Fabio Cioffi, Alberto Cristofori

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1 Fabio Cioffi, Alberto Cristofori Correva l anno Corso di storia antica e medievale 2 Da Augusto all alto medioevo

2 Fabio Cioffi, Alberto Cristofori CORREVA L ANNO Corso di storia antica e medievale 2 DA AUGUSTO ALL ALTO MEDIOEVO LOESCHER EDITORE

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4 per studiare L approccio narrativo ai fatti del passato e la riflessione guidata sui temi e problemi della storia che caratterizzano Correva l anno ti offrono un avvicinamento critico alla storia politico-istituzionale ed economica. Le carte Ti aiutano a collocare meglio nello spazio e nel tempo gli eventi trattati. La linea del tempo Ti mostra quando e in quale successione sono avvenuti i principali avvenimenti storici e sociali di ciascun periodo. Lo scenario Contiene le questioni chiave dell epoca considerata e ti offre gli strumenti per una breve lezione introduttiva. Domanda guida Ogni paragrafo è accompagnato da una domanda che ti aiuta a sintetizzare i concetti chiave affrontati e a prepararti all interrogazione. Carta o schema a inizio paragrafo All inizio di ogni paragrafo trovi una carta, una foto o uno schema che introduce concettualmente gli avvenimenti che saranno affrontati. Rimandi Per alcuni argomenti trattati nel capitolo vengono proposti degli approfondimenti negli Album o in Fonti e storiografia. Il lessico della storia Riprende e amplia il significato di alcune parole chiave presenti nel testo, avvicinandoti al linguaggio della storia. Tutor Per prepararti all interrogazione e alle probabili domande dell insegnante, puoi risolvere i tuoi dubbi consultando il Tutor. Tra leggenda e storia Ti aiuta a legare i fatti storici ai temi dell epica e della mitologia.

5 SEZIONE1 indice L apogeo dell impero romano 8 1 Il principato di Augusto 10 1 La costruzione del principato 11 La storia da vedere La battaglia della foresta di Teutoburgo (9 d. C.) 18 2 La società romana nell età di Augusto 20 La storia da vedere La famiglia di Ottaviano Augusto 22 3 La politica culturale di Augusto 23 la grammatica della storia Burocrazia 26 Album arte e cultura L immagine del potere: i volti di Augusto 27 arte e cultura Il mito di Enea in età augustea 28 economia, tecniche e società Gli acquedotti romani 29 fonti e storiografia fonti Augusto non è un principe ma un monarca 30 storiografia Carriera senatoria e carriera equestre 31 Gli intellettuali al servizio del principato 31 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 32 Attività 34 2 L impero romano nel i e nel ii secolo d. C La dinastia giulio-claudia 37 2 La dinastia flavia 43 La storia da vedere L assedio di Masada (72-73 d. C.) 45 3 Società e politica nel i sec. d. C L apogeo dell impero 52 La storia da vedere Il limes romano 57 5 Società e politica nel ii secolo d. C. 58 la grammatica della storia Principato 62 Album arte e cultura La Colonna Traiana: una storia per immagini 63 arte e cultura Il Colosseo 64 economia, tecniche e società Le abitazioni nella Roma imperiale 65 fonti e storiografia fonti La morte di Tiberio 66 storiografia La città nell età imperiale 67 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 68 Attività 70 3 La nascita del cristianesimo 72 1 Le origini del cristianesimo 73 2 Il cristianesimo nel ii e iii secolo d. C. 78 la grammatica della storia Eresia 83 Album arte e cultura I simboli paleocristiani 84 economia, tecniche e società La basilica 85 fonti e storiografia fonti Pro e contro il cristianesimo 86 storiografia L attendibilità storica dei Vangeli 87 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 88 Attività 90

6 SEZIONE2 La fine del mondo antico 92 4 La crisi del iii secolo 94 1 L età dei Severi 95 2 Il periodo dell anarchia militare 101 la grammatica della storia Crisi economica 105 Album economia, tecniche e società Palmira 106 arte e cultura Ctesifonte e l arte monumentale sasanide 107 fonti e storiografia fonti Carattere di Alessandro Severo 108 storiografia Il secolo della grande crisi del mondo antico 109 Un esempio di riforma fiscale 109 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 110 Attività L epoca delle invasioni Roma e i barbari nel iii secolo Le grandi migrazioni 144 La storia da vedere La battaglia di Adrianopoli (378) I regni romano-barbarici 151 La storia da vedere I regni romano-barbarici 156 la grammatica della storia Medioevo 157 Album arte e cultura Il mausoleo di Galla Placidia 158 economia, tecniche e società La Grande Muraglia 159 fonti e storiografia fonti I Goti maltrattati si ribellano 160 storiografia Natura e civiltà 161 I regni romano-barbarici 161 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 162 Attività Il tardo impero da Diocleziano a Teodosio Diocleziano: l impero si divide L età di Costantino Da Costantino a Teodosio: l impero cristiano 126 la grammatica della storia Oriente/Occidente 131 Album arte e cultura Il palazzo di Diocleziano a Spalato 132 economia, tecniche e società La Tavola Peutingeriana 133 fonti e storiografia fonti L Editto di Milano 134 storiografia La povertà diffusa 135 Oriente contro Occidente 135 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 136 Attività 138

7 SEZIONE3 Il Mediterraneo diviso L impero bizantino L impero d Oriente Giustiniano e la restaurazione dell impero Il vi secolo in Italia L impero bizantino dal vii all xi secolo La civiltà bizantina 188 La storia da vedere L arte bizantina nel Medioevo 190 la grammatica della storia Teocrazia 191 Album arte e cultura I Bizantini a Ravenna: San Vitale 192 arte e cultura I Bizantini a Venezia: San Marco 193 fonti e storiografia fonti La battaglia di Gualdo Tadino 194 storiografia Le contraddizioni di Leone III 195 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 196 Attività La civiltà araba Gli Arabi prima di Maometto Maometto, il Profeta L espansione dell islam 206 La storia da vedere L espansione islamica (vii-viii secolo) La nuova religione, l islam La società e la cultura araba 215 la grammatica della storia Islam 219 Album arte e cultura L arte islamica altomedievale 220 economia, tecniche e società La moschea e la città 221 fonti e storiografia fonti La condizione delle donne nel Corano 222 storiografia L espansione araba: frattura o progresso? 223 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 224 Attività I Longobardi in Italia L ultima invasione germanica L Italia longobarda L apogeo dei Longobardi La fine del regno longobardo 242 la grammatica della storia Codice 245 Album arte e cultura Teodolinda a Monza 246 economia, tecniche e società Il cavallo nel mondo longobardo 247 fonti e storiografia fonti L Editto di Rotari 248 Una sanguinosa successione 248 storiografia Le trasformazioni sociali ai tempi di Liutprando 249 La religione dei Longobardi 249 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 250 Attività 252

8 SEZIONE4 L Alto Medioevo L impero carolingio Franchi prima di Carlo Magno 257 La storia da vedere La battaglia di Poitiers (732) Le guerre di Carlo Magno 262 La storia da vedere Le campagne di Carlo Magno Carlo Magno imperatore La rinascita carolingia 273 la grammatica della storia Impero 276 Album arte e cultura La cappella palatina di Aquisgrana 277 arte e cultura Le abbazie: San Gallo e Lorsch 278 economia, tecniche e società La scrittura e la miniatura in epoca carolingia 279 fonti e storiografia fonti Il Capitulare de villis 280 storiografia L istituto del vassallaggio 281 Un incoronazione scandalosa 281 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 282 Attività L impero tra il ix e l xi secolo La crisi dell impero carolingio Il Sacro romano impero germanico 291 La storia da vedere La battaglia di Lechfeld (955) Gli ultimi invasori: Saraceni, Normanni, Ungari 297 La storia da vedere Le ultime invasioni (ix-x secolo) L età feudale 304 la grammatica della storia Europa 307 Album arte e cultura La Sicilia dagli Arabi ai Normanni 308 economia, tecniche e società Le rune 309 fonti e storiografia fonti Il giuramento di Strasburgo 310 storiografia La debole reazione dell Europa 311 La prima incursione degli Ungari in Italia 311 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 312 Attività La società alto medievale L economia feudale 317 La storia da vedere I pellegrinaggi religiosi nell Alto Medioevo L organizzazione della società La mentalità alto medievale 333 la grammatica della storia Feudalesimo 337 Album economia, tecniche e società La rappresentazione del mondo conosciuto 338 economia, tecniche e società I bestiari medievali 339 fonti e storiografia fonti L istituzione del riposo domenicale 340 storiografia Come doveva mangiare il re dei Franchi 341 guida allo studio Cronologia e Percorso breve 342 Attività 344 L Europa oggi 346 appendici Il lessico della storia 350 Elenco delle carte 355

9 1 e Cleopatra ad Azio 3075_S1_C1_BZ4_ indd 8 23 a. C. Augusto assume il potere proconsolare e la potestà tribunizia Dinastia flavia d. C d. C. Dinastia giulio-claudia Ottaviano riceve grandi avvenimenti a. C. per orientarti 31 Sconfitta di Antonio PRINCIPATO anno 0 REPUBBLICA 27 a. C d. C. il titolo di Augusto 27 a. C.-68 d. C. 27 a. C. Ottaviano è nominato principe 28 a. C. Prima persecuzione contro i cristiani L apogeo dell impero romano SEZIONE I SECOLO d. C d. C. Principato di Tiberio d. C. Principato di Claudio d. C. Principato di Vespasiano 43 d. C. Conquista della Britannia 12 a. C. Augusto nominato pontefice massimo 14 d. C. Morte di Augusto 66 d. C. Rivolta degli Ebrei 30 d. C. Morte di Gesù 64 d. C. Incendio di Roma 3/29/11 5:32 PM

10 Ibernia O C E A N O A T L A N T I C O Spagna Ibernia O C E A N O A T L A N T I C O Spagna Caledonia Britannia Caledonia Britannia Gallia M a u r e t a n i Gallia S a s S a s Sardegna e Corsica s o n i Sv e v i Cartagine Numidia M a u r e t a n i limiti dell Impero alla fine del II secolo G e s o n i area iniziale di diffusione del cristianesimo G e r m Sv e v i Sardegna e Corsica Numidia territori di Roma alla vigilia di Azio (31 a.c) territori di Roma nel I sec. d.c. Scandia Scandia r m a n G o Italia Roma diffusione del cristianesimo alla fine del II secolo G o a n i a Italia t i Sicilia t i i a Sicilia P o p o l i b a l Pannonia Illirico P o p o l i b a l t i c i Pannonia Illirico Mare Mediterraneo Africa proconsolare t i c i Macedonia Acaia M a r e M e d i t e r r a n e o Africa proconsolare Cirenaica e Creta Macedonia Acaia Cirenaica e Creta Asia Asia Alessandria S a r m a t i Licia Egitto S a r m a t i Licia Egitto Regno del Bosforo Mar Nero Galatia Bitinia e Ponto Frigia Regno del Bosforo Mar Nero Galatia Bitinia e Ponto Frigia Cilicia Cipro Cilicia Cipro Cappadocia Gerusalemme Cappadocia Siria Siria A l a n i Regno dei Parti Deserto arabico A l a n i Deserto arabico Alla fine del i secolo a. C., dopo decenni di drammatiche guerre civili, Roma assiste all agonia della repubblica e al nascere di un nuova forma di governo, l impero. Per due secoli, dalle sconfinate pianure del Nord Europa alle assolate terre dell Africa settentrionale e ai grandi fiumi della Mesopotamia, i popoli sono spettatori del trionfo della potenza romana. Per duecento anni Roma e le province dell impero conoscono un periodo di pace, di sicurezza e di prosperità, che non a caso è stato chiamato il periodo della pax romana (la «pace romana»). Lo scenario della potenza di Roma non è più solo il bacino del Mediterraneo: i suoi domini hanno raggiunto l Europa centrale, la Britannia, le regioni del Medio Oriente. In questo scenario, la storia ci porta in Palestina. Qui, infatti, convenzionalmente, «scocca l anno zero», l anno della nascita di Cristo. Ci vorrà molto tempo prima che l impero si renda conto dell importanza della predicazione di Gesù. Eppure in poco più di un secolo il cristianesimo si diffonde in tutto l impero, fino a Roma. Proprio tra impero e cristianesimo, alla fine del ii secolo d. C. si apre la partita decisiva per le sorti della potenza romana. Caucaso Caucaso Mar Caspio Mar Caspio Lo scenario d. C. Imperatori adottivi d. C. Dinastia degli Antonini d. C. Principato di Tito d. C. Principato di Traiano 79 d. C. Eruzione del Vesuvio e distruzione di Pompei d. C. Principato di Adriano d. C. Conquista di Dacia, Arabia Petrea, Armenia, Assiria e Mesopotamia d. C. Principato di Marco Aurelio 161 d. C. Attacco dei Parti 175 d. C. Vittoria dei Romani sui Germani d. C. Principato di Commodo

11 10 CAPITOLO 1 Sezione 1 L apogeo dell impero romano Il principato di Augusto La storia racconta La «gemma augustea», onice, d. C. (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Il cammeo rappresenta in modo allegorico la potenza di Augusto. Nella parte superiore è raffigurata l incoronazione del principe, seduto accanto alla dea Roma. Nella parte inferiore alcuni legionari innalzano un trofeo con le armi dei nemici sconfitti. Nel mio sesto e settimo consolato [28-27 a. C.], dopo che ebbi estinto le guerre civili, assunto per universale consenso il controllo di tutti gli affari di Stato, trasmisi il governo della repubblica dal mio potere alla libera volontà del senato e del popolo romano. Per questa mia benemerenza, con decreto del senato, ebbi l appellativo di Augusto, la porta della mia casa fu pubblicamente ornata di alloro, e sull entrata fu affissa una corona civica; nella Curia Giulia fu posto uno scudo d oro con un iscrizione attestante che esso mi veniva offerto dal senato e dal popolo romano in riconoscimento del mio valore, della mia clemenza, della mia giustizia e pietà. Da allora in poi fui superiore a tutti in autorità, sebbene non avessi maggior potere di tutti gli altri che furono miei colleghi in ciascuna magistratura. (Cesare Ottaviano Augusto, Res gestae divi Augusti, 34, 1-3, a cura di L. Canali, Roma, Editori Riuniti, 1982, p. 97)

12 Capitolo 1 Il principato di Augusto 11 1 La costruzione del principato I domini di Roma all inizio del principato (fine i secolo a. C.) Ibernia Caledonia S a s Scandia s o n i G e r m G o a n i a t i P o p o l i b a l t i c i Sv e v i S a r m a t i O C E A N O A T L A N T I C O Spagna Citeriore M a u r e t a n i Gallia Narbonense Numidia Gallia Cisalpina Sardegna e Corsica Italia Sicilia Africa proconsolare Illirico Macedonia Acaia Mare Mediterraneo Cirenaica e Creta Asia Licia Regno del Bosforo Galatia Bitinia e Ponto Frigia Mar Nero Cilicia Cipro Cappadocia Siria A l a n i Regno dei Parti Deserto arabico Caucaso Mar Caspio Egitto Domanda guida Come si può definire il potere di Ottaviano? Il lessico della storia Principe: il termine latino princeps («il primo») indicava a Roma l uomo politico più illustre, il primus inter pares, cioè il primo tra individui di pari dignità. Il princeps senatus («principe del senato»), per esempio, era il senatore più anziano e autorevole, che aveva il diritto di parlare e votare per primo nell assemblea. Ottaviano, principe di Roma Dopo la vittoria di Azio (31 a. C.) su Marco Antonio e Cleopatra e l annessione dell Egitto ai domini romani, nel 29 a. C. Ottaviano celebrò il suo trionfo. Quindici anni dopo Giulio Cesare, all età di trentadue anni egli era il nuovo padrone di Roma. Lo sarebbe rimasto fino al 14 d. C., per quarantatre anni, assicurando allo Stato romano un lungo periodo di stabilità. Un secolo di guerre civili aveva stremato il popolo. Roma ora chiedeva pace e ordine; Ottaviano sembrava in grado di garantirli. Decimata dalle lotte intestine, la stessa classe dirigente romana, un tempo orgogliosa e autorevole, era ormai pronta a consegnare il potere nelle mani di una sola persona, consapevole che il regime repubblicano non era più in grado di rispondere alle esigenze di uno Stato dai confini così vasti. La scelta politica di Ottaviano fu quella di conquistare il potere in maniera graduale. Egli sapeva che i Romani, pur reclamando un potere forte ed efficace, continuavano ad avere in odio re e monarchie: essi volevano essere cittadini e non sudditi. Ottaviano si presentò dunque come difensore delle tradizioni: conservò le magistrature esistenti e rifiutò di attribuirsi cariche straordinarie, come quella di dittatore. Forte del consenso che aveva presso gli aristocratici e i cavalieri, mantenne l ordinamento repubblicano, ma lo fece in modo da accentrare nelle sue mani e come vedremo in quelle dei suoi successori tutti i poteri dello Stato, annullando di fatto il principio della collegialità tra le varie cariche politiche (consoli, senatori, tribuni) che era stato il fondamento della repubblica. Ottaviano non volle dunque essere considerato un sovrano, bensì il principe (princeps), ossia il primo cittadino di Roma, colui che per prestigio e autorità deteneva il potere ed era in grado di fare il bene dello Stato, ma, diversamente da un sovrano,

13 12 Sezione 1 L apogeo dell impero romano Fonti e storiografia p. 30 non governava da solo. Dal titolo di principe deriva il termine principato, con il quale gli storici indicano la forma di governo inaugurata da Ottaviano, il quale, senza abolire formalmente la repubblica, di fatto assunse la guida dello Stato [p]. TUTOR Il sistema di potere di Ottaviano: impero o principato? Per definire la natura del potere di Ottaviano e la forma di governo che segnò il passaggio dalla repubblica all impero, gli studiosi hanno usato il termine principato. Il problema politico di Ottaviano era governare con i pieni poteri di un sovrano senza però proclamarsi tale. La repubblica era ormai finita e Roma stava diventando di fatto un impero, ma Ottaviano cercò di mettere in atto questa trasformazione con prudenza. Si guardò, per esempio, dall assumere gli atteggiamenti autoritari che erano stati di Giulio Cesare ed evitò di comportarsi alla maniera dei sovrani orientali come aveva fatto Marco Antonio. Tutti i poteri erano nelle sue mani, ma un abile propaganda riuscì a presentarlo come difensore della repubblica. La dea Roma regge nella mano una Vittoria alata, calco di rilievo (Roma, Museo dell Ara Pacis, originale conservato a Tunisi, Museo del Bardo). Moneta d oro su cui è impresso il nome di Augusto, a. C. (Oxford, Ashmolean Museum). Ottaviano diventa Augusto Domanda guida Quali furono le cariche politiche di Ottaviano? Il lessico della storia Imperator: in età repubblicana era il titolo con cui l esercito acclamava un comandante dopo una vittoria importante. Giulio Cesare fu il primo a usarlo in modo permanente e ad associarlo al suo nome («Cesare imperatore»). Ottaviano costruì il suo principato attraverso un abile strategia politica che lo portò in pochi anni a sommare cariche e privilegi, evitando però di scontrarsi con il senato, la cui autorità formalmente venne mantenuta. A partire dal 28 a. C. Ottaviano si fece eleggere console per cinque anni consecutivi. Già acclamato imperator, cioè comandante supremo dell esercito, nel 28 a. C. Ottaviano venne nominato anche principe del senato (princeps senatus), titolo che gli dava il diritto di convocare e presiedere le riunioni e di votare per primo le proposte di legge, indirizzando in tal modo il voto dell assemblea.

14 Capitolo 1 Il principato di Augusto 13 Il lessico della storia Augusto: la parola latina Augustus deriva dal verbo augere, che significa «accrescere», «ampliare»; Ottaviano, dunque, è colui che ha accresciuto la potenza di Roma. La parola Augustus ha anche un significato religioso, in quanto si lega ai termini augurium (presagio favorevole) e àuguri (i sacerdoti che interpretavano i segni inviati dagli dèi). Album p. 27 Nel 27 a. C. il senato gli conferì il titolo di Augusto (che in latino significa «degno di venerazione», «protetto dagli dèi»), un titolo religioso che definiva i caratteri quasi divini della sua persona [p] e che diventò parte del suo nome. Da quel momento il nome ufficiale di Ottaviano divenne «imperatore Cesare Augusto figlio del Divo Giulio». Qualche anno più tardi gli verrà attribuito anche l appellativo di «padre della patria», segno della gratitudine del senato e dell intero popolo romano per aver restaurato l ordine e la pace. Nel 23 a. C. Augusto abbandonò la carica di console e si fece conferire i poteri spettanti ai tribuni della plebe (tribunicia potestas) e ai proconsoli (imperium proconsulare), inizialmente per la durata di cinque anni, in seguito a vita. In tal modo egli acquisì le prerogative che spettavano a quelle cariche: nel primo caso, oltre ad accentuare la sacralità e l inviolabilità della sua persona, ebbe il diritto di veto sui provvedimenti degli altri magistrati; nel secondo caso ottenne il potere supremo, militare e civile, su tutte le province. Nel 12 a. C., infine, Augusto fu nominato pontefice massimo, divenendo la suprema autorità religiosa di Roma. TUTOR Anche i successori di Ottaviano vennero chiamati Augusti? A partire dalla seconda metà del i secolo l appellativo di augusto diverrà un elemento abituale del titolo imperiale. Con Diocleziano verrà istituzionalizzato come cognomen imperiale. A partire da Domiziano, inoltre, alla sposa degli imperatori verrà attribuito il titolo di augusta. Cariche e poteri assunti da Ottaviano (28-12 a. C.) Potere militare Potere politico Potere simbolico-spirituale Potere religioso pp imperator pp poteri dei proconsoli pp console pp principe del senato pp poteri dei tribuni pp Augusto pp padre della patria pp pontefice massimo Domanda guida Come si differenziavano le province senatorie e le province imperiali? L amministrazione dell impero: province senatorie e province imperiali Una volta consolidato il proprio potere a Roma, Augusto si dedicò alla riorganizzazione politica e amministrativa dell immenso territorio sottoposto alla sua autorità, distinguendo anzitutto le province in due categorie: senatorie e imperiali. Le province senatorie erano costituite dai territori di conquista più antica, i quali continuarono a essere governati da ex magistrati di nomina senatoria, come prevedeva l ordinamento repubblicano. Le province imperiali comprendevano invece i territori di conquista più recente (la Spagna, la Siria, le Gallie), per i quali era necessaria la presenza di un consistente esercito di occupazione. Queste province furono affidate a governatori nominati dal principe (i legati), che rispondevano del loro operato direttamente ad Augusto. Il ricco territorio dell Egitto ebbe uno statuto particolare: venne infatti considerato non una provincia ma un dominio personale del principe. Augusto impose inoltre che le entrate fiscali delle province imperiali andassero al fisco, una cassa separata posta direttamente sotto il suo controllo, anziché all erario, il tesoro pubblico amministrato dal senato, dove confluivano i più modesti introiti fiscali delle province senatorie.

15 14 Sezione 1 L apogeo dell impero romano Il lessico della storia Romanizzazione: con questo termine s intende l azione esercitata da Roma nei confronti dei popoli vinti, che mirava da un lato a costruire uno Stato unificato dalle stesse leggi e dalla stessa organizzazione sociale e politica, dall altro a imporre i valori della civiltà romana e ad assimilare a una cultura comune le genti sottomesse. Per evitare il diffondersi della corruzione e delle prepotenze ai danni dei provinciali, assai diffuse in età repubblicana, ai funzionari delle province fu assegnato un adeguato stipendio. Inoltre venne creata un nuova categoria di esattori delle imposte, costituita da funzionari statali, che sostituì gli appaltatori privati (i pubblicani), tristemente famosi per la loro prepotenza e disonestà. In seguito a questi provvedimenti le province imperiali, di recente conquista, si sentirono maggiormente tutelate dallo Stato romano e la loro romanizzazione risultò fortemente favorita. Augusto raffigurato come un faraone egizio, rilievo, fine del i sec. a. C. (Berlino, Museo Egizio). TUTOR Perché le entrate dell erario erano inferiori a quelle del fisco? I cittadini romani (in sostanza gli Italici) erano esenti dalle tassazioni dirette (ossia quelle su patrimoni e proprietà), pagate invece dai provinciali. Quando Augusto decise di estendere la cittadinanza romana agli abitanti di molte province senatorie, il numero delle persone tassabili in quei territori si ridusse notevolmente. L erario, che incamerava le entrate fiscali delle province senatorie, godette quindi di introiti decisamente inferiori a quelli del fisco, la nuova cassa creata da Augusto, in cui confluivano le entrate fiscali delle province imperiali. L amministrazione di Roma e della penisola italica Domanda guida Quali erano le funzioni dei prefetti? Uno dei problemi più importanti che Augusto dovette affrontare fu la riorganizzazione dell amministrazione pubblica nella capitale, che era rimasta ancora quella di secoli prima, quando Roma era una piccola potenza regionale. Per quanto ampi I pretoriani, particolare di un rilievo in marmo del ii sec. d. C. (Parigi, Museo del Louvre).

16 Capitolo 1 Il principato di Augusto 15 fossero i suoi poteri, Augusto non poteva governare da solo. Per questo si circondò di una cerchia influente di funzionari di nuovo tipo, i prefetti, nei confronti dei quali si riservò il potere esclusivo di nomina e di revoca. Esistevano vari tipi di prefetti: ppil prefetto urbano curava l amministrazione di Roma e garantiva l ordine pubblico; ppil prefetto dell annona era incaricato di provvedere all approvvigionamento alimentare dell Urbe e alle distribuzioni gratuite di grano ai proletari; ppil prefetto dei vigili svolgeva funzioni di polizia e di controllo degli incendi, che di frequente scoppiavano nella capitale; ppil prefetto del pretorio era il comandante dei pretoriani (circa 9000 uomini), un corpo militare scelto, creato appositamente da Augusto, che, oltre a essere l unico contingente armato presente sul territorio di Roma, svolgeva il delicato incarico di guardia personale del principe. Dopo Augusto, come vedremo, il capo dei pretoriani divenne così potente da condizionare perfino gli imperatori, arrivando a svolgere un ruolo politico e militare decisivo nei momenti cruciali della storia romana. La fedeltà o il tradimento dei pretoriani si rivelarono infatti determinanti per la fortuna o la rovina di molti imperatori. Augusto riordinò anche l amministrazione della penisola italica (al tempo popolata da circa 6 milioni di abitanti), che venne suddivisa in undici regioni. Da questa suddivisione rimasero escluse la Sicilia e la Sardegna, che restarono province. Uno degli effetti di questa riorganizzazione amministrativa fu che i cittadini poterono votare ognuno nel proprio luogo d origine; fino ad allora infatti bisognava andare a Roma per eleggere i magistrati dello Stato. L Italia nell età augustea Augusta Praetoria Brescia Milano (Aosta) XI Verona PiacenzaCremona Torino Tortona Parma Reggio Modena IX Liguria Genova Bologna Nicea (Nizza) Transpadana Via Aemilia Pisa Via Aurelia Venezia e Istria X Via Annia Emilia Via Postumia Via Cassia Via Popilia Padova Roma Ostia Via Flaminia Mar Tirreno Ascoli Via Via Latina Forum Iulium (Cividale del Friuli) Aquileia VIII Rimini Firenze VI Fano Etruria Umbria Ancona VII Arezzo Chiusi V Piceno Salaria Via Appia Pescara Bari Capua Benevento Brindisi Velia Mare Adriatico Rieti IV Tivoli Sannio I II Lazio e Puglia e Napoli Campania Calabria III Lucania e Via Annia Cosenza Sibari Bruzio Taranto Vibo Valentia Crotone Mar Ionio Mar Mediterraneo Reggio Calabria Gemma greco-romana con il profilo di Augusto, età imperiale (Londra, British Museum). strade romane

17 16 Sezione 1 L apogeo dell impero romano La nascita della burocrazia statale Domanda guida Qual era la differenza tra i funzionari imperiali e i magistrati repubblicani? Il lessico della storia Burocrazia: il termine (formato dall unione del francese bureau, «ufficio», e del greco krátos, «potere») indica sia l insieme di leggi e norme che regolano l amministrazione pubblica, sia l insieme degli uffici e dei funzionari che ne permettono il funzionamento nei diversi settori, dalla sanità alla giustizia, dall istruzione alle finanze. Con la riforma dell amministrazione pubblica nelle province e nella capitale Augusto diede vita, per la prima volta nella storia di Roma, a un efficiente burocrazia, competente nei vari settori dell amministrazione statale (polizia, ordine pubblico, approvvigionamenti, giustizia) e diretta da tecnici esperti, retribuiti e nominati direttamente dal principe, ai quali era delegato il governo della città e dell impero. Gruppo di senatori, rilievo del sarcofago di Acilia, marmo, età imperiale (Roma, Museo Nazionale Romano). Fonti e storiografia p. 31 Con l affermarsi dei funzionari imperiali, la cui carriera era affidata alla benevolenza del principe, si ridussero i poteri delle magistrature elettive repubblicane, le quali spesso mancavano delle competenze necessarie per amministrare la macchina statale. La durata della carica dei consoli venne limitata a soli tre mesi ed essi persero gran parte delle loro prerogative. Lo stesso senato, che mantenne formalmente la sua autorità, venne a poco a poco privato di poteri reali. Abile politico, Augusto seppe tuttavia ottenere il consenso e l appoggio al suo operato sia della maggioranza dei membri dell aristocrazia senatoria, sia del ricco ceto mercantile e affaristico dei cavalieri [p]: ai senatori riservò la carica di prefetto urbano, ai cavalieri le altre cariche prefettizie; i senatori continuarono a essere i principali magistrati, i governatori delle province senatorie e gli ufficiali dell esercito; ai cavalieri furono invece riservati gli incarichi di governo nelle province imperiali e in Egitto. TUTOR Perché Augusto promosse il ruolo politico dei cavalieri? A lungo esclusi, nei secoli della repubblica, dalle alte cariche politiche, i cavalieri con Augusto videro finalmente riconosciuto il loro ruolo politico, pari a quello del senato. Appoggiando i cavalieri, il principe da parte sua conseguì tre obiettivi: limitò il potere del senato, allargò la base sociale della classe dirigente romana, ottenne l appoggio di un ceto ricco e influente.

18 Capitolo 1 Il principato di Augusto 17 La politica estera di Augusto Domanda guida Quali furono le linee della politica estera di Augusto? La politica estera di Augusto fu orientata al consolidamento dei confini esistenti, anche se egli non rinunciò a nuove conquiste territoriali e all annessione di nuove province. A occidente un grande sforzo bellico fu speso per sottomettere le fiere popolazioni che abitavano le montagne del nord della Spagna (i Baschi, i Cantabri, gli Asturiani), i cui territori furono annessi, dopo oltre vent anni di guerra, alla provincia della Spagna Citeriore. In Africa, la Mauritania venne ridotta a Stato sottoposto. Lungo il confine settentrionale dell impero Augusto avviò una lunga serie di operazioni militari, al fine di creare una fascia di domini romani lungo tutto l arco alpino, a protezione della penisola italica. Nelle Alpi Marittime furono sconfitti i Liguri; in Valcamonica furono sottomessi i Camuni. Ai piedi delle Alpi furono fondate le colonie di Augusta Taurinorum (Torino) e di Augusta Praetoria (Aosta). Al di là delle catene montuose alcune difficili campagne militari portarono alla sottomissione delle tribù stanziate in Rezia e nel Norico (all incirca le attuali Svizzera e Austria) e alla conquista delle regioni della Pannonia (l attuale Ungheria) e della Mesia (a cavallo delle attuali Serbia e Bulgaria). I confini romani giunsero così fino alle rive del Danubio, fiume che segnò per secoli, insieme al Reno, il limite dell espansione romana in Europa. Meno fortunato fu invece il tentativo di espansione al di là del Reno, nelle vaste e misteriose terre dei Germani. Nel 9 d. C. tre legioni romane comandate da Publio Quintilio Varo furono annientate nella foresta di Teutoburgo dalle orde germaniche guidate da Arminio, un eroe leggendario a cui la splendida vittoria valse l appellativo di «salvatore della libertà germanica». Dopo la tremenda disfatta Roma abbandonò per sempre ogni proposito di conquista della Germania. A oriente Augusto proseguì la politica di sostegno ai regni locali fedeli a Roma, già avviata con successo da Pompeo e da Antonio. In particolare, riuscì a insediare sovrani favorevoli a Roma in Armenia, in Tracia e nel Ponto. Nei confronti del regno dei Parti, che in passato aveva inferto a Roma brucianti sconfitte (prima alle legioni di Crasso e poi a quelle di Antonio), Augusto preferì sostituire l arma della guerra con quella della diplomazia. Nel 20 a. C. egli ottenne la restituzione, di alto valore simbolico, delle insegne militari romane sottratte a Crasso nella battaglia di Carre del 53 a. C. Il Tropaeum Alpium («Trofeo delle Alpi») a La Turbie, Francia, eretto nel 7-6 a. C. per celebrare la vittoria di Augusto sulle tribù alpine. TUTOR Quale concezione della pax romana ebbe Augusto? Uno degli obiettivi della politica di Augusto fu il mantenimento della pace (la pax romana). Da secoli, però, per i Romani la pace poteva essere garantita solo dalla supremazia militare, dunque dalla guerra. Erede di questa concezione, Augusto attuò tuttavia una politica di conquiste territoriali più moderata rispetto al passato. Ciò fu dovuto anche a fattori di politica interna: una politica di conquiste avrebbe favorito l emergere di nuovi comandanti militari, che avrebbero potuto incoraggiare nuove guerre civili.

19 18 La storia da vedere Sezione 1 L apogeo dell impero romano La battaglia della foresta di Teutoburgo 9 d. C. FORZE IN CAMPO Romani al comando di Publio Quintilio Varo 3 legioni (per un totale di legionari) + 6 coorti di ausiliari e 3 ali di cavalleria (5000 soldati) Mare del Nord Fossa Drusiana Canale scavato da Druso per creare un passaggio dal Reno al Mare del Nord F R I S O N I 12 a.c. 1 La flotta comandata da Druso attacca i Germani 4 S I C A M B R I C H E R U Elba I S C 9 d.c. Tre legioni romane comandate da Varo vengono massacrate a Teutoburgo Colonia Agrippina (Colonia) C H A T T I 2 9 a.c. Druso avanza verso l Elba, ma muore in un incidente a cavallo Mogontiacum (Magonza) M A R C O M A N N I 3 6 a.c. Tiberio si scontra con i Marcomanni frontiera romana nel 12 a.c. limite delle regioni pacificate nel 6 d.c. Danubio Augusta Vindelicorum (Augsburg) Carnuntum (Petronell) La battaglia della foresta di Teutoburgo si svolse nel settembre del 9 d. C. tra l esercito romano, comandato da Publio Quintilio Varo, e una coalizione di tribù germaniche (Cherusci, Bructeri, Marsi e altre), guidate da Arminio, capo dei Cherusci. Nell estate del 9 d. C. i Romani avevano appena finito di domare un tentativo di rivolta dei Cherusci. A capo delle legioni romane l imperatore Augusto aveva inviato in Germania Publio Quintilio Varo, già governatore della Siria, un amministratore più che un generale. Tutt altro che pacificati, i Germani aspettavano tuttavia il momento più opportuno per scacciare dalle loro terre l invasore. Questo momento arrivò quando, agli inizi di settembre, Varo spinse le legioni romane a nord ovest, verso i campi invernali dove le truppe avrebbero svernato finita la stagione della guerra. PRIMO GIORNO: L ATTACCO DEI GERMANI Nonostante fosse stato avvisato dai suoi informatori, Varo non sospettava che Arminio, stesse progettando un imboscata nelle foreste circostanti, circondate da acquitrini. Mentre i Romani avanzavano in un territorio a loro sconosciuto, i Germani attaccarono, dopo essersi nascosti dietro a un terrapieno lungo più di 500 metri costruito appositamente. Arminio aveva scelto con cura il luogo dello scontro: uno stretto passaggio di soli 100 metri tra una collina e una palude. A sera, dopo aver subito numerose perdite, i Romani riuscirono faticosamente ad accamparsi su di un altura. SECONDO GIORNO: LA LUNGA MARCIA DELLE LEGIONI All alba del giorno seguente, abbandonati i carri e i carichi ingombranti, le legioni romane ripresero il cammino, sperando di mettersi in salvo in un accampamento posto lungo il fiume Reno. Durante l interminabile marcia, subirono però pesanti perdite a causa delle continue incursioni dei Germani che attaccavano e poi si ritiravano velocemente nella foresta. TERZO GIORNO: LA DISFATTA DI VARO Il terzo giorno, ormai decimate, le legioni romane si trovarono circondate dai guerrieri di Arminio. I Romani fuggirono allo sbando; molti preferirono uccidersi piuttosto che cadere prigionieri dei Germani (tra questi Varo stesso). La maggioranza dei legionari finì massacrata; pochi furono i prigionieri. La notizia della disfatta sconvolse Augusto. Svetonio racconta: «Dicono che Augusto si mostrasse così avvilito da lasciarsi crescere la barba ed i capelli, sbattendo, di tanto in tanto, la testa contro le porte e gridando: "Varo rendimi le mie legioni!"» (Svetonio, Vite dei dodici Cesari II, 23).

20 Capitolo 1 Il principato di Augusto 19 FORZE IN CAMPO Germani al comando di Arminio, principe dei Cherusci guerrieri (cifre stimate) I GERMANI Con la parola Germani gli studiosi indicano un insieme di popolazioni di lingua indoeuropea che, muovendo dalla Scandinavia meridionale nei primi secoli del i millennio a. C., occupò un ampia area dell Europa centro-settentrionale, compresa tra la Scandinavia a nord, la Vistola a est, il Danubio a sud e il Reno a ovest. In senso generale il termine può essere riferito a tutte le culture che parlavano la lingua antico-germanica o uno dei dialetti collegati (gotico, vandalico, burgunde, longobardo, antico franco, antico sassone, antico friso ecc.). È possibile dividere i popoli germanici in tre gruppi: popoli germanici occidentali, orientali e settentrionali. Nell opera Germania, lo scrittore latino Tacito divide i Germani occidentali in tre sottogruppi. Questa divisione è accolta ancora oggi dagli studiosi che distinguono le tribù del mare del Nord, della regione del Reno e di quella dell Elba. I popoli più noti e importanti sono: Alemanni, Franchi, Marcomanni, Angli, Sassoni, Svevi. Tra il vi sec e il iv sec. a. C. i popoli germanici orientali migrarono dalla Scandinavia nell area dei fiumi Vistola e Oder, per poi dilagare in tutta Europa. Si ricordano principalmente Burgundi, Goti, Ostrogoti, Visigoti, Vandali, Longobardi. I popoli germanici settentrionali lasciarono la Scandinavia solo a partire dal 500 d. C. e in parte abitano ancora questa regione. Il popolo meglio conosciuto è quello dei Vichinghi.

21 Sezione 1 L apogeo dell impero romano 2 La società romana nell età di Augusto La Domus augustana. La politica sociale di Augusto Domanda guida La politica di Augusto si fondò sul consenso popolare? Fonti e storiografia p. 31 Album p. 29 Durante l età augustea Roma non conobbe significative proteste sociali, così come furono pressoché assenti quelle congiure politiche che avevano tragicamente segnato l ultima fase della repubblica. Le limitate forme di opposizione al regime furono peraltro sempre represse con durezza da Augusto. I maggiori problemi vennero piuttosto dalla sua stessa famiglia, più volte coinvolta in scandali e in lotte di potere. Nel complesso, quindi, Augusto poté contare su un largo consenso popolare, avendo garantito quella pace e quella stabilità che aveva promesso all inizio della sua lunga stagione al potere. Come abbiamo già ricordato, durante il principato di Augusto crebbe notevolmente il peso sociale e politico del ceto dei cavalieri, che si trasformò in una classe di potenti funzionari al servizio del principe; e il prestigio del ceto senatorio, anche se ridimensionato, non venne tuttavia meno del tutto [p]. Augusto non intraprese politiche economiche particolari a favore dei proletari. La plebe urbana più povera continuò a campare, come aveva sempre fatto, in gran parte grazie alle distribuzioni gratuite di grano, quando non direttamente di denaro; queste elargizioni, insieme ai grandiosi spettacoli e alle feste pubbliche offerte generosamente al popolo, costituirono per Augusto il mezzo più efficace per mantenere il consenso e contenere eventuali forme di protesta violenta. Pure nei confronti dei contadini non venne fatto molto, anche se la propaganda augustea difese sempre i valori tradizionali della vita di campagna e la piccola proprietà terriera. Per combattere la forte disoccupazione soprattutto quella della popolazione rurale espulsa dalle campagne per il continuo espandersi del latifondo Augusto varò un imponente piano di grandi opere pubbliche, quali la costruzione di strade, terme, acquedotti e ponti [p]. Fu anche organizzato un efficiente sistema postale che migliorò e velocizzò le comunicazioni nei vasti territori imperiali.

22 Capitolo 1 Il principato di Augusto 21 Un gruppo di cittadini romani, i sec. d. C. (Roma, Villa Medici). Domanda guida In quale modo Augusto riformò l esercito? La riforma dell esercito Il potere di Augusto si fondò sempre sul consenso dell esercito, che venne trasformato in una forza permanente, retribuita con un regolare stipendio, un premio al momento del congedo e una trattenuta periodica per pagare il vestiario, l armamento e perfino le spese di sepoltura. Il reclutamento era volontario e prevedeva una ferma della durata di vent anni (dieci per la cavalleria), dopo la quale i legionari venivano congedati ricevendo un appezzamento di terra, di solito in una colonia vicina ai luoghi dove avevano combattuto, allo scopo di favorire l integrazione tra Romani e popolazioni locali. La carriera militare divenne particolarmente vantaggiosa per i ceti meno abbienti, in quanto assicurò loro la sicurezza materiale sia durante la ferma, sia dopo il congedo. Anche per i provinciali il servizio militare risultò conveniente, in quanto garantiva loro la cittadinanza romana. Domanda guida Quale fu la politica sociale di Augusto? Le leggi sulla famiglia e la morale augustea La propaganda augustea sostenne che la crisi morale in cui Roma era caduta durante gli ultimi anni della repubblica fosse dipesa dall abbandono delle antiche tradizioni, dal diffondersi eccessivo del lusso, dalla decadenza della famiglia. Per combattere questi fenomeni Augusto promulgò una serie di leggi a difesa del matrimonio e della moralità pubblica e privata. Per ridurre il celibato e incrementare le nascite, in continuo calo a Roma, i cittadini in età fertile furono obbligati a sposarsi (i vedovi e i divorziati a risposarsi); alle famiglie più numerose furono concessi premi in denaro. Una legge prescrisse che l adulterio non fosse più punito dal pater familias, com era stato per secoli, ma venisse considerato un reato punito dallo Stato con l esilio e la confisca della metà del patrimonio dell adultero. Per dimostrare la serietà delle sue intenzioni moralizzatrici, Augusto fece persino esiliare la figlia Giulia, accusata di adulterio. L efficacia di questi provvedimenti fu tuttavia molto limitata. La legge contro l adulterio, in particolare, non fu probabilmente mai applicata. Il rito del matrimonio: gli sposi sanciscono il patto coniugale con la dextrarum iunctio, «congiunzione delle mani destre», i sec. d. C. (Roma, Museo Nazionale Romano).

23 La storia da vedere Sezione 1 L apogeo dell impero romano La famiglia di Ottaviano Augusto A venticinque anni, con due matrimoni alle spalle e una figlia piccola, Giulia, Ottaviano sposò Livia, vedova del nobile Tiberio Claudio Nerone e madre del piccolo Tiberio, il futuro successore di Augusto, e di Druso, il suo rivale nella successione al titolo di principe. Il matrimonio tra Livia e Augusto durò fino alla morte di lui (14 d. C.). 1 Livia fu una moglie fedele e severa, attenta nella gestione della casa e a non fare ombra al principe. Eppure nessuna donna romana ebbe più potere di lei: tramò a lungo nell ombra e smaniò per decenni per fare dell amato figlio Tiberio il successore del principe, fino al punto dicono i suoi avversari, ma senza alcuna prova di avvelenare prima i figli di Giulia e poi addirittura Augusto stesso. Livia non ebbe una buona sorte. Diventato imperatore, il figlio Tiberio (che Augusto aveva in realtà sempre detestato) la dimenticò e quando morì, a 87 anni, non partecipò nemmeno al suo funerale. Nel rilievo del lato sud dell Ara Pacis Augustae (13-9 a. C.), il monumento celebrativo della pax augusta, vediamo sfilare in processione quasi tutti i membri della famiglia imperiale. 2 I problemi maggiori di Augusto vennero dalla figlia Giulia. A quattordici anni aveva sposato il sedicenne Marcello, nipote di Augusto, su cui il principe, che non aveva figli maschi, puntava per la successione al potere, preferendolo a Tiberio Alla precoce morte di Marcello, Giulia dovette sposare il generale quarantaduenne Agrippa, amico di Augusto fin dalla gioventù, il quale puntava a diventare anch egli il successore del principe. Livia ostacolò l unione, ma fallì. Dal matrimonio nacquero due maschi, che Augusto adottò per farne i suoi eredi, ma anch essi morirono giovani. 4 Quando dopo nove anni morì anche Agrippa, Giulia dovette sposare Tiberio, che divorziò dall amata moglie, pur di poter aspirare al trono. A Tiberio in realtà Giulia non piaceva: era infatti troppo pronta a concedersi alla passione dei nobili romani. La guerra portò Tiberio lontano e Giulia si dedicò alle sue passioni: fu amante del poeta Ovidio, dell avvenente figlio di Marco Antonio e di molti altri, fino a che lo stesso Augusto fu costretto a farla processare per adulterio e a condannarla all esilio sulla deserta isola di Pandataria, oggi Ventotene. 5 Livia ebbe due figli dal suo precedente matrimonio con Tiberio Claudio Nerone: Tiberio, che diventerà il successore di Augusto, e Druso, raffigurato in abiti militari, accompagnato dalla moglie e dal loro figlio Germanico.

24 Capitolo 1 Il principato di Augusto 23 3 La politica culturale di Augusto Roma nell età di Augusto Mausoleo di Augusto Campo Marzio Teatro di Pompeo Teatro di Marcello Pantheon Terme di Agrippa Orologio solare Ponte di Agrippa Ponte Cestio Ponte Emilio Ara Pacis Augustae Largo Argentina Acquedotto di Aqua Virgo Mura serviane Tempio di Giove Capitolino Tempio di Apollo Tempio di Giunone Moneta Tabularium Foro di Augusto Foro di Giulio Cesare Foro romano Acquedotto di Aqua Marcia Acquedotto di Aqua Iulia Tevere Circo Massimo Acquedotto di Aqua Appia monumenti anteriori ad Augusto monumenti eretti da Augusto mura serviane acquedotti Domanda guida Quale rapporto ebbe Augusto con gli intellettuali? Fonti e storiografia p. 31 Il lessico della storia Mecenate: il nome di Mecenate è diventato nel tempo sinonimo di benefattore delle arti e della cultura; con il termine «mecenatismo» ancora oggi s intende il sostegno, soprattutto economico, concesso a scrittori e artisti. Augusto e gli intellettuali Negli anni della dominazione di Augusto Roma visse una straordinaria fioritura culturale e artistica. Numerosi intellettuali si fecero promotori della diffusione degli ideali augustei (la pace ritrovata, l ordine e la stabilità sociale, la moralità, la grandezza di Roma), celebrando le lodi del principe e la sua lungimiranza [p]. Per Augusto rinnovare lo Stato romano significava riaffermare i valori tipicamente romani del mos maiorum (il costume degli avi). A questo fine egli utilizzò l opera di grandi poeti come Virgilio e Orazio e di storici come Tito Livio, i quali esaltarono la superiorità di Roma sui popoli orientali e celebrarono le sane e virtuose tradizioni latine contro le pericolose influenze della cultura ellenistica. Con le loro opere, questi autori diedero una formidabile giustificazione culturale alla supremazia politica di Roma, che attraverso la grandezza dei suoi intellettuali si sentì per la prima volta legittimata anche sul piano culturale a dominare regioni come la Grecia, che aveva dato un così alto contributo all arte e alla letteratura. Il circolo culturale più importante e conosciuto fu quello che faceva riferimento a Gaio Mecenate, amico e collaboratore di Augusto; egli era un abile e intelligente aristocratico di origine etrusca che riuscì a costituire, grazie ai generosi finanziamenti, una cerchia di poeti e scrittori disponibili ad appoggiare gli obiettivi della politica augustea. Protetti da Mecenate, gli intellettuali vicini al principe riuscirono a diffondere presso l opinione pubblica romana la convinzione che, con Augusto, per Roma si fosse aperta una nuova epoca ricca e felice, un età dell oro di giustizia, laboriosità e virtù.

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