COMUNICAZIONE & INSEGNAMENTO
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- Cosimo Rossetti
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1 COMUNICAZIONE & INSEGNAMENTO INTRODUZIONE Gli insegnanti: GRANDI COMUNICATORI Insegnare bene significa comunicare efficacemente La comunicazione è efficace se raggiunge lo scopo Voi siete il centro della mia comunicazione LO SCOPO NORMALMENTE È: 1.Farsi comprendere dai fruitori della comunicazione 2.Convincere i fruitori a pensare, apprendere o fare una determinata cosa
2 Che cosa devo dire? Che cosa voglio dire? Che parole devo usare? Che cosa voglio ottenere? Che cosa devo ottenere? Che cosa voglio comunicare? Che cosa devo comunicare? A chi mi sto rivolgendo? Chi o cosa rappresento io per loro? COMUNICO DUNQUE MI PONGO LE DOMANDE SBAGLIATE LE DOMANDE GIUSTE
3 I PRINCIPI DELLA COMUNICAZIONE 1.Le regole della comunicazione 2.I canali e della comunicazione 3.L ascolto e la comprensione dei fruitori Il verbo COMUNICARE deriva dal latino communis agere e significa mettere in comune, condividere.
4 1.LE REGOLE DELLA COMUNICAZIONE Lo schema della comunicazione VERBALE PARAVERBALE NON VERBALE USA MEZZI E CODICI PER TRASMETTERE MESSAGGIO PERCEPISCE DECODIFICA MEMORIZZA EMITTENTE RICEVENTE FEEDBACK RISULTATO DELLA COMUNICAZIONE
5 I CODICI DELLA COMUNICAZIONE L attribuzione di significato al messaggio e l eventuale reazione, anche attraverso un azione, sono regolati dai codici (linguaggi e metalinguaggi) I codici utilizzati da chi ascolta non sono necessariamente gli stessi usati da chi parla IL QUANTO DELLA COMUNICAZIONE L EMITTENTE vuole comunicare il 100%-ma riesce a comunicare il 70% IL RICEVENTE riceve il 50%-comprende il 20%-ricorda il 10%
6 OBIETTIVI DELLA COMUNICAZIONE Non trasmettere semplicemente un messaggio o dire delle cose Impegnarsi per ottenere una reazione o influenzare un comportamento La comunicazione vera consiste nel risultato ottenuto non nel contenuto trasmesso Se il risultato ottenuto è coerente con l obiettivo, allora la comunicazione è stata efficace
7 CONTENUTO E RELAZIONE DELLA COMUNICAZIONE La comunicazione possiede contemporaneamente aspetti di contenuto e di relazione L aspetto dei contenuti è relativo ai codici verbali, mentre quello della relazione riguarda i codici non verbali ed il metalinguaggio Il senso ed il significato di un messaggio viene interpretato dall interlocutore nell ambito della relazione (fonte P. Watzlawich)
8 2. I CANALI DELLA COMUNICAZIONE l canale verbale (le parole) il canale paraverbale (la voce) il canale non verbale (il corpo) Si potrebbe pensare allora che l efficacia di una comunicazione dipenda in parti uguali da questi tre canali; invece le parti sono: il 7% comunicazione verbale il 38% comunicazione paraverbale il 55% comunicazione non verbale Vale al pena di ricordare che al canale verbale afferisce il COSA, mentre ai canali paraverbale e non verbale afferisce il COME di una qualsiasi comunicazione.
9 COME COMUNICARE Come comunicare significa in buona sostanza saper governare i canali paraverbali (voce) e non verbali (corpo) di una comunicazione. ALCUNE REGOLE GENERALI Saper leggere il contesto Saper interpretare i segnali (feedback) Saper usare il proprio stile naturale COME GOVERNARE LA VOCE Tono Volume Ritmo, velocità, modulazione Pause, silenzi, attese
10 COME GOVERNARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO Abbigliamento e status symbol Espressione del viso Contatto visivo Postura Respirazione Gestione del territorio Gestualità
11 L ASCOLTO E LA COMPRENSIONE DEI FRUITORI TRE PUNTI IMPORTANTI GLI OBIETTIVI DELL ASCOLTO L ASCOLTO DIFFICILE LA CAPACITA DI ASCOLTO Saper ascoltare è lo strumento che guida la comunicazione (C.Rogers)
12 GLI OBIETTIVI DELL ASCOLTO PRIMO OBIETTIVO: È COSTITUITO DALLA CONQUISTA DELLA FIDUCIA DI CHI ASCOLTA. si conquista per gradi : 1.Ascolto 2.Empatia 3.Relazione d aiuto 4.Condivisione degli obiettivi 5.Fiducia SECONDO OBIETTIVO: È RAPPRESENTATO DALLA COMPRENSIONE DEI BISOGNI. Attraverso l ascolto tu puoi comprenderli e loro possono avere maggiore consapevolezza dei propri bisogni.
13 L ASCOLTO DIFFICILE PERCHÉ: Non hai tempo Hai già una tua opinione Chi hai davanti non ti piace Il fatto è reciproco Sei concentrato solo sui tuoi obiettivi Sei convinto d aver capito cosa serve a chi hai davanti Sei impegnato a parlare e soprattutto a non far parlare Per rendere facile l ascolto basta declinare al contrario i punti precedenti!
14 LA CAPACITA DI ASCOLTO Ascoltare con empatia e senza pregiudizi Armonizzarsi con i tempi e i modi dell interlocutore Non vi distraete inseguendo altri pensieri Non interrompete e usate il silenzio e le pause Ascoltate con gli occhi e con la mente Cercate prima di capire e poi di farvi capire Ascoltate gli altri come se doveste poi raccontarlo Accertatevi che l interlocutore abbia compreso Incoraggiate gli altri ad esprimersi Impegnatevi per diventare ascoltatori migliori
15 LA COMUNICAZIONE EFFICACE La comunicazione efficace produce effetti positivi in relazione a: CLIMA POSITIVO NELLE DINAMICHE SOCIALI COSTRUZIONE DELL AUTOSTIMA COMPRENSIONE DEI MESSAGGI PROCESSI D APPRENDIMENTO LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA MOTIVAZIONE AL COMPITO
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18 LA PROGRAMMAZIONE 18
19 COSA VUOL DIRE PROGRAMMAZIONE LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICO-EDUCATIVA NEL CAMPO MOTORIO E SPORTIVO E UNO STRUMENTO CHE SERVE PER ORGANIZZARE UNA SITUAZIONE, DESCRIVERE E VERIFICARE TUTTE LE STRATEGIE OPERATIVE ( ATTRAVERSO PROCEDURE OPPORTUNAMENTE SCELTE) LE ESPERIENZE MOTORIE E NON, LE OCCASIONI DI APPRENDIMENTO DA METTERE A DISPOSIZIONE DEI BAMBINI AFFINCHE RAGGIUNGANO GLI OBIETTIVI SELEZIONATI UNA CORRETTA PROGRAMMAZIONE VALUTAZIONE INIZIALE SCELTA DEGLI OBIETTIVI I METODI METODOLOGIA DI INSEGNAMENTO LE PROPOSTE (CONTENUTI) I MEZZI (ESERCIZI E GIOCHI) CONDUZIONE PRATICA DELLA LEZIONE (USO DEI FEEDBACK) VERIFICA
20 ANNUALE AVERE UN PROGETTO MINIBASKET (PARI IMPORTANZA ALLE GIOVANILI) COSA COME QUANDO INSEGNARE (DEFINIRE IL PROPRIO PROGRAMMA) QUALI MEZZI UTILIZZARE OBIETTIVI FINE CORSO OBIETTIVI INTERMEDI INSERIMENTO TORNEI E PARTITE OBIETTIVI OBBLIGATORI ( SCHEMI MOTORI ABILITA TECNICHE/TATTICHE) OBIETTIVI OPTATIVI (ABILITA TECNICHE/TATTICHE SPECIFICHE MB) DIVISIONE DELL ANNO IN MACROCICLI FARE SCELTE ORGANIZZATIVE (PREVISIONE INSERIMENTO NUOVI BAMBINI)
21 MENSILE DIVISIONE DEGLI OBIETTIVI TECNICO TATTICI DIVISIONE IN CICLI DI LAVORO A SECONDA DEGLI IMPEGNI AGONISTICI VERIFICA PUNTUALE E PROGRAMMATA CON TEST MOTORI DIVISIONE IN PERIODI IN CUI SI SVILUPPERANNO DETERMINATI OBIETTIVI
22 SETTIMANALE CALENDARIZZAZIONE DEGLI ARGOMENTI DA AFFRONTARE FRAZIONAMENTO IN UNITA DIDATTICHE CALCOLO DEI CARICHI DI LAVORO NUMERO DELLE SEDUTE DI ALLENAMENTO E PARTITE TEMPO DA DEDICARE ALLO SVILUPPO DELL OBIETTIVO E TEMPO DA DEDICARE AL GIOCO
23 UNITA DIDATTICA LA LEZIONE NON SERVE POSSEDERE LE MIGLIORI CONOSCENZE METODOLOGICHE, PEDAGOGICHE E TECNICHE, SE TALI CONOSCENZE NON SI TRADUCONO IN PROPOSTE PRATICHE ADEGUATE, EFFICACI E POSITIVE L ISTRUTTORE DEVE SEMPRE PREPARARE LA PROPRIA LEZIONE AVERE CHIARI QUALI SARANNO OBIETTIVI E CONTENUTI AVERE ATTENZIONE PER LA PROCEDURA METODOLOGICA CREARE LE CONDIZIONI DI LAVORO IDEALI (MATERIALI)
24 UNITA DIDATTICA LA LEZIONE UNA CORRETTA PREPARAZIONE DELLA LEZIONE DEVE PREVEDERE DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI SCELTA DEI CONTENUTI INDIVIDUAZIONE SEQUENZA ESERCIZI (CARICO MOTORIO) DETERMINAZIONE DURATA, RIPETIZIONI ED EVENTUALE MODIFICA DEGLI ESERCIZI PREVISTI PREVENTIVA ATTENZIONE ALLA COMPOSIZIONE DI GRUPPI O SQUADRE PREPARAZIONE DELL ATTREZZATURA UTILIZZATA
25 UNITA DIDATTICA LA LEZIONE UNA BUONA LEZIONE DI MINIBASKET DEVE AVERE UNO SVILUPPO MODULARE PARTE INIZIALE ATTIVAZIONE E SVILUPPO CAPACITA MOTORIE PARTE CENTRALE APPROFONDIMENTO CONOSCENZA FONDAMENTALE DI GIOCO PARTE FINALE SI SVILUPPANO SITUAZIONI DI GIOCO EDUCAZIONE E SVILUPPO DELLE CAPACITA MOTORIE GIOCHI E GARE CON LA PALLA I FONDAMENTALI SVILUPPARE LE CAPACITA DI GIOCO GIOCARE A MINIBASKET PARTE INIZIALE PARTE CENTRALE PARTE FINALE
26 UNITA DIDATTICA LA LEZIONE LA PROFESSIONALITA DELL ISTRUTTORE NON ESSERE TROPPO RIGIDO E POCO ADATTABILE ADEGUARSI AI COMPORTAMENTI DEI BAMBINI (SE IL PROGRAMMA NON PROVOCA INTERESSE NON C E APPRENDIMENTO.CAMBIARE!!!) RENDERE I BAMBINI I PROTAGONISTI DEL GIOCO SEMPRE FARE SEMPRE SPIEGAZIONI DIMOSTRAZIONI INSIEME CORREZIONI MIRATE ( VOLANTI) GRATIFICARE E FAR PROVARE AI BAMBINI IL PIACERE DI IMPARARE E MIGLIORARSI DARE SEMPRE OPPORTUNITA DI FARE DELLE SCELTE DARE IL MASSIMO IN OGNI ASPETTO DELL INSEGNAMENTO
27 RIFERIMENTI PER UNA LEZIONE DI MINIBASKET VALUTAZIONE ANALIZZARE INIZIALE LA SITUAZIONE DI PARTENZA STRATEGIA OPERATIVA ORGANIZZARE I METODI DEFINIRE GLI OBIETTIVI DIDATTICI EDUCATIVI SCEGLIERE MEZZI E STRUMENTI INDIVIDUARE I CONTENUTI ESERCIZI ATTREZZI ATTIVITA PROPOSTE DIDATTICA REALIZZARE LA LEZIONE LA VALUTAZIONE OSSERVARE VALUTARE RIPROGRAMMARE
28 LA VALUTAZIONE INIZIALE SI BASA SULLA RACCOLTA ED ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI RELATIVE A AMBIENTE (CONTESTO OPERATIVO E SOCIOCULTURALE RISORSE DISPONIBILI VINCOLI O LIMITI ORGANIZZATIVI ) BAMBINI ( TEST GRIGLIE BISOGNI PSICOLOGICI MOTORI AFFETTIVI SOCIALI )
29 LA PROGRAMMAZIONE SPECIFICA GLI OBIETTIVI SONO CIO CHE I BAMBINI AVRANNO ACQUISITO AL TERMINE DEL PERIODO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO E CHE NON ERANO CAPACI DI REALIZZARE PRIMA SI DISTINGUONO IN DIDATTICI (FAVORISCONO LA FORMAZIONE E L ACCRESCIMENTO CORPOREO E SVILUPPANO LE CAPACITA SENSO PERCETTIVE, GLI SCHEMI MOTORI E POSTURALI, LE ABILITA MOTORIE GENERALI E SPECIFICHE PER ARRIVARE A POSSEDERE UNA TECNICA SPECIFICA ADATTABILE, TRASFORMABILE, PLASTICA) EDUCATIVI ( RICERCANO LA SICUREZZA DEI BAMBINI, L EDUCAZIONE DEL CARATTERE E DELLA PERSONALITA, PROMUOVONO LA SOCIALIZZAZIONE, RENDONO I BAMBINI PROTAGONISTI ATTIVI DEL GIOCO)
30 TUTTE LE ATTIVITA CONCRETE LE ESPERIENZE CHE SI INTENDONO PROPORRE
31 SONO LE STRATEGIE DA ATTUARE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI POSSONO ESSERE DEFINITI FACILITATORI DELL APPRENDIMENTO o o INDUTTIVI ( IL BAMBINO DA SOLO SCOPRE LE SOLUZIONI ED ACQUISTA COMPETENZE MOTORIE- BAMBINO CREATIVO LIBERA ESPLORAZIONE SCOPERTA GUIDATA RISOLUZIONE DI PROBLEMI ) DEDUTTIVI ( L ISTRUTTORE DA AL BAMBINO LE CONSEGNE ED HA COME OBIETTIVO L OTTIMA REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO FINALE- IL FONDAMENTALE CESTISTICO ESEGUITO PERFETTAMENTE ASSEGNAZIONE DI COMPITI METODO PRESCRITTIVO METODO ANALITICO SINTETICO)
32 UTILIZZARE TUTTI I PICCOLI E GRANDI ATTREZZI, IL CARICO NATURALE, LO SPAZIO, IL TEMPO,. IN RELAZIONE A OBIETTIVI, ESIGENZE E TEMPO A DISPOSIZIONE IN RAPPORTO A ATTIVITA E PROPOSTE OPERATIVE
33 DIDATTICA CONDUZIONE PRATICA DELLA LEZIONE USO DEI FEEDBACK (IMMAGINI POSITIVE E NEGATIVE RIELABORATE DAL BAMBINO)
34 VERIFICA MOMENTO CONTINUO NELLA PROGRAMMAZIONE PERMETTE DI VERIFICARE SE GLI OBIETTIVI PREFISSATI SONO STATI RAGGIUNTI VALUTAZIONE SINGOLA VALUTAZIONE DI GRUPPO VALUTAZIONE INTERMEDIA VALUTAZIONE FINALE
35 COME SCRIVERE UN PIANO DI ALLENAMENTO ESEMPI DI FOGLI PER ALLENAMENTO
36 COME SCRIVERE UN PIANO DI ALLENAMENTO PERIODO - GIORNO ORA DURATA PALESTRA ASSENZE ARGOMENTO ESERCIZI/GIOCO DURATA PREVISTA CORREZIONI GRUPPI FILE SINGOLO APPUNTI PAUSE CONSIDERAZIONI FINALI
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