LA COOPERAZIONE SOCIALE IN PIEMONTE Le cooperative di tipo A. Anno 2009

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2 LA COOPERAZIONE SOCIALE IN PIEMONTE Le cooperative di tipo A Anno 2009 A cura della Direzione regionale Politiche sociali e politiche per la famiglia

3 Direzione Politiche sociali e politiche per la famiglia Direttore Giampaolo Albini Settore servizio civile, terzo settore ed enti di diritto pubblico e privato Dirigente Sergio Di Giacomo Corso Stati Uniti, Torino - tel fax Pubblicazione a cura dell Ufficio promozione del Terzo Settore Maria Lodovica Chiambretto - Responsabile Ludovica Crolle Mauro Pennazio Elaborazione dati e redazione testi Salvatore Cominu (Antilia s.c.) Davide Roccati (Seldon Ricerche) Dario Albino (Antilia s.c.) Progetto grafico e Stampa Alessandro Geda - Geda S.a.s. Si ringraziano Alice Magrin - Tirocinante Università di Torino - Facoltà di Scienze politiche Antonella Gianesin - Responsabile Ufficio formazione del personale socio-assistenziale Livia Giordanese - Responsabile Ufficio verifica della programmazione locale e gestione del fondo nazionale e regionale delle politiche sociali Giovanna Tresso - Responsabile Ufficio sistema informativo dei servizi sociali

4 INDICE PREMESSA... 9 INTRODUZIONE SEZIONE 1. TENDENZE GENERALI I NUMERI DELLA CRESCITA LA BASE SOCIALE DELLE COOPERATIVE Le persone fisiche Le persone giuridiche GLI OCCUPATI Occupati per tipo di rapporto con la cooperativa Lavoratori per tipo di contratto Lavoratori per tipo di contratto...34 I rapporti di lavoro tra i lavoratori soci I rapporti di lavoro tra i lavoratori non soci I PRINCIPALI DATI ECONOMICI LA COOPERAZIONE SOCIALE NEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI Incremento ed estensione dei servizi sociali L esternalizzazione della gestione...45 SEZIONE 2. CARATTERISTICHE DELLE IMPRESE UNA COOPERAZIONE MATURA Il consolidamento dimensionale Dati sulla localizzazione La cooperazione coopera? UNA COOPERAZIONE DI QUALITÀ La dimensione economica Gli ambiti operativi IL RAPPORTO CON IL SETTORE PUBBLICO L UTENZA DEI SERVIZI...75 SEZIONE 3. BASE SOCIALE E OCCUPAZIONE COMPOSIZIONE DEI SOCI PER CARATTERISTICHE DELLA COOPERATIVA COMPOSIZIONE PER OCCUPATI PROFILI PROFESSIONALI Distribuzione profili professionali per provincia Distribuzione profili professionali per classe di addetti Profili professionali e certificazione delle competenze...95 Gli educatori professionali Gli animatori professionali I profili di base (Oss-Adest-Ota).. 98 I profili specialistici Altre figure professionali NOTA CONCLUSIVA SEZIONE 4. STATISTICHE PROVINCIALI IN BREVE PROVINCIA DI ALESSANDRIA

5 4.2 ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA PROVINCIA DI ASTI ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI ASTI PROVINCIA DI BIELLA ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI BIELLA PROVINCIA DI CUNEO ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI CUNEO PROVINCIA DI NOVARA ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI NOVARA PROVINCIA DI TORINO ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI TORINO PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE NELLA PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA PROVINCIA DI VERCELLI ELENCO DELLE COOPERATIVE SOCIALI A CON SEDE LEGALE IN PROVINCIA DI VERCELLI INDICE DELLE TABELLE Tabella 1. Prospetto riepilogativo cooperative sociali A in Piemonte (2002 e 2008)...16 Tabella 2. Numero e distribuzione percentuale delle cooperative per provincia (anni 2002, 2005 e 2008)...17 Tabella 3. Iscrizioni e cessazioni all Albo Regionale Cooperative Sociali - Sezione A (serie )...17 Tabella 4. Iscrizioni all Albo Regionale per anno e Provincia ( )...18 Tabella 5. Compagine sociale per tipologia di soci. Confronto Tabella 6. Totale soci lavoratori per sesso e provincia della sede legale. Confronto Tabella 7. Totale soci volontari per sesso e provincia. Confronto sul totale...24 Tabella 8. Totale soci finanziatori per sesso e provincia (2008)...24 Tabella 9. Totale soci speciali per sesso e provincia (2008)

6 Tabella 10. Presenza tra i soci di persone giuridiche per provincia...25 Tabella 11. Occupati per rapporto societario, tipo e durata del contratto ( )...26 Tabella 12. Numero e distribuzione degli occupati per provincia (2008 e 2002)...28 Tabella 13. Soci lavoratori e lavoratori non soci per provincia della sede legale Tabella 14. Occupati stabili e totale occupati per provincia della sede legale. Confronto Tabella 15. Numero lavoratori stabili per tipo di rapporto con la cooperativa e provincia della sede legale. Confronto Tabella 16. Distribuzione occupati per tipo di contratto...34 Tabella 17. Dettaglio soci lavoratori subordinati. Distribuzione per tipo di contratto...35 Tabella 18. Dettaglio soci lavoratori parasubordinati e autonomi...36 Tabella 19. Lavoratori non soci per tipo di contratto e per provincia...37 Tabella 20. Valori economici aggregati delle cooperative A piemontesi...38 Tabella 21. Valori economici aggregati delle cooperative per provincia della sede legale (2008)...39 Tabella 22. Percentuali medie dei costi del personale sul totale dei costi e della differenza valore - costi di produzione sul valore della produzione...40 Tabella 23. Numero utenti servizi sociali in Piemonte (serie storica )...42 Tabella 24. Spesa totale e composizione della spesa degli Enti Gestori. Anni 2001 e 2008 (in Euro) Tabella 25. Spese per il personale e per le prestazioni ripartite tra strutture gestite dagli enti gestori e attività territoriali...44 Tabella 26. Numero Assistenti Sociali, Oss-Adest-Ota, Educatori professionali nei servizi sociali per tipo di contratto (anni 2004 e 2007)...46 Tabella 27. Distribuzione % di Assistenti Sociali, Oss-Adest-Ota, Educatori professionali nei servizi sociali per tipo di contratto (anni 2004 e 2007)...47 Tabella 28. Cooperative per classe di addetti...52 Tabella 29. Cooperative per classe di addetti e provincia della sede legale...53 Tabella 30. Cooperative per classe di addetti e anno di costituzione...54 Tabella 31. Cooperative per numero delle province di localizzazione...55 Tabella 32. Cooperative per titolo di disponibilità e provincia della sede legale...56 Tabella 33. Cooperative per adesione a consorzi e provincia sede legale...57 Tabella 34. Adesione ad associazioni di rappresentanza per provincia, classe di addetti, anno di costituzione...58 Tabella 35. Distribuzione % del valore delle principali variabili economiche per classe di addetti Tabella 36. Distribuzione del valore delle principali variabili economiche per anno di costituzione (%)...61 Tabella 37. Valori unitari della produzione e delle immobilizzazioni e valori percentuali del reddito operativo e delle retribuzioni per provincia della sede legale...62 Tabella 38. Valori unitari della produzione e delle immobilizzazioni e valori percentuali del reddito operativo e delle retribuzioni per classe di addetti...64 Tabella 39. Numero e incidenza delle cooperative operanti in servizi socio-sanitari per tipo di servizi...66 Tabella 40. Numero e incidenza delle cooperative operanti in servizi socio-assistenziali per tipo di servizi

7 Tabella 41. Numero e incidenza delle cooperative operanti in servizi socio-educativi per tipo di servizi...68 Tabella 42. Ambiti operativi delle cooperative per provincia della sede legale...68 Tabella 43. Ambiti operativi delle cooperative per classe di addetti...69 Tabella 44. Valore economico delle convenzioni con soggetti pubblici e incidenza sul totale del fatturato...71 Tabella 45. Valore totale e valore medio convenzioni pubbliche per provincia della sede legale...72 Tabella 46. Valore totale e valore medio convenzioni pubbliche per classe di addetti...72 Tabella 47. Numero e incidenza % sul totale delle cooperative per tipo di utenza dei servizi erogati Tabella 48. Numero e incidenza % sul totale delle cooperative per gruppi di utenza dei servizi erogati Tabella 49. Numero e incidenza delle cooperative per numero dei profili di utenza...77 Tabella 50. Incidenza delle cooperative per numero dei profili di utenza e anno di costituzione (% su totale)...77 Tabella 51. Incidenza delle cooperative per numero dei profili di utenza e tipo di utenti (% su totale)...78 Tabella 52. Tipo di utenti delle cooperative per provincia della sede legale (%)...78 Tabella 53. Cooperative che si occupano di ciascuna utenza. Confronto Tabella 54. Occupati, soci, rapporto soci/occupati, media di occupati per cooperativa per classe di addetti...84 Tabella 55. Cooperative ed occupati per classe di addetti Tabella 56. Occupati, soci, rapporto soci/occupati, media di occupati per cooperativa per provincia della sede legale...85 Tabella 57. Distribuzione occupati per profilo professionale per provincia (valori assoluti)...90 Tabella 58. Distribuzione occupati per profilo professionale e provincia (%)...91 Tabella 59. Distribuzione profili professionali per provincia (%)...92 Tabella 60. Distribuzione profili professionali per classe di addetti Tabella 61. Distribuzione occupati per profilo professionale e classe di addetti...93 Tabella 62. Educatori professionali per titolo e provincia (v.a.)...97 Tabella 63. Educatori professionali per titolo e provincia (%)...97 Tabella 64. Animatori professionali per provincia...98 Tabella 65. OSS, ADEST e OTA per provincia...99 Tabella 66. Altro personale laureato per provincia Tabella 67. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Alessandria Tabella 68. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Asti Tabella 69. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Biella Tabella 70. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Cuneo Tabella 71. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Novara Tabella 72. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Torino Tabella 73. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola Tabella 74. Statistiche sulle cooperative sociali A con sede in Provincia di Vercelli

8 INDICE DELLE FIGURE Figura 1. Andamento delle iscrizioni-cessazioni all Albo Regionale ( )...19 Figura 2. Cooperative iscritte al 31/12/2008 per anno di costituzione...20 Figura 3. Composizione delle persone fisiche socie di cooperative. Confronto Figura 4. Occupati nelle cooperative A su lavoratori complessivi per provincia della sede legale. Confronto Figura 5. Variazioni % ( ) del numero di occupati nelle cooperative per provincia della sede legale...29 Figura 6. Soci lavoratori e lavoratori non soci sul totale occupati. Confronto Figura 7. Incidenza % degli occupati a tempo indeterminato (2002 e 2008) nelle cooperative per provincia della sede legale...32 Figura 8. Numero utenti servizi sociali in Piemonte (N indice, 2002=100)...42 Figura 9. Numero degli operatori dei servizi sociali dal 2000 al Figura 10. Differenza della distribuzione % di Assistenti Sociali, Oss-Adest-Ota, Educatori professionali nei servizi sociali per tipo di contratto...48 Figura 11. Cooperative per anno di costituzione (numero e percentuale)...50 Figura 12. Cooperative per periodo di costituzione e provincia della sede legale (%)...51 Figura 13. Percentuale di cooperative per classi occupazionali. Confronto Figura 14. Variazione dell incidenza % delle classi dimensionali sul totale delle cooperative tra il 2002 e il 2008 (saldo tra percentuali)...53 Figura 15. Adesione a consorzi per classe di addetti e anno di costituzione...57 Figura 16. Incidenza % delle cooperative con certificazione qualità per provincia della sede legale e classe di addetti...59 Figura 17. Numero ambiti operativi delle cooperative...65 Figura 18. Incidenza del fatturato derivante da convenzioni pubbliche sul totale del valore della produzione per classe dimensionale e anno di costituzione (%)...71 Figura 19. Ripartizione dei soci sulla compagine sociale per classe dimensionale...82 Figura 20. Ripartizione dei soci sulla compagine sociale per provincia...83 Figura 21. Classi di occupati per presenza/assenza nell ambito socio-sanitario...86 Figura 22. Classi di occupati per presenza/assenza nell ambito socio-assistenziale...86 Figura 23. Classi di occupati per presenza/assenza nell ambito socio-educativo

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10 PREMESSA Il sistema di Welfare piemontese è caratterizzato dalla presenza di una rete di servizi strutturata e matura, fortemente integrata fra pubblico e privato no profit, nella quale un ruolo determinante è giocato dalla cooperazione sociale. Malgrado la situazione di crisi che ha investito importanti settori dell economia, negli anni, le cooperative sociali sono aumentate di numero e per addetti, coprendo un segmento importante dell economia regionale. Tale fenomeno è dovuto soprattutto all esigenza di mantenere adeguati standard di Welfare in regioni avanzate come la nostra, dove si è data risposta alla sempre crescente domanda di servizi, nonostante la pesante diminuzione di capacità di spesa del settore pubblico complessivamente considerato. L infrastrutturazione e la coesione del tessuto sociale sul territorio sono infatti una delle condizioni basilari per la ripresa economica e, partendo da questo presupposto, la Regione ha fortemente orientato in questi anni quote rilevanti delle proprie risorse. In tale ambito, risulta fondamentale il ruolo di promozione, indirizzo e regolazione svolto dalla Regione, diretto ad incentivare una buona partnership tra pubblico e privato sociale, contrastando nel contempo pratiche opportunistiche e usi strumentali dei soggetti del terzo settore. Nella prima fase della legislatura, nel mese di maggio 2006, la Regione ha approvato un importante atto 1 che stabilisce indirizzi e detta regole per disciplinare i rapporti tra gli enti pubblici e i soggetti del Terzo settore: particolare attenzione è data alla piena espressione della progettualità da parte del soggetto gestore, all esclusione del ricorso a forme d intermediazione di manodopera, alla considerazione, nella determinazione del prezzo base, del costo del lavoro di cui ai contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentative, alla valutazione degli aspetti qualitativi del servizio nella fase 1 D.G.R. 22 maggio 2006, n : Legge regionale 8 gennaio 2004 n. 1, art Atto di indirizzo per regolamentare i rapporti tra gli Enti Pubblici e il Terzo Settore: Approvazione, pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 22 del 1 giugno

11 d affidamento ed al controllo del mantenimento degli stessi nella fase d esecuzione del contratto. Contemporaneamente è stata avviata un azione di osservazione sull applicazione della DGR per rilevarne criticità ed individuare possibili azioni di governo del mercato sociale. I risultati di tale monitoraggio sono stati raccolti, nella primavera del 2009, nella pubblicazione Affidamenti dei servizi alla persona nel sistema di Welfare regionale realizzata dall IRES Piemonte. Si tratta di un lavoro rilevante per la conoscenza dei meccanismi regolatori del mercato sociale piemontese. A completamento di tale percorso si vuole ora offrire un quadro quali/quantitativo della realtà della cooperazione sociale di servizi alla persona, pubblicando i dati concernenti le cooperative sociali iscritte all albo regionale. Da entrambe le pubblicazioni è possibile trarre indicazioni e spunti sia per gli Amministratori e gli operatori pubblici, sia per i diretti interessati. Per realizzare una rete di protezione sociale efficace, in un contesto di responsabilità condivise, risulta fondamentale, infatti, disporre di informazioni puntuali ed aggiornate sugli operatori del sistema che debbono essere conosciuti e considerati a partire dalla loro identità e dalle caratteristiche specifiche che li contraddistinguono. Teresa Angela Migliasso Assessore al Welfare e Lavoro Mercedes Bresso Presidente della Regione Piemonte 10

12 INTRODUZIONE Con la pubblicazione del presente rapporto si intende fornire un quadro della cooperazione sociale che opera nella gestione dei servizi alla persona, aggiornando in tal modo il precedente lavoro pubblicato dalla Regione Piemonte nel 2005 intitolato La cooperazione sociale in Piemonte. Ne emerge la rappresentazione di un fenomeno in continua espansione, sia rispetto all ultima rilevazione nazionale curata dall Istat di cui sono disponibili i dati risalenti al 2005, sia rispetto all indagine regionale concernente le cooperative di tipo A iscritte all albo regionale, realizzata nel La Regione Piemonte con la l.r. n. 18/1994 ha dato attuazione alla Legge n. 381/1991 Disciplina delle cooperative sociali. Da subito si avvertì la necessità di disporre di un osservatorio sufficientemente esaustivo sul fenomeno. Di conseguenza, parallelamente all istituzione dell albo regionale delle cooperative sociali, ai sensi dell art. 2 della medesima legge, le informazioni rilevate in sede di iscrizione sono state riportate su una banca dati informatizzata. L albo regionale, infatti, oltre a rivestire carattere amministrativo per i rapporti tra la cooperazione sociale e gli enti pubblici, offre l opportunità per disporre di informazioni sulle cooperative sociali piemontesi. Nel 2002, a seguito del decentramento amministrativo e la conseguente attribuzione di competenze alle Province, sono state trasferite alle amministrazioni provinciali le funzioni concernenti la tenuta dell albo delle cooperative sociali; analogamente anche la procedura informatizzata è stata rivista, ristrutturata e messa in rete tra le Province e la Regione 3. Il processo prevede sia la storicizzazione delle informazioni, sia la possibilità di aggiornamenti periodici che, investendo una molteplicità di soggetti, risultano ancora complessi da gestire. Di conseguenza, al fine di disporre di informazioni aggiornate, nel corso del 2009 in occasione di un tirocinio universitario svoltosi presso l ufficio regionale competente, si è proceduto centralmente 2 Le prime cooperative integrate e di solidarietà sociale si costituiscono in Piemonte tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80. Quando, nell agosto del 1989, é stata emanata la legge regionale n. 48, che disciplinava i due tipi di cooperative sociali ed istituito il primo registro regionale, si contavano 88 cooperative, di cui una sessantina di servizi alla persona (tipo A) e 28 di inserimenti lavorativi (tipo B). A fine 2008 le cooperative sociali di tipo A, iscritte all albo regionale sono circa Si è generato così un nuovo flusso informativo e di popolamento della banca dati decentrato. La ristrutturazione del flusso informativo ha reso indispensabile la progettazione di un nuovo sistema che assolvesse alle esigenze di tutti gli enti chiamati a concorrere al popolamento delle banche dati, tale da consentire una gestione separata a livello di ogni Provincia, dal punto di vista della movimentazione e validazione dei dati, ma omogenea e collegata per fini di consultazione ed elaborazione da parte di Enti interessati. 11

13 all aggiornamento delle informazioni concernenti le cooperative sociali di tipo A relativamente all anno Le analisi contenute nella pubblicazione hanno utilizzato la base empirica costituita dalla procedura informatizzata, che consiste in una dettagliata scheda di raccolta delle informazioni inerenti la compagine sociale, la struttura dell occupazione, i principali dati economici e altre informazioni sulle cooperative, tale da consentirne una ricostruzione analitica, seppure nei limiti di alcuni problemi di completezza e affidabilità dei dati riscontrati in sede di analisi. Si tratta infatti di uno strumento auto compilato dai referenti delle cooperative, con gli inevitabili problemi collegati a questa modalità di raccolta e trasferimento delle informazioni. L analisi e la presentazione dei dati accompagnati da un commento è stata affidata alla cooperativa di ricerche socioeconomiche Antilia; eventuali valutazioni e interpretazioni suggerite dal testo sono da intendersi soprattutto come spunti per il dibattito e sollecitazione ad una conoscenza più profonda e puntuale dei cambiamenti in atto. Le elaborazioni fornite insistono principalmente su variabili quantitative e sui fattori economicamente rilevanti, anche se talune di esse, soprattutto per gli operatori sociali e per gli amministratori pubblici, possono assumere un significato cui è possibile attribuire anche valore sostanziale e qualitativo. È indubbiamente limitativo esaminare le organizzazioni no profit ponendo al centro dell analisi i trend economici, come se ci si riferisse ad un indifferenziato ambito dell economia di mercato. Le performance economiche, infatti, non costituiscono il fine ultimo delle cooperative sociali, la cui missione si esprime piuttosto nel promuovere condizioni effettive di partecipazione, mutualità, coesione sociale, eguaglianza nel sistema di Welfare. Le cooperative sociali non sono, però, semplici agenzie di pratiche solidali, ma imprese che si misurano con il mercato e che dai risultati economici conseguiti fanno discendere la possibilità stessa di perseguire i loro fini sociali. Non costituisce dunque una forzatura, sebbene non sia esaustivo, analizzarle come se fossero normali imprese. Il quadro che ne risulta è di un mondo estremamente dinamico ed in crescita anche se il consolidamento quantitativo nella nostra regione appare trainato, più che dalla proliferazione degli operatori, dal rafforzamento dimensionale degli operatori esistenti. L incremento del numero di cooperative e delle loro dimensioni trova spiegazione immediata, anzitutto, nella crescente domanda di servizi e nella capacità di tenuta e sviluppo del sistema di Welfare regionale. Si abbia presente che la cooperazione sociale piemontese ha nel forte intreccio con le politiche di welfare locale un tratto distintivo, più che in altri contesti 12

14 regionali; essa ha infatti definito il proprio ruolo e identità organizzativa nella gestione di servizi pubblici in partnership con gli enti locali. Tale prospettiva si accompagna oggi alla ricerca di nuovi spazi operativi anche sul mercato in senso stretto. Nell ultimo decennio più cooperative hanno ampliato il proprio raggio operativo e gli ambiti di attività, soprattutto in campo sanitario ed educativo. Registrando tale fenomeno e per consentire l iscrizione all albo delle cooperative piemontesi che maggiormente hanno diversificato la loro offerta di servizi, la Regione Piemonte, con l art. 32 della legge regionale n. 30 del 4 dicembre 2009, ha modificato la legge regionale 18/1994 nella parte concernente gli ambiti di attività consentiti alle cooperative sociali di tipo A, prevedendo la possibilità che le stesse operino in campo sanitario e svolgano attività di istruzione, ora materia di legislazione concorrente non più esclusiva statale 4. Infine, è opportuno dare a chi legge alcune istruzioni preliminari per la lettura del rapporto e l utilizzo dei dati. Quando non diversamente specificato, i dati sono riferiti al Laddove possibile, si è ritenuto utile affiancare all esposizione delle elaborazioni a questo anno, il confronto con la situazione al 2002, anno in cui la Regione aveva realizzato un elaborazione analoga a quella esposta nelle pagine seguenti. Tale confronto di medio periodo, non sempre e non per tutti i dati, é stato possibile; se le fonti erano disponibili, si é optato per la restituzione di una fotografia dinamica, privilegiando la descrizione delle dinamiche tendenziali, anziché la semplice esposizione della situazione odierna. Molte elaborazioni sono aggregate su base provinciale. Fino a pochi anni addietro i dati provinciali delle cooperative coincidevano con il quadro provinciale della cooperazione. Nell ultimo decennio, più cooperative hanno ampliato il raggio operativo: i dati provinciali (addetti, valori economici) sono sempre da intendersi come informazioni relative alle cooperative con sede legale nella provincia considerata e non come dati sulla cooperazione sociale che opera nel territorio della medesima. Inoltre, come già ricordato, la scheda di rilevazione era auto compilata. Nonostante il lavoro di recupero e verifica dei dati scrupolosamente effettuato in sede di elaborazione, in alcuni casi si sono riscontrate incongruenze che hanno sconsigliato l esposizione delle analisi; in altri casi, viceversa, le informazioni restituite sono da accogliere con riserva. 4 In coerenza con la finalità sociale e solidaristica delle cooperative, la modifica introdotta stabilisce che l attività sanitaria deve essere resa prevalentemente ad integrazione di attività di tipo socio-assistenziale, nell ambito di specifici progetti assistenziali. 13

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16 SEZIONE 1. TENDENZE GENERALI 15

17 1.1 I NUMERI DELLA CRESCITA Alla data del 31 dicembre 2008 in Piemonte erano presenti, al netto delle situazioni di inattività e delle cessazioni in corso, 294 Cooperative Sociali di tipo A. Il loro numero è in continua crescita, sia rispetto all ultima rilevazione curata dall Istat di cui sono disponibili i dati risalenti al 2005, sia nei confronti dell indagine realizzata dalla Regione Piemonte nel In rapporto alla popolazione residente, a fine 2008 erano presenti 6,6 cooperative sociali A ogni abitanti, indice anch esso in aumento rispetto al 2005 (5,7) e al 2002 (5,1). Per effetto di questa crescita e del contestuale consolidamento di molte cooperative - tra le quali figurano ormai vere e proprie grandi imprese di servizi - la base sociale (soci lavoratori, volontari e di altra natura), complessivamente stimabile a fine 2008 in oltre persone fisiche, è cresciuta in sei anni del 70%; a fine 2008 più di persone lavoravano nelle Cooperative A, per un incremento in sei anni del 68%. Tabella 1. Prospetto riepilogativo cooperative sociali A in Piemonte (2002 e 2008) Variazione % Cooperative ,1 Soci * 70,1 Addetti ,0 Valore Produzione ,9 (47,6)** *(di cui 128 persone giuridiche) ** incremento calcolato con valori a prezzi invariati Il trend di crescita del numero di cooperative, negli ultimi anni, presenta marcate differenze territoriali: in alcune province l incremento è stato sostenuto - è il caso di Cuneo, Alessandria, Biella - mentre in altre il loro numero è rimasto sostanzialmente invariato (Novara e Verbania). Nella provincia capoluogo lo stock di cooperative si è arricchito di 21 unità, sebbene in termini percentuali l incremento sia risultato più contenuto della media regionale (+19,6%). Per effetto dei diversi comportamenti demografici territoriali, le cooperative torinesi oggi costituiscono il 43,5% del totale - nel 2002 erano il 50%. È viceversa cresciuto, nello stesso periodo, il peso della cooperazione A di Cuneo, Biella e Alessandria. 16

18 Tabella 2. Numero e distribuzione percentuale delle cooperative per provincia (anni 2002, 2005 e 2008) Prov Var. % N % N % N % Var % su tot AL 23 10, , ,3 69,6 2,7 AT 12 5,6 12 4,8 15 5,1 25,0-0,5 BI 8 3,7 17 6,9 19 6,5 137,5 2,8 CN 29 13, , ,0 72,4 3,6 NO 17 7,9 17 6,9 16 5,4-5,9-2,5 TO , , ,5 19,6-6,0 VB 7 3,2 8 3,2 8 2,7 14,3-0,5 VC 13 6,0 10 4,0 19 6,5 46,2 0,5 TOTALE , , ,0 36,1 0,0 È in secondo luogo da segnalare che (Tabella 3), pure tralasciando il picco delle iscrizioni all Albo Regionale del biennio (determinato dalle iscrizioni di tutte le cooperative allora in attività al neonato Albo), la seconda metà degli anni 90 e il decennio in corso hanno visto un flusso relativamente costante d iscrizioni, a fronte di un numero molto limitato di cessazioni. Tabella 3. Iscrizioni e cessazioni all Albo Regionale Cooperative Sociali - Sezione A (serie ) Iscrizioni Cessazioni Saldo Iscr./Cess

19 Tale andamento, come si può osservare, è a grandi linee riferibile all intero territorio regionale. Tabella 4. Iscrizioni all Albo Regionale per anno e Provincia ( ) AL AT BI CN NO TO VB VC I S I S I S I S I S I S I S I S Negli ultimi anni sembra profilarsi viceversa un regime demografico caratterizzato da una più accentuata mortalità. L impennata delle cessazioni nel biennio (rispettivamente 11 e 12 cooperative cancellate dall Albo) potrebbe essere spiegato come semplice effetto burocratico legato alla pulizia degli albi da parte delle province; 5 pure tenendo conto di questa possibilità, appare evidente la difficoltà di una serie di operatori a reggere il confronto con un ambiente che sembra connotato in senso più selettivo. È da notare che nell anno in corso le cessazioni sono state, al mese di ottobre, già dieci, a fronte di 14 nuove iscrizioni (peraltro concentrate nelle province di Cuneo e Torino), per un saldo parziale di quattro cooperative; nel 2008 il saldo tra iscrizioni e cessazioni era stato pari a uno. L evoluzione demografica delle cooperative A dal 1994 ai giorni nostri è illustrata nel grafico sottostante, che bene evidenzia la battuta di arresto del Già in altri anni 5 In altre parole, potrebbe dipendere in parte dalla fase transitoria seguita al trasferimento di competenze alle Province che ha fisiologicamente prodotto dei ritardi nelle procedure di registrazione e cancellazione dall Albo Regionale, la cui tenuta, come si è detto, a partire dal gennaio 2002 è diventata di competenza delle Province. In parte dalla richiesta di aggiornamento dei dati al

20 si era riscontrato un rallentamento: si tratterà, nell immediato futuro, di verificare se alla fase matura della cooperazione sociale della nostra regione corrisponda anche una stabilizzazione del numero di operatori, pure nel quadro di una sostanziale espansione del campo operativo e del mercato dei servizi sociali, sanitari, educativi. Figura 1. Andamento delle iscrizioni-cessazioni all Albo Regionale ( ) L analisi delle cooperative attive a fine 2008 per anno di costituzione evidenzia bene la presenza di tre ondate di formazione delle imprese sociali: la prima, coincidente con gli anni 80, cui corrispondono le cooperative storiche ; la seconda, degli anni 90, che trae spinta dai riconoscimenti istituzionali (la legge nazionale del 1991 e quella regionale del 1994) e che, accanto a un primo picco nel 1993, registra la fase di più sostenuta crescita nel triennio ; la nuova onda, della prima parte del decennio in corso, sostenuta dall ulteriore ampliamento del mercato dei servizi pubblici alla persona. Il grafico evidenzia tuttavia che la tendenza più recente, anche per quanto attiene le iscrizioni, è di un relativo rallentamento della dinamica demografica. 19

21 Figura 2. Cooperative iscritte al 31/12/2008 per anno di costituzione La disamina dei dati e delle tendenze descritte sembra dunque rafforzare alcune peculiarità della cooperazione sociale piemontese nei confronti del dato nazionale. Per quanto non si disponga di dati censuari posteriori alla rilevazione curata dall Istat nel 2005, e quindi di possibilità comparative più recenti, i censimenti realizzati fino a quella data evidenziavano infatti che: la cooperazione sociale piemontese era nel complesso più matura della media nazionale, contando una più elevata quota d imprese nate prima del 1990 (il 34% contro il 28% nazionale nel 2005); rispetto ad altre regioni, la sua crescita recente avveniva più per consolidamento dimensionale dei player esistenti che per proliferazione. In definitiva, per quanto le tendenze evidenziate siano ancora da verificare negli aspetti strutturali, gli ultimi anni sembrano connotarsi come piccolo spartiacque nell evoluzione delle cooperative sociali piemontesi. Nascono nuove cooperative, ma a un ritmo meno sostenuto che in passato, laddove l incremento delle cessazioni segnala le difficoltà di tenuta degli operatori meno solidi. Ciò avviene nel contesto di una rimarchevole crescita delle persone (soci e addetti) che lavorano nelle cooperative e della produzione, il cui valore in sei anni è aumentato quasi del 50%. Dati che rivelano come la cooperazione sociale piemontese tenda a connotarsi come sistema, nel complesso, più strutturato che in passato. 20

22 1.2 LA BASE SOCIALE DELLE COOPERATIVE Al 31 dicembre 2008 il numero di soci delle 274 cooperative sociali di cui si conosce il dato ammontava a , contro i del 2002, per un incremento complessivo del 69%. La maggioranza dei soci è costituita da persone fisiche (99,5%) ma c è stato un aumento anche delle persone giuridiche. I soci lavoratori rappresentano l 87% della compagine sociale (erano il 79% nel 2002) ed hanno avuto una crescita vicina al 90%. Anche i soci volontari sono cresciuti in misura rimarchevole, più che raddoppiando il loro numero e arrivando a pesare il 6,5% (dal 4,6% del 2002) sul totale. Viceversa, gli altri soci sono calati del 37% circa, passando dal 16% del totale della compagine societaria all attuale 6%. Nel gruppo degli altri soci si trovano 920 soci finanziatori (3,3% dei soci persone fisiche) e 784 soci cooperatori speciali (pari al 2,8%). Tabella 5. Compagine sociale per tipologia di soci. Confronto Saldo N. % N. % N. Var. % Soci lavoratori , , ,0 Soci volontari 765 4, , ,8 Altri soci , , ,8 Persone giuridiche 58 0, , ,7 TOTALE , , ,5 Per effetto di questi mutamenti la compagine proprietaria delle cooperative, assume dunque una connotazione tendenzialmente mono-stakeholder, 6 con una componente professionale dominante, integrata da una quota non marginale di soci volontari. 21

23 1.2.1 Le persone fisiche Le persone fisiche socie di cooperative possono essere soci lavoratori, soci volontari, soci finanziatori e soci cooperatori speciali. La figura 3 mostra come il peso dei soci lavoratori sul totale delle persone fisiche sia cresciuto dal 2002 al Figura 3. Composizione delle persone fisiche socie di cooperative. Confronto I soci lavoratori. Tra il 2002 ed il 2008 il numero di soci lavoratori è cresciuto da a (+47,5%); un incremento considerevole, che ha interessato in modo specifico le diverse province. Torino rimane la provincia con la maggioranza dei soci lavoratori presenti nella regione (37% del totale, contro quasi il 40% del 2002), ma il loro numero cresce significativamente in altre province: 6 Il riferimento è al concetto di cooperazione sociale come modello di impresa multistakeholder elaborato anni addietro nell ambito del dibattito che si raccoglie intorno alla rivista Impresa Sociale; la specificità delle imprese sociali, secondo questo punto di vista, consisteva nel loro essere organizzazioni in grado di mobilitare e organizzare molteplici portatori d interesse (istituzioni, lavoratori, utenti dei servizi, famiglie, comunità locale, ecc.). La compresenza dei diversi interessi è testimoniata, tra l altro, dalla presenza significativa di volontari nella compagine sociale. 22

24 triplica il numero di soci lavoratori delle cooperative della provincia di Biella, cresce di molto quello delle cooperative di Vercelli (+87%), Novara (+57%) e Alessandria (+40%). In parziale controtendenza le province di Verbania (-12%, l unica con saldo negativo) ed Asti (+9%, l unica con una crescita inferiore al 30%). La disaggregazione per sesso dei soci lavoratori segnala l accentuarsi della femminilizzazione delle cooperative A. Non vi sono infatti province (a differenza del 2002) con una presenza femminile inferiore all 80% del totale. La quota di socie lavoratrici sul totale sale dall 81% all 87%, in virtù soprattutto della crescita di 8-15 punti percentuali dell incidenza della componente femminile nelle province di Biella, Torino, Cuneo e Novara (dove sale al 93%). Tabella 6. Totale soci lavoratori per sesso e provincia della sede legale. Confronto Provincia (M) % su totale (F) % su totale TOTALE (M) % su totale (F) % su totale TOTALE Variazione percentuale AL 11,6 88, ,2 86, ,8 AT 7,9 92, ,7 92, ,2 BI 11,6 88, ,9 73, ,2 CN 13,9 86, ,7 77, ,3 NO 7,0 93, ,6 85, ,6 TO 15,4 84, ,2 74, ,5 VB 13,9 86, ,8 86, ,5 VC 10,1 89, ,5 90, ,2 Piemonte 12,7 87, ,9 81, ,5 I soci volontari. Un terzo circa dei soci volontari complessivi opera in cooperative che hanno sede legale in provincia di Torino; in altre quattro province (Alessandria, Biella, Cuneo e Vercelli) i soci volontari rappresentano il 12-16% del totale piemontese. Dal punto di vista del trend, i volontari hanno avuto un incremento - tra il 2002 ed il pari al 141%, ma con andamenti territoriali molto differenti. L incremento più elevato si è registrato tra le cooperative biellesi, in cui si è passati da 8 a 230 volontari. Incrementi a tre cifre si sono registrati anche nelle cooperative di Vercelli, Alessandria e Verbania, dove però il numero di soci volontari è rimasto decisamente basso. Dal punto di vista del genere, il peso delle donne nel 2008 risulta superiore al 58%. 23

25 Tabella 7. Totale soci volontari per sesso e provincia. Confronto sul totale Provincia (M) % su (F) % su Variazione TOTALE TOTALE totale totale percentuale AL 32,7 67, ,7 AT 48,1 51, ,7 BI 35,7 64, ,0 CN 49,8 50, ,4 NO 57,1 42, ,4 TO 47,3 52, ,1 VB 8,8 91, ,5 VC 31,0 69, ,1 Piemonte 41,2 58, ,8 I soci finanziatori. I soci finanziatori sono 920, dei quali il 70% fa parte delle compagini sociali di cooperative torinesi, mentre il 12% è inserito in cooperative cuneesi. Il peso delle altre province, da questo punto di vista, è compreso tra l 1% ed il 4%. Quasi il 58% dei finanziatori è composto da donne. Tabella 8. Totale soci finanziatori per sesso e provincia (2008) Provincia (M) % su totale (F) % su totale TOTALE AL 47,8 52,2 23 AT 66,7 33,3 24 BI 60,0 40,0 20 CN 33,3 66,7 111 NO 36,4 63,6 11 TO 42,0 58,0 645 VB 16,7 83,3 36 VC 64,0 36,0 50 Piemonte 42,3 57,7 920 I soci speciali. Residuali o assenti in cinque province, i soci speciali contano alcune decine di persone a Cuneo e diverse centinaia a Torino (38%) e, soprattutto, a Biella (56% del totale). La concentrazione di questi soci è elevatissima: sono solo 18 le cooperative che includono questo tipo di soci e in tredici casi non superano i cinque individui. Inoltre, due sole cooperative, una con sede a Biella e l altra a Torino, hanno il 92% dei soci speciali. 24

26 Tabella 9. Totale soci speciali per sesso e provincia (2008) Provincia (M) % su totale (F) % su totale TOTALE AL 66,7 33,3 3 AT 0,0 100,0 1 BI 14,2 85,8 438 CN 47,4 52,6 38 NO TO 16,9 83,1 295 VB 0,0 100,0 8 VC 100,0 0,0 1 Piemonte 17,0 83, Le persone giuridiche Tra i soci di cooperativa sono presenti anche persone giuridiche, sebbene i casi di cooperative partecipate da enti e imprese siano piuttosto circoscritti. Con la riforma del diritto societario i soci sovventori e i titolari di azioni di partecipazione cooperativa, precedentemente disciplinati dalla legge 59 del 1992, sono comunemente compresi nella categoria dei soci finanziatori introdotta al fine di promuovere il finanziamento delle cooperative. Sono comunque 47 (pari al 16% del totale) le cooperative in cui sono presenti, tra i soci, persone giuridiche, per un totale di 128 persone giuridiche (delle quali il 98% è costituito da privati). Rispetto al dato complessivo piemontese del 2002, quando le persone giuridiche presenti nella compagine sociale delle cooperative erano 58, si osserva in ogni caso un incremento e una presenza predominante (70%) in provincia di Torino. Tabella 10. Presenza tra i soci di persone giuridiche per provincia Provincia Cooperative in cui sono presenti persone giuridiche Persone giuridiche pubbliche Persone giuridiche private Totale persone giuridiche AL AT BI CN NO TO VB VC Piemonte

27 1.3 GLI OCCUPATI Complessivamente a fine 2008 le cooperative sociali A piemontesi di cui si conosce il dato (275 su 294) impiegavano circa addetti, tra occupati stabili, tempi determinati, collaboratori, altri contratti. Poiché il conteggio del totale degli occupati varia al variare dei subtotali utilizzati per il calcolo, 7 ai fini della presentazione dei dati si assumerà convenzionalmente il valore di (in ogni caso le variazioni sono sempre contenute nel numero di poche decine). Tabella 11. Occupati per rapporto societario, tipo e durata del contratto ( ) N. N. % Totale Lavoratori Soci ,3 Lavoratori Non soci N.D ,7 100,0 Tempi indeterminati N.D ,3 A termine N.D ,7 100,0 Subordinati N.D ,4 Altri contratti ,6 Le cooperative sociali A rappresentano ormai una quota non marginale dell intera occupazione regionale (pari all 1,6% nel 2008), per quanto tale dato debba tenere conto che una parte degli addetti di alcune cooperative di grandi dimensioni operi in altre regioni. Il confronto tra il 2002 ed il 2008 in ogni caso mostra come l incidenza occupazionale delle cooperative sia in forte crescita, da 86 lavoratori ogni occupati complessivi del 2002 agli attuali 156: l incremento del numero complessivo degli occupati nelle cooperative è stato del 92% in sei anni, periodo in cui è cresciuto, ma in misura molto più contenuta, l intero bacino occupazionale regionale (da a , pari ad un +7,6%). Anche questo dato presenta forti variazioni territoriali. La crescita più consistente è avvenuta nelle cooperative di Vercelli e Biella, provincia (con Verbania) 7 A seconda, in altre parole, che il totale degli occupati sia ricavato dalla somma dei subtotali relativi al tipo di contratto, oppure al genere, alla posizione societaria, ecc. 26

28 in cui peraltro l occupazione complessiva è diminuita. Queste due province rappresentano, con Alessandria, i territori di maggiore incidenza occupazionale delle cooperative sociali A (da 250 a 550 addetti ogni occupati). Tra le altre province, Novara e Torino si attestano intorno ai 120 addetti su occupati, mentre Asti, Cuneo e Verbania presentano indici compresi tra i 93 e i 98 addetti su occupati. Anche queste differenze provinciali, tuttavia, devono tenere conto del progressivo ampliamento del raggio d azione delle cooperative; il dato di Vercelli, ad esempio, è condizionato in misura decisiva dalla presenza sul territorio di una grande cooperativa il cui mercato è però solo in parte provinciale. La stessa considerazione è replicabile per Alessandria. 8 Figura 4. Occupati nelle cooperative A su lavoratori complessivi per provincia della sede legale. Confronto L incremento del peso occupazionale delle cooperative sociali A è ancora più evidente se si rapporta il numero dei loro addetti al totale degli occupati (del settore pubblico e privato) operanti nelle attività sociali, sanitarie e assistenziali. 9 Considerando insieme istruzione, sanità e servizi sociali, l incidenza occupazionale delle cooperative sociali A è cresciuta in sei anni dal 7,7% al 12,6% del totale occupati, cresciuto nell insieme del 13%. 10 Al 2008, gli occupati delle 8 In genere si tratta di province confinanti con altre regioni: Lombardia, Liguria. 9 In altri termini, le attività corrispondenti al valore 85 della classificazione Ateco Elaborazioni dell Osservatorio Regionale Mercato del Lavoro (ORML) su dati Istat. 27

29 cooperative A costituivano viceversa il 21% circa del totale regionale degli addetti ai settori sanità e assistenza (anche in questo caso si tratta di una stima per eccesso, poiché una parte di addetti delle cooperative piemontesi opera in altre regioni). Dal punto di vista territoriale, il 40% circa lavora in cooperative con sede in provincia di Torino, il 18,7% di Vercelli, il 13,6% di Alessandria. È opportuno ribadire che tali percentuali non coincidono con gli addetti provinciali del settore; alcune cooperative torinesi, ad esempio, gestiscono strutture e servizi al di fuori della provincia, così come in provincia di Torino sono occupate persone alle dipendenze di cooperative esterne. I dati relativi a Vercelli e Alessandria, anche in questo caso, sono legati alla presenza di grandi cooperative il cui mercato è però solo in parte di tipo provinciale. Rispetto al 2002 è lievemente diminuita l incidenza relativa degli occupati in cooperative della provincia di Torino, trend riferibile anche ad Alessandria, Asti e Verbania. In netto aumento, viceversa, l incidenza relativa degli occupati nelle cooperative di Biella, Cuneo e in parte di Vercelli e Novara. Tabella 12. Numero e distribuzione degli occupati per provincia (2008 e 2002) Provincia Totale Totale % occupati occupati % AL , ,7 AT 919 3, ,7 BI , ,1 CN , ,0 NO , ,2 TO , ,7 VB 677 2, ,3 VC , ,4 Piemonte , ,0 In tutte le province nel periodo considerato le cooperative A hanno incrementato il numero degli occupati. In termini percentuali l incremento più rilevante è avvenuto tra le cooperative della provincia di Biella (che hanno triplicato i loro addetti), ma consistenti incrementi relativi si sono registrati anche tra le cooperative cuneesi, novaresi e biellesi. Importanti, ma inferiori al dato medio (68,4%), gli incrementi occupazionali delle cooperative di Torino, Alessandria e Asti. 28

30 Figura 5. Variazioni % ( ) del numero di occupati nelle cooperative per provincia della sede legale Occupati per tipo di rapporto con la cooperativa Gli occupati nelle cooperative possono essere soci lavoratori e lavoratori non soci. In quanto socio, il lavoratore concorre alla gestione dell impresa, partecipa all elaborazione di programmi di sviluppo, contribuisce alla formazione del capitale sociale partecipando al rischio d impresa, mette a disposizione della cooperativa le proprie capacità professionali. Il contratto di lavoro prestato nell ambito associativo si costituisce con l adesione del lavoratore, in qualità di socio, ad una cooperativa, in forma subordinata o autonoma. È prevista anche una forma di collaborazione coordinata non occasionale, ovvero in forma di contratto parasubordinato a progetto. In linea con i principi mutualistici delle cooperative, la popolazione degli occupati nelle cooperative A del Piemonte vede la netta prevalenza dei lavoratori soci. Dei occupati, infatti, essi rappresentano una quota pari all 83,3% (corrispondente a persone); tale percentuale, pure rilevante, risulta tuttavia in contrazione rispetto a quanto rilevato nel 2002 (87,2%). 29

31 Figura 6. Soci lavoratori e lavoratori non soci sul totale occupati. Confronto Le differenze tra le province sono abbastanza nette, come si può osservare nella tabella successiva. Se a Biella e a Vercelli la quota di lavoratori non soci sul totale è pari all 8%, a Torino raggiunge infatti il 23%, passando per il 18,7% di Novara ed il 18% di Cuneo. Tabella 13. Soci lavoratori e lavoratori non soci per provincia della sede legale. Provincia Soci lavoratori (%) 2008 Lavoratori non soci (%) Totale lavoratori AL 88,05 11, AT 84,87 15, BI 92,09 7, CN 82,02 17, NO 81,31 18, TO 76,86 23, VB 85,97 14, VC 92,06 7, Piemonte 83,32 16,

32 Il peso delle due componenti è quindi variabile; i trend provinciali (confronti ), inoltre, consentono di porre in evidenza tre percorsi: a Biella e Vercelli è calato il peso relativo dei lavoratori non soci sul totale, pure in una situazione di crescita complessiva del numero dei lavoratori, soprattutto nel biellese; a Novara e ad Alessandria il peso dei lavoratori non soci è rimasto sostanzialmente inalterato, nel quadro di una crescita numerica dell occupazione complessiva; ad Asti, Cuneo, Torino e Verbania la crescita degli occupati è avvenuta nel quadro di un sostanziale incremento dell importanza dei lavoratori non soci: nel VCO, addirittura, è triplicato sia il peso che il numero di lavoratori non soci, mentre è rimasto stabile, in valori assoluti, quello dei soci Lavoratori per tipo di contratto I lavoratori stabili (assunti con contratto a tempo indeterminato) continuano a rappresentare il nocciolo duro del lavoro sociale nelle cooperative, circa i tre quarti del totale degli occupati. La cooperazione sociale rimane dunque un settore caratterizzato dalla prevalenza di rapporti di lavoro continuativi, ma è tuttavia da notare - nel confronto con il che i contratti a tempo indeterminato, pure in aumento in termini assoluti, appaiono in sensibile calo in termini relativi in tutte le province. Tabella 14. Occupati stabili e totale occupati per provincia della sede legale. Confronto Provincia Occupati stabili Totale occupati % stabili Occupati stabili Totale occupati % stabili Var. % stabili AL , ,3-8,2 AT , ,1-20,7 BI , ,6-16,5 CN , ,7-23,7 NO , ,5-3,8 TO , ,7-13,7 VB , ,6-15,1 VC , ,0-0,7 Piemonte , ,2-11,8 31

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