adottate PIANO DI PRELIEVO PER LA STAGIONE VENATORIA 2013/14 L acquisizione di una adeguata conoscenza delle caratteristiche della popolazione, in particolare consistenza e incremento utile annuo, rappresenta il primo punto indispensabile per affrontare in maniera razionale la gestione di questa specie e per definire l entità dei prelievi in funzione delle densità obiettivo programmate. Secondo anche quanto indicato circa la metodologia da impiegare per acquisire dati circa la consistenza della popolazione riportata nelle Linee guida per la gestione del cinghiale, documento di riferimento per la gestione della specie, edito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dall ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica A. Ghigi (I.N.F.S.) ora I.S.P.R.A...un sistema organico ed omogeneo di applicazione di censimenti a territori vasti, comprendenti più istituti di gestione, risulta oggi, per molti motivi di ordine organizzativo, un obiettivo irraggiungibile dalla maggior parte delle amministrazioni. Nel caso in cui non sussistano le condizioni per effettuare censimenti tecnicamente 5

6 affidabili, un monitoraggio estensivo della popolazione può essere realizzato attraverso l analisi dei dati cinegetici.. per la stesura del piano di gestione per la stagione venatoria 2013/14 si procederà ad utilizzare quale fonte dei dati quelli raccolti nel corso delle passate stagioni venatorie. Nei successivi grafici vengono forniti alcuni dati importanti per comprendere la composizione della popolazione a carico della quale si procederà alla formulazione del piano. Di seguito viene mostrato il rapporto maschi femmine relativo all intero piano di prelievo realizzato nella scorsa stagione venatoria (rapporto M/F = 1,1) e per le diverse classi di età. Rapporto M/F nelle diverse classi di età rilevato sui cinghiali abbattuti nel corso della stagione venatoria 2012/13 60,8% Classe 2 e 3 58,7% 62,9% Classi di età Classe 1 32,4% 30,6% 34,2% TOTALE FEMMINE MASCHI 6,8% Classe 0 7,1% 6,4% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Percentuali di Tab. n.1 Rapporto maschi femmine nelle diverse classi di età rilevato sui capi abbattuti nei vari distretti nel corso della stagione venatoria 2012/13. Nel successivo grafico viene mostrata la ripartizione tra giovani ed adulti del carniere realizzato nel corso della stagione venatoria 2012/13 (39,2 % giovani e 60,8% adulti) assieme a quello 2011/12: (42,1 % giovani e 57,9% adulti) per confronto. 6

7 Percentuale giovani e adulti rilevata sui cinghiali abbattuti nel corso delle stagioni venatorie 2011/12 e 2012/13 39,21% ,79% GIOVANI ADULTI 42,1% ,9% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Percentuali Tab. n.2 Percentuale di giovani e adulti abbattuti nel corso della stagione venatoria e 2011/12. Per formulare il piano di prelievo per il è stata inoltre valutata la densità di prelievo realizzata negli ultimi 9 anni nei vari distretti (tab. n.3). 7

8 DISTRETTO realizzata 2004/05 realizzata 2005/06 realizzata 2006/07 realizzata 2007/08 realizzata 2008/09 realizzata 2009/10 realizzata 2010/11 realizzata 2011/12 realizzata 2012/13 N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha N. capi /100 ha 1 SERAVEZZA - STAZZEMA NORD 3,0 3,4 3,6 2,7 4,0 4,4 5,5 6,0 5,9 2 PIETRASANTA - STAZZEMA SUD 4,3 3,4 3,8 5,0 3,8 3,4 3,9 4,3 5,8 3 CAMAIORE 3,0 2,8 2,9 3,6 3,8 1,5 2,3 2,8 3,2 4 PESCAGLIA 2,3 2,0 2,7 4,3 5,0 3,6 4,0 4,9 6,3 5 MASSAROSA - CAMAIORE - LUCCA 3,3 1,7 2,4 2,4 4,2 5,1 6,7 8,9 7,7 6 LUCCA - CAPANNORI SUD "MONTI PISANI" 3,2 2,3 4,4 4,5 5,5 5,6 6,9 8,1 9,9 7 LUCCA - CAPANNORI NORD - BORGO A MOZZANO 6,4 3,6 5,2 4,1 4,2 4,0 3,9 4,7 6,5 8 CAPANNORI NORD VILLA BASILICA 3,2 4,2 4,2 3,4 2,3 4,2 2,8 4,7 3,9 9 BAGNI DI LUCCA SUD VILLA BASILICA 1,9 4,2 2,9 2,6 4,5 4,8 4,8 7,2 3,1 10 LUCCA - BORGO A MOZZANO FABBRICHE V.CO 1,1 1,8 2,6 3,2 4,5 6,6 4,8 6,7 7,5 11 BAGNI DI LUCCA NORD 1,3 0,8 0,8 0,5 1,4 1,1 2,3 1,6 2,1 BARGA - COREGLIA ANT.LLI ,3 1,9 1,5 1,2 2,3 3,4 3,4 4,1 3,2 BAGNI DI LUCCA NORD Tab. n.3 prelievo realizzata negli ultimi 9 anni nei vari distretti. Attraverso l analisi dei dati relativi alle serie storiche dei prelievi riportati dai responsabili delle squadre sui registri di caccia compresa la stagione venatoria 2012/13, della densità agro-forestale obiettivo per i vari distretti, della localizzazione dei danni alle produzioni agricole negli ultimi anni, delle richieste di intervento pervenute all ATC è stato redatto il piano di e le densità di prelievo previsti per l anno 2013/14 che vengono riportati nella successiva tabella n.4. Tutto ciò è reso possibile dalla costituzione di un archivio cartografico relativo alle aree assegnate alle squadre nel corso della precedente stagione venatoria e di tutti i dati utilizzati per la stesura del piano di prelievo. 8

9 Distretto Aree di caccia Vocazionalità Piano di prelievo 2013/14 prelievo 2013/14 \ SERAVEZZA - STAZZEMA NORD PIETRASANTA - STAZZEMA SUD CAMAIORE PESCAGLIA MASSAROSA - CAMAIORE - LUCCA LUCCA - CAPANNORI SUD "MONTI PISANI" LUCCA - CAPANNORI NORD - BORGO A MOZZANO CAPANNORI NORD VILLA BASILICA BAGNI DI LUCCA SUD VILLA BASILICA LUCCA - BORGO A MOZZANO FABBRICHE V.CO BAGNI DI LUCCA NORD BARGA - COREGLIA ANT.LLI - BAGNI DI LUCCA NORD N. capi N. capi/100 Ha 205 5, ,8 77 2, , , , , , , , , ,4 Totale A.T.C ,2 Tab. n.4: piano minimo di e densità di prelievo previsto per la stagione venatoria 2013/2014. Il piano proposto risulta in totale di 3127 capi per una densità di prelievo calcolata a livello di A.T.C. di 5,2 capi ogni 100 ha. Il presente piano, in base alle considerazioni precedentemente esposte circa la valutazione della consistenza della popolazione, di valutazioni inerenti ai danni alle colture agricole rilevati e dell andamento dei prelievi effettuati nei vari distretti, deve essere rivisto prima dell inizio della stagione venatoria entro la fine del mese di dicembre in una data da concordare preventivamente tra Provincia di Lucca e A.T.C. LU 12. 9

10 Ciò al fine di adeguare se necessario il numero di capi da prelevare in base agli abbattimenti fatti oltre che ad orientare il prelievo nelle aree del distretto più sensibili al problema della presenza del cinghiale. Come è noto sulla densità della popolazione del cinghiale gioca un ruolo fondamentale la presenza e soprattutto la gestione degli istituti a divieto di caccia e degli istituti privati che in certi casi rappresentano i serbatoi in cui trova rifugio, almeno in certi periodi dell anno, questo ungulato andando ad alterare le previsioni in termini di numero di capi che frequentano il territorio dell A.T.C.. Poiché i problemi che la presenza di questa specie comporta devono essere affrontati con scelte tecnicamente adeguate, non solo per quanto riguarda il territorio dell A.T.C., ma anche per gli istituti che ricadono nell area vocata si propone pertanto che in futuro, al piano di prelievo operato dai distretti, la Provincia di Lucca affianchi in caso di manifesta necessità anche un piano di prelievo e/o controllo per gli istituti a divieto di caccia e non, ricompresi nell area vocata. In particolare, per questi istituti, si propone almeno un piano di prelievo o di controllo che tenga conto della densità di prelievo prevista dal piano elaborato per il distretto limitrofo. Inoltre in base al monitoraggio e alla valutazione degli importi dei danni, l A.T.C., in accordo con le Associazioni Agricole per le aree dichiarate non vocate per il cinghiale dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale, il Comitato di Gestione dell A.T.C. a fronte dell esigenza di un forte ridimensionamento della presenza di questo selvatico, si riserva di proporre alla Provincia un piano di controllo della specie per le aree non vocate. DEFINIZIONE DELLA DENSITA AGRICOLO-FORESTALE La densità agricola e forestale (D.A.F.) rappresenta il parametro di riferimento per la gestione faunistica e venatoria del cinghiale all'interno del territorio vocato per la specie ovvero la densità massima (espressa come n. di capi/100 ha di superficie) tollerabile in relazione alle esigenze di tutela delle colture agricole e della restante fauna selvatica. Sulla base dei dati cinegetici disponibili, di una attenta analisi delle caratteristiche ambientali, delle decisioni assunte nei diversi documenti pianificatori elaborati dalla Provincia di Lucca e dell entità e della distribuzione dei danni alle produzioni agricole è stata individuata la densità agricola e forestale obiettivo massima a fine stagione venatoria che viene riportata nella successiva tabella n.5. 10

11 Distretto SERAVEZZA - STAZZEMA NORD PIETRASANTA - STAZZEMA SUD CAMAIORE PESCAGLIA MASSAROSA - CAMAIORE - LUCCA LUCCA - CAPANNORI SUD "MONTI PISANI" LUCCA - CAPANNORI NORD - BORGO A MOZZANO CAPANNORI NORD VILLA BASILICA BAGNI DI LUCCA SUD VILLA BASILICA LUCCA - BORGO A MOZZANO FABBRICHE V.CO BAGNI DI LUCCA NORD BARGA - COREGLIA ANT.LLI - BAGNI DI LUCCA NORD Vocazionalità Densità obiettivo 2013/14 N. capi/100 Ha 3,5 3,5 3,5 3,5 2,5 3,0 4,0 3,5 3,5 2,5 2,5 2,0 Tab. n.5 Densità agricola e forestale massima a fine stagione venatoria prevista per i vari distretti. La densità agricola e forestale individuata per ciascun distretto potrà essere modificata anche annualmente a seguito dell acquisizione di ulteriori informazioni circa le diverse tipologie di colture presenti sul territorio e sulla consistenza delle popolazioni di cinghiale. La gestione del cinghiale che si propone non può che essere una gestione adattativa intendendo con essa l attuazione di una serie di azioni e soluzioni tecniche che consentano di risolvere in maniera dinamica i vari aspetti del problema presenza cinghiale che di volta in volta si possono porre per raggiungere l obiettivo prefissato: il conseguimento di una densità di popolazione che mantenga i danni al patrimonio agricolo al livello più basso possibile, per renderli socialmente ed economicamente accettabili. 11

12 INTERVENTI DI PREVENZIONE DANNI L importanza che l attività di prevenzione riveste nella gestione del cinghiale è un dato ormai acquisito non solo dal Comitato di gestione dell A.T.C., ma anche dai responsabili dei distretti ai quali ne sarà affidata la realizzazione con la collaborazione delle squadre. Il sistema più comunemente adottato è la recinzione elettrificata disposta lungo i confini delle aree coltivate che, per localizzazione o per il tipo di coltura impiantata, manifestano i maggiori rischi e da quest anno anche il foraggiamento dissuasivo effettuato in aree appositamente individuate. L attuazione dei programmi per la prevenzione danni causati dal cinghiale alle colture agricole sarà affidata per la sua realizzazione alle squadre di ogni singolo distretto e comprende i seguenti interventi: installazione di recinzioni elettriche a protezione delle colture. Il rappresentante di ogni distretto dovrà contattare gli agricoltori che hanno subito danni dal cinghiale, concordando la messa in opera delle recinzioni di cui sopra e segnalare all A.T.C., l eventuale rifiuto del danneggiato di usufruire di tale operazione. L elenco dei danneggiati per ogni distretto sarà fornito dall A.T.C. Il materiale per la realizzazione di questi interventi è fornito dall A.T.C. ad esclusione degli eventuali paletti di sostegno per la messa in opera della corda elettrica. Resta inteso che tale materiale resta di proprietà dell A.T.C. applicazione del piano di foraggiamento ove previsto; interventi mirati di allontanamento con l impiego di cani allo scopo di allontanare i cinghiali da aree interessate o limitrofe a colture agricole. Su richiesta della Provincia, nel caso in cui si presentino situazioni di emergenza, le squadre dovranno obbligatoriamente intervenire con azioni di controllo, rispettando di volta in volta le disposizioni impartite. MONITORAGGIO SANITARIO Per il monitoraggio della trichinosi sul cinghiale, i responsabili delle squadre di caccia devono consegnare alle competenti aziende USL almeno quattro sezioni muscolari, prelevati da altrettanti cinghiali abbattuti (art.12 del DPGR n 48/R dell ) La mancata attuazione del piano di prevenzione e il mancato raggiungimento del piano di, e/o l aumento dei danni per singolo distretto comporterà l applicazione delle norme previste dal vigente Regolamento Regionale. CONCLUSIONI 12

13 L attuazione del presente piano di gestione presuppone un costante impegno da parte dei tecnici nell acquisizione dei dati relativi alla popolazione di cinghiale, nella stesura di documenti di sintesi anche cartografici e nell effettuazione di eventuali sopralluoghi di campagna. L obiettivo è di ricercare un sempre maggiore coinvolgimento dei cacciatori in particolare dei responsabili dei distretti di caccia e delle squadre, nonché delle associazioni venatorie agricole ed ambientaliste nella gestione attiva della popolazione di cinghiale e del territorio da essa frequentato. A questo riguardo il programma di lavoro continua a prevedere: una verifica annuale della densità agricola e forestale sostenibile attraverso la realizzazione di stime della consistenza della popolazione e di analisi dei danni alle colture agricole provvedendo alla individuazione degli interventi di gestione ambientale necessari; l elaborazione cartografica per ogni distretto delle aree di battuta o zone di caccia corredata di opportuna cartografia in formato cartaceo e digitale da depositare presso l A.T.C. e da consegnare ai distretti e alle squadre; la stesura del piano di gestione e del piano di prelievo annuale coordinando l'attività dei cacciatori di cinghiale iscritti all AT.C. LU 12, Per quanto riguarda il monitoraggio della popolazione di cinghiali per conseguire una adeguata conoscenza della risorsa da gestire, si proseguirà nella raccolta in modo continuativo nel tempo dei dati circa i principali parametri della popolazione di cinghiale, sia attraverso l analisi dei dati di prelievo sia attraverso i rilevamenti di campo. La raccolta dei dati sulla popolazione sarà condotta adottando le tecniche suggerite dall Istituto Nazionale per la Fauna selvatica, ora I.S.P.R.A. nel documento Linee guida per la gestione del cinghiale. I dati di cui sopra che prevedono rilevamenti di tipo territoriale saranno elaborati in forma georeferenziata per la trasmissione all Amministrazione Provinciale e l inserimento nel G.I.S. dell A.T.C.. 13

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