L epidemiologia nella gestione delle emergenze causate da malattie infettive

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1 L epidemiologia nella gestione delle emergenze causate da malattie infettive Francesco Feliziani area tematica centri di referenza Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche

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4 E M E R G E N Z A Un avvenimento improvviso, che richiede un azione immediata e decisa, dovuto a cause epidemiche, naturali, tecnologiche e/o dovute all attività dell uomo. (Definizione O.M.S.)

5 Fonte: min. ambiente

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9 DIFFUSIONE INTERNAZIONALE É stata dimostrata la diffusione internazionale in almeno tre occasioni? Oppure Esistono almeno tre paesi con popolazioni animali suscettibili libere dalla malattia o stanno per acquisire lo stato di indennità Oppure I report annuali dell OIE indicano che un significativo numero di paesi con popolazioni suscettibili hanno dimostrato l assenza di malattia per un consistente numero consecutivo di anni MALATTIA EMERGENTE (patogeni recentemente scoperti o da tempo conosciuti vengono trattati diversamente) Ha proprietà zoonosiche? Ha una rapida diffusione? NO SI SI NO POTENZIALE RISCHIO ZOONOSICO È stata provata la trasmissione all uomo? (esclusa la via artificiale) Oppure L infezione umana è associata con gravi conseguenze? (morte o malattia prolungata) NO ALTA DIFFUSIONE NELLA POPOLAZIONE SUSCETTIBILE La malattia dimostra un alta mortalità in un paese o in una determinata zona? Oppure La malattia dimostra un alta morbilità in un paese o in una determinata zona? SI SI NO ESCLUSA INCLUSA INCLUSA ESCLUSA

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12 MALATTIE EX LISTA A OIE AFTA EPIZOOTICA MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI STOMATITE VESCICOLARE PESTE BOVINA PESTE DEI PICCOLI RUMINANTI PESTE EQUINA FEBBRE DELLA VALLE DEL RIFT VAIOLO OVINO PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA DEI BOVINI DERMATITE NODULARE CONTAGIOSA PESTE SUINA CLASSICA PESTE SUINA AFRICANA PSEUDOPESTE AVIARIA INFLUENZA AVIARIA BLUETONGUE

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14 infezioni esotiche epidemiche Emergenze da agenti infettanti infezioni non esotiche infezioni esotiche non epidemiche infezioni non esotiche

15 Facciamo alcuni esempi: infezioni esotiche I. A., B. Tongue, Afta, PSC-PSA epidemiche Emergenze da agenti infettanti infezioni non esotiche

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17 Facciamo alcuni esempi: infezioni esotiche I. A., B. Tongue, Afta, PSC-PSA epidemiche Emergenze da agenti infettanti infezioni non esotiche MVS

18 La MVS è endemica in alcune aree dell Italia Fonte OEVR Brescia

19 Situazione 2008

20 Situazione 2008 In Umbria è stata una vera emergenza

21 Continuiamo con gli esempi: Emergenze da agenti infettanti infezioni esotiche non epidemiche BSE infezioni non esotiche

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23 Confronto incidenze primo semestre 2001 vs. intero anno 2000 Portugal Switzerland Ireland Rep. Spain Germany France Belgium Netherlands Italy Denmark 0,6 1,0 8,3 6,0 6,0 1,6 5,5 0,0 4,7 1,1 2,1 18,9 16,3 13,9 11,9 14,7 34,6 43, ,4 56,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

24 La BSE è stata un emergenza epidemica? bovini malati OO1 2OO2 2OO3 2OO4 2OO5 2OO casi di test

25 Facciamo alcuni esempi: Emergenze da agenti infettanti infezioni esotiche non epidemiche BSE infezioni non esotiche Brucellosi, Tubercolosi e Leucosi

26 ORDINANZA MINISTERIALE 14 novembre 2006 Misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina, leucosi in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

27 L ordinanza ministeriale ha scatenato una vera e propria emergenza Raddoppio frequenza controlli Implementazione anagrafe zootecnica Campionamento al mattatoio

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29 RIFLESSIONI.. 1. LE EMERGENZE NON SONO SOLO EPIDEMICHE 2. LE EMERGENZE NON SONO SOLO INFETTIVE

30 Due scenari possibili Emergenza prevedibile Es. Malattie infettive ex lista A OIE Eventi catastrofici (terremoti, alluvioni ) Emergenza imprevedibile Es. Contaminazioni chimiche Nuove malattie

31 Emergenze prevedibili Bisogna prevedere un piano

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35 CEREP PIANO D EMERGENZA PER LE PESTI SUINE Linea di comando 1. Unità di crisi nazionale ( Direttore Generale SV) 2. Unità di crisi regionale (Responsabile SV Regionale) 3. Unità di crisi locale (Responsabile SV Azienda USL) - Composizione - compiti - dotazioni delle Unità di Crisi

36 domanda: esiste un punto di incontro tra differenti emergenze? Per fronteggiare le emergenze si deve conoscere la popolazione di riferimento Popolazione coinvolta Popolazione a rischio di essere coinvolta Popolazione non a rischio di essere coinvolta Popolazione che la subisce

37 La parola epidemiologia affonda le sue radici nella etimologia greca: epi=sopra, demo=popolazione, logo=studio letteralmente, studio di ciò che è sopra la popolazione.

38 RUOLO DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA L indagine epidemiologica è uno strumento fondamentale nell applicazione dell approccio epidemiologico alle emergenze sanitarie, sia di tipo epidemico che non epidemico. In sostanza, l indagine epidemiologica è una raccolta di informazioni su una popolazione di animali e sul loro stato sanitario (sanità, morbilità, mortalità )

39 SIGNIFICATO DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA L indagine epidemiologica consiste in una raccolta di informazioni per rispondere alle domande: Chi, dove, quando, come e perché Le conclusioni tratte dall analisi delle informazioni devono essere spiegazioni logiche e plausibili per i fatti avvenuti e le osservazioni annotate

40 Cosa non è Studio positivi Studio singoli casi la Statistica l Informatica

41 INDAGINE CLINICA: perché questo soggetto è AMMALATO? INDAGINE ANATOMO-PATOLOGICA: perché questo soggetto è MORTO? INDAGINE EPIDEMIOLOGICA: Oltre ai morti e agli ammalati, ci sono altri soggetti SANI?

42 CHI? DOVE? QUANDO? Epidemiologia descrittiva PERCHÉ? COME? esamina la distribuzione dell evento in una popolazione

43 LUOGO: Sardegna - PSA 2004

44 Chi? Animali - Allevamenti Focolai di PSA in Sardegna dal al

45 Quando? stabilità (cambiamento) dell evento Periodicità Fenomeni epidemici o endemici

46 Focolai di PSA in Sardegna

47 Epidemiologia analitica CHI? DOVE? QUANDO? PERCHÉ? COME? Valuta ipotesi specifiche mettendo in relazione fattori noti o meno noti con l evento studiato

48 A cosa serve epidemiologia analitica Più casi di quelli attesi? Cambiamenti di tendenza? Perché questi cambiamenti?

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50 Sequenza logica studi epidemiologici Conoscenza della situazione passata attuale Formulazione di ipotesi Verifica delle stesse

51 OBIETTIVI DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA verifica della diagnosi; individuazione dell origine dell infezione; definizione del periodo a rischio ; individuazione degli allevamenti a rischio per contatti diretti o indiretti con il focolaio; individuazione dei fattori di rischio (diffusione del contagio ed estensione dell area a rischio); analisi e interpretazione dei dati raccolti; I risultati dell indagine servono a supportare, in fase decisionale, la modulazione delle azioni di controllo e di eradicazione della malattia da adottare sul territorio.

52 PROCEDURA DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA (in emergenza) Fase 1 Sopralluogo e visita clinica per osservare i segni di malattia a livello individuale e di gruppo (registrazione delle osservazioni, prelievo di campioni, esecuzione di tests, intervista di persone a conoscenza dei fatti) Acquisire informazioni da certificati, documenti, files elettronici e reports. Analizzare e valutare le informazioni per giungere a delle conclusioni.

53 PROCEDURA DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA (in emergenza) Fase 2 Relazionare sui risultati dell investigazione rispettando i fatti, in modo conciso e accurato. Preparare un report di ispezione e inviarlo alle parti interessate (organi di governo sanitario)

54 PROCEDURA DELL INDAGINE EPIDEMIOLOGICA (in tempo di pace) Fase Ante Dati anagrafici della popolazione di riferimento. Dati relativi alle azioni di sorveglianza storicizzate

55 SCHEDA EPIDEMIOLOGICA La scheda epidemiologica è un questionario di raccolta dati in corso di focolaio sospetto e/o confermato. deve essere: programmata sistematica organizzata coerente con l obiettivo

56 SCHEDA EPIDEMIOLOGICA da evitare: la raccolta ai soli fini statistici o burocratici il disordine e la scarsa precisione nella raccolta la raccolta in modo acritico la richiesta di una eccessiva quantità di dati difficilmente utilizzabili la creazione di flussi informativi unidirezionali E indispensabile informare gli operatori sugli scopi della raccolta dati e sul loro utilizzo

57 SCHEDA EPIDEMIOLOGICA: CAPITOLI 1. ANAGRAFE AZIENDA 2. TIPOLOGIA AZIENDA 3. CENSIMENTO 4. ALTRE SPECIE 5. CONDUZIONE AZIENDALE 6. MOVIMENTAZIONI 7. ATTIVITA DIAGNOSTICA 8. ANAMNESI CLINICA 9. VACCINAZIONI D EMERGENZA

58 Repetita juvant L indagine epidemiologica non serve per concentrare l attenzione sul singolo caso.

59 Repetita juvant ma per capire meglio cosa sta succedendo nell intera popolazione

60 Epidemiologia ed emergenze L esperienza della Blue tongue

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62 Prima legge di Murphy «Le probabilità che qualcosa accada sono inversamente proporzionali alla sua desiderabilità.» Robinson Richard Perché il toast cade sempre dalla parte imburrata? La brillante spiegazione scientifica delle Leggi di Murphy

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64 test

65 Legge di Murphy sulla termodinamica «Sotto pressione, le cose peggiorano.»

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67 Ultima legge di Murphy «Se le cose sembrano andar meglio, c'e' qualcosa di cui non stiamo tenendo conto.»

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69 È impossibile gestire le emergenze?

70 Fonte: Crev Padova

71 EPIDEMIE DI INFLUENZA AVIARIA focolai di capi Ondate epi. >500 focolai 18 milioni di capi focolai 7 milioni di capi focolai focolai

72 Analisi della situazione Alto numero di contatti a rischio Contaminazione legata ad alta densità Ritardi nel riscontro di infezione (diagnosi e sospetto) Ritardi nell implementazioni misure restrittive Inadeguatezza delle misure previste Forte pressione virale Alto numero di focolai Possibilità di endemizzazione

73 STRATEGIE DI CONTROLLO Sistemi di sorveglianza (sistemi di allerta) Identificazione e studio ceppi virali Gestione della densità di popolazione Miglioramento delle misure di biosicurezza Piani di sorveglianza (tempo di pace) Predisposizione di contingency - emergency plans Piani di vaccinazione routine emergenza Comunicazione del rischio

74 NON C È SPAZIO PER L IMPROVVISAZIONE Fase di preparazione Fase dell emergenza propriamente detta Fase di ritorno alla normalità Valutazione e scambio delle esperienze sul campo

75 Conclusione Le emergenze non si affrontano con misure ordinarie; chi legifera ha il dovere di conoscere la realtà territoriale, le popolazioni di riferimento, le risorse disponibili e i possibili risvolti economici; Qualsiasi intervento deve essere programmato in tempo di pace.

76 Gli errori che si fanno usando dati insufficienti sono molti meno di quelli che si fanno rinunciando ad usare i dati. Charles Babbage ( )

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