consapevole Il coraggio VI. . RODOLFO SGANGA

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1 Il coraggio VI. consapevole. RODOLFO SGANGA Il Tenente Colonnello Rodolfo Sganga è un Ufficiale dei Paracadutisti in servizio di Stato Maggiore. È nato a Varese il 23 gennaio Ha frequentato il 169 Corso Ordinario presso l Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino. Nominato Tenente nel 1991 è stato assegnato al Reggimento Lagunari in Venezia, ove ha assolto l incarico di Comandante di Plotone Esploratori Anfibi e Dirigente delle Operazioni Subacquee. Dal 1995 al 1997 ha comandato il Plotone e la Compagnia Fucilieri presso il 183 Reggimento Paracadutisti NEM- BO. Successivamente e fino al 1999 ha assolto l incarico di Comandante di Compagnia Allievi Ufficiali ed Insegnante Aggiunto presso l Accademia Militare di Modena. Nel 2000, dopo aver frequentato il 126 Corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia, ha partecipato all Operazione Joint Guardian nell ambito

2 della Kosovo Force (KFOR). Lo stesso anno è stato assegnato al Comando delle Forze Operative Terrestri in Verona con l incarico di Ufficiale Addetto alle Forze Speciali presso l Ufficio Operazioni. Nel 2002 ha partecipato all Operazione in Afghanistan nell ambito dell International Security Assistance Force (ISAF) e nel 2003 nell Operazione Enduring Freedom a guida statunitense. Nel periodo ha frequentato il Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze presso il Centro Alti Studi della Difesa in Roma, al termine del quale è stato selezionato per la frequenza dello US Marine Corps Command and Staff College a Quantico (Virginia). L anno successivo, a seguito di concorso, è stato selezionato per la frequenza della US Marine Corps School of Advanced Warfighting in Quantico (Virginia). Nel 2006, appena rientrato dagli Stati Uniti è stato assegnato a ricoprire l incarico di Capo Branca Operazioni del Regional Command West in Herat (Afghanistan). Dal 2007 al 2008 ha ricoperto l incarico di Capo Sala Operativa e Capo Sezione Operazioni Correnti del Comando delle Forze Operative Terrestri in Verona e, nel 2008, ha assunto il comando del 2 Battaglione Paracadutisti TARQUINIA del 187 Reggimento Paracadutisti FOLGORE. Nel 2009 ha partecipato all Operazione ISAF in Afghanistan in qualità di Comandante del Battle Group South schierato a Farah. Al rientro, è stato assegnato allo Stato Maggiore dell Esercito in qualità di Capo Sezione Operazioni Nazionali e, successivamente, Capo Sezione Piani NATO (incarico che attualmente ricopre). È laureato in Scienze Politiche presso l Università di Trieste e Scienze Strategiche presso l Università di Torino. Ha conseguito il Master in Geopolitica Politica e Sicurezza del Mediterraneo Allargato dal 1945 ad oggi presso l Università degli Studi di Cassino, il Master in Scienze Strategiche presso l Università degli Studi di Torino, il Master in Studi Strategici Internazionali presso la Libera Università degli Studi Sociali Guido Carli in Roma, i Master in Military Studies ed in Operational Studies entrambi presso la United States Marine Corps University in Quantico, Virginia (USA). È decorato con la Croce di Bronzo al Merito dell Esercito concessa dal Ministro della Difesa con decreto del 3 settembre 2008 (Gazzetta Ufficiale n. 239 del 11 ottobre 2008), la Medaglia di Bronzo al Merito di lunga attività di Paracadutismo Militare, la Croce d Oro per venticinque anni di anzianità di servizio, le Medaglie Commemorative per Operazioni di Pace, per la Missione in Afghanistan, per Operazioni di Ordine Pubblico, le Medaglie Commemorative NATO per la Missione in Afghanistan e del Distintivo di Merito dell Esercito Spagnolo per la Missione in Afghanistan ed in Kosovo. È Cavaliere di Merito dell Ordine Costantiniano di San Giorgio. Autore di numerose pubblicazioni, prevalentemente rivolte all universo militare italiano ma sempre intese ad analizzare gli aspetti più generici della vita sociale attraverso la specifica lente delle dinamiche dell esercito e delle sue eccellenze, il Ten. Col. Sganga interviene oggi al panel di valori del 50esimo Anniversario dei Giovani Imprenditori di Confindustria Verona per approfondire le procedure e i meccanismi dell Arma raccontando la sua esperienza che è contributo reale e anche testimonianza di vita, in merito ad un principio inteso come cardine nella gestione militare come in quella imprenditoriale, quello della leadership, a sua volta espressa attraverso il concetto di coraggio consapevole. PER UN SOLDATO ESSERE CORAGGIOSI NON SIGNIFICA NON PROVARE PAURA; LA PAURA È UNA EMOZIONE CHE È NATURALE AVVERTIRE QUANDO SI AFFRONTANO SITUAZIONI DI PERICOLO. Il Capo Sezione Piani Nato presso lo Stato Maggiore Esercito Italiano, Tenente Colonnello Sganga ha assolto inoltre i seguenti incarichi: Comandante di Plotone Esploratori Anfibi e Dirigente delle Operazioni Subacquee presso il Reggimento Lagunari SERENISSIMA ; Comandante di Plotone Fucilieri presso il Reggimento Lagunari SERENISSIMA ; Vice Comandante di Compagnia Fucilieri presso il Reggimento Lagunari SERENISSIMA ; Comandante di Plotone Fucilieri presso il 183 Reggimento Paracadutisti NEMBO ; Comandante di Compagnia Fucilieri presso il 183 Reggimento Paracadutisti NEMBO ; Comandante di Compagnia Allievi presso l Accademia Militare in Modena; Ufficiale di Staff addetto alle Operazioni Terrestri presso il Comando KFOR (NATO) nella missione JOINT GUARDIAN in Kosovo; Ufficiale di staff addetto alle Forze Speciali presso l Ufficio Operazioni del Comando delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER); Capo Cellula Intelligence presso il contingente italiano ISAF nella missione in AFGHANISTAN; Ufficiale di staff addetto alle Operazioni presso il Team di Pianificazione della Missione NIBBIO in AFGHANISTAN; Capo Cellula Operazioni (J3 Chief) presso il Comando del Regional Command West nell ambito della missione ISAF in AFGHANISTAN; Capo Sala Operativa presso l Ufficio Operazioni del Comando delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER); Capo Sezione Operazioni Correnti presso l Ufficio Operazioni del Comando delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER); Comandante del 2 Battaglione Paracadutisti TARQUINIA presso il 187 Reggimento Paracadutisti FOLGORE ; Comandante del Battle Group South presso la Task Force South nell ambito della missione ISAF in FARAH (AFGHANISTAN); Capo della 2^ Sezione Operazioni sul Territorio Nazionale presso lo Stato Maggiore dell Esercito, III Reparto Impiego delle Forze, Ufficio Operazioni Correnti; Capo della 3^ Sezione Piani NATO presso lo Stato Maggiore dell Esercito, III Reparto Impiego delle Forze, Ufficio Piani.

3 IL CORAGGIO CONSAPEVOLE. Ten. Col. Rodolfo Sganga, Capo Sezione Piani Nato presso lo Stato Maggiore Esercito Italiano La figura che più si avvicina al concetto di Leader/Manager nel mondo militare è quella del Comandante. Il Comandante esercita l autorità di direzione, coordinamento e controllo delle risorse umane e materiali messe a sua disposizione. Per le risorse umane, la sua azione si completa motivandole, perfezionandone la formazione e guidandole con l esempio. Per poter assolvere con efficacia a quest ultima funzione, il Comandante a qualsiasi livello deve possedere alcune qualità, tra cui figurano il coraggio e l iniziativa. Il fine che ogni Comandante persegue non è il profitto ma l efficienza dell unità posta alle sue dipendenze, consapevole di poter essere chiamato in ogni momento ad operare in situazioni di crisi/conflitto. Il Comandante esercita le sue funzioni assumendo decisioni attraverso le quali trasferisce la propria volontà ai subordinati. La peculiarità del mestiere delle armi risiede nella possibilità che il leader debba assumere decisioni che potrebbero richiedere il sacrificio della vita propria o dei membri dell unità alle sue dipendenze per l assolvimento dei compiti assegnati. È quindi comprensibile quanto sia difficile condurre il processo di decision making in situazioni di combattimento, dove la situazione operativa non è mai sufficientemente chiara ed i livelli di stress fisico e mentale possono raggiungere livelli elevatissimi. Il militare agisce sempre in situazioni caratterizzate da un certo livello di incertezza (quella che Karl Von Clausewitz definiva Fog of War ). Per questo motivo è fondamentale che il Comandante/Leader sia in grado di avviare e completare un analisi dei rischi, e quindi degli effetti (diretti ed indiretti) che potrebbero derivare dall assunzione di determinate decisioni. Da questo discende l esigenza che il Comandante sia in possesso di alcune qualità, tra cui la più importante è il coraggio, inteso non solo in senso fisico (ovvero finalizzato al superamento delle difficoltà contingenti in cui è a rischio la propria incolumità), ma anche come coraggio decisionale consapevole. Intanto chiariamo che per un soldato essere coraggiosi non significa non provare paura; la paura è un emozione che è naturale avvertire quando si affrontano situazioni di pericolo. Il cervello riconosce il pericolo e si manifesta la paura. Avere coraggio consiste nel gestire tale emozione a proprio vantaggio. Infatti, quando la paura si manifesta, i sensi si amplificano, i processi mentali si velocizzano, i muscoli divengono più reattivi, le decisioni immediate. L intero essere entra in uno stato di maggiore efficienza, a meno che non si sfoci nel panico, ovvero nello stato in cui si perde completamente il controllo delle proprie sensazioni ed azioni e si viene sopraffatti dalla paura stessa. Nel caso in cui non si dovesse avvertire nessun sintomo della paura si sfocerebbe invece nell incoscienza, stato che per un soldato (ed in particolar modo per un Comandante) è ancor più pericoloso del panico, poiché condurrebbe ad azioni sconsiderate. Il paracadutista affronta, all atto del lancio con il paracadute, uno stato (quello del salto nel vuoto) che non è naturale. L uomo non è nato per volare, ma per rimanere con i piedi ben piantati per terra. Pertanto, quando si è alla porta, ovvero pronti ad abbandonare il velivolo che viaggia a 120 nodi e l aria fredda lambisce il viso del paracadutista equipaggiato pronto al lancio, la paura si avverte. Tuttavia, essa viene gestita, la si sfrutta proprio perché il fisico e la mente vivono uno stato di momentanea efficienza estrema e sono più veloci, più pronti a reagire. Se invece la paura avesse il sopravvento, non si avrebbe la forza di affrontare la porta e saltare nel vuoto aggredendolo di slancio. Probabilmente si rimarrebbe immobili ed incapaci a reagire davanti alla porta stessa dell aereo, sopraffatti dal terrore. In sintesi, il coraggio consapevole consiste proprio nello sfruttamento e nella gestione a proprio favore degli effetti della paura. Le Operazioni all Estero: Operazione JOINT GUARDIAN in KOSOVO nel 2000; Operazione ENDURING FREEDOM in AFGHANISTAN nel 2003; Operazione ISAF in AFGHANISTAN nel 2002, e Decorazioni e Onorificenze: CROCE DI BRONZO AL MERITO DELL ESERCITO concessa dal Ministro della Difesa con decreto del 3 settembre 2008 (Gazzetta Ufficiale n. 239 del 11 ottobre 2008); MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO di lunga attività di Paracadutismo Militare; CROCE D ORO per venticinque anni di anzianità di servizio; MEDAGLIA COMMEMORATIVA per Operazioni di Pace; MEDAGLIA COMMEMORATIVA per la Missione in Afghanistan; MEDAGLIA COMMEMORATIVA per Operazioni di Ordine Pubblico; MEDAGLIA COMMEMORATIVA NATO per la Missione in Afghanistan; MEDAGLIA COMMEMORATIVA NATO per la missione in Kosovo; DISTINTIVO DI MERITO dell Esercito Spagnolo per la Missione in Afghanistan; CAVALIERE DI MERITO dell Ordine Costantiniano di San Giorgio.

4 Dal punto di vista decisionale, il vantaggio si concretizza con una maggiore capacità di gestione delle informazioni e di elaborazione dei dati a disposizione. Tale concetto è ben raffigurato dall evento che il 25 luglio 2009 ha coinvolto un assetto del 187 rgt. paracadutisti FOLGORE, schierato nella provincia di Farah, la zona più meridionale dell area di responsabilità assegnata al contingente nazionale di stanza nella regione occidentale dell Afghanistan. Quel giorno, l Unità posta sotto il mio comando e composta da elementi del genio, paracadutisti, bersaglieri e rinforzata da un assetto specialistico statunitense aveva ricevuto il compito di verificare la possibile presenza di un deposito di esplosivo occultato nel letto di un fiume in secca a nord dell abitato di Shewan, villaggio occupato da personale ostile alle forze di sicurezza afgane ed a quelle NATO. Durante la fase di ricerca, siamo stati attaccati da un consistente numero di insorti che, sfruttando i ripari offerti dall abitato, utilizzava mortai, lanciarazzi ed armi portatili nel tentativo di infliggere il maggior danno possibile alla mia Unità. Il combattimento che si è originato a seguito della decisione di contrattaccare, si è sviluppato all interno di una serie di villaggi tra loro confinanti, ed è risultato particolarmente complesso proprio per la difficoltà nel mantenere una situational awareness completa, stante la capillarizzazione degli uomini all interno dei villaggi, la fluidità della situazione e la mobilità degli avversari. IL CORAGGIO CONSAPEVOLE È IL FATTORE CHE CONSENTE AD UN COMANDANTE DI ASSUMERE DECISIONI IN SITUAZIONI CRITICHE ED IN PRESENZA DI ELEVATO RISCHIO. In questa situazione, mi sono trovato a dover assumere alcune decisioni che hanno caratterizzato l azione militare e gli effetti da essa prodotta. In particolare, durante l attacco, ho chiesto via radio l intervento di un velivolo per il supporto ravvicinato 1. Appena giunto il velivolo in zona, grazie ad un particolare dispositivo che mi consentiva di vedere le stesse immagini che il pilota del bombardiere guardava attraverso una telecamera, osservavo chiaramente diversi gruppi di insorti che indirizzavano il fuoco di diversi sistemi d arma (armi portatili, lanciarazzi e mortai) contro le forze amiche, cercando riparo dietro alcune abitazioni. Stante la situazione, il pilota del velivolo mi sollecitava ripetutamente via radio l autorizzazione a rilasciare il munizionamento sull abitato, per eliminare la minaccia. Tuttavia, esercitavo la mia autorità per negare tale autorizzazione. Il processo decisionale che è culminato con il veto all azione aerea, è stato condotto in condizioni di stress dettate dall intensa azione di fuoco avversaria che, peraltro, aveva già causato un ferito grave tra i miei uomini ed il danneggiamento di alcuni mezzi blindati. Nonostante tale situazione, la valutazione delle possibili conseguenze di un bombardamento aereo ne sconsigliavano la condotta. Infatti, sebbene gli effetti dell azione sarebbero stati favorevoli nel breve termine, perché avrebbero garantito l interruzione dell azione di fuoco degli insorti consentendo lo sganciamento delle forze amiche ingaggiate all interno del villaggio, gli effetti nel medio e lungo termine sarebbero stati potenzialmente devastanti poiché avrebbero alimentato l ostilità, da parte della popolazione locale, verso le forze NATO. Al momento della decisione, nel valutare la situazione, ho preso in considerazione la possibilità che all interno delle abitazioni utilizzate dagli insorti per occultarsi e sparare, potessero esserci civili afgani innocenti, pertanto il pericolo di causare danni collaterali con un azione di bombardamento aereo sarebbe stata elevatissima. In tali casi, oltre al fallimento nell assolvere il compito fondamentale della missione che è quello di proteggere la popolazione, nel medio e lungo termine si sarebbe verificato un incremento esponenziale del numero di insorti nell area ove, nell azione, fossero stati uccisi civili. Pertanto, ho valutato più remunerativo assumermi un rischio maggiore nell immediato, proseguendo l azione con le sole forze di terra, puntando agli effetti positivi che tale decisione avrebbe provocato nel lungo periodo in termini di supporto popolare. Il coraggio consapevole è il fattore che consente ad un Comandante di assumere decisioni in situazioni critiche ed in presenza di elevato rischio. Il successo dell operazione spesso risiede proprio nella capacità di assumere la giusta decisione al momento giusto, ma si manifesta anche fidandosi dei propri subalterni, lasciando loro il giusto margine di libertà decisionale e la possibilità di agire d iniziativa per assolvere nel migliore dei modi i compiti assegnati. Proprio con il fine di sviluppare le capacità decisionali anche ai minori livelli ordinativi, durante le fasi addestrative si tende a proporre ai giovani leader situazioni operative simulate 1 In sostanza, si tratta di un velivolo in grado di rilasciare munizionamento di precisione a ridosso delle truppe amiche in difficoltà per favorirne lo sganciamento dalla situazione di pericolo.

5 in cui vengono ricostruite fedelmente le situazioni reali, affidando il problema operativo da risolvere. Al fine di stimolarne l iniziativa, vengono assegnati compiti che l Unità militare deve assolvere senza indicare il metodo con cui devono essere risolti. In sostanza, al leader in fase di formazione viene detto cosa deve fare (assegnazione del compito) e non come farlo (metodo di assolvimento del compito assegnato), nel rispetto dell intento (ovvero dello scopo/fine) che si pone il Comandante sovraordinato. Questo sistema, detto Mission Command, garantisce che il giovane leader si abitui alla necessità di prendere decisioni operative, stimolandone l iniziativa affinché sia in grado di agire in maniera indipendente. Gli aspetti dell iniziativa e della capacità decisionale sono particolarmente importanti in quanto gli attuali scenari operativi sono caratterizzati sia dalla presenza di molteplici attori (contingenti multinazionali, Organizzazioni Governative, Organizzazioni Non Governative, contractors e civili) che operano nella stessa area ma con fini e motivazioni differenti, ma anche dall impossibilità ad ottenere una raffigurazione della situazione completamente chiarificata, generando elevata complessità ed incertezza. In tale contesto, il ruolo giocato dal soldato assume un importanza rilevante. Il concetto del 3-block war descritto dal Generale statunitense Charles Krulak è ideale per descrivere il complesso scenario e le difficoltà che il leader deve affrontare nel moderno campo di battaglia. #( #)

6 Nell esempio in parola, ai soldati è chiesto di condurre operazioni militari di combattimento, peacekeeping e distribuzione di aiuti umanitari nello spazio di 3 isolati contigui di una stessa città. Il senso di tale concetto è che un soldato moderno deve essere addestrato ad operare nelle tre situazioni (diversissime tra loro proprio per il livello di violenza che le caratterizza e per il diverso utilizzo della forza necessario da parte dei militari) simultaneamente e, pertanto, le capacità di leadership ai minori livelli devono essere elevatissime. In sostanza, nei moderni scenari operativi è emersa la necessità che anche i Comandanti delle Unità minori (leader ai minori livelli) siano in grado di assumere decisioni i cui effetti potrebbero risultare rilevanti anche a livello politico. È evidente l impossibilità di prevedere in addestramento il riproporsi di tutte le possibili situazioni che potrebbero verificarsi in caso reale. Pertanto, ogni Comandante potrà trovarsi costretto ad affrontare un problema operativo (in cui sarà richiesta l assunzione di decisioni) mai propostosi precedentemente. Proprio in questi casi, buon senso ed esperienza giocano un ruolo fondamentale per guidare il leader nell assunzione di responsabilità. In conclusione, emerge prepotentemente la centralità dell individuo e della figura del Comandante rispetto ad ogni altro fattore. In situazioni di pericolo, indipendentemente dal livello addestrativo raggiunto, l Unità militare opererà in funzione della capacità di leadership del proprio Comandante, che trova tra le qualità più importanti proprio il coraggio consapevole. IL SUCCESSO DELL OPERAZIONE SPESSO RISIEDE PROPRIO NELLA CAPACITÀ DI ASSUMERE LA GIUSTA DECISIONE AL MOMENTO GIUSTO.

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